domenica 27 luglio 2014

GP Ungheria: vince Ricciardo

Nell’ultimo weekend di luglio si svolge il gran premio d’Ungheria, l’ultimo primo della pausa estiva, sul circuito dell’Hungaroring.
I giri previsti sono 70 e, a causa di un acquazzone prima della gara, i piloti partono con le gomme intermedie. Essendo definita “gara bagnata”, decade l’obbligo, qualora la pista si asciugasse, di utilizzare sia le soft sia le medium.

Griglia di partenza: Rosberg, Vettel, Bottas, Ricciardo, Alonso, Massa, Button, Vergne, Hulkenberg, Kvyat, Sutil, Perez, Gutierrez, Grosjean, Bianchi, Raikkonen, Kobayashi, Chilton, Ericsson, Maldonado. Partono dai box Magnussen e Hamilton.
Quando parte il giro di formazione, Kvyat che era risalito in decima posizione grazie alla partenza dai box di Magnussen rimane fermo; ennesimo problema stagionale per la Toro Rosso, che a questo modo retrocede in fondo.

Cronaca
Rosberg mantiene la prima posizione, mentre tra i piloti che partono dalla parte sporca della pista non c’è nessuno che ha un buono spunto, almeno davanti. Bottas riesce così a risalire in seconda posizione davanti a Vettel; Alonso nel frattempo ha superato Ricciardo al via e si inserisce anche davanti a Vettel, che però riuscirà a riprendersi la posizione. Nelle retrovie Hamilton finisce in testacoda e sfiora un muro, ma riesce a rientrare in pista.
I primi dieci sono: Rosberg, Bottas, Vettel, Alonso, Button, Ricciardo, Hulkenberg, Massa, Vergne e Perez. La pista è ancora bagnata e le vetture alzano una scia d’acqua, ma proseguendo inizia ad asciugarsi.

Tutto procede regolarmente fino all’ottavo giro, quando Ericsson finisce in testacoda e va a sbattere violentemente. Per fortuna il pilota è illeso. Entra in pista la safety car dietro la quale diversi piloti rientrano immediatamente ai box. I primi quattro proseguono ancora un giro prima di rientrare e si rivela la scelta sbagliata, dal momento che, quando tornano in pista, le prime tre posizioni sono occupate da Ricciardo, Button e Massa, davanti a Magnussen che invece non s’è fermato. Completano la top-ten Rosberg, Vergne, Vettel, Alonso, Hulkenberg e Perez.
Button ha rimesso le intermedie ed è l’unico in pista, oltre a Magnussen che non essendosi fermato ha ancora le gomme con cui è partito, a non essere sulle soft. L’azzardo degli altri piloti si rivela la decisione migliore in quanto, proprio mentre la safety car sta per uscire, Grosjean ha un incidente molto simile a quello di Ericsson e si prolunga la neutralizzazione.

Se in un primo momento, dopo il restart, Button sembra riuscire a guadagnare, tanto che strappa la leadership a Ricciardo, due giri più tardi è costretto a rientrare ai box così come Magnussen. Ricapitolando a questo punto Ricciardo è in testa davanti a Massa, mentre Rosberg perde varie posizioni venendo superato da Alonso e Vergne; dopo il pit-stop delle due McLaren si ritrova quinto davanti a Vettel e a Hamilton che aveva recuperato varie posizioni al momento dell’uscita della safety car.

Si susseguono, più indietro, numerosi incidenti, di cui uno tra le due Force India: Hulkenberg e Perez si toccano, con il tedesco costretto al ritiro mentre il messicano prosegue. Nelle retrovie Bianchi e Maldonado si toccano a loro volta, entrambi riportano danni lievi e riescono a raggiungere i box.
È il 23° giro quando invece l’unica Force India superstite finisce in testacoda lungo il rettilineo principale. Perez ha un violento schianto contro il muro, dal quale esce indenne. Rientra nuovamente la safety car e Ricciardo, Massa e Bottas rientrano ai box. Mentre i due piloti della Williams montano gomme medium, l’australiano continua con le soft.
Tutti gli altri proseguono: Alonso è in testa davanti a Vergne, Rosberg, Vettel, Hamilton, Ricciardo, Massa, Gutierrez, Raikkonen e Sutil a completare la top-ten. Quest’ultimo viene superato da Button al momento in cui la safety car esce di scena, mentre Bottas era rientrato soltanto in 13^ posizione.

Al 33° giro Vettel finisce in testacoda e sfiora il muro. Perde diverse posizioni ma la vettura sembra non avere riportato danni. Poco dopo Rosberg rientra per la seconda sosta, mondando ancora gomme soft. Vergne intanto si vede strappare la seconda posizione da Hamilton.
Dopo secondo il pit-stop finisce il momento di gloria del pilota della Toro Rosso, che precipita nelle posizioni finali della top-ten.
Al 42°, quando tutti i piloti di testa hanno effettuato il secondo pit-stop, le posizioni sono le seguenti: Ricciardo (soft, pit al 23°), Massa (medium, pit al 23°), Alonso (soft), Hamilton (medium), Rosberg (soft), Bottas (medium, pit al 23°), Raikkonen (soft), Vettel (medium).
I piloti con le gomme soft girano più veloci rispetto a quelli con le gomme medium, ma a differenza loro dovranno però o riuscire a gestire le gomme fino alla fine oppure rientrare per una terza sosta, mentre quelli con le medium potranno proseguire fino alla fine (discorso diverso per i due piloti della Williams, che sulle medium hanno già percorso una ventina di giri).

Ricciardo riesce a mettere tra sé e i piloti che lo seguono un certo margine, mentre Massa, Alonso e Hamilton sono vicini, almeno fino al momento in cui Massa rientra ai box per la terza sosta (46°) dove monterà di nuovo gomme medium. Tornerà in pista in sesta posizione davanti a Raikkonen e con lui avrà un acceso duello.
Proseguono per diversi giri ancora i piloti sulle soft e Ricciardo rientra al 54° tornando in pista in quarta posizione. Alonso è primo davanti a Hamilton e Rosberg con quest’ultimo che, su gomme soft, ha recuperato terreno nei confronti del compagno di squadra, ma che dovrà fermarsi di nuovo a differenza dell’inglese che è sulle medium. Rosberg rientrerà al 57° giro, tornando in pista alle spalle di Massa e Raikkonen, ancora in lotta per la posizione, e nei giri che seguiranno riuscirà a superare entrambi risalendo al quarto posto (quarto, perché Bottas era precedentemente rientrato ai box, tornando in pista alle spalle di Vettel).
Alonso sceglie di continuare quindi, a pit-stop ultimati abbiamo tra i primi otto: Alonso, Hamilton, Ricciardo, Rosberg, Massa, Raikkonen, Vettel, Bottas.

Alonso è ormai al limite con le gomme e deve subire la pressione sia di Hamilton sia di Ricciardo che, dopo il pit-stop, ha rimontato parecchio: i primi tre sono staccati di meno di un secondo quando mancano meno di dieci giri alla conclusione. Alonso resiste strenuamente a Hamilton, che a sua volta si difende da Ricciardo... l’australiano, però, dopo vari tentativi al 67° giro si sbarazza del pilota della Mercedes e si lancia all’inseguimento di Alonso, superandolo un giro più tardi e prendendo il largo. Per gli altri due non è finita: devono vedersela anche con Rosberg che, dopo il pit-stop, guadagnava su di loro almeno due secondi al giro. La bandiera a scacchi concede a entrambi il podio, mentre Rosberg deve accontentarsi della quarta posizione. Piuttosto distanti completano la top-ten Massa, Raikkonen (al miglior risultato stagionale), Vettel, Bottas, Vergne e Button.

Risultato
1. Daniel Ricciardo  Red Bull  1:53:05.058 
2. Fernando Alonso  Ferrari  1:53:10.283 
3. Lewis Hamilton  Mercedes  1:53:10.915          
4. Nico Rosberg  Mercedes  1:53:11.419
5. Felipe Massa  Williams  1:53:34.899
6. Kimi Raikkonen  Ferrari  1:53:36.549
7. Sebastian Vettel  Red Bull  1:53:46.022 
8. Valtteri Bottas  Williams  1:53:46.402
9. Jean-Eric Vergne  Toro Rosso  1:54:03.585
10. Jenson Button  McLaren  1:54:12.338
11. Adrian Sutil  Sauber  1:54:13.227
12. Kevin Magnussen  McLaren  1:54:23.523
13. Pastor Maldonado  Lotus  1:54:29.082
14. Daniil Kvyat  Toro Rosso  +1 Lap 
15. Jules Bianchi  Marussia  +1 Lap 
16. Max Chilton  Marussia  +1 Lap 
DNF. E. Gutiérrez  Sauber  +38 Laps 
DNF. K. Kobayashi  Caterham  +41 Laps 
DNF. S. Perez  Force India  +43 Laps 
DNF. N. Hulkenberg  Force India  +51 Laps 
DNF. R. Grosjean  Lotus  +55 Laps 
DNF. M. Ericsson  Caterham  +58 Laps 

I TOP
Il top dei top per me è stato Ricciardo: è l’unico pilota ad approfittare di TUTTE le occasioni che ha avuto e, complice il fatto di avere fatto una gara perfetta, ha tagliato il traguardo in prima posizione, conquistando la seconda vittoria in carriera.

I FLOP
La McLaren: montando le intermedie a Button nel primo pit-stop fanno i fighi per due giri, poi sono costretti a un’altra sosta. Se avessero messo le slick fin da subito forse avrebbero potuto puntare alla top-5.
Anche l’idea della Williams di persistere sulle medium anche nell’ultimo pit-stop non mi è parsa così eccellente, così come l’azzardo della Ferrari di non far rientrare Alonso, visto quello che sono riusciti a fare Ricciardo e Rosberg dopo l’ultima sosta...


Questo commento è stato scritto per F1GC ed è di proprietà della sua Autrice©, illuminata dalla Grande Verità, divampata dal risultato di questo gran premio: le Sacre Cenerentole sono arrivate entrambe in fondo!


sabato 26 luglio 2014

GP Ungheria: Rosberg in pole, Hamilton in ultima fila

L’undicesimo appuntamento del campionato di Formula 1 2014 si svolge in Ungheria, sul circuito dell’Hungaroring. Seguiranno quattro settimane prima del prossimo gran premio.
Le mescole portate dalla Pirelli per questa occasione sono le medium e le soft e, ancora una volta, nelle prove libere le Mercedes si dimostrano decisamente le più performanti.

In Q1, sotto un cielo coperto, si parte subito con l’eliminazione di Maldonado: la sua Lotus lo lascia a piedi ancora prima che abbia completato il primo giro. Non è il solo e il primo colpo di scena è alle porte: dopo il guasto di Rosberg in gara a Silverstone e quello di Hamilton in qualifica a Hockenheim, la Mercedes ha il terzo problema tecnico in tre gran premi consecutivi e dalla vettura di Hamilton inizia a innalzarsi fumo che non lascia spazio ai dubbi. Pare che il problema, stavolta, sia stata una fuoriuscita di benzina, il che fa sì che, oltre ad avere tre problemi tecnici consecutivi, la Mercedes abbia anche avuto tre problemi completamente diversi l’uno dall’altro, lasciando intendere che, in quanto ad affidabilità, non sia sullo stesso livello che per la velocità.

Non è comunque finita: vista l’impossibilità per Maldonado e Hamilton di qualificarsi e il fatto che Marussia e Caterham sono come al solito le vetture più lente, tutti gli altri team non mandano i piloti in pista per un run sulle gomme soft; anzi, più d’uno non scendono in pista nemmeno con un secondo set di gomme medium... e a farne le spese è Raikkonen (che, per onore di cronaca, nel suo unico tentativo aveva comunque girato decisamente più lento del compagno di squadra) che rimane fermo ai box mentre i piloti dei “nuovi team” sono in pista con le soft. Bianchi lo batte di pochi centesimi e conquista l’accesso a una Q2 in cui, in effetti, non ci sono particolari sorprese.

Non passano la seconda manche Kvyat, autore di un testacoda nelle fasi conclusive, Sutil, Perez per problemi tecnici, Gutierrez, Grosjean e ovviamente Bianchi che, a parità di gomme soft, non poteva certo competere con le altre vetture.

Sono tre i team che portano tutte e due le vetture in top-ten: la Redbull, la Williams e, per una volta, anche la McLaren.
La Q3 inizia sotto la pioggia: vari piloti commettono delle sbavature, ma il momento cruciale è quello in cui Magnussen va a sbattere, facendo esporre la bandiera rossa quando l’ultima manche è iniziata da appena due minuti.
Si ricomincia poco dopo, con dieci minuti ancora disponibili. Nel frattempo il rapido acquazzone è terminato e, dato che la pista va asciugandosi, si assiste a una Q3 in cui i tempi migliorano progressivamente almeno per tutta la prima parte. Rosberg, che in un primo momento si era trovato davanti diverse vetture, prolunga il primo run. Molti dei suoi avversari scelgono di rientrare in modo da montare subito un altro set di gomme. Alla fine nessuna delle strategie si rivela migliore dell’altra, dato che anche chi era rimasto in pista rientra in tempo per fare un ultimo tentativo.

Rosberg conquista un’ulteriore pole position, ma senza dare un significativo gap a Vettel che girava quasi sui suoi tempi e che lo affiancherà in prima fila, davanti a Bottas, Ricciardo, Alonso e Massa a completare le prime due file davanti a Button.

Il risultato, in sintesi, è stato il seguente:

1^ fila: 1. Rosberg Mercedes – 2. Vettel Redbull
2^ fila: 3. Bottas Williams – 4. Ricciardo Redbull
3^ fila: 5. Alonso Ferrari – 6. Massa Williams
4^ fila: 7. Button McLaren – 8. Vergne Toro Rosso
5^ fila: 9. Hulkenberg Roce India – 10. Magnussen McLaren
6^ fila: 11. Kvyat Toro Rosso – 12. Sutil Sauber
7^ fila: 13. Perez Force India – 14. Gutierrez Sauber
8^ fila: 15. Grosjean Lotus – 16. Bianchi Marussia
9^ fila: 17. Raikkonen Ferrari – 18. Kobayashi Caterham
10^ fila: 19. Chilton Marussia – 20. Ericsson Caterham
11^ fila: 21. Hamilton Mercedes – 22. Maldonado Lotus


Questo commento è di proprietà della Somma Adoratrice della Sacra Cenerentola, altresì nota come Autrice©. Ogni riproduzione senza citarne la fonte comporterà una serie inequivocabile di macumbe da parte del Sommo Gatto Nero do Brasil, macumbe che gli si ritorceranno contro lui stesso e, di conseguenza, contro i piloti che gli partiranno vicini, tra cui il Divino Imperatore di Maranello e del mondo. Lasciate quindi che il buonsenso vi conduca lungo la strada giusta (ovvero quella lungo la quale non sta passando Ide)...

venerdì 25 luglio 2014

Cinque anni dopo...

Quel giorno il cronometro si inceppò, come a simboleggiare qualcosa che non andava. Era come se il tempo si fosse fermato per un istante e, in un attimo, avesse sfracellato tutte le mie convinzioni e mi avesse fatto capire che sapere è sempre meglio che non sapere.
Era un stagione strana, in cui un team quasi uscito dal nulla stava dominando il mondiale e in cui un altro team, che era in Formula 1 da appena cinque anni, era sul punto di raggiungerlo. Era una stagione strana, ma non aveva importanza: era il segno di qualcosa che stava inequivocabilmente cambiando e stava cancellando dalla mia mente il fatto che l’eterna sfida tra Ferrari e McLaren, con cui ero cresciuta, iniziava ad essere ormai anacronistica. Non ho mai disprezzato il cambiamento, forse perché raramente ho incentrato su un team la mia visione della Formula 1.
In quel 2009, comunque, c’era allo stesso tempo tanto e poco di nuovo. C’era chi vinceva, c’era chi non vinceva e cercava di appigliarsi al regolamento per cambiare le sorti del campionato... insomma, quello che accade ogni anno!

Era un pomeriggio di luglio e, piazzata davanti al televisore, mi chiedevo se la Brawn avrebbe centrato la prima fila o se avrebbe dovuto accontentarsi di essere battuta da qualcun altro.
Il responso arrivò alla fine della Q2: Barrichello fuori, dato che girava su tempi che non gli avrebbero consentito di puntare alla top-ten. E poi vidi una vettura rossa conficcata nelle barriere, una di quelle scene da “e questo chi è? Raikkonen o Massa?” Su chi sarebbero piovute le critiche di quei tifosi sempre pronti a denigrare con la fretta con cui salivano sul carro dei vincitori? “Ha il casco verde-oro, quindi è Massa.” Una constatazione logica tira l’altra. “Perché proprio adesso, che era già in top-ten?”
Seguì qualche istante di revival, nella mia mente. Una vettura rossa conficcata nelle barriere mi ricordava l’incidente di Schumacher a Silverstone dieci anni prima. “Sono passati dieci anni” mi dissi. “Ormai le vetture sono più solide.”

Non era una scena da “perché proprio adesso?”, me ne resi conto più che il tempo passava. Quel pilota che tre anni prima, la prima volta che era salito sul podio, mi aveva fatto provare il primo e unico “colpo di fulmine” motoristico della mia vita, quello che in Brasile nel 2006 indossava una tuta verde-oro, quello che nel 2007 al Nürburgring si era messo a litigare con Alonso in mondovisione mandandolo a cagare durante le telecamere, quello che in Brasile nel 2008 mi aveva fatto vivere i 38 secondi più lunghi della mia vita... beh, quel pilota era immobile, in una vettura conficcata nelle barriere. Questo significava una cosa sola: quell’incidente era più grave di quanto potesse sembrare in un primo momento. Al giorno d’oggi è una delle ragioni per cui a volte mi capita di fare un salto sul divano anche in casi di incidenti dall’apparenza un po’ più soft.

Barrichello fu intervistato e disse che dalla sua macchina si era staccata una molla, quello era il motivo per cui la sua qualifica era stata al di sotto quelle aspettative.
In quel momento non ci feci caso. Soltanto pochi minuti più tardi avrei scoperto che quella molla, come una scheggia impazzita, era stata la causa di tutto.
Tutti sappiamo come andarono le cose, e non ha molto senso stare a ripeterle. L’unica cosa che voglio dire è che, se da un lato è vero che dopo Felipe non ha più ottenuto nemmeno una vittoria, in realtà tornare in F1 credo che sia stata la vittoria più grande e più importante.

Quindi Felipe, mi raccomando, questo weekend keep calm e spacca il culo a tutti! U.U


martedì 22 luglio 2014

#10: Commento al Gran Premio di Germania – Hockenheim, 18-20 Luglio 2014



DISCLAIMER: NESSUNO SEMBRA ACIDO QUANDO SCRIVE DELLE CA**ATE. QUANDO SI SCRIVONO GRANDI VERITÀ TRAVESTITE DA CA**ATE, INVECE, IL DISCORSO CAMBIA.
IN QUESTO COMMENTO NON MI SONO RISPARMIATA E LE VITTIME DI OSSERVAZIONI ALQUANTO ACIDE SONO PARECCHIE. PER CHI NON FOSSE PSICOLOGICAMENTE PRONTO, C’È UNA X IN ALTO A DESTRA IN CIMA ALLA PAGINA...

Un cordiale saluto ai miei lettori dall’Autrice© altresì nota come Sunshine, un’autrice di commenti estremamente sofisticati e di estremo rilievo.
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Wait, wait, wait, che cos’è questa novità? Lasciamo che a fare il galletto vantandosi dei suoi risultati sia qualcun altro che su Twitter ci ricorda come abbia vinto nelle ultime due occasioni in cui si è ritrovato a Hockenheim, venendo acclamato dalle sue migliaia di fan. Se più o meno una decina d’anni fa qualcun altro si fosse vantato delle vittorie al Redbullring che ancora non si chiamava Redbullring, la reazione sarebbe stata indubbiamente diversa. Questa è la dimostrazione che tra Ferniiii e Schumiiii ci sono certe differenze, tra cui quella che uno dei due non è mai stato per nove stagioni di fila senza vincere un titolo.
E ora, miei cari lettori che avete deciso di proseguire nella lettura di questo blasfemo commento nonostante una X in alto a destra avrebbe potuto consentirvi di mantenere la vostra coscienza immacolata senza leggere commenti negativi nei confronti di Sua Maestà, non mi resta che approvare la vostra scelta: i commenti negativi nei confronti di Ferniiii sono già finiti e adesso iniziano quelli contro altri piloti.

Stavolta la Susina [CIT. Tiger] è tornata in pista nelle libere 1, mentre Bo77as seguiva le prove libere dai box sognando a occhi aperti il momento in cui sarebbe salito di nuovo sul podio, conseguendo un risultato memorabile: potersi scolare nuovamente lo champagne in mondovisione. Già che c’era può darsi che abbia fatto qualche macumba contro il compagno di squadra, ma effettivamente non vedo perché dovesse farlo: tanto gufare Feliiii o non gufarlo conduce allo stesso risultato, tranne che (finora) in Brasile dove generalmente ha un po’ meno sfiga che altrove... in questo modo la legge del caso si è lavata la coscienza per l’enorme pacco di sfiga che ha concesso a Rubinhoooo anni fa nei suoi gran premi di casa che si concludevano generalmente con un ritiro.
Pare che Checoooo non abbia fatto commenti in proposito, almeno per una volta, e che a dire la verità non abbia fatto commenti nemmeno nei confronti di altri colleghi. Sarebbe stato estremamente figo vederlo come compagno di squadra di Montoya, probabilmente avrebbero litigato a ogni gran premio.

Di fatti interessanti non ne sono capitati altri al venerdì, perciò è meglio occuparci di quello che è successo il venerdì precedente: Rosbiiii s’è sposato a Montecarlo, ha postato una foto del matrimonio su Twitter e in quella foto sembrava vagamente un principe delle fiabe.
Per chi non se lo ricordasse sua moglie si chiama Vivian, ha 29 anni, è fidanzata con lui da oltre un decennio, fa l’architetto e ha progettato l’area hospitality della Caterham.
Pare che il gangster rapper non gli abbia fatto gli auguri su Twitter e, a giudicare dall’acconciatura che aveva in questo weekend, non sia stato invitato al matrimonio, perché penso che se si fosse presentato al matrimonio pettinato a quel modo l’avrebbero cacciato fuori a calci!
Hammiiii: “Autrice, perché devi criticare la mia acconciatura? Non mi trovi estremamente sexyyyyyy?”
Autrice: “Ehm... la mia attrazione per chi si veste da rapper è pressoché inesistente, così come per chi ha le braccia interamente tatuate e se ne va in giro pettinato in quel modo.”
Hammiiii: “Nobody loves me. T.T È un complotto di Rosbiiii e del suo parrucchiere.”
Rosbiiii: “Io ho stile e sono la brutta copia di Leonardo Di Caprio.”
Voce fuori campo: “Di Caprio è truccato e photoshoppato. Rosbiiii è appena uscito dall’abitacolo dopo due ore di gara. L’aspetto di Rosbiiii è migliore di quello di Di Caprio. Chi è la brutta copia di chi?”
Autrice: “Adesso però smettetela, che sembra il commento al gran premio scritto da una fangirl.”
Rosbiiii: “Se fossimo nel commento di una fangirl io mi sarei sposato per coprire la mia relazione clandestina con... mhm... vediamo un po’... ah, sì, ve lo confesso, ho una love story con Checoooo! Ci lowwwwwiamo tantissimo. *-*”
Checoooo: “Posso ricordarti che l’anno scorso mi hai definito un pirla durante un’intervista? È questo il modo in cui mi ami?”
Rosbiiii: “Certo, se non ti amassi, anziché darti del pirla ti avrei inseguito armato di mazza da golf, cosa che fanno tutti i nostri colleghi.”
Checoooo: “Nobody loves me. T______T E dire che sono sempre così puccioso e che dico sempre cose simpatiche e piacevoli su chiunque.” *Si guarda intorno allarmato.* “Ehi, cosa sono tutte quelle baguette puntate contro di me?”
Maldiiii: “Ce le siamo fatte portare da JEV appositamente per infilartele una dopo l’altra in quel posto. Sei contento?”
Rosbiiii: “Non preoccuparti, Chequito, nessuno oserà farlo. Dovranno passare sul mio cadavere prima di attentare alla tua incolumità, ammmmmmore mio.”
Hammiiii: “Il problema è che, da quando sei in testa al mondiale, la quantità di persone che vorrebbero passare sul tuo cadavere è vertiginosamente aumentata.”
Maldiiii: “Tutti contro Rosbiiiiiiiii!”
*Rosbiiii fugge a gambe levate, andando a nascondersi in un armadio per sfuggire all’assalto dei suoi avversari.*
Rosbiiii: “Chequito, aiutami! Vogliono eliminarmi!”
Checoooo: “E allora? Vorrà dire che ti rimpiazzerò con il primo che mi capita a tiro.” *Si gira.* “Ehi, tu, mio nuovo ammmmmore...” *Spalanca gli occhi.* “Oh, no, tu sei Maldiiii!”
Maldiiii: “Yo soy Maldiiii y soy tu nemigo numero uno... mais en realidade te amo mucho! Possiedimi col tuo peperoncino piccante, mi amor!”
Autrice: “Bastaaaaaa! Questo commento sta degenerando, e non ve lo permetto! Qui a Hockenheim ci sono le supersoft e le soft, quindi andate tutti a nascondere i vostri perizomi tigrati da qualche parte, perché la mescola hard qui non serve!”

Dunque, abbiamo già sparlato di Ferniiii e di Hammiiii. È giunto il momento, per parcondicio, di occuparci di Maldiiii, che stavolta non ha fatto incidenti (il che di per sé è già un obiettivo di un certo rilievo, non possiamo negarlo) ma che si è qualificato davanti ai soli Kobyyyy, Chilliiii e Sonyericson che non ha preso parte alla Q1 perché la sua vettura era impossibilitata... o perché, molto più probabilmente, doveva andare a vendere cellulari.
Non ci sarebbe niente di male in quello che era accaduto, se non fosse che quello Sk4R$0n3!!111!!! della Marussia che è scarso perché il suo manager è Nicolas Todt (a proposito... dopo dobbiamo riparlarne!!!!) l’aveva battuto di mezzo secondo, il che è una performance a dir poco da facepalm. Non so cosa dire, a Maldiiii dovrebbero ritirargli la Superlicenza! U.U E il suo compagno di squadra dovrebbe spaccare il cu*o a tutti, anche se quando Maldiiii mal che andava si esibiva in un jump start e l’altro devastava tutto ciò che si trovava intorno, e in particolare intorno aveva Ferniiii, le voci che si sentivano (quelle delle stesse persone) dicevano l’esatto contrario.
Comunque in generale sia Maldiiiii sia Sk4r$ì sono due bR0Kk1 che hanno rubato il posto a piloti più meritevoli come D’Ambriiiii e compagnia bella, non lo potete negare. U.U
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A proposito, D’Ambriiii che fine ha fatto? Non so nemmeno se esistano ancora i blog di Tumblr su di lui... ma dato che ha gli occhi azzurri senz’altro esisteranno ancora.

Okay, con Ferniiii, Hammiiii e Maldiiii siamo a posto, veniamo dunque a Sutiiiil. Lo Spaccabottiglie non ha passato la Q3, venendo battuto dallo Scoiattolo, con il piccolo effetto collaterale che lo Scoiattolo gli sarebbe comunque partito dietro, dato che aveva attentato alla vita di Maldiiii nello scorso gran premio. Si stima che sia il primo pilota ad essere penalizzato per avere innescato un incidente che abbia coinvolto Maldiiii.
La notizia che lo Scoiattolo non sarebbe partito davanti allo Spaccabottiglie devastava chiunque e tutti non cercavano altro che un pretesto per andarsene a giocare a briscola...
Jensiiii: “Ormai i regolamenti sono cambiati...”
Kimiiii: “E c’è il kers...”
Jensiiii: “E il Drs...”
Kimiiii: “E il circuito di Yeongam.”
Jensiiii: “E lo sceicco del Bahrein travestito da tovaglia.”
Kimiiii: “E gli stati islamici in cui non c’è lo champagne.”
Jensiiii: “Ti sei dimenticato il gatto nero che attraversa la strada...”
Kimiiii: “Hai ragione, credo che questo più di ogni altra cosa giustifichi il fatto che noi siamo qui mentre i nostri compagni di squadra sono in top-ten e che non sia la prima volta che succede.”
Jensiiii: “Esatto. Noi non siamo certo dei brocchi come Checoooo e Feliiii... risentiamo soltanto dell’avversità del mondo che ci circonda.”
Kimiiii: “Eso està muito normau.”
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Ferniiii: “Autrice, tu non hai capito un ca**o dalla vita.”
Autrice: “E perché no?”
Ferniiii: “Perché se, mentendo, dici che non sono il miglior pilota di tutti i tempi, qualcuno potrebbe perdonarti per questo affronto, storcere il naso e andare avanti. Se invece sostieni che San Kimi Alcolista da Espoo quest’anno non sia la mia altezza, nessuno continuerà a leggere il tuo commento.”

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Oh, a forza di dire ca**ate dimenticavo anche qualcosa di cruciale! Hammiiii aveva avuto un incidente in Q1 per un guasto ai freni, ha conquistato il 16° tempo ed è partito 5 posizioni più indietro per avere sostituito anche il cambio, suscitando dubbi in varia gente che sosteneva che il guasto al cambio fosse stato simulato dalla Mercedes per penalizzare Hammiiii e favorire Rosbiiii, nonostante non ci fosse nessuna ragione logica per mettersi la zappa sui piedi da soli.
Voce fuori campo: “Ma dai... so che tutti i team a parte la Ferrari sono degli scorretti, ma davvero qualcuno farebbe una cosa che non s’è mai vista in 65 anni di Formula 1?! O.O”
Un cowboy a cavallo col cappello texano in testa: “Mhm... credo che in realtà qualcuno l’abbia fatto da queste parti un po’ di tempo fa...”
La Mercedes: “Sì, ma per fare certe cose è necessario: 1) allestire un teatrino giusto per non passare inosservati, 2) farsi sgamare ancora prima di averlo fatto, 3) vantarsi della propria intuizione dato che il regolamento non vieta a nessuno di rompersi la macchina da solo giusto per provare l’ebbrezza di partire più indietro, 4)...”
Voce fuori campo: “Non mi dire che c’è anche un punto 4! Dopo neanche tre pagine di commento abbiamo già rischiato numerose volte di finire in cima all’indice dei commenti proibiti!”

Tornando al guasto di Hammiiii, ha permesso a quello scorretto di Rosbiiii di conquistare inaspettatamente una pole totalmente immeritata, che non avrebbe ottenuto se fosse stato al volante di una Caterham.
Voce fuori campo: “Ehm... autrice, dovevi sparlare di tutto.”
Autrice: “Abbi pazienza, ma se questo conquista la pole, vince gareggiando in solitaria e mantiene la testa della classifica quando all’inizio della stagione NESSUNO se lo sarebbe mai aspettato, a che cosa mi posso appigliare?”
Voce fuori campo: “mhm... al fatto che aveva i capelli fuori piega?”
Autrice: “Rosbiiii e i capelli fuori piega sono due rette parallele destinate a non incontrarsi mai.”
Voce fuori campo: “mhm... allora che c’è un complotto contro la società, destinato a far vincere Rosbiiii, che da anni ingiustificatamente e senza ragione fa più punti di compagni di squadra che hanno debuttato in F1 quando ormai erano vicini alla trentina, giapponesi pettinati in stile manga e ultraquarantenni dal mento storto...”
Autrice: “Oh, giusto, dimenticavo che Rosbiiii una volta è stato compagno di squadra anche del secondo miglior pilota di tutti i tempi dopo Ferniiii!”
Voce fuori campo: “ma chi? Quel v3Kk10 tR4d1t0r3!!!!??!!!!!???!!! Sei un’eretica! AL ROGOOOOO!”
Autrice: “Ma cos’hai capito? Prima di tutto l’unico eretico è il Kiwi e, prima che il weekend sia finito, avrà modo di bruciare in pista.”
Buemiiii: “Ma come?! Si limita a bruciare in pista? Non viene a bruciare all’inferno insieme a me, annaspando nelle melme della bassa classifica?”
Autrice: “E tu cosa c’entri?! Taci! Volevo solo specificare che il secondo miglior pilota di sempre, secondo la legge della santificazione delle seconde guide dei team avversari, a condizione che non siano colombiani con uno strano feeling con i tombini o mascelloni scozzesi, non può essere altro che l’uomo che sussurrava ai gatti neri, altresì noto come Webbiiii! Vi ricordo inoltre che fin dalla notte dei tempi esistono complotti contro Webbiiii e il fatto stesso che sia stato il primo compagno di squadra di Rosbiiii dimostra che Rosbiiii è la personificazione stessa del complotto!”
Rosbiiii: “Se volete dire qualcosa di negativo contro me, invece di arrampicarvi sugli specchi, se volete vi suggerisco io qualcosa da dire. Sono stato uno dei 21 piloti su 22 che hanno tagliato una riga bianca e non sono stato penalizzato. Nemmeno gli altri venti piloti che l’hanno fatto sono stati penalizzati, ma vuoi mai che a qualcuno importi qualcosa delle linee bianche tagliate da SK4R$ì???!!!???!!! E poi comunque, Autrice, sei una spoilerona, come ti sei permessa di dire che ho vinto? Avresti dovuto inventarti che avevo deciso di emigrare in Australia ad allevare pecore con il pelo tenuto attaccato con il velcro, in modo da consentire a chi se lo meritava davvero di vincere il titolo.”
Voce fuori campo: “Infatti, Rosbiiii ha fatto bene a mettere i puntini sulle I. Bisognerebbe sempre mettere i puntini sulle I e togliere le E, giusto per abbellire i nomi dei piloti.”

Togliere le E...
Quindi Fernando diventa frnando, che in spagnolo diventa impronunciabile.
Quindi Lewis diventa Lwis, che in inglese invece rimane pronunciabile.
Quindi Felipe diventa Flip, che in portoghese/brasiliano non significa niente, ma che in inglese significa cappottare. Evidentemente chi pensa che nel nostro nome sia scritto il nostro destino non ha tutti i torti!

E dopo tutti questi messaggi subliminali... LET’S GO!
Bo77as: “Dato che non abbiamo speranze di raggiungere Rosbiiii, che ne dite di sfidarci a una gara nella gara? Il primo che oltrepassa la prima curva oggi fa la doccia insieme alla Susina!”
Feliiii: “Ci sto!”
Il Magnum: “Mi aggiungo anch’io! Non vedo l’ora di andarmene in giro a togliere kilt, cosa che faceva anche mio padre a suo tempo!”
Jan: “Ma neanche per sogno! O.O L’unico kilt che avevo a disposizione ai miei tempi era quello del Mascellone!”
Una slasher: “Il mascellone e Jan! *_____*”
Susina: “Dai, Feliiii, sfonda il culo a tutti!”
Feliiii: “Certo, my love... OH, lo stanno sfondando a me! E non è Kobyyyyy! E, nonostante io non sia un acrobata al circo, sto interpretando proprio quella parte! VOLARE OH-OH-OH, CAPPOTTARE OH-OH-OH-OH, CON UNA WILLIAMS BLU CHE NON È PIÙ BLU, INFELICE DI STARE A TESTA IN GIÙ!”
Il Magnum: “ehi, ma io ho forato!”
Feliiii: “È colpa di voi piloti che correte in GP2!”
Il Magnum: “Ma io non vengo dalla GP2.”
Feliiii: “Allora è colpa del gatto nero che attraversa la strada sul circuito di Yeongam.”
Kimiiii: “Ehi, quella è un’esclusiva mia! E anche il Magnum è un’esclusiva mia. Solo io posso avere incidenti con lui alla prima curva.”
Il Magnum: “Arrivi troppo tardi. Nell’eterna raccolta fedeltà dei contatti nei primi giri dei gran premi sono già a buon punto, me ne basta un altro e vinco un frullatore!”
Feliiii: “Che dilettante... vogliamo parlare di me, che con quello di oggi riceverò un set di pentole a pressione?”
Checoooo: “Poi le regali alla Susina e la mandi a cucinare?”
Feliiii: “No, li sbatto in testa a Bo77as e poi mi chiudo nell’armadio con la Susina.”
Bo77as: “Andatevi a chiudere nell’armadio insieme alla Susina... io continuo a inseguire il mio obiettivo, cioè la bottiglia di champagne sul podio, che di fatto è l’unico motivo per cui a noi finlandesi interessa il podio.”Mentre per il Magnum le peripezie erano finite e, grazie al fatto che aveva forato, erano finite anche quelle di Jensiiii che anche stavolta aveva trovato il modo di finirgli davanti, sono proseguite quelle di Feliiii, ritirato dopo il cappottamento.

Stellona: “Oh, ma c’è Feliiii! Che sorpresa!”
Feliiii: “Come se non ti fossi appostata da mezz’ora e non mi avessi inseguito per tutto il paddock placcandomi in stile rugby e minacciandomi di farmi picchiare da Perez se non mi fossi fermato!”
Stellona: “In realtà non avrei mai permesso a Perez di picchiare un pilota semi-invalido... perché ovviamente sei rimasto gravemente ferito nell’incidente al via...”
Feliiii: “Certo. Ho le pa**e che mi girano alla velocità del suono. È alquanto fastidioso, se vale come ferita grave.”
Stellona: “Con me non devi mentire, mio dolce cucciolone latino. Non vedo l’ora di coccolarti e di riempirti di baci.”
Feliiii: “WHATTTTT?! O.O Kobyyyy, solo tu puoi salvarmi!” *Fugge a gambe levate.* “Andale, andale, arriba arriba!”
Checoooo: “Che impostore. T.T” *Medita vendetta.”
La notizia principale riguardante Feliiii (e con questo finisce la parentesi Feliiii) è che già dal sabato aveva il naso gonfio e sfregiato. Secondo la sua versione dei fatti venerdì sera gli è squillato il cellulare mentre dormiva e, mentre si alzava per andare a prenderlo, ha sbattuto contro un cassetto. Secondo la versione dei fatti di questo commento, probabilmente è stato coinvolto insieme a Checoooo in una rissa in stile Far West e il cowboy di cui abbiamo già parlato un po’ più in su, intervenuto per riportare ordine, gli ha lanciato addosso un tavolo.

Dimenticavo: nell’incidente tra il Magnum e Feliiii era stato coinvolto anche Dani-Smile che era finito in giro per i prati e che aveva perso almeno una decina di posizioni, posizioni che il suo predecessore avrebbe perso senza avere nemmeno bisogno che gli cappottasse qualcuno davanti. Molta gente, affranta per la sorte di Dani-Smile, si era già tagliata le vene e in quel momento stava intasando le corsie di tutti gli ospedali del mondo... Povero Dani-Smile, deve esserci un complotto contro di lui... probabilmente Feliiii e il Magnum si sono messi d’accordo appositamente per penalizzarlo e hanno organizzato l’incidente per questo. U.U
Sebbiii: “noto un lieve tono di presa per i fondelli in queste ultime righe.”
Dani-Smile: “Beato te che lo noti nelle ultime righe, io lo intravedo da quattro pagine...”
Sebbiii: “Scusa, ma come si fa a vedere un tono?”
Dani-Smile: “io posso, perché sono più figo, più veloce e più dotato di te.”
Sebbiii: “Se vuoi possiamo calarci le mutande e misurarcelo. Secondo me ce l’ho più lungo io.”
Autrice: “Oh, no, questo commento sta degenerando di nuovo. Dobbiamo ricominciare da dove siamo venuti... cioè da Hammiiii.”
Hammiiii: “Ma io cosa c’entro? Sto solo facendo a sportellate con chiunque e recuperando posizioni senza essere penalizzato.”
Autrice: “Appunto, stai ottenendo un primato.”
Hammiiii: “Ma non sono il solo. Qui tutti stanno facendo a sportellate senza essere penalizzati. Siamo sicuri che questa non è una gara di Indycar?”
Un tombino: “Avvertitemi, che se c’è Montoya corro via a gambe levate prima di saltare in aria!”
Autrice: “Non c’è Montoya. Sta ancora inseguendo armato di mazza da golf i telecronisti latini che la settimana scorsa hanno parlato per un’ora buona della sua rimonta in gara... fino al momento in cui è finito a muro!”
...
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Piccola digressione: la storia di Montoya non me la sto inventando. La scorsa settimana, nella telecronaca latino-americana della Iowa Corn 300 (circuito che, nonostante il nome, non è la versione americana del circuito contadino tra i campi di granturco), telecronaca probabilmente colombiana, uno sprovveduto colombiano che risponde al nome di Sebastian Saavedra e che tra parentesi è il compagno e omonimo di Bourdais (sì, in F1 ha avuto come compagni di squadra Vettel e Buemi, e adesso c’è uno che si chiama uguale anche là) ha avuto l’acume di risalire fino in terza posizione. I telecronisti hanno iniziato a elogiarlo a tutto andare per un paio di giri ed è finito a muro in modo alquanto fulmineo. I telecronisti in questione hanno osservato come ogni volta che elogiavano qualcuno questo avesse un incidente. A quel punto, però, per loro non c’era che da concentrarsi su Montoya, che hanno elogiato per un’ora buona, parlando solo di lui che era intorno alla 9^-10^ posizione anziché dei piloti che stavano tra i primi. Quando mancavano una ventina di giri ed era 7°, mentre continuavano a elogiarlo, ha avuto un incidente con il pilota che lo precedeva!
...
...
Tornando a noi, Perez stava spaccando il cu*o a tutti e... okay, okay, concentriamoci su quello che è successo davvero.
Dunque, gran parte della gara si può riassumere più o meno così:
- molto spesso c’erano piloti in lotta tra loro;
- molto spesso i piloti di cui sopra si toccavano l’uno con l’altro;
- nessuno è stato penalizzato;
- la vettura di Kvyat ha preso fuoco;
- c’erano piloti su una strategia di due pit-stop e altri su una strategia di tre;
- la Williams ha azzardato una strategia che, a prima vista, non sembrava particolarmente funzionale.

Poi... WE BELIEVE IN SUTIL!
Lo Spaccabottiglie si è reso nuovamente protagonista, stavolta involontariamente dato che la macchina l’ha lasciato a piedi, girato di lato nel bel mezzo della pista, cosa che in genere sarebbe entrata la safety car e tutti avrebbero gridato allo scandalo e ricordato che negli anni ’80-’90 le vetture incidentate rimanevano a bordo pista fino alla bandiera a scacchi ad abbellire lo scenario. Non è entrata la safety car e tutti hanno gridato ugualmente allo scandalo e al fatto che la gara fosse falsata. Questo mi porta a pensare che anche negli anni ’80 e ’90, quando la safety car entrava moooolto sporadicamente, tutte le gare fossero falsate... e questo spiega finalmente come mai la Ferrari negli anni ’80-’90 non abbia mai vinto un titolo.
Ferniiii: “L’unico motivo per cui la Ferrari non ha mai vinto un titolo negli anni ’80-’90 è che non c’ero io, che sono il miglior pilota di tutti i tempi e sento la mancanza del mio vice Webbiiii... il suo sostituto invece di prendere fuoco o perdere ruote sta qui in mezzo alle scatole!”
Un fanboy: “Dani-Smile è rompipa**e quasi quanto Sebbiiii! DANII, TORNATENE A CASA A DARE DA MANGIARE AI CANGURI!”
Dani-Smile: “Vacci tu!” *Molti giri dopo Ferniiii lo supera.* “Okay, facciamo che adesso sorrido in una posa da foto per catalogo dei dentisti.”
Il fanboy: “Ferniiii ha vinto il duello contro Dani-Smile, diversamente dalla volta scorsa in cui è rimasto dietro a Sebbiiii. Questo significa che Dani-Smile è un tipo estremamente simpatico e cordiale, oltre che un vincente nato, mentre Sebbiiii è un rompica**o che sta sempre in mezzo!”
Quello che è successo tra Ferniiii e Dani-Smile, comunque, è la dimostrazione che la Ferrari sta raggiungendo la Redbull. Peccato che la stia raggiungendo quando ormai non è più il metro di confronto...

E intanto ci avviamo verso la fine di questo commento, con le gomme di Bo77as che ormai si stavano arrendendo all’evidenza che fare due soste anziché tre forse non fosse stata un’idea così spettacolare. Ma Bo77as non si è dato per vinto e, mentre aveva Hammiiii negli scarichi, ha continuato dritto per la sua strada, conquistando la terza bottiglia di champagne consecutiva in tre gran premio, e portandosi a casa a livello puramente statistico anche la soddisfazione del secondo posto, soddisfazione che per un finlandese sarebbe molto minore in paesi come il Bahrein o Abu Dhabi.
Hammiiii si è accontentato del terzo posto e ha vinto Rosbiiii nel gran premio di casa, con qualcuno che polemizzava perché non era un vero gran premio di casa essendo lui per metà finlandese. Considerando che sul podio generalmente sta lì a sorridere e a mostrare la sua messa in piega anziché tracannare spumante, il suo lato finlandese però è molto nascosto.

Per concludere, in questo gran premio ho sentito la mancanza di qualcosa? Assolutamente sì. Ci sono stati duelli che hanno coinvolto le Ferrari, le McLaren, le Redbull, ecc...
...
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E allora cosa manca?
Ma ovviamente qualche bel duello epico tra le Sacre Cenerentole e i Coccodrilli! U.U

Ci voleva qualcosa di forte per riprendermi dallo shock e, nel pomeriggio, qualcosa di forte c’è stato (per tornare in tema di piloti “sponsorizzati” da Nicolas Todt): BOURDAIS HA VINTO GARA 1 A TORONTO IN INDYCAR! È la sua prima vittoria da quando è tornato di là dall’oceano. Sul podio insieme a lui (sempre ammesso che il podio esista come entità spaziale anche là) c’erano Castroneves e Kanaan. Suppongo che abbiano celebrato con un festino franco-brasiliano, con le piume in testa e facendo un numero da giocoliere con le baguette.
Credo che la vittoria dell’Altro Sebbiiii mi abbia molto addolcita, in quanto nell’ultima pagina sono stata un po’ meno acida che all’inizio. Se fate parte dei sopravvissuti alla lettura, potete interpretarlo come un buon segno: c’è ancora tanto spazio per i miei commenti acidi nel prossimo gran premio, che sarà tra appena una settimana... anzi, di meno, perché quando mi accingo a mettere la parola fine a questo commento è martedì 22 luglio, settimo anniversario di un gran premio in cui accaddero due eventi degni di nota: Winkyyyy in testa a un gran premio e Feliiii che insultò Ferniiii in mondovisione.

Concludo con la versione campionato-di-briscola di quest’ultimo fatto.
Ferniiii: “Mi hai fatto cadere le carte!”
Feliiii: “Veramente sei tu che le hai fatte cadere da solo mentre eri concentrato per vedere se quella cosa scheletrica là in fondo fosse Dasha o uno spaventapasseri!”
Ferniiii: “Sei tu che mi hai fatto cadere le carte, dato che mi hai distratto facendomi pensare a quella volta in cui abbiamo battuto Kimiiii e Hammiiii in una briscola a quattro!”
Feliiii: “Peschi l’asso di spade e dici cose così?! Peschi l’asso di spade e dici cose così?! Peschi l’asso di spade e dici cose così?! Peschi l’asso di spade e dici cose così?! Peschi l’asso di spade e dici cose così?! Peschi l’asso di spade e dici cose così?! Peschi l’asso di spade e dici cose così?! Peschi l’asso di spade e dici cose così?! Peschi l’asso di spade e dici cose così?! Peschi l’asso di spade e dici cose così?! Peschi l’asso di spade e dici cose così?! Peschi l’asso di spade e dici cose così?! Peschi l’asso di spade e dici cose così?! Peschi l’asso di spade e dici cose così?! Peschi l’asso di spade e dici cose così?! Peschi l’asso di spade e dici cose così?! Peschi l’asso di spade e dici cose così?! Peschi l’asso di spade e dici cose così?! Peschi l’asso di spade e dici cose così?! Peschi l’asso di spade e dici cose così?!...”
Ferniiii: “Ho sbirciato le carte di Heidi, ho sbirciato le carte di tutti e con l’asso di coppe in mano non si può fare!”
Feliiii: “Non ho in mano l’asso di coppe, anche perché la partita è già finita...”
Ferniiii: “E hai perso per un punto! Ciò nonostante questa partita non mi è piaciuta, perché hai attentato alle mie grandi capacità di giocatore di briscola, che fanno di me il degno erede del sommo Tonio!”
Webbiiii, classificato 3° nel torneo di briscola: “Oh, c’è Ferniiii che rosica dopo una vittoria! Credo che da questo episodio imparerò come comportarmi in occasione delle mie vittorie future!”

Risultato
1) Rosberg (Mercedes), 2) Bottas (Williams), 3) Hamilton (Mercedes), 4) Vettel (Redbull), 5) Alonso (Ferrari), 6) Ricciardo (Redbull), 7) Hulkenberg (Force India), 8) Button (McLaren), 9) Magnussen (McLaren), 10) Perez (Force India), 11) Raikkonen (Ferrari), 12) Maldonado (Lotus), 13) Vergne (Toro Rosso), 14) Gutierrez (Sauber), 15) Bianchi (Marussia), 16) Kobayashi (Caterham), 17) Chilton (Marussia), 18) Ericsson (Caterham), RIT. Sutil (Sauber), Kvyat (Toro Rosso), Grosjean (Lotus), Massa (Williams).

PS. SI SCHERZA, GENTE... COME AL SOLITO SI SCHERZA. IN REALTÀ NON HO NIENTE CONTRO NESSUNO DEI SOGGETTI CITATI IN QUESTO COMMENTO. SE NON CI FOSSERO LORO, I WEEKEND SAREBBERO DANNATAMENTE PALLOSI.

lunedì 21 luglio 2014

#11 INDY GP TORONTO: 20 luglio 2014 [GARA 2]

Il maltempo di sabato è soltanto un ricordo... fino a un certo punto: la pista è umida, ma almeno non diluvia, il che è già un passo avanti notevole. Altri 65 giri ci attendono...

Griglia di partenza: Castroneves, Power, Pagenaud, Hunter-Reay, Montoya, Muñoz, Dixon, Andretti, Kanaan, Bourdais, Conway, Briscoe, Hinchcliffe, Aleshin, Wilson, Kimball, Newgarden, Hawksworth, Rahal, Huertas, Saavedra, Sato, Filippi.

Cronaca
Si parte con una partenza da fermi, con pista umida e senza incidenti, il che è già una novità di un certo livello. Non fa in tempo a finire il primo giro che Kanaan va a sbattere, entra quindi la rituale safety car che rimane in pista per due giri.
Si riparte al quarto giro e tutto fila liscio con Castroneves in testa davanti a Power, Pagenaud, Hunter-Reay e Montoya.
Pagenaud rimane terzo fino al sesto giro, quando ha dei problemi e rallenta, venendo sfilato da chiunque. Montoya intanto supera Hunter-Reay per la terza piazza, ma dura poco: al 12° giro infatti lo troviamo contro le barriere, con vari piloti che deviano per le vie di fuga e Aleshin che gli va addosso. La vettura di Montoya si solleva e quella del russo si incastra sotto la sua. Entra la seconda safety car.

La maggior parte dei piloti approfittano della neutralizzazione per rientrare ai box; Newgarden e Bourdais rimangono fuori e si portano 1° e 2°, davanti a Castroneves che è terzo quando si riparte alcuni giri dopo.
Si susseguono vari testacoda ed escursioni nelle vie di fuga (a quanto mi pare di capire anche Newgarden), ma tutti riescono a ripartire regolarmente e la safety car non si vede.
...
...
...
OK, come non detto, ce la ritroviamo al 24°, per dei detriti rimasti in pista dopo i vari problemi appena citati.
Bandiera verde al 28° giro: i primi tre sono Castroneves, Power e Kanaan, e tra i primi due si accende un intenso duello per la leadership, con Kanaan, Dixon e Filippi a completare la top-5 almeno finché quest’ultimo non va a sbattere al 33° facendo entrare la safety car.
Quando si riparte è di nuovo lotta per la leadership tra Castroneves e Power, con l’australiano che supera il compagno di squadra poco prima che entri di nuovo la safety car dopo che Saavedra è andato a sbattere contro le barriere. Le posizioni rimangono tra loro invariate anche al momento in cui tutti i piloti delle prime posizioni rientrano ai box.

Si accendono i cronometri anziché il conteggio dei giri perché la gara può durare soltanto un’ora e venti. Mancano una decina di minuti quando si riparte. Wilson è in testa davanti a Conway e Newgarden: si erano fermati poco prima della safety car, pare per montare le slick. Bourdais va a sbattere, senza particolari conseguenze. Castroneves perde posizioni. Quello che conta, però, è che Conway supera Wilson.
Mancano sei minuti e non è ancora finita: Huertas e Kimball si toccano e, in perfetto indy-style, si viene a creare un ingorgo da bandiera rossa. Mancano quattro minuti e mezzo alla fine.

...
...
Si riparte con Conway in testa e Kanaan che supera Wilson per la seconda posizione. In realtà Wilson perde varie posizioni e terzo troviamo Kimball, che deve difendersi dall’attacco di Power. Quest’ultimo lo supera e raggiunge il podio. Castroneves, invece, ha perso altre posizioni. Chiuderà 12°, restando comunque in testa alla classifica.

Risultato
1. Mike Conway  Carpenter  1:20:35.542 
2. Tony Kanaan  Ganassi  +3.541 
3. Will Power  Penske  +5.154
4. Charlie Kimball  Ganassi  +5.485
5. Takuma Sato  Foyt  +6.621 
6. Jack Hawksworth  Herta  +7.870
7. Scott Dixon  Ganassi  +7.935
8. Marco Andretti  Andretti  +10.176
9. Sébastien Bourdais  KVSH  +12.021
10. Justin Wilson  Coyne  +15.785
11. Ryan Briscoe  Ganassi  +15.867
12. Helio Castroneves  Penske  +16.220
13. Josef Newgarden  Fisher  +20.912
14. Ryan Hunter-Reay  Andretti  +22.614
15. Carlos Huertas  Coyne  +29.271
16. Luca Filippi  Rahal Letterman  +46.438
17. Carlos Muñoz  Andretti  +4 Laps 
18. James Hinchcliffe  Andretti  +4 Laps 
19. Juan Pablo Montoya  Penske  +4 Laps 
20. Graham Rahal  Rahal Letterman  +6 Laps 
21. Sebastian Saavedra  KVSH  +7 Laps 
22. Simon Pagenaud  Schmidt  +9 Laps 
23. Mikhail Aleshin  Schmidt  +45 Laps 



...
...
TAKU 5°! *-*

#11 INDY GP TORONTO: 19 e 20 luglio 2014 [GARA 1]

Il 10° appuntamento stagionale del campionato di Indycar 2014 è il gran premio di Toronto, con due gare, una sabato 19 e una domenica 20... ma sabato 19 diluvia e, mentre tentavano di partire, Power e Briscoe sono finiti a muro. Questo, dopo che la safety car era finita in testacoda.
Dopo lunghe partite di briscola e di monopoli si è optato per rimandare tutto a domenica mattina, cioè pomeriggio per noi... Briscoe e Power partiranno dalla toilette, e solo dopo avere pulito tutto con l’anticalcare.
Prepariamoci a una standing ovation per Bourdais che parte dalla pole in una gara 1 della durata di 65 giri. La partenza è lanciata, per fortuna, così ci sarà ancora qualcuno in pista dopo il primo giro.

Griglia di partenza: Bourdais, Castroneves, Hunter-Reay, Pagenaud, Kanaan, Filippi, Wilson, Hinchliffe, Dixon, Newgarden, Rahal, Sato, Conway, Muñoz, Hawskworth, Saavedra, Huertas, Kimball, Aleshin, Andretti, Briscoe, Montoya, Power.

Cronaca
Tutto procede per il meglio alla partenza... anzi, no! Dopo un po’ di curve troviamo Pagenaud girato in mezzo alla pista dopo un contatto con Filippi e, in perfetto indy-style, tutti quelli che seguono dietro non hanno nulla dove passare e soltanto due soluzioni: evitarlo o andargli addosso. Purtroppo non tutti riescono a evitarlo. Oltre ai due già menzionati hanno riportato danni Newgarden, Muñoz, Conway e Sato con quest’ultimo costretto al ritiro.
In pista c’è parecchia confusione da spazzare e la safety car non basta: viene esposta bandiera rossa e ci si ferma per una ventina di minuti.

Si riparte dopo due giri di Safety car e, quando viene esposta bandiera verde, è subito lotta per il secondo posto tra Castroneves e Hunter-Reay, con quest’ultimo che supera il brasiliano e si porta in seconda posizione. Castroneves cercherà l’attacco qualche giro dopo, ma non ci sarà niente da fare e Castroneves rimarrà davanti.

Al 17° giro, mentre era quinto dietro a Bourdais, HR, Castroneves e Kanaan, Filippi sfiora un muro e perde diverse posizioni. C’è un altro incidente nel frattempo e, a causa della vettura di Huertas rimasta ferma, va in pista la safety car. Il restart sarà tranquillo, senza particolari cambi di posizioni.

Essendosi fermato ai box dopo l’incidente al via, Pagenaud prosegue più a lungo degli altri fino a trovarsi in testa davanti a Bourdais e Hunter-Reay.
Quest’ultimo finisce a muro e riesce a raggiungere i box, senza che entri la safety car, ma la situazione sembra compromessa. Sarà infatti costretto al ritiro. Intanto Pagenaud si ferma ai box per il pit-stop, mentre Bourdais calpesta un detrito senza riportare conseguenze e prosegue la propria gara in prima posizione, con un discreto vantaggio nei confronti dei piloti che lo seguono: Castroneves, Kanaan, Pagenaud rientrato in pista in quarta posizione dopo la sosta e Dixon a completare la top-5.

Mentre le posizioni tra i primi sono piuttosto stabili, dietro c’è molto più movimento e ci sono vari piloti in lotta per posizioni di minore rilievo.
Uno di questi è Newgarden che, a tre giri dalla fine, mentre era in lotta con Power, finisce in una via di fuga e sbatte danneggiando il retrotreno della vettura, ma non è necessario l’ingresso della safety car.

Nonostante il gap con Castroneves si fosse ridotto negli ultimi gir, Bourdais riesce a conquistare la sua prima vittoria dopo il ritorno in Indycar. Grazie al secondo posto Helio allunga in classifica nei confronti di Power, suo diretto inseguitore.

Risultato
1. Sébastien Bourdais  KVSH  1:15:44.323 
2. Helio Castroneves  Penske  +3.340 
3. Tony Kanaan  Ganassi  +4.865
4. Simon Pagenaud  Schmidt  +5.427
5. Scott Dixon  Ganassi  +12.547
6. Graham Rahal  Rahal Letterman  +15.580
7. Charlie Kimball  Ganassi  +28.697
8. James Hinchcliffe  Andretti  +31.167
9. Will Power  Penske  +33.122
10. Justin Wilson  Coyne  +33.725
11. Mikhail Aleshin  Schmidt  +39.074
12. Ryan Briscoe  Ganassi  +43.362
13. Jack Hawksworth  Herta  +58.364
14. Carlos Huertas  Coyne  +58.496
15. Mike Conway  Carpenter  +58.938
16. Marco Andretti  Andretti  +1:01.429
17. Carlos Muñoz  Andretti  +1:01.767
18. Juan Pablo Montoya  Penske  +1 Lap 
19. Sebastian Saavedra  KVSH  +1 Lap 
20. Josef Newgarden  Fisher  +2 Laps 
21. Ryan Hunter-Reay  Andretti  +26 Laps 
22. Luca Filippi  Rahal Letterman  +48 Laps 
23. Takuma Sato  Foyt  +55 Laps 


WELL DONE, SEABASS! *-*

domenica 20 luglio 2014

GP Germania: Rosberg vince in casa

Il gran premio di Germania è il decimo appuntamento del campionato 2014 di Formula 1, dominato finora dalle Mercedes, con Rosberg in testa al mondiale e Hamilton staccato di appena quattro punti. Da anni questo gran premio si alterna tra Nürburgring e Hockenheim e quest’anno è il turno di Hockenheim.

Numero giri: 67.
Condizioni meteo: asciutto.
Pole position: Nico Rosberg (Mercedes).

Griglia di partenza: Rosberg, Bottas, Massa, Magnussen, Ricciardo, Vettel, Alonso, Kvyat, Hulkenberg, Perez, Button, Raikkonen, Vergne, Grosjean, Sutil, Gutierrez*, Bianchi, Maldonado, Kobayashi, Hamilton*, Chilton, Ericsson.
NB: Gutierrez, qualificato 14°, retrocesso di 3 posizioni per incidente nel precedente gran premio; Hamilton, qualificato 16°, retrocesso di 5 posizioni per sostituzione del cambio.

Cronaca
In partenza Rosberg mantiene agevolmente la prima posizione, mentre dietro di lui è lotta per il secondo posto tra le due Williams e Magnussen. Massa e Magnussen si toccano, il brasiliano spicca il volo e ricade nel senso giusto. Magnussen ha forato, mentre Ricciardo, che si trovava subito dietro, per evitarli ha fatto una lunga escursione fuori pista perdendo numerose posizioni. L’incidente viene messo sotto indagine e reputato un normale incidente di gara.
Dopo due giri dietro alla safety-car tutto riprende normalmente con Rosberg in testa davanti a Bottas, Vettel, Alonso e Button, con quest’ultimo che poco dopo viene superato da Hulkenberg che conquista così la 5^ posizione.
Nelle retrovie Hamilton supera varie vetture e al 7° giro ha una lieve collisione con Sutil, ma lo supera regolarmente senza riportare danni e si lancia all’inseguimento di Ricciardo, ormai ai margini della top-ten.

Due giri più tardi c’è un'altra collisione, stavolta tra Perez e Kvyat che erano in lotta per la 7^ posizione, con quest’ultimo che tocca il messicano e finisce in testacoda perdendo varie posizioni.
Alle spalle di Perez ci sono Raikkonen, Ricciardo e Hamilton, con questi due in lotta tra loro. Ricciardo si difende da Hamilton e riesce ad avvicinarsi a Raikkonen superandolo all’11° giro mentre il finlandese per il momento si difende dall’attacco del pilota della Mercedes che però due giri più tardi supera in un colpo solo lui e Ricciardo, toccandosi nel frattempo con Raikkonen. Un giro più tardi Hamilton supererà anche Perez.

Per Raikkonen non è la sola collisione in pochi giri: al 15° giro si ritrova davanti a Vettel e Alonso che si sono già fermati (13° e 14° giro) e che sono molto vicini l’uno all’altro. I due, su gomme più fresche, superano entrambi Raikkonen che con Vettel ha una lieve collisione, anche stavolta senza conseguenze.
Rosberg e Bottas nel frattempo rientrano ai box e Hamilton, che ancora prosegue, si trova al momento in seconda posizione, anche se verrà superato poco dopo da Bottas.

Al 27° giro Hamilton rientra ai box, tornando in pista 8°. Al momento Rosberg è in testa con 13 secondi di vantaggio su Bottas e una ventina su Vettel e Alonso (staccati di poco più di un secondo l’uno dall’altro), con Hulkenberg, Button, Ricciardo, Hamilton, Raikkonen e Magnussen a completare la top-ten.
Intanto al  28° giro Grosjean si ritira per un guasto alla power unit parcheggiando in una via di fuga. Era fuori dalla top-ten.

Hamilton riesce a superare Ricciardo, mentre al 30° giro tenta il sorpasso anche su Button, con cui ha una collisione nella quale danneggia lievemente l’ala anteriore. Riesce comunque a proseguire e un giro più tardi supera l’ex compagno di squadra e due giri più tardi anche Hulkenberg.

Al 34° giro Alonso si ferma per la seconda sosta, seguito poco dopo da Vettel. Quando la seconda sosta è ultimata tra i due le posizioni sono invertite, con Alonso davanti al pilota della Redbull.
Bottas si ferma ai box soltanto al 40° giro, Rosberg due giri più tardi e, un giro dopo rispetto al compagno di squadra, si ferma anche Hamilton tornando in pista in quinta posizione. I primi cinque sono Rosberg, Bottas, Alonso, Vettel e Hamilton.
Al 46° giro, quando le probabilità di pioggia sembrano essersi ormai abbassate, Vettel rientra per quella che dovrebbe essere la sua ultima sosta; anche Ricciardo rientrerà poco dopo.
Nel frattempo la vettura di Kvyat prende fuoco e il “russo di Roma” parcheggia in una via di fuga. È il terzo ritirato del giorno.

Al 49° giro Hamilton supera Alonso, portandosi in terza posizione. Effettuerà la terza sosta poco dopo, approfittando delle bandiere gialle uscite per la vettura di Sutil ferma dopo un testacoda. Nonostante la posizione sarà evitabile l’ingresso della safety car.
Rosberg e Bottas proseguono e Hamilton si lancerà all’inseguimento del pilota della Williams nei giri che seguiranno.

Dopo l’ultima sosta Alonso si ritrova alle spalle di Butto ne Ricciardo; al 57° giro entrambi superano il pilota della McLaren.
Tra Ricciardo e Alonso va in scena un entusiasmante duello che si prolungherò dal 59° giro in poi per diversi giri, con sorpassi e controsorpassi e con Alonso che riuscirà a conquistare definitivamente la quinta posizione al 64° giro.

Il risultato
1. (6)  Nico Rosberg  Mercedes
2. (77)  Valtteri Bottas  Williams +20.7
3. (44)  Lewis Hamilton  Mercedes +22.5
4. (1)  Sebastian Vettel  Redbull +44.0
5. (14)  Fernando Alonso  Ferrari +52.4
6. (3) Daniel Ricciardo  Redbull +52.5
7. (27)  Nico Hulkenberg  Force India +64.1
8. (22)  Jenson Button  McLaren +84.7
9. (20)  Kevin Magnussen  McLaren +1 Lap
10. (11)  Sergio Perez  Force India +1 Lap
11. (7)  Kimi Räikkönen  Ferrari  +1 Lap
12. (13)  Pastor Maldonado  Lotus  +1 Lap
13. (25)  Jean-Eric Vergne  Toro Rosso  +1 Lap
14. (21)  Esteban Gutierrez  Sauber  +1 Lap
15. (17)  Jules Bianchi  Marussia  +1 Lap
16. (10)  Kamui Kobayashi  Caterham  +2 Lap
17. (4)  Max Chilton  Marussia  +2 Laps
18. (9)  Marcus Ericsson  Caterham  +2 Laps
DNF. (99)  Adrian Sutil  Sauber  +20 Laps
DNF. (26)  Daniil Kvyat  Toro Rosso  +23 Laps
DNF. (8)  Romain Grosjean  Lotus  +41 Laps
DNF. (19)  Felipe Massa  Williams  +67 Laps

I top
La solidità delle vetture: i piloti possono schiantarsi contro le barriere o cappottare e uscirne completamente illesi.
I commissari: solo due giri dietro la safety car, nessuna penalità per gli incidenti di gara, nessuna safety car se non in caso si vera necessità...
Lo spettacolo: è stata una gara piuttosto movimentata, in confronto agli standard... anche il punto appena considerato ha contribuito molto, a mio parere.
Rosberg, Bottas e Hamilton: vittoria, 2° e 3° posto meritatissimo per tutti e tre... per Rosberg che come al solito in queste situazioni ha fatto gara a sé portandosi a 14 punti di vantaggio nei confronti del compagno di squadra quando mancano nove gran premi alla conclusione della stagione, per Bottas che ha conservato la 2^ posizione fino alla fine nonostante avesse Hamilton negli scarichi, per Hamilton che da 20° che era è risalito fino alla 3^ posizione.

I flop
La mia impressione è che stavolta nessuno stia stato un flop colossale, specie in confronto ad altre volte, quindi lascerò che siate voi a giudicare.


Questa cronaca è di proprietà della sua Autrice© ed è stata scritta per il forum F1GC, approfittando dell’illuminazione intramontabile emanata dall’ex dipendente Mercedes di quattordici anni fa, che sarà senz’altro tutt’altro che soddisfatto dall’andamento di questo campionato.


sabato 19 luglio 2014

GP Germania: Rosberg in pole, incidente per Hamilton

Il gran premio di Germania, decimo appuntamento del campionato 2014, decimo appuntamento stagionale, segna il raggiungimento della metà della stagione. Dopo lo scorso gran premio di Gran Bretagna, Nico Rosberg è ancora in testa alla classifica, ma con appena 4 punti di vantaggio sul compagno di squadra Hamilton.

Ancora una volta fin dalle prove libere sembra che le vetture più veloci siano le Mercedes, ma una di queste, quella di Hamilton, viene fermata da un guasto ai freni in Q1. Questo problema provoca un incidente, con Lewis che va a sbattere violentemente contro le barriere dopo 11 minuti di qualifiche. Fortunatamente ne esce illeso, ma la sua qualifica è finita. Si trovava al momento tra le prime posizioni in classifica, pertanto quando la Q1 riprende, dopo 9 minuti di bandiera rossa, riesce comunque a raggiungere la Q2, dato che varie vetture sono più lente di lui.
Escono di scena, nell’ordine, Sutil, Bianchi, Maldonado, Kobayashi, Chilton e infine Ericsson che non ha fatto registrare alcun tempo. Si segnala il risultato apprezzabile della Marussia di Bianchi, che si è qualificato davanti alla Lotus di Maldonado.

Anche la Q2 riserva delle sorprese, sempre che l’esclusione di Button e Raikkonen (rispettivamente 11° e 12°) possano ancora essere considerate delle sorprese.
Si classifica 13° Vergne, davanti a Gutierrez (che partirà 17° a causa dell’incidente innescato con Maldonado in Gran Bretagna) e Grosjean, mentre chiude in 16^ posizione ovviamente Hamilton che, a causa dell’incidente in Q1, non ha alcun tempo. Passano in Q3 Rosberg, le Williams, le Redbull, le Force India, Magnussen, Alonso e Kvyat.

Anche stavolta, come di consueto, troviamo una Mercedes in cima alla classifica, quando la Q3 finisce: si tratta ovviamente di Rosberg, unica Mercedes superstite, davanti alle Williams che ancora una volta sembrano essere piuttosto in forma.
Alle spalle di Bottas e Massa si classifica 4° Magnussen con l’unica McLaren giunta in Q3, davanti alle Redbull, seguite da Alonso, Kvyat e dalle Force India.

Il risultato
1. Nico Rosberg  Mercedes  01:16.540
2. Valtteri Bottas  Williams  01:16.759
3. Felipe Massa  Williams  01:17.078
4. Kevin Magnussen  McLaren  01:17.214
5. Daniel Ricciardo  Red Bull  01:17.273
6. Sebastian Vettel  Red Bull  01:17.577
7. Fernando Alonso  Ferrari  01:17.649
8. Daniil Kvyat  Toro Rosso  01:17.965
9. Nico Hulkenberg  Force India  01:18.014
10. Sergio Perez  Force India  01:18.035
Fuori in Q2:
11. Jenson Button  McLaren  01:18.193
12. Kimi Raikkonen  Ferrari  01:18.273
13. Jean-Eric Vergne  Toro Rosso  01:18.285
14. Esteban Gutiérrez  Sauber  01:18.787 (+3 posizioni: incidente nella gara precedente)
15. Romain Grosjean  Lotus  01:18.983
16. Lewis Hamilton  Mercedes  no time
Fuori in Q1:
17. Adrian Sutil  Sauber  01:19.142
18. Jules Bianchi  Marussia  01:19.676
19. Pastor Maldonado  Lotus  01:20.195
20. Kamui Kobayashi  Caterham  01:20.408
21. Max Chilton  Marussia  01:20.489
22. Marcus Ericsson  Caterham  no time



Questo commento è di proprietà della sua Autrice©, che l’ha scritto illuminata dall’intramontabile luce del Sacro Cavaliere dell’Eterna Cenerentola, che ha staccato di mezzo secondo una Lotus, ma soprattutto dal chiarore cristallino del Sublime Imper4tore dell’Ultima Fila, che ha colto l’occasione per far registrare l’ultimo tempo.

venerdì 18 luglio 2014

GP Germania: ORARI IN TV

Prove libere: la prima sessione di prove libere sarà trasmessa in differita su Raisport1 venerdì alle ore 14.00, la seconda alle ore 22.00 su Raisport2.

Qualifiche: si svolgeranno sabato alle ore 14.00, ma saranno trasmesse su Raidue in differita alle ore 18.00.

Gara: sarà disputata domenica alle ore 14.00, ma sarà trasmessa su Raidue in differita alle ore 21.05. Si ricorda, per chi volesse evitare spoiler, che subito prima c'è il telegiornale, dove sicuramente sarà comunicato il risultato.

mercoledì 16 luglio 2014

#10 IOWA CORN 300: 12 luglio 2014

A meno di una settimana dalla gara di Pocono è la volta della Iowa Corn 300, che per me sarà sempre “il granturco dello Iowa”e che ancora una volta ho visto con un certo ritardo...
Si tratta di un ovale breve su cui vengono disputati 300 giri e ti basta battere le ciglia un attimo per renderti conto che sono già stati disputati due giri.

Griglia di partenza: Dixon, Kanaan, Castroneves, Briscoe, Muñoz, Bourdais, Kimball, Andretti, Power, Carpenter, Pagenaud, Aleshin, Hunter-Reay, Hinchcliffe, Rahal, Sato, Saavedra, Wilson, Montoya, Hawskworth, Newgarden, Huertas.

Cronaca
Dixon scatta dalla pole position, ma ci vuole poco prima che Kanaan gli strappi la prima posizione, davanti allo stesso Dixon e a Castroneves che dopo un po’ risalirà in seconda posizione, mentre Dixon perderà il anche il terzo posto a vantaggio di Briscoe.
La situazione rimane invariata finché, dopo una trentina di giri, c’è il primo ingresso della safety car a causa della pioggia, che si tramuta di lì a poco in bandiera rossa, quando sono stati completati appena 40 giri sui 300 previsti.
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Oltre mezz’ora(?) dopo si riparte dietro la safety car, vanno tutti ai box in branco e si prosegue fino al 48° dietro la safety car.
Al 48° si ricomincia... e c’è un contatto tra Sato e Aleshin (che già avevano avuto un incidente insieme a Houston), quindi si torna allo stesso punto di prima.
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Quando si riparte è già passato un po’.  Finalmente assistiamo a un duello per la leadership, stavolta tra Castroneves e Kanaan, con Castroneves che mantiene la prima posizione. Terzo c’è ancora Dixon davanti a Briscoe e Power.
A circa un quarto di gara Kanaan supera il connazionale per la leadership, mentre Dixon di lì a poco viene superato da Dixon e Power. Intanto c’è un detrito in pista ed è sorprendente che non sia ancora entrata la safety car...
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Come non detto. È il 90° giro ed eccola che arriva, con tanto di rientro ai box in branco.
Kanaan è ancora primo davanti a Castroneves, mentre Power esce dai box in terza posizione. A Montoya qualcosa va storto e rimane fermo. La sua reazione è molto più isterica di quella di Massa in situazioni simili. Riescono a farlo ripartire prima che decida di scendere dalla macchina e di mettersi a picchiare i meccanici.
Mentre stanno per ripartire, Bourdais prosegue lentamente... e poi ricomincia ad andare a velocità normale. Va beh, non indaghiamo su che cosa stia succedendo...
Un giro dopo si riparte... anzi, no. Ma che cosa succede?! O.O
Al 100° giro tutto va per il meglio, Kanaan allunga subito su tutti gli altri, mentre Castroneves e Power sono in lotta per il secondo posto, duello che viene vinto dal brasiliano. Power tra l’altro viene superato anche da Briscoe e deve difendersi anche dall’attacco di Carpenter... A proposito di Bourdais, per chi fosse interessato, una trentina di giri dopo il restart lo troviamo ai box in evidenti difficoltà, pronto a cadere nel dimenticatoio.
A metà gara i primi cinque sono: Kanaan, Castroneves, Briscoe, Power, Saavedra. Power riesce comunque a recuperare una posizione e a riappropriarsi del terzo posto, almeno finché Saavedra non recupera altre posizioni e lo supera.
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I telecronisti latini iniziano a vantarsi della posizione di Saavedra, di quanto sia talentuoso, ecc... ecc... ec... e, proprio mentre mi stavo per rompere le scatole di quella sinfonia... WE BELONG TO MAZZONI! Saavedra finisce a muro!
Riesce a raggiungere i box, ma c’è comunque un’altra safety car, altro rientro ai box in branco, dall’altra parte del mondo molti piloti di Formula 1 accendono un cero per la soddisfazione di non essere gli unici piloti che sono stati gufati durante le telecronache...
Per la cronaca, dopo il pit-stop in branco i primi cinque sono Kanaan, Power, Carpenter, Castroneves e Briscoe.
Carpenter si porta secondo e si lancia all’inseguimento di Kanaan, ma non c’è verso di avvicinarsi. Power e Castroneves intanto lottano per il terzo posto, con il brasiliano che supera il compagno di squadra... e non è il solo che dopo un po’ ci ritroviamo con Power dietro anche a Briscoe... e quando vengono completati due terzi di gara è 6° alle spalle di Dixon.
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Le posizioni davanti rimangono invariate e i telecronisti ne approfittano per parlare di Montoya che si trova intorno alla decima posizione. Inizio a sospettare che quelli che ho definito “telecronisti latini” siano esattamente colombiani.
E intanto Castroneves supera Carpenter per il secondo posto, mentre i telecronisti continuano a parlare di... indovinate un po’? nientemeno che di Montoya, che frattanto è 10°.
Al 230° giro o giù di lì nel frattempo Andretti rompe il motore... nuova safety car, nuovo ingresso di gruppo ai box, Kanaan, Dixon, Castroneves, Power e Briscoe sono i primi cinque e, indovinate un po’, Montoya ha recuperato tre posizioni! Si trova 7° alle spalle di Carpenter... forse non picchierà i meccanici, almeno per stavolta.
Dixon intanto recupera e di avvicina a Kanaan, per poi superarlo e piazzarsi stabilmente al comando. Intanto Montoya... Montoya... Montoya... Montoya... No, veramente, mi sembra che stiano leggermente esagerando, stanno facendo tutta la telecronaca incentrata su di lui. Kanaan ritorna in testa... e si continua a parlare di Montoya, che tra parentesi è ancora 7° esattamente come prima e Briscoe sembra tutt’altro che intenzionato a lasciarlo passare, anzi obiettivamente parlando sembra anche un po’ lontano per poter puntare al sorpasso.
Briscoe, nel frattempo, quando mancano 21 giri al finale, riesce a strappare la 5^ posizione a Carpenter, ma la storiella di Montoya non è ancora finita.
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...WE BELONG TO MAZZONI, E APPARTERREMO A LUI FINO ALL’ULTIMO RESPIRO.
Che cosa succede dopo un’ora di lodi incontrastate nei confronti di Montoya? JPM si avvicina a Carpenter che si difende dal suo attacco e gli sbarra la strada. Montoya finisce a muro. O.O
Montoya quando scende dalla vettura sembra piuttosto inca**ato, tanto che viene scortato via dai commissari di percorso. A me, comunque, sembrava più inca**ato prima.
La spiegazione dei telecronisti colombiani(?) è epica: l’incidente tra Briscoe e Montoya è uguale a quello tra Perez e Massa (infatti, come dargli torto... il circuito del Canada è un mini-speedway... e la manovra era esattamente identica, per il fatto che coinvolgeva due vetture), con Carpenter nella parte di Perez e Montoya in quella di Massa, l’unica differenza è che nell’incidente di F1 la colpa era di Massa che stava dietro mentre in questo caso la colpa è di Carpenter che sta davanti, perché sono due situazioni completamente diverse (infatti, come dare torto a chi si è appena contraddetto da solo...).
Durante queste mie considerazioni, capitano i seguenti fatti: viene intervistato Montoya che sembra anche abbastanza calmo e non è intenzionato a picchiare nessuno , dopodiché viene intervistata la moglie di Tony Kanaan.
A proposito di Kanaan, quando si riparte a 10 giri dalla fine è in testa davanti al compagno di squadra Dixon, Hunter-Reay che era rientrato ai box (uno dei pochi) dietro la safety-car inizia a superare tutti e a quattro giri dalla fine strappa il secondo posto a Dixon lanciandosi all’inseguimento del leader, mentre anche Newgarden sulla stessa strategia supera Dixon.
A due giri dalla fine Hunter-Reay conquista la leadership e all’ultimo anche Newgarden supera Kanaan, che chiude in terza posizione davanti al compagno di squadra.
Castroneves finisce 8° e si porta in testa alla classifica, mentre Power dopo il restart aveva perso diverse posizioni dopo avere quasi sfiorato un muro.

Risultato
1. Ryan Hunter-Reay  Andretti  2:01:58.816 
2. Josef Newgarden  Fisher  +0.581 
3. Tony Kanaan  Ganassi  +1.067
4. Scott Dixon  Ganassi  +2.760
5. Ed Carpenter  Carpenter  +4.981
6. James Hinchcliffe  Andretti  +5.013
7. Graham Rahal  Rahal Letterman  +6.797
8. Helio Castroneves  Penske  +7.140
9. Ryan Briscoe  Ganassi  +7.189
10. Charlie Kimball  Ganassi  +7.609
11. Simon Pagenaud  Schmidt  +7.779
12. Carlos Muñoz  Andretti  +7.819
13. Justin Wilson  Coyne  +11.261
14. Will Power  Penske  +11.794
15. James Hawksworth  Herta  +4 Laps 
16. Juan Pablo Montoya  Penske  +20 Laps 
17. Sebastian Saavedra  KVSH  +42 Laps 
18. Marco Andretti  Andretti  +71 Laps 
19. Sébastien Bourdais  KVSH  +170 Laps 
20. Carlos Huertas  Coyne  +222 Laps 
21. Mikhail Aleshin  Schmidt  +253 Laps 
22. Takuma Sato  Foyt  +253 Laps

martedì 15 luglio 2014

Cose di cui un lato di me sente la mancanza

Istituendo nella giornata di oggi la giornata motoristica del revival, ho stilato un elenco di ciò che più mi manca della Formula 1 della “mia epoca”, sentendomi dannatamente vecchia nel definirla in questo modo.

Le gare pazze
Capitava meno spesso di quanto molta gente sia solita pensare, ma di tanto in tanto c’erano tante schegge impazzite e saltava fuori un risultato degno di nota, destinato a rimanere negli annali della Formula 1, grazie ai risultati ottenuti dai piloti di team particolarmente improbabili o, in qualche caso, particolarmente tamarri. Non esistendo né i blog né i forum, chi voleva lamentarsi del fatto che la gara era falsata, doveva farlo privatamente, non lasciandone traccia in giro per la rete.

Le gare noiose
“Non esiste più la Formula 1 di una volta!”
“Ci sono pochi sorpassi!”
“Questo regolamento ha peggiorato le cose!”
“Tra 15 anni nessuno rimpiangerà questa Formula 1.”
E non mi riferisco al confronto tra oggi e allora, ma parlo delle lamentele che, all’epoca, si sentivano costantemente...
Sulle prime tre non mi esprimo, sulla quarta... mi pare che le stesse persone adesso la elogino e che elogino i piloti dell’epoca... quelli che “non sono nulla in confronto ai piloti del passato”.

La Minardi
Una volta c’era la Minardi, adesso c’è la Toro Rosso. Se la Minardi prendeva punti una volta all’anno, facevano un mega-party. Al giorno d’oggi se una volta la Toro Rosso non va a punti rischiamo che Kvyat cada in depressione.
La Minardi è stato il perfetto mix tra “team serio” e “team epico” e l’impossibile rischiò di diventare possibile in una specifica gara pazza, il gran premio d’Europa del 1999, quando Badoer era quarto. Poi si ritirò e ancora oggi impreco per questo. In quella gara, per onore di cronaca, quando la gara finì il nostro caro Gené sull’altra Minardi essssstava en la sesssssta posssssition.

C’è anche rossa?
Nella pubblicità della Fiat Seicento per la prima volta sentimmo Michael Schumacher pronunciare una frase in italiano. Molti rimasero profondamente traumatizzati dall’evento.

Mika Hakkinen
Sapeva essere dannatamente puccioso. Ai box c’era sempre la sua consorte, costantemente e inspiegabilmente seria e imbronciata.
Di solito Mika non parlava mai, ma quando lo faceva era per fare rivelazioni di un certo interesse: stando a quanto ho letto, un giorno raccontò che, da marzo a ottobre, a campionato in corso, non beveva alcolici e non aveva rapporti sessuali.
...Wait, wait, wait. Il motivo per cui Erja era sempre imbronciata forse è tutt’altro che inspiegabile!

Ricardo Zonta
Diventò famoso per un avere subito un doppiaggio.
Anche questo, tutto sommato, è un risultato alquanto memorabile.

Juan Pablo Montoya & Ralf Schumacher
Erano un duo esplosivo quasi quanto Maldonado e Perez, con la differenza che portavano a casa qualche risultato in più e che correvano per lo stesso team. E hanno vinto dei gran premi sulla Williams, cosa che no capitava esattamente tutti i giorni.
Per giunta per un breve periodo Ralf è stato “l’unico pilota che porta gli occhiali sotto al casco”, molti anni prima di Bourdais... Poi iniziò a portare le lenti a contatto.

Eddie Irvine
Idolo delle ragazze per la sua sconvolgente bellezza (e qui mi sono sempre detta che il mio concetto di “sconvolgente bellezza” si discosta e non di poco da quello della gran parte della popolazione femminile), nei suoi anni in Ferrari rimase impresso nella memoria collettiva per i suoi grandiosi risultati: riusciva a mettersi insieme a qualunque gnocca gli capitasse a tiro e ad apparire modaiolo senza mai essere particolarmente tamarro.
Nel 1999 perse il titolo all’ultima gara, ma la prese con filosofia: dopotutto sarebbe stato molto più traumatico, per lui, ricevere un due di picche dalla gnocca di turno. Nel 2000 lasciò la Ferrari per la Jaguar, finì nelle retrovie, ma fece comunque notizia: il televideo di TMC (l’antenata di La7), un giorno di quell’estate, tra gli articoli sulla Formula 1 pubblicò come unica notizia il fatto che Eddie si fosse decolorato i capelli.
Bonus: alla Jaguar portava un casco leopardato che difficilmente sarà mai buttato giù dalla prima posizione della mia personale classifica dei caschi più brutti della storia della Formula 1.

Gli sponsor pazzi
Yahoo.
Bic.
Playstation.
Tutti sulla stessa vettura!

Diniz, Burti, Bernoldi, Mazzacane, Yoong...
Tra gli indimenticabili dei tempi d’oro troviamo molti piloti che popolavano le ultime file e che di tanto in tanto si facevano notare, specie se si trovavano in posizioni improbabili in momenti improbabili. Bernoldi, al gran premio di Monaco del 2001, fu quello che più degli altri si rese protagonista. Chi non riuscì a imporsi in tal senso diede comunque un segnale della propria presenza, esibendosi in tour turistici delle vie di fuga o si ribaltavano mostrando al mondo la parte inferiore della propria vettura.

I demolition derby in partenza
Oggi è l’eccezione, un tempo era quasi la regola.
Se erano coinvolti piloti che stavano nelle retrovie gli ingredienti erano: bandiera rossa, ripartenza col muletto, seconda guida che guardava la gara dai box perché il muletto l’aveva preso il suo compagno di squadra. Dopo il primo giro nessuno si ricordava più che la gara era stata interrotta e che c’era stato un restart.
Se erano coinvolti anche top-driver gli ingredienti erano: bandiera rossa, ripartenza col muletto, polemiche sull’opportunità o meno di interrompere la gara e sul fatto che l’interruzione o la mancata interruzione avesse favorito o penalizzato un top-driver in particolare. Le due settimane successive, in attesa del successivo gran premio, erano un susseguirsi di polemiche.

Lo “sfigato do Brasil”
In quell’epoca Rubens Barrichello dominava le scene, quando si trattava della cima della classifica della sfiga. In particolare il fattore sfiga si accentuava in modo particolare in occasione del gran premio di casa, dove in genere non riuscì mai a cavare un ragno dal buco.
Bonus: quelle post-prima vittoria sembravano lacrime di pura disperazione.
Doppio bonus: se le asciugò con una bandiera del Brasile!
Triplo bonus: prima di passare in Ferrari, era stato al comando del gran premio del Brasile su una Stewart. Meglio non ricordare com’era andata a finire.
Quadruplo bonus: è cresciuto vicino al circuito di Interlagos nella casa di nonno Rubens e nonna Isaura, anche suo padre si chiama Rubens e lui da piccolo si arrampicava sui muretti del circuito.

Le telecronache incentrate sulla vita privata di Frentzen
Il nome Heinz si pronuncia “hainz” ma nessuno lo pronunciava così.
La madre di Frentzen è spagnola.
Il padre di Frentzen era titolare di una ditta di pompe funebri.
Tra il 1987 e il 1991 Frentzen è stato fidanzato con Corinna Schumacher.
Oltre a tutto ciò Frentzen ha anche gareggiato in Formula 1 per dieci anni ma, mentre nessuno si ricorda i suoi risultati, tutti conoscono perfettamente la storia della sua vita.

Michael Schumacher vs. David Coulthard
Possiamo forse dimenticarci di una delle accoppiate più esplosive dell’epoca? Accomunati dalle strane forme delle loro mascelle e dalla volontà di fingere di detestarsi nonostante abbiano passato il decennio successivo a fare comunella, furono senz’altro una fonte inesauribile di ispirazione per tutte le wannabe-slasher di fine millennio.
Al gran premio di Francia del 2000, dopo avere ricevuto una stretta da Michael, David gli mostrò il dito medio in mondovisione. Al giorno d’oggi chiunque si fosse trovato nei suoi panni avrebbe urlato un ennesimo “you have to leave the space” via radio. E di quel fatto, ce ne ricordiamo dopo 14 anni...
Al giorno d’oggi, inoltre, uno stuolo di fanboy ancora litigano per stabilire come siano andate le cose in quel famoso incidente di Spa nel 1998. Sì, nel 1998, quindi ben sedici anni fa! Considerando che molti fanboy hanno meno di quell’età, ci sono fanboy che litigano per stabilire come siano andate le cose in un incidente avvenuto prima della loro nascita! E scusate se è e poco...
Bonus: c’è ancora qualcuno che addirittura si chiede quale sarebbe stato l’esito della potenziale rissa tra i due dopo l’incidente.