venerdì 14 luglio 2017

Leader: Da Matta

Carissimi lettori, è giunto il momento di occuparci del gran premio che si svolgerà al termine di questa settimana, ovvero quello di Gran Bretagna a Silverstone. Il circuito potrebbe scomparire dal campionato di F1 nel giro di pochi anni, ma non siamo qui per parlare di uno scenario futuristico dal quale potrebbe scomparire il circuito sul quale la Ferrari ottenne la sua prima vittoria, né tanto meno per parlare di quanto la Ferrari ottenne la sua prima vittoria.
Ho pensato di partire da un'epoca decisamente più recente, saltando anche l'edizione del 1999, in cui avvenne un certo incidente di cui ho parlato in abbondanza alla mia amica E. per almeno dieci anni... e oltre, in effetti.
Ci occuperemo di pazzi in kilt, di trottole e lepri, di rosiconi che rosicavano dopo avere vinto e, prima di passare all'argomento frullatori, anche del giorno in cui tutti noi vedemmo la luce. Okay, va bene, sono stata un po' troppo ottimista sul concetto di vedere la luce. Molto probabilmente nessuno di voi vide la luce quel giorno. Vi do una piccola anticipazione: era il 2014.

Nel 2000 il Gran Premio di Gran Bretagna venne disputato in aprile, un periodo anomalo per un evento che si svolgeva e che si svolge tuttora in luglio.
La pole position andò a Rubens Barrichello, che però venne superato da un mascellone in tenuta grigio argento e, a peggiorare la situazione, ebbe problemi tecnici che lo costrinsero a ritirarsi molto prima di vedere il traguardo. Pazienza, avrebbe avuto la sua rivincita di lì a tre anni.
David Coulthard vinse davanti all'altra McLaren di Mika Hakkinen, che invece vinse nel 2001. Completò il podio la Ferrari di Michael Schumacher, secondo classificato nel 2001, dove Barrichello ottenne un terzo posto. L'edizione del 2001, in cui fu MSC a partire dalla pole position, tornò ad essere collocata nel mese di luglio. Per la Ferrari le cose migliorarono nel 2002: fecero doppietta, con MSC vincitore dopo essere partito dalla pole e Barrichello secondo classificato; terzo posto per la Williams di Juan Pablo Montoya.

Nel 2003, dopo tre anni, Rubens Barrichello partì di nuovo dalla pole position e si involò verso la vittoria di quello che era destinato ad essere ricordato come un evento molto pittoresco.
A renderlo pittoresco fu un tale di nome Cornelius Horan, un pazzo che nel corso della propria esistenza ha cercato di sabotare numerosi eventi sportivi. Costui attraversò la pista mentre le vetture sopraggiungevano indossando un kilt.
Era la seconda volta che Rubinho vinceva una gara in cui era entrato in pista un manifestante, ma diversamente da Hockenheim 2000, stavolta avrebbe vinto anche senza il suo ingresso.
Curiosità: nel giro dei pitstop ad un tratto si vide un'inquietante scritta in sovrimpressione che recitava "leader Da Matta". Il pilota della Toyota, infatti, prese brevemente la leadership della gara, fermandosi in un momento diverso da quello in cui si erano fermati i piloti di testa.
La Williams di Montoya e la McLaren di Raikkonen completarono il podio nel 2003 e quest'ultimo ottenne la pole position un anno più tardi. Arrivò secondo in gara, collocato esattamente tra le due Ferrari di MSC e di Barrichello.

Kimi Raikkonen salì sul podio indossando i colori della McLaren, sempre al terzo posto, sia nel 2005 sia nel 2006.
Retrocesso di 10 posizioni per la sostituzione del motore nel 2005, arrivò sul podio in una gara vinta dal compagno di squadra Juan Pablo Montoya. Fernando Alonso, partito in pole position su Renault, si classificò secondo, mentre vinse dalla pole nel 2006. Seguivano la Ferrari di MSC e, appunto, Raikkonen su McLaren.
Il suo anno fu decisamente il 2007, quando era ormai passato in Ferrari. Vinse davanti alle McLaren di Fernando Alonso e Lewis Hamilton, con quest'ultimo partito dalla pole position, dopo una serie di inversioni di posizioni nel corso dei pit-stop.
Un anno più tardi Raikkonen fu avvistato in una via di fuga nei pressi di una lepre, ma gli andò comunque meglio che al suo compagno di squadra: Massa collezionò ben cinque testacoda e arrivò nelle retrovie. In uno dei testacoda fu inquadrato nei pressi di un'altra lepre.
Lewis Hamilton su McLaren si impose per la prima volta nel gran premio di casa, davanti alla BMW di Nick Heidfeld e, a sorpresa, alla Honda di Rubens Barrichello. #EpicWin. Era partito dalla pole position Kovalainen sull'altra McLaren.

Nel 2009, quando aveva vinto il gran premio di Montecarlo, Jenson Button aveva dichiarato che vincere a Monaco era stato molto bello, ma che, dovendo scegliere, avrebbe preferito vincere il gran premio di casa, piuttosto che quello di Monaco. Purtroppo per lui, quando giunse il momento del GP di Gran Bretagna, era già nella fase in cui si rigirava i pollici lasciando vincere altri. Okay, basta con le battute: il rigirarsi i pollici di Button in molti casi è stato anche e soprattutto fare tutto ciò che poteva, in una stagione che, nella parte centrale e conclusiva, non vedeva più una supremazia schiacciante della Brawn GP. A Silverstone arrivò secondo, tra le due Redbull, con Sebastian Vettel vincitore dopo essere partito dalla pole position.
Vettel partì dalla pole anche un anno più tardi, ma toppò completamente la partenza e terminò la gara nella parte bassa della zona punti. Vinse Mark Webber che, ancora indispettito perché il team aveva portato degli aggiornamenti soltanto per il suo compagno di squadra, commentò il tutto con un "not bad for a number two driver" che gli garantì la stima di mezzo mondo. Io mi chiedo ancora come avrebbero reagito le stesse persone se una dichiarazione del genere l'avesse fatta Barrichello a suo tempo, forse lo starebbero ancora insultando per quella ragione, altro che acclamarlo come Webbi. Però si sa, certi episodi vanno giudicati secondo mille pesi e mille misure e quelli della Redbull erano personehhhh orribilihhhh e scorrettehhhh e Webber quel giorno si conquistò un posto d'onore nel cuore dei ferraristi, che non sopportavano le disparità di trattamento tra compagni di squadra e gli ordini di scuderia. #SebbyIsFasterThanYou.
Cerchiamo di non divagare e ricordiamoci che sul podio ci salgono in tre. Al secondo posto si piazzò la McLaren di Hamilton, che era uscito illeso da un contatto con Vettel alla partenza, al terzo salì la Mercedes di Rosberg.
Terza pole Redbull consecutiva nel 2011, conquistata in una lunga sessione di qualifiche condizionata dalla pioggia che rimaneva stagnante sulla pista: stavolta fu Webber a far registrare il miglior crono, però scivolò soltanto al terzo posto in gara. Vinse Fernando Alonso su Ferrari, seconda l'altra Redbull di Vettel.
Alonso partì dalla pole nel 2012, ma fu costretto ad accontentarsi di una seconda piazza. Webber vinse un'altra volta e Vettel portò l'altra Redbull sul gradino più basso del podio.
Preparate la scatola dei fazzoletti, perché sto per fare una rivelazione molto commovente: Mark Webber è stato, ad oggi, l'ultimo pilota a vedere il gradino più alto del podio a Silverstone senza indossare una tuta grigia.

L'edizione del 2013 fu una di quelle che generarono il maggior numero di polemiche, non per qualche azione di gara commessa dai piloti, piuttosto perché un numero abbastanza alto di loro subì delle forature in gara. Uno di loro fu Lewis Hamilton, partito dalla pole position nel suo primo gran premio di casa in Mercedes. Rimase in testa per pochi giri, poi forò e si ritrovò nelle retrovie, anche se gli eventi della giornata gli consentirono poi di rimontare almeno fino alla quarta posizione. Un altro protagonista illustre di una foratura fu Felipe Massa: anche il pilota della Ferrari precipitò nelle retrovie, per poi riuscire comunque a ottenere un risultato accettabile al termine della gara. Anche Vergne e Perez forarono.
Dopo la foratura di Hamilton era passato in testa Sebastian Vettel su Redbull e per gran parte della gara sembrò destinato alla vittoria. Non fu così, un guasto lo condusse al ritiro e a quel punto la leadership fu ereditata dalla Mercedes di Nico Rosberg che al termine dell'evento ottenne la vittoria davanti alla Redbull di Webber e alla Ferrari di Alonso.
Hamilton si riprese dalla foratura del 2013 vincendo le tre edizioni successive: nel 2014 passò in testa dopo il ritiro di Rosberg che era partito dalla pole, mentre partì dalla pole position e mantenne la prima posizione dall'inizio alla fine sia nel 2015 sia nel 2016.
Sul podio nel 2014 c'erano la Williams di Valtteri Bottas e la Redbull di Daniel Ricciardo. Seppure la Williams non abbia più fatto la propria comparsa sul podio di Silverstone negli anni successivi, nel 2015 si mise comunque in mostra: Felipe Massa fu momentaneamente in testa nei giri iniziali dopo un ottimo scatto in partenza e, a un successivo restart dopo un ingresso della safety car, Bottas risalì temporaneamente in seconda posizione. Tutto andò però a finire con una doppietta Mercedes, come già facilmente intuibile, e al terzo posto si piazzò la Ferrari di Sebastian Vettel, ultima comparsa sul podio di Silverstone per un pilota Ferrari.
Anche nel 2016 sarebbe stata doppietta Mercedes se Rosberg, che era arrivato secondo al traguardo, non fosse stato penalizzato per una comunicazione vietata con il suo ingegnere (AKA colui che quest'anno una volta si è rivolto a Bottas chiamandolo Nico), cosa che lo fece scivolare post-gara al terzo posto e promosse Max Verstappen dalla terza alla seconda posizione. Probabilmente fu nel commento al gran premio di Gran Bretagna 2016 che venne alla luce la battuta sulla collezione di frullatori che si arricchiva ogni volta in cui Rosberg si conquistava una penalità.

Abbiamo dimenticato qualcosa? Assolutamente sì, ma è stata una cosa volontaria. Il 2014 non si esaurì con una vittoria di Hamilton seguito da Bottas e Ricciardo, ma fu caratterizzato da eventi di gran lunga più importanti, ai quali adesso, sul finire del post, ho deciso di dare il doveroso spazio.
Voci di corridoio narrano che quello fosse il 200esimo gran premio della carriera di Felipe Massa e che non abbia festeggiato molto bene tale risultato. Fuori in Q1, in gara fece appena pochi metri, poi si ritrovò davanti la Ferrari di Kimi Raikkonen, finito in testacoda nel bel mezzo della pista dopo un contatto con una Sauber. Anche Chilton finì in mezzo al casino, ma riuscì comunque a proseguire la gara. A causa dello sfondamento di una barriera, ci fu una bandiera rossa che durò qualcosa come tre quarti d'ora.
Ora che ci siano già occupati delle comunicazioni di routine e che possiamo mettere da parte la gara una volta per tutte, credo che sia bene fare un passo indietro, soffermandoci sul sabato pomeriggio.
La Q1 fu condizionata dalla pioggia.
Insieme alle solite Caterham, dominatrici dell'ultima fila, finirono fuori anche le Williams e le Ferrari.
Fu in quel momento preciso che iniziai a intravedere la luce, anche se c'era il serio rischio di rimanerne abbagliata.
Quando la Q1 terminò la Marussia di Bianchi era in terza posizione e quella di Chilton era sesta! <3
Chiaramente non poteva durare, ma era tutto tremendamente epico e, a rendere le cose ancora più epiche, i Bianchilton non andarono ad occupare la 15^ e la 16^ posizione in Q2 come prevedibile, ma furono rispettivamente 12° e 13°. #EPICWIN! <3
Purtroppo non tutto poteva andare nel migliore dei modi, infatti la voce del telecronista ricordò che Chilton aveva sostituito il cambio e sarebbe partito 13°, ma ciò non toglie che quella qualifica fu veramente epica. *-*
In gara ovviamente non ci fu nessun acuto, ma ci fu comunque una soddisfazione bella grossa: al momento del restart, Bianchi occupava la decima posizione. Eguagliava il record della migliore posizione in un restart per uno dei "nuovi team", dato che anche Karthikeyan era ripartito in decima posizione sulla HRT al GP della Malesia 2012.

ORARI DEL WEEKEND:
Prove libere 1: venerdì h.10.00 (Raisport h.15.30)
Prove libere 2: venerdì h.14.00 (Raisport h.0.35)
Prove libere 3: sabato h.11.00 (Raisport h.18.00)
Qualifiche: sabato h.14.00 (Raidue h.19.25)
Gara: domenica h.14.00 (Raidue h.21.00)

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Milly Sunshine