giovedì 31 dicembre 2015

Bilancio motoristico di fine anno

Quest'anno sta finendo ed è tempo di spendere due parole su come l'ho vissuto. Non dico su come l'ho vissuto personalmente... ma anche, tutto sommato. Diciamo che, dal punto di vista personale, sono capitate delle cose negative, ma almeno qualcosa di positivo c'è. Tanto per chiarirci, da nove mesi a questa parte ho un nuovo lavoro, dopo essere stata a casa per più di due mesi, e credo che questo lavoro sia una delle cose più belle che mi sono capitate nella mia vita. Questo a parte, non credo che nel corso dell'anno solare 2015 siano capitate tante altre cose che un giorno mi sentirò di ricordare come positive, ma a parte pochi episodi nemmeno tante cose davvero negative. Parlando in termini economici, credo di avere chiuso il 2015 in pareggio, dal punto di vista personale.

...Almeno dal punto di vista personale.
Motoristicamente parlando, quest'anno l'ho vissuto male, anzi, molto male. Sapevo che sarebbe stato così, non potevo aspettarmi nulla di diverso. E' questa, credo, la ragione per cui alla fine di dicembre 2014 mi sono diretta su tumblr e ho deciso di tornare su quel sito. Non è una decisione che rimpiango, ma solo perché: 1) ho trovato una persona con cui spettegolare di tutte le cose strane che capitano, 2) ci sono bellissime immagini e edit di immagini e si possono rebloggare.
Ho deciso di tornare su quel sito perché era l'unico luogo in cui ero certa di trovare persone che condividessero fino in fondo il mio stato d'animo. Ho ottenuto più di ciò che speravo: ho trovato perfino gente che si struggeva per le sorti dei piccoli team. Poi sì, va beh, ho trovato anche una gran cafona che accusava testualmente il fandom della Formula 1 di perdere il proprio tempo a parlare di un team fallito con un pilota in punto di morte e un pilota incapace e lì ho iniziato a capire che aria tirasse.
Poi sì, va beh, c'è indignazione su qualsiasi cosa, con gente che si offende ogni qualvolta un uomo commenta l'aspetto esteriore di una donna (applicato alla vita reale, credo che molta gente su quel sito sia in grado di insultare pesantemente chiunque si rivolga a loro facendo un commento gentile nei loro confronti) e non solo, che ritiene che un uomo della F1 che commenta l'aspetto esteriore di una donna sia qualcosa di cui sia fondamentale parlare per almeno sei mesi, bollandolo l'evento come la cosa principale che accade nel motorsport.
Ho visto gente insultarsi perché la Jordà era riserva (tra virgolette belle grosse), ho visto gente insultarsi per i commenti di Evans (che se ogni tanto collegasse il cervello e la tastiera dello smartphone farebbe anche bene, ma da qui ad arrivare a insultarsi), ho visto gente insultarsi per i tweet in inglese di Merhi (uno che twittando in inglese si esprime più o meno con la stessa fluenza con cui io potrei twittare in portoghese, con la sola differenza che i portoghesi e i brasiliani non hanno la presunzione che chiunque nel mondo si esprima bene come loro nella loro lingua natale, cosa che invece diversi English native speaker, specie quelli ubicati più a occidente dell'Europa, non riescono ad accettare) e ne sono stata addirittura coinvolta, ho visto gente insultarsi per il cappellino di Hamilton e, per concludere l'opera, ho visto gente insinuare che altri si stessero insultando a proposito dei pay driver, quando in realtà la cosa non stava affatto accadendo. Poi va beh, Haryanto fa già parlare di sé senza ancora avere avuto una concreta chance di diventare il prossimo Alex Rossi, questo lo prendo come un dato di fatto e mi metto il cuore in pace, sforzandomi di credere che la ragione per cui la gente di tumblr ce l'ha con lui sia davvero il fatto che ha meno talento dei loro idoli e non che i loro idoli sono esteticamente più attraenti (eh sì, in un ambiente che parla tanto di pari opportunità, l'unico asiatico che si filano è un certo indiano... ma non per lui in sé, no, per carità, solo perché ovunque andasse è quasi sempre stato compagno di squadra del latinloverhhh brasilianohhh con le lentigginihhh che ogni tanto fa il telecronista su SkyUK e come tale è un latinloverhhh brasilianohhh con le lentigginihhh onorario).
Conclusione: oggi su tumblr ci sto molto meno che una volta, ci entro magari una volta al giorno, ma non mi sognerei mai di passarci una serata, anche quando non ho niente di meglio da fare.

Il 2015 l'ho vissuto male, proprio come mi aspettavo. In certi momenti mi sono divertita, come quando ci fu il duello epico tra i Marussia Boys in Bahrein. In certi momenti ho davvero visto la luce, come quando il mio inconscio ha deciso di rivelarmi che Montoya era sempre stato il mio "precious baby". No, aspetta, non esageriamo. Credo che tutto sia iniziato lo scorso marzo, dopo qualcosa come mhm... quattordici anni di odio profondo che era lentamente sfumato in lieve antipatia. Poi, così, all'improvviso, mi sono accorta che in realtà, invece di continuare a detestarlo, stavo iniziando a simpatizzare per lui. Mi sono chiesta il perché piuttosto a lungo, per poi realizzare che non serve un perché. Nel corso della vita si cambia idea, di tanto in tanto. E poi dai, ogni tanto bisogna simpatizzare anche per i villains!
La luce l'ho vista il 24 Maggio. L'ho vista il giorno in cui ha realizzato quelle che ho scoperto essere le mie speranze. L'ho vista il giorno in cui ho capito che se lui è tornato dov'era una volta ed è riuscito ad essere sugli stessi livelli, chiunque di noi ha qualche speranza. Da qualche parte, in qualche luogo fisico o metaforico, c'è il nostro posto, quello in cui possiamo dare il meglio di noi stessi, e non importa quanto tempo ci vorrà, ce la faremo a trovarlo, anche se ce ne siamo allontanati volontariamente.
No, non preoccupatevi, non scriverò mai un trattato intitolato "Filosofia da quattro soldi applicata alla Indycar".

Poi maggio è finito e, a poco a poco, è arrivata la metà di luglio. Non nutrivo più molte speranze, ma sentirmi dire chiaro e tondo che le speranze erano finite una volta per tutte è stato un brutto colpo. La sera del giorno in cui è stata annunciata la morte di Bianchi, Chilton ha ottenuto la prima (e unica, almeno finora) vittoria in Indylights. L'ho visto come un segno del destino, anche se tendenzialmente non credo nel destino. Le mie convinzioni sul destino, comunque, hanno seriamente rischiato di andare in frantumi al via del gran premio successivo, in cui tempo un battito di ciglia e le Ferrari erano prima e seconda. Peccato che una delle due si sia persa per strada come una McLaren Honda qualsiasi, ma non si può avere tutto dalla vita.
Perdere un pilota per cui simpatizzavo, il pilota di maggiore successo della storia del mio team preferito, è stata dura. E' stata ancora più dura quando, meno di 40 giorni più tardi, ho perso un altro dei piloti per cui simpatizzavo. Ironia della sorte, come in un commento a un GP del 2012 avevo scritto che speravo di vedere Bianchi in F1, in un tweet dell'inverno 2014/15 avevo scritto che speravo di rivedere Wilson in Indycar. Non scriverò mai più cose del genere, né in una sede né nell'altra. Non spererò mai più che un certo pilota vada in una certa serie. Ormai ne ho avuto abbastanza.
Dopo la morte di Wilson, mi sono rivista tutto ciò che mi mancava della IRL/CART dell'epoca della scissione. Non sopportavo che quella del 2015 fosse l'ultima stagione che avevo visto. Non so dire se mi abbia fatto bene o no, ma quantomeno ho scoperto tante cose interessanti che a suo tempo ho riassunto in vari post.

I campionati sono finiti senza che mi importasse nulla dei vincitori. Non sono sicura che un giorno tornerà a importarmi dei vincitori. La mia mentalità è cambiata tantissimo, negli ultimi tempi, al punto che le persone con cui parlavo di motori anni fa potrebbero non riconoscere il mio punto di vista.

Non mi aspetto niente per il 2016.
Conto solo sulla speranza che non somigli neanche da lontano al 2015 e che il bilancio non si chiuda in rosso (dove per rosso intendo a debito, per usare la metafora economica: per quanto mi riguarda la Ferrari può anche dominare la F1 e il team Ganassi la Indycar, non lo vedrei come un grosso problema).

mercoledì 30 dicembre 2015

Keep calm and watch the Real & Only Indycar!

Curiosità e osservazioni random sulla Indycar post-riunificazione: 2012, 2013, 2014 e 2015

Ho iniziato a guardare la Indycar nel 2012. Ho iniziato a guardarla perché dopo diciannove anni di assuefazione da Barrichello temevo di andare in crisi di astinenza se non fossi riuscita a guardare un campionato a cui prendeva parte. Insomma, non sarà stata la motivazione migliore per iniziare a seguire la Indycar (senza nulla togliere a Barrichello, anzi ero io che toglievo qualcosa alla Indycar non prendendola in considerazione prima), però sono felice di averlo fatto. All’epoca in cui ero una niubba della Indycar non si contano le cose strane che ho osservato. Giusto per dare un esempio del livello a cui mi sono spinta è un post della vigilia della prima gara stagionale, in cui sul mio blog sostenevo che avrei cercato di vedermi la gara per via della presenza di Barrichello e che la pole position l’aveva ottenuta “un certo Will Power che non ho idea di chi sia”. Okay, prima o poi avrò un incubo in cui Power mi guarda con aria da trollface e mi dice: “Sono un detersivo, proprio come Dixon”... Sarebbe veramente una scena da horror: nella realtà certe cose non accadrebbero mai e vedere Power con aria da trollface invece che col dito medio alzato significa che Power è posseduto dallo spirito di qualche trollone!
La cosa di cui mi vergogno maggiormente, però, è stato leggere “Grand Prix of St. Petersburg” e avere come primo pensiero “ah, la Indycar corre in Russia?”... È terribile, lo so!
Ho iniziato a guardare la Indycar a tratti, tra connessioni che saltavano, gare che mi perdevo perché convertire le ore non è esattamente il mio forte, orari scomodi e inconsapevolezza che fosse facilissimo reperire le gare su youtube e vedersele di lì a poco. Quando ho scoperto quest’ultimo dettaglio mi si è aperto un modo e mi sono messa in pari. Dal 2013 in poi sono sempre stata in pari.

> Un finale alla “Oh my Taku banzai”
Confessione random: il “piccolo samurai giapponese” era un mio idolo dal lontano 2005, ma l’avevo perso di vista dopo la sua uscita di scena dalla Formula 1. Ritrovarmelo in Indycar è stato spettacolare e nel giro di poco tempo è arrivato a surclassare Barrichello nella mia personale classifica di preferenze.
Vederlo in lotta per la vittoria a Indianapolis è stato spettacolare. Sarebbe stato spettacolare anche vederlo in victory lane, credo. Però in victory lane c’era Franchitti con Ashley Judds al seguito e sembravano ancora una coppia affiatata, nonostante si siano lasciati soltanto pochi mesi più tardi. Sato purtroppo era affiatato soltanto con i muri, al momento.
Non è stata la sola presenza di Sato a rendere quell’edizione della 500 miglia memorabile, bisogna anche citare che:
- ha partecipato anche Jean Alesi, qualificandosi in ultima posizione e venendo blackflaggato dopo pochi giri perché la sua vettura era troppo lenta (i motori Lotus, triste sorte in cui Alesi era accomunato con Simona De Silvestro);
- ha partecipato anche Michel Jourdain Jr (pilota di cui ho già abbondantemente parlato nelle puntate precedenti) senza essere notato per nessun motivo particolare;
- alla veneranda età di 40 anni Rubens Barrichello è stato proclamato “rookie of the year” di Indianapolis, salendo al secondo(!!!!) posto dei rookie of the year più vecchi (Lynn St. James nel 1992 di anni doveva averne 45, se non sbaglio).

> La presunta ossessione della Indycar per il numero 37
A Edmonton nel 2012 Charlie Kimball venne penalizzato per un sorpasso irregolare con un “drive through” post gara di 37 secondi. Me ne stupii al punto tale da scriverlo nel mio commento.
Negli anni a venire ho maturato la convinzione che il 37 sia in qualche modo il simbolo della Indycar: le gare iniziano a orari strani, tipo le 14.37 o le 20.37 o cose del genere.

> Conway Street
Il momento clou del 2012 credo che sia avvenuto sul circuito cittadino di Baltimora, dove un’inquadratura successiva a un incidente mostrò Mike Conway in una posizione singolare: stava con l’ala anteriore puntata contro una barriera e con la parte posteriore della vettura in bilico sull’ala posteriore dell’auto di Justin Wilson.
La cosa di per sé sarebbe passata inosservata, se non fossero stati inquadrati i cartelli della viabilità cittadina di Baltimora e non fosse stato notato, tra l’ilarità generale, che il nome di quella via era “Conway Street”.

> Katherine Legge in top-10
Dopo l’abbandono di Danica Patrick destinazione NASCAR e l’impossibilità di Milka Duno e Pippa Mann di accaparrarsi un volante per la stagione, le uniche due donzelle rimaste in pista erano Katherine Legge e Simona De Silvestro (sì, c’ è stata anche Ana Beatriz, ma solo all’inizio della stagione), quest’ultima che dato il motore che si ritrovava avrebbe probabilmente pagato qualunque cifra per fare cambio con una McLaren Honda del 2015, questo giusto per far capire come fosse messa al momento.
La vincitrice dello scontro è stata quindi la Legge, che all’ultima gara stagionale a Fontana ha conquistato anche una top-ten.
Katherine: “Yaaaaayyyyy! Ho vinto io! Il mondo è mio! Andretti è mioooooo!”
Simona: “Eh, no, te lo scordi! Marco appartiene a me!”
Marco: “Milka, aiutami tuuuuuuuuu!”
Katherine: “Milka non c’è più, rassegnati.”
Marco: “Va beh, mi troverò un’altra pseudo-mamma...”
Simona: “Fermalo, Katherine, sta correndo verso il box del team Fisher...”
Tornando a Fontana... gara curiosa, quella di Fontana: era stato in testa anche Alex Tagliani, per alcuni giri, prima di perdere un paio di posizioni e poi rompere il motore. Credo che in quel momento Alex avrebbe preferito di gran lunga giocare a briscola. Che sia quella la ragione del pizzetto simil-Liuzzi?

> It’s Taku-Bitch, the king of Long Beach!
Il momento che aspettavo da tanto tempo è arrivato il 21 Aprile 2013: Takuma Sato ha vinto una gara e io quella gara peraltro me la sono persa per scelta personale, perché volevo rivedermi sulla Rai il gran premio che già avevo visto in streaming quel pomeriggio. Ho acceso il computer soltanto quando la gara era ormai finita, vedendomi gli ultimi giri e assistendo alla cavalcata trionfale del piccolo Taku. Ovviamente la gara l’ho recuperata il giorno dopo e me la sono guardata con immensa gioia.
Torniamo alla questione del “piccolo Taku” e alla filosofia del “it’s little, it’s hot” che tanto va di moda quando si tratta di Sam Bird o Will Stevens (passi il primo che ha posato nudo con un casco davanti alle parti intime, ma nel secondo non ci trovo proprio nulla). Ecco, io mi batterò sempre per la parificazione tra i piloti bassi. Se Stevens è un figo, anche Sato deve essere classificato come tale. La sua biografia ufficiale lo vuole alto 1,62 ed è riuscito nell’eroica impresa di vincere una gara in cui secondo e terzo finirono Rahal (statura: 1,88) e Wilson (statura: 1,93). Nelle foto del podio (sul quale si era portato una bandiera del Giappone), nonostante fosse sul gradino più alto sembrava ancora più piccolo di quando è di fianco a piloti di statura un po’ più standard (non che sia mai stato sul gradino più alto del podio altre volte per fare confronti, ma questi sono dettagli).
C’è di più: Sato andò vicino a vincere anche la gara successiva, in Brasile (dove tutti i brasiliani presenti ebbero una sfiga cosmica, simil-Barrichello a Interlagos), se non che fu costretto ad arrendersi all’ultima curva a Hinchcliffe, con grande gioia delle fangirl che seguivo su twitter all’epoca che evidentemente non erano affascinate da Sato tanto quanto lo erano da Hinchcliffe. Una scrisse addirittura che l’unica ragione per cui si ricordava Sato era che aveva gareggiato in Formula 1 ottenendo gli stessi risultati di Ide. Per cortesia, qualcuno spieghi a questa gente che prima di andare a scrivere su twitter è meglio farsi una cultura e che quantomeno non avere mai sentito nominare Power prima di vedere la Indycar e credere che la Indycar gareggi in Russia non sminuisce i risultati di nessuno.

> Una Indy 500 dal risultato epico!
Quella del 2013 è stata la prima Indy 500 che ho seguito in diretta, collegandomi peraltro un’ora prima della partenza.
Conoscevo già le tradizioni della domenica, ma un conto è vederle a posteriori e un conto è vederle in diretta. Poi sì, ho notato che gli americani sono strani, ma quello lo noto ogni singolo giorno e ormai non ci faccio più caso.
Ovviamente nel corso di quell’ora abbondante si sono viste anche varie interviste registrate per l’occasione di cui una dei Brazilian Bros ha raggiunto il top dei top, in cui veniva raccontata la famosa storiella della loro infanzia che ci era già stata propinata in tutte le salse e ripercorsa la loro carriera, con tanto di vari minuti spesi a parlare di quella volta che avevano litigato via stampa per una manovra da “you have to leave the space” qualcosa come sei o sette anni prima.
Tutta l’attenzione catalizzata su Kanaan deve avergli portato bene, dato che finalmente, al dodicesimo(?) tentativo è riuscito a vincerla!
Per scommessa con Barrichello, dopo la vittoria si è tinto i capelli di biondo (capelli, poi... trovarli sulla testa di Kanaan è come trovare un ago in un pagliaio), mentre Barrichello se li è rasati (nel senso, si è tagliato un po’ il ciuffo copri-stempiatura e nei selfie su twitter diceva di essersi rasato).

> Il trofeo di Bourdais!
Correva l’anno 2013 e il nostro caro Sebbiiii veniva costantemente preso per i fondelli dai telecronisti (curiosità: uno dei telecronisti USA era nientemeno che il suo grande “amico” Paul Tracy... che ci fosse una proporzionalità diretta tra questo e il fatto che veniva preso per i fondelli in telecronaca? XD) perché da quando era tornato in Indycar dopo la parentesi in Toro Rosso non si stava più ripetendo, ottenendo risultati di gran lunga inferiori rispetto all’epoca della Champ Car. Non solo non vinceva, ma non finiva neanche più sul podio...
Poi è arrivato il suo giorno di gloria. Era uno di quei weekend con doppia gara in cui c’era partenza da fermi e successivo “aborted start” perché qualcuno combinava casini o qualche vettura decideva di smettere di funzionare al momento meno opportuno. In un’altra simile occasione, qualche mese prima, Sebbiiii si era messo in mostra ballando la samba e vedendosi lanciare addosso un paio di guanti da un calmissimo (citazione necessaria) Will Power.
Comunque al momento più opportuno Sebastien si è classificato secondo, salendo sul podio e prendendo finalmente in mano un trofeo... era di vetro, un pezzo si è staccato e si è fracassato a terra. Il giorno dopo in gara 2 è arrivato terzo. Stavolta non ha rotto il trofeo. Negli anni successivi è anche riuscito a vincere.

> Il ritorno dell’uomo che sussurrava ai tombini
Perso nella dimensione parallela della Formula 1 e della NASCAR, Juan Pablo Montoya era stato lontano dalle “American open wheels series” fin dal lontano 2000, in cui peraltro aveva trionfato alla 500 miglia di Indianapolis alla sua (finora) unica partecipazione.
La cosa più pittoresca del suo ritorno (oltre ad avere preso parte, nel 2014, a una Indy 500 in cui c’era in pista anche Jacques Villeneuve) è stata un’intervista pre-stagionale che ho visto su youtube. In realtà tutti i piloti più quotati erano intervistati, e veniva chiesto a ciascuno chi riteneva fossero gli avversari più difficili da battere per il titolo.
L’intervista di Montoya si è trasformata in un nanosecondo in un festino brasiliano, quando Montoya è stato raggiunto dal compagno di squadra Castroneves e i due si sono messi a parlare del fatto che Power (altro loro compagno di squadra, tra parentesi) non capisce mai le loro battute, cosa che non mi pare c’entrasse molto con l’intervista.
Per concludere in bellezza è arrivato Kanaan a photobomberare l’intervista, raccontando senza una ragione ben precisa che sua moglie sostiene che Montoya è un uomo attraente e che lui non lo trova altrettanto attraente. Poi, non si sa bene come, Kanaan e Montoya sono finiti a parlare delle dimensioni del naso di Kanaan.

> It’s Pippa, it’s Pink!
A partire dal 2014(?) la vettura di Pippa Mann è rosa, non è chiaro se per via del suo sponsor o per permettere a Marco Andretti di sfuggirle.
Marco: “Basta, Autrice! Perché mi vuoi appioppare tutte le mie colleghe?”
Pippa: “Perché sei il nostro sex symbol preferito, my love.”
Marco: “Okay, corro a nascondermi... il che è esattamente quello che faccio in ogni gara.”

> Incredibile ma vero, Power ha vinto il titolo!
Pluricampione della specialità olimpica dello sventolamento in aria del dito medio, Will Power ha sempre avuto una pecca: essere in grado di trovarsi in testa alla classifica sempre, tranne che nel momento in cui contava. Dopo avere passato gli anni a perdere titoli all’ultima gara a vantaggio di Franchitti, Hunter-Reay e Dixon (in occasione della sfida con quest’ultimo mi è capitato di leggere quel glorioso articolo che ha fatto la storia, in cui si notava che Power e Dixon sembrano nomi di detersivi), poteva puntare a diventare il Fernando Alonso della Indycar.
...Invece no, alla fine del 2014 ha conquistato finalmente il tanto ambito titolo, battendo Castroneves all’ultima gara.
Bonus: Castroneves era stato in testa alla classifica per gran parte della stagione, finendo il campionato in stile Power.
Doppio bonus: nonostante abbia perso il titolo, Castroneves ha continuato a fare il trollone, anche proprio nelle occasioni in cui si è giocato la possibilità di vincere il titolo.

> I rumors su Alexander Rossi
Guess what? Alex Rossi ha impresso il proprio nome anche nella storia della Indycar nell’off-season 2014/2015, in cui foto, rumors e articoli vari lo linkavano al team Coyne.
Ovviamente la cosa non è andata a buon fine e, al posto che avrebbe dovuto occupare lui, abbiamo visto a seconda delle occasioni il nostro connazionale Francesco Dracone e l’ex tester della Marussia Rodolfo Gonzalez.

> Un finale alla “Oh my Monty manholes’ breaker!”
La Indy 500 è una gara che sa essere lunga ed estenuante, ma allo stesso tempo maledettamente intrigante. L’edizione del 2015, iniziata peraltro con un incidente tra Takuma Sato e Sage Karam e proseguita con dei tweet in cui quest’ultimo e suo padre (Karam Sr., avrei scoperto in una successiva telecronaca, è l’ex fisioterapista di Michael Andretti) criticavano l’accaduto, è stata una di quelle che credo di avere vissuto più al cardiopalma di tutte le altre.
L’ha vinta Montoya.
L’ha vinta dopo che all’inizio era precipitato in qualcosa come trentesima(?) posizione.
L’ha vinta a quindici anni di distanza dalla vittoria del 2000.
Non è scoppiato a piangere dopo la vittoria, ma non si può avere tutto dalla vita.
Bonus: nel corso della stagione Montoya è stato protagonista anche di altre eroiche imprese, tipo perdere il titolo per un punto, ma soprattutto essere protagonista di un epico siparietto (in una delle gare che avevano preceduto Indianapolis) in cui alla fine della gara si improvvisava intervistatore e intervistava il compagno di squadra Castroneves.

> Due incidenti tra compagni di squadra in cinque minuti contati
A Detroit, pochi giorni dopo Indianapolis, sia il team Ganassi sia il team Penske si sono fatti notare, a cinque minuti di distanza, con due diversi incidenti tra compagni di squadra: Kimball vs Dixon per il team Ganassi, Power e Castroneves per il team Penske.
Sì, lo so, quando avete letto Penske avevate pensato male, ma per una volta Montoya non c’entra nulla... per una volta.

> Il momento clou del quadriennio
Nel periodo 2012/2015 ci sono stati vari momenti memorabili, ma credo che uno li abbia superati tutti, seppure sia stato irrilevante, dovuto al susseguirsi dei pit-stop e totalmente ininfluente sul risultato finale. Però merita, assolutamente, e merita di non essere dimenticato.
Toronto, 2015. Sulla pista in cui nel 2006 in Champ Car Paul Tracy aveva schivato dei piccioni che per qualche oscura ragione ritenevano sicuro starsene nel bel mezzo dell’asfalto durante un gran premio e in cui nel 2014 in Indycar la safety car era finita in testacoda in una gara bagnata, è accaduto un fatto che dovrebbe entrare negli annali della Indycar.
Ad un tratto abbiamo letto “LEADER: GONZALEZ”. Poi va beh, era su una strategia diversa, è rientrato più tardi ed è arrivato tra gli ultimi, ma intanto è stato in testa a una gara di Indycar.

> Il momento clou del quadriennio andato irreparabilmente perduto
Trigger warning: questo paragrafo contiene menzioni di Paul Tracy, soggettone di cui ho parlato a lungo in post passati.
Avevamo lasciato Paul Tracy a fare il telecronista... e lo fa tuttora.
Per puro caso, qualche tempo fa, ho trovato un articolo risalente allo scorso mese di luglio che lo riguarda, contenente uno scoop epico: dopo circa dieci anni, ha fatto pace con Bourdais.
Nello stesso articolo era citato un siparietto in cui erano entrambi protagonisti, trasmesso dopo una sessione di prove libere.
Su youtube pare non esserci nulla di tutto ciò, il che significa che con tutta probabilità non vedremo mai questo servizio. Ciò non mi aggrada.


Pubblicato anche su F1GC.

martedì 29 dicembre 2015

Supereroi

Nella vita c'è un'età in cui non esitiamo a credere nell'esistenza dei supereroi. Tutti siamo passati per questa fase. Magari non tutti crediamo nello stesso tipo di supereroi, ma abbiamo pur sempre la convinzione che possa esistere qualcuno di infallibile.
Se crediamo nell'esistenza di supereroi immaginari, prima o poi arriva il momento in cui li accettiamo come personaggi di fantasia. La questione diventa un po' diversa quando tali supereroi non sono frutto della fantasia di un autore.

Il mio supereroe non ha avuto altri autori che se stesso... certo, se stesso e chi gli stava intorno, non lo metto in discussione, ma sta di fatto che nessuno poteva venire a dirmi: "no, Michael non esiste".
Il mio supereroe è diventato un supereroe per una mera questione di età.
Fosse nato dieci anni prima avebbe perso il suo status di supereroe tra la fine di un secolo e l'inizio dell'altro.
Fosse nato dieci anni dopo non avrei mai iniziato a vederlo come un supereroe.
Invece aveva l'età giusta: l'età giusta per essere un supereroe quando credevo nei supereroi e per portarsi dietro la stessa aura ancora vent'anni più tardi.
C'è chi rappresenta un'epoca. Lui no: lui è stato quello di tutte le epoche, almeno di quelle che ricordo.

Lui è stato quello genuinamente controverso, che ha fatto ciò che ha fatto, nel bene e nel male. Genuinamente controverso, dico, perché in fin dei conti ha sempre messo in mostra null'altro che se stesso. Che poi il concetto di "se stesso" comprenda il ragazzino esuberante, quello commetteva un errore di troppo quando era troppo tardi perché fosse concesso sbagliare, il cyborg vincente e il trollone ultraquarantenne che faceva battute dopo i ritiri (la mia versione preferita di lui, ma questo è un altro discorso).
Quelli che lo dipingevano prima come distruttore dell'umanità poi come salvatore della patria, a seconda del colore che vestiva, dei risultati o dello stato di salute, quelli sono controversi senza essere loro stessi, a mio parere.

Lui è stato un supereroe, per me, almeno fino al giorno in cui ho avuto le prove che non fosse tale.
Quel giorno è stato due anni fa.
Quel giorno ho capito che i supereroi non esistono.
Quel giorno ho capito che statistiche e numeri non hanno valore, se non illusorio.
Sono solo qualcosa di cui un giorno la gente si ricorderà, anche a distanza di decenni, ma di cui il diretto interessato non si fa più nulla.

Sono passati due anni da allora e due anni hanno logorato le mie speranze. Altri eventi mi hanno portato più lontana da quel giorno, a vedere le cose da una prospettiva più distaccata. Ciò non toglie che certi ricordi non si cancelleranno mai.
Mi è rimasta una convinzione: credo che, se quel giorno non fosse andato a sciare, probabilmente presto o tardi gli sarebbe crollato addosso il soffitto del soggiorno mentre era a casa a leggere il giornale o qualcosa del genere. Credo sia stato l'unico al mondo ad essere meno soggetto a disgrazie a bordo di una monoposto che facendo qualsiasi altra cosa.

Non mi dimentico di te, MSC-man.

venerdì 25 dicembre 2015

Vaneggiamenti natalizi su Max Chilton

Sono entrata su twitter e ho trovato questa epica foto di Max Chilton, il mio adorato Chilliiii, il mio piccolo amato Marussia Boy, che sempre ho sperato di vedere spaccare il culo a tutti (a Montreal 2014 mi prese in parola, peccato che il culo che sfondò fu quello della vettura del compagno di squadra, ma va beh...), in posa con tanto di maglioncino natalizio e di uovo di cioccolato in mano, che festeggia l'inizio delle vacanze natalizie, suppongo (non saprei che altra spiegazione dare a "12 giorni di Natale").

Primo dubbio esistenziale: ma esiste davvero qualcun altro, oltre al fidanzato di Bridged Jones, che indossa maglioni del genere?

Secondo dubbio esistenziale: davvero da qualche parte del mondo mangiano uova di Pasqua il giorno di Natale?

Terzo dubbio esistenziale: ma la Chloe che fine ha fatto? Chilliiii, Chilliiii, Chilli... dove l'hai messa? Mi raccomando, non fare il Button della situazione e non metterla da parte come una Jessica qualsiasi!

martedì 22 dicembre 2015

Losing my position

Parodia di "Losing my religion" - REM, in Webber-style!

My car is better
I'm better than you
And Seb, you're not me
The laps that I will go through
The distance from your rear
Oh, no, I see it's too much
I messed it up

I should be at first corner
I'm still on my spot
Like losing my position
Failing to stay near you
And I know I can't do it
Oh, no, I took so much
Like I've missed the start

I thought that you'd see me winning
I thought that you'd see my jump
I think I thought I saw you pass

Every second
Of every time I lost
Not choosing to lose places
Trying to win a race on you
Like a hurt, lost, ass-fuc*ed bull, bull
Oh, no, I took so much
I messed it up

And so who cares?
And so who cares, my start of the century
I lost my kers, oh sh*t
That brought me to stand here, fail
What if all these other cars come
Flying around
Oh, no, I see it's too much

I thought that you'd see me winning
I thought that you'd see my jump
I think I thought I saw you pass
I just missed the start
I just missed the start

I should be at first corner
I'm still on my spot
Like losing my position
Failing to stay near you
And I know I can't do it
Oh, no, I took so much
Like I've missed the start

I thought that you'd see me winning
I thought that you'd see my jump
I think I thought I saw you pass

I just missed the start
Kers' fault, kers' fault
I just missed the start
Missed the start
Missed the start, start



Traduzione:

lunedì 21 dicembre 2015

ApOWLcalypse nOWL

Siamo indirettamente in tema di fine del mondo, per via dell'articolo pazzo che ho linkato e del 21 dicembre che ricorda il 21 dicembre 2012. Quale giorno migliore per postare qui sul blog una fanfic che ho scritto qualche tempo fa per il F1GC forum? Ambientazione: GP del Brasile 2015.

Buona lettura. *-*

***

“L’Apocalisse dei Gufi verrà e non si fermerà, a meno che un comune mortale che conosce la lingua dei gufi non tenda una trappola a due esponenti della stirpe dei gufi e non li chiuda in gabbia.” - Profezia Maya.

Opening.

Era una giornata calda e soleggiata, tanto che se Felipe Macumber si fosse ritrovato fuori dalla Q1 (la prima selezione per stabilire chi era meglio mandare a giocare a briscola piuttosto che in pista) avrebbe potuto scippare i commissari di percorso di una delle loro sedie e andare a prendere il sole insieme al suo amico Fernando Divino. Macumber aveva però superato, in modo non del tutto indolore, il passaggio in Q2 e in Q3, centrando l’obiettivo di qualificarsi in top-ten... certo, non nelle migliori posizioni della top-ten, ma la colpa era tutta di Luigi Filippo Nazario, che l’aveva distratto nel momento clou, costringendolo a volteggiare per i prati evitando pannelli, cosa che gli aveva peraltro fatto perdere la possibilità di diventare un giorno un cittadino colombiano onorario, oltre che lo smarrimento della rana portafortuna che teneva nel taschino della tuta per ogni evenienza.
Macumber stava ancora imprecando tra i denti, una volta terminate le qualifiche e le interviste post-qualifica, in cui aveva dovuto mostrarsi allegro e spensierato come al solito per nascondere i suoi intenti criminali.

21/12/2012: numerologia motoristica sulla fine del mondo ---> 3 ANNI DOPO

Credo che quello sulla fine del mondo Maya con numerologia motoristica legata alla Formula 1 sia stato uno degli articoli più strani che io abbia mai scritto. Quindi, per celebrare i primi tre da sopravvissuti all'Apocalisse, che cosa ne dite di andare a rivederlo? ;-)

Il 21 dicembre 2012 si avvicina e alle 11.11 ora di Greenwich, quindi le 12.11 per noi, finirà il tredicesimo ciclo del calendario Maya. Secondo fonti attendibili, come "Voyager" e "Mistero", il mondo finirà. Dal momento che Gianfranco Mazzoni non ha mai detto nulla in proposito, però, esiste la possibilità consistente di poter vedere l’alba del 22 dicembre.
Ma analizzando i numeri, 21-12-2012, abbiamo forse modo di capire di quale morte dovremo morire e che cosa fare per scampare alla fine che si abbatterà sul nostro pianeta, oltre che di capire per quale ragione i complottisti riescano ad abbinare a qualunque fatto dei significati legati alla numerologia. Vale sempre la regola che se alzi gli occhi al cielo e vuoi vedere un ufo a tutti i costi, anche la luna piena ti può sembrare un ufo.
Partiamo dal numero 21 cercando di scoprire che cosa si nasconde dietro queste due inquietanti cifre... [...]


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Perché il rosso Ferrari dona di più dei colori strani... o forse no!


Michael Schumacher, Felipe Massa, Luca Badoer, Marc Gené
Wroom 2006 [X]

#OLDGLORYDAYS


domenica 20 dicembre 2015

2015/2016 #3: Commento ironico all’eprix di Punta Del Este (19/12/2015)

Siamo (virtualmente, nel mio caso) a Punta del Este, in Uruguay, Uruguay famoso per essere il paese natale di un certo violinista emigrato in Germania il cui figlio è divenuto un pianista/ pilota/ distruttore di bottiglie.
E' il 19 dicembre, sono le 20.00 italiane e sta per scattare la gara...
Più il tempo passa e più lo spirito degli eprix passati continua a guardarsi intorno con occhi carichi di rimpianto e con carte da briscola ormai sbiadite dal sole.
Al primo eprix stagionale ci guardavamo intorno chiedendoci come mai il team Trulli non schierasse le proprie vetture in pista.
Al secondo eprix stagionale ci guardavamo intorno chiedendoci quando finalmente avremmo visto le vetture del team Trulli.
Al terzo eprix stagionale ci guardiamo intorno senza farci domande, contiamo le poche vetture sulla griglia di partenza e ci ricordiamo i giorni di gloria del Gran Premio d'Australia 2015.

Le qualifiche, in sintesi, sono andate nella seguente maniera:
- le Dragon hanno monopolizzato la prima fila;
- il Volatile era terzo mentre il suo compagno di squadra cinnamon roll monopolizzava la penultima piazza;
- Platinum Jacques ha monopolizzato il torneo di Monopoli a cui l'eprix faceva da contorno essendosi incidentato al termine delle qualifiche ed essendo stato impossibile ripararla;
- il cinnamon roll è stato "promosso" in ultima posizione... la diciassettesima in totale, che era un segno del destino in quanto il diciassettesimo posto è quello occupato nella classifica della Formula 1 2015 da......... no, okay, va beh, non spariamo contro la croce rossa e contro la croce asturiana.

GRIGLIA DI PARTENZA (quella ufficiale, che non tiene conto delle partite di Monopoli e delle vetture danneggiate):
1^ fila: 1. Jerome D'Ambrosio (Dragon), 2. Loic Duval (Dragon
2^ fila: 3. Sam Bird (Virgin), 4. Lucas Di Grassi (Audisport Abt)
3^ fila: 5. Sebastien Buemi (eDams), 6. Nico Prost (eDams)
4^ fila: 7. Daniel Abt (Audisport Abt), 8. Antonio Felix Da Costa (Aguri)
5^ fila: 9. Bruno Senna (Mahindra), 10. Oliver Turvey (Nextev)
6^ fila: 11. Robin Frijins (Andretti), 12. Nelsinho Piquet (Mahindra)
7^ fila: 13. Stephane Sarrazin (Venturi), 14. Nathanael Berthon (Aguri)
8^ fila: 15. Simona De Silvestro (Andretti), 16. Oliver Rowland (Mahindra)
9^ fila: 17. Jean.Eric Vergne (Virgin), 18. Jacques Villeneuve (Venturi)

La Carta Sim: "oh, wait, wait, wait... chi è questo Oliver Cinnamonrowland che mi parte di fianco?"
Ah, già... dunque, una leggenda metropolitana narra che al volante della Mahindra ci fosse una ragazzina che correva in sottoveste insieme alle caprette sulle Alpi svizzere e che rispondendo finalmente alle leggi della natura si fosse beccata la polmonite... Ah, no, in realtà il nostro Heidi, quello con la barba, per intenderci, sembra essersi infortunato a un legamento in una mano nello scorso eprix, è stato di recente operato e, in sua assenza, il Cinnamonrowland è stato messo al suo posto. La classica fortuna del principiante ha voluto che fosse l'unico pilota a finire accanto a una donna in griglia di partenza.
A proposito di donne, ho seguito la gara su Raisport e insieme a uno dei telecronisti dell'altra volta c'era Michela Cerruti, che avendo corso in Formula E e anche proprio sulla pista di Punta del Este interpretava l'Ivan Capelli della situazione. Per il resto la situazione non è cambiata granché: io continuo a preferire i telecronisti eccitati che ogni tanto fanno qualche gaffe epica, come il mio guru per eccellenza in fatto di telecronache (NdA(C): Murray Walker).

La gara durava 33 giri e in un primo momento è sembrata una di quelle gare in cui non ci sono tanti colpi di scena e chi parte davanti arriva davanti.
D'Ambriiii: "So che la cosa può sembrare sconvolgente, ma io non chiedo altro."
Dellavalle: "Anch'io non chiedo altro... e magari anche di mettertelo in quel posto... oh, aspetta, sono io che lo sto prendendo in quel posto! Chi è questo pilota in formato mignon che ha appena osato mettersi davanti a me?"
Il Volatile: "Non mi riconosci dal cu*o?"
Una fangirl: "E' tatuato anche quello?"
Dellavalle: "Girati dall'altra parte, così magari ti riconosco meglio."
Il Volatile: "Eh, non ho un casco proprio lì davanti, quindi non so se mi riconosci."
Una fangirl: "Se non hai un casco davanti a maggior ragione girati! E' quello che tutti ci aspettiamo da te!"
Dellavalle: "Ecco, io qualche obiezione ce l'avrei... Il Volatile non è esattamente il mio tipo."
Il volatile: "ma ho gli occhi azzurri... il mondo è ingiusto!"
D'Ambriiii: "Anch'io ho gli occhi azzurri."
Il volatile: "Per caso sei stato interpellato?"
D'Ambriiii: "No, però io sono il più sexy e cinnamonrolloso di tutti. Je suis le boss."
Il Demone: "Le boss 'stica**i. Sono io il più boss dei les boss!"
Di Gratis: "Okay, li stiamo perdendo definitivamente..."
Il Demone: "Meglio, ne approfitteremo per metterceli dietro. Ho appena letto nella mia sfera di cristallo che in pochi giri contati sarò in testa, mentre il Volatile sarà raggiunto sia da Dellavalle sia da te."
Una fangirl: "Per un threesome?"
Il Volatile: "No, io non prendo parte a threesome con piloti che non hanno gli occhi azzurri."
...
...
...
...sei minuti dopo la partenza: STOP AL TELEVOTO!
The fanboostwinner is Cinnajev Roll! A seguire c'erano Sarry e il Volatile. Il Volatile, temendo di essere coinvolto in un altro potenziale threesome, si è dato alla macchia.
Intanto era giunto il momento di organizzare un festino indo-brasiliano.
Gillette Fusion: "Oh my Nelsinho Crash! Io ho una gomma forata!"
Il team: "OMG, che cosa si fa adesso?"
Gillette Fusion: "Non ne ho idea. All'epoca in cui ero il porta-carte di Maldiiii in Formula 1 se foravo una gomma me le cambiavano. Se posso protestare con tre anni di ritardo, me le hanno sempre messe tutte e quattro dello stesso colore e lo trovo profondamente ingiusto. Dov'è l'atmosfera carnevalesca perenne data dalle gomme di colori diversi? IT'S TIME FOR SAMBA PARTYYYYY!"
Il team: "No, vieni dentro a cambiare gomme, per il Samba Party c'è tempo!"
Gillette Fusion: "Se lo dici tu..."
Rientrato ai box, è stato il primo pilota e la Mahindra il primo team a effettuare un cambio gomme in una gara di Formula E. Peccato che Mazzoni non commenti la Formula E, altrimenti questo aneddoto sarebbe stato ricordato per anni.
Tornando in pista, Gillette Fusion ha finalmente dato il meglio di sé, mandando in confusione la Cerruti, che prima l'ha accusato di non averne combinata una giusta, poi quando lui via radio ha detto che la macchina gli tirava da una parte invece che andare dritta pare avere cambiato idea all'improvviso.
Nessuno, ovviamente, si sarebbe preoccupato di tutto ciò se la situazione non fosse stata qualcosa del genere:
Gillette Fusion: "Okay, ora andiamo da questa parte."
La macchina: "No, andiamo dall'altra."
Gillette Fusion: "Ma lì c'è una barriera."
La macchina: "Chi se ne frega. Io sono nata per distruggere le barriere."
Gillette Fusion: "oooookay, ma così rischiamo di andare 'full course yellow'."
Voce fuori campo: "Perché? Perché? Perché le cose non vengono chiamate con il loro nome e non viene acclamato l'ingresso della 'virtual safety car'?"
Gillette Fusion: "Okay, la mia gara è finita. Adesso vado a giocare a Monopoli con nonno Jacques."
La macchina: "No, non ci vai. Ho deciso che il mio compito di distruttrice di barriere è finito. Niente più samba party, per oggi, andiamo avanti ancora per un po'."
Voce fuori campo: "Niente FCY quindi?"
Altra voce fuori campo: "No, niente virtual safety car."

Riprendiamo a parlare di cose serie (non che il Rasoio Gillette e le sue peripezie non lo fossero, anzi, essendo in ultima posizione in quel momento la mia visione di gara avrebbe dovuto ruotare intorno a lui) concentriamoci sul Demone che, risalito magicamente in prima posizione dall'inferno (anche se l'inferno era stare fuori dalla Q2 o dalla Q3, che non rispecchia la sua posizione di partenza, ma facciamo finta di niente) si teneva dietro D'Ambriiii, Dellavalle, Di Gratis e il Volatile.
Poi al 18° giro sono rientrati tutti ai box, mentre fuori Cinnamonrolland, ormai abbandonata la Carta Sim, stava facendo il figo al primo posto. E' durata un giro, poi si è arreso all'evidenza rientrando anche lui. Il Demone nel frattempo era ancora in testa, mentre Di Gratis risaliva al secondo posto, seguito da D'Ambriiii, dal Volatile e...
...
...
...
...okay, addio Volatile: prima l'abbiamo visto venire superato da Dellavalle, poi è rimasto fermo nel bel mezzo della pista.
Il Volatile: "Il mondo è ingiusto. Perché mi hai abbandonato?"
La sua vettura: "Perché sono la figlia segreta del kers di Webbiiii."
Il Volatile: "Oh my bird fly!"
Vietato tradurlo: "oh, il mio uccello vola". Non peraltro, ma perché il verbo non sarebbe ben coniugato.
Guess what? In quei frangenti c'è stato il momento "full course yellow" della gara.
Il Demone: "Ehiiiiiii! Di Gratis non sta mantenendo velocità costante."
Di Gratis: "chi, io?" Fischietta con aria indifferente. "Sìsì, io non ho fatto nulla di strano."
Il Demone: "Ti farò decapitare con una baguette! u.u A meno che non riesca ugualmente a vincere la gara... in quel caso chi se ne frega se mi hai rubato cinque secondi, cinque secondi di più o cinque secondi di meno non contano, quello che conta è essere davanti. E, come ho già detto all'inizio della gara, je suis le boss!"
...
...
...
...
...La gara è ripartita regolarmente, con Jev che risaliva la top-ten, per deliziare le sue millemila fangirl con tutta la cinnamonrollosità di cui è capace.
Io non sono rimasta particolarmente impressionata da tutto ciò: per risalire in top-ten, aveva appena mandato fuori dalla top-ten nientemeno che Sarry, vincitore del fanboost, il che dimostra che evidentemente il fanboost non è dominato dalle fangirl. Può darsi che ad averne il controllo siano i parenti di Sarry fino al settimo grado, ma non ha importanza, quello che conta è che non sia controllato dalle fangirl.
Sarry è tornato in top-ten di lì a poco: l'ingegner Turvey ha interpretato l'Heidi della situazione, beccandosi una penalità. Nessuno se l'è più filato, anche perché mentre la gara si avvicinava al termine si stava per prospettare un duello di proporzioni epiche per l'ottava posizione, in cui in quel momento si trovava Crashgateinho.
Jev gli era ormai negli scarichi e gli agitava la baguette a pochi centimetri dal retrotreno.
Crashgateinho: "E tu cosa vuoi?"
Jev: "Voglio dimostrare al mondo che sono il più cinnamon roll di tutti i cinnamon roll."
Crashgateinho: "Ti sono già davanti. Cosa speri, di superarmi per farmi passare di nuovo salutandomi con la baguette?"
Jev: "No, però sai dove ti sto per mettere la baguette?"
Tra i due c'è stato un piccolo contatto.
Crashgateinho: "Noooooo! ç_________ç Io volevo fare il modello! Mio padre mi ha costretto a fare il pilota! Mettila in quel posto a lui, la tua baguette e....... ohhhhhhhh... un murooooooooohhhhhhhhhhh!
...
...
...Oops, I did it again
I played and I crashed,
Got stuck in the wall
Oops, you think it's my fault
That's another crashgate,
This time I'm innocent!"

A quel punto la gara si avvicinava verso il finale e, dopo l'esibizione di Crashgateinho nel ruolo di manichino da crashtest, non è che sia capitato molto altro.
Il Demone ha vinto la gara e per Di Gratis non c'è stato nulla da fare. Poi, come buona tradizione della Formula E, sono stati invitati a salire su una specie di carretto che li avrebbe condotti verso il podio, insieme a D'Ambriiii che si era classificato terzo.
Sul carretto il Demone e D'Ambriiii parlavano in francese, passando all'inglese ogni volta in cui Di Gratis interveniva per sbraitare contro Dellavalle!
Non mi è ben chiaro che cosa si siano detti, visto che l'audio non era proprio dei migliori, gli unici termini che ho compreso sono stati "Duval" e "fucking idiot" pronunciati da Di Gratis.
La mia opinione è che il loro dialogo sia stato più o meno così:
Il Demone: "C'est minichoupi, magari quest'anno il titolo lo vinco io."
D'Ambriiii: "Oui, bien sur. Parlando di cose serie, però, non senti mai la mancanza di qualcosa?"
Il Demone: "Di cosa?"
D'Ambriiii: "A me mancano i jours de gloire, in cui ballavo nella pitlane in Formula 1. Se non mi avessero sbattuto fuori a calci dopo un anno, avrei vinto un titolo... di jenga."
Il Demone: "C'est vrai... Tu eri un asso del jenga, avresti potuto polverizzare Timo Slick e Le Petit Charlì... qui invece non hai speranze, perché c'è un certo team che ha il controllo non solo sulle partite di briscola, ma anche sulle partite di jenga. Il mondiale è falsato."
Di Gratis: "Una volta che sono sceso dal podio vado a picchiare Dellavalle. Chi viene con me?"
D'Ambriiii: "Eh sì, il controllo sul campionato di jenga è una questione che dovremmo sollevare, invece di fare finta di niente. Certe cose non possono passare inosservate."
Di Gratis: "Mi ascoltate?!?!?!?!?!?!"
Il Demone: "Certo, Digrassinho, c'è qualcosa che non va?"
Di Gratis: "Certo che c'è qualcosa che non va! Dellavalle non leave mai the space e non solo, ha anche barato in una partita di jenga e trovo che sia una cosa gravissima! Ho bisogno di voi e delle vostre baguette."
D'Ambriiii: "Je suis belge et je n'ai pas de baguette."
Il Demone: "Je suis suisse et je n'ai pas de baguette."
Di Gratis: "In Svizzera non avete le baguette?"
Il Demone: "Sì, ma solo in mezzo alle gambe. Chiedilo a notre amie Simonà."
Di Gratis: "Anche votre amie Simonà ha una baguette?"
Il Demone: "No, basta la mia."
Di Gratis: "Sì, ma mentre tu pensi alle baguette Dellavalle sta sabotando il nostro campionato di jenga!"

Mentre su quella sottospecie di carretto Di Gratis cercava a tutti i costi di litigare con qualcuno a proposito delle prestazioni di Dellavalle, sul podio c'erano già Prost Sr. come rappresentante del team e varia gente.
Tre grid girl alte circa un metro e ottanta:
"Ma i piloti dove sono andati a finire?"
"Non saprei. Però qua c'è un gran figoneeeeehhhhhh con un magnifico naso alla francese e i capelli che sembrano un nido di cornacchie. Potremmo sbaciucchiarlo per mezz'ora come se fosse il nostro bambolotto gonfiabile."
"Sì, buona idea! E' perfino più basso del Volatile! Chi se ne frega se ha 60 anni e ne dimostra almeno 75. Ha ancora qualcosa da offrire."
Prost: "Sììììììì! Un po' di figaaaaaaahhhhhhhh!" Agita festosamente la baguette...

RISULTATO: 1. Sebastien Buemi (eDams), 2. Lucas Di Grassi (Audisport Abt), 3. Jerome D'Ambrosio (Dragon), 4. Loic Duval (Dragon), 5. Nico Prost (eDams), 6. Antonio Felix Da Costa (Aguri), 7. Jean-Eric Vergne (Virgin), 8. Daniel Abt (Audisport Abt), 9. Stephane Sarrazin (Venturi), 10. Robin Frijns (Andretti), 11. Simona De Silvestro (Andretti), 12. Oliver Turvey (Nextev), 13. Oliver Rowland (Mahindra), 14. Nathanael Berthon (Aguri), 15. Nelsinho Piquet (Nextev), 16. Bruno Senna (Mahindra), 17. Sam Bird (Virgin), DNS. Jacques Villeneuve (Venturi).

sabato 19 dicembre 2015

Osservazioni random sull'eprix di Punta del Este in attesa di scrivere il commento...

Il team Trulli pare non esistere più, si gareggia in 18.
Oh, aspetta, Villeneuve ha sfasciato la macchina nelle qualifiche, che purtroppo per lui avvengono un paio d'ore prima della gara. Si parte in 17.
D'Ambrosio in pole di fianco al compagno di squadra Duval. :woot:
Doppietta? Ehm... no.
D'Ambri rimane in testa qualche giro, ma poi di lì a poco ci pensa Buemi, bruttezza vs cinnamonrollosità: 1 a 0.
A proposito di cinnamonrollosità, in quella prima parte di gara c'è Bird in top-5, ma la macchina gli si spegnerà poco dopo averla cambiata nel pitstop. Bye bye Bird, primo ritirato.

Secondo ritirato: Senna. Non è chiaro chi tra lui e la sua macchina avesse fumato erba indo-brasiliana, fatto sta che molto prima di arrivare al ritiro è diventato un recordman nella storia della Formula E, quando ha forato nelle prime fasi di gara ed è diventato il primo pilota della storia della Formula E a fermarsi per un cambio gomme!

Nella seconda parte di gara Buemi era stabilmente in testa, seguivano poi Di Grassi, D'Ambri, Duval e Prost, che sono arrivati tali e quali alla fine.
Vergne intanto risaliva in top-ten da ultimo che era partito. Ha anche usato il fanboost per superare Sarrazin. Proclamare un giorno di lutto nazionale, please...
Poi va beh, nel finale si è avvicinato al campione del mondo in carica, comunemente noto come Crashgateinho Piquet Junior.
E' stato un bel duello da "you have to leave the space". Nelsinho ha conservato la posizione senza problemi... almeno finché si è dimenticato di lasciare spazio a un muretto e ci ha sbattuto il posteriore mettendosi a girare come una trottola e andando a sbattere come nei vecchi giorni di gloria. Era l'ultimo giro: troppo tardi perché il suo compagno di squadra potesse vincere.

In perfetto Formula E style, i primi tre classificati vengono trasportati verso il podio su uno di quei mezzi che somigliano quella specie di carretti con cui in passato la gente se ne andava in giro nelle località di villeggiatura.
Buemi e D'Ambrosio parlano tra di loro in francese, mentre Di Grassi tenta di intervenire ogni tre per due parlando in inglese. Le parole chiave del suo discorso sono "Duval" e "fucking idiot", che mi lasciano pensare che non abbia preso molto bene una manovra da "you have to leave the space" fatta da Duval nei suoi confronti. Perché si stesse lamentando come se ritenesse Buemi e D'Ambrosio del comportamento di Duval non mi è chiaro. Peccato che Duval non sia finito sul podio, quindi. Avremmo rischiato di vederlo scaraventato giù dal camioncino, se così posso definire quel mezzo, oppure giù dal podio.

Vincitore morale della gara: Alain Prost. Quando è salito sul podio come rappresentante del team eDams è stato preso d'assalto dalle modelle presenti, che sono corse ad abbracciarlo e baciarlo non filandosi nessun altro.

martedì 15 dicembre 2015

Keep calm and watch the Real & Only Indycar!

Curiosità e osservazioni random sulla Indycar post-riunificazione: 2008, 2009, 2010 e 2011

Sono passati già diversi anni da quando iniziai a seguire la Indycar. A quell’epoca decisi di vedermi le stagioni post-riunificazione, di scrivere le cronache e di pubblicarle retrodatate sul mio blog. Mi affacciavo alla Indycar senza saperne quasi nulla e ho avuto dalla mia parte la fortuna di conoscere l’inglese bene abbastanza da capire le telecronache, se no non nego che in certi momenti avrei potuto sentirmi persa. Con questa premessa voglio dire che queste gare le ho viste anni fa, ma sul mio blog è tutto documentato. E poi comunque rivedersi qualcosa di tanto in tanto non fa mai male, quindi certe cose pittoresche che sono capitate sono scolpite nella mia mente. Ripercorriamo dunque i momenti migliori(?) degli anni peggiori(?)... decretati come peggiori da chi? Ovviamente dai tanti detrattori che, ricordando selettivamente i momenti migliori degli anni passati, si lamentano a ogni soffio di vento che “la Indycar non è più quella di una volta”.

Osservazioni random: hanno gareggiato molto sporadicamente alcuni soggettoni epici tipo Franck Montagny (autore tra l’altro di un secondo posto) e Giorgio Pantano, un po’ meno sporadicamente siamo stati allietati dalla presenza di Paul Tracy (che si è fatto notare poco non avendo partecipato a nessuna rissa) e infine nel 2011 si segnala la presenza di Bertrand Baguette, che con un nome così non poteva non essere citato!

> Sììììììì! Facciamo due gare lo stesso giorno in due parti opposte del mondo solo perché siamo più cool!
Se la separazione aveva causato due campionati della IRL tutt’altro che organizzati, il 1996 e il 1996/97, si poteva ipotizzare che almeno, tornando insieme, si organizzassero un po’ meglio... e invece no! Alla prima gara stagionale tutto regolare, alla seconda ancora tutto okay, alla terza... no, alla terza no! Tutti a parte un paio di team sono andati in Giappone, mentre un paio di team sono andati a Long Beach, portandosi dietro anche team e piloti che nel 2007 facevano parte della Champ Car, giusto perché gareggiare in quattro gatti non avrebbe avuto tutto questo fascino. Giusto per non farsi mancare niente anche Jimmy Vasser che non si sedeva su una monoposto da anni ha gareggiato a Long Beach.
La gara di Motegi era destinata ad essere ricordata per la vittoria di Danica Patrick tra le urla da stadio della madre. In victory lane piangeva come una fontana. Anch’io, se avessi una madre così imbarazzante, avrei avuto la stessa reazione. Deve essere stata quella la ragione, unita al fatto che andando direttamente in victory lane non aveva tempo per truccarsi al volo e assumere un aspetto più presentabile, per cui la Patrick si è astenuta da successive vittorie.
La gara di Long Beach era destinata ad essere ricordata come la gara che ha scombinato tutte le statistiche sulla carriera di Will Power: a Long Beach si gareggiava con il regolamento della Champ Car 2007 e gli appassionati di statistiche da bar si chiedono se quella vittoria debba essere considerata una vittoria nella IRL oppure no. Roba del tipo:
Sostenitore della CART: “Quella gara è nostra, voi della IRL ci avete rovinati e quella gara non può valere per le vostre statistiche insieme alle vostre gare che fanno schifo!!!111!!!111!! la Indycar è morta per colpa vostra!!!111!!!11!!”
Sostenitore della IRL: “Quella gara è stata disputata con regole vostre e in quanto tale costituisce ciarpame, quindi no, non è stata una gara di Indycar!!!11111!!!11!!”
Sostenitore della CART: “CART the best and fuck the rest!!!!111!!!!1!!”
Sostenitore della IRL: “IRL the best and fuck the rest!!!!111!!!11!”
Sostenitore della CART: “E comunque voi della IRL siete dei truffatori! La gara è stata vinta da una donna e in quanto tale è un complotto per far distogliere l’attenzione dall’ultima gara dell’ormai defunta Champ Car!!!11!!!!11!”
Sostenitore della IRL: “Invece è Long Beach che è un complotto, e non siete nemmeno stati capaci di far vincere Bernoldi giusto per portare un po’ di brio festaiolo!!!!111!!!!11!! a maggior ragione la vostra gara non esiste.”
La Indycar Series, comunque, riconosce quella gara come esistente e credo che sia questo l’importante, anche se c’è gente in giro per il web che non la pensa così.
Bonus: Danica Patrick, appena “sbarcata” da un aereo proveniente dal Giappone, si è unita ai telecronisti, a un certo punto. Forse si era rifugiata in cabina di commento per trovare un posto in cui la madre non potesse entrare e mettersi a fare l’ultrà.
Doppio bonus: seppure non ci sia stato altro caos in stile Motegi vs Long Beach, c’è comunque stato ulteriore caos in finale di stagione. La IRL aveva deciso: il campionato doveva finire a Chicagoland... che però cadeva giusto un mese e mezzo prima di Surfer Paradise. Quindi hanno gareggiato a Chicagoland e il campionato è finito lì, però hanno gareggiato ancora, senza punti e senza classifica, così, tanto per essere i più cool di tutti, anche a Surfer Paradise, dopodiché a partire dal 2009 sono rinsaviti facendo cose molto più normali (non sempre, in realtà: nel 2011 hanno fatto due gare di 275 miglia sull’ovale texano anziché una di 550 e nella seconda gara la griglia di partenza era stata estratta a sorte).

> AI SIIIII IU, AI SIIIIIII IU!
L’avevo anticipato: di solito Danica Patrick e Milka Duno non avevano molto a che fare l’una con l’altra... e forse era anche un bene...
Poi è giunto il momento in cui hanno avuto a che fare: un bel giorno è capitato che in una sessione di prove libere(?) Danica ha accusato Milka di ostruzione... ma non perché Milka avesse qualcosa da guadagnarci, sia chiaro, semplicemente perché Milka era lenta e spesso non si rendeva nemmeno conto di esserlo.
Tutto sarebbe passato inosservato, se quelle accuse Danica non le avesse fatte presentandosi nel box della collega e mettendosi a sbraitare e accusandola di non averla vista perché non guardava negli specchietti (al che Milka ha risposto con un acutissimo “I see you” pronunciato con il suo accento cantilenoso).
Non è ben chiaro che cosa si siano dette le due, forse qualcosa del genere:
Danica: “Sei più lenta perfino della safety car e il tappeto rosso che stendi al passaggio degli altri piloti è sbiadito! Un giorno io e i nostri ventiquattro colleghi ti inseguiremo armati di baguette fornita da Montagny e ti pentirai di essere nata, sfasciacarrozze messicana!”
Milka: “Punto primo, sono venezuelana. Punto secondo, la baguette ve la potete mettere su per il cu*o, tu e gli altri nostri ventiquattro colleghi... anzi, ventitré, perché Marco Andretti l’ho adottato e non gli posso mettere una baguette su per il cu*o. A proposito, stai lontana da mio figlio, altrimenti sarò costretta a disconoscerlo perché non voglio diventare tua suocera!”
Danica: “Marco continua a scapparmi ed è solo colpa tua! Stavo correndo a raggiungerlo per riportarlo sulla retta via dopo che Sarah ha tentato di adescarlo, ma tu mi hai ostacolata! VENDETTA! Mi serve subito una baguette!”
Milka: “Vai a cercare la baguette e lasciami stare. Devo andare a preparare una cena venezuelana per il mio figlio adottivo.”
Danica: “WTF?!?! Tu non puoi cucinare per Marco così come se niente fosse! Io sono la sua anima gemella! Solo io posso nutrirlo!”
Marco, urlando con un megafono mentre è nascosto in bagno: “No, ma scusate, io cosa c’entro? Sto contando le ore che mi separano da quando rivedrò Sarah e voi, con i vostri urli, mi state facendo venire mal di testa. E comunque non ho fame.”
Danica: “WTF?!?! Marco si sta macchiando di insubordinazione nei confronti della sua anima gemella e la colpa è tutta tua!”
Milka: “No, la colpa è tua, se risponde così a me, che sono la sua pseudo-madre! Non ho una baguette, però almeno ho l’asciugamano che ho usato per asciugarmi dopo essermi lavata le ascelle, quindi lo posso dire lo stesso: BAGUETTE POWERRRRRRRRRRRRRRRR!”
Ebbene sì, lo scontro epocale tra Danica e Milka è finito con un asciugamano che la guru latinoamericana ha lanciato in faccia all’avversaria.
Sul web la gente si insultava per stabilire chi delle due avesse ragione, poi hanno smesso e si sono messi cordialmente a parlare di chi delle due fosse più gnocca.
Milka-Bonus: nel film “Speed Racer” del 2008 in una scena della durata di una mezza dozzina di secondi contati c’è un personaggio di un certo livello, una donna pilota russa che di per sé passerebbe inosservata... se non fosse che a interpretarla è Milka Duno. Milka-Bonus al quadrato: facendo ricerche pazze sul web ho scoperto che in gioventù Milka ha recitato in una telenovela sudamericana.

> Yeaaaahhhhh, la gara è finita al photofinish e non abbiamo azzeccato l’identità del vincitore!
Era il finale di stagione (il pre-finale di stagione: insomma, era l’ultima gara del 2008 che assegnava punti, ma di fatto era la penultima gara stagionale) e a contendersi il titolo erano Scott Dixon e Helio Castroneves con quest’ultimo che era staccato di parecchi punti e che secondo i sacri guru della gufata (AKA telecronisti) era già da considerarsi spacciato. Infatti è riuscito nell’eroica impresa di vedersi penalizzare in qualifica e ritrovarsi a partire ultimo... ma niente paura, i piloti di Indycar sono fatti per partire ultimi e ritrovarsi stabilmente in top-5.
È quello che gli è successo ed è arrivato a giocarsi la vittoria della gara al photofinish con Dixon che, ovviamente, ha vinto il titolo. E ha vinto anche la gara, con qualcosa come una manciata di millesimi di vantaggio, tanto che quella era la gara di Indycar con il minore gap tra il primo e il secondo classificato... se non che, qualcosa come dieci minuti più tardi, è emersa un’inquietante verità: a quanto pare quei distacchi erano errati, non era la gara con il minor distacco di sempre e soprattutto Castroneves aveva tagliato il traguardo prima di Dixon, scoprendolo giusto in tempo per ritrovarsi il microfono dell’intervistatore davanti alla bocca. Insomma, è andata a finire più o meno così:
Helio: “WTF?! Ho vinto io la gara? Perfetto, SAMBAAAAAAHHHH PARTYHHHHH! FUCK YEAHHHHHHHH!”
L’intervistatore: “Scusa se ti rovino la festa, ma voglio ricordarti che hai appena perso il campionato e che tutta questa voglia di festeggiare non mi sembra molto normale.”
Helio: “A te non sembra normale, a me sì! Tutto è degno di essere festeggiato, questo dice la filosofia brasiliana... quindi samba partyyyyyyy!”

> Il primo passo per la conquista del mondo da parte del Sol Levante
Nel 2008 Hideki Mutoh è diventato il più illustre giapponese (per l’epoca) della storia della Indycar, conquistando un secondo posto.
Poi, nel 2010, è arrivato Takuma Sato come esponente del Giappone.
Bonus: Sato è uno dei tanti piloti a cui Danica Patrick ha urlato contro, in seguito a un incidente che aveva coinvolto entrambi.
Doppio bonus: Sato è più alto di Danica Patrick.
Tornando invece a Mutoh, a Motegi nel 2010 è stato inquadrato suo padre, tale Eiji Mutoh. La curiosità è che stava seguendo la gara in tribuna, nonostante potesse prendersi il lusso di seguirla ai box. L’altra curiosità è che portava i baffi e che era vestito più o meno in stile anni ’40.

> La terza Indy 500 di Castroneves
Premessa: tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009 Castroneves ha avuto vari guai giudiziari, venendo processato per evasione fiscale e infine assolto (e, visto che negli U.S.A. con l’evasione fiscale sono molto più seri che in Italia, sono propensa a credere nella sua innocenza). Per questa ragione si era anche perso l’inizio della stagione 2009.
C’era già chi lo dava per perso, chi era pronto a scommettere che non avrebbe più cavato un ragno dal buco. Non si sa se i ragni siano stati stanati oppure no, però di fatto, dopo poche settimane Helio ha vinto la 500 miglia di Indianapolis, è sceso dalla macchina e ha festeggiato arrampicandosi in stile Spiderman, è risalito in macchina ed è andato in victory lane e, giunto lì, gli è stato piazzato un microfono davanti alla bocca. È andato tutto bene per due secondi contati, giusto il tempo di pronunciare due parole ed è scoppiato in un pianto disperato spiazzando chiunque (non che ci sia davvero da rimanere spiazzati se Castroneves scoppia a piangere, sarebbe più spiazzante se non accadesse, però lascia spiazzati comunque).

> Il nipote di una nostra vecchia conoscenza...
Nel 2009 ha disputato alcune gare in Indycar il secondo classificato della Indylights 2008, tale Richard Antinucci. E allora? ...Allora niente, se non che è il nipote di Eddie Cheever.
Su Youtube ho reperito un filmato presentato da Lauren Bohlander (al giorno d’oggi moglie di Tony Kanaan), in cui c’era un siparietto sulla vita di Antinucci, che mostrava la sua collezione di videogiochi, gironzolava in una specie di chiosco in cui vendevano maglie indicandone una con scritto “everybody loves Italian boys o qualcosa del genere” (è mezzo italiano) e correva su uno skateboard in ciabatte e tenendo un cane al guinzaglio nei pressi di una spiaggia californiana.

> Andiamo a Chi l’Ha Visto per ritrovarlo?
Tra il 2008 e il 2010 ha corso in Indycar un tale Mario Ermirio De Moraes Filho... insomma, uno sulla buona strada per occupare un’intera pagina sull’elenco telefonico! Comunemente noto come Mario Moraes si tratta di un pilota brasiliano (ma dai, nessuno l’avrebbe mai detto con un nome del genere!), era comunemente noto anche come pilota poco tranquillo specie nelle partenze, dove spesso grosjeanizzava chi gli capitava a tiro.
Nel 2009 ha ottenuto anche un podio e nel corso degli anni un numero ristretto di top-five.
A partire dal 2011, pare non avere più gareggiato da nessun’altra parte. Di lì a poco ha smesso di utilizzare il proprio profilo twitter (uno degli ultimi interventi è un retweet, risalente al 2012, di un tweet di Lucas Di Grassi che si dichiarava suo fan).
La sua pagina Wikipedia non dice che fine abbia fatto successivamente. Voci di corridoio (un blog americano), hanno ricostruito le sue vicende:
Utente 1: “Pare che nel 2011 sia morto suo padre e che sia tornato in Brasile per occuparsi delle imprese di famiglia.”
Utente 2: “Oh, ha lasciato le competizioni per spirito imprenditoriale.”
Utente 1: “Ehm... pare di sì.”
Utente 2: “Naaaahhhh, l’ha fatto perché dopo la morte di suo padre non c’era più nessuno che gli desse i soldi per correre.”
Qualunque sia la verità, pare che Moraes non abbia più nulla a che vedere con l’automobilismo. Per intenderci, non è uno di quelli che, dopo essere rimasto senza volante, commenta sui social network ciò che succede a chi un volante ce l’ha ancora.

> L’incredibile senso dell’autocontrollo(?) dei Penske Boys
In un’occasione del 2010, accusato di avere tagliato la strada a Will Power, Helio Castroneves è stato penalizzato con un “drive through” post-gara.
Non l’ha presa molto bene, dato che se ne andava in giro sbraitando e gesticolando. Non solo: quando gli si è avvicinato un addetto alla sicurezza, Helio l’ha afferrato per il collo.
Un anno dopo, in un’occasione completamente diversa, anche il suo compagno di squadra ha comunque dato il “meglio” di sé, mostrando tutta la propria finezza: infastidito dal fatto di essere uno dei numerosi piloti finiti fuori durante un restart su pista umida, si è messo a sbraitare e a gesticolare, poi davanti alle telecamere, si è esibito in un gesto non esattamente elegante.

> Hildy for the win... ehi, aspetta, hai detto win?
Alla Indy 500 del 2011 il debuttante J.R. Hildebrand (e qui torniamo allo stesso punto: cos’è questa mania degli americani di usare delle iniziali, anziché dei nomi per esteso?) ha ottenuto un risultato epico... quello che perfino sua madre starà ancora ridendo di lui.
Okay, magari non è così, però il piccolo J.R. avrebbe potuto entrare nella storia come vincitore dell’edizione del centenario della 500 miglia di Indianapolis. Invece è famoso soltanto per essersi schiantato contro un muro pochi metri prima del traguardo, facendomi rimanere malissimo. Comunque tempo tre secondi contati e stavo già simpatizzando per Wheldon perché dopo la vittoria è scoppiato a piangere come una fontana in stile brasiliano e perché si è portato al seguito per il resto della giornata l’adorabilissimo figlio.
Piccola curiosità che si ricollega a quanto ho già scritto all’epoca del 2005: anche in occasione di questa vittoria di Wheldon, la Patrick era stata in testa per qualche giro (e ancora una volta era il giorno del mio compleanno).

> Le record-women
A Chicagoland 2010 Danica Patrick, Sarah Fisher, Milka Duno, Simona De Silvestro e Ana Beatriz Figueiredo hanno contribuito tutte quante a battere un record: per la prima volta ben cinque donne hanno preso il via della stessa gara di Indycar (sarebbe accaduto anche a Indianapolis, se Milka Duno fosse riuscita a qualificarsi, ma ciò non ha rilevanza).
La cosa non deve essere passata inosservata...
Marco: “OMG, qualcuno mi aiuti! C’è un branco di invasate che mi sta inseguendo con la bava alla bocca! Ho i giorni contati!”
Milka: “Non ti preoccupare, ti aiuto io, con il mio lancio di asciugamani... oh, aspetta, non mi sono ancora fatta la doccia e non ho la più pallida idea di dove sia il mio asciugamano.”
Marco: “Doccia? Chi ha parlato di docce? Ottima cosa, mi nascondo dentro una doccia... nessuna di loro mi troverà. Oh, non sono solo. Mi raccomando, buon uomo, non dire a nessuno che sono qui. Tre pazze scatenate mi stanno inseguendo... anzi, quattro, considerando quella che si è messa in testa di essere mia madre.”
Il “buon uomo si gira”.
Marco: “Oh, ma tu non sei un uomo!”
Bia: “Ti sembro un uomo??!!”
Marco: “Beh, sì, vista di sfuggita e con poca luce... Magari se ti facessi la ceretta ai baffi e se ti truccassi...”
Bia: “Se mi facessi la ceretta ai baffi e mi truccassi cadresti ai miei piedi? Molto bene, mi amor!”
Marco: “Oh, no, un’altra pazza! Ehm... senti, mi fa molto piacere, ma io non ti conosco.”
Bia: “Piacere, sono Bia Figueiredo.”
Marco: “Bia Fi-Fig-Figu-Fighi-Fig...BEEEEEEEEP [censura]. Scusami, ma sono americano e in quanto tale non sono in grado di pronunciare il tuo cognome.”
Bia: “Piacere, sono Ana Beatriz, dove Beatriz diventa magicamente il cognome.”
Marco: “Okay... sono confuso.” *fugge a gambe levate.*
A proposito di donne, nel 2011 invece non abbiamo più rivisto Sarah Fisher (ritirata) né Milka Duno (non è ben chiaro se sia stata sbattuta fuori dalla IRL perché troppo lenta o se semplicemente nessuno l’ha più voluta ingaggiare), ma in compenso ha fatto la sua prima apparizione la mitica Pippa Mann! La prima apparizione è quella che ha fatto davanti ai fotografi, naturalmente, in posa da clown(?) con la lingua di fuori (a chi non sapesse di che foto sto parlando, suggerisco vivamente di digitare “Pippa Mann” su Google Immagini per vedere la luce).

> Questione di soprannomi
Una volta, nel corso del 2011, dei telecronisti spagnoli o latino-americani hanno definito Scott Dixon “el kiwi”. È stata l’unica volta in cui ho sentito quel soprannome. Di solito il soprannome di Dixon è [WARNING: potrebbe venirvi voglia di protestare agitando bottiglie di vodka] Iceman.
I telecronisti latini: “Sì, ma el Kiwi è più epico.”
I telecronisti americani: “No, lui si chiama Iceman.”
Voce fuori campo: “Solo Raikkonen si chiama Iceman.”
I telecronisti americani: “Chi è Raikkonen?”
I telecronisti latini: “Infatti, chi è Raikkonen? Noi conosciamo solo i piloti di Indycar e i coltivatori di Kiwi.”
Oh, aspetta... Dixon è neozelandese, giusto? Quindi è per quello che lo paragonavano a un kiwi? Okay, lo ammetto sono traumatizzata da tutto ciò, in particolare dal fatto di averci messo anni per capire il nesso tra Dixon e i kiwi!

> Brazilian Party!
Non è esattamente quello che si intende per “festino brasiliano”, però a quanto pare c’è chi balla alle feste e chi invece balla anche in pista.
È capitato a Tony Kanaan, durante una sessione di prove libere a Baltimora (era il 2011), in cui la macchina l’ha lasciato a piedi nel momento meno opportuno, facendogli spiccare il volo dopo avere utilizzato la vettura di Castroneves come rampa di decollo, volo nel quale ha avuto un incontro alquanto ravvicinato con un commissario di percorso che era a tre passi dalla pista e che molto probabilmente ha avuto bisogno di un cambio di mutande dopo quell’evento.
Il volo di Kanaan è finito al di là delle barriere di una via di fuga. Successivamente Castroneves, dopo essere sceso dalla macchina, gli è corso incontro. Kanaan ha poi dichiarato che pensava che stesse andando da lui per insultarlo.
Su youtube c’è un video dell’accaduto che finisce proprio in quei frangenti. Varia gente che l’ha commentato sembra convinta che in seguito ci sia stata una rissa in stile NASCAR. Varia altra gente non aveva idea neanche di che cosa fosse la Indycar ed era capitata in quel video per caso chiedendo che roba fosse, ma direi di soprassedere.

> Sao Paulo rulezzzzzz!!!111!!!111!!!
Correva l’anno 2011 e più o meno un mesetto prima della Indy 500 si è svolta l’unica gara della storia di Indycar iniziata un giorno e finita un altro giorno.
Motivo: pioggia torrenziale.
Bonus: pioveva anche il giorno dopo!
Doppio bonus, così, a prescindere: sul circuito cittadino di Sao Paulo (che è costituito dalle stesse strade su cui si svolge il carnevale) c’è una curva chiamata “S do Samba”.

> Il verde fluo di GoDaddy
Nel corso degli anni la vettura di Danica Patrick ha perso il proprio colore azzurro Motorola per passare al verde fluorescente GoDaddy, colore che l’ha seguita anche nella NASCAR.
Il marchio Motorola invece non l’ho più visto e sinceramente non ne ho nemmeno sentito più di tanto la mancanza.
Voce fuori campo: “Sì, ma ora la Danica se ne va.”
Altra voce fuori campo: “Come mai?”
Voce fuori campo: “Mhm... pare che voglia sfondare nella NASCAR e trasferirsi là in pianta stabile. O quantomeno guadagnare più soldi di quanti non ne guadagni in Indycar.”

[To be continued...]


Pubblicato anche su F1GC.

domenica 13 dicembre 2015

Intervista immaginaria ai piloti sul mondiale 2015 e all'Autrice(C): commento ironico alla stagione 2015 di Formula 1

L'Autrice(C): "Ora che il mondiale è finito e che non l'ha vinto la McLaren Honda possiamo concentrarci sul campionato di recente terminato, intervistando i protagonisti. Iniziamo dal vincitore, Lewis Hamilton AKA il Gangster Rapper, che ha vinto il titolo con 381 punti."
Gangster Rapper: "Yeah, yeah! YOOOOOO! Nicole, ripensaci e rimettiti insieme a me!"
L'Autrice(C): "Questa è un'intervista post-stagionale, non un teatrino in cui ci provi con la tua ex. Veniamo alla domanda: quando hai capito che quest'anno avresti vinto il titolo?"
Gangster Rapper: "Devo ammettere che è stata una sfida difficile, con tanti avversari pronti a strapparmi il titolo... però poi si sono resi conto che io sono più veloce di loro e che anche la mia macchina lo è."
L'Autrice(C): "Negli ultimi gran premi, però, hai faticato..."
Gangster Rapper: "Sì, è stata dura. Sono arrivato secondo, staccato di poco da uno che guidava la mia stessa macchina. Però è stata dura: sai, non essere al centro dell'attenzione sul podio non mi soddisfa più di tanto."
L'Autrice(C): "E di Britney cosa mi dici? E' vero che una volta eravate grandi amici, mentre ora vi parlate a stento?"
Gangster Rapper: "Sì, è la stessa storia che con lo Spaccabottiglie, con la sola differenza che Britney si comporta in modo molto più normale... o almeno, che io sappia non va in giro a prendere a bottigliate la gente."
L'Autrice(C): "Non mi hai risposto, però. Quando hai capito che saresti diventato di nuovo campione del mondo?"
Gangster Rapper: "Non saprei. Deve essere stato durante una delle mie uscite con Rihanna. O forse quando mi sono tinto i capelli. A proposito, il biondo platino mi dona, vero?"
L'Autrice(C): "Sì, certo, come no... Ora, però, passiamo da un biondo all'altro. Il secondo classificato in questo mondiale 2015 è Nico Rosberg, altresì noto come Britney Bitch, che ha conquistato le ultime tre vittorie stagionali negli ultimi tre gran premi, ottenendo un totale di 322 punti, dove 3+2+2 fa 7, numero dei titoli vinti dal suo ex compagno di squadra."
Britney Bitch: "Chi, Nakajima a briscola? Sì, era piuttosto forte, lo ammetto. In ogni caso qual è la domanda?"
L'Autrice(C): "Durante il corso della stagione sei diventato papà. Com'è cambiata la tua vita?"
Britney Bitch: "Eh, adesso non posso più imprecare durante i team radio, se voglio fare credere a mia figlia di essere l'unico pilota educato in mezzo a una mandria di scaricatori di porto."
Gangster Rapper: "Gli scaricatori di porto se ne vanno in giro in mandrie? Cosa sono, mucche?"
Britney Bitch: "No, tori."
Gangster Rapper: "Quindi fammi capire, siamo tutti piloti della Redbull in incognito?"
Britney Bitch: "Esatto."
Gangster Rapper: "Oh my Feliii cry, sono spiazzato."
Britney Bitch: "Sì, ma sorridi! Sei un pilota della Redbull, dopotutto!"
Gangster Rapper: "Oh my Daniii Smile."
L'Autrice(C): "Sì, però, decidetevi. Se non volete più parlarvi, non potete mettervi a fare conversazione nel bel mezzo di un'intervista. Tu non hai niente da fare, Rapper?"
Gangster Rapper: "Ora mando un whatsapp a Rihanna e le chiedo dov'è. Magari se è qui nei dintorni ci vediamo."
L'Autrice(C): "Tornando a te, Britney, quando hai capito che avresti perso il titolo?"
Britney Bitch: "Quale titolo? C'era un titolo da vincere? No, guarda, a me queste cose non m'interessano, io corro solo per la gloria."
Gangster Rapper: "Gloria Gaynor? Sapevo che anche tu avevi un debole per le cantanti! Però lascia che te lo dica, te ne puoi permettere una anche più giovane. Magari chiedo alla Nicole se ti può presentare una delle Pussycat Dolls."
Britney Bitch: "Sono un uomo sposato. Sai cosa penserebbe mia moglie, se sentisse questa intervista?"
Gangster Rapper: "Cosa?"
Britney Bitch: "Che in Mercedes tutti fumano erba indiana!"
Gangster Rapper: "E che cosa c'è di male? Dopotutto è la verità."
L'Autrice(C): "A proposito di India e di Force India, sentiamo anche l'opinione del pilota di riserva di Mercedes e Force India, Pascal Wehrlein, conosciuto anche come Werly. Cosa ne pensi di questa stagione?"
Werly: "Mi sono annoiato. Il prossimo anno cercherò di fare qualcosa di più costruttivo, come ad esempio commentare le gare su twitter."
L'Autrice(C): "Ottima cosa, è il passatempo preferito di chi a lungo andare si annoia a guidare per il giardino. Ora comunque passiamo oltre e dedichiamoci al terzo classificato, Sebastian Vettel, alias Sebbyyyy, con 278 punti... se ne avesse conquistati 150 in più anziché Sebbyyyy l'avremmo definito Kulettel o Fortunettel."
Sebbiiii: "Di che cosa stai parlando? Non vedi che la mia tuta è rossa?"
L'Autrice(C): "Okay, parliamo di cose serie. Quest'anno hai vinto tre gare..."
Sebbiiii: "Come Dani Smile l'anno scorso. Oh, e l'ho anche messo in quel posto alle Redbull. E sono diventato papà per la seconda volta, ma non andarlo a dire in giro."
L'Autrice(C): "Lo sanno tutti, ormai. La Klein Kind Matilda è nata all'incirca quando è nata anche la Kleine Prinzessin Alaia. Chi delle due diventerà la futura moglie del Petit Bebé Simon?"
Sebbiiii: "Non ho mai confermato di avere avuto una seconda figlia. Ci tengo alla mia vita privata."
Gangster Rapper: "Anch'io, per questo la metto in piazza."
Sebbiiii: "Ehi, rapper, cosa ci fai da queste parti? Sei venuto a elemosinare un passaggio perché hai distrutto la tua macchina facendo strike in un parcheggio?"
Gangster Rapper: "E' tutto l'anno che mi prendi per i fondelli, la vuoi smettere almeno nelle interviste di fine stagione?"
Sebbiiii: "Sei tu che sei comparso così dal nulla. Perché non te ne vai a un tea party insieme al tuo compagno di squadra? Così magari vi chiarite lanciandovi addosso le tazze."
Britney Bitch: "Nessuno di noi due è lo Spaccabottiglie, qualora tu te ne sia dimenticato."
L'Autrice(C): "Oh, a proposito di bottiglie è giunto il momento di passare ai Finnish Bros, Kimi Raikkonen e Valtteri Bottas, altresì noti come Iceman e Bo77as, si sono classificati rispettivamente quarto e quinto nella classifica finale, con 150 e 136 punti, dopo essersi lungamente contesi il quarto posto. Attualmente si stanno contendendo invece una confezione formato famiglia di bottiglie di vodka. Ehi, voi due, vi degnate di ascoltare?"
Iceman: "La vodka è tutta mia! Questo impostore vuole rubarmela, così come ha cercato di rubarmi il quarto posto in classifica e il volante."
Bo77as: "No, la vodka è mia e sei tu che la stai rubando a me, così come mi hai rubato anche tutto il resto, e questo non è affatto professionale."
Iceman: "Leave me alone, I know what I'm drinking."
Bo77as: "Appunto, stai bevendo roba mia. Kulettel, porta via il tuo compagno di squadra prima che commetta un finnicidio!"
Sebbiiii: "Vi ricordo che la stagione è finita e che c'è talmente tanta vodka che potete berne a fiumi da adesso fino a marzo. Smettetela di comportarvi come uno Spaccabottiglie qualsiasi quando è ubriaco fradicio."
Lo Spaccabottiglie: "Chi mi ha chiamato?"
Sebbiiii: "E tu cosa ci fai qui?"
Lo Spaccabottiglie: "La Williams mi ha ingaggiato come sostituto qualora i piloti titolari rimanessero feriti in una rissa tra ubriachi. Oppure mi ha ingaggiato per prendere parte alle risse tra ubriachi come loro sostituto... quindi, Bo77as, levati immediatamente di torno, che ci penso io."
Sebbiiii: "Oh my Feliiii cry."
L'Autrice(C): "Oh, sì, eccoci, mi stavo perdendo un passaggio. Felipe Massa, più comunemente noto come Feliiii o come il Gufo di Interlagos, si è classificato sesto con 121 punti."
Feliiii: "Fuck yeaaaaaahhhhhhh! Festa nazionale! <3 Sambaaaaaa partyyyyyy! Ora scusami, sono un po' troppo impegnato con i festeggiamenti. Lascio la parola al mio PR."
Feliiiipinho: "La Pequeña Chiquita Victoria è la mia futura moglie."
Feliiii: "Ma dovevi parlare della mia stagione, non di gossip. T.T"
Feliiiipinho: "La Pequeña Chiquita Victoria mi ha promesso che mi sposerà, se batterò il Petit Bebé Sachà al Gran Premio dei Tricicli che si svolgerà la prossima settimana. E io sono sicuro che vincerò e che umilierò pubblicamente il Petit Bebé Sachà togliendogli il sacchetto di carta che ha in testa, anche se il padre cercherà di difenderlo a colpi di baguette! Per lei sono disposto a correre qualunque rischio."
L'Autrice(C): "Torniamo a te, Feliiii, parlando di padri che cercano di difendere i figli a colpi di baguette... oh, aspetta, in Olanda non hanno le baguette... però si fanno le canne. Pensi che Verstiiii Sr avesse fumato quando ti ha accusato di essere a fine carriera solo perché avevi osato criticare l'aggressività di suo figlio, venendo elogiato da dei suoi fan su un blog, in cui criticavano te dicendo che i tuoi risultati sono troppo scarsi per essere preso in considerazione?"
Feliiii: "Penso che Verstiiii Sr fumi sempre, a prescindere, tanto per stare sicuro, e a quanto pare anche i suoi tifosi vintage che criticano i miei risultati. In ogni caso, se suo figlio ha bisogno di un intermediario per parlare con me, anch'io ho bisogno di un intermediario per discutere civilmente con Verstiiii Sr. Spaccabottiglie, ci pensi tu quando hai finito di picchiare Iceman?"
Lo Spaccabottiglie: "Sì, certo! Spero che mi rimanga qualche bottiglia da portare con me per l'occasione!"
L'Autrice(C): "Inoltre, Feliiii, sei stato squalificato dal gran premio di casa."
Feliiii: "Ci sono cose ben peggiori che potrebbero capitare nella vita, come ad esempio essere squalificato dal letto di casa, cosa che è capitata al Gangster Rapper con la sua Pussycat Doll."
Gangster Rapper: "La finite di interpellarmi? Non ho tempo per queste cose, sto messaggiando con Rihanna!"
L'Autrice(C): "A proposito di donne, vediamo di interpellare anche colei che è stata al vostro fianco come bella statuina ufficiale del team Williams."
Voce fuori campo: "There's a she wolff in pitlane, coming out, coming out, coming out..." [cit. Ransie]
Susina: "Okay, è il momento coming out. Ebbene, ho deciso di lasciare mio marito e di mettermi insieme a Carmen Jordà. Oh, scusate, quello era lo scherzo che dovevo fare il prossimo primo aprile. In realtà l'unica cosa che ho deciso è di lasciare la Formula 1, questo mondo crudele che non mi ha mai permesso di trovare un volante."
Voce fuori campo: "Scusa, ma non potevi fartelo comprare da tuo marito? O se i motori sono veramente la tua passione, non potevi andare a correre nelle gare di tosaerba? Confessa! La verità è che appendi il casco al chiodo perché sei incinta."
Susina: "No, non è assolutamente vero! E se anche lo fosse, non sarebbero fatti vostri. Chissà, magari sarà una bambina, così le combinerò un fidanzamento con il Petit Bebé Simon."
Britney Bitch: "Ehiiiii, quello è il fidanzato di Alaia!"
Sebbiiii: "WTF?!?!?! Il Petit Bebé Simon è il fidanzato di Matilda!"
Britney Bitch: "Mi stai dicendo che dovrò dare mia figlia in sposa a Robin Ice?"
L'Autrice(C): "Oh, a proposito, anche Iceman è diventato papà..."
Sebbiiii: "Robin Ice è il futuro marito di Emilie!"
Susina: "E' così problematico mettere al mondo dei figli? Okay, ho cambiato idea, non diventerò mamma, è meglio diventare una cat lady."
Feliiii: "Vuoi un gatto nero? Io ne ho diciannove!"
L'Autrice(C): "Okaaaaayyyyy, passiamo oltre, perché settimo e ottavo in classifica ci sono Daniil Kvyat, il Russo di Roma, altrimenti noto come Kiwi, e Daniel Ricciardo altrimenti detto Dani-Smile, com 95 e 92 punti. Cos'avete da dire?"
Kiwi: "Che siamo dei fighi!"
Dani-Smile: "Certo che lo siamo... XDDDDDDDDDD E comunque attendo ancora il momento in cui spaccherò il cu*o a tutti."
Kiwi: "Intanto non l'hai spaccato a me, ed è questo che conta."
Dani-Smile: "Non te l'avrò spaccato, ma credo di avertelo ammaccato quella volta in cui ti ho fatto inciampare e cadere a terra mentre ci stavamo allenando in gran segreto per il Valzer della Pioggia Torrenziale."
L'Autrice(C): "A proposito, complimenti."
Dani-Smile: "Perché, balliamo bene?"
L'Autrice(C): "No, però mi hai dimostrato che non importa quanto un pilota possa starmi leggermente sulle scatole così a pelle, prima o poi qualunque pilota riuscirà a fare qualcosa che mi aprirà gli occhi e mi farà capire che tutti i piloti sono adorabili... anche se lo scoiattolino nerd Gutiiii rimane il più figuratamente minichoupi di tutti."
Gutiiii: "Aaaawwww. A proposito, perché non mi hai citato? Sono insindacabilmente il the best dei the best, quest'anno indossavo indumenti rossi tanto per apparire più figo e mi sono anche ritrovato con il cu*o su una Haas, sempre ammesso che la Haas veda davvero la luce del prossimo campionato."
Grosjiiii: "Lo metti in dubbio, traditore degli U.S.A.-caput-mundi? Orroreeeeehhhh!"
L'Autrice(C): "Grosjiiii, perché non vai a comprare una baguette nel frattempo? Prima ci sono i Force India Boyssss a completare la top-ten, con Sergio Perez o Checooooo con 78 punti e Nico Hulkenberg, Hulk il Signore e Padrone di Le Mans, con 58. A proposito, signore e padrone di Le Mans, perché a Le Mans ha ottenuto un risultato spettacolare mentre in Formula 1 te lo sei fatto mettere in quel posto da Checoooo?"
Hulk: "Strategia di mercato. Sai, con il ritorno del gran premio del Messico, bisognava dare una ragione di felicità ai messicani."
Checoooo: "Cosa, cosa, cosa?!?!?!? Ti faccio notare che io quest'anno ho ottenuto un podio dopo un Finnish Party a cui non ero nemmeno stato invitato!"
Lo Spaccabottiglie: "Io invece al Finnish Party sono stato invitato eccome. C'erano tante bottiglie vuote. Ne ho fatto buon uso."
Checoooo: "Buono a sapersi. Comunque i messicani mi amano incondizionatamente, non dipende dai risultati. Mi amano come i brasiliano amano Feliiii, come gli italiani amano la Ferrari e come..."
Grosjiiii: "Come io amo le baguette!"
Checoooo: "E tu cosa vuoi?"
Grosjiiii: "Niente, se non annunciare che, come da previsione del Petit Bebé Sachà mi sono classificato, sotto il falso nome di Romain Grosjean, 11° nella classifica generale, e come da previsione del Petit Bebé sAImon (perché la Sindrome di Maicol colpisce anche i francesi) l'ho fatto conquistando 51 punti, due in più di Max Verstappen, quello che tutti amano o che tutti odiano incondizionatamente."
Verstappino: "Il mio parere è che gli adulti sono strani. Per loro non esistono sfumature. O sono un campione o sono un cesso. Yeaaaaahhhhh! Ho sempre sognato un giorno di diventare un adulto col paraocchi che non ammette mezze misure!" *Lancia in aria il biberon rubato al compagno di squadra.* "Essere un adulto col paraocchi che non ammette mezze misure è però secondario all'essere un cinnamon roll. Sono sicuro di esserlo diventato."
L'Autrice(C): "Okay, soprassediamo e proseguiamo con il 13° classificato, Luiz Felipe De Oliveira Nasr altresì noto come Felipe Nasr, Felipe Naser, Felipe Nars, Felipe Nasser, Felipe Massa... e chi più ne ha più ne metta. Con i suoi 27 punti l'Altro Felipe è stato uno dei due piloti che hanno conquistato 27 punti, anche se l'altro si è classificato 14° perché quei 27 punti sono quelli della raccolta del supermercato, uno a ogni incidente, Pastor Rafael Maldonado Motta, AKA Maldiiii. Gente, applaudite questi due sex symbol!"
Il pubblico: "Altro Felipe sei un gran figoooooooo! *_________* Spogliati subito e facci ammirare il tuo splendore!"
Altro Felipe: "Ehm... scusate, mi sento più a mio agio, quando indosso la tuta."
Maldiiii: "Io invece mi sento più a mio agio in mutande. Quindi facciamo che ora mi tolgo la maglia e..."
Il pubblico: "Maldiiiii, sei un ces........................" *Maldiiii si toglie la maglia e se la mette in testa in stile sacchetto di carta.* "...Oh my Feliiii cry, sembri una statua! Maldiiii our love!"
L'Autrice(C): "Eh sì, questo è stato un plot twist non indifferente. così come è stato un plot twist non indifferente il fatto che Carlos Sainz Jr, altrimenti noto come Carlos Fanboyzzzzzz!!!111!!!oneoneone!!111!!! si sia classificato di ben due posizioni più avanti rispetto al suo idolo, conquistando 18 punti."
Fanboyzzzz: "Il mondo è ingiusto!!!111!!!!11!!! Il mondiale lo doveva vincere il mio idolo F3RnY!!1111!!!!11!!! E Verstappino è un ladro di biberon! Restituiscimelo subito!"
Verstappino: "Non dopo che mi hai rubato il ciuccio!"
Fanboyzzzz: "E tu mi hai rotto una ruota al camion dei pompieri!"
Verstappino: "E tu hai fatto delle avance troppo volgari alla mia bambola vivente preferita!"
L'Autrice(C): "Ecco un altro plot twist che nessuno si aspettava... Okay, stiamo degenerando, quindi andiamocene tutti a casa dato che abbiamo già finito i piloti... Anzi, no, vedo due tipi dall'aria sconsolata laggiù in un angolo che, dal basso dei loro 16 e 11 punti, tentano di nascondersi dietro una pianta carnivora, che in questo momento ha appena azzannato il fondoschiena di uno di loro. Si tratta di Jenson Button, altrimenti detto Jensiiii, che fa sì che la migliore delle McLaren quest'anno si sia classificata 16°, battendo di una posizione la Marussia 2014. Fernando Alonso detto Ferniiii, invece, essendo 17°, batte ancora una volta di una posizione la Sauber nel 2014. Eh, cos'altro dire, se non che questi sono i veri traguardi a cui chiunque aspira nella vita?"
Ferniiii: "Se permetti io aspiravo a qualcosa di più."
Jensiiii: "Del tipo?"
Ferniiii: "Del tipo che le piante carnivore non snobbassero il mio cu*o, per esempio. Perché mai il tuo dovrebbe essere ritenuto più gustoso del mio?"
Jensiiii: "Fascino latino."
Ferniiii: "Ma tu non sei latino!"
Jensiiii: "Sono un brasiliano onorario, è per questo che ogni tanto l'Autrice(C) si appella a me chiamandomi Jensinho! Sambaaaaa partyyyyy!"
L'Autrice(C): "L'ultimo pilota a conquistare punti è stato Marcus Ericsson, ne ha fatto esattamente nove e, pur non essendo andato neanche così tanto più lento di Luigi Filippo, ha provveduto comunque a fare la figura di quello che non conclude nulla."
Sonyericson: "Piano con le accuse, io intanto l'anno scorso ho battuto lo Scoiattolino Nerd!"
L'Autrice(C): "Quello non fa testo, ci sono riusciti tutti."
Gutiiii: "Nobody loves me!"
Sonyericsson: "Taci, Scoiattolo, questo è il mio momento di gloria. Su incarico dell'Autrice(C) non mi resta che acclamare i piloti che si sono classificati 19°, 20° e 21°, senza ottenere punti. Si tratta, nell'ordine, dei Marussia Boysssss, nell'ordine Roberto Merhi AKA lo Spazzino della Pitlane o Bloody Merhi..."
Bloody Merhi: "YAY! Yo soy el boss!" *Agita festosamente la scopa.*
Sonyericsson: "...Alexander Rossi..."
Alex Non Sono Valentino Rossi: "Yeah! Finalmente ho appoggiato il cu*o su un sedile."
Sonyericsson: "...e per finire" si guarda intorno con aria perplessa... "e questo chi è? Da dove viene fuori? Who's that guy?"
Who's That Guy: "Mi chiamo Will Stevens. Ti dice niente questo nome?"
Sonyericsson: "Sinceramente no."
Ferniiii: "Nemmeno a me."
Who's That Guy: "Ma come?! Dopo che sei stato il mio compagno di griglia per tutto l'anno? Il mondo è ingiusto!"
Ferniiii: "Indubbiamente, se non lo fosse sarei stato proclamato campione del mondo 2015."
L'Autrice(C): "E mentre c'è chi sogna a occhi aperti, proprio come quando da bambino sognava di guidare una McLaren Honda, non resta che citare il 22° classificato, autore di sei giri al gran premio d'Australia, dove per sei giri si intendono in totale prove libere + qualifiche + giro di formazione, prima che il motore lo abbandonasse. Si tratta dell'ormai ex McLaren Boy Kevin Magnussen, noto anche come Magnum o come Kmag. Ah, ovviamente non l'abbiamo invitato al raduno. Per quale motivo avremmo dovuto, dopotutto? E ora, per schiarirvi un po' le idee, vi lascio con le classifiche."

CLASSIFICA PILOTI:
1. Lewis Hamilton - Mercedes 381
2. Nico Rosberg - Mercedes 322
3. Sebastian Vettel - Ferrari 278
4. Kimi Raikkonen - Ferrari 150
5. Valtteri Bottas - Williams 136
6. Felipe Massa - Williams 121
7. Daniil Kvyat - Redbull 95
8. Daniel Ricciardo - Redbull 92
9. Sergio Perez - Force India 78
10. Nico Hulkenberg - Force India 58
11. Romain Grosjean - Lotus 51
12. Max Verstappen - Toro Rosso 49
13. Felipe Nasr - Sauber 27
14. Pastor Maldonado - Lotus 27
15. Carlos Sainz - Toro Rosso 18
16. Jenson Button - McLaren 16
17. Fernando Alonso - McLaren 11
18. Marcus Ericsson - Sauber 9
19. Roberto Merhi - Manor Marussia 0
20. Alexander Rossi - Manor Marussia 0
21. Will Stevens - Manor Marussia 0
22. Kevin Magnussen - McLaren 0

CLASSIFICA COSTRUTTORI:
1. Mercedes 703
2. Ferrari 428
3. Williams 257
4. Redbull 187
5. Force India 136
6. Lotus 78
7. Toro Rosso 67
8. Sauber 36
9. McLaren 27
10. Manor Marussia 0

In finale di commento credo che sia giunto il momento di togliermi la mia maschera di trollona e di fare, più o meno per la prima volta in tutta la serie dei Commenti 2015, la persona seria e di rispondere schiettamente alle domande che forse qualcuno di voi vorrebbe pormi. Chiunque volesse eventualmente farmene altre, è libero di farlo.
Il lettore medio: "Ora vogliamo saperlo. Tu chi speravi che vincesse il mondiale, Hamilton o Rosberg?"
L'Autrice(C): "Mi piace pensare che ci siano piloti nati per vincere titoli e piloti nati per arrivare secondi. Se questi ultimi sconvolgono le aspettative è un bene, mentre se a vincere sono i primi è semplicemente un confermarsi di ciò che tutti sapevano il che è ugualmente un bene. Un mondiale più combattuto fino alla fine non mi sarebbe dispiaciuto, ma non si può avere tutto dalla vita."
Il lettore medio: "La tua risposta non mi convince. Ti stai nascondendo dietro dei luoghi comuni."
L'Autrice(C): "Okay, ho capito, sei uno di quelli che preferiscono pensare che avrei digerito meglio una vittoria di Rosberg. Confesso che in certi momenti l'ho pensato, anche se non troppo intensamente perché in fin dei conti di come sarebbe andato a finire il mondiale non me ne importava nulla. Le ragioni sono le seguenti: 1) se Rosberg vincesse un mondiale nessuno insinuerebbe più che Schumacher è stato battuto da un pilota scarso, 2) la sua successiva intervista con Stella Bruno potrebbe essere di un'epicità senza limiti, 3) un paio di fangirl di Tumblr che mi stanno antipatiche sono tifose di Hamilton quindi poi potrei ridere alle loro spalle."
Il lettore medio: "Ti sembrano ragioni valide?"
L'Autrice(C): "Effettivamente no, ma i sogni più nel mio stile, tipo vedere Merhi sul podio senza nessuna ragione se non il mio appagamento personale, non sono abbastanza mainstream perché mi vengano fatte domande in proposito."
Il lettore medio: "Chi preferisci tra Merhi, Stevens e Rossi?"
L'Autrice(C): "Merhi. Perché? Perché esiste, punto e basta."
Il lettore medio: "Non ti ho chiesto di giustificare la cosa."
L'Autrice(C): "Allora per parcondicio non avresti dovuto chiedermi giustificazioni nemmeno su Hamilton e Rosberg."
Il lettore medio: "Sono discorsi diversi. Parliamo di Vettel in Ferrari."
L'Autrice(C): "No, non mi va di parlarne."
Il lettore medio: "Invece sì, è stato uno degli argomenti portanti del campionato 2015, specie dopo che ha iniziato a ottenere i risultati che tutti speravamo."
L'Autrice(C): "Ah sì? Non è che per caso sei uno di quelli che un annetto fa lo davano per spacciato perché lo aveva preso in quel posto da Ricciardo? E magari sei uno di quelli che un annetto fa idolatravano Ricciardo a tutto spiano mentre adesso se ne sbattono altamente di lui perché in fin dei conti non è che abbia avuto risultati tanto diversi da quelli di Kvyat?"
Il lettore medio: "Non hai ancora risposto alla mia domanda."
L'Autrice(C): "Okay, ti rispondo." Sforzo di concentrazione. "Vettel è stato un buon investimento per la Ferrari, forse l'unico buon investimento fattibile se la Ferrari vuole vincere dei titoli entro pochi anni. Sono abbastanza certa che ne vincerà un paio. Se vuoi sapere cosa penso su di lui come persona, ne approfitto per aggiungere che mi sembra un tipo professionale e non particolarmente propenso alle sparate contro gli altri, qualità che apprezzo. Se magari si desse una svegliata su altre questioni, mi sembrerebbe un po' più umano. Che bisogno c'è di tenere segreto il nome di sua figlia? O di tenere segreto se lui e la sua compagna sono sposati oppure no? Mi dà un po' l'impressione di essere uno che crede di vivere sotto una cappa di vetro e che non si renda conto che le speculazioni sulla sua vita privata ci sono proprio perché cerca di nasconderne ogni minimo dettaglio."
Il lettore medio: "Non ti ho chiesto di psicanalizzare Vettel."
L'Autrice(C): "Io però l'ho fatto."
Il lettore medio: "Cosa ne pensi di Raikkonen?"
L'Autrice(C): "Penso che sia un tipo strano... oppure che sia un poser che crede di apparire più figo se finge di essere un tipo strano. E' da oltre un decennio che cerco di inquadrarlo in una di queste due categorie, ma non ci sono ancora riuscita e mi sono messa il cuore in pace."
Il lettore medio: "Non puoi dire queste cose. Raikkonen è la personificazione della figaggine."
L'Autrice(C): "Credo che il concetto di che cosa sia figo e che cosa non lo sia dipenda dal gusto personale. Evidentemente il mio gusto personale è diverso dal tuo."
Il lettore medio: "Parlando di piloti, perché nei commenti hai preso per i fondelli alcuni di loro anche per questioni che non hanno a che vedere con il mondo dei motori, mentre con altri non l'hai fatto?"
L'Autrice(C): "Non ho preso per i fondelli Vettel, Rosberg e buona parte dei loro colleghi perché fuori dalla pista non hanno fatto niente che fosse degno di essere preso per i fondelli in un commento. Se e quando lo faranno, provvederò immediatamente a rimediare, ma non è una cosa che dipende da me."
Il lettore medio: "Tornando a parlare di risultati, la McLaren Honda fino a che punto ha deluso le tue aspettative?"
L'Autrice(C): "Non le ha deluse, perché si è resa estremamente pittoresca e i miei commenti vivono su tutto ciò che è pittoresco. A parte gli scherzi, mi aspettavo che la prima stagione non fosse granché. Però non mi aspettavo che lo fosse fino a quel punto."
Il lettore medio: "Sempre parlando di McLaren, hanno licenziato Magnussen con un'email. Cosa pensi di tutto ciò?"
L'Autrice(C): "Anche Kovalainen venne licenziato dalla Caterham con un SMS qualche anno fa. Però, dato che si tratta di Caterham e non di McLaren, la cosa non ha fatto scoop. Il giorno in cui la gente si commuoverà per Kovalainen, io mi commuoverò per Magnussen... oh, e anche per tutti quei poveri piloti della Toro Rosso che si sono ritrovati a piedi per la legittima decisione del team di non rinnovare i loro contratti alla loro scadenza, mentre nessuno spendeva una parola per la mezza dozzina di piloti che la Sauber ingaggiava per il 2015 mettendoli a piedi nonostante diversamente da Vergne e compagnia bella avessero un contratto."
Il lettore medio: "Cosa ne pensi di Magnussen?"
L'Autrice(C): "Penso che somigli incredibilmente a un mio amico dell'epoca dell'università, di cui una volta un nostro compagno di corso disse che somigliava vagamente a Raikkonen. Se io e il mio amico in questione non avessimo smesso di parlarci quattro anni fa, avrei preso in considerazione l'idea di comunicargli questa somiglianza."
Il lettore medio: "Cosa ne pensi di Vergne?"
L'Autrice(C): "Penso che, dato che corre in Formula E, non c'entri un tubo con la Formula 1 2015."
Il lettore medio: "Cosa ne pensi di Gutierrez?"
L'Autrice(C): "Mi sta simpatico."
Il lettore medio: "Che cosa ne pensi di Verstappen?"
L'Autrice(C): "E' forte, ma è meno simpatico di Gutierrez."
Il lettore medio: "Qual è stata la gara più bella di quest'anno?"
L'Autrice(C): "Austin."
Il lettore medio: "Qual è stato il momento più bello di un qualsiasi gran premio di quest'anno?"
L'Autrice(C): "Il duello epico Stevens vs Merhi in Bahrein. Peccato che sia stato vinto da Stevens. E che i piloti non fossero Pic e Glock, il che avrebbe reso tutto ancora più epico."
Il lettore medio: "Di che cosa sentirai la mancanza il prossimo anno?"
L'Autrice(C): "Non leggerò più scritto da nessuna parte 'Marussia Ferrari' e forse non leggerò più nemmeno il nome 'Marussia'. La cosa è molto più traumatica di quanto tu possa immaginare."
Il lettore medio: "Di che cosa hai sentito la mancanza quest'anno?"
L'Autrice(C): "Delle Caterham."
Il lettore medio: "Il 2015 è stata una bella stagione?"
L'Autrice(C): "Tecnicamente sì, ma non l'ho vissuta come tale."
Il lettore medio: "Se potessi tornare indietro nel tempo, che stagione ti piacerebbe rivivere in diretta?"
L'Autrice(C): "Forse nessuna, perché è giusto che le cose si evolvano."
Il lettore medio: "Come speri che si evolvano il prossimo anno?"
L'Autrice(C): "Non sono mentalmente pronta per sperare in qualcosa. Vedremo cosa verrà."
Il lettore medio: "C'è qualcos'altro che vuoi dire?"
L'Autrice(C): "Sì, un'ultima cosa. Ho delle preferenze in fatto di piloti o team. E' da anni, ormai, che non nego nulla. Gradirei di non essere velatamente accusata di essere segretamente una fan di altri piloti come se la cosa fosse un insulto. Non sono fan di Hamilton, non sono fan di Rosberg, non sono fan di Vettel. Mi sembra che a volte qualcuno abbia lasciato intendere di ritenermi fan di qualcuno di loro. Ecco, vorrei dire che ritengo che le cose degradanti, nella vita, siano altre, anche se non mi piace che mi venga cucita addosso l'etichetta di tifosa di Tizio, di Caio o di Sempronio se la cosa non corrisponde a realtà. Dico alla luce del sole di essere una fan della Marussia o che Gutierrez è uno dei miei piloti preferiti. Dovrei ritenere offensivo che qualcuno pensi che tifo un pilota che ha vinto tre gare anziché sei o piuttosto che ne ha vinte sei piuttosto che dieci? No way, non è così che funziona. Chi ha orecchie intenda e rifletta in proposito."
Il lettore medio: "C'è altro?"
L'Autrice(C): "Oh, sì, la cosa più importante. Anche se non ne ho parlato nei commenti di quest'anno, non mi sono dimenticata di Karthikeyan e dei bei tempi in cui illuminava le retrovie. E ora è tempo di smetterla. Ci vediamo nel 2016. Da Milly Sunshine un cordiale saluto."