Ieri ho parlato dell'eprix di Montecarlo, oggi è giunto il momento di parlare dell'altra gara open wheel di primo livello che si è svolta nel corso del weekend: il Gran Premio di Barber di domenica sera, ultima gara prima del mese di maggio, dedicato a Indianapolis (adesso non fate gli iper-precisi, perché domenica già era iniziato maggio, ma sforzatevi di capire il concetto). In Alabama, Rinus Veekay (Carpenter) si è procacciato la pole position davanti a Pato O'Ward (Arrow McLaren) ed Alex Palou (Ganassi), quindi largo ai giovani ma non troppo, perché c'è sempre il V3KkYaCçY0 di turno che può riservare sorprese... anche se, di fatto, il podio ha visto la top-3 delle qualifiche un po' rimescolata: ha infatti vinto O'Ward, precedendo Palou e Veekay, vittoria possibile anche grazie a una buona gestione delle strategie.
Non temete, perché di V3KkYaCçY ce ne sono stati ben due a completare la top-5 e dopo delle gare in risalita: quarto è giunto infatti Will Power (Penske) che partiva diciannovesimo e quinto Scott Dixon (Ganassi), anche lui partito oltre la top-ten, anche se non tanto indietro quanto Power - tredicesimo. Nella sua risalita abbiamo visto Willpowahhhh superare anche il compagno di squadra Scott McLaughlin, che ha chiuso la gara in sesta posizione. Poi, finalmente, dietro di loro qualcuno si è ricordato che il campionato di Indycar è un campionato nordamericano, quindi bisogna comportarsi da piloti che corrono in Nord-America. Il fattaccio è avvenuto mentre Graham Rahal (Rahal) e Romain Grosjean (Andretti) lottavano per la settima piazza. Rahal avrebbe difeso la propria posizione, cosa non gradita da RoGro, che gli avrebbe rifilato due mezze sportellate: come finire una gara in polemica!
Specifico, perché ho scritto *avrebbe*. Le sportellate gliele ha effettivamente tirate, ma che l'abbia fatto di proposito l'ha detto Rahal e anche qualcuno in telecronaca - ho visto gli extended highlight del Fast Forward. In telecronaca hanno anche parlato della loro stazza, valutando come si sarebbe evoluta una potenziale rissa post-gara tra di loro. Hanno anche lasciato intendere che il maggiore candidato alla vittoria era Rahal, che obiettivamente è un tantino più abbondante di RoGro. Ci sono state due evoluzioni a tutto ciò, la prima che Grosjean ha superato Rahal all'ultimo giro ma nessuno se n'è accorto, la seconda che Rahal non ha innescato nessuna rissa, ma una serie di lamentele che hanno generato anche qualche flame su Twitter. Se non sbaglio ha anche risposto a un tipo che lo criticava per le sue lamentele. Nel frattempo non è chiaro cosa ne pensi Grosjean.
Hanno chiuso la top-ten due compagni di squadra di RoGro, ovvero Alexander Rossi e Colton Herta. Quest'ultimo - visto a un certo punto della gara mentre in pista litigava con RoGro - poteva puntare a qualcosa di meglio, ma nello stint finale ha perso posizioni con una sbinnata. Simon Pagenaud (Meyer Shank) ha chiuso dodicesimo precedendo Marcus Ericsson (Ganassi), Takuma Sato (Coyne) e Josef Newgarden (Penske): anche quest'ultimo nel corso della gara è stato visto mentre litigava con Grosjean. Christian Lundgaard (Rahal) ha terminato la gara in quindicesima posizione, davanti a Felix Rosenqvist (Arrow McLaren), Devlin De Francesco (Andretti), Jack Harvey (Rahal), Conor Daly (Carpenter) e David Malukas (Coyne). Ha chiuso ventunesimo, ultimo a pieni giri, Helio Castroneves (Meyer Shank) dopo una gara deludente, nella quale ha anche litigato con Grosjean.
Obiettivamente RoGro ha cercato di infilarsi in qualsiasi casino gli capitasse a tiro, ma nevermind. Procediamo e parliamo di chi ha chiuso doppiato, perché a fine gara le vetture in pista c'erano ancora tutte. Questi illustri piloti sono stati Kyle Kirkwood (Foyt), Dalton Kellet (Foyt), Jimmie Johnson (Ganassi), Callum Ilott (Juncos) e Tatiana Calderon (Foyt). Ilott aveva anche iniziato bene, mi sembra fosse in zona top-ten o giù di lì, ma poi durante un duello con Castroneves(?) ha messo le ruote sull'erba ed è partito in una notevole sbinnata. Adesso non resta altro da fare che attendere di entrare in pieno clima Indianapolis. Tra tredici giorni (o per meglio dire, tra undici giorni, tredici dopo la gara di Barber) si svolgerà la gara di Indy Road Course, dopodiché la settimana seguente ci saranno le qualificazioni della Indy 500 e nell'ultimo fine settimana di maggio la Indy 500 stessa.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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martedì 3 maggio 2022
martedì 1 giugno 2021
Indycar 2021: Indianapolis 500
Non so se avete presente quella sensazione che qualcosa di nefasto stia per accadere e che sia del tutto inevitabile. Insomma, quella sensazione che si prova quando leggendo la line-up dei piloti e dei team che tenteranno di qualificarsi per la Indy 500 vedete che ci sono più di 33 vetture e che, in un modo o nell'altro, per qualcuno finirà male. L'ultima volta in cui è andata a finire così è stata quella volta in cui le Carlin se ne sono tornate a casa in anticipo e ci sono tornate in compagnia del pilota sul quale si basava tutta la campagna pubblicitaria del campionato di Indycar. Correva l'anno 2019 e quell'ultimo istante in cui Kaiser e Alonso si contendevano l'accesso alla griglia è stato da brividi. Il 2019, comunque, appartiene ormai al passato, quindi preoccupiamoci piuttosto della line-up del 2021:
- Team Penske: Josef Newgarden, Scott McLaughlin, Will Power, Simon Pagenaud;
- Team Andretti: Colton Herta, Alexander Rossi, Ryan Hunter-Reay, James Hinchcliffe, Marco Andretti, Stefan Wilson;
- Team Ganassi: Marcus Ericsson, Scott Dixon, Alex Palou, Tony Kanaan;
- Team Carpenter: Ed Carpenter, Conor Daly, Rinus Veekay;
- Team Rahal: Graham Rahal, Takuma Sato, Santino Ferrucci;
- Team Arrow McLaren: Patricio O'Ward, Felix Rosenqvist, Juan Pablo Montoya;
- Team Coyne: Pietro Fittipaldi, Ed Jones;
- Team Carlin: Max Chilton;
- Team Foyt: Dalton Kellett, Sebastien Bourdais, J.R. Hildebrand, Charlie Kimball;
- Team Shank: Jack Harvey, Helio Castroneves;
- squadre one-off: Sage Karam con Dreyer & Reinbold, Simona De Silvestro con Paretta, R.C. Enerson con Top Gun.
QUALIFICHE - mentre si avvicinava il weekend del 22/23 maggio sembrava esserci un'unica certezza, ovvero che due teste dovevano cadere e che una di queste dovesse per forza di cose essere quella di Enerson, l'ultimo arrivato, a bordo di una vettura di un team nuovo arrivato. Anche nel suo rookie test ci sono stati degli intoppi, ha iniziato a girare dopo chiunque altro e ha girato più lento di chiunque altro nei giorni che ci avvicinavano al grande evento.
Tutto il resto era da definire e sabato sera il processo di definizione stava facendo anche qualche sorpresa di troppo. Mentre Dixon, Herta, Kanaan, Carpenter, Veekay, Castroneves, Palou, Hunter-Reay ed Ericsson si qualificavano per la top-9, dietro c'erano piloti che lottavano per stare tra i primi trenta, dato che sabato venivano assegnate con certezza le posizioni dalla decima alla trentesima della griglia.
Tra i piloti che non stavano dentro i primi trenta - e nessuno sembrava migliorarsi - c'era nientemeno che Power. Ho pensato che questo complicasse le cose, che sarebbe andato sicuramente in griglia e, di conseguenza, il giorno dopo ci sarebbero stati solo altri due posti disponibili. Ho quasi sperato che entrasse in griglia sbattendo giù Kellett, perché gli altri avessero più speranze. Invece no, Kellett si è appropriato della trentesima piazza e il giorno dopo insieme a Power si sarebbero giocati l'accesso alla griglia Kimball, De Silvestro, Karam ed Enerson.
BUMP DAY - domenica sera, verso l'ora di cena, stavo seguendo il live timing. La sessione durava un'ora e un quarto o un'ora e mezza, non ricordo. Il primo a scendere in pista è stato Karam. Poi è arrivato Power. Avrebbe potuto essere il più veloce, se non fosse andato a sbattere alla fine. Per avere a disposizione un secondo tentativo dopo la riparazione della vettura, quel tempo avrebbe dovuto essere cancellato, ma per il momento era in griglia, dopo non ci sarebbero state certezze. Gli altri si sono "accodati" quando sono scesi in pista: De Silvestro, Kimball, Enerson, con Simona ultima della griglia. Dopo tre quarti d'ora di nulla cosmico, Enerson e Kimball ci hanno riprovato, non riuscendoci.
Dopo avrebbe dovuto esserci la Fast 9, una sosta di Q3 della Indy 500, in cui i primi nove del giorno prima andavano a lottare per la pole, ma dopo quello che avevamo appena vissuto non è riuscita a prendermi. Ho guardato il risultato solo una volta che è terminata, senza seguire il livetiming con costanza, perché dopotutto partire primo o nono non cambia molto, partire in ultima fila o non partire affatto - triste destino di Kimball ed Enerson - cambia tutto. Il giorno dopo Kimball ha scritto su Twitter che avrebbe seguito la gara con sua figlia (il giorno della gara ha postato un video in cui era al circuito con la figlia) tifando per la De Silvestro e per il team Paretta. È in momenti come questi che ti chiedi perché il motorsport sappia essere così crudele.
GRIGLIA DI PARTENZA:
1^ fila: Dixon - Herta - Veekay
2^ fila: Carpenter - Kanaan - Palou
3^ fila: Hunter-Reay - Castroneves - Ericsson
4^ fila: Rossi - Jones - O'Ward
5^ fila: Fittipaldi - Rosenqvist - Sato
6^ fila: Hinchcliffe - McLaughlin - Rahal
7^ fila: Daly - Harvey - Newgarden
8^ fila: Hildebrand - Ferrucci - Montoya
9^ fila: Andretti - Pagenaud - Bourdais
10^ fila: Wilson - Chilton - Kellett
11^ fila: Karam - Power - De Silvestro
MEMORIAL SUNDAY - la gara si è svolta domenica 30 maggio, con la partenza alle 18.45 ora italiana dietro alla safety car guidata da Danica Patrick e account random che su Youtube la trasmettevano in streaming. L'ho seguita a tratti, avendo cenato con la nonna (quindi ben prima dell'orario a cui sono abituata), vedendomi vari pezzi. Poi quello che mi ero persa l'ho recuperato con il Follow Forward. Tutto ciò, comunque, immagino non vi interessi e che quello che vi importa sia sapere com'è andata la gara.
- Team Penske: Josef Newgarden, Scott McLaughlin, Will Power, Simon Pagenaud;
- Team Andretti: Colton Herta, Alexander Rossi, Ryan Hunter-Reay, James Hinchcliffe, Marco Andretti, Stefan Wilson;
- Team Ganassi: Marcus Ericsson, Scott Dixon, Alex Palou, Tony Kanaan;
- Team Carpenter: Ed Carpenter, Conor Daly, Rinus Veekay;
- Team Rahal: Graham Rahal, Takuma Sato, Santino Ferrucci;
- Team Arrow McLaren: Patricio O'Ward, Felix Rosenqvist, Juan Pablo Montoya;
- Team Coyne: Pietro Fittipaldi, Ed Jones;
- Team Carlin: Max Chilton;
- Team Foyt: Dalton Kellett, Sebastien Bourdais, J.R. Hildebrand, Charlie Kimball;
- Team Shank: Jack Harvey, Helio Castroneves;
- squadre one-off: Sage Karam con Dreyer & Reinbold, Simona De Silvestro con Paretta, R.C. Enerson con Top Gun.
QUALIFICHE - mentre si avvicinava il weekend del 22/23 maggio sembrava esserci un'unica certezza, ovvero che due teste dovevano cadere e che una di queste dovesse per forza di cose essere quella di Enerson, l'ultimo arrivato, a bordo di una vettura di un team nuovo arrivato. Anche nel suo rookie test ci sono stati degli intoppi, ha iniziato a girare dopo chiunque altro e ha girato più lento di chiunque altro nei giorni che ci avvicinavano al grande evento.
Tutto il resto era da definire e sabato sera il processo di definizione stava facendo anche qualche sorpresa di troppo. Mentre Dixon, Herta, Kanaan, Carpenter, Veekay, Castroneves, Palou, Hunter-Reay ed Ericsson si qualificavano per la top-9, dietro c'erano piloti che lottavano per stare tra i primi trenta, dato che sabato venivano assegnate con certezza le posizioni dalla decima alla trentesima della griglia.
Tra i piloti che non stavano dentro i primi trenta - e nessuno sembrava migliorarsi - c'era nientemeno che Power. Ho pensato che questo complicasse le cose, che sarebbe andato sicuramente in griglia e, di conseguenza, il giorno dopo ci sarebbero stati solo altri due posti disponibili. Ho quasi sperato che entrasse in griglia sbattendo giù Kellett, perché gli altri avessero più speranze. Invece no, Kellett si è appropriato della trentesima piazza e il giorno dopo insieme a Power si sarebbero giocati l'accesso alla griglia Kimball, De Silvestro, Karam ed Enerson.
BUMP DAY - domenica sera, verso l'ora di cena, stavo seguendo il live timing. La sessione durava un'ora e un quarto o un'ora e mezza, non ricordo. Il primo a scendere in pista è stato Karam. Poi è arrivato Power. Avrebbe potuto essere il più veloce, se non fosse andato a sbattere alla fine. Per avere a disposizione un secondo tentativo dopo la riparazione della vettura, quel tempo avrebbe dovuto essere cancellato, ma per il momento era in griglia, dopo non ci sarebbero state certezze. Gli altri si sono "accodati" quando sono scesi in pista: De Silvestro, Kimball, Enerson, con Simona ultima della griglia. Dopo tre quarti d'ora di nulla cosmico, Enerson e Kimball ci hanno riprovato, non riuscendoci.
Dopo avrebbe dovuto esserci la Fast 9, una sosta di Q3 della Indy 500, in cui i primi nove del giorno prima andavano a lottare per la pole, ma dopo quello che avevamo appena vissuto non è riuscita a prendermi. Ho guardato il risultato solo una volta che è terminata, senza seguire il livetiming con costanza, perché dopotutto partire primo o nono non cambia molto, partire in ultima fila o non partire affatto - triste destino di Kimball ed Enerson - cambia tutto. Il giorno dopo Kimball ha scritto su Twitter che avrebbe seguito la gara con sua figlia (il giorno della gara ha postato un video in cui era al circuito con la figlia) tifando per la De Silvestro e per il team Paretta. È in momenti come questi che ti chiedi perché il motorsport sappia essere così crudele.
GRIGLIA DI PARTENZA:
1^ fila: Dixon - Herta - Veekay
2^ fila: Carpenter - Kanaan - Palou
3^ fila: Hunter-Reay - Castroneves - Ericsson
4^ fila: Rossi - Jones - O'Ward
5^ fila: Fittipaldi - Rosenqvist - Sato
6^ fila: Hinchcliffe - McLaughlin - Rahal
7^ fila: Daly - Harvey - Newgarden
8^ fila: Hildebrand - Ferrucci - Montoya
9^ fila: Andretti - Pagenaud - Bourdais
10^ fila: Wilson - Chilton - Kellett
11^ fila: Karam - Power - De Silvestro
MEMORIAL SUNDAY - la gara si è svolta domenica 30 maggio, con la partenza alle 18.45 ora italiana dietro alla safety car guidata da Danica Patrick e account random che su Youtube la trasmettevano in streaming. L'ho seguita a tratti, avendo cenato con la nonna (quindi ben prima dell'orario a cui sono abituata), vedendomi vari pezzi. Poi quello che mi ero persa l'ho recuperato con il Follow Forward. Tutto ciò, comunque, immagino non vi interessi e che quello che vi importa sia sapere com'è andata la gara.
La gara è iniziata con i tre della prima fila che si succedevano, uno dopo l'altro, in prima posizione. Quello che l'ha tenuta più a lungo è stato Veekay, per tutta la durata del primo stint, a seguito del quale è rientrato ai box, così come altri. Alcuni non l'hanno fatto subito, con conseguenze diverse a seconda delle occasioni: di lì a poco, infatti, è entrata la safety car quando Wilson ha frenato rientrando ai box e gli è partito il posteriore della macchina.
Dixon, Kanaan e Rossi, che stavano tutti un top-ten o zone limitrove, hanno finito il carburante nel momento sbagliato, sono rientrati ai box quando la pitlane era chiusa e questo ha messo fine alle loro ambizioni di stare nelle zone alte della classifica. Frattanto al restart, arrivato dopo un po' di tempo, i primi quattro erano Herta, Veekay, Daly e Castroneves, con Daly che ha superato gli altri prendendo la testa della gara, dove sarebbe rimasto per due stint, quindi fino oltre metà gara.
LA RUOTA DI RAHAL - una differenziazione di strategia ha portato quest'ultimo a risalire nelle zone alte della classifica, a detta dei telecronisti uno dei favoriti per la vittoria. Il momento del suo pitstop è arrivato dopo gli altri ed è capitato un intoppo piuttosto importante, la posteriore sinistra non è stata ben fissata. Rahal era da poco tornato in pista quando l'ha persa ed è andato a schiantarsi a muro. È stato il secondo dei tre ritirati della giornata: la terza, verso fine gara, sarebbe stata la De Silvestro, dopo un incidente simile a quello di Wilson ma con meno devasto. Però non divaghiamo, stiamo parlando di Rahal. La sua ruota ha proseguito la propria corsa impazzita, lasciando i segni del proprio passaggio sulla vettura di Daly, protetto dal cupolino.
Il giro di pitstop ha sancito che Palou, Castroneves e O'Ward dovevano essere i piloti della top-3, mentre Veekay era quarto, seppure destinato a perdere un po' di terreno e di posizioni in un successivo giro di pitstop. Nel frattempo i primi tre si superavano a vicenda, con Palou e Castroneves che sembravano a questo punto i candidati principali alla vittoria, se non ci fossero stati ulteriori stravolgimenti. Gli stravolgimenti li aspettavano Rosenqvist e Sato, che sono andati a lungo nella speranza di cavarsela con una sosta in meno qualora ci fosse stata una safety car, che tuttavia non c'è stata.
HELIO x4 - mentre la gara si apprestava a finire, sono rimasti solo due piloti papabili per il passaggio sotto la bandiera a scacchi, Palou e Castroneves, che hanno continuato a superarsi, scambiandosi di posizione varie volte. Poi, a due giri dalla fine, il sorpasso decisivo, quello che ha portato Castroneves in testa alla gara, ancora inseguito da Palou, che per l'età che ha potrebbe essere suo figlio. Poi è iniziato l'ultimo giro, mentre si avvicinavano a vetture sul punto di essere doppiate, che forse avrebbero potuto essere schegge impazzite.
Non ci sono state schegge impazzite se non una vettura nero-fucsia guidata da un quarantaseienne a cui alcuni anni fa Penske ha detto "sei troppo vecchio per un volante full time, vai nell'IMSA". Nell'IMSA, dove l'anno scorso ha vinto quello che ironicamente è stato l'unico campionato della sua carriera, Castroneves ha visto la fine del suo rapporto pluriventennale con Penske ed è rientrato come part-time in Indycar. Indy è stata la sua prima comparsa stagionale, dove non è stato solo una comparsa e ha ottenuto la prima vittoria della storia del team Shank. Con quattro successi alla Indy 500 eguaglia il record di Foyt, Mears e Unser... non è roba da poco.
L'ultimo giro l'ho visto con il cuore in gola e il fiato sospeso, sperando in un happy ending. Non ci sono happy ending migliori di questo, qualunque cosa ne pensino Palou e gli altri piloti della top-ten, ovvero Pagenaud, O'Ward, Carpenter, Ferrucci, Karam, Veekay e quei due vecchiaccihhhh di Montoya e Kanaan. Hanno completato la gara nelle venti posizioni successive Ericsson, Newgarden, Daly, Sato, Hildebrand, Herta, Dixon, Harvey, Andretti, McLaughlin, Hinchcliffe, Hunter-Reay, Kellett, Chilton, Fittipaldi, Bourdais, Rosenqvist, Jones, Rossi e Power, mentre come già detto De Silvestro, Rahal e Wilson non hanno visto il traguardo.
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Indycar anni 2020
martedì 18 maggio 2021
Indycar 2021: Gran Premio di Indianapolis Road Course
La vita dell'appassionato di motori è fatta di un susseguirsi di domande, molte delle quali a cui è difficile dare risposta. Viene facile pensare che, se è difficile dare una risposta, il problema stia nella risposta. Non sono sicura che sia sempre così. E se non riuscissimo a dare una risposta perché il problema sta alla base? Mi spiego meglio: e se non trovassimo la risposta perché ci stiamo ponendo la domanda sbagliata?
Inizierò da una questione che si ripete sistematicamente ogni volta in cui qualche pilota americano fa bene in Indycar o in cui qualche team di Formula 1 dice di non avere come massima priorità l'ingaggio di un pilota americano. Tralasciando il fatto che non sopporto il fatto che gli opinion leader d'oltreoceano vogliano vedere piloti di Indycar passare in Formula 1 solo ed esclusivamente quando questi possiedono un passaporto statunitense fregandosene bellamente dei piloti di Indycar di altre nazionalità, la domanda è questa: con tutti i piloti a stelle e strisce che fanno bene in Indycar, perché un team di Formula 1, magari la Haas, non ne ingaggia subito uno? Giusto, perché la Haas non ne ingaggia uno? Domanda che forse al giorno d'oggi ha anche più senso che in passato, ma siccome si ripropone dal 2016 non focalizziamoci troppo sul 2021.
Lasciamo un attimo questa domanda in sospeso e spostiamoci mentalmente a Indianapolis, per il gran premio di sabato sera. Venerdì, entrando distrattamente su Twitter, ho visto il risultato delle qualifiche quando erano proprio appena terminate. La pole se l'è accaparrata Grosjean, provocando una reazione che sembra avere messo d'accordo tutti nel mondo: chiunque si è dato alla pazza gioia, parlando di quanto fosse grandioso tutto ciò e di quanto fosse grandioso Grosjean. Anche Ericsson sembrava molto soddisfatto di vedere il suo best friend forever davanti a tutti, stando ai loro tweet di venerdì sera, invece di tirargli sportellate immaginarie per le strade di Baku. In genere questi momenti in cui tutti sono felici mi piacciono, anche se all'occorrenza è opportuno porsi qualche domanda, perché non mi pare fosse così apprezzato quando correva in Formula 1.
La gara di Grosjean è stata all'altezza delle qualifiche: è stato leader finché ha potuto, sabato sera (la nostra sera) ma la strategia l'ha relegato alle spalle di Veekay, appena ventenne, considerato dagli americani alla stregua di un Verstappino formato Indycar. Io preferisco il paragone Verstappen/ Herta, lo trovo più azzeccato, ma dopotutto non mi aspetto che gli opinion leader Made in USA sappiano con esattezza chi è Verstappen. Ad ogni modo Veekay ha visto la luce della vittoria, relegando Grosjean in una stabile seconda posizione che ha portato a casa davanti a, limitatamente alla top-ten, Palou, Newgarden, Rahal, Pagenaud (uscito indenne da un incidente al primo giro con Daly, unico ritirato), Rossi, McLaughlin ed Ericsson, una gara in cui si è rivisto in pista Montoya ma rivisto è un eufemismo (21°), in cui Chilton non c'era per problemi di ingresso negli States e in cui, finalmente, Johnson non si è impantanato nemmeno una volta.
Torniamo a noi, alla domanda iniziale. Ci si chiede perché la Haas non ingaggia un pilota americano di Indycar, ma forse non è quello che bisognerebbe chiedersi. I piloti che possono lottare per la vittoria in Indycar hanno davvero così tanto interesse a un passaggio in Formula 1 nella squadra americana, che fino a prova contraria è una delle ultime ruote del carro? Conosco la storia dei piloti di spessore che possono tirare fuori performance estrose da una vettura scadente, ma perché dovrebbero essere proprio quelli che in Indycar possono lottare per il podio? Lottare per il podio in Indycar è esattamente quello che fanno anche certi piloti franco-svizzeri che con la Haas arrancavano. Oltre a chiederci perché Herta non va alla Haas, bisognerebbe chiedere prima di tutto a Grosjean se tornerebbe indietro. Forse no, anche se in Formula 1 ci sono le bandiere blu e in Indycar no (Sato si è sdoppiato, beccandosi una mezza ruotata da Grosjean come "vendetta", uno dei momenti più alti della gara)... ma dopotutto in Formula 1 le bandiere blu non venivano esposte a gente che lo ostacolava, quanto piuttosto a lui stesso. Il sogno della Formula 1 è bello, ma è a suo modo ovvio che per chi ha una carriera già avviata in Indycar sia un sogno da tenere chiuso in un cassetto, ben nascosto, per cercare di dimenticarsene.
domenica 4 ottobre 2020
Indycar 2020: di ritorno all'Indy Road Course, si va verso l'epilogo
Ormai avrete capito che mi piace fare le cose in modo casuale, quindi mentre il GP di Russia non ha ancora trovato spazio su questo blog, ho deciso che invece di Indycar ne parliamo subito.
HARVEST GP II - un sabato perfetto invece per Willpowahhhh, partito dalla pole e mai impensierito da nessuno, nemmeno da Herta e Rossi che si sono contesi i gradini più bassi del podio. Il giovane Herta si è portato a casa la seconda piazza mentre tra i due piloti in lotta per il titolo è andata meglio a Newgarden (quarto). Il Dixon visto in questo fine settimana non somigliava più di tanto al dominatore di inizio stagione: 32 punti di gap in classifica, sarà dura ma Newgarden potrebbe ancora vincere il titolo.
In questo weekend si è gareggiato di venerdì e di sabato all'Indianapolis Road Course, con Josef Newgarden a inseguire Scott Dixon per il titolo (che sarà assegnato nel prossimo evento a St Petersburg).
Sebastien Bourdais ha finalmente fatto il proprio esordio stagionale mentre a sorpresa è tornato Helio Castroneves e non con Penske per la prima volta da vent'anni o poco ci manca: one-off in McLaren Arrow al posto di Oliver Askew, vittima di un infortunio non di grave entità. Fuori anche Zach Veach per scelta personale, al suo posto James Hinchcliffe già pilota part-time con Andretti.
HARVEST GP I - un venerdì non proprio perfetto per Dixon, mentre Newgarden andava a vincere a spese di Rinus Veekay, partito dalla pole e più volte protagonista di duelli ruota contro ruota con Colton Herta. Quest'ultimo ha mandato le gomme in vacca troppo presto e ciò ha dato i suoi pessimi frutti a fine gara, quando ha perso qualche posizione di troppo.
HARVEST GP I - un venerdì non proprio perfetto per Dixon, mentre Newgarden andava a vincere a spese di Rinus Veekay, partito dalla pole e più volte protagonista di duelli ruota contro ruota con Colton Herta. Quest'ultimo ha mandato le gomme in vacca troppo presto e ciò ha dato i suoi pessimi frutti a fine gara, quando ha perso qualche posizione di troppo.
Poca gloria per i piloti di ritorno, mentre avveniva un curioso duello per la decima piazza tra due nostre vecchie conoscenze, gli Erichilton, con l'ex Caterham che ha battuto l'ex Marussia.
Josef Newgarden
Alexander Rossi
Rinus Veekay
Colton Herta
Felix Rosenqvist
Will Power
Graham Rahal
Jack Harvey
Scott Dixon
Marcus Ericsson...
HARVEST GP II - un sabato perfetto invece per Willpowahhhh, partito dalla pole e mai impensierito da nessuno, nemmeno da Herta e Rossi che si sono contesi i gradini più bassi del podio. Il giovane Herta si è portato a casa la seconda piazza mentre tra i due piloti in lotta per il titolo è andata meglio a Newgarden (quarto). Il Dixon visto in questo fine settimana non somigliava più di tanto al dominatore di inizio stagione: 32 punti di gap in classifica, sarà dura ma Newgarden potrebbe ancora vincere il titolo.
Ancora poca gloria per i piloti di ritorno, nel caso di Castroneves mi viene il dubbio che fosse emozionato dalla presenza in cabina di commento di Tony Kanaan!
Will Power
Colton Herta
Alexander Rossi
Josef Newgarden
Patricio O'Ward
Jack Harvey
Graham Rahal
Scott Dixon
Alex Palou
Simon Pagenaud...
Per ora è tutto, si torna in pista tra tre settimane a St Pete, la location in cui questo campionato doveva iniziare.
domenica 19 luglio 2020
Indycar @ Iowa Speedway
Iowa Speedway, 17/18 luglio, peccato che Max Chilton non corra più sugli ovali e quindi non sia al volante. Al suo posto(?) in Carlin c'è Conor Daly che ottiene la pole, quindi immagino che il team tutto sommato sia soddisfatto dell'assenza di Chilton.
Due gare di 250 giri, Daly è in pole per la prima. La qualifica è stata una sola, con due tentativi, uno che va a comporre la prima griglia e uno che va a comporre la seconda.
Conor Daly (figlio di Derek Daly, noto alle cronache per essere uno dei due piloti che nella storia della Formula 1 non sono andati a podio nella stagione in cui il rispettivo compagno di squadra vinceva il mondiale) deve comunque vedersela con Josef Newgarden che gli si attacca agli scarichie lo passa al 14° giro.
Nel frattempo, dopo oltre metà gara Simon Pagenaud, il best friend forever onorario di Lando Norris, partito ultimo è risalito fino alla prima posizione, salvo poi doversi fermare ai box...
Willpowahhhh però si è andato a schiantare e una ruota vagava per le strade di Iowa Corn. Ingresso della safety car... e Pagenaud si è fermato ai box in regime di safety car, il che gli ha permesso di recuperare nei confronti di chi si era già fermato.
I telecronisti nel frattempo spiegavano che la ruota vagante era la ragione per cui serve l'aeroscreen. Anche per altre: al restart Colton Herta è decollato sulla vettura di Rinus Askew e, grazie al cupolino, quest'ultimo ha ancora la testa attaccata al collo. Le nuove barriere sembrano avere contribuito alla non decapitazione di Herta, al contempo.
Patricio O'Ward a quel punto era in testa, ma "Sàimon" si è preso la testa della gara con una settantina di giri ancora da disputare. Nella parte finale di tali ha dovuto vedersela con Scott Dixon, che non sembrava molto intenzionato a lasciarlo andare via così come se niente fosse.
Simon Pagenaud, Scott Dixon, Oliver Askwe a podio, poi a seguire Pato O'Ward, Josef Newgarden, Alexander Rossi, Jack Harvey, Conor Daly, Marcus Ericsson e Takuma Sato a completare la top-ten.
Nelle interviste post-gara è stato ricordato a Pagenaud che il giorno dopo sarebbe partito di nuovo dall'ultima posizione dato che si era qualificato ultimo anche per la seconda gara.
L'indomani il "drivers start your engines" è stato pronunciato da Helio Castroneves, che sembrava piuttosto eccitato nonostante il diciottesimo posto ottenuto dal suo best friend forever Tony Kanaan il giorno precedente al suo ritorno.
La gara ha visto Josef Newgarden in testa e una situazione tranquilla almeno finché a metà gara Ed Carpentahhhh non è finito a muro. Dietro di lui c'è stato O'Ward per gran parte del tempo finché non ha avuto un problema a un pitstop perdendo parecchio terreno e uscendone doppiato, ciò ha messo fine definitivamente ai suoi sogni di gloria.
In seguito c'è stato un incidente di Ryan Hunter-Reay, dopo il quale Daly si trovava in terza posizione dietro a Newgarden e a Power, ma secondo quanto da lui affermato tramite Twitter era su una strategia diversa, che non ha funzionato.
Ciò che in un modo o nell'altro ha funzionato è stata la risalita di "Saimon" che anche nella gara di sabato, seppure non tanto come quella di venerdì, ha ottenuto un risultato di alto livello partendo ultimo.
Top-ten: Josef Newgarden, Will Power, Graham Rahal, Simon Pagenaud, Scott Dixon, Oliver Askew, Jack Harvey, Alexander Rossi, Marcus Ericsson e nientemeno che Marco Andretti. Il best friend forever di Castroneves purtroppo per lui è arrivato solo undicesimo, ma si tratta comunque di un miglioramento rispetto a alla prima gara.
Due gare di 250 giri, Daly è in pole per la prima. La qualifica è stata una sola, con due tentativi, uno che va a comporre la prima griglia e uno che va a comporre la seconda.
Conor Daly (figlio di Derek Daly, noto alle cronache per essere uno dei due piloti che nella storia della Formula 1 non sono andati a podio nella stagione in cui il rispettivo compagno di squadra vinceva il mondiale) deve comunque vedersela con Josef Newgarden che gli si attacca agli scarichie lo passa al 14° giro.
Nel frattempo, dopo oltre metà gara Simon Pagenaud, il best friend forever onorario di Lando Norris, partito ultimo è risalito fino alla prima posizione, salvo poi doversi fermare ai box...
Willpowahhhh però si è andato a schiantare e una ruota vagava per le strade di Iowa Corn. Ingresso della safety car... e Pagenaud si è fermato ai box in regime di safety car, il che gli ha permesso di recuperare nei confronti di chi si era già fermato.
I telecronisti nel frattempo spiegavano che la ruota vagante era la ragione per cui serve l'aeroscreen. Anche per altre: al restart Colton Herta è decollato sulla vettura di Rinus Askew e, grazie al cupolino, quest'ultimo ha ancora la testa attaccata al collo. Le nuove barriere sembrano avere contribuito alla non decapitazione di Herta, al contempo.
Patricio O'Ward a quel punto era in testa, ma "Sàimon" si è preso la testa della gara con una settantina di giri ancora da disputare. Nella parte finale di tali ha dovuto vedersela con Scott Dixon, che non sembrava molto intenzionato a lasciarlo andare via così come se niente fosse.
Simon Pagenaud, Scott Dixon, Oliver Askwe a podio, poi a seguire Pato O'Ward, Josef Newgarden, Alexander Rossi, Jack Harvey, Conor Daly, Marcus Ericsson e Takuma Sato a completare la top-ten.
Nelle interviste post-gara è stato ricordato a Pagenaud che il giorno dopo sarebbe partito di nuovo dall'ultima posizione dato che si era qualificato ultimo anche per la seconda gara.
L'indomani il "drivers start your engines" è stato pronunciato da Helio Castroneves, che sembrava piuttosto eccitato nonostante il diciottesimo posto ottenuto dal suo best friend forever Tony Kanaan il giorno precedente al suo ritorno.
La gara ha visto Josef Newgarden in testa e una situazione tranquilla almeno finché a metà gara Ed Carpentahhhh non è finito a muro. Dietro di lui c'è stato O'Ward per gran parte del tempo finché non ha avuto un problema a un pitstop perdendo parecchio terreno e uscendone doppiato, ciò ha messo fine definitivamente ai suoi sogni di gloria.
In seguito c'è stato un incidente di Ryan Hunter-Reay, dopo il quale Daly si trovava in terza posizione dietro a Newgarden e a Power, ma secondo quanto da lui affermato tramite Twitter era su una strategia diversa, che non ha funzionato.
Ciò che in un modo o nell'altro ha funzionato è stata la risalita di "Saimon" che anche nella gara di sabato, seppure non tanto come quella di venerdì, ha ottenuto un risultato di alto livello partendo ultimo.
Top-ten: Josef Newgarden, Will Power, Graham Rahal, Simon Pagenaud, Scott Dixon, Oliver Askew, Jack Harvey, Alexander Rossi, Marcus Ericsson e nientemeno che Marco Andretti. Il best friend forever di Castroneves purtroppo per lui è arrivato solo undicesimo, ma si tratta comunque di un miglioramento rispetto a alla prima gara.
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