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lunedì 4 marzo 2024

44, 27, 16... numerologia trash sulla classifica costruttori post-Bahrein

Buonasera a tutti! Oggi pensavo di prendermi un giorno di pausa e di non scrivere niente, ma a grande richiesta di @TaroYamada80 grande tifoso di Jean Alesi con cui a suo tempo su "Xwitter" avevo conversato a proposito del nonno Rubens Barrichello e della sua squadra di bocce, mi sono decisa e ho accettato di scrivere questo post. Parliamo di numerologia, perché guardando la classifica costruttori dopo il primo gran premio della stagione ne è venuto fuori che la Ferrari ha nientemeno che 27 punti, come il suo numero storico, che tutti colleghiamo ad anni di success-... ehm, voglio dire, ad anni di sberle e di calci nel culo. In nome del romanticismo, tuttavia, il 27 è il numero aureo, quello che dovremmo avere in mente ogni mattina quando ci svegliamo (o se siamo sovversivi, potremmo pensare al 28 e a Ivan Capelli - personaggio di cui forse parlerò nei prossimi giorni), quindi era doveroso notarlo.


Tuttavia non avevo fatto caso - ed è stato proprio TaroYamada80 a farmelo notare - che in cima alla classifica c'è la Redbull con 44 punti e dietro la Ferrari abbiamo la Mercedes a quota 16. Vi dicono niente questi numeri? 44 e 16?
Il primo dei due non vi ricorda forse un certo Prosciuttello che vinceva solo grazie alla superiorità della monopost-... volevo dire, che guidava una monoposto assolutamente inferiore alla concorrenza, ma che grazie solo ed esclusivamente alle proprie performance ha vinto innumerevoli titoli?
E il secondo numero non vi ricorda forse un certo Predestinato che dovrebbe essere signore e padrone della Rossa con il compagno di squadra che stende il tappeto rosso al suo passag-... voglio dire, che dovrebbe stendere il tappeto rosso al passaggio del Prosciuttello e non rompere le palle che solo con il Prosciuttello si vince il mondiale?

Ebbene, stiamo vedendo la luce, i segnali sono incoraggianti: numerologia at its finest. Stanno finalmente per terminare i tempi bui, in cui un complottaro spagnolo pensa di potersi spacciare al contempo per il pilota figo e per quello sfigato, dato che 27+28 = 55.
Siete sconvolti da questa riflessione, vero? Fate bene. Però mi spiace deludervi, non sono stata pagata da Santander per aggiungere questa postilla, diversamente dai vari Damon Hill di turno che non hanno mai vinto niente in carriera, soprattutto se facciamo coincidere la totalità della loro carriera con il GP d'Ungheria 1997 (anche di lui ne parlerò quando parlerò di Capelli, e senza che siano i soggetti principali del mio futuro post).


mercoledì 25 ottobre 2023

+0,000

È il 25 Ottobre 1997, stanno per finire le qualifiche del GP d'Europa, sul circuito di Jerez de la Frontera. Non esistono ancora i social network e non esiste la cultura drivertosurviver, quindi nessuno sta invocando che l'indomani il mondiale finisca con un incidente tra Michael Schumacher e Jacques Villeneuve. Quello che succederà domani, comunque, è ancora lontano, le qualifiche devono ancora terminare e per fortuna non esiste ancora la possibilità per i complottisti di impedire al fanbase di seguire una sessione in maniera serena. Non esiste nemmeno la pressione a seguire ogni nanosecondo in cui le vetture sono in pista, chissà, magari in questo sabato di ottobre c'è chi sta facendo la spesa e, mentre si trova nella calma del supermercato, è del tutto ignaro di quello che succece a Jerez, dove incredibile ma vero, quando Schumacher fa il tentativo finale ottiene lo stesso identico tempo già ottenuto da Villeneuve.
Se pensate che questo sia totalmente folle, non sapete ancora cosa sta per succedere: arriva Heinz-Harald Frentzen, compagno di squadra di Villeneuve alla Williams, che non è fermo, non è più veloce di Villeneuve e Schumacher, ma nemmeno più lento: +0,000.
Voci di corridoio narrano che Damon Hill sia sul punto di battere questo tempo, e sarebbe un plot twist non indifferente se nel giorno del finale di stagione partisse dalla pole a bordo di una Arrows, ma Ukyo Katayama ha altri piani per lui. Hill deve evitare la Minardi che si esibisce in una sbinnata - termine anacronistico nel 1997, ma concedetemi una licenza poetica - e si accontenta di un quarto posto.


In questi ventisei anni si è detto tutto e il contrario di tutto, ma fino a poco tempo fa non ci ho mai pensato seriamente. La probabilità che tre piloti strappino lo stesso tempo è già molto remota, ma che siano anche i championship contenders e il compagno di squadra di uno di essi è ancora più remota, e addirittura che accada alla vigilia dello scontro per il titolo.
Complotto? L'idea non mi convince, ritengo più probabile, se il risultato non è legittimo, un bug. Dopotutto, se l'obiettivo era quello di attirare l'attenzione, non penso ce ne fosse bisogno: era già un finale di stagione con titolo da assegnare. Inoltre non ci sono ragioni per cui quegli specifici tre piloti non dovessero essere 1/2/3, anzi, era la cosa di gran lunga più probabile. Piuttosto che un risultato fabbricato completamente alla cazzum, ritengo più verosimile che, per qualche problema tecnologico, ci si sia ritrovati con tre tempi uguali invece che con tempi molto vicini. A questo proposito sarebbe stato bello scoprire se Hill avrebbe fatto a sua volta +0,000, ma l'intervento di Katayama ci ha lasciati con il dubbio eterno.

venerdì 1 maggio 2020

GP San Marino 1994: sì al rispetto, no alle teorie del complotto

Foto reperite su Google Images
Copyright sconosciuti
Il 30 Aprile/ 1 Maggio di ventisei anni fa ci lasciavano Roland Ratzenberger e Ayrton Senna, nel corso di uno dei più tragici fine settimana della storia della Formula 1, un dramma rimasto impresso in due grandi categorie di appassionati: quelli che erano ancora troppo piccoli oppure non ancora nati, che l'hanno vissuto come evento passato, e quelli che hanno ricordi d'epoca. Appartengo alla seconda categoria, quello di Ratzenberger fu il primo incidente mortale che vidi, che non ho mai dimenticato, quello di Senna lo vidi a sua volta in diretta il giorno dopo. Il primo visto insieme a mio padre, il secondo visto insieme a mia madre, nel giorno in cui avevo perso il mio primo dente da latte. Un monito durato a lungo nel tempo, l'amara consapevolezza che lo sport che amavo poteva tradire, tradirci, tradirmi, anche se quasi tutti dicevano di no, che certe cose non succedono più, "tranne in *serie random* che è troppo pericolosa".

Due piloti, due storie completamente diverse,  quello con l'ultimo tempo utile per andare in griglia e il poleman, l'ultimo arrivato e il veterano pluricampione, il pilota della carretta e il pilota del top-team, il dimenticato e il commemorato divenuti entrambi ricordati insieme nell'epoca internet che non hanno mai conosciuto: un legame eterno e indissolubile per due piloti le cui strade si erano incrociate solo di sfuggita, immortalato al giorno d'oggi anche e soprattutto grazie alle pagine web e social.
Del primo si raccontano fatti resi pubblici solo dall'era internet inoltrata: nel 2004 non riuscii nemmeno a trovare una foto di dimensioni superiori a un'icona della sua monoposto - intendo della sua monoposto prima dell'incidente), al giorno d'oggi sappiamo vari aneddoti, tipo l'età falsificata, i cinque gran premi che doveva disputare (i primi quattro + Suzuka, il quinto gran premio stagionale era frutto di una conferma per un ulteriore evento), il suo nome dato come middle name al figlio di Mika e Noriko Salo, in quanto era stato appartemente lui a farli conoscere...

Se del primo non sapevamo quasi niente, del secondo abbiamo sempre saputo tante cose, anche prima, perché un veterano pluricampione del mondo era un personaggio "più pubblico", ben conosciuto anche da chi alla domenica aveva altro da fare piuttosto che guardare i gran premi. C'era poco da scoprire di nuovo, quindi a volte a molti è venuta la tentazione di inventare.
Il pilota lontano e il pilota vicino, due destini incrociati, ma a loro modo diversi, perché non è detto che essere quasi dimenticati sia un destino più crudele dell'essere ricordato e di vedere sorgere teorie del complotto che vanno spesso fuori dagli schemi.
È così che nasce una teoria del complotto: per qualcuno o qualcosa in cui ci identifichiamo o che ci sfiora talmente da vicino da arrivare quasi a toccarci.
Un giorno, nel 2006, quando ancora andavano di moda le chat, chattai con un ragazzo che aveva un nickname ispirato a Senna. Era il suo idolo, diceva, ed era convinto che la sua morte fosse stata voluta di proposito. Non era il primo da cui lo sentivo dire e chissà, forse un po' gli credevo, anche se avevo già la capacità di pensare che un incidente provocato da un guasto fosse la soluzione più probabile.
Mi facevo una grande domanda: perché avrebbero dovuto farlo di proposito? Il problema è che, quando si tratta di teorie del complotto, diventa tutto una potenziale motivazione, anche se è assurda.

Immagini trovate su Google
La prima oscurata perché può
disturbare, nella seconda si
intravede un (C) poco leggibile
"Quel giorno Senna non avrebbe voluto correre, si comportava in modo strano"... e si parte con le ipotesi più improbabili a proposito di presentimenti vari, come se fosse così illogico comportarsi in modo diverso dal solito dopo avere assistito alla morte di un collega. Le immagini prese dalla TV mostrano che addirittura, dentro al box e con il casco in testa, Senna vide la diretta dell'incidente, e penso che ci sia poco di sconvolgente nel suo atteggiamento di quel fine settimana. Chi non avrebbe voluto, in fondo al cuore, fuggire a gambe levate? Solo perché per noi era morto "un pilota qualsiasi" non significa che chi era dentro quel mondo la vedesse allo stesso modo. Un pilota qualsiasi era sempre uno di loro, quello che era accaduto a lui poteva accadere a chiunque di loro, anche se era ancora troppo presto per ammetterlo.
Quell'immagine, quel sabato, non significava ancora niente, se non uno spaccato dell'atmosfera che si respirava. Solo dopo ha assunto un significato diverso, tragedie che si incrociano. Ironia della sorte ha voluto che, vent'anni dopo, ne venisse fuori un'ennesima immagine capace di assumere un significato diverso: Senna Tribute 2014, membri del team Ferrari e altri soggetti random del motorsport, Jules Bianchi si gira verso l'obiettivo di una macchina fotografica mentre sta firmando un pannello dedicato a Senna, tra i tanti proprio lui, destinato di lì a pochi mesi ad essere l'interruzione a vent'anni di gran premi senza incidenti mortali, in primo piano, un'altra "immagine maledetta" destinata a rimanere nella storia.

Su quanto accadde tra la morte di Ratzenberger e quella di Senna, nel mio progetto "cultura motoristica" del 2011/2012, che consisteva nel cercare in rete gare del passato e sessioni varie del passato, guardai il warm up di Imola 1994, la sessione di prove libere della domenica mattina. Allo stesso modo in cui il giorno precedente, fino a prima della morte di Ratzenberger, venivano tanto decantati gli standard di sicurezza delle Formula 1, dopo che Rubens Barrichello era uscito da uno schianto pazzesco con appena un polso slogato e una microfrattura al setto nasale, quella mattina le voci parlanti erano un coro che sosteneva che in Formula 1 ci volessero piloti più esperti e team più competenti per evitare tragedie. Messaggio di fondo: "quello che è accaduto a Ratzenberger su una Simtek non può succedere ad altri", la cosa più facile di cui convincersi, forse, in un momento in cui, per andare avanti, bisognava trovare una buona ragione per farlo.

Essere un pilota celebre è quanto ha esposto ed espone tuttora Senna a una mistificazione esagerata, con teorie del complotto che sembrano costruite intorno all'idea che dalla sua sorte ne andasse del destino dell'umanità intera.
Ucciso dagli Illuminati perché troppo rilevante, hanno scritto da qualche parte. Per non parlare di quelli che uniscono questa teoria a quella secondo cui la sua ex Xuxa, una presentatrice TV brasiliana con cui stava insieme a fine anni '80, sarebbe l'anticristo.
Addirittura su un sito web una volta ho trovato una teoria secondo cui Senna sarebbe morto per un sabotaggio voluto da (trattenetevi, perché tra le tante idee ridicole, questa è la più ridicola in assoluto) nientemeno che Jackie Stewart. L'idea alla base era che Stewart lo giudicasse un pilota troppo pericoloso, in quanto l'aveva criticato per il GP del Giappone 1990, in quella famosa intervista in cui Senna disse la famosa citazione del "if you don't go for a gap that exists..." Poi altre teorie riguardano presunti complotti nazisti, che citano gente a caso del motorsport, o Xuxa.
Vi pare che tutto ciò sia assurdo? Anche a me, ma questi sono i deleteri effetti dell'eccessiva idealizzazione, l'assurda convinzione del "poteva capitare a tutti, ma non a lui".

Senna Tribute - maggio 2014
Immagine da Google,
indicazioni (C) da Google
Vivere d'illusioni è facile, ma non dobbiamo mai dimenticare che le ombre sono dietro l'angolo. Inventare storie per giustificare che lo sport ci amiamo ci abbia traditi è umano, ma non troppo e dovremmo trattenerci e riflettere. Non sempre tutto è sotto controllo, ma almeno noi dobbiamo controllarci.
Quando smisi di frequentare Tumblr (ora ho un nuovo account ma seguo tre profili) lo feci anche per il poco rispetto delle tragedie passate. C'era gente che rideva e scherzava su una teoria del complotto a proposito di Senna ucciso da una pallottola su un casco, sparata da un cecchino e arrivata all'obiettivo preciso, con un'arma nascosta sotto un cappotto o un impermeabile per non dare nell'occhio nei trenta gradi di un soleggiato e iper-caldo pomeriggio della primavera emiliano- romagnola.
So che questa cosa dovrebbe davvero essere scritta in un libro complottista, ma non vedo perché un'idea così folle, su un vero incidente mortale, debba essere considerata divertente. Siamo esseri senzienti, comportiamoci come tali. Quindi mettiamoci d'impegno e trattiamo i morti del passato come quelli dei giorni nostri, ovvero con rispetto. Visto che per i signori nessuno succede già, cerchiamo di farlo anche per quelli più famosi. Nessuno si inventerebbe mai che Ratzenberger sia stato ucciso da un cecchino in ipotermia. E allora facciamo in modo di non inventarcelo nemmeno quando si tratta di Senna.


giovedì 5 marzo 2020

GP a rischio cancellazione? Rimpiazzamoli con una polemica ad hoc!

Era da un po' di tempo che in Formula 1 non si vedeva una polemica di quelle serie, per intenderci, una di quelle capaci di catalizzare l'attenzione e da distoglierla da qualsiasi altro argomento collegato al motorsport. Ora il grande momento è arrivato e, stranamente, è arrivato con un perfetto tempismo. Vediamo di occuparci dei fatti emersi finora, in sintesi, da quei pochi articoli e quei pochi commenti in cui si parla della questione in sé e non del parere dell'uomo della strada in proposito.

Da un po' di tempo a questa parte, in occasioni random, si parlava della regolarità o meno dei motori Ferrari 2019. Non c'erano mai stati reclami ufficiali, in apparenza, e comunque sia andata, i risultati del mondiale 2019 dovrebbero essere stati ufficializzati a dicembre.
La settimana scorsa la FIA ha annunciato di essere arrivata a un accordo privato con la Ferrari, dopo avere esaminato i motori della stagione 2019.
Ciò significa che... mhm... essenzialmente la FIA non avrebbe riscontrato alcuna irregolarità ufficiale, che ha discusso la faccenda in privato con la Ferrari e che la ragione per cui se ne parla è che ha sbandierato ai quattro venti l'esistenza di un accordo segreto. Le ragioni relative alla segretezza non sono state comunicate, nonostante con un po' di sforzo di immaginazione un team potrebbe avere buone ragioni per cercare di pretendere la segretezza in merito, anche se non ha niente di illegale da nascondere: proprietà intellettuale, questa sconosciuta ai commentatori dei social...

Stranamente il fatto che la FIA abbia raccontato di avere raggiunto un accordo privato con un team, ha indispettito gli altri, eccetto quelli a cui Ferrari fornisce i motori.
Quindi ecco che a distanza di neanche una settimana è arrivato un comunicato unificato degli altri sette team, che chiedono chiarimenti alla FIA sulla ragione per cui la trattativa con la Ferrari non sia stata divulgata. In tale comunicato minacciano di agire per vie legali qualora la cosa non dovesse essere chiarita... e sì, il fatto che si parli di udienze e di tribunali ha risvegliato questioni da trigger warning, tipo accenni alla spy story e al fatto che sia un caso di spionaggio industriale.

Non ho capito il nesso. Casomai ci sono indizi che vanno a parare proprio sull'aspetto opposto, ovvero che un team abbia insistito sulla riservatezza per non dovere divulgare i segreti del proprio motore. Fino a che punto ciò debba essere consentito o vietato, è un'altra faccenda. Sta di fatto che 1) la Ferrari non è stata accusata di avere copiato i motori altrui quanto piuttosto è sospettata almeno formalmente di avere avuto un motore che aveva vantaggi irregolari nei confronti dei motori altrui, 2) qualora la condizione per potere utilizzare un certo tipo di motore sia divulgare i propri segreti industriali, le conseguenze sarebbero verosimilmente o il consentire agli altri motoristi di svilupparne la loro versione, oppure obbligare Ferrari a "vendere" la propria innovazione, un po' come il sistema F-duct(?) sviluppato dalla McLaren, insomma, cose che non avrebbero a che vedere con lo spionaggio industriale.

Parliamo tuttavia della questione che mi colpisce maggiormente: il tempismo con cui questa polemica è venuta fuori.
Proprio ieri Liberty Media, per voce di Ross Brawn, annunciava che eventuali gran premi a cui alcuni team non riescano ad accedere per restrizioni imposte dai paesi ospitanti non sarebbero disputati.
Australia si farà, almeno così pare. Bahrein e Vietnam sono più a rischio. Se dall'Australia si dovesse saltare all'Olanda, ci sarebbero due mesi di nulla cosmico.
Quel nulla cosmico deve essere riempito in qualche modo e costruire una polemica ad arte è un modo piuttosto efficace, questo non credo che lo si possa negare. Il modo in cui la situazione è stata gestita finora lascia pensare che si volesse sollevare un polverone invece che fare l'opposto.
Altrimenti perché mai la FIA avrebbe dovuto fare passare il messaggio: la Ferrari non ha niente da nascondere, ma abbiamo deciso di nascondervi le cose lo stesso? Bastava dichiarare i motori Ferrari regolari per mettere fine a qualsiasi polemica (cosa che, se non sbaglio, era già stata fatta in passato).

Al momento attuale penso che questa faccenda sarà il centro della F1 per un po', ma che sarà verosimilmente conclusa con altri accordi non appena ci saranno cose più interessanti su cui focalizzare l'attenzione.
Io, da parte mia, sono andata per ogni evenienza a controllare i risultati del mondiale 2019 per verificare cosa potrebbe accadere qualora Ferrari, Alfa Romeo e Haas venissero deprivate dei loro risultati: Hulkenberg vedrebbe la gloria di due quarti posti, ma non vedrebbe comunque la luce del podio.

PS. Qualora qualcuno si chiedesse se vorrei vedere i tre team motorizzati Ferrari essere squalificati a caso dal mondiale 2019, la mia risposta è no, per due ragioni. La prima è che se un motore è irregolare la FIA lo deve stabilire a marzo dell'anno in corso e non dell'anno successivo, in modo da consentire ai team "irregolari" di regolarizzarsi per disputare il resto della stagione. La seconda è che trovo inaccettabile che, a un certo punto del 1984, tutti i risultati di un team furono cancellati. Tra quei risultati c'era il terzo posto di Bellof dopo essere partito ultimo a Montecarlo e trovo quella squalifica da tutta la stagione inaccettabile, di conseguenza mi auguro vivamente che non accada più a nessun altro team o pilota di andare incontro a un simile destino.


venerdì 1 marzo 2019

Il lato oscuro e la fossa degli squali

Penso di non avere mai nascosto che più il tempo passa e più ho una visione pessimistica dei "fandom" del motorsport. Quello che non mi aspettavo, tuttavia, era che la situazione fosse così disperata da ritrovarmi a leggere cose che un tempo avrebbero scritto solo i troll di Answers Yahoo. Mi chiederete quale sia la differenza tra leggere certe cose dai troll di Answers Yahoo e leggerle da altri soggetti. Nessuna, in apparenza. A leggerle più in profondità, invece, tante: c'erano molte probabilità che i troll non parlassero sul serio, altri invece lo fanno.

Ho passato gli ultimi anni a leggere di complotti e contro-complotti. Ho passato a leggerne di tutti i colori e a notare come in certi casi a parlare di complotti fossero persone facilmente influenzabili che, invece di farsi un'idea propria, ripetevano testualmente un'idea campata in aria che avevano sentito da altri.
Facciamo un esempio e, in nome della political correctness, scomodiamo Glock anche se non è il weekend del gran premio del Brasile. C'è chi afferma che abbia visto negli specchietti Hamilton e che l'abbia fatto passare di proposito perché era lui. C'è chi lo ripete perché l'ha letto. Effettivamente parlando, tutto ciò che è rimasto di quel momento è che Glock sia stato superato da Hamilton.
Il fatto di cui nessuno parla è che in realtà, sia accaduto qualcosa di diverso. Glock non è stato superato soltanto da Hamilton. Glock è stato superato piuttosto sia da Vettel sia da Hamilton in un colpo solo, con Hamilton che era incollato al cu*o di Vettel. Di conseguenza, se anche Glock ha visto qualcuno negli specchietti e si è fatto da parte, non può avere visto e riconosciuto la vettura di Hamilton per il semplice fatto che c'era Vettel tra di loro. Basta vedere il video del doppio sorpasso per rendersi conto di quale fosse la posizione delle vetture. Il problema è che chi commenta tutto ciò probabilmente non ha visto il video, se non dieci anni fa, ma sa che tutto ciò che ha fatto notizia è il fatto che Hamilton abbia superato Glock.

Due giorni fa mi sono resa conto di quanto tutto ciò fosse culturalmente elevato, al confronto di certe teorie che vanno per la maggiore al giorno d'oggi.
Attenzione, non dico che chi pensa che Glock abbia fatto passare Hamilton di proposito in cambio di qualche favore ricevuto dalla Mercedes stia dicendo qualcosa di verosimile, di credibile o di probabile. È qualcuno che sta affermando, inventando indizi a favore e ignorando indizi contro questa teoria, qualcosa che, in altre circostanze e magari con altri soggetti coinvolti potrebbe anche avere un po' di senso di esistere. Per intenderci, quello che voglio dire è che il fatto che un giorno un pilota possa cercare di condizionare di proposito l'assegnazione di un titolo mondiale perché una certa situazione va più a suo favore di un'altra, per qualunque motivo, mi sembra abbastanza plausibile.

Il grosso problema è che al giorno d'oggi uno degli hobby di un certo lato del fanbase sembra essere quello di costruire polemiche dal nulla, portando come indizi fatti totalmente campati in aria e contradditori.
Adesso la teoria che va per la maggiore è che ci sia un complotto per il quale Vettel e Leclerc sono rispettivamente prima e seconda guida della Ferrari e già qui non siamo partiti molto bene, perché è dalla notte dei tempi che in Ferrari ci sono una prima e una seconda guida senza che ciò sia un complotto.
Secondo questa linea di pensiero l'obiettivo di questo complotto sarebbe quello di far sì che Leclerc faccia tempi peggiori rispetto a quelli di Vettel nei test prestagionali e che completi meno giri.
Quindi martedì è successa una cosa "strana", ovvero che Leclerc ha perso molti giri perché ha avuto un problema al motore(?) durante la mattinata. Il problema tecnico sarebbe stato inscenato ad arte, ovviamente, per non farlo guidare...
...
...
...
...e poi è arrivato il momento clou: mercoledì pomeriggio Leclerc non ha potuto guidare e ciò che era successo sarebbe stato progettato per impedirgli di guidare.
Ciò che era successo è questo: verso la fine della mattinata qualcosa ha ceduto sulla vettura di Vettel, che ha fatto un gran volo contro le barriere, il che ha provocato notevoli danni alla monoposto (e con tutta probabilità la necessità di non scendere in pista finché non è stato identificato il problema esatto, in modo che non si ripetesse). Gente che utilizza nome e cognome e foto, quindi palesemente non troll, sostiene che, per favorire Vettel nei confronti di Leclerc, l'incidente sia stato innescato ad arte dalla Ferrari.
Vi sembra strano? Allora siete deglihhhh orribilihhhh ferraristihhhhh che amanohhhh incondizionatamentehhhh Vettel e che odianohhhh incondizionatamentehhhh Leclerc, che non capite le cose più evidenti!!111!!11!!!11

Ebbene sì, il 27 Febbraio è una data da ricordare e da evidenziare in nero sul calendario, perché ha sancito il punto di non ritorno del delirio del fanbase motoristico: per la prima volta nella storia conosciuta dei fanbase motoristici c'è stato chi ha affermato che sabotare l'auto di un pilota per farlo andare a schiantarsi a sua insaputa sia un modo per favorirlo nei confronti del compagno di squadra, costretto a rimanere a piedi nel resto della sessione.
Non so se mi spiego, l'incidente di Vettel è stato etichettato come una "cosa strana capitata quando Leclerc era al volante".
Ora, senza volere in alcun modo contestare lo status di prima/seconda guida probabilmente esistente in Ferrari, mi spingo solo a una considerazione: se il primo pilota viene usato a sua insaputa come ariete per sfondare barriere, qual è il destino del secondo pilota? lo butteranno direttamente nella fossa degli squali?

domenica 11 novembre 2018

Dieci buone ragioni per cui le teorie del kompl8 su Glock sono nonsense allo stato puro

Carissimi lettori, di recente è stato celebrato il decimo anniversario di uno degli eventi motoristici più chiacchierati di questo millennio, avvenuto nella location nella quale in questo weekend viene disputato il GP del Brasile.
Giusto per ricordarvi quale fosse il mio posizionamento all'epoca, vorrei ricordarvi che il pilota per cui tifavo, quel giorno, si giocava il titolo. Il pilota per cui tifavo, non ha mai vinto titoli. Quindi chiunque stesse per dirmi "scrivi questo post solo perché tifavi Hamilton!!!11!!!1!!" può anche risparmiare tempo: la mia risposta sarebbe ridergli in faccia.
Ad ogni modo da questa premessa ne esce fuori che in me c'era una piccola fungirl (neanche tanto piccola, avevo vent'anni), ma credo di essere in grado, se mi sforzo, di usare il buon senso e di fare qualche ragionamento logico. Ho intenzione, in questo post, di smantellare un decalogo di luoghi comuni.

1) "Glock ha fatto passare Hamilton per i suoi rapporti con la Mercedes."
Premesso che all'epoca Hamilton non stava in Mercedes e che un team Mercedes ancora non esisteva, prendiamo per buono che il fornitore di motori dettasse legge.
Il punto è che i presunti rapporti di Glock con la Mercedes sembrano essere usciti dal nulla. All'epoca correva per la Toyota. Dopo ha avuto dei contatti con la Renault, rifiutando un ingaggio, e si è accasato alla Manor. Nel DTM, serie in cui un terzo delle vetture sono motorizzate Mercedes, corre per la BMW.
Raccontare un evento arricchendolo di particolari inventati a volte è una tentazione. Il problema è quando questi dettagli inventati si trascinano per dieci anni e c'è ancora chi pensa che Glock sia sul libro paga della Mercedes, nonostante dieci anni in cui ha corso incessantemente per altre squadre.

2) "Non ci sono motivi per cui Glock avrebbe dovuto rallentare all'ultimo giro."
Credo che, da questo punto di vista, sia doveroso ricordarvi quali fossero le condizioni meteo: circa quattro o cinque giri prima della fine della gara tutti sono rientrati per montare gomme da bagnato, perché pioveva. Tuttavia la pioggia non era ancora intensa al punto tale da far crollare significativamente i tempi delle vetture su gomme da asciutto, al punto che al penultimo giro le Toyota hanno perso all'incirca un secondo dai piloti di testa. All'ultimo giro, invece, la pioggia ha iniziato a incrementare. Non solo Glock, ma anche Trulli, giravano all'incirca dieci secondi al giro più lenti degli altri, tanto che dei doppiati li superavano senza alcuna difficoltà. Trulli andava anche più piano di Glock e ha dichiarato post-gara che la pista era impraticabile. Esiste un on-board di Glock nell'ultimo giro, pubblicato sul canale Youtube ufficiale della Formula 1: da lì si vedono le difficoltà nel tenere la vettura in strada.

3) "Altri piloti non avrebbero rallentato, avrebbero cercato di portare a casa la posizione."
Non è da escludere che qualcuno potesse provarci, nonostante le condizioni della pista. Questo prova che ci sono piloti che sono disposti a prendersi rischi maggiori, oppure che ci sono piloti che sotto l'acqua sono migliori di altri. Il fatto che uno specifico pilota sia più conservativo o che sia peggiore di altri con la pioggia, di per sé, è molto lontano dall'essere un complotto.

4) "Non c'erano altri modi in cui Glock poteva far passare Hamilton se non rallentando."
Se davvero Glock avesse avuto così tanto a cuore la quinta posizione di Hamilton, aveva un modo per cedergliela su un piatto d'argento passando del tutto inosservato, ovvero rientrare ai box, come hanno fatto la maggior parte dei piloti. Anche se il team non l'aveva chiamato, avrebbe potuto tranquillamente dire di avere capito male una comunicazione radio. Nessuno avrebbe visto del marcio in un pilota che, con la pioggia, rientrava ai box a cambiare gomme quando lo facevano tutti.

5) "Era un complotto già pianificato prima della gara" - parte prima.
La situazione di Glock che andava in giro con gomme da asciutto sotto un acquazzone si è verificata solo ed esclusivamente perché è scoppiato un acquazzone. Esisteranno anche delle previsioni del tempo precise, ma è impossibile pianificare il minuto esatto in cui la pista diventerà impraticabile su gomme da asciutto. È anche impossibile pianificare con certezza assoluta il momento in cui un gran premio finirà, specie se tale gran premio inizia con un rain delay.

6) "Era un complotto già pianificato prima della gara" - parte seconda.
Ho già approfondito la questione delle condizioni meteo, i cui effetti sul risultato di un gran premio non possono essere previsti con certezza, adesso è giunto il momento di approfondire anche un'altra questione.
Hamilton era quarto, prima della sosta per le gomme da bagnato e, al momento di tornare in pista, era quinto perché Glock non si era fermato, ovvero era in una posizione tale per cui poteva tranquillamente vincere il mondiale per un punto. Tuttavia, quando la pista era ancora in condizioni incerte, è accaduto che Hamilton ha preso una curva troppo in largo e all'interno di quella curva si è infilato Vettel, che l'ha superato relegandolo in sesta posizione.
Com'è possibile che qualcuno potesse essere al corrente di tutto ciò in anticipo?

7) "Glock sapeva dove fosse Hamilton."
Questa non la posso smentire, però credo che si stia sopravvalutando la conoscenza che i piloti hanno delle posizioni altrui: è capitato, in diversi casi, che certi piloti abbiano dimostrato di non sapere chi avevano davanti o dietro. Potrei citare almeno tre casi: 1) in un gran premio di fine 2006, dopo un contatto con Sato, Heidfeld è andato a fare la predica a Yamamoto pensando che l'autore di quel sorpasso fosse quest'ultimo, 2) al GP del Canada 2007, durante l'intervista sulla Rai avvenuta dopo il suo ritiro, Liuzzi si è riferito alla safety car entrata a seguito dell'incidente di Kubica come alla safety car entrata dopo l'incidente "di Heidfeld", 3) al GP di Russia 2017 Raikkonen si è lamentato via radio, a suo dire, di essere precipitato dietro a Bottas dopo il pitstop, senza sapere che Bottas fosse in precedenza in testa alla gara.
Questo per dire che non è detto che in quel momento Glock sapesse che Massa era in testa alla gara e che Hamilton era sesto. E se anche l'avesse saputo, in realtà, non credo neanche che sia tanto probabile che mentre girava sotto l'acqua con le gomme d'asciutto e la pioggia andava intensificandosi il suo principale pensiero fosse mettersi a calcolare le proiezioni della classifica piloti.

8) "Glock ha visto Hamilton negli specchietti e l'ha lasciato passare."
Ora, non ho la più pallida idea di che cosa si vedesse negli specchietti della vettura di Glock in quel momento, di quanto avesse chiaro quali fossero le vetture alle sue spalle e quant'altro.
Sono passati diversi doppiati e, ammettendo che Glock abbia visto una vettura a pieni giri alle sue spalle e che si sia fatto di lato per lasciarla passare non essendo in condizioni tali da resistere a un attacco, un'affermazione di questo genere è nonsense: tra Glock e Hamilton c'era Vettel, in quel momento, quindi al massimo Glock può avere visto Vettel negli specchietti. Una volta che Vettel ha superato Glock, anche Hamilton aveva già affiancato Glock: l'unica resistenza che quest'ultimo poteva tentare a quel punto era andargli addosso.

9) "Quando viene assegnato il titolo, il dovere degli altri piloti è quello di non condizionare il risultato."
Più facile a dirsi che a farsi, non credete? Il modo più facile per riuscirci probabilmente è rompere il motore nel giro di formazione e non presentarsi sulla griglia di partenza. In tal caso, di sicuro, il risultato non verrà condizionato, a meno che uno dei contendenti al titolo non finisca su una macchia d'olio lasciata sull'asfalto.
Condizionare o non condizionare un risultato significa tutto o niente. A meno che i piloti che lottano per il titolo non guidino vetture ragionevolmente superiori alla concorrenza da potere occupare le prime posizioni qualunque cosa accada, è possibile che uno o più di loro possano ritrovarsi dietro a piloti random. La gara dei piloti random non può dipendere da chi hanno dietro, né visa in loro funzione.

10) Bonus: i soggetti coinvolti.
Con quest'ultimo punto non vado a smantellare un'affermazione standard, quanto piuttosto vado a notare come il fatto che ad essere coinvolte fossero una Ferrari e una McLaren è probabilmente la ragione principale per cui un simile episodio ha fatto la storia più di ogni altro.
Immaginate che anziché essere il 2008 fosse il 2009, quando in lotta per il titolo c'erano Button e Barrichello sulla Brawn GP e Vettel sulla Redbull: sembravano tutti usciti dal nulla, all'occhio del tifoso medio, e probabilmente se fossero arrivati tutti in lotta per il titolo fino all'ultimo gran premio stagionale invece che fino al penultimo, se si fosse verificato un episodio analogo ci sarebbe stata molta meno attenzione.
Essenzialmente una delle ragioni per cui l'ultimo giro di Glock è passato alla storia è che a lottare per il titolo erano piloti/team con una vasta quantità di tifosi e che i flame tra le due tifoserie (molto elevati specie in passato) hanno mantenuto vivo questo ricordo.

mercoledì 12 settembre 2018

Le teorie del kompl8 dei tifosi formato web raggiungono la Formula 3

In questo fine settimana senza Formula 1, di conseguenza con l’impossibilità di inventarsi nuove polemiche a proposito di fatti accaduti in pista nella massima serie (non che fuori dalle piste non sia successo nulla, ma io ho le mie priorità e questo post era già abbozzato almeno in parte ieri sera, quindi vi invito caldamente a fare finta di nulla), c’è chi comunque ha cercato intorno a sé qualcosa che potesse provocare polemiche e la Formula 3 Europea ha incredibilmente fornito uno spunto.
Per chi avesse bisogno di fare mente locale, la Formula 3 Europea è il campionato che il prossimo anno si fonderà con la GP3. Le vetture sono tutte uguali, anche se c’è chi ha i big money e chi non li ha e questo fa sì che ci siano team più performanti e team meno performanti. Tuttavia c’è una grande variabilità nei risultati e non è poi così raro trovare sul podio piloti che in altre occasioni faticano quasi a vedere la top-ten.
Diversamente dalla GP3 che prevede la feature race e la reverse grid per la sprint race, la Formula 3 Europea prevede attualmente (il prossimo anno adotterà il formato GP3, anche se dovrebbero rimanere anche degli appuntamenti indipendenti, non gare di supporto alla F1, per intenderci) tre gare, ciascuna delle quali con la propria qualifica e la propria griglia di partenza. Il punteggio è uguale a quello della Formula 1, per ciascuna delle tre gare.

Al momento sono state disputate ventiquattro gare (otto eventi) e ce ne sono ancora sei (due eventi): il leader della classifica e il pilota che lo segue più da vicino sono separati da appena tre punti in classifica. Esattamente due mesi fa, l’inseguitore era undicesimo in classifica generale a settantasette punti di distacco da colui che al momento sta in testa alla classifica. Negli ultimi due mesi ci sono stati quattro eventi: nei primi tre di questi ha vinto una gara in ciascuno, nell’ultimo finora disputato le ha vinte tutte e tre. Con sei vittorie, è il momento il pilota che ha vinto più gare in questa stagione.
Il pilota che sta in testa alla classifica è Daniel Ticktum. Il suo diretto inseguitore è Mick Schumacher. Nessuno dei due, qualunque sia il risultato finale, avrà difficoltà a trovarsi un volante in un’altra serie. Daniel Ticktum è un pilota junior della Redbull, che se non fosse per la mancanza dei punti necessari per ottenere la superlicenza probabilmente nel giro di pochi mesi avrebbe un posto in Formula 1 al volante di una Toro Rosso. Mick Schumacher è figlio di Michael Schumacher, conosce praticamente chiunque nel mondo del motorsport e si parla di un suo futuro in Formula 2 o nel DTM. Visti i risultati ottenuti in Formula 4 due anni fa e i punti già in suo possesso, se dovesse arrivare secondo in classifica arriverebbe a raggiungere i punti necessari per la superlicenza: di fatto nel 2019 avrebbe i requisiti per potere correre in Formula 1. L’ultimo rumour di oggi è che Helmut Marko avrebbe contattato il suo management per un suo potenziale arrivo in Toro Rosso.

Ticktum ha dei trascorsi non troppo tranquilli. Nel lontano 2015 correva nella Formula 4 britannica e la sua carriera ha rischiato di essere stroncata dalla squalifica di un anno ricevuta dopo un’azione leggermente fuori dagli schemi. Durante le chat nei livestreaming su Youtube si raccontano tanti dettagli, anche se purtroppo non esistono video molto chiari dell’accaduto. Essenzialmente pare che Ticktum sia stato buttato fuori da un altro pilota e che, all’ingresso della safety car, abbia approfittato della neutralizzazione per superare una decina di vetture e andare a speronare il pilota colpevole di averlo buttato fuori. C’è chi dice che altre sei vetture siano uscite di pista a causa della sua azione. Questa è essenzialmente la ragione per cui, fino al 2017, non ha mai disputato un campionato completo. Ha gareggiato in Formula Renault, ha vinto il gran premio di Macao ed è passato nel 2018 alla Formula 3.
Schumacher ha debuttato nel 2015 nella Formula 4 ADAC, si è classificato secondo sia nella F4 ADAC sia nella F4 italiana nel 2016 ed è passato in Formula 3 nel 2017. Nella sua prima stagione ha ottenuto un solo piazzamento sul podio e anche in questo campionato sembrava essere sugli stessi standard. Nel commento al gran premio di Germania di quest’anno, scrivevo testualmente: “c'era anche Mick Schumacher che gironzolava per i box, quell'anno, probabilmente chiedendosi se il gufo che gli era apparso in sogno quella notte gli avesse detto la verità, quando l'aveva informato che, diversamente dallo stesso Mick, Nikita Troitckii sarebbe stato capace di vincere a caso una gara di Formula 3”. Era il 22 luglio. Sei giorni dopo che l’avevo criticato per non avere mai vinto nessuna gara in Formula 3, Schumacher ha ottenuto la sua prima vittoria. Poi sono arrivate le altre e questo weekend ha ottenuto l’hat trick di vittorie.

Secondo un certo numero di appassionati di Formula 3 sarebbe tutto un kompl8: i risultati sarebbero stati stabiliti a tavolino dall’alto per pilotare il campionato e far sì che la vittoria di un pilota dal cognome famoso risollevi le sorti della Formula 3 in vista della fusione con la GP3. C’è chi dice che la Prema, il team per cui gareggia Schumacher, lo stia favorendo spudoratamente nei confronti dei suoi vari compagni di squadra, parte dei quali più performanti di lui nella prima parte della stagione.
Ovviamene, come tutte le teorie del kompl8 motoristiche che si rispettino, ingigantisce a dismisura i dettagli sospetti e non spiega in nessun modo certi paradossi.
Sui dettagli sospetti ci andremo in un secondo momento, partiamo dalle cose che, relativamente alla logica, nessuno si sogna neanche lontanamente di spiegare. Per esempio: in che modo la F3 potrebbe risollevare le proprie sorti? Non è ben chiaro che cosa succederà dalla fusione F3/GP3, quello che è certo è che la cosa era già nell’aria da un anno e che è stato ufficializzato tutto ciò molti mesi fa. La vittoria di un pilota o di un altro non cambierà nulla in proposito, specie alla luce del fatto che il pilota che la vincerà, così come vari di quelli che si classificheranno tra le prime posizioni, passeranno oltre. Inoltre nell’affermare che da due mesi a questa parte Schumacher viene favorito perché ha un cognome famoso c’è un grosso plot-hole: aveva un cognome famoso anche prima di due mesi fa. Perché iniziare a favorirlo così, a caso, senza che nulla fosse cambiato? Visti i risultati che ha ottenuto negli ultimi quattro eventi, se li avesse iniziati ad avere fin da subito sarebbe risalito in classifica molto più velocemente.

Parlando di questioni oggettive, mi soffermerei per un attimo sul team Prema. È stato accusato, anni fa, da Niko Kari, di avere favorito Lance Stroll, affinché potesse vincere il campionato. È vero? Non è vero? Quello che viene preso come un dato di fatto è solo l’affermazione di un pilota che, tecnicamente, potrebbe non corrispondere a una verità assoluta. Potrebbe essere il suo punto di vista oppure potrebbe essere un modo per giustificare le sue performance. Altrove non è che Kari si sia fatto notare così tanto: corre in GP3 senza risultati degni di nota ed è stato escluso già da tempo dalla Redbull Academy di cui faceva parte. Il fatto che lui stesso fosse più lento del compagno di squadra non è da escludere al cento per cento: per quanto Stroll non sia certo il più performante degli attuali piloti di Formula 1, non significa che nelle serie minori non ci siano anche tanti piloti meno performanti di lui. Inoltre i presunti favoritismi derivavano dal fatto che Lawrence Stroll avesse investito tanti big money nella Prema e non mi risulta che Mick Schumacher sia figlio di Lawrence Stroll. Compagni di squadra che si sono lamentati al momento non ne ha, mentre piuttosto i suoi compagni di squadra negli ultimi tempi hanno mostrato performance altalenanti o hanno commesso errori.
In ogni caso Mick Schumacher e Dan Ticktum non sono compagni di squadra, pertanto la Prema non ha nessuna possibilità di influire sui risultati di Ticktum.

Parlando di Mick Schumacher in sé, le considerazioni oggettive che mi sento di fare sono le seguenti:
> i suoi risultati di gara non si sono mai discostati molto dai suoi risultati in qualifica, ma con il passare del tempo ha migliorato molto i suoi risultati in qualifica, ragione per cui se si qualificava nelle retrovie era ragionevole che potesse puntare alle zone basse della top-ten, se si qualifica nelle prime due o tre file le possibilità di andare a podio o di vincere sono molto maggiori;
> non è così raro che nelle serie minori ci siano piloti che, dopo le difficoltà iniziali da rookie, iniziano a migliorare con l’aumentare dell’esperienza, quindi così come è verosimile che un pilota possa adattarsi alla vettura all’inizio della sua seconda stagione, è verosimile che possa accadere anche in altri momenti e a stagione inoltrata;
> a quell’età ci sono piloti che studiano ancora, non so se Mick Schumacher sia uno di questi oppure no, ma non escluderei a priori l’eventualità che nel frattempo abbia o ottenuto un titolo di studio oppure smesso di studiare, o che comunque sia in una situazione in cui può permettersi una maggiore concentrazione sulla sua carriera di pilota (ad esempio Sophia Florsch, che attualmente gareggia in Formula 3, è arrivata a stagione in corso, perché prima intendeva prendere un diploma);
> anche in caso di favoritismi (dati da una vettura superiore alla concorrenza), il pilota dovrebbe comunque fare un buon giro di qualifica e non commettere errori in gara, e mentre è molto probabile che se dai a gente tipo Alonso, Hamilton o Vettel (sentitevi liberi di aggiungere nomi di altri top-driver) una vettura superiore alla concorrenza riescano a fare un buon giro di qualifica e non commettere errori in gara, non è altrettanto probabile che riesca a farlo un pilota di media classifica di un campionato junior;
> in caso di un campionato pilotato dall’alto, di solito i sospetti si concentrano su guasti tecnici che capitano di frequente a uno specifico pilota o a penalità apparentemente ingiuste nei confronti di uno specifico pilota... cose che non sono accadute nell’attuale campionato di Formula 4, dove sia i ritiri per problemi tecnici sia le penalità ai top-driver si contano sulle dita di una mano.

Vorrei spendere inoltre qualche parola sull’utilizzo di uno specifico pilota come veicolo promozionale: all’indomani del Nürburgring, durante cinque minuti liberi al lavoro sono andata a fare un giro su libero.it per vedere che notizie ci fossero in homepage. Ho visto che c’era un link a un post sulla tripletta di vittorie di Mick Schumacher.
È indubbio che Mick Schumacher possa contribuire alla promozione della Formula 3 Europea: gli basta solo esistere per riuscirci. Chiunque altro avesse vinto tre gare in un weekend in Formula 3 non sarebbe finito nell’homepage di libero.it, perché verosimilmente a parte qualche fanatico di motori nessun altro sarebbe al corrente della sua esistenza.
Il punto è che per utilizzare un pilota come veicolo promozionale non serve necessariamente che vinca dei titoli, basta utilizzare il suo cognome o la sua immagine, vedi quella volta che la Formula E organizzò un evento promozionale in cui Nicolas Prost e Bruno Senna (i cui cognomi erano scritti a caratteri cubitali ovunque, presero parte a una gara virtuale) oppure vedi tutti gli anni in cui negli spot della Indycar contenenti i top-driver era inclusa Danica Patrick.
Se lo scopo è quello di ottenere consensi tra il grande pubblico, a mio parere non servirebbe pilotare un campionato per farlo vincere a Mick Schumacher. Sarebbe molto più immediato, e attirerebbe lo stesso numero di click, mandare Mick Schumacher a un evento promozionale in cui fa burnout al volante di un tosaerba.

Conclusione: è abbastanza pazzesco che Schumacher abbia recuperato oltre settanta punti nei confronti di Ticktum, ma anche queste cose possono succedere. Non so quanta influenza possa avere, ma potrebbe esistere la remota possibilità che il non avere quasi mai disputato campionati completi abbia inciso sulla costanza di Ticktum. Allo stesso modo esiste la possibilità, neanche troppo remota, che dopo avere vinto la sua prima gara Schumacher si sia svegliato e che abbia trovato una maggiore motivazione. Inoltre il campionato di Formula 3 è stato caratterizzato quest’anno da una competizione molto equilibrata, senza nessuno dei top-driver che spiccasse particolarmente sugli altri. Alla fine pare qualcuno che sta riuscendo a spiccare sugli altri, almeno per il momento, ci sia. Se fosse stato un altro, forse le teorie del kompl8 si baserebbero su altre scuse...
Perché sì, penso che siano prevalentemente scuse: non abbiamo dati oggettivi per pensare a un complotto, né indizi, se non vaghi e smontabili abbastanza facilmente. Mi sembra piuttosto molto strano che fino a pochi giorni fa nessuno tirasse fuori cose del genere, ma che casualmente siano uscite queste storie non appena il margine di Ticktum in classifica si è ridotto ai minimi storici. Anzi, no, non mi sembra strano per niente. Non mi stupirebbe se quelli che vedono del marcio in quello che sta succedendo fossero tutti tifosi di Ticktum.

lunedì 13 agosto 2018

Teorie del complotto?

Nell'ambito dell'#AskSunshineBlog, ho ricevuto la seguente domanda da parte di Great Saiyaman:
Hai mai creduto in alcune teorie del complotto legate al mondo dei motori (non solo F1, ma anche altre categorie)? Credi ancora ad esse? Se sì, per quali ragioni?

Prima di tutto credo che sia opportuno definire, prima di rispondere, che cosa NON faccio rientrare nelle teorie del complotto: tutti i casi in cui piloti o team negano le loro responsabilità in qualche azione per pararsi il cu*o, come in caso di responsabilità in un incidente, di messa in atto di un ordine di scuderia o di qualche genere di favoritismo nei confronti della prima guida. Questi per me non sono complotti, ma eventi di routine, per me le teorie del complotto sono quelle ad un livello più elevato.
Allo stesso modo non ritengo un complotto il modificare il regolamento da una certa stagione in poi per cercare di avere un maggior numero di team in competizione per il mondiale.

La mia risposta è che, tendenzialmente, tendo a non credere nelle teorie del complotto più comuni, in quanto a mio parere è moooolto più probabile che la versione ufficiale sia quella più credibile e che, in certi casi, l'errore umano sia molto più frequente di quanto si tenda a pensare.
Per intenderci, c'è una tendenza a vedere sabotaggi ogni volta in cui in un top-team c'è un guasto, quando la realtà dei fatti è che è molto più improbabile che non ci siano MAI problemi tecnici, piuttosto che qualche episodio sporadico (e, in caso di certi motori, magari anche più frequente). Allo stesso modo, si urla spesso allo scandalo in caso di penalità, nonostante questa sia spesso lasciata alla valutazione personale dei commissari, che in genere cambiano da gran premio a gran premio.
Oppure, in caso di piloti che saltano un gran premio o due a causa di infortuni, ogni tanto escono teorie del complotto a proposito di "finti" problemi di salute, quando tecnicamente potrebbe bastare qualche indisposizione anche di lieve entità affinché un pilota venga fermato dai medici per motivi precauzionali.
In genere ho la tendenza ad essere abbastanza razionale, quando si tratta di Formula 1 o di altri campionati, quindi tendo a scartare le teorie del complotto che si contrappongono a teorie più sensate. A titolo di esempio, quando Hamilton si accorse in extremis di Raikkonen e di Kubica fermi al semaforo in pitlane e si gettò dalla parte di Raikkonen invece che da quella di Kubica, non sottovaluterei che buona parte della decisione dipendesse dalla necessità di evitare di falciare i quattro commissari che si trovavano dalla stessa parte della vettura di Kubica. Anche ammettendo che il pilota non fosse in buona fede, ho l'impressione che, quando si tratta di prendere una decisione in uno o due secondi, sia più facile dare ascolto all'istinto di conservazione che mettersi a calcolare chi abbia più probabilità di vincere il mondiale (peraltro non è neanche detto che, in una situazione del genere, un pilota abbia la certezza matematica di chi si trova davanti).

Ogni tanto mi è capitato, specie in passato, di credere in qualche teoria del complotto, ma più che altro per sentito dire o perché non ero abbastanza informata in proposito. Ricordo che all'epoca della gomma smarrita di Irvine in molti dicevano che la Ferrari gli aveva fatto perdere il titolo di proposito in quel modo e ci credevo, perché la spiegazione "Irvine è una seconda guida, quindi la Ferrari non vuole che vinca il titolo" mi convinceva. Al giorno d'oggi, con un po' di logica, mi convince molto meno, e quell'episodio in sé mi sembra anche poco determinante sul risultato finale, in quanto non mi risulta che Irvine fosse in una posizione tale da portare a casa chissà quale risultato, quel giorno. Inoltre, prima del GP d'Europa, era già accaduto che a Irvine fosse ceduta la leadership di una gara da Salo, il che non significa esattamente che il team non avesse già dimostrato di fare qualcosa di concreto per vincere il titolo.
Inoltre, guardando le gare con maggiore attenzione, nel corso degli anni mi sono accorta che errori del genere sono meno rari di quanto pensassi all'epoca, anche in situazioni in cui c'è tutto da rimetterci, ovvero in caso di team per cui fare punti è fondamentale per i big money della classifica costruttori. In un momento di particolare concitazione un pitstop può andare male e il fatto che il pilota a cui succede sia visto come "meno importante" può contribuire in parte, ma appunto perché se sbagli quando c'è un pilota "meno importante" corri il rischio di diventare una meme, più che di essere totalmente stroncato.

Pensavo anche che al GP degli Stati Uniti del 2002 il sorpasso di Barrichello su Schumacher sulla linea del traguardo avesse una spiegazione diversa da quella ufficiale, ma la realtà è che pare non esserci una spiegazione ufficiale, il che può lasciare una libera interpretazione su quello che è successo.
Al giorno d'oggi secondo me la cosa più plausibile è che Schumacher abbia confuso la linea prima di quella del traguardo con la linea del traguardo e che poi non l'abbia detto esplicitamente per non fare una figura di m*rda, oppure che fosse effettivamente un tentativo, tanto ormai il mondiale era già stato assegnato, di chiudere la gara con il minore gap possibile tra primo e secondo classificato. In ogni caso, se anche in realtà Schumacher e Barrichello avessero pianificato di proposito, prima della gara e all'insaputa del team, di giocarsi la vittoria all'ultima curva così, per sfizio, e poi abbiano negato di averlo fatto, non la considererei una cosa così "grave" da meritarsi teorie del complotto in proposito... anzi, in un contesto in cui, anche a titolo già assegnato, Barrichello non poteva lottare alla pari con Schumacher quando Schumacher era davanti perché doveva fare la figura del co***one e Schumacher non poteva lottare alla pari con Barrichello quando Barrichello era davanti perché altrimenti sarebbe sembrato un "sopruso", ma dovevano starsene buoni uno dietro all'altro sempre e comunque (quando peraltro dubito che avrebbero fatto dei danni), probabilmente la troverei una cosa stupenda, dato che avendo visto situazioni a mio parere più intriganti la mia unica deduzione è che, se fossero stati liberi di lottare alla pari almeno dopo l'assegnazione del titolo, probabilmente avremmo visto gare più interessanti (probabilmente la situazione sarebbe andata a favore più di MSC di quanto già non sia andata nella realtà, ma in ogni caso nulla toglie che potessimo toglierci lo sfizio di vedere duelli duraturi per la prima posizione senza dovere attendere il GP del Bahrein 2014).

Infine un'ultima teoria del complotto che come idea mi è sempre sembrata stimolante e da un certo punto di vista anche plausibile (ma non per questo la ritengo vera, per motivi che spiegherò presto) è che la McLaren abbia perso di proposito il titolo nel 2007, perché costretta a farlo oppure per evitare polemiche ulteriori dovute alla spy-story: in fin dei conti la teoria del complotto secondo cui la McLaren non sia stata squalificata per il bene dello spettacolo ma che le sia stato impedito di lottare per il titolo nel vero senso del termine ha sempre stuzzicato la mia immaginazione ancora prima che scoprissi che c'era davvero chi proponeva questa teoria del complotto.
Questa teoria spiegherebbe la debacle nelle ultime gare stagionali, tuttavia il modo in cui la McLaren ha buttato punti al vento negli ultimi gran premi della stagione non mi sembrano compatibili con il volere perdere il titolo di proposito. Non ritengo possibile in nessuna misura che l'incidente di Alonso in Giappone sia avvenuto di proposito, ritengo molto improbabile che quanto successo a Hamilton in Cina fosse qualcosa di diverso dal volere tentare di vincere a tutti i costi anche la gara oltre che il titolo, mentre il problema al cambio di Hamilton in Brasile... in una stagione in cui non ci sono MAI stati problemi tecnici, mi sembra verosimile che una volta succeda. Se un problema analogo fosse capitato qualche gran premio prima, nessuno ci avrebbe nemmeno dato peso. Darei molto più peso a questa spiegazione se per tre gare di seguito ci fossero stati problemi tecnici, invece che incidenti in due gare e un problema tecnico nell'ultima.
Inoltre l'assegnazione del titolo è stata dovuta anche a fattori sui quali nessuno dei contendenti al titolo aveva influenza diretta, ovvero il risultato di altri piloti che, in quelle occasioni, si sono trovati momentaneamente in posizioni di rilievo. Se Webber e Vettel non avessero avuto l'incidente del GP del Giappone, Raikkonen sarebbe stato a malapena in lotta per il mondiale dopo quello stesso gran premio. Se la gang del "carburante irregolare" in Brasile avesse combinato casini, mentre si sorpassavano a vicenda, e uno o due di loro fossero finiti fuori gioco, Hamilton avrebbe vinto il mondiale. Se si voleva simulare un problema tecnico per impedirgli di vincere, tanto valeva un problema che lo mettesse direttamente out.
In sintesi, potrei credere che la McLaren abbia, più o meno volutamente, buttato alle ortiche un mondiale già vinto, e forse sotto sotto un po' ci credo ancora, ma dal punto di vista razionale, la versione dei fatti ufficiale, ovvero che hanno commesso degli errori irreparabili quando era troppo tardi per commettere errori, sia decisamente più plausibile.

In generale ho l'impressione che una delle ragioni per cui esistono le teorie del complotto sul motorsport (che curiosamente sembrano esistere solo per le serie motoristiche più mainstream come la Formula 1) sia che quando non accettiamo un risultato tendiamo a farci molti più film mentali di quando non lo accettiamo (guarda caso, ci sono molte più teorie del complotto basate su vittorie falsate o su mondiali falsati che su altre cose, come ad esempio fallimenti di squadra di basso livello), come dimostra il fatto che, al di fuori dell'Italia, una delle teorie del complotto che va per la maggiore è che sia stato concesso alla Williams di utilizzare in un gran premio su una delle sue vetture qualche tipo di filtro magico (gomme o carburante molto più performanti che quelli utilizzati da tutte le altre vetture) che avrebbe fatto sì che la vittoria fosse assicurata. Le ragioni per cui ciò sarebbe stato fatto sono, secondo questa teoria del complotto, da cercare tra le seguenti:
1) obbligo da parte del presidente del Venezuela di far vincere un gran premio a Maldonado;
2) festeggiamento del settantesimo compleanno di Frank Williams;
3) strategia di marketing per attirare l'attenzione sulla Formula 1 suscitando clamore mediatico.
Al di là del fatto che la teoria del filtro magico che assicura la vittoria fa acqua da tutte le parti (anche per le circostanze in cui la vittoria è avvenuta, peraltro), anche le spiegazioni proposte mi sembrano una più folle dell'altra. La prima: che ruolo aveva il presidente del Venezuela nella Formula 1? nessuno, che io sappia, né si è mai parlato di organizzare un gran premio in Venezuela. La seconda: a parte che è la cosa più ridicola che abbia mai letto, il compleanno di Frank Williams è avvenuto due gran premi prima. La terza: se fosse vera, cioè se fosse vero che ci fosse un "filtro magico" per far vincere una gara a scelta a uno dei piloti Williams a caso per suscitare clamore mediatico, non vedo per quale motivo far vincere a Maldonado il GP di Spagna. Bastava aspettare due settimane e usare il filtro magico per far vincere a Bruno Senna il GP di Montecarlo. Quella è una cosa che, dal punto di vista del marketing, avrebbe generato clamore mediatico, invece di generare delle meme.
In sintesi: in genere non credo nelle teorie del complotto sul motorsport perché, anche quando ci sono alcune argomentazioni convincenti, tendono ad esserci molti plot-hole dal punto di vista della logica.
 

sabato 13 maggio 2017

We can be heroes just for one day (and they can be plot theorists everyday)

Era da qualche tempo, ormai, che pianificavo di occuparmi approfonditamente di questo argomento, e che occasione c'è se non l'attesa del GP di Spagna, dato che andremo a riepilogare avvenimenti accaduti in gran parte proprio in quella località?
Rimbalzato agli onori di cronaca in tempi più recenti in quanto sede della prima (e finora unica) vittoria in carriera di Verstappino, arrivata completamente a sorpresa alla sua prima gara in Redbull, il circuito di Catalunya (altresì noto come Montmelò), vanta una curiosa statistica: nelle ultime dieci edizioni, tra il 2007 e il 2016, ci sono stati ben dieci vincitori diversi. Se dovesse vincere Bottas o Ricciardo (o Stroll, dato che la Williams è la quarta forza del mondiale... - avanti, sorridete, era una battuta, non c'è bisogno di scuotere la testa con aria perplessa) saliremmo addirittura a undici, ma non è di questo che mi preme parlare. In realtà nove dei dieci vincitori delle ultime dieci edizioni sono riusciti a portare a casa la vittoria senza che nessuno avesse nulla da ridire, a parte le canoniche osservazioni relative a vittorie ottenute "al volante della miglior macchina" (perché si sa che tutti ci aspettiamo sempre che i gran premi vengano vinti dalle Sauber e dalle Force India di turno, chiaramente) o "per cu*o e non per merito rendendo il mondiale falsato" (quando la miglior macchina non è rossa, questa motivazione è spesso direttamente correlata alla precedente). Uno dei dieci piloti che hanno vinto il GP di Spagna, però, non hanno avuto questo onore, soprattutto all'estero, perché diciamo le cose come stanno: in Italia dà molto più fastidio una vittoria della Redbull o della Mercedes, piuttosto che quella di uno che viene visto come il primo che passa per la strada. Per quanto ci siano persone convinte che Maldonado sia il Malehhhh Assolutohhhh in quanto ha deprivato Alonso di una vittoria che gli spettava su un piatto d'argento e che avrebbe potuto essere necessaria a fine stagione per la classifica, la maggior parte di queste persone sono convinte che il mondiale non sia stato vinto per colpa di Massa o di Domenicali, quindi anche Pastorone è destinato a passare in secondo piano. Sarei pronta a scommettere che ci siano persone che non si ricordano nemmeno più della vittoria di Maldonado al GP di Spagna del 2012.
Per qualche strana ragione, il fanbase British non la pensa così. In generale, comunque, il fanbase British ha dato molta più attenzione agli incidentihhhh di Maldonado di quanto non gliene abbia dato quello italiano. Dopotutto non ha mai speronato una Ferrari, quindi perché mai qualcuno avrebbe dovuto preoccuparsi seriamente di lui? E poi, dettaglio a suo favore, conosceva l'italiano abbastanza bene per trolleggiare nelle interviste e si sa che chi trolleggia nelle interviste, più che un Malehhhh Assolutohhhh, al massimo è visto come un male necessario, uno che quando dice qualcosa fa ridere e, quando è in pista o quando non dice niente, non è rilevante.
Le teorie del complotto sul mondiale 2012 a suo tempo sono arrivate anche qua, ma si sono esaurite quando il primo pilota a conquistare la seconda vittoria stagionale indossava provvidenzialmente una tuta rossa. Nei fanbase British, invece, c'è tuttora chi afferma che nel 2012 c'era qualche genere di complotto e che la vittoria di Maldonado è stata parte del complotto stesso, se non addirittura l'unico complotto di quell'anno.
Ci sono una serie di teorie su cui i sostenitori di questa ipotesi si basano e il mio obiettivo è quello di vedere fino a che punto tali teorie abbiano fondamento. Fermo restando che di solito non credo ai complotti (specie alla luce del fatto che in più di un caso la giustificazione che ho ricevuto dai complottisti era che "molto probabilmente c'è un complotto, perché non ci sono prove per affermare che non c'è) e che sono pochi i casi in cui ho pensato che almeno una parte di quanto affermato dai complottisti potesse essere fondata (specifichiamo, per "teorie del complotto" ritengo la vere teorie del complotto, non i fatti palesi: se venite ad affermare che 'Fernando is faster than you' era un ordine di scuderia non la conto come teoria del complotto, è una palese verità, così come non ritengo teoria del complotto quando questo o quell'altro pilota afferma di non avere responsabilità in un incidente da lui palesemente innescato), quelli relativi al 2012 e al GP di Spagna in particolare non rientrano neanche minimamente nella mia già ristretta lista di teorie del complotto da non stroncare a priori. Tuttavia non credo che le osservazioni che andrò a fare siano di parte. Cercherò di essere il più possibile neutrale nel ribattere alle teorie più popolari.

In generale le giustificazioni utilizzate da chi sostiene che nel 2012 c'era un complotto, tira fuori a sostegno della propria ipotesi:
- un numero troppo elevato di vincitori, di cui sette in sette gran premi consecutivi;
- gap più elevati del normale tra compagni di squadra.

Partiamo dai troppi vincitori e partiamo con un'osservazione: in realtà non è che nel 2003 e nel 2008 i vincitori siano stati di meno. Ogni tanto, a quanto pare, capita quella stagione in cui ci sono sette o otto vincitori, quindi il 2012 di per sé, non è un'anomalia da questo punto di vista. Il fatto che i primi sette gran premi siano stati vinti da sette diversi piloti e che addirittura i primi cinque siano stati vinti da diversi team è un caso più unico che raro, ma più che indicatore di un complotto è casomai indicatore del fatto che quell'anno, nella prima parte della stagione, non c'era una supremazia netta. In realtà non trovo particolarmente sorprendente che questo si sia verificato solo nella prima parte della stagione, quando evidentemente solo in un secondo momento i valori si sono delineati.
C'è chi si spinge più in là affermando che ci sia stata anche una ragione alla base di tale ipotetico complotto, ovvero quello di rendere la Formula 1 "interessante" per una più vasta fetta di pubblico. Oserei dire che non sarebbe stata la migliore scelta di marketing possibile. Il pubblico sembra molto più affezionato, forse anche troppo, alla situazione "duello tra il team A e il team B", specificamente in cui i team A e B hanno nomi storici e uno dei due ha vetture rosse. Se quello con le vetture rosse ne esce vincente, è ancora meglio.

La questione dei gap tra compagni di squadra, a mio parere è una pura invenzione di chi vuole affermare qualcosa a tutti i costi. Calcolando la percentuale di punti ottenuta dal pilota peggio classificato di ciascun team rispetto al compagno di squadra esce quanto segue: Hamilton/Button: 98.95%, Perez/Kobayashi: 90.91%, Hulkenberg/Di Resta: 73.02%, Maldonado/Senna: 68.89%, Vettel/Webber: 63.70%, Vergne/Ricciardo: 62.50%, Rosberg/Schumacher: 52.69%, Raikkonen/Grosjean: 46.38%, Alonso/Massa: 43.88%.
Più che vedere gap particolarmente elevati tra compagni di squadra mi sembra di vedere situazioni alquanto equilibrate. Il caso Raikkonen/Grosjean è uno dei due che saltano maggiormente all'occhio, ma la reputazione di Grosjean in quell'anno e il fatto che sia stato coinvolto in otto(?) incidenti al primo giro sembrerebbero spiegare meglio un gap abbastanza elevato. L'unico altro caso in cui un pilota ha fatto meno della metà dei punti del compagno di squadra è il aso Alonso/Massa, ma la proporzione del 2012 non è significativamente diversa dalla proporzione delle altre stagioni... e peraltro si tratta di un gap decisamente meno elevato di quello che si è avuto tra la "coppia" successiva di piloti: nel 2014 Raikkonen ha realizzato solo il 34.16%% dei punti di Alonso.
Per i gap eccessivi tra compagni di squadra rimango del parere che, per chi vuole vedere un ufo a tutti i costi, anche la luna può sembrare un ufo.

Oltre alle congetture più generiche, ci sono anche quelle relative al caso specifico Maldonado, di cui una estensione di quella precedente:
- il gap tra lui e Bruno Senna era spesso molto elevato in qualifica, ma non nella classifica finale, considerando che uno dei due ha anche vinto un gran premio e l'altro ha come miglior risultato un sesto posto, il che suggerisce che sia accaduto qualcosa di poco chiaro...

A questo proposito a me pare decisamente tutto molto chiaro, altro che vedere qualcosa di poco chiaro!
Invece di ipotizzare che sulla vettura di Maldonado fossero usati carburanti irregolari, sarebbe forse più immediato pensare che, almeno nella maggior parte dei casi, Maldonado fosse più veloce di Senna, che tra parentesi è plausibile che fosse almeno in parte svantaggiato dal fatto di disputare quasi sempre una sessione di prove libere in meno del compagno di squadra (in FP1 girava quasi sempre Bottas, che all'epoca era terzo pilota della Williams).
Il motivo per cui in classifica Senna non era altrettanto indietro rispetto a Maldonado, a fine stagione, ma alla luce del fatto che Maldonado aveva portato a casa i 25 punti della vittoria il suo risultato in classifica è stato tutto sommato quantomeno di livello accettabile rispecchia quello che succedeva in pista. Sebbene nessuno dei due piloti fosse particolarmente tranquillo, Maldonado era decisamente meno tranquillo di Senna. In pista spesso Maldonado aveva quel qualcosa in più che lo portava ad arrivare più in alto, peccato che spesso, quando stava più in alto, gettasse il risultato alle ortiche con maggiore frequenza di quanto il suo compagno di squadra gettava alle ortiche quel punto o due che riusciva a conquistare di tanto in tanto.
Scomodare carburanti irregolari mi sembra abbastanza campato in aria, se devo essere sincera, oltre che uscito completamente dal nulla.

Abbiamo già appurato l'esistenza di una corrente di appassionati convinti dell'esistenza di un complotto nel corso del campionato 2012, finalizzato apparentemente a rendere la Formula 1 "più interessante", ma non più interessante per il tifoso mainstream, che avrebbe di gran lunga preferito un duello per il campionato Ferrari vs McLaren o Ferrari vs Mercedes (meglio Ferrari vs McLaren, per avere lo scontro Alonso vs Hamilton in memoria dei vecchi - neanche troppo, all'epoca - tempi) invece di una situazione che volgeva verso lo scontro Ferrari vs Redbull, con la Redbull destinata a ritrovarsi in vantaggio nelle fasi conclusive del campionato.
Al di là delle argomentazioni generiche, c'è un'altra categoria, che spesso finisce per fare comunella con quella precedente. Infatti anche chi non è convinto dell'esistenza di un complotto relativo a TUTTA la stagione 2012 e non ha nulla da ridire sul fatto che gente tipo Rosberg o Raikkonen abbiano vinto una gara o che Schumacher abbia ottenuto il miglior tempo in una Q3, ma che, mentre non ha nessun problema per gli altri piloti, ne ha molti ad accettare l'idea che Maldonado abbia vinto un gran premio. C'è chi ci vede qualcosa di poco chiaro e in particolare c'è anche chi suggerisce che Maldonado abbia effettivamente disputato quel weekend utilizzando un carburante diverso che consentiva una velocità molto maggiore rispetto a quella standard e che per questa ragione abbia vinto.
Ciò sarebbe avvenuto perché:
- per aumentare la popolarità bisognava avere un vincitore diverso e, dopo che la legge del caso aveva voluto che accadesse per quattro gran premi di seguito, è stato squalificato Hamilton dopo le qualifiche per far partire Maldonado dalla pole e farlo vincere, in modo da avere un quinto vincitore (questa teoria spesso non dice niente su eventuali carburanti illegali);
- era il settantesimo compleanno di Frank Williams e la FIA gli ha fatto un regalo di compleanno (questa sì, a meno che non sia una variante della precedente e ipotizzi che sia stato sufficiente retrocedere Hamilton in fondo alla griglia per far vincere Maldonado, ovvero che almeno il secondo tempo in qualifica fosse autentico);
- Hugo Chavez ha imposto al mondo della F1 di far vincere Maldonado (questa teoria è una variante della precedente, quindi anche in questo caso di solito viene scomodato il carburante illegale, a meno che non si ipotizzi che sia bastata soltanto la squalifica di Hamilton).

Partiamo un attimo dalla teoria più semplice, ovvero quella che Maldonado abbia ottenuto il secondo tempo in qualifica in maniera autentica e che Hamilton sia stato squalificato sulla base del fatto che, partendo dalla pole, Maldonado avesse effettivamente delle chance di vittoria, visto che Montmelò non è una pista che favorisce eccessivamente i sorpassi.
Lo scopo doveva essere avere un quinto vincitore in cinque gran premi... e i primi quattro erano stati vinti da Button, Alonso, Rosberg e Vettel. Se si desiderava avere un quinto vincitore, invece che squalificare Hamilton nel tentativo di far vincere Maldonado, forse sarebbe stato più affidabile lasciare Hamilton in pole. Credo che chiunque avrebbe dato più credito all'ipotesi che Hamilton vincesse dalla pole, piuttosto che vincesse Maldonado dalla pole. Un complotto del genere avrebbe significato complicarsi la vita, specie alla luce del fatto che la vittoria di Maldonado è stata possibile anche a causa della gestione delle tempistiche del pitstop effettuato a metà gara da Alonso, che era andato in testa alla partenza.
Sul carburante irregolare ci tornerò dopo, ora vorrei soffermarmi un attimo su Hugo Chavez, che dubito potesse dettare legge in Formula: non vedo da dove possa essere uscita fuori questa teoria, che va a braccetto con quella secondo cui l'intervento di Putin avrebbe impedito che Kvyat fosse radiato dalla F1 per avere speronato Vettel, con l'aggravante che era il GP di Spagna, non il GP del Venezuela.
Poi sì, era il compleanno di Frank Williams, quindi facciamogli vincere la gara!!!11!! *Sounds legit* Peccato che Frank Williams sia nato il 16 Aprile e che il gran premio avvenuto in concomitanza (quasi) del suo compleanno sia stato quello della Cina, nel quale non ricordo di avere visto le Williams così in forma, anzi...

Si sa che per sostenere che c'è stato un complotto bisogna anche fornire qualcosa che può somigliare a una prova.
In particolare ce ne sono due, una più lampante e una più arrampicata sugli specchi.
Se la Williams fosse stata una vettura che poteva puntare, anche solo una volta, alla vittoria, sarebbe stato legittimo aspettarsi di trovarla sul podio in altre occasioni. E poi c'è stato l'incendio...

Partiamo dalla questione podio: è vero, la Williams è stata l'unica squadra, nel 2012, ad avere vinto una gara senza avere mai ottenuto nessun altro piazzamento sul podio. Non è comunque vero affermare che non si sia mai ritrovata in posizione di riuscirci: è piuttosto verosimile che, se Maldonado non si fosse lasciato prendere dalla foga nel suo tentativo di sorpasso su Hamilton, al GP d'Europa, l'avremmo ritrovato sul gradino più basso del podio, dato che stava effettuando un sorpasso per la terza posizione nelle fasi conclusive della gara e sembrava essere più veloce delle altre vetture ormai in crisi con le gomme. Peraltro, vogliamo citare la questione gomme? Vogliamo citare il fatto che una Williams o una Sauber potevano essere sporadicamente più veloci di una Ferrari o di una Redbull, se le gomme si trovavano in una condizione migliore? Tornando in topic, inoltre, anche ad Singapore Maldonado avrebbe potuto lottare per il podio, se la sua vettura non fosse stata fermata anzitempo da un problema tecnico. Non vale inoltre come potenziale podio, ma non bisogna sottovalutare che in alcune occasioni entrambi i piloti Williams, nelle zone basse della top-ten, si sono tenuti dietro anche per tratti di gara consistenti, vetture sicuramente più vincenti e più performanti. In conclusione sembrerebbe che la Williams sia riuscita a vincere un gran premio perché era difficile trovarla davanti, ma se era davanti non era così immediato che fosse superata dalle altre vetture, visto il gap abbastanza ridotto tra i vari team e il fatto che le posizioni in pista rispecchiassero non solo le performance della vettura quando era al top, ma che fossero molto influenti in tal senso anche le condizioni delle gomme.
Aggiungerei anche che tutto il mondo è paese e che a formulare teorie del complotto è anche chi la domenica va al centro commerciale e legge il risultato della gara sul televideo, facendosi le proprie idee o chi è niubbo al punto tale da non avere la più pallida idea che i valori in pista nel 2012 non fossero tali e quali a quelli del 2016 o del 2017. Ho trovato addirittura persone che giustificavano l'esistenza di un complotto viste le varie vittorie ottenute dalla McLaren e il fatto che la Mercedes avesse vinto solo una gara. *facepalm*

Le cronache di quel giorno narrano che nel box della Williams sia scoppiato un incendio, dovuto all'esplosione del kers sulla vettura di Bruno Senna, rimasto apparentemente danneggiato in un incidente in gara.
C'è chi dice che l'incendio sia stato provocato volontariamente, per attirare l'attenzione dopo la vittoria e darle maggiore popolarità, il che comunque non proverebbe l'esistenza di un complotto. C'è invece chi dice che quella fosse in realtà la vettura di Maldonado e che l'incendio sia stato creato ad arte per eliminare le tracce del carburante illegale. Peccato che chi vince un gran premio parcheggi al parc fermé, chi si ritira durante la gara no. Anche prendendo per accettabile l'idea che in Williams siano tutti dei piromani e che abbiano studiato a tavolino l'incendio scoppiato nel corso del pomeriggio, - e io NON la considero accettabile - è inverosimile credere a quest'ultima storiella.

Infine vorrei chiudere con una considerazione. In caso di complotto, non far vincere una gara a chi è nella posizione di vincerla potrebbe essere fattibile, ma far vincere una gara a chi non è nella posizione per vincerla è indubbiamente più complicato.
Credo fermamente che se quel giorno Pastor Maldonado ha vinto il GP di Spagna sia per una lunga serie di circostanze favorevoli e per la sua capacità di far fruttare quelle circostanze favorevoli a suo vantaggio.
Se proprio volete vedere dei complotti da qualche parte, il mio suggerimento è quello di scomodare la solita Mercedes invece di prendervela con chi ha vinto una sola volta!

mercoledì 18 gennaio 2017

Il decalogo delle teorie del complotto

Carissimi mass dumper, è arrivato il momento di dedicare un po' di spazio ad un altro decalogo, che mi è stato ispirato dall'essere finita, mentre cercavo altro, su un post di reddit a proposito di teorie del complotto. Ho quindi deciso di stilare una lista delle teorie del complotto motoristiche più pittoresche di questo secolo, provengano esse da quel post o da altre fonti da me consultate in passato.
Non dirò da che parte mi schiero (okay, sì, secondo me sono tutte ca**ate con un buon 90% di probabilità) né spaccerò per teorie del complotto fatti che non lo sono (per esempio è palese a tutti che "Fernando is faster than you" era un ordine di scuderia, quindi ciò che è palese non è degno di essere considerato teoria del complotto) o che sono supportati da indizi, ma soltanto teorie da giornale da bar o da fandom.

Numero 10: le minacce di Jos The Boss
Non c'è mai un attimo di pace per Jos Verstappen, accusato a più riprese di avere costretto, non si sa come, la Redbull a mandare via Kvyat a calci per ingaggiare Verstappino al posto suo. In tutto ciò pare che, fino a quel momento, la Redbull non avesse mai messo gli occhi addosso a Versappino, naturalmente, ma sarebbero impalliditi dietro alle minacce di Jos e avrebbero provveduto a promuoverne il figlio.

Numero 9: il sabotaggio di MSC
Quando stava in Ferrari a fare il "Button 2018" della situazione, Michael Schumacher avrebbe volontariamente sabotato il team su incarico della Mercedes. Sarebbe questa la ragione per cui nel 2009 la Ferrari si è dovuta accontentare di un quarto posto nella classifica costruttori, invece di avere un ruolo dominante.

Numero 8: le gomme di Glock
Il sorpasso di Hamilton su Glock all'ultima curva del gran premio del Brasile 2008 sarebbe stato anzitempo pianificato, così come, per forza di cose, verosimilmente l'acquazzone scoppiato in quel momento e il calo di prestazioni repentino delle gomme da asciutto. In cambio Glock sarebbe stato aiutato a farsi strada nel mondo della Formula 1.

Numero 7: Petrov is faster than you
Su incarico della Redbull, Petrov avrebbe volutamente ostacolato Alonso ad Abu Dhabi 2010 (evidentemente c'è qualche regola secondo cui i piloti dei top-team devono essere lasciati passare sempre e comunque) per far vincere il mondiale a Vettel. E' curioso come nessuno faccia mai caso al fatto che davanti a Petrov c'erano anche altri due piloti (che tra parentesi, anche in Brasile 2007 si erano ritrovati in una posizione a dir poco pittoresca).

Numero 6: l'ultimo anno di Vettel in Redbull
Visto l'imminente passaggio in Ferrari, Vettel avrebbe deliberatamente deluso le aspettative nel corso della sua ultima stagione in Redbull nel tentativo di avvantaggiare la Ferrari nei confronti della Redbull stessa.

Numero 5: il mondiale 2014
Per evitare l'insorgere di teorie del complotto qualora Hamilton non fosse riuscito a completare la gara per qualsiasi ragione, la Mercedes sarebbe corsa ai ripari provocando volontariamente il problema tecnico sulla vettura di Rosberg. Per evitare l'insorgere di teorie del complotto, dicevamo...

Numero 4: la Lotus contro Alonso
Non si sa perché, la Lotus avrebbe volontariamente provocato il ritiro di Alonso in due occasioni, con Grosjean a Spa e con Raikkonen a Suzuka, per impedirgli di vincere il mondiale 2012.

Numero 3: il mondiale 2007
C'è chi vede nelle ultime gare stagionali del 2007 la prova che alla McLaren, come penalità per la spy story, sia stata inflitta quella di non potere vincere il titolo piloti. Al fine di mantenere comunque acceso il mondiale e di non perdere credibilità, il team sarebbe stato obbligato a darsi la zappa sui piedi da solo. Da lì l'incidente di Alonso in Giappone, Hamilton impantanato in Cina e i problemi tecnici di Hamilton in Brasile (problemi che, secondo chi sostiene questa teoria, sarebbero accaduti anche ad Alonso se si fosse trovato in posizione vincente).

Numero 2: l'incidente nella pitlane
Poco importa che fosse neanche metà stagione e che in lotta per il titolo ci fossero anche altri piloti, poco importa che Hamilton stesso ci abbia guadagnato un ritiro e una penalità da scontare al gran premio successivo, in Canada nel 2008 avrebbe fatto apposta a travolgere Raikkonen al semaforo in modo da impedire all'allora campione del mondo in carica di vincere o di conquistare punti.

Numero 1: la vittoria di Maldonado
Incredibile ma vero, uno degli episodi che in questo secolo ha fatto sorgere il maggior numero di teorie del complotto è stato proprio quello che più di ogni altro aveva tutte le carte in regola per sembrare un episodio insignificante. Non riguarda campionati, non riguarda posizioni in classifica, ma semplicemente il fatto che, con una vettura di medio livello, Pastorone abbia conquistato una vittoria in uno dei periodi in cui, in confronto a prima e a dopo, esistevano concrete chance di potere competere, trovandosi nel posto giusto al momento giusto, per una occasionale vittoria anche non guidando per un top team. Pare essere proprio questa situazione, però, a dare spazio alle congetture: i sette vincitori diversi in sette gran premi (con Maldonado eravamo a cinque) sarebbero stati necessari allo scopo o di battere il record o di fare pubblicità alla Formula 1, e la vittoria di Maldonado sarebbe stata possibile grazie a qualche irregolarità che rendesse la vettura molto più perfomante. Le prove sarebbero state distrutte con l'incendio nel dopogara o, in altri alternate universe, l'incidente sarebbe servito soltanto ad attirare l'attenzione.


martedì 18 dicembre 2012

21/12/2012: numerologia motoristica sulla fine del mondo


Il 21 dicembre 2012 si avvicina e alle 11.11 ora di Greenwich, quindi le 12.11 per noi, finirà il tredicesimo ciclo del calendario Maya. Secondo fonti attendibili, come "Voyager" e "Mistero", il mondo finirà. Dal momento che Gianfranco Mazzoni non ha mai detto nulla in proposito, però, esiste la possibilità consistente di poter vedere l’alba del 22 dicembre.

Ma analizzando i numeri, 21-12-2012, abbiamo forse modo di capire di quale morte dovremo morire e che cosa fare per scampare alla fine che si abbatterà sul nostro pianeta, oltre che di capire per quale ragione i complottisti riescano ad abbinare a qualunque fatto dei significati legati alla numerologia. Vale sempre la regola che se alzi gli occhi al cielo e vuoi vedere un ufo a tutti i costi, anche la luna piena ti può sembrare un ufo.

Partiamo dal numero 21 cercando di scoprire che cosa si nasconde dietro queste due inquietanti cifre.
Innanzi tutto partiamo da un semplice calcolo: 1+2 = 3, il numero dei titoli vinti da Sebastian Vettel. Ma l’1 e il 2 sono anche, rispettivamente, il numero di titoli vinti da Raikkonen e da Alonso. Con un po’ di attenzione si può notare che questi tre piloti, nel mondiale 2012, si sono classificati nelle prime tre posizioni.

Ancora più inquietante è il fatto che il 21 è anche il numero di gara che aveva Bruno Senna nel 2010 e che stava scritto sul cappellino blu che ha portato per tutta la stagione, che veniva a suo tempo tagliuzzato in ogni capitolo delle fanfic su Chandy che scrivevo all’epoca.
In HRT Senna era il compagno di squadra proprio di Chandhok, i due sono stati compagni di squadra anche precedentemente in GP2 e che numeri avevano quell’anno? Senna aveva il 2, Chandhok aveva l’1. Si torna a 21.
21 inoltre è anche il numero degli anni di vita che si stima che una persona normale (qualora ci fosse qualche persona normale che ora sta leggendo) nello scoprire che il nome "Bruno" in portoghese brasiliano viene pronunciato "Brunu".
Quindi, se Vettel, Alonso e Raikkonen non dovessero essere i responsabili della fine del mondo, la responsabilità cadrebbe su Senna e Chandhok. Da notare infatti come proprio nel 2012 la HRT, team per cui sono stati compagni di squadra nel 2010, stagione del loro debutto, sia fallita.
Come se non bastasse Bruno Senna è nato a Sao Paulo, città d’origine della nonna di Barrichello e del Gufo di Interlagos.

Una coincidenza maggiormente inquietante è inoltre che nel 1995 era Pedro Diniz a portare il numero 21 sulla Forti e che anche Diniz è originario di Sao Paulo.
Quindi anche Diniz è un concittadino sia del Gufo di Interlagos, sia della nonna di Barrichello.
A rendere ulteriormente più inquietante Pedro Diniz è che il suo casco era ispirato a quello di Carlos Pace. A Carlos Pace è dedicato il circuito di Interlagos, luogo di residenza del Gufo di Interlagos nonché nell’estrema prossimità della casa della nonna di Barrichello, dove Rubens ha trascorso la sua prima infanzia nel corso della quale si arrampicava sui muretti del circuito ["Grande Mazzoni!" CIT. ing. Bruno, GP del Brasile 2011].

Veniamo al numero 12. Anch’esso è costituito da 1+2 = 3 e per questo valgono tutte le considerazioni precedentemente narrate.
Il 12, però, ha ulteriori implicazioni: è infatti il numero storico della Lotus negli anni ‘80-’90 e il numero che la Lotus portava fino al 1994, quando ha chiuso i battenti a fine stagione.
Il fallimento della Lotus, correlato al numero 12, è indicativo della fine, ma come se non bastasse nel 1995 il numero 12 si trovava sulla Simtek, che è fallita dopo pochi mesi. Quindi il numero 12 è collegato a due fallimenti molto vicini l’uno all’altro!

Non solo: il numero 12 è anche il numero che Nicolas Hulkenberg portava in questa stagione, che si è rivelato nefasto quando Nico si è ritrovato in testa a un gran premio e, dopo aver sfiorato la vittoria o il podio, ha chiuso soltanto in quinta posizione. E’ inutile dire che si trattava del gran premio del Brasile a Interlagos!

Il dodicesimo gran premio stagionale inoltre è stato quello del Belgio, dove la partenza è stata apocalittica. Questo è un ulteriore segnale che la fine è vicina. Quindi il prossimo 21 dicembre siate molto cauti nell’uscire di casa: potreste incontrare Grosjean.
Inoltre se vi ritrovaste a un attraversamento pedonale a un semaforo fate di nuovo attenzione: qualcuno, magari qualcuno che parla con un forte accento venezuelano, potrebbe partire col semaforo ancora rosso e falciarvi.
A proposito: come se non bastasse Grosjean per rendere l’apocalisse imminente, nella collisione in partenza furono coinvolti anche Maldonado e Perez, che si toccarono l’uno con l’altro, anche questo dettaglio dovrebbe farvi accapponare la pelle.

Torniamo sul 1+2 = 3. Notiamo che il 3 era anche il numero che portava Felipe Massa nel 2009, e si torna sempre a Sao Paulo, città d’origine non solo di Massa, ma anche del Gufo di Interlagos e della nonna di Barrichello.
Inoltre nel 2009 il dodicesimo gran premio stagionale fu quello del Belgio, ultima apparizione in Formula 1 di Luca Badoer, il pilota che ha fatto più gare senza prendere neanche un punto.
Una nota curiosa è che Badoer aveva debuttato nel 1993 alla Lola, i cui numeri erano 21 e 22. Dal momento che Badoer aveva il numero 22 e che i risultati sono stati condizionati dalla sfiga all’inverosimile, questo è un indicatore di malaugurio: non vedremo l’alba del 22 dicembre, a meno che Hamilton e Button non intervengano in nostro aiuto, dato che entrambi hanno vinto il mondiale con il numero 22 (a Interlagos). Ma sono troppo impegnati a unfollowarsi su Twitter, specie ora che non sono più compagni di squadra, per intervenire in nostro aiuto!

12 è inoltre il numero dei team che ci sono stati in questa stagione, e che a causa del fallimento della HRT si sono ritrovati ad essere solo 11. Questo riporta alle fantomatiche 11.11 (ora di Greenwich), ma ne riparleremo più avanti.

Veniamo al 2012. In questa stagione ben otto piloti hanno ottenuto almeno una vittoria stagionale, e 8 è anche il numero che dovrebbe portare Hamilton nella prossima stagione. E’ inoltre il numero che ha portato Rosberg quest’anno in Mercedes, rifiutato da Michael Schumacher perché sosteneva che i numeri pari gli portano sfortuna, avendo debuttato con il numero 32 ed essendosi ritirato in quella gara. Fortunatamente dopo ha avuto solo numeri pari, non come lo sfortunato Taki Inoue, che ha debuttato a sua volta col 32 (sulla Simtek sponsorizzata dalla Korean Air e di conseguenza collegata a Psy e a "Gangnam Style"), ma che ha portato solo numeri pari nel 1995 non potendo mostrare a pieno le proprie potenzialità.
Quindi l’8 in quanto numero pari è numero del malaugurio, e il Gufo è ritenuto da taluni l’uccello del malaugurio.
Inoltre sommando 3+5 = 8, e 35 è il numero che portava Perry McCarthy sull’Andrea Moda, quindi collegato a Top Gear, a The Stig quello originale, ma soprattutto al fatto di non essersi qualificato nemmeno una volta in tutta la sua carriera. Il suo compagno di squadra Roberto Moreno (brasiliano... ma sfortunatamente ai fini di questa analisi non di Sao Paulo), invece, ci riuscì in un’occasione (Montecarlo 1992), ma si ritirò al 12° giro, che richiama il mese di dicembre e il 2012.

Il 2012 è stato inoltre l’ultimo anno della HRT, e sommando tutte le cifre si ottiene 2+0+1+2 = 5, nonché numero che portava Fernando Alonso. Dal momento che Alonso ha perso il mondiale all’ultima gara a Interlagos, questo è un altro segnale inquietante di una fine imminente.
5 è inoltre il numero massimo di titoli vinti consecutivamente da Michael Schumacher e costituisce un record. Quando ha vinto quei cinque titoli il suo compagno di squadra era Rubens Barrichello, conterraneo del Gufo di Interlagos nonché cresciuto tra i muretti di tale circuito.
Torniamo in Brasile e in particolare a Sao Paulo: nel 2008 al gran premio di Silverstone, Massa fece ben 5 testacoda.
Il 5 è anche strettamente collegato ai numeri di gara di Taki Inoue:
- alla Simtek portava il numero 32, dove 3+2 = 5;
- alla Footwork portava il numero 10, che è il doppio di 5.

Analizziamo inoltre i numeri 21 e 12 nella loro scomposizione in fattori, alla ricerca di altre inquietanti coincidenze.

21 = 3x7, si nota come il 3 e il 7 siano i numeri di titoli mondiali vinti rispettivamente da Sebastian Vettel e Michael Schumacher, che hanno in comune il fatto di essere gli unici piloti tedeschi ad essere diventati campioni del mondo nella storia della Formula 1.

12 = 2x6, si nota come il 2 e il 6 siano numeri portati da Felipe Massa in diversi momenti della sua carriera, e si ricorda che Massa è nato a Sao Paulo e quindi è concittadino del Gufo di Interlagos.

12 = anche 3x4, e il 3 e il 4 sono i numeri che portavano Massa e Raikkonen in Ferrari nel 2009 loro ultima stagione da compagni di squadra, così come quelli che portavano Schumacher e Barrichello nel 2000 prima stagione da compagni di squadra; e qui c’è da dire che anche Barrichello è di Sao Paulo.

21/12 = 21+12 = 33, che è il numero di Paul Belmondo quando era alla Pacific nel 1994. Dato che per tutta la stagione Belmondo è stato abbonato all’ultima posizione ed è riuscito a qualificarsi soltanto due volte perché c’erano meno vetture di quelle che avrebbero dovuto esserci, è evidente come il numero 33 sia un numero di malaugurio. Un segnale inquietante è al suo primo appuntamento con il numero 33, nel gran premio del Brasile, a Interlagos quindi patria del Gufo, su due sessioni di qualifiche, Belmondo non fu nemmeno in grado di far cronometrare un tempo.

2+1 + 1+2 = 6, torniamo al numero che aveva Massa in questa stagione, quindi torniamo in Brasile, patria del Gufo di Interlagos.

2+1 + 1+2 + 1+2 = 9, il numero di Kimi Raikkonen in questa stagione, nonché numero che porterà nella prossima stagione.

Inoltre si può notare che 2+1, 1+2, 1+2, presi uno per uno danno 3, 3, 3, che letto tutto di seguito potrebbe essere 333.
333 è l’esatta metà del numero 666, il cosiddetto numero della Bestia. In dialetto bolognese si usa indicare i bovini con un termine che tradotto significa "le bestie", quindi indicando i bovini il numero della Bestia può indicare la Redbull, che peraltro ha vinto gli ultimi tre mondiali.
Sì, ma 333 è la metà di 666. Appunto: metà della Redbull, che implicherebbe che soltanto metà della Redbull è vincente. Infatti tra Vettel e Webber soltanto Vettel lo è.

2+1 + 1+2 + 2+0+1+2 = 11, che peraltro corrisponde all’orario delle 11.11 ora di Greenwich in cui il mondo dovrebbe finire.
11 è il numero che portava Paul Di Resta in questa stagione, e Paul Di Resta essendo nato in Scozia è nato in un luogo in cui il fuso orario in uso è quello di Greenwich.
Di Resta inoltre è nato il 16 aprile, e quindi festeggia il compleanno lo stesso giorno di Christian Albers, colui che sperimentò l’arte di volare nei cieli imolesi dopo un incontro ravvicinato del terzo tipo con Yuji Ide, uno dei tre giapponesi che hanno guidato per la Super Aguri (e qui ritorniamo al numero 3).

11 è inoltre il numero storico della Lotus degli anni ‘80-’90, nonché numero che aveva la Lotus fino al 1994, anno in cui ha chiuso i battenti.
Nel 1995 il numero 11 lo portava la Simtek, e quindi era il numero che portava Schiattarella quando a Montecarlo si esibì nei suoi molteplici testacoda ripetuti, in una performance che tentava di imitare Ricardo Rosset (che neanche a dirlo è nato a Sao Paulo).
È anche il numero che avrebbe dovuto portare Hideki Noda se la Simtek non fosse fallita, dal momento che doveva disputare la seconda parte della stagione al posto di Schiattarella.
Noda non ha più gareggiato da allora ed è rimasto fermo a un totale di 3 gran premi disputati (con la Larrousse prima che fallisse – tanto per stare in tema di fallimenti, che preannunciano un imminente fine della nostra galassia... infatti come si può vivere in un mondo dove non ci sono la Larrousse e la Simtek?), e con questo si torna alle statistiche sul numero 3.
Inoltre il fatto che la Simtek fosse sponsorizzata dalla Korean Air è un legame indiretto con la Corea, luogo in cui nella sua prima edizione del 2010 (sono state disputate in totale 3 edizioni, e si torna al numero 3), Massa che arrivò terzo (e si torna al numero 3), inciampò sui gradini che conducevano al podio.

Nel 1996 il numero 11 ce l’aveva Barrichello alla Jordan, e quindi torniamo nuovamente in Brasile. Abbiamo anche a che fare, seppure molto alla lontana e arrampicandoci sugli specchi, con l’India, in quanto alla Jordan nel 2005 ha debuttato Karthikeyan, dove ha ottenuto il miglior risultato in carriera a Indianapolis, gara che fu vinta da Schumacher. Quando Schumacher ha vinto il gran premio di Indy in cui Karthikeyan arrivò quarto, erano passati circa 11 anni dal suo primo titolo.

Il numero 11 è ugualmente inquietante in quanto in occasione dell’undicesima vittoria della Benetton, che avvenne a Montecarlo nel 1994, Michael Schumacher ottenne il suo primo grand chelem.
Inoltre l’11 luglio di cinque anni dopo (che si ricollega al 2+0+1+2 = 5) inoltre si fratturò una gamba in un incidente al gran premio di Silverstone, sullo stesso circuito in cui Massa fece cinque testacoda diversi anni più tardi. E anche qui torniamo in Brasile.
Nel 1999, anno dell’incidente in cui Schumacher si ruppe la gamba, vinse il titolo Hakkinen, che aveva debuttato alla Lotus con il numero 11.

Ma l’orario è 11.11, ovvero 11+11 ovvero 22. Qui ci colleghiamo a Hamilton e Button che hanno vinto il mondiale, entrambi in Brasile e battendo piloti brasiliani, con il numero 22. I due sono entrambi inglesi e nati in un luogo in cui si usa il fuso orario di Greenwich.

E non è tutto. Il Brasile e il numero 11 hanno un ulteriore inquietante collegamento, indicatore del fatto che l’apocalisse è imminente:
- Massa ha vinto un totale di 11 gran premi;
- Barrichello ha vinto un totale di 11 gran premi;
- 11 e 11, i gran premi vinti da Massa e da Barrichello, danno il risultato 11.11, orario della fine del mondo.
Ma non è tutto nemmeno questo: dov’è avvenuta l’11^ vittoria di Massa? A Interlagos! Di Barrichello ovviamente non si può dire lo stesso, dato che a Interlagos è sempre stato affetto da una sfiga cosmica, dato che finalmente soltanto nel 2004 è riuscito a vedere la luce del podio. Era la 12^ volta che gareggiava su quel circuito, il che si collega al mese di dicembre e all’anno 2012.

Qual è l’inquietante conclusione di questa approfondita analisi? Come avrete notato, tutto sembra ruotare intorno al Brasile. Sembra quindi evidente che per convincersi dell’imminente fine sia necessario avere fumato quintali di erba brasiliana! Visti i soggetti che sono già stati menzionati è necessario però unirla a erba indiana, erba messico-venezuelana, litri di vodka finlandese e birra tedesca. Una volta unito il tutto, si può tranquillamente ballare la samba suonata dalle cornamuse, omaggio di Di Resta.

A questo punto vi sarete convinti che la fine del mondo è solo una leggenda metropolitana... ma attenzione! Negli ultimi gran premi stagionali Massa aveva la tendenza ad andare più veloce di Alonso. E se questo fosse un VERO segnale di una fine imminente?


Sì, lo so, vi state chiedendo "ma Milù Sunshine è tornata solo per queste cazzate?"