martedì 7 maggio 2024

F1 Academy 2024: Pulling domina a Miami, Pin a inseguire

A Miami è tornata in pista la F1 Academy per il secondo evento stagionale. Ci eravamo lasciati a Jeddah con Pin vincitrice in Gara 1 e poi penalizzata dopo avere tagliato il traguardo di Gara 2 in prima posizione. Pulling aveva ereditato la vittoria, subendo cyberbullismo sui social network per questa ragione. Non restava altro da fare che aspettare e vedere se Pin sarebbe tornata in primo piano oppure se Pulling avrebbe messo a tacere i detrattori.

LINE-UP (e livrea abbinata ai team di Formula 1, qualora presente):
- ART: Bianca Bustamante (McLaren), Aurelia Nobels, Lia Block (Williams);
- CAMPOS: Chloe Chambers (Haas), Carrie Schreiner (Kick Sauber), Nerea Martì;
- MP MOTORSPORT: Emely De Heus, Hamda Al Qubaisi (Redbull), Amna Al Qubaisi (Visa Cash App);
- PREMA: Tina Hausmann (Aston Martin), Doriane Pin (Mercedes), Maya Weug (Ferrari);
- RODIN: Lola Lovinfosse, Abbi Pulling (Alpine), Jessica Edgar;
- WILDCARD PREMA: Courtney Crone (prese parte due volte alle selezioni della W Series, venendo scartata dopo i test).

GARA 1: Pulling, Pin, Hamda Al Qubaisi, Bustamante, Weug, Martì, Chambers, Nobels, Hausmann, Lovinfosse, Edgar, Block, Schreiner, De Heus, Amna Al Qubaisi, Crone, questa era la griglia di partenza, con Pulling che a quanto pareva era più pronta che mai a mettere a tacere i detrattori.
Abbi ha mantenuto la prima posizione al via ed essenzialmente la sua gara è stata uno staccare chi aveva dietro, senza che Pin - in questo weekend un po' meno performante del solito, a mio vedere - potesse fare alcunché per avvicinarsi. Un acceso duello per il podio Weug vs Martì si è concluso con Chambers che superava tutte e due.
La gara, iniziata con un incidente Nobels vs Hausmann che ha messo fuori gioco quest'ultima, ha visto un po' di trambusto nelle retrovie, con da un lato Bustamante - che nelle chat live dele dirette su Youtube ha un'orda di fan filippini seconda per numero soltanto ai turchi tifosi di Cem Bolukbasi ai tempi della Formula Regional Asiatica - che dopo avere stallato al via ha passato la gara a fare sorpassi e a girare per le vie di fuga e dall'altro gente che ogni tanto sbinnava, tra cui Block che è precipitata ultima.

RISULTATO: Pulling, Pin, Chambers, Weug, Martì, Hamda Al Qubaisi, Edgar, Amna Al Qubaisi, Bustamante, Lovinfosse, De Heus, Schreiner, Nobels, Crone, Block.

GARA 2: la griglia di partenza, stilata con il secondo miglior tempo di qualifica, ha visto nuovamente Pulling in pole position seguita da Bustamante, Pin, Hamda Al Qubaisi, Martì, Weug, Nobels, Chambers, Edgar, Hausmann, Lovinfosse, Block, Schreiner, Amna Al Qubaisi, De Heus, Crone.
In questa gara è stata Lovinfosse a speronate Hausmann mettendola out al primo giro per il secondo giorno di fila. Penalizzata per questo contatto, prima della fine della gara ne avrebbe avuto uno anche con Nobels, pare riportando nell'incidente una frattura a un polso a causa della quale è finita in ospedale.
Nel corso della gara Edgar è finita in maniera più soft nelle retrovie dopo avere perso il controllo della vettura a seguito di un sorpasso effettuato su Martì. Davanti, nel frattempo, mentre la posizione di Pulling era stabile, Pin era negli scarichi di Bustamante, la quale tuttavia è riuscita a mantenere la posizione fino al traguardo.

RISULTATO: Pulling, Bustamante, Pin, Chambers, Weug, Hamda Al Qubaisi, Martì, Amna Al Qubaisi, Block, Crone, De Heus, Nobels, Edgar, Lovinfosse.

Un po' a sorpresa, dopo due eventi di campionato Pulling è in testa alla classifica, con un certo vantaggio nei confronti della grande favorita Pin. Invece Weug, prima della stagione considerata l'altra grande favorita, non sembra al livello delle prime due, nonostante il gap in classifica da Pin sia minore rispetto a quello tra Pin e Pulling.

lunedì 6 maggio 2024

Formula 1 2024: #6 Commento al Gran Premio di Miami

05.05.2024 // L'ETÀ ADULTA DI LANDO NORRIS

Carissimi lettori, oggi parliamo del Gran Premio di Miami, che ha avuto il format con gara sprint e, visto l'orario - ore 18.00 in diretta anche su TV8, unica sessione in diretta - direi che possiamo chiamarla gara spritz.
Di solito prima di Miami si parlava di porti finti e vip americani, ma stavolta abbiamo avuto un periodo intenso. Per prima cosa la Ferrari ha annunciato che avrebbe portato una livrea speciale con del blu. La cosa è stata un po' travisata, in molti hanno parlato di monoposto totalmente blu. Però le tute dei Leclainz sono azzurre, sembra di essere tornati negli anni '70 e approvo tantissimo tutto ciò. Peccato che torneranno alle tute rosse a partire dal prossimo gran premio.
Al di là di ciò, è stato annunciato l'addio di Adrian Newey dalla Redbull e ci sono tanti autoproclamati opinionisti che dibattono di dove andrà. C'è anche molta gente a cui non importava un fico secco di Newey fino a poco fa che ha parlato un sacco di Newey in questi giorni, tanto che è passata in sordina un'attesa notizia di mercato piloti: la Sauber ha annunciato l'ingaggio di Hulkenberg per la prossima stagione.

La griglia di partenza della sprint, dopo una qualifica che ha visto le Mercedes uscire di scena in Q2 e un exploit pittoresco da parte di uno dei due piloti della Torohhhh Rossohhhh di Faenzahhhh, è stata la seguente: Verstappen/ Leclerc, Perez/ Ricciardo, Sainz/ Piastri, Stroll/ Alonso, Norris/ Hulkenberg, Russell/ Hamilton, Ocon/ Magnussen, Tsunoda/ Gasly, Zhou/ Sargeant, Bottas/ Albon: Bottas qualificato 18° è stato retrocesso di "tre" posizioni per impeding, ma è partito comunque penultimo dato che Albon è partito dalla pitlane per intervento in regime di parco chiuso.
La gara è iniziata con un po' di caos, davanti erano tutti molto vicini ma sono riusciti a non toccarsi - e Danielone è perfino risalito terzo - mentre un po' più indietro Norris ha preso una sportellata micidiale venendo coinvolto suo malgrado in un contatto tra le Aston Martin in cui è stato co-protagonista anche Hamilton. Si è ritirato, con l'intervento della safety car con tanto di passaggio in pitlane, mentre Alonso rientrava ai box per una foratura e Strollino per ritirarsi.
Verstappino si è lanciato in testa alla gara seguito da Leclerc a una distanza non imbarazzante ma neanche ravvicinata, con Ricciardo che di lì a qualche giro ha perso la posizione a vantaggio di Perez. Danielone, però, intendeva dimostrare le dimensioni del suo membro e, mentre lo mostrava, dietro di lui, Sainz ha tappato gli occhi a Piastri dicendo: "tu non puoi guardare, sei un bambino innocente e potresti rimanere traumatizzato".
Non che Ricciardo possieda il membro più grande della griglia, ma conta anche come lo si usa: Magnussen, che si trovava in ottava piazza alle spalle del compagno di squadra, ha ingaggiato un duello molto intrigante con Hamilton, il tutto a base di track limits e manovre creative per le quali ha acculamato abbastanza penalità (quattro in totale) da finire dietro anche alla Pacific color uovo di Pasqua di Paul Belmondo, se solo fosse stato sulla griglia come ai vecchi tempi. Non che Belmondo sulla Pacific color uovo di Pasqua trent'anni fa andasse in griglia molto di frequente, ma sono dettagli.
Quello che non è un dettaglio è che la Torohhhh Rossohhhh di Faenzahhhh ha portato una livrea celebrativa per Miami che sembra un mashup tra la livrea uovo di Pasqua della Pacific e i colori forti della Simtek. Suddetta vettura, guidata da Tsunoda ha finito per frapporsi tra i Magnulton approfittando di una loro scampagnata alla quale Hamilton a onore del vero non doveva essere molto lieto do partecipare.
I due si sono successivamente sbarazzati di Kmag, poi Hamilton ha anche superato Tsunoda per il punto dell'ottavo posto. Punto che non si è portato a casa, così come non si è portato a casa l'ottavo posto, in quanto penalizzato post-gara per un eccesso di velocità in pitlane dietro alla safety car. Il Prosciuttello ha concluso la gara diverse posizioni più indietro rispetto a Russell e alle sue -L, quest'ultimo visto - dopo avere perso diverse posizioni al via - mentre faceva un po' di scompiglio insieme alle Williams e alle Alpine di turno.
Risultato sprint: Verstappen, Leclerc, Perez, Ricciardo, Sainz, Piastri, Hulkenberg, Tsunoda, Gasly, Sargeant, Zhou, Russell, Albon, Bottas, Ocon, Hamilton, Alonso, Magnussen.
Non so se avete notato: Slogan decimo! Certo, decimo in una gara in cui a punti vanno solo i primi otto, ma non si può avere tutto dalla vita.

La griglia di partenza della gara vera e propria era: Verstappen/ Leclerc, Sainz/ Perez, Norris/ Piastri, Russell/ Hamilton, Hulkenberg/ Tsunoda, Stroll/ Gasly, Ocon/ Albon, Alonso/ Bottas, Sargeant/ Magnussen, Zhou/ Ricciardo, con quest'ultimo qualificato 18° ma retrocesso di "tre" posizioni causa penalità del GP della Cina (sorpasso in regime di safety car).
La partenza è stata alle 22,00 italiane, alle 23,30 su TV8, non proprio l'ideale, ma per vedere Perez buttarsi a cannone alla partenza e rischiare di fare fuori chiunque avesse intorno questo e altro. L'hanno scampata tutti, Verstappen è stato mancato, mentre Sainz che era risalito secondo per evitarlo ha perso posizioni a vantaggio di Leclerc e Piastri, restando a inveire via radio, mentre nelle retrovie c'era un duello tra le Alpine. Tornando davanti, mentre Verstappino si allontanava senza dare nell'occhio, Baby Papaya si lanciava al predestinato inseguimento di Leclerc, per poi superarlo e restarsene con dietro le due Ferrari.
Perez era nel frattempo quinto con nessuno a tiro, Norris sesto con dietro il vuoto - anche se poi Checo sarebbe crollato e rientrato ai box molto prima degli altri- e Hulkenberg a lottare con Hamilton che in questo weekend con le Haas ci ha avuto a che fare parecchio. Si è difeso bene, nel primo stint, per poi soccombere all'attacco di entrambe le Mercedes.
Le cose, a quel punto, si sono susseguite in maniera leggermente piatta, con Leclerc che è andato ai box...
...
...
...per fortuna è arrivato Verstappen, che ha abbattuto un birillo scagliandolo in mezzo alla pista. È servita una virtual safety car per mandare un commissario a rimuoverlo senza che venisse investito, ma è durata talmente poco che i vari Verstappen, Piastri e Sainz di turno non hanno fatto tempo ad andare ai box. Ci sono andati più tardi, Verstappen di lì a poco, gli altri due più tardi nello stesso giro. Baby Papaya è uscito dietro a Leclerc, mentre davanti Norris era ancora a zero soste e in testa alla gara.
A quel punto non restava altro da fare che chiedersi se avrebbe recuperato qualche posizione in occasione della sosta, oppure chiedersi che fine avesse fatto Kmag, che nella gara domenicale non faceva dann-... oh wait. Ha affiancato Sargeant, che era in quel momento ben penultimo, e il tentativo di sorpasso è terminato con Slogan contro le barriere.
Ne approfitto per segnalare come a quanto pare Magnussen abbia preso una penalità di qualche genere e una ulteriore per non averla scontata bene, il tutto prima di essere messo sotto investigazione per il contatto con Sargeant e guadagnarsi un'ulteriore penalità post-gara.
Ma basta parlare di Kmag, in regime di safety car è accaduto un fatto epocale: Norris si è fermato ai box dalla prima posizione e ne è uscito in prima posizione, mentre poco prima Verstappino si lamentava via radio di una monoposto non performante: in quel momento ho pensato che la mezza gara restante sarebbe stata di quelle da ricordare. Ero anche molto tentata di correre su google a cercare il risultato, ma mi sono ravveduta e mi sono detta che sarebbe stata un'azione scellerata. Ho atteso, mi sono gustata un duello Piastri vs Sainz in cui il Baby Papaya ha rimediato un danno all'ala anteriore e in cui Sainz ha guadagnato un quarto posto poi perso nella notte italiana per penalità, perché sia mai che ai piloti sia consentito duellare e animare la gara, è un kriminehhhh grave tanto quanto andare per vie di fuga come ha fatto Kmag.
Nel frattempo il gap tra i primi due aumentava e alla fine per Norris è giunto il momento di essere abbracciato da tutti arrivati in branco a dargli la lingua in bocca, prima che arrivasse Jenson Button per le interviste al parc fermé:
"Come ti senti adesso che sei diventato adulto?"
"È una sensazione incredibile, ho sentito i peli pubici spuntarmi uno per uno e adesso ho anche un accenno di barba. Credo di potere mettere da parte il biberon, ma adesso scusate un attimo, devo andare a complimentarmi con il mio vincitore consorte per avere mandato quel bambino piccolo con cui condivido il box a dormire nelle retrovie, essendo già mezzanotte passata. Si è rivelato in ciò molto responsabile."

RISULTATO:
1. Lando Norris/ McLaren
2. Max Verstappen/ Redbull
3. Charles Leclerc/ Ferrari
4. Sergio Perez/ Redbull
5. Carlos Sainz/ Ferrari
6. Lewis Hamilton/ Mercedes
7. Yuki Tsunoda/ Visa Cash App RB
8. George Russell/ Mercedes
9. Fernando Alonso/ Aston Martin
10. Esteban Ocon/ Alpine
11. Nico Hulkenberg/ Haas
12. Pierre Gasly/ Alpine
13. Oscar Piastri/ McLaren
14. Zhou Guanyu/ Kick Sauber
15. Daniel Ricciardo/ Visa Cash App RB
16. Valtteri Bottas/ Kick Sauber
17. Lance Stroll/ Aston Martin
18. Alex Albon/ Williams
19. Kevin Magnussen/ Haas
Rit. Logan Sargeant/ Williams


domenica 5 maggio 2024

FUORIGIRI/ serie di VHS degli anni '90: recensione dell'episodio su Mansell

Carissimi appassionati in trepidante attesa di vedere il GP di Miami con il suo porto finto, nell'attesa vi informo che, grazie a un post di @MotorStories, ho scoperto l'esistenza di una serie di VHS usciti intorno al 1993 a proposito di vari campioni del motorsport. Ha parlato nello specifico del primo numero, intitolato "Nigel Mansell, il leone d'Inghilterra", di cui possedeva la cassetta. Ho fatto una ricerca su Youtube, scoprendo che alcuni numeri sono stati pubblicati "non ufficialmente" e che il video su Mansell è uno di questi. Quindi ho deciso di guardarlo e di condividere le mie impressioni in proposito, iniziando dalla sorpresa nello scoprire che durava solo ventotto minuti, sigla compresa: mi sarei aspettata una narrazione più lunga.

La narrazione si apre con gli appuntamenti conclusivi del mondiale 1985, nei quali Mansell conquistava le sue prime due vittorie in Formula 1, a Brands Hatch e a Kyalami, nonché con qualche accenno ai suoi anni precedenti: Nigel, infatti, era in Formula 1 dal 1981 e, dopo quattro stagioni alla Lotus, di cui viene citato solo l'episodio della vettura spinta a Dallas, è passato alla Williams.
Nel 1986 e 1987 è stato protagonista di un acceso duello per il titolo con il compagno di squadra Nelson Piquet, stagioni che si sono concluse l'una con il titolo di Alain Prost su McLaren, l'altra con il titolo dello stesso Piquet. Si passa subito al 1988, senza raccontare, per il momento, la foratura di Adelaide che ha portato al titolo di Prost, così come l'incidente di Suzuka che un anno dopo ha messo fine anzitempo alle speranze ormai ridotte al lumicino di Mansell: le vicissitudini di quei finali di stagione verranno tuttavia narrate in un momento successivo, per parlare di come spesso la sfortuna si sia messa in mezzo.
Nel 1989 è avvenuto il passaggio in Ferrari e viene dato peso a come Nigel sia entrato nel cuore dei tifosi. Si parla delle sue vittorie, di cui l'immancabile Ungheria 1989, nonché del mondiale 1990 quando, compagno di squadra di Prost, ha maturato la decisione d'impulso di ritirarsi dalle competizioni; un dettaglio che, a mio avviso, in epoca posteriore è stato un po' tralasciato.
Anziché il ritiro, il ritorno in Williams: un 1991 passato all'inseguimento della McLaren di Ayrton Senna (ma con il celebre sorpasso in Spagna), un mondiale terminato nella sabbia a Suzuka dopo un testacoda, infine il 1992 (il documentario è del 1993), anno del titolo mondiale, ma che viene liquidato in un paio di minuti, nel corso dei quali, tuttavia, si fa notare come Mansell sia stato così amato per le tante occasioni sfumate e perché il pubblico "ama i perdenti".

A questo proposito, mi sento di dire che il pubblico sia cambiato progressivamente nel corso delle ultime tre decadi, di come al giorno d'oggi personaggi come Mansell non riceverebbero a mio vedere lo stesso apprezzamento di un tempo, proprio perché attualmente esiste la convinzione che solo ed esclusivamente il migliore meriti non solo di essere tifato, ma anche di non ricevere insulti gratuiti.
Altro aspetto: il filmato si focalizza solo ed esclusivamente sulle vicende 1) sportive, 2) che avvengono in pista. Nonostante l'introduzione post-sigla dica che i piloti vivono in modo fuori dagli schemi, nulla della vita oltre la pista di Mansell sembra trapelare, a parte le inquadrature della moglie molto acqua e sapone, l'accenno all'esistenza di tre figli e la passione per il golf. Forse far coincidere la figura del pilota con il concetto di vita folle anche fuori dai circuiti e poi iniziare con Mansell è stato un passo un po' avventato, o molto più probabilmente l'introduzione era pensata per attirare l'attenzione.
Sulla questione delle "vicende in pista", intendo dire che ci si ferma proprio alla pista e non vengono citati episodi polemici. In altre circostanze avrei gradito, ma nel caso di Mansell, gli episodi polemici suoi sono stati piuttosto frizzanti: non viene minimamente citata la rissa con Senna nel 1987, né l'incidente con quest'ultimo in Portogallo 1989 dopo avere già ricevuto bandiera nera, il tutto in contrasto con gli abbracci smielati scambiati in altri momenti e con il (citato) famoso passaggio ai box a Silverstone nel 1991.

Mansell scarrozza Senna,
Prost sullo sfondo could never XD

Concludo con una piccola nota critica a livello di assemblaggio e produzione: si discute tanto di quanto era bello il rumore dei motori di un tempo, e posso anche concordare, però magari sarebbe meglio farlo sentire al massimo della sua potenza quando non c'è la voce narrante e, nelle parti parlate, far risaltare di più la voce.
A maggior ragione, la musica come colonna sonora ci sta, ma a mio vedere sarebbe meglio non esagerare nelle parti parlate, appunto. Chi racconta deve essere ben udibile, la musica ci può stare, ma a mio vedere sarebbe meglio utilizzarla nei momenti di massimo climax, non sempre.

mercoledì 1 maggio 2024

Turn the tide

You have the bravest heart The strongest emotions
After all the harm I've caused
You still want my lovin'

I think I've lost your love
Oh baby, it's a shame
But how can I be mad at you
When I'm the one to blame

Ci sono canzoni che si dimenticano, si mettono da parte, poi all'improvviso ti tornano in testa di punto in bianco. E così ieri, subito dopo avere pranzato, ha iniziato a risuonarmi in testa una canzone che scoprii qualcosa come tre lustri fa, come soundtrack di un video visto su Youtube, forse non più esistente, dedicato a Roland Ratzenberger.
È una canzone elettronica, ma con un sound velatamente malinconico. Non è il tipo di canzone che solitamente viene scelta per video di quel tipo. Eppure, mentre me la riascoltavo ieri, pensavo che se l'automobilismo avesse una voce, potrebbe pronunciare proprio quelle parole, chiedere a noi appassionati come facciamo ad amarlo ancora nonostante tutto il male che ci ha fatto.
Avremmo le nostre buone ragioni per smettere di amarlo e quel fine settimana di trent'anni fa è sicuramente una di queste: l'incidente di Ratzenberger non era un primo segnale, era un punto di non ritorno, destinato ad aprire la strada a un punto di non ritorno ancora più grande.

You have the bravest heart
The strongest emotions
After all the harm I've caused
You still want my lovin'

I can't believe
I still receive
So much affection from your side
If you could give me one more chance
I'd love to turn the tide

Ero piccola, ma me li ricordo bene, entrambi gli incidenti, quello di Ayrton Senna l'indomani aveva come differenza primaria di avere per protagonista un pilota di cui conoscevo perfettamente l'esistenza, invece che uno dei signori nessuno di fondo griglia.
Al di là delle emozioni personali - che comunque in età adulta si sono sempre focalizzate su entrambi e non solo su uno dei due, specie considerato i miei slanci di affetto per le "cenerentole" di fondo classifica, penso che sia questo che ha cambiato il motorsport.
Con la morte di Senna è stato impossibile inventare scuse. Non so se mi spiego bene: era il pilota più esperto in griglia, l'unico campione del mondo, al volante di una vettura di primissima fascia. Nessuno poteva dire che fosse uno scarso o che avesse una vettura scarsa. In più era in testa al gran premio, senza nessuno davanti o nelle immediate vicinanze: Senna stava mettendo gap tra sé e gli inseguitori, non era possibile scaricare la responsabilità su altri, nemmeno arrampicandosi sugli specchi.


Ho la ferma convinzione che sia stata questa la ragione che ha portato a fare un passo avanti notevole, o almeno una delle ragioni che hanno portato a questo risultato: l'essere stati messi, al termine di un fine settimana assolutamente tragico, in cui la Formula 1 ha pagato il prezzo della relativa superficialità con cui ha sempre visto il tema della sicurezza, di fronte a una realtà ineluttabile, in cui non esisteva più la possibilità di appigliarsi alle vecchie basi.
Non ci si è arrivati per caso, a Imola 1994, né si è arrivati per caso a vent'anni senza incidenti mortali. Purtroppo, mentre in occasione del ventennale della loro morte Ratzenberger e Senna erano ancora gli ultimi piloti morti durante un weekend di gara, la realtà è drammaticamente cambiata con Jules Bianchi al GP del Giappone 2014, in cui ancora una volta sono stati sottovalutati aspetti cruciali, con tragiche conseguenze, perché venivano date troppe certezze per scontate.
Avendo vissuto gli eventi del 1994, sono sempre stata rassegnata all'idea che prima o poi ci sarebbero stati altri morti. Credo sia inevitabile, tutto ciò che si può ambire a raggiungere è fare sì che accada il più raramente possibile. Attualmente mi sembra che certe misure stiano funzionando, ma che altre facciano da contraltare, basta pensare alla crescente spettacolarizzazione degli incidenti e al generare situazioni che li favoriscano (come le bandiere rosse con i restart da fermi), il che potrebbe avere prima o poi conseguenze poco piacevoli.

Concludo invitandovi a vedere il video di @MotorStories sul GP di San Marino 1994, che trovate su Youtube: LINK.



martedì 30 aprile 2024

La docuseries su Roland Ratzenberger pubblicata da Levay Film in occasione del suo trentesimo anniversario di morte: la mia recensione

In occasione del trentesimo anniversario di morte di Roland Ratzenberger, avvenuta il 30/04/1994, è stato pubblicato da "Levay Film Production" un documentario a puntate della durata complessiva di circa un'ora. Gli episodi sono usciti tutti i lunedì del mese di aprile, con l'ultimo pubblicato ieri in tarda serata. Personalmente ho divorato tutti gli episodi e l'ho trovata molto avvincente, soprattutto perché racconta eventi poco noti, specie nella sua prima parte. Il primo episodio è incentrato infatti sui primissimi anni di carriera, con tanto di interventi di gente che con lui ci ha avuto a che fare, tra cui compagni che lo descrivono come un pilota estremamente competitivo nei confronti dei propri avversari, con alcuni dei quali pare non avesse esattamente rapporti idilliaci.
In sintesi, il ritratto che emerge di Roland nei primi anni di carriera appare piuttosto diverso da quello che sembra essere stato in una fase più inoltrata.

Il secondo e il terzo capitolo del documentario riguardano la sua carriera nelle formule minori e sulle vetture a ruote coperte, prima in Europa, dove ha ottenuto buoni risultati nei campionato a ruote coperte, ma di fatto non è riuscito a fare il salto di qualità sulle monoposto, poi in Giappone, periodo che ha segnato la sua svolta.
In concomitanza con il periodo giapponese, inoltre, viene dedicato spazio alla sua carriera in endurance; e a questo proposito il suo compagno di squadra del 1993 Mauro Martini afferma che sono stati loro due ad alternarsi al volante, con Naoki Nagasaka che ha fatto soltanto brevissimi stint in quanto riconosciuto non sufficientemente competitivo... faccenda su cui indagare!
Infine è venuta la Simtek, squadra che ha dato la possibilità a Ratzenberger di arrivare finalmente in Formula 1, quello che era ormai da anni il suo obiettivo.

La quarta parte del documentario è quella che tratta gli eventi più conosciuti, e in essa fanno la propria comparsa anche David Brabham, i rispettivi ingegneri di gara e altri personaggi legati alla Simtek. Viene narrata la prima qualificazione di Ratzenberger al GP del Pacifico e di come abbia terminato la gara "vicino alla zona punti", che credo sia un anacronismo e che si intendesse vicino alla top-ten, dato che mai nella sua storia la Simtek si è avvicinata alla top-6.
Poi si passa a San Marino, all'incidente di Rubens Barrichello che al venerdì ha dato l'illusione che la Formula 1 fosse ormai relativamente sicura, alle qualifiche del sabato, infine all'incidente, con tanto di racconto anche di uno spettatore che è stato testimone oculare dell'incidente e che il giro precedente aveva filmato il testacoda nel quale verosimilmente Ratzenberger aveva danneggiato l'ala anteriore che poi ha ceduto.

Il documentario si conclude con la consapevolezza immediata di quanto fosse grave la situazione e di quanto non ci fosse nulla da fare. Quando si accenna alla morte di Ayrton Senna il giorno dopo, mi è sembrato che lo si faccia in modo un po' "ambivalente". Mi spiego meglio, si lascia intendere che la morte di Senna ha messo totalmente in ombra quella di Ratzenberger, ma che questi due tragici eventi saranno per sempre legati.
Per quanto sia una riflessione forse banale e scontata, credo che al giorno d'oggi nulla sia troppo banale e scontato, considerando che esistono una sorta fazioni in polemica (dopotutto l'analfabetismo funzionale dilaga tanto), quella convinta che Ratzenberger sia stato dimenticato perché è morto il giorno prima di Senna e quella convinta che, se non fosse morto il giorno prima di Senna, nessuno saprebbe della sua esistenza quindi venga ricordato più di quanto dovrebbe.

Personalmente non amo queste sterili polemiche. Penso che ciascuno ricordi i piloti a proprio modo, che questo documentario meriti di essere visto e che, qualunque sia il vostro ricordo di Roland Ratzenberger, la visione di questa docu-serie sia compatibile con esso.
Per quanto mi riguarda, Ratzenberger è stato il primo pilota che ho visto morire in diretta televisiva, durante la mia prima infanzia. Non sapevo chi fosse e ingenuamente ricordo di avere pensato che, se non sapevo chi fosse quando era in vita, non ne avrei sentito la mancanza adesso che non c'era più.
È un pensiero che può funzionare quando non hai ancora sei anni, ma che non funziona dopo. Anzi, è un pensiero totalmente slegato dalla realtà, perché il 30 aprile di trent'anni fa è stato proprio lui il pilota che ha avuto la sventura di farmi conoscere un lato dell'automobilismo che ai tempi non conoscevo ancora nemmeno per sentito dire. Una parte di me ricorderà sempre Ratzenberger, così come ricorderà Senna.
Non necessariamente uno per volta, non necessariamente neanche contemporaneamente.
Non importa come si ricorda. L'importante è ricordare.


lunedì 29 aprile 2024

Indycar 2024: #3 Gran Premio di Barber

Ieri si è svolto il GP dell'Alabama, a soli pochi giorni di distanza dalla squalifica di Newgarden e McLaughlin dal GP di St.Pete per push to pass irregolare e relativo uso. Quello di Barber era il terzo evento della stagione 2024 e questa era la line-up presente:

ANDRETTI: Colton Herta, Kyle Kirkwood, Marcus Ericsson
ARROW MCLAREN: Pato O'Ward, Theo Pourchaire, Alexander Rossi
CARPENTER: Christian Rasmussen, Rinus Veekay
COYNE: Jack Harvey, Luca Ghiotto
FOYT: Santino Ferrucci, Sting Ray Robb
GANASSI: Kyffin Simpson, Linus Lundqvist, Scott Dixon, Alex Palou, Marcus Armstrong
JUNCOS: Romain Grosjean, Agustin Canapino
MEYER SHANK: Felix Rosenqvist, Tom Blomqvist
PENSKE: Josef Newgarden, Scott McLaughlan, Will Power
RAHAL LETTERMAN: Graham Rahal, Pietro Fittipaldi, Christian Lundgaard

McLaughlin si è ripreso alla grande, conquistando la pole e la vittoria, in una gara in cui di fatto non è mai stato messo in discussione, precedendo il compagno di squadra Power. È andata decisamente peggio a Newgarden, che da giorni viene perculato dalla parte americana della mia timelime su Twitter, e che ha concluso nelle retrovie.
Lundqvist ha completato il podio, su una strategia diversificata effettuando la prima sosta in concomitanza con il primo ingresso della safety car. La si è vista varie volte: la prima per un incidente O'Ward vs Fittipaldi, la seconda quando Rossi ha perso una ruota, poi per un di Robb e... plot twist! perché a un certo punto un manichino promozionali appeso a un ponte è caduto in pista, venendo peraltro colpito da McLaughlin: momento abbastanza da wtf.

TOP-TEN: McLaughlin, Power, Lundqvist, Rosenqvist Palou, Lundgaard, Ferrucci, Herta, Armstrong, Kirkwood.


sabato 27 aprile 2024

Formula E 2024: #8 eprix di Montecarlo

27 aprile, ore 15.00 passate da pochi minuti, diretta su Italia 1: oggi pomeriggio si è svolto l'eprix di Montecarlo, weekend iniziato con una sostituzione in corso d'opera: il 19enne Barnard ha preso il posto di Sam Bird, rimasto infortunato a una mano. La pole position per la gara disputata sulle "anguste stradine del Principato", come diceva Mazzoni, è stata ottenuta da Wehrlein, mentre un'altra nostra vecchia conoscenza gli partiva accanto: Vandoorne, che è anche riuscito a procacciarsi la prima posizione fin dalle prime battute della gara, la quale è stata tuttavia neutralizzata pochi giri dopo dall'intervento della safety car.
Avevamo già visto diverse scintille e varie vetture che cozzavano le une con le altre, specie a centro e fondo classifica, ma il clou lo abbiamo raggiunto con Mortara, finito contro le barriere dopo un contatto con Ticktum(?). La permanenza della SC si è prolungata nel tempo, perché c'era molto da fare per ripulire la pista, ma è stato comunque un'operazione molto più rapida di dove sia altrove spostare una vettura semplicemente rimasta ferma!



Nonostante Vandoorne avesse già attivato il primo attack mode e questo dovesse in teoria favorito nei confronti delle Jaguar, Evans e Cassidy sono riusciti a passare davanti e a fare gioco di squadra, rallentando gli inseguitori. Il pilota di DS Penske, quindi, si è dovuto accontentare di scivolare terzo seguito da Vergne.
Mentre la gara davanti era ancora piuttosto attendista, dietro le sportellate non mancavano per niente, ma non tra i primi, dove Cassidy e Vergne chiedevano timidamente alla radio se dovessero stare dietro o potessero tentare il sorpasso ai rispettivi compagni di squadra.
In sintesi, dopo un'ulteriore SC a seguito di un incidente che ha messo out Muller, le posizioni dei primi quattro sono rimaste invariate, anche perché nessuno era vicino abbastanza nelle fasi finali della gara. Quindi non hanno potuto "rompere gli indugi" espressione che è stato un piacere sentire pronunciare!

RISULTATO:
1. Mitch Evans/ Jaguar
2. Nick Cassidy/ Jaguar
3. Stoffel Vandoorne/ DS Penske
4. Jean-Eric Vergne/ DS Penske
5. Pascal Wehrlein/ Porsche
6. Oliver Rowland/ Nissan
7. Antonio Felix Da Costa/ Porsche
8. Sacha Fenestraz/ Nissan
9. Maximilian Gunther/ Maserati
10. Norman Nato/ Andretti
11. Lucas Di Grassi/ Abt Cupra
12. Nyck De Vries/ Mahindra
13. Dan Ticktum/ ERT
14. Taylor Barnard/ McLaren
15. Sebastien Buemi/ Envision
16. Jake Hughes/ McLaren
17. Robin Frijns/ Envision
18. Jake Dennis/ Andretti
19. Sergio Sette-Camara/ ERT
20. Jehan Daruvala/ Maserati
Rit. Nico Muller/ Abt Cupra
Rit. Edoardo Mortara/ Mahindra