martedì 29 dicembre 2015

Supereroi

Nella vita c'è un'età in cui non esitiamo a credere nell'esistenza dei supereroi. Tutti siamo passati per questa fase. Magari non tutti crediamo nello stesso tipo di supereroi, ma abbiamo pur sempre la convinzione che possa esistere qualcuno di infallibile.
Se crediamo nell'esistenza di supereroi immaginari, prima o poi arriva il momento in cui li accettiamo come personaggi di fantasia. La questione diventa un po' diversa quando tali supereroi non sono frutto della fantasia di un autore.

Il mio supereroe non ha avuto altri autori che se stesso... certo, se stesso e chi gli stava intorno, non lo metto in discussione, ma sta di fatto che nessuno poteva venire a dirmi: "no, Michael non esiste".
Il mio supereroe è diventato un supereroe per una mera questione di età.
Fosse nato dieci anni prima avebbe perso il suo status di supereroe tra la fine di un secolo e l'inizio dell'altro.
Fosse nato dieci anni dopo non avrei mai iniziato a vederlo come un supereroe.
Invece aveva l'età giusta: l'età giusta per essere un supereroe quando credevo nei supereroi e per portarsi dietro la stessa aura ancora vent'anni più tardi.
C'è chi rappresenta un'epoca. Lui no: lui è stato quello di tutte le epoche, almeno di quelle che ricordo.

Lui è stato quello genuinamente controverso, che ha fatto ciò che ha fatto, nel bene e nel male. Genuinamente controverso, dico, perché in fin dei conti ha sempre messo in mostra null'altro che se stesso. Che poi il concetto di "se stesso" comprenda il ragazzino esuberante, quello commetteva un errore di troppo quando era troppo tardi perché fosse concesso sbagliare, il cyborg vincente e il trollone ultraquarantenne che faceva battute dopo i ritiri (la mia versione preferita di lui, ma questo è un altro discorso).
Quelli che lo dipingevano prima come distruttore dell'umanità poi come salvatore della patria, a seconda del colore che vestiva, dei risultati o dello stato di salute, quelli sono controversi senza essere loro stessi, a mio parere.

Lui è stato un supereroe, per me, almeno fino al giorno in cui ho avuto le prove che non fosse tale.
Quel giorno è stato due anni fa.
Quel giorno ho capito che i supereroi non esistono.
Quel giorno ho capito che statistiche e numeri non hanno valore, se non illusorio.
Sono solo qualcosa di cui un giorno la gente si ricorderà, anche a distanza di decenni, ma di cui il diretto interessato non si fa più nulla.

Sono passati due anni da allora e due anni hanno logorato le mie speranze. Altri eventi mi hanno portato più lontana da quel giorno, a vedere le cose da una prospettiva più distaccata. Ciò non toglie che certi ricordi non si cancelleranno mai.
Mi è rimasta una convinzione: credo che, se quel giorno non fosse andato a sciare, probabilmente presto o tardi gli sarebbe crollato addosso il soffitto del soggiorno mentre era a casa a leggere il giornale o qualcosa del genere. Credo sia stato l'unico al mondo ad essere meno soggetto a disgrazie a bordo di una monoposto che facendo qualsiasi altra cosa.

Non mi dimentico di te, MSC-man.

2 commenti:

  1. "Genuinamente controverso". Una coppia di parole che riassumerebbe benissimo anche il mio pensiero

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  2. Allora ho scelto le parole giuste. Ero un po' in dubbio, ma alla fine mi sono detta che erano quelle che lo descrivevano al meglio.

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