sabato 31 ottobre 2020

Formula 4 danese 2020: Conrad Laursen vince il titolo in una stagione troncata dal lockdown

La Formula 4 danese è un mondo a sé stante, che ha poco da spartire con gli altri campionati di Formula 4. Siccome anche l'occhio vuole la sua parte, partiamo dagli aspetti comunicativi: questa serie, semplicemente, non comunica. Ha un sito web che esiste solo in versione danese, con date del calendario non aggiornate, sono in ritardo su tutto e quant'altro, un po' come se dessero per scontato che nessuno li segue e non cercassero in alcun modo di farsi seguire.
Dal punto di vista strettamente agonistico, si riscontrano due particolarità, la prima è che ci sono due classi di vetture che competono insieme, le Formula 4 e le Formula 5, che di fatto possono puntare a risultati più o meno analoghi, solo le F5 sembrano meno reattive in partenza, mentre la seconda riguarda i piloti presenti: mentre le altre serie di Formula 4 schierano piloti che puntano a progredire nel panorama motoristico europeo, questo campionato ha una varietà di piloti che spaziano da gente che punta a costruirsi un futuro altrove a gente che sta lì da anni senza che si capisca bene se corre per mestiere o per hobby, generalmente con team privati, e presenza occasionale anche di piloti di cinquanta o sessant'anni.

Il campionato si è svolto tra giugno e, avremmo scoperto in questi giorni, settembre: i due eventi di ottobre in Danimarca sono stati annullati e quello sostitutivo, che si doveva svolgere in questo weekend di fine ottobre/ inizio novembre in Svezia, è stato annullato pochi giorni prima per via delle restrizioni di viaggio che limitano gli spostamenti tra la Danimarca e la Svezia. Quindi è stato decretato che i tre eventi, da tre gare ciascuno, che si sono svolti nei mesi scorsi costituiscono l'intero campionato e che Conrad Laursen, il pilota che si trovava in testa alla classifica, è il campione 2020. Se la serie fosse proseguita avrebbe dovuto vedersela con Benjamin Frislund, Sebastian Ogaard, Mads Hoe, William Wulff e Juju Noda... già, proprio lei, il nome più famoso di questa categoria, ragione per cui questo campionato ha avuto più successo di quelli precedenti (e anche la trasmissione su youtube di una parte delle gare). A fine stagione è difficile fare una valutazione complessiva della Noda e, anche se la posizione in classifica *sembra* non riflettere l'aura che si porta dietro, esistono ragioni che possono spiegare tranquillamente la sua posizione in classifica.

Innanzi tutto si può dire che, dal punto di vista delle qualifiche, la giovanissima Juju non abbia problemi. Per ciascun weekend c'è una griglia con qualifica, una reverse grid dei primi sei e una griglia abbastanza complessa stilata sui tempi aggregati delle due gare precedenti o qualcosa del genere. Su tre pole position da qualifica ne ha portate a casa tre. Sfortunatamente solo la prima di esse si è concretizzata in vittoria, proprio nella prima gara da lei disputata.
Il vero problema non è la velocità, la poca esperienza. O meglio, ha tantissima esperienza come tester, ma girare in tondo è un po' diverso dal competere contro altri piloti e, specie nei duelli ruota contro ruota, spesso si vedeva che era una quattordicenne che gareggiava contro piloti più avanti come percorso di carriera o come età, considerato che aveva anche qualch avversario di vent'anni o oltre. Quindi in certe situazioni sono arrivati occasionali incidenti dettati dall'inesperienza, uscendone spesso come la parte più danneggiata dall'incidente stesso.

In generale, come prima stagione nel panorama motoristico internazionale, non credo ci si possa lamentare: solo due piloti hanno ottenuto vittorie multiple, si tratta di Ogaard con tre su sei gare disputate (uno degli eventi si sovrapponeva alla F4 italiana nella quale gareggia) e il campione Laursen con due. Gli altri piloti con una vittoria ciascuno sono il runner-up Frislund, il veterano Hoe (classe F5) e Wulf. Il migliore fine settimana è stato il primo, come già detto, nonostante una squalifica rimediata nella seconda gara per un'irregolarità legata alle gomme. Nel secondo weekend della stagione Noda ha ottenuto altri due piazzamenti a podio, un terzo e un secondo posto nelle prime due gare del fine settimana, mentre purtroppo è stato abbastanza disastroso l'ultimo evento, con incidenti vari.
Curiosità: la F4 danese è stata forse la serie open-wheel con la maggior presenza femminile, dato che oltre a lei anche altre due ragazze erano presenti, seppure rientrino verosimilmente in quei piloti che non si capisce se corrano per mestiere o per hobby, si tratta di Mille Hoe (sorella di Mads) e di Lina Sonderskov, già viste negli scorsi anni.

venerdì 30 ottobre 2020

The Golden Day of Sewis: GP Messico 2017

Correva l'anno 2017 e il mondiale correva verso la sua conclusione, non nel senso che fosse già sul punto di terminare, ma nel senso che mancava appena un mese e che quello del Messico (location nella quale si sarebbe dovuto correre nel weekend del "dia de los muertos" anche in questa stagione, considerando che tale ricorrenza è il 2 novembre, ma che i festeggiamenti sembrano iniziare con largo anticipo) era il terzultimo appuntamento.
In più, sebbene il campionato non fosse ancora sul punto di terminare nel vero senso della parola, il mondiale stava per essere assegnato. I suoi protagonisti erano stati Lewis Hamilton e Sebastian Vettel, in un campionato iniziato con tanti baci alla francese ma poi culminato in una rissa tra gabbiani per le strade dell'Azerbaijan. Nel frattempo, siccome quando c'è una lotta per il titolo lui non può mai mancare e il suo obiettivo è stare in mezzo alle scatole, Max Verstappen inseguiva in quel fine settimana il sogno di diventare il pilota più giovane di sempre a ottenere una pole position.

Il pilota più giovane di sempre a ottenere una pole position, tuttavia, ha girato più veloce di lui in qualifica procacciandosi la suddetta pole position e relegando Verstappino in seconda piazza. Visti i loro trascorsi poco tranquilli ogni volta in cui si incontravano nelle vicinanze, una prima fila tutta Vettelstappen suscitava un certo grado di ilarità, in molti erano pronti a scommettere che ci sarebbe stato un incidente tra i due nel corso della partenza.
I Vettelstappen, troppo pieni di fiducia in sé stessi, non hanno provveduto a darsi una provvidenziale grattata della durata di un'ora e tre quarti, pagandone le conseguenze. O meglio, soltanto Vettel ne ha pagato le conseguenze, perché Verstappino, tra i due, è sempre stato quello più propenso a uscire intatto dai loro scontri. Il problema, tuttavia, è che non solo i Vettelstappen erano coinvolti in quella travagliata partenza, ma anche il leader del mondiale. Il tutto si è trasformato in un caos generico in cui i Vettelton stessi facevano a ruotate, uno rimettendoci l'ala anteriore, l'altro guadagnando una foratura che l'avrebbe costretto ad andare ai box su tre ruote e l'auto che strisciava a terra.

Siccome per tenere aperto il mondiale Vettel doveva finire la gara nelle primissime posizioni con Hamilton fuori dalla zona punti e dopo il primo giro erano rispettivamente penultimo e ultimo, tutto lasciava pensare (e si sarebbe rivelato un pensiero esatto) che quel giorno si sarebbe assegnato il titolo piloti. Quindi, anche grazie alla presenza illuminante di Verstappino, che grazie alla propria aura aveva mandato in vacca la capacità altrui di evitare il caos, ci siamo accorti che a distanza di vent'anni dal GP d'Europa 1997 avevamo avuto servito su un piatto d'argento un incidente tra contendenti al titolo nel giorno dell'assegnazione del mondiale.
Non era chiaro al momento se avremmo avuto spargimenti di sangue, ci limitavamo a seguire le dinamiche della gara: da un lato c'era Vettel che recuperava posizioni perché si era ritrovato penultimo ma aveva la vettura in condizioni dignitose, mentre Hamilton faticava molto di più nella sua risalita perché la sua auto era uscita piuttosto malmessa dall'incidente e dal giro percorso su tre ruote a inizio gara.

Max Verstappen, Valtteri Bottas, Kimi Raikkonen, questo il podio del gran premio in questione, con il giovane Verstappino che rischiava di essere portato sulla cattiva strada alcolica da parte dei Finnish Bros, ma quello che interessava a tutti era la posizione finale dei Vettelton. Mentre il pilota Ferrari arrivava quarto come sarebbe potuto accadere a un certo suo connazionale che non va mai a podio, l'aspirante campione del mondo chiudeva nono dopo essere stato protagonista tra le varie cose di un intenso duello con Fernando Alonso, che a sua volta non guidava una vettura nelle condizioni migliori, non per incidenti vari ma perché era al volante di una McLaren Honda.
A gara terminata, Hamilton stava festeggiando il suo... mhm... quarto titolo (ho dovuto fare mente locale, perché ormai sto perdendo il conto), quando un losco individuo gli si è avvicinato di soppiatto. Considerato che durante la gara a un certo punto Hamilton si era lamentato sostenendo che secondo lui Vettel gli era andato addosso apposta alla partenza, c'era da aspettarsi una rissa in stile Nascar tra i due...

Invece no, l'ammmmore vince su tutto, dato che i due si sono messi ad abbracciarsi come se non ci fosse un domani. In effetti non è che ci sia stato effettivamente un domani, per loro, sono ancora fermi esattamente allo stesso punto (numero di titoli di Hamilton e risultati di Vettel a parte), dato che da allora QUALSIASI occasione è buona per darsi la lingua in bocca, con grande soddisfazione delle loro fangirl e non solo di quelle, ormai.
Non credo ci sia altro da dire, la nostra rievocazione si chiude qui e non poteva concludersi in un modo migliore. Ne approfitto per ricordarvi di non insultare sui social la gente che tifa per altri team o altri piloti e di fare come i Vettelton, datevi anche voi la lingua in bocca. Correte seriamente il rischio di fare molta più bella figura che insultandovi, bloccando a vicenda i vostri profili e segnalandovi in modo random. In alternativa, se proprio non ce la fate, andate a sbevazzare like a boss come i Raikkottas che sul podio corrompevano Verstappino!

giovedì 29 ottobre 2020

F.Regional Americas e Formula 4 USA 2020: Linus Lundqvist domina, Hunter Yeany vince senza difficoltà

Tra le serie minori che si sono svolte nel corso del 2020 nell'America del Nord ci sono la Formula Regional Americas e la Formula 4, che hanno condiviso calendario e circuiti.
Discendente della F3 Americas, la Formula Regional ha avuto quest'anno una griglia decisamente più affollata dei tempi in cui c'erano dalle sei alle otto vetture (grazie anche al fatto che ha raccolto alcune entry della depennata - per questa stagione - Indylights), mentre come al solito sembrano non esserci problemi a riempire la griglia della F4.

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FORMULA REGIONAL AMERICAS: il campionato è stato letteralmente dominato dal pilota svedese Linus Lundqvist, che ha vinto tutte le gare con l'eccezione di due, in una delle quali è arrivato secondo, rimanendo giù dal podio in una sola occasione, in cui ha concluso sesto. Lo statunitense Malukas e il brasiliano Franzoni sono stati i piloti meno lontani da lui in classifica, con Malukas vincitore delle due gare non vinte da Lundqvist.

MID-OHIO
Podio Gara 1: Linus Lundqvist, David Malukas, Victor Franzoni
Podio Gara 2: Linus Lundqvist, David Malukas, Santiago Urrutia (one-off)

ALTON
Podio Gara 1: Linus Lundqvist, Joshua Car, Jordan Missig
Podio Gara 2: Linus Lundqvist, Joshua Car, David Malukas
Podio Gara 3: Linus Lundqvist, Joshua Car, David Malukas

BARBER
Podio Gara 1: Linus Lundqvist, Victor Franzoni, David Malukas
Podio Gara 2: Linus Lundqvist, Nicky Jays, David Malukas
Podio Gara 3: Linus Lundqvist, David Malukas, Nicky Hays

SEBRING
Podio Gara 1: David Malukas, Danial Frost, Victor Franzoni
Podio Gara 2: Linus Lundqvist, Victor Franzoni, Jacob Abel
Podio Gara 3: Linus Lundqvist, Victor Franzoni, David Malukas

HOMESTEAD MIAMI
Podio Gara 1: Linus Lundqvist, David Malukas, Victor Franzoni
Podio Gara 2: Linus Lundqvist, David Malukas, Logan Cusson
Podio Gara 3: David Malukas, Linus Lundqvist, Victor Franzoni

AUSTIN
Podio Gara 1: Linus Lundqvist, Victor Franzoni, David Malukas
Podio Gara 2: Linus Lundqvist, Victor Franzoni, David Malukas
Podio Gara 3: Linus Lundqvist, David Malukas, Victor Franzoni

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F4 USA: più variegato in termini di vincitori, il campionato (di cui la prima gara in assoluto non ha assegnato punti in quanto interrotta per maltempo dopo pochissimi giri) non è stato comunque particolarmente aperto, con l'appena quattordicenne Hunter Yeany vincitore del titolo con un ampio vantaggio, tale da consentirgli di saltare l'ultimo evento della stagione conservando un margine abbastanza consistente nei confronti di José Blanco, Spike Kohlbecker e Dylan Tavella, tutti vicini tra di loro in classifica.

MID-OHIO
Podio Gara 1: Hunter Yeany, Nick Persing, José Blanco
Podio Gara 2: Dylan Tavella, Spike Kohlbecker, José Blanco

ALTON
Podio Gara 1: Hunter Yeany, Spike Kohlbecker, Josh Sarchet
Podio Gara 2: Dylan Tavella, Nicholas Rivers, Hunter Yeany
Podio Gara 3: Hunter Yeany, Dylan Tavela, José Blanco

BARBER
Podio Gara 1: Hunter Yeany, Sam Paley, Cade McKee
Podio Gara 2: José Blanco, Sam Paley, Spike Kohlbecker
Podio Gara 3: Spike Kohlbecker, Hunter Yeany, Sam Paley
Podio Gara 4: Hunter Yeany, Spike Kohlbecker, José Blanco


SEBRING
Podio Gara 1: Hunter Yeany, José Blanco, Erik Evans
Podio Gara 2: Hunter Yeany, Dylan Tavella, Cade McKee
Podio Gara 3: Hunter Yeany, Dylan Tavella, Cade McKee

HOMESTEAD MIAMI
Podio Gara 1: José Blanco, Hunter Yeany, Dylan Tavella
Podio Gara 2: José Blanco, Hunter Yeany, Spike Kohlbecker
Podio Gara 3: Erik Evans, José Blanco, Hunter Yeany

AUSTIN
Podio Gara 1: José Blanco, Spike Kohlbecker, Nicholas Christodoulou
Podio Gara 2: Spike Kohlbecker, Nick Persing, Erik Evans
Podio Gara 3: José Blanco, Dylan Tavella, Viktor Andersson (one-off)

mercoledì 28 ottobre 2020

Indycar 2020: Scott Dixon vince il suo sesto titolo nella finale di St.Pete

A volte per mettere fine a qualcosa bisogna tornare là dove tutto era iniziato: a St.Petersburg, lo stesso giorno del non-GP d'Australia, avrebbe dovuto svolgersi il primo gran premio della stagione di Indycar, poi rinviato in extremis e divenuto l'ultimo evento stagionale, l'ultima domenica di ottobre, 100 giri per determinare il vincitore del titolo 2020, Scott Dixon e Josef Newgarden in lotta per il titolo, nulla di particolarmente sorprendente. Non giravano proiezioni di classifica, prima della gara: le proiezioni del campionato di Indycar tendono ad essere un po' meno semplici di quelle del campionato di Formula 1, anche se quest'anno, in effetti, non c'erano multipli pretendenti.

Mentre da un lato c'era chi lottava per il titolo, dall'altro c'era chi cercava di ritagliarsi un po' di gloria passeggera: era il caso di Willpowahhhh, pochi giri al comando, prima di essere superato like a boss da uno scatenato Alex Non Sono Valentino Rossi su una vettura fucsia per questioni di sponsor. Poi è stata la volta di Colton Herta, stabilmente secondo per un lungo tratto di gara.
Le cose, per Power, erano destinate ad andare di male in peggio, dopo un terzo di gara, infatti, si è ritirato parcheggiando in una via di fuga. Considerato che era partito dalla pole position, si può tranquillamente affermare che, seppure non lo si sia visto agitare il dito al vento, probabilmente avrebbe molto volentieri agitato il dito al vento.

Mentre metà gara si faceva sempre più vicina, la gara ha iniziato ad arricchirsi di dramahhhh: abbiamo infatti assistito al ritiro per incidente di Scott McLaughlin (one-off in Penske) e Santino Ferrucci, il tutto mentre Rossi continuava imperterrito a starsene in testa alla gara. Herta si è poi fatto successivamente un giro per i prati (o per meglio dire per le vie di fuga), ritrovandosi dietro ad alcune altre vetture.
Poi, a due terzi di gara, ecco il vero plot-twist: un incidente di Alex NSVR, costretto al ritiro e a chiudere questo campionato senza nessuna vittoria. Dopo tutta la trafila post-incidente era Herta il leader dell'evento. Poi le trombe dell'Apocalisse hanno iniziato a suonare e Takuma Sato ha speronato Marco Andretti, che per una volta si trovava in una posizione presentabile.

Il dramahhhh a quel punto ha raggiunto il suo livello più alto, con Andretti che è andato su Twitter a criticare Sato, con Sage Karam che gli dava corda, sostenendo che Sato non cambierà mai. Si riferiva a un incidente avvenuto tra di loro molte Indy 500 fa, a seguito della quale ricordo che a suo tempo mi pare avesse criticato i giapponesi in modo indistinto o qualcosa del genere. Ovviamente essendo i giapponesi dei tipi bruttihhhh e kattivihhhh che bombardano Indianapolis durante il Memorial Weekend è lecito criticarli in modo indistinto.
Al restart Newgarden si è impossessato della leadership, superando Herta e non essendo nemmeno il solo. Ciò poteva avere rilevanza in ottica titolo, quindi era doveroso ignorare in suo onore gli altri casini random che capitavano nelle retrovie (Oliver Askew a muro).

Newgarden e Dixon sono arrivati primo e terzo, con Pato O'Ward a fare da intermezzo, mentre purtroppo Herta non è entrato a far parte della top-ten. Dal quarto al decimo posto hanno chiuso Sebastien Bourdais (aaaawwww), Ryan Hunter-Reay, Simon Pagenaud, Marcus Ericsson altresì noto come il Pollo Gigante, Charlie Kimball, Graham Rahal e Takuma Sato (che è stato confermato anche per la stagione 2021, cosa che rende piuttosto soddisfatta me ma penso poco soddisfatto Karam).
Scott Dixon ha quindi vinto il suo sesto titolo, a un solo titolo di distanza dal record di A.J.Foyt, in un periodo storico che ci sta insegnando, in altri contesti, che sette titoli possono sembrare un record irraggiungibile, ma che non sempre lo sono.



martedì 27 ottobre 2020

Road to Indy 2020: Sting Ray Robb e Christian Rasmussen vincono in Indy Pro e USF2000

Con il campionato di Indylights cancellato per questa stagione, sono rimaste soltanto le due serie inferiori della Road to Indy, con un calendario abbastanza stravolto a seguito dello stravolgimento del campionato di Indycar. I campionati sono iniziati durante il periodo estivo, per poi terminare in quest'ultimo fine settimana di ottobre, in concomitanza con la fine del campionato di Indycar.

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INDY PRO: il campionato è stato vinto da Sting Ray Robb, con un certo vantaggio nei confronti dei suoi inseguitori più vicini, che invece erano tutti a distanza molto ravvicinata tra gli uni e gli altri. Questi erano Devlin De Francesco, Danial Frost, Artem Petrov e Hunter McElrea.
Curiosità: a questa serie ha preso parte occasionalmente anche Bob Kaminski che dovrebbe essere il padre del pilota Colin Kaminski, uno dei full time. In più alle prime cinque gare della stagione ha preso parte anche Sabré Cook, pilota W Series ed ex fidanzata di Max Verstappen, con due decimi posti come migliori risultati.

ROAD AMERICA
Podio Gara 1: Danial Frost, Devlin De Francesco, Colin Kaminski
Podio Gara 2: Artem Petrov, Sting Ray Robb, Danial Frost

MID-OHIO
Podio Gara 1: Braden Evans, Danial Frost, Parker Thompson
Podio Gara 2: Artem Petrov, Devlin De Francesco, Sting Ray Robb
Podio Gara 3: Sting Ray Robb, Hunter McElrea, Devlin De Francesco

LUCAS OIL
Podio: Kody Swanson (one-off), Hunter McElrea, Manuel Sulaman

MADISON
Podio: Devlin De Francesco, Braden Eves, Artem Petrov

INDIANAPOLIS ROAD COURSE
Podio Gara 1: Sting Ray Robb, Hunter McElrea, Parker Thompson
Podio Gara 2: Sting Ray Robb, Devlin De Francesco, Artem Petrov
Podio Gara 3: Sting Ray Robb, Hunter McElrea, Artem Petrov

MID-OHIO
Podio Gara 1: Manuel Sulaiman, Danial Frost, Hunter McElrea
Podio Gara 2: Sting Ray Robb, Parker Thompson, Jacob Abel (part-time)

MILVILLE
Podio Gara 1: Devlin De Francesco, Sting Ray Robb, Manuel Sulaiman
Podio Gara 2: Sting Ray Robb, Parker Thompson, Artem Petrov
Podio Gara 3: Manuel Sulaiman, Colin Kaminski, Sting Ray Robb

ST.PETE
Podio Gara 1: Sting Ray Robb, Danial Frost, Artem Petrov
Podio Gara 2: Hunter McElrea, Colin Kaminski, Sting Ray Robb

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US F2000: il campionato è stato vinto da Christian Rasmussen, che l'ha iniziato da dominatore, vincendo le prime sei gare senza interruzione. In seguito, tuttavia, ha avuto maggiore competizione, anche se ha svettato abbastanza su Eduardo Barrichello e Reece Gold, che a loro volta hanno distanziato Michael D'Orlando e Christian Brooks.
Avrete sicuramente notato un cognome famoso, ma credo sia opportuno informarvi che ce n'era anche un altro, decisamente più pittoresco: si tratta di Jack William Miller, figlio del celebre "racing dentist", il mitico Dr Jack Miller.

ROAD AMERICA
Podio Gara 1: Christian Rasmussen, Josh Green, Eduardo Barrichello
Podio Gara 2: Christian Rasmussen, Michael D'Orlando, Josh Green

MID-OHIO
Podio Gara 1: Christian Rasmussen, Eduardo Barrichello, Reece Gold
Podio Gara 2: Christian Rasmussen, Reece Gold, Nolan Siegel
Podio Gara 3: Christian Rasmussen, Michael D'Orlando, Reece Gold

LUCAS OIL
Podio: Christian Rasmussen, Reece Gold, Jack William Miller

INDIANAPOLIS ROAD COURSE
Podio Gara 1: Eduardo Barrichello, Reece Gold, Kiko Porto
Podio Gara 2: Eduardo Barrichello, Jack William Miller, Christian Brooks
Podio Gara 3: Reece Gold, Christian Brooks, Kiko Porto

MID-OHIO
Podio Gara 1: Michael D'Orlando, Reece Gold, Nolan Siegel
Podio Gara 2: Reece Gold, Eduardo Barrichello, Cameron Shields
Podio Gara 3: Christian Rasmussen, Michael D'Orlando, Reece Gold

MILVILLE
Podio Gara 1: Eduardo Barrichello, Christian Rasmussen, Michael D'Orlando
Podio Gara 2: Christian Rasmussen, Cameron Shields, Eduardo Barrichello
Podio Gara 3: Christian Rasmussen, Josh Green, Prescott Campbell

ST.PETE
Podio Gara 1: Kiko Porto, Eduardo Barrichello, Reece Gold
Podio Gara 2: Christian Brooks, Kiko Porto, Eduardo Barrichello

lunedì 26 ottobre 2020

The Golden Days of Sewis: GP Stati Uniti 2012

Se il GP degli Stati Uniti al giorno d'oggi si svolge (dovrebbe svolgersi, diciamo) verso la fine di ottobre, non era proprio così agli albori del Circuit of the Americas: nel 2012 ce lo siamo ritrovati a novembre inoltrato, come penultimo appuntamento della stagione.
Lo scarto di poche settimane, tuttavia, non è una buona ragione per non scegliere di ripercorrere proprio quello specifico evento in vista del gran premio che NON si è svolto ad Austin in questo fine settimana. Dimenticate dunque la stagione odierna e ricordatevelo: da questo momento in poi siamo nel 2012 e lo saremo fino alla fine del post.
È un sabato di novembre e noi telespettatori europei abbiamo dovuto attendere fino a orari improponibili per i nostri standard per scoprire quale sarà la griglia di partenza dell'evento e dove andranno a piazzarsi Fernando Alonso e Sebastian Vettel, i piloti che stanno lottando per il titolo. Le cose non vanno esattamente a favore di Alonso: si qualifica solo nono (ottavo dopo la penalità di uno dei vari signori nessuno che popolano la top-ten), mentre Vettel ottiene la pole position. Ciò potrebbe avere effetti devastanti sulla rincorsa al titolo... ma niente paura, prima della fine del weekend non penseremo tanto alla lotta per il titolo quanto a un grande capolavoro del trash. Perché tra una cosa e l'altra Felipe Massa ha pensato bene di scegliere proprio questa occasione per qualificarsi davanti al suo compagno di squadra, che dovrà partire dal lato sporco della pista.

Questa è la prima del COTA, partire dal lato sporco della pista può essere devastante e l'unico modo che la Ferrari ha per evitarlo è che Massa venga penalizzato per la sostituzione del cambio. L'unico impedimento è che il cambio non è da sostituire, ma nevermind. Sulla vettura di Massa vengono rotti i sigilli del cambio prima della gara, a quel punto la penalità scatterà per forza. In tutto questo non viene minimamente sostituito il cambio, né viene utilizzata l'immaginazione abbastanza da non fare una figura discutibile davanti a tutto il mondo. Comunque non si può avere tutto dalla vita, alla fine il messaggio che passa è: retrocedendo Massa di cinque posizioni anche lui viene a partire dal lato pulito della pista, quindi sarà vantaggioso anche per lui. Mi correggo: l'immaginazione è stata usata anche troppo.
Si parte e la prima "vittima" del lato sporco della pista è Lewis Hamilton. In una delle sue ultime gare su McLaren, partiva dalla prima fila, in seconda posizione, e se la vede strappare via da nientemeno che Mark Webber, vederlo recuperare una posizione al via invece che perderne una mezza dozzina è un duro colpo, qualcosa a cui non siamo per niente abituati. Verrà punito dal karma per avere osato andare contro il proprio destino: la sua vettura deciderà di lasciarlo a piedi dopo appena un quarto di gara o poco più. Non si sa cos'abbia fatto dopo. Chiedendo alle fangirl dei Webbonso, probabilmente queste risponderebbero che ha sognato a occhi aperti il momento in cui avrebbe visto il suo ammmmato salire sul podio, cosa che effettivamente sarebbe accaduta: Alonso sarebbe arrivato terzo, mentre Massa avrebbe fatto una buona gara, chiudendo al quarto posto, davanti a Jenson Button, Kimi Raikkonen, Romain Grosjean, Nico Hulkenberg, Pastor Maldonado e Bruno Senna.

Siamo tutti d'accordo che siamo nel 2012 e sono tempi bui, siamo tutti qui ad attendere i Maya che possano portarci una fine del mondo carica di brio festaiolo, o in alternativa, in attesa del finale della stagione che arriverà a breve a Interlagos. Al momento, però, dobbiamo accontentarci di Austin... magari, con un po' di intuito, riusciremo ad avere una premonizione su quello che accadrà prima o poi in futuro.
Ed ecco che ce l'abbiamo la premonizione su come sarà il futuro: a gara inoltrata Hamilton si avvicina sempre più a Vettel, poi apre il DRS e lo trolla, prendendosi la posizione e di lì a qualche giro la vittoria. Sul podio li vedremo con il cappello texano mentre si spruzzano champagne addosso, senza sapere che un giorno diventeranno best friends forever.
Non si sa cosa sia successo a telecamere spente, più tardi. Probabilmente, dopo la conferenza stampa, mentre attendevano che Alonso uscisse dal bagno per andare a loro volta a svuotarsi la vescica, i Vettelton confabulavano a proposito del futuro.
Qualcosa di questo tipo: "Senti, Prosciuttello, chi te l'ha fatto fare di passare in Mercedes? Vuoi consumare le gomme dopo un giro e non arrivare in zona punti come gli Schusberg?" "Ne riparliamo tra qualche anno, quando inseguirò i record del tuo idolo e tu sarai messo a novanta." "Non so se ne riparleremo, probabilmente a quei tempi saremo troppo impegnati a darci la lingua in bocca, non ci sarà tempo per parlare. L'amore vince sempre, mio adorato prosciuttello." "Lo so, l'amore vince sempre e io un giorno diventerò l'amore."

domenica 25 ottobre 2020

Commento al Gran Premio del Portogallo: 25 ottobre 2020

Benvenuti nel mondiale 2020, quello che ha dimostrato che si può costruire il calendario di un campionato in modo random senza che questo generi troppi problemi. Questo calendario random ci ha portati a Portimao/ Algarve, location portoghese che fa rientrare il Portogallo in Formula 1 dopo secoli. Giusto per avere un'idea delle tempistiche, l'ultima volta che la Formula 1 aveva gareggiato in Portogallo, per la precisione a Estoril, Michael Schumacher aveva vinto solo due titoli e Lance Stroll doveva ancora nascere. Chissà come erano vuote le giornate degli hater a quei tempi, non potevano nemmeno insultare il Bimbo Ricco(C) qualora si fosse assentato per malattia... addirittura Platinum Jacques per avere qualcosa da fare era costretto a gareggiare, dato che non c'erano altri canadesi random in Formula 1 di cui sparlare. Ce n'erano in Indycar, ma obiettivamente sparlare di Paul Tracy avrebbe significato non avere per niente a cuore l'integrità del proprio setto nasale.
Dopo questa introduzione a caso, prepariamoci per addentrarci negli eventi di questo fine settimana che, in alternativa, avrebbe dovuto offrirci il gran premio degli Stati Uniti, di cui abbiamo dovuto fare a meno, con grande soddisfazione di Trollando, qualora volesse andare a comprarsi al supermercato una lattina di birra senza sentirsi dire "no, sei troppo piccolo, perché non compri qualcosa di adatto a quelli della tua età tipo un fucile, piuttosto?" dal commesso. Ora, però, per i miei gusti ho già parlato troppo di Trollando, quindi vedrò di metterlo da parte finché non farà qualcosa di importante abbastanza da essere citato in questo commento. Specifico che sicuramente ha già fatto parlare di sé indossando un casco celebrativo, dato che in questa stagione ha preso la bellissima iniziativa tanto amata sui social di cambiare casco ogni gara, un'idea molto innovativa e inedita, a parte il fatto che Vettel l'aveva già fatto nel 2011, venendo accusato di insultare la storiahhhh, dato che ai tempi di Senna i piloti non avrebbero indossato caschi diversi dal loro design standard, o almeno Senna non avrebbe mai fatto niente di tutto ciò (diversamente da un suo discendente che ha indossato un casco disegnato dalla Gillette raffigurante un rasoio, a un certo punto della sua carriera).

IL DRAMAHHHH - la giornata di giovedì è iniziata con la Haas che ha annunciato di avere intenzione, una volta che il campionato sarà terminato, di cacciare Kmag e RoGro a calci nel cu*o. Tutta la gente convinta che i Magnusjean meritassero di essere cacciati via a calci nel cu*o molto tempo fa, tuttavia, ci sono rimasti molto male. I rookie che il giorno prima avrebbero voluto vedere al posto di quei brocchihhhh degli Haas Bros sono diventati improvvisamente dei brocchihhhh che intendono rubare il volante agli Haas Bros. I piloti in questione si narra che possano essere Nikita Mazepin e Mick Schumacher e il trend è quantomeno bizzarro, perché se da un lato Mazepin è sempre stato screditato (dopotutto più che per meriti sportivi finora ha fatto parlare di sé per atteggiamento antisportivo), Schumacher era considerato un YdOlO fino a non più tardi di dieci giorni prima, quando tutti volevano vederlo improvvisamente al posto di Giovinazzi. Credo che l'opinione pubblica motoristica dovrebbe schiarirsi almeno le idee prima di fare affermazioni varie, ma nevermind.
Tutto lasciava pensare che l'annuncio dei piloti Haas fosse imminente, però non è arrivato giovedì e, quando non se ne è parlato nemmeno venerdì mattina, la gente si è messa il cuore in pace e ha capito che doveva parlare degli accadimenti che si sarebbero svolti in pista. Non restava altro da fare che attendere un incidente di Grosjean o un testacoda di Vettel per postare tutti in branco le solite stesse meme sugli incidenti di Grosjean o sui testacoda di Vettel che circolano da anni. E prima che mi si accusi di avere detto che non si possono fare meme sugli incidenti di Grosjean o sui testacoda di Vettel, vorrei precisare una cosa: le meme dovrebbero avere lo scopo di divertire e, a meno che non siano trovate particolarmente eccezionali, se si ripetono sempre le stesse, magari alla prima volta che le vedi, o alla seconda o alla terza, fanno anche ridere, ma quando siamo intorno alla cinquecentesima volta fanno venire la bevanda preferita di Norris alle ginocchia. Quindi, cari ideatori di meme, fate ciò che la vostra stessa definizione dice: ideate, non ripetete i soliti copia e incolla. A margine di tutto ciò, preciso che Grosjean non ha fatto incidenti, però Vettel è finito in testacoda. Anche altri piloti sono finiti in testacoda, in realtà, ma grazie al cielo esistono diciannove piloti i cui potenziali testacoda vengono ignorati invece di essere veicolo di meme ormai trite e ritrite.
Mentre Bo77as faceva il vampiro famelico strappando dei gran tempi e relegando Hamilton a mangiare prosciutto di soia per riprendersi dal trauma, sia alla mattina sia al pomeriggio, andava comunque in scena qualcosa di eccezionale: un bel botto Verstappino vs Strollino durante la sessione pomeridiana. Verstappino si è messo a insultare Strollino alla radio, prima che entrambi fossero convocati dai commissari che, dopo averli fatti inginocchiare sui gusci di noce, hanno fatto la predica a entrambi e li hanno invitati ad andare a guardare i cartoni animati insieme invece di litigare come avrebbero fatto i loro fan sui social. È quello che probabilmente gli Strollstappen abbiamo fatto, anche se inizialmente era andata più o meno così:
Verstappino: "Che ca**o fai con quella vettura rosa?! Chi ti credi di essere, Ocon?"
Strollino: "Se vuoi metterti a prendermi a spintoni in modo random, sappi che non riuscirai mai a farmi cadere i soldi dalle tasche!"
Verstappino: "Non usi più il portafoglio?"
Strollino: "Certo che lo uso, ma le mazzette di banconote per qualche strana ragione non stanno dentro il reparto degli spiccioli."
Verstappino: "Comunque avresti dovuto imparare a imparare da Massa, molti anni fa."
Strollino: "Lo so, infatti per rimediare ho deciso che imparerò tante cose da Vettel. Sarà sicuramente onorato di vedere che anch'io sono così bravo a scontrarmi con te!"
I loro fan e detrattori hanno sicuramente continuato a litigare fino almeno al sabato mattina, ma la cosa non mi tocca, dato che non ho nessuna voglia di approfondire ogni singola polemica che succede in pista, fuori pista, sui social, ecc...

L'AUDIOCONFERENZA - sabato mattina i piloti Ferrari sono stati protagonisti assoluti, non certo perché avessero il mondiale in tasca. Vettel forse aveva la rana in tasca, dato che per il momento stava andando un po' meglio di come sarebbe andato nel corso del pomeriggio, ma nevermind.
Immagino che, quando si sono trovati a fine sessione per giocare a briscola, i due si siano messi a fare una conversazione di questo tipo:
Predestinato: "Come sono andate le prove libere?"
Sebby: "Mah, direi bene, non sono finito in testacoda neanche una volta, nemmeno quando ho pensato che poi avremmo giocato a carte e ti avrei battuto in tutte le partite."
Predestinato: "E poi?"
Sebby: "Poi sono transitato sopra un tombino e quel tombino si è scoperchiato. Mi sono sentito leggerissimo in quel momento."
Predestinato: "Non vedo correlazione tra le due cose..."
Sebby: "Pesavo sicuramente molto meno di Montoya."
Predestinato: "Ah, ora mi è tutto chiaro."
Sebby: "Poi, siccome siamo su una pista del motomondiale e non su un circuito cittadino o un circuito asiatico, la gente non si lamenterà dell'episodio nemmeno quando le qualifiche verranno rinviate per sistemare i tombini stessi. La tua sessione, invece, com'è stata?"
Predestinato: "Molto traumatica. A un certo punto ho sentito la voce di Hamilton alla radio."
Sebby: "Anch'io immagino spesso di sentire la sua voce. È così romantica. Ogni volta in cui la sento, penso che stia per avvertirmi che sta accadendo qualcosa, perché dopo finisco in testacoda."
Predestinato: "L'Autrice(C) sarà soddisfatta di te. Almeno le battute sui tuoi testacoda presenti in questa conversazione sono più innovative."
Sebby: "Sono illuminato dall'aura di Hammi. Mi viene spontaneo dire cose che abbiano un contenuto."
Predestinato: "Io comunque l'ho sentito davvero. C'era un'interferenza. Per un attimo ho temuto che mi annunciasse che ero io ad avere del blistering."
Ebbene sì, Leclerc ha davvero, a un certo punto, sentito la radio di Hamilton. Non poteva accadere niente di più pittoresco, è il primo passo per avere una realtà in cui i piloti si parlano tra di loro in audioconferenza mentre sono in pista, un po' come nelle conversazioni che scrivo per i miei commenti ai gran premi.
Purtroppo sembra che nulla di simile si sia ripetuto nelle qualifiche, quando le vetture sono finalmente riuscite a scendere in pista senza che ci fossero più tombini pericolanti.
La Q1 è iniziata in modo molto regolare: fuori Raikkonen, fuori Giovinazzi, fuori Grosjean, fuori Magnussen e fuori Latifi. Ciò significava che la nonna di Russell poteva essere molto contenta, anche se, essendo una fan di Vettel, la sua gioia sarebbe durata molto poco. La Q2 è stata caratterizzata dai piloti Ferrari scesi in pista sulle gomme medium. Visto il risultato, Vettel avrebbe anche potuto montare le hard, sarebbero state più adatte alla sua posizione. Fuori Ocon, fuori Stroll, fuori Kvyat... poi Russell in quattordicesima posizione, davanti all'idolo di sua nonna, in posizione numero quindici, moltiplicato per sei (e non nel senso che sia la sesta volta che è quindicesimo).
Dopo una lunga serie di sessioni dominate da Bo77as, stavolta è stato Hamilton a fare il vampiro famelico, relegando dietro di sé il suo compagno di squadra, Verstappino, Leclerc con il suo peperoncino piccante, Perez, Marco Andretti, Sainz, Norris e Gasly, mentre Ricciardo non è sceso in pista, avendo avuto un incidente in finire di Q2. Azz, dimenticavo, quello che è arrivato sesto al volante di una Redbull non era Marco Andretti, ma come stile di guida siamo lì.

GANGSTER RAPPER A NOVANTADUE - la domenica mattina ho visto delle foto di Roscoe in compagnia del padre di Hamilton, quindi ho sospettato che il padre di Hamilton fosse presente in Portogallo e ciò non era molto promettente per il figlio. Pensavo che il vampiro famelico avesse finalmente di fronte il suo momento di gloria, ma alla partenza Hamilton ha mantenuto la prima posizione e mi sono ricreduta, anche se non a lungo. Un giro più tardi, infatti, Bottas era in testa. Due giri più tardi in testa c'era addirittura Sainz. Nel frattempo Verstappino aveva speronato Perez mandandolo in giro per i prati insieme ai suoi peperoncini messicani. Tutto ciò sembrava estremamente folle e a quel punto sono andata ad asciugare i piatti pensando a quanto fosse passato dall'ultima vittoria ottenuta dalla McLaren finora.
Non appena ho finito di asciugare i piatti, ho scoperto che Sainz non era più in testa e l'ho visto venire superato anche da Hamilton e Verstappino. Il peggio comunque doveva ancora venire, dato che sarebbe stato superato anche da Leclerc, che sì era partito quarto, ma che nel frattempo aveva perso un po' di terreno. Poi c'era anche il Marco Andretti della F1 che perdeva terreno, ma non mi piace sparare sulla croce rossa quindi per il momento direi che possiamo lasciare in pace Alboff.
Bo77as: "Intanto io ho il mondiale in tascahhhh!!!11!!"
Gangster Hammi: "Non ne sono tanto sicuro."
Bo77as: "Se hai invitato tuo padre da queste parti, sei sicuramente senza speranze."
Gangster Hammi: "Naaaahhhh, ho solo postato delle sue foto insieme a Roscoe per trollarti e farti credere che avresti potuto vincere questo gran premio, ma la realtà dei fatti è ben diversa."
Bo77as: "Bwoah."
Gangster Hammi: "Aspetta e vedrai. Prima ammiriamo un bel contatto tra i Norristroll, con tanto di testacoda di Strollino."
Strollino: "Voi non mi credevate, ma quando ho detto che volevo imparare tante cose da Vettel, non stavo affatto scherzando."
Dopo il pitstop dei Norristroll, Strollino si è beccato una penalità per l'incidente e poi, non contento, neanche dieci minuti più tardi una per avere tagliato ripetute volte per i prati.
Gangster Hammi: "Sì, ma io in testa...?"
Giusto, dopo un bel duello, ma durato molto meno di quanto sarebbe durato un duello tra i Rosbilton, Hamilton si è ripreso la testa della gara davanti al suo compagno di squadra che, diversamente da quanto avrebbe fatto Rosberg al posto suo, non gli è affatto rimasto negli scarichi, ma si è ritrovato in tempi brevi a debita distanza.
Nel frattempo siamo arrivati a metà gara senza che molti piloti tra le prime posizioni si fermassero ai box, il tutto mentre Sainz che si era già fermato duellava con Raikkonen che si era fermato molto tempo prima dopo una breve parentesi in top-ten a inizio gara. Nel frattempo eravamo in pieno clima MeteoFrance, quello in cui si parla della pioggia imminente senza che la pioggia sia effettivamente così tanto imminente.
Gangster Hammi: "Penso che verrà a piovere soltanto quando Alboff risalirà in top-ten."
Al momento la cosa sembrava piuttosto improbabile, l'abbiamo trovato undicesimo molto a lungo all'inseguimento di Raikkonen, ma senza cavare un ragno dal buco, finché a due terzi di gara inoltrata, quando Vettel si stava ormai avvicinando a lui (mentre a parità di vetture, Verstappino si allontanava da Leclerc al punto tale che il suo inseguitore non lo vedeva neanche con il binocolo), si è fermato ai box una seconda volta(?) ritrovandosi dodicesimo. Raikkonen a quel punto è rimasto in balia di Vettel che l'ha inseguito e poi superato.
Frattanto la gara in casa Racing Point prendeva due strade molto diverse: da un lato Strollino si ritirava ai box per la vettura ormai pericolante dopo le sue peripezie, mentre Perez è risalito fino al quinto posto non fermandosi più dopo il primo giro. C'era comunque un guastafeste pronto ad azzannarlo al penultimo giro della gara, nello specifico un guastafeste che si era fatto notare parecchio a un certo punto, nel primo stint di gara, che sembrava al volante di una Redbull invece che di un'Alpha Tauri.
Checo: "E tu cosa vuoi?"
Pokemon: "Dimostrare al mondo che sono figo e arrivare nella posizione immediatamente dietro al mio predestinato amore."
Checo: "E questa dovrebbe essere una cosa romantica?"
Pokemon: "Certo. Cosa credi, che l'ammmmore sia riservato a te e a Ocon?"
Checo: "Certo."
Pokemon: "Allora, per punirti, dirò a Carlito Fanboyz di superarti a sua volta."
È esattamente quello che è accaduto, mentre il mondo si preparava per un evento storico: il Gangster Rapper è passato per primo sotto la bandiera a scacchi, e anche con un certo vantaggio su Bottas, nonostante la presenza gufica di suo padre. Altro evento storico, di minore portata: un commento a un gran premio da me ultimato il giorno stesso del gran premio e non dieci giorni più tardi. Mi sento molto soddisfatta di tutto ciò.

RISULTATO: 1. Lewis Hamilton (Mercedes), 2. Valtteri Bottas (Mercedes), 3. Max Verstappen (Redbull), 4. Charles Leclerc (Ferrari), 5. Pierre Gasly (Alpha Tauri), 6. Carlos Sainz (McLaren), 7. Sergio Perez (Racing Point), 8. Esteban Ocon (Renault), 9. Daniel Ricciardo (Renault), 10. Sebastian Vettel (Ferrari), 11. Kimi Raikkonen (Alfa Romeo), 12. Alex Albon (Redbull), 13. Lando Norris (McLaren), 14. George Russell (Williams), 15. Antonio Giovinazzi (Alfa Romeo), 16. Romain Grosjean (Haas), 17. Kevin Magnussen (Haas), 18. Nicholas Latifi (Williams), 19. Daniil Kvyat (Alpha Tauri), Rit. Lance Stroll (Racing Point).

giovedì 22 ottobre 2020

I punti superlicenza e il kompl8 a favore di Nikita Mazepin e Mick Schumacher

Circa una decina di giorni fa veniva annunciato che i criteri per ottenere la Superlicenza sono stati modificati per "cause di forza maggiore" a seguito dell'epidemia di coronavirus che ha cambiato un po' le cose nel motorsport, considerata la riduzione o la cancellazione di certi campionati e le restrizioni agli spostamenti intercontinentali che non permettono a certi piloti di disputare tutti gli eventi dei campionati ai quali prendono parte.
Solo oggi certe testate online piuttosto conosciute ne hanno parlato dedicando articoli al fatto, di conseguenza soltanto oggi la questione ha iniziato a suscitare le doverose polemiche di rito. Prima di analizzare le polemiche e quanto cambi per i piloti accostati a potenziali posti in Formula 1, vediamo tuttavia di riassumere quali fossero i criteri finora in vigore e quanto poco vadano effettivamente a cambiare le cose.

Ciascun campionato minore (e non, in realtà, ma non siamo qui per parlare di piloti di endurance o indycar) offre un certo numero di punti per i piloti che si classificano nelle prime tot posizioni. Ad esempio 40 punti per chi vince la GP2, 30 per chi vince la GP3... e a scalare, un minor numero di punti a seconda del livello del campionato, sia a seconda della posizione. Più i campionati sono di basso livello e meno sono le posizioni in classifica che offrono punti superlicenza.
I piloti, per essere eleggibili, devono ottenere in tre stagioni consecutive un totale di almeno 40 punti e, a requisiti ottenuti, possono ottenere la superlicenza anche se sono semplici tester, a condizione di pagare la quota annuale o che ci sia un team che paga al posto loro. Attualmente i punti di campionati che si sovrappongono non sono accumulabili, però in un anno si possono sommare i punti di un campionato con una stagione standard e quelli di un campionato con stagione invernale (ad esempio serie che si svolgono a gennaio/ febbraio come Toyota Winter Series o F3 Asia) e si aggiungono ulteriori cinque punti per il solo vincitore del GP di Macao.

Le due modifiche di considerevole entità apportate una decina di giorni fa e divulgate oggi da siti web più mainstream del sito ufficiale della FIA sono le seguenti:
1) per "contrastare" gli effetti di questa stagione caotica sulla carriera dei piloti emergenti, i punti devono essere ottenuti in un arco temporale di quattro anni 2020 incluso, ma in tre anni su quattro (ad esempio, tra il 2017, 2018, 2019 e 2020 contano soltanto le tre stagioni nelle quali è stato ottenuto il punteggio più alto);
2) i piloti che hanno ottenuto almeno 30 punti invece che 40 possono ricevere la superlicenza in deroga, venendo valutati caso per caso, sulla base dell'avere dimostrato di avere risultati di alto livello nei campionati ai quali hanno preso parte (parametro abbastanza soggettivo, in realtà).

Gli hater si sono scatenati. Secondo loro è tutto un kompl8 per far debuttare alla Haas Nikita Mazepin e Mick Schumacher, i piloti di turno nell'essere accostati alla scuderia americana, che ha annunciato una line-up interamente nuova per la stagione a venire. Ma è davvero così? Andiamo ad analizzare in che modo Mazepin, Schumacher e gli altri piloti accostati a team di F1 siano influenzati dalle nuove regole e vediamo di scoprire se c'è davvero un kompl8 per impedire ai piloti di maggiore successo di appoggiare il fondoschiena su una Formula 1.
Mi verrebbe anche da dire che al momento attuale i cinque piloti citati si trovano nelle prime sei posizioni dei campionato di F2, quindi è normalissimo trovare scandaloso il loro potenziale futuro ingaggio, siamo tutti d'accordo che tra i potenziali rookie, il miglior candidato possibile sarebbe Guilherme Samaia. Ma iniziamo in modo soft... passiamo da Tsunoda agli altri potenziali Haas fino a giungere ai due individui incriminati.

YUKI TSUNODA (Redbull Junior, accostato all'Alpha Tauri): attualmente ha 29 punti superlicenza ottenuti nelle scorse stagioni, gli serve un quarto posto in classifica per arrivare a 40 e si trova in terza posizione della classifica piloti. Se tutto dovesse continuare così come ora anche nei due eventi finali del campionato, potrebbe ottenere la superlicenza anche con le regole in vigore fino a poco più di dieci giorni fa.

CALLUM ILOTT (Ferrari junior, accostato alla Haas): siamo di fronte a un pilota che finora non aveva mai fatto stagioni devastanti e che ha solo 25 punti. Il che implica che per arrivare a 40 gli sarebbe servito almeno un quinto posto in classifica. Alla luce del fatto che è stato fin dall'inizio della stagione uno dei principali contendenti al titolo, attualmente sembra molto improbabile che finisca il campionato oltre la top-3, tutte posizioni che offrono 40 punti superlicenza, il cambio di regolamento potrebbe non influenzare per niente la sua rincorsa alla superlicenza.

ROBERT SHWARTZMAN (Ferrari junior, accostato alla Haas): sommando i punti ottenuti tra il 2018 e il 2019 in EuroF3, Toyota Series e GP3 ha già superato abbondantemente i 40 punti superlicenza. Qualora non gli sia già stata rilasciata, gli basta un semplice schiocco di dita per ottenerla. In più racimolerà comunque dei punti anche per la F2. Le nuove regole non hanno alcun impatto sulla sua possibilità di diventare eleggibile.

MICK SCHUMACHER (Ferrari junior, accostato in passato all'Alfa Romeo, attualmente alla Haas): ha ottenuto la Superlicenza nel lontano 2018, a seguito dei risultati ottenuti in Formula 4 e in EuroF3. Secondo alcune correnti di pensiero, che sono spesso state smentite, in realtà i punti da considerare attualmente sarebbero solo i 30 ottenuti nel 2018, il che comporterebbe la necessità di un sesto posto in classifica per arrivare a 40, risultato a cui in qualità di attuale leader della classifica potrebbe agevolmente ottenere.

NIKITA MAZEPIN (figlio di un potenziale compratore di team, accostato alla Haas): arriva a 32 punti superlicenza con i risultati ottenuti in GP3 e F3 Asia, questo effettivamente lo renderebbe eleggibile anche al giorno d'oggi, ma per arrivare a 40 gli basta concludere la stagione tra i primi sette e attualmente è sesto in classifica, potrebbe avere meno difficoltà ad arrivare a 40 anche dello stesso Tsunoda.

Conclusioni: abbiamo appurato che Nikita Mazepin è un pilota sgradito all'opinione pubblica, per una buona serie di ragioni, prevalentemente che si tratta di uno Stroll 2.0, se non che Strollino ha sempre tenuto un comportamento molto più rispettabile, mentre costui ha parecchi scheletri nell'armadio, compresa un'aggressione a un altro pilota ai tempi della F3 Europea (l'altro pilota in questione era il già citato Ilott). Questo, tuttavia, non significa che ci sia un kompl8 per farlo arrivare in Formula 1 senza avere ottenuto i risultati necessari. Anzi, i risultati necessari li sta ottenendo, seppure ci siano molti piloti autori di risultati migliori dei suoi (il suo 2019 è stato abbastanza un disastro). Per quanto riguarda invece Mick Schumacher, che era graditissimo fino a due giorni fa quando si accostava il suo nome all'Alfa Romeo anziché alla Haas (non comprendo l'improvviso e repentino cambio di opinione nei suoi confronti, mi viene da pensare che il suo scopo riconosciuto fosse solo quello di potenziale "sostituto di Giovinazzi"), da oltre un anno non esistono impedimenti ad alcun team di F1 che volesse ingaggiarlo, quindi mi sfugge totalmente perché il cambio di regolamento dovrebbe essere un kompl8 a suo favore.

A questo punto non ci resta altro da fare che accettare la line-up che la Haas ci proporrà, qualunque essa sia, anche se Mazepin al momento attuale è il pilota più plausibile (per il suo compagno di squadra, vengono citati a giorni alterni Schumacher e Shwartzman, con qualche accenno a Ilott - non preoccupatevi, in ogni caso, Mazepin e Ilott sono già stati compagni di squadra per un intero anno in GP3, senza che ci fossero spargimenti di sangue).
Personalmente, qualora dovesse esserci una line-up interamente fatta da rookie, la mia opinione è che oggi come oggi sarebbero più opportuni pairing che accostino due a caso tra Ilott, Schumacher e Shwartzman piuttosto che pairing contenenti Mazepin. Però ritengo anche abbastanza assurdo urlare allo scandalo qualora venga scelta una line-up che non mi piace (con questo non intendo dire che line-up composte da Ferrari Junior mi piacciano, ma nevermind).

mercoledì 21 ottobre 2020

Commento al Gran Premio di Germania/Eifel: 11 ottobre 2020

L'ultima volta che la Formula 1 aveva gareggiato al Nurburgring, sul podio erano saliti Vettel, Raikkonen e Grosjean, un po' come se fosse stato il gran premio del Bahrein. Guardando le foto di quel podio colpisce come, a distanza di soli sette anni, Vettel sembri più vecchio di dieci anni, Raikkonen di quindici e RoGro dimostri esattamente la stessa età. A parte questo, concentriamoci sulla location. Nel lontano 2007, ricordo che Mazzoni disse testualmente che c'erano "dodici gradi e un tasso di umidità tale a quello della Pianura Padana in novembre". Era luglio, figuriamoci come si potesse stare a ottobre. Io, se fossi stata al posto dei piloti e degli addetti ai lavori, avrei probabilmente atteso con ansia l'arrivo del Bahrein o di Abu Dhabi.
Dopo avere fatto questa introduzione, tuttavia, non posso fare altro che spostare la mia attenzione a quello che avveniva in pista o, in certe occasioni, a quello che non avveniva perché nessuno andava in pista. La regola principale relativa alla sicurezza in caso di maltempo, infatti, recita che si possa scendere in pista solo se, in caso di necessità, sia possibile far volare l'elicottero. Il principale impedimento al volo dell'elicottero è la nebbia... e tutto è iniziato non solo con la pioggia, ma anche con un bel po' di nebbia.

L'AURA DI ALEXANDER ROSSI: vi ricordate l'ex pilota della Manor? Probabilmente sì, se non altro perché è stato l'unico pilota statunitense che abbia gareggiato in Formula 1 in tempi abbastanza recenti da consentirne la memoria storica. Ciò che portò al suo debutto fu qualcosa di molto lungo e travagliato, conta infatti almeno tre debutti mancati, se non addirittura quattro, a seconda dell'interpretazione che si intende dare alla cosa. Il primo fu in un gran premio estivo del 2014, diciamo intorno a luglio, anche se non saprei andare a rievocare esattamente il gran premio. Max Chilton aveva avuto qualche problema con gli sponsor e la Marussia aveva deciso di appiedarlo e sostituirlo con il terzo pilota, Rossi, appunto. Poi i problemi contrattuali di Chilton si risolsero in tempo per far sì che il debutto di Rossi saltasse.
Al GP della Russia figurava iscritto come sostituto di Jules Bianchi, ma il team scelse di scendere in pista con una sola vettura. A quel punto ci si aspettava di vedere Rossi in pista nel gran premio successivo... ma la Marussia finì in amministrazione controllata e saltò la trasferta nord- e sudamericana (è questo il terzo mancato debutto che dovete decidere voi se considerare valido nel conteggio dei non debutti). La situazione si risolse, o almeno così parve, tanto che la Marussia doveva tornare in pista per l'ultimo gran premio della stagione, quello di Abu Dhabi. La cosa, tuttavia, non andò in porto, e ancora una volta Rossi rimase a piedi, dato che a quanto pare a Yas Marina non erano arrivate nemmeno le vetture. Sembrava che il suo destino fosse ormai segnato, invece disputò alcune gare nel 2015 alternandosi con Roberto Mehri.
Questa lunga introduzione ci porta verso Alfa Romeo e Haas, che nella sessione del venerdì mattina avrebbero dovuto mettere al volante rispettivamente Mick Schumacher e Callum Ilott, due dei principali contendenti al titolo in Formula 2, per il loro debutto come Friday Driver. Vista la fissa esistente nei confronti dei piloti della Ferrari Junior Drivers Academy, quasi a livello ossessivo, si trattava di un debutto molto chiacchierato, nonostante fosse solo per il venerdì mattina, e i social erano pieni di ragazzini e ragazzine completamente su di giri, di cui gente che sosteneva di volere marinare la scuola per rimanere a casa a seguire le prove libere. Anzi, per seguire "Mick e Callum", che a quanto pare non hanno dei cognomi e che come "Mick e Callum" hanno iniziato a trendare quando la nebbia ha fatto sì che venisse cancellata la suddetta sessione e il loro debutto.
Andando a cercare dentro quel trending topic ho scoperto cose abbastanza imbarazzanti, tipo gente che si strappava le vesti (o le mutande) al solo vedere le loro foto, compresa gente che sosteneva di non provare il benché minimo interesse per la Formula 1. A quel punto ho provato un grande senso di sollievo per le generazioni più vecchie, in quanto non avevano i social network sui quali esibire ormoni impazziti al passaggio di Eddie Irvine. In sintesi, io capisco tutto, ma mi sembra che si sia arrivati un po' all'esagerazione. In più se mi è consentito un commento tecnico, capisco che la combinazione capelli biondi con taglio anni 2000/ occhi azzurro shocking/ look più maturo dell'età effettiva nel caso di Schumacher possa anche colpire... ma l'altro è un ragazzino ancora pieno di brufoli!
I due sono sicuramente rimasti molto desolati nel non scendere in pista, quindi andiamo ad ascoltare in esclusiva una loro conversazione sull'argomento:
"Hai sentito? L'Autrice(C) ha detto che sembro più maturo di te."
"Pazienza, mi accontenterò di essere più maturo di Trollando."
"Comunque sono più figo di te e di questo non si discute."
"Naaaaahhhhh, sono io l'eroe delle ragazzine, mi adorano tutte, nessuna esclusa."
"Il mio nome fa rima con 'big d*ck', quindi ti ricordo che ce l'ho enorme, quasi come Gelael."
"Questo è un commento a un gran premio, non mi sembra il luogo ideale per informare il mondo delle dimensioni di Gelael. Lo sai che è timido."
"Lo so che è timido, ma ha vinto il campionato di dimensioni del DRS a cui la F2 fa da contorno, quindi mi sembra opportuno riconoscere i suoi meriti, specie considerato che le dimensioni del suo membro lo intoppano mentre è dentro l'abitacolo e questo incide negativamente sulle sue performance."
"Allora chissà quanto ce l'ha grande Samaia..."
"Meno male che non ti sembrava il luogo adatto in cui discutere di dimensioni del DRS... Non hai niente di meno traumatico a cui pensare?"
"Tipo?"
"Tipo le abitudini alimentari di Strollino Freelance."
"Oh my Singapore Flyer..."

HULKENBERG RETURNS: se al venerdì abbiamo perso per strada entrambe le sessioni di prove libere per la nebbia, al sabato abbiamo perso per strada direttamente un pilota. Si tratta del già citato Stroll, che sabato mattina non è sceso in pista per le prove libere per problemi di salute. Non è stato ben chiarito subito che cosa gli sia successo, tanto che si vociferava fosse risultato positivo al coronavirus, ma alla fine il team ha spiegato le sue condizioni di salute specificando che non era in condizioni tali da uscire dal bagno. Il povero Strollino (dove "povero Strollino" è per forza di cose una figura retorica, ma molto retorica) ha ricevuto critiche, insulti e quant'altro e ne avrebbe ricevuti ancora di più se l'intera popolazione mondiale non fosse stata sopraffatta dai lati positivi della sua assenza. È infatti accaduto quello che il mondo intero aspettava con ansia, ovvero la presenza one-off, ormai poco one e anche molto poco off, di Hulkenberg, che prima della fine del weekend, secondo l'immaginario collettivo, avrebbe infranto la sua maledizione salendo sui gradini del podio.
Strollino, seduto sul cesso, era sicuramente molto demoralizzato per il disinteresse totale nei suoi confronti, quindi deve essersi rivolto a qualcuno che potesse consolarlo:
"Sebby, mio adorato fratello maggiore, ci sei?"
"Sì, sono qui."
"Un piccione che svolazzava davanti alla finestra mi ha detto che tanta gente vorrebbe che io perdessi il volante subito e che Hulk prendesse definitivamente il mio posto."
"E allora?"
"Come allora?! Sono sconvolto da tutto ciò. Come faccio a spiegare a quella gente che il padre di Hulkenberg non ha i soldi che servono per comprare un team al figlio?"
"Lascia perdere questa gente, non si rendono conto dei tuoi successi e dei tuoi meriti economici."
"Davvero credi che io abbia dei meriti? Eppure i miei detrattori dicono che al mio posto farebbero meglio di me..."
"Figurati! Secondo te sarebbero capaci da convincere i loro padri a comprare un team, a comprare un marchio famoso e a ingaggiare una vecchia gloria che giri in tondo con i loro colori?"
"In che senso 'girare in tondo'? Perché nel tuo caso ha varie interpretazioni."
"Come sei kattivohhhh. Non dovresti dire queste cose adesso che sono diventato tuo fratello. Lo sai quanti bambini vorrebbero avermi come fratello solo per potere venire a casa mia a vedere le mie mucche, le mie galline e le mie pecore?"
"Aaaaawwww. Un asino non ce l'hai, invece?"
"No, però se vuoi te ne posso presentare uno."
"Davvero??222???222??"
"Sì, se vai un po' in giro magari lo vedi anche da solo."
"Come lo riconosco?"
"Indossa una tuta della Renault e sorride a caso in maniera sguaiata."
"Ah, devo averlo visto di tanto in tanto. Mi pare anche che si chiami Dani-Smile o qualcosa del genere."
Finita la conversazione Whattsapp con Strollino, Vettel è sceso in pista supplicando la rana portafortuna di passare indenne almeno la Q1. È stato accontentato, sono andati fuori RoGro, Russell, Latifi, Raikkonen e Hulk che era appena sceso in pista per la prima volta nel corso del fine settimana. In Q2 ha fatto la stessa richiesta alla rana, che tuttavia gli ha fatto una pernacchia, ed è stato il primo degli esclusi precedendo Gasly, Kvyat, Kmag e Giovinazzi, che era passato in Q2 per la prima volta da... mhm... non saprei, comunque era già da parecchio tempo che non si vedeva Giovinazzi in Q2. Non che del suo compagno di squadra si possa dire diversamente, ma mi ricordo di averlo visto passare la Q1 di tanto in tanto.
Poi è arrivata la Q3, che è terminata con un ruggito micidiale da vampiro famelico: la prima fila tutta Bottaston vedeva in vantaggio il finlandese, mentre dietro di loro si accodavano Verstappino e Leclerc. Le qualifiche di quest'ultimo, un giorno, in un lontano futuro, verranno analizzate da schiere di esperti che si interrogano su che cosa accadesse per far sì che si piazzasse così avanti. Allora forse Leclerc uscirà allo scoperto e confesserà di utilizzare peperoncini piccanti come supposte, perché altrimenti non si spiega come possa andare così veloce!
Al quinto posto non si è posizionato nessuno dato che il nome di Albon viene scritto solo per abbellire la grafica, poi Ricciardo, Ocon, Norris, Perez e Sainz hanno completato le prime dieci posizioni, con i fan di Trollando tutti eccitati perché il loro idolo aveva battuto il compagno di squadra che il prossimo anno non caverà un ragno dal buco al volante di una Ferrari, dove loro avrebbero voluto vedere Trollando. Rimane il fatto che anche Trollando avrebbe avuto ben poche possibilità di cavare un ragno dal buco e che l'unico che si salva è Leclerc perché o è il ragno o è il buco. E non chiedetemi cosa significa questa frase, perché non significa niente, mi andava solo di scriverla per non lasciare questo commento in una lunga fase di stallo.

HAMILTON A NOVANTUNO CON BOTTAS A NOVANTA: sembrava il giorno giusto per la gloria del vampiro famelico, al via abbiamo anche assistito a un duello tra lui e il compagno di squadra... un duello vero ed eccitante, per un attimo mi sono chiesta se fossimo ancora nel 2016 e al volante ci fosse ancora Rosberg. Poi non ci sono stati né incidenti né Hamilton è passato in testa, quindi ne ho dedotto che Bottas doveva essersi nutrito di sangue umano esattamente trenta secondi prima dela partenza e che prima o poi il sangue umano avrebbe smesso di fare effetto.
Quel momento è arrivato puntualmente dopo circa un quarto di gara, forse nemmeno, quando ha commesso un errore a caso e Hamilton ne ha approfittato per superarlo e portarsi in testa. A quel punto restava solo da chiedersi cosa sarebbe accaduto a Bottas in modo da perdere una posizione anche a vantaggio di Verstappino, perché tutto lasciava pensare che prima o poi fosse successo. Nel frattempo, però, siccome siamo in Italia, preoccupiamoci un po' anche di che cosa succedeva ai piloti Ferrari.
Linea ai Leclettel:
"Sebby, dove sei, sei ancora dietro a Giovinazzi?"
"No, sono andato per prati dopo avere fatto una delle mie solite piroette e adesso sono nelle retrovie."
"Molto interessante."
"Mi stai prendendo per il cu*o?"
"No. Se non fossi partito quarto, anche la mia gara potrebbe sembrarmi in qualche modo interessante."
Infatti il Predestinato non sembrava disporre di un mezzo tale da riuscire a ripetere in gara quanto visto in qualifica, con solita grande sorpresa da parte di centinaia e centinaia di persone convinte che le qualifiche di Leclerc siano lo specchio esatto della situazione della Ferrari attuale e non dalla guida in stile peperoncino che sfoggia in queste occasioni. Prima di fermarsi ai box, Leclerc è stato superato da Ricciardo, che si è portato così al quarto posto. Ovviamente Albon era stato superato già molto tempo prima... anzi, mi sono sbagliata, Albon non c'era, perché non esiste veramente, è un po' il Marco Andretti della Formula 1.
Torniamo quindi a Bottas, che è rientrato ai box in largo anticipo rispetto agli altri piloti che aspiravano al podio, il tutto mentre nelle retrovie c'era un duello Vettel vs Raikkonen vs Russell in cui in realtà Vettel non stava facendo niente di particolare, mentre Raikkonen e Russell facevano a ruotate. Quest'ultimo ha rischiato di spiccare il volo e la sua gara è finita lì. Al termine avrebbe dichiarato che se non fosse stato per l'incidente avrebbe potuto puntare ai punti, cosa sulla quale nutro molti dubbi visto che stava lottando con i Raikkonettel in quel momento e visto dove sono arrivati i Raikkonettel al momento della bandiera a scacchi, peraltro non dovendo guidare una Williams.
La vettura di Russell è stata rimossa grazie all'intervento della safety car, Raikkonen si è procacciato una penalità, e nel frattempo gli Hamilstappen si sono precipitati ai box, un po' come quasi chiunque altro non si fosse fermato già due minuti prima. Siccome i pitstop in regime di safety car permettono di perdere meno tempo, indovinate un po' dove è uscito Verstappino? Esatto, davanti a Bottas, che si è ritrovato quindi al terzo posto dopo tutte le buone premesse iniziali.
Naturalmente Bottas non l'ha presa molto bene:
"Bimbo, perché mi stai davanti?"
"Perché sono più figo di te."
"Ma io sono un vampirohhhh famelicohhhh. Non senti l'aura dei miei canini?"
"Valtteri, per caso ti sei di nuovo fatto mettere la vodka al posto dell'acqua, da bere durante la gara?"
"Esatto, come hai fatto a indovinare?"
"Non saprei, il mio intuito mi sta regalando sorprese notevoli, ultimamente."
"E cos'altro ti dice?"
"Che il tuo motore è stanco e che adesso ti toccherà portare la macchina a dormire ai box."
"Bimbo kattivohhhh!!!11!!!1!! Mi hai gufato."
"Bene. Adesso continuo a gufare altri, allora. Sono certo che Ocon avrà a breve un guasto al motore a sua volta. Prima, però, Alboff farà a sportellate con il Russo di Roma, danneggiandogli la vettura e guadagnandosi una penalità, poi si metterà a lottare con Gasly lamentandosi via radio che non capisce perché i piloti della Toro Rosso ce l'abbiano con lui al punto tale da non stendergli il tappeto rosso. Io qualche idea ce l'avrei, ma non fa niente... Poi già che ci sono ne aggiungo un'altra: per non farsi mancare niente, anche lui romperà il motore."
"Altro non ti viene in mente?"
"Sì, Norris che inizierà a rallentare per problemi al motore di non precisata entità, per poi parcheggiare tra molto tempo."
Le profezie di Verstappino si sono concretizzate in pieno, lasciando Ricciardo e Perez, su strategie diverse, a lottare per il gradino più basso del podio. Perez era su gomme più fresche essendosi fermato molto dopo, ma l'ingresso della safety car per rimuovere la vettura di Norris ha fatto sì che entrambi potessero rientrare ai box in regime di safety car.
A quel punto sembrava che gli ultimi dieci o dodici giri di gara dovessero essere scoppiettanti, per le posizioni di spessore, ma in realtà ci siamo accontentati di assistere a un duello tra Vettel e Kmag, che si svolgeva nelle retrovie, a un certo punto si è visto uno che procedeva su una striscia d'asfalto e l'altro su un'altra striscia di asfalto standogli davanti. A giudicare dal fatto che sulla striscia di asfalto sulla quale transitava Vettel c'erano anche altre vetture, reputo probabile che Kmag in quel momento stesse tagliando per le chicane. Sarebbe una cosa molto nel suo stile, peraltro. Quella posizione, comunque, non l'ha conservata a lungo, ma chi se ne frega, in quel momento stava accadendo qualcosa di comunque molto pittoresco a tematica Haas: l'altra vettura, con RoGro al volante, era in zona punti! C'è rimasto fino al traguardo e credo che questa sia la cosa più importante.

POLEMICHE NONSENSE A CASO: credo sia importante aggiungere una cosa relativa al dopogara, dopo che Hamilton ha conquistato la sua novantunesima vittoria in carriera, eguagliando il record di tutti i tempi. Dopo avere tagliato il traguardo, ha ricevuto da Mick Schumacher (che per tutto il weekend è stato lì a gironzolare, a volte in tenuta Alfa Romeo, a volte in tenuta da Ferrari Junior) un casco del padre, lo rosso con il logo della Mercedes, uno di quelli indossati nei suoi ultimi anni di carriera. È stata una bella scena, a mio parere, emozionante non tanto per quello che stava accadendo in quel momento, ma per la consapevolezza che per la seconda volta ho visto la storia del motorsport che veniva scritta. Non penso che sia necessario volere fare confronti o valutazioni, considero quella di Schumacher e quella di Hamilton due storie molto diverse, che non sento il bisogno di paragonare. Non penso che Hamilton sia il miglior pilota di tutti i tempi, ma non ho mai pensato la stessa cosa neanche di Schumacher. Non c'è un "tutti i tempi" per i miei standard, né ho la convinzione che i risultati dei piloti siano pienamente espressione del loro potenziale. Con questo non sto dicendo che chi vince non meriti di vincere, quanto piuttosto che magari ci sono piloti che avrebbero avuto potenzialità analoghe, ma che per un motivo o per un altro hanno visto le loro speranze naufragare molto prima di arrivare in alto.
Trovo di cattivo gusto la gente che ha sentito il bisogno di insultare piloti random, fosse uno o fosse l'altro, a proposito di un record eguagliato, di qualcosa che, nel bene o nel male, dovrebbe avere valenza positiva o al massimo neutra. Trovo di cattivo gusto, però, anche quella gente (in questo caso tifosi di Schumacher e detrattori di Hamilton) che ha scritto che quel casco è stato regalato a Hamilton per ridicolizzarlo, essendo "solo" un casco di Schumacher in Mercedes. La cosa che trovo più triste di tutto questo? Che il messaggio di fondo era: "Hamilton ha ricevuto un casco di Mercedes e questa era una presa in giro nei suoi confronti perché Schumacher in Mercedes faceva schifo". Non so se mi spiego: ultrà di Schumacher che, per screditare Hamilton, hanno finito per screditare lo stesso Schumacher per i suoi risultati di fine carriera.

RISULTATO: 1. Lewis Hamilton (Mercedes), 2. Max Verstappen (Redbull), 3. Daniel Ricciardo (Renault), 4. Sergio Perez (Racing Point), 5. Carlos Sainz (McLaren), 6. Pierre Gasly (Alpha Tauri), 7. Charles Leclerc (Ferrari), 8. Nico Hulkenberg (Racing Point), 9. Romain Grosjean (Haas), 10. Antonio Giovinazzi (Alfa Romeo), 11. Sebastian Vettel (Ferrari), 12. Kimi Raikkonen (Alfa Romeo), 13. Kevin Magnussen (Haas), 14. Nicholas Latifi (Williams), 15. Daniil Kvyat (Alpha Tauri), Rit. Lando Norris (McLaren), Rit. Alex Albon (Redbull), Rit. Esteban Ocon (Renault), Rit. Valtteri Bottas (Mercedes), Rit. George Russell (Williams).

PS. Siccome nel frattempo sono passati dieci giorni dal GP, aggiungo una news odierna relativa a Lance Stroll. La domenica sera è risultato positivo al coronavirus, ma attualmente risulta negativo e tornerà in pista in Portogallo.

martedì 20 ottobre 2020

La camicia di Ricciardo abbinata ai pantaloni di Hamilton

Oggi stanno facendo il giro del mondo queste curiose foto di Dani-Smile e del Gangster Rapper, che curiosamente sembrano apprezzare lo stesso genere di outfit.
Che anche il modello della mentadent ogni tanto non fosse proprio sobrio non era una novità, ma colpisce come i due siano vestiti uguali... o quantomeno come la camicia dell'uno sia uguale ai pantaloni di quello che preferisce andarsene in giro senza maglia.
Ora non restano altro che tre domande piuttosto importanti, ovvero le seguenti:
1) chi è vestito meglio con questo outfit (anche se uno dei due proprio tanto vestito non lo è)?
2) per bilanciare, siccome Hamilton è nudo dalla cintura in su, Ricciardo è nudo di sotto? Che sia questa la ragione per cui ha un'espressione composta in contrasto con il suo solito sorrisone?
3) esiste qualche possibilità che possano pubblicizzare l'outfit facendolo indossare anche ad altri piloti? Leclerc vestito così me lo immagino, anche Hulkenberg volendo, mentre con Vettel e Bottas penso ci siano poche speranze!


lunedì 19 ottobre 2020

Record, idoli e fanboy

Ho già spiegato poco tempo fa il mio punto di vista sulla questione del "miglior pilota di tutti i tempi", che personalmente non ho mai fatto coincidere con nessuna specifica figura del motorsport, non riconoscendo un effettivo valore per questa definizione. Rispetto ovviamente le opinioni basate su fondamenti logici, pur non condividendone la maggior parte, in quanto le reputo spesso "stereotipate" (gli unici piloti citati sono sempre lo stesso solito quartetto, bene o male, e sono del parere che ci siano altri piloti degni di essere presi in considerazione), ma ultimamente le considerazioni in proposito stanno prendendo una brutta piega. Per intenderci, quando Schumacher scalava i record, nessuno si sarebbe mai offeso se qualcuno avesse detto di non considerarlo il migliore di sempre, né i suoi detrattori avrebbero ridicolizzato pubblicamente chi l'avesse affermato. Al giorno d'oggi la gente pare iper-sensibile, quindi abbiamo fan di Hamilton che si indignano se non gli viene riconosciuto lo status di miglior pilota di tutti i tempi, così come suoi detrattori (specie in Italia dove l'opinione pubblica è filo-ferrarista) che invitano chi lo affermasse a smettere di seguire la Formula 1 perché indegno di dichiararsi appassionato.

Anche ciò che affermano i piloti stessi sembra suscitare lo stesso genere di reazione. Mi vorrei focalizzare su quanto dichiarato da Vettel dopo che Hamilton ha raggiunto quota novantuno. In sintesi, che non pensava che qualcuno un giorno potesse eguagliare quel record, che i risultati di Hamilton sono estremamente ammirevoli e che rimane convinto che il migliore di sempre sia Schumacher in quanto l'ha sempre considerato come un idolo da emulare, mentre non può dire la stessa cosa di Hamilton.
C'è qualcosa di anche lontanamente polemico in un simile concetto? Per quanto mi sforzi di trovare qualcosa su cui si possa polemizzare in tutto ciò, proprio non ce la faccio. Eppure ci sono due correnti di pensiero che ci sono riuscite, una sulla quale sarò più sbrigativa perché c'è meno da dire e una sulla quale mi dilungherò un po'. La prima è quella dei detrattori di Hamilton, che ne hanno approfittato per ridicolizzarlo dato che c'è chi dentro la F1 preferisce il suo "predecessore" a lui. A questa corrente di pensiero penso appartenga la gente che un tempo sarebbe andata al centro commerciale invece di guardare le gare e poi avrebbe commentato gli eventi senza averli visti. Come capacità di fare ragionamenti seri siamo più o meno lì.

Gli altri sono quelli che lavorano moooolto di fantasia, sostenendo che l'affermazione di Vettel è un insulto nei confronti di Hamilton e che il non volerlo riconoscere come il migliore di sempre vuole ledere la sua immagine. Mi auguro che le persone che fanno questi commenti siano bambini o ragazzini, perché penso che qualsiasi persona adulta dovrebbe essere in grado di comprendere il concetto. Sia chiaro, non c'è nulla di male ad essere bambini o ragazzini, ma i bambini e i ragazzini, una volta che diventeranno adulti, si renderanno conto che avranno sempre meno la tendenza a idealizzare dei presunti idoli. Non solo, un idolo è anche qualcuno che vedi come esempio, qualcuno a cui vorresti somigliare quando avrai la sua età.
Non c'è alcuna ragione plausibile per cui un pilota ultratrentenne dovrebbe affermare che un pilota pressoché suo coetaneo è *il suo idolo*... anzi, se lo facesse mi verrebbe qualche dubbio sulla sua capacità di avere un comportamento in linea con la sua età. Ovviamente un coetaneo può suscitare ammirazione (concetto peraltro espresso in quella dichiarazione), ma idolatria ho dubbi seri, tanto più che l'idolatria di Vettel nei confronti di Schumacher mi dà l'impressione di essere in stile fanboy.

Seriamente, vi immaginate Vettel che si comporta come un *fanboy* di Hamilton? Obiettivamente la vedo una cosa un po' difficile, sono due piloti che hanno gareggiato insieme per la prima volta nel 2005 (o almeno così presumo, non mi risulta che abbiano mai gareggiato l'uno contro l'altro prima di quella stagione). A quei tempi Schumacher era un pilota affermato, pluricampione del mondo, un esempio da cercare di imitare. Hamilton, per Vettel, invece era un ragazzino brufoloso tanto quanto lo era lui. Non mi sembra un concetto di così difficile comprensione.
Credo che sarebbe meglio fare polemica, se proprio necessario, su quello che effettivamente genera polemica, invece di scomodare saghe mentali che esistono solo nella nostra mente. Volete davvero passare il vostro tempo libero a fare polemiche a proposito di soggetti che, magari, quando si vedono in giro per il paddock si mostrano a vicenda le foto dei loro figli o dei loro animali, o che si scambiano pettegolezzi sul disinfettante migliore per igienizzare le scarpe di Ricciardo?

mercoledì 14 ottobre 2020

Formula Renault Eurocup: siamo a metà strada, prima di un finale fitto e ricco di eventi

Il campionato di Formula Renault Eurocup, che il prossimo anno potrebbe fondersi con la Formula Regional, è proseguito nelle settimane recenti con gli eventi di Zandvoort e Barcellona.
Siamo arrivati a sei eventi su dieci, con i prossimi quattro eventi che dovrebbero svolgersi in quattro settimane consecutive tra la fine di ottobre e metà novembre. Il calendario sembrerebbe essere stato modificato con la cancellazione dell'evento di Abu Dhabi previsto per la fine della stagione e l'inserimento di un evento a Imola come gara di supporto del GP di Formula 1.

Dal punto di vista di vetture e piloti, la serie è rimasta sui diciotto o giù di lì nel corso degli eventi disputati di recente, con Roman Stanek one-off(?) a Zandvoort e Kas Havercoort guest driver a Barcellona. In più, dopo l'infortunio di qualche tempo fa, ha fatto il proprio ritorno nel campionato Nicola Marinangeli, che era stato sostituito per due eventi da Vicky Piria. I telecronisti ne saranno stati sicuramente soddisfatti, dato che hanno potuto sbizzarrirsi nel pronunciarne il nome in modi strani, quello che ricordo di avere sentito più recentemente "Nikla Marinangheli"... e se non mi sto confondendo, dovrei avere risentito anche "Marinanghelài", finora opera soltanto dei telecronisti di F4 Emirati nell'unico evento con copertura video.

OLANDA - Victor Martins si è procacciato la pole position per Gara 1 e ha vinto davanti a Caio Collet, il suo più vicino inseguitore in classifica. Sul gradino più basso del podio ha concluso l'enfant prodige David Vidales, di cui tuttavia si parla molto meno che dopo il suo debutto, non essendosi ancora ripetuto come vincitore.
In Gara 2 le cose sono andate a parti invertite, con Collet vincitore dalla pole position, mentre Martins relegato in seconda posizione. Ha chiuso terzo Franco Colapinto, che non vedeva la luce del podio dal primo evento della stagione (dove aveva ottenuto vittoria e terzo posto).

SPAGNA - in Gara 1 abbiamo assistito nuovamente a una vittoria dalla pole di Martins, stavolta sotto la pioggia, con un secondo posto non facile di Collet, dopo essere partito molto lentamente dalla seconda piazzola della griglia ha dovuto risalire fino alla posizione di partenza. Colapinto viaggiava verso la terza piazza ma ha perso posizioni nel finale, con il terzo posto che è andato a Ugo De Wilde, il primo podio stagionale.
In Gara 2 è cambiato il meteo ma non il vincitore, così come non è cambiato nemmeno il secondo classificato. Stavolta Colapinto è riuscito ad arrivare terzo, mentre Vidales si è classificato in quarta posizione, gli unici punti del fine settimana, dato l'undicesimo posto della prima gara, dove era partito nelle retrovie.

Al momento Victor Martins, il runner-up della scorsa stagione, è in testa alla classifica con 226 punti, sedici di vantaggio sui 210 di Caio Collet. Segue come distante terzo David Vidales, mentre è quarto Franco Colapinto. Segue una grossa spaccatura con gli altri piloti, in classifica, il che non è sorprendente, dal momento che solo i piloti della top-4 hanno ottenuto delle vittorie e che, dal quinto posto in poi, anche i piazzamenti a podio diventano prevalentemente occasionali.
Per quanto riguarda l'Italia, nemmeno dopo il suo ritorno finora Marinangeli ha conquistato punti, mentre Colombo è andato a punti tre volte in queste ultime quattro gare, con un quinto posto come miglior risultato.

lunedì 12 ottobre 2020

Chi è il migliore di tutti i tempi tra Hamilton, Schumacher o altri campioni del mondo random? E perché random lo è anche la risposta?

L'automobilismo è una scienza esatta basata sull'interpretazione univoca delle statistiche. Non so chi l'abbia detto, non è una citazione, ma sono piuttosto sicura che in molti l'abbiano pensato, nel tentativo di affermare in maniera unilaterale chi fosse il pilota migliore della storia della Formula 1.
Credo che un simile concetto sia costruito su una base piuttosto stabile, fatta di tanti solidi paradossi. Uno è quello dei numeri: a partire da oggi Michael Schumacher e Lewis Hamilton hanno lo stesso numero di vittorie in carriera. Si può affermare che si equivalgano? Potrebbe sembrare una domanda semplice, ma la risposta, qualunque essa sia, apre altri dubbi esistenziali.
Se oggi Schumacher e Hamilton si equivalgono perché ne hanno vinte 91, avevano valore diverso quando Hamilton era ancora a 90, ovvero solo dodici ore fa? L'avere vinto il GP di Eifel rende Hamilton un pilota dal diverso valore rispetto a quello che aveva prima della partenza? E quando arriverà a 92, sarà un pilota diverso da quello che è oggi? Se invece Schumacher e Hamilton non si equivalgono, qual è il coefficiente per cui moltiplicare o dividere le vittorie dell'uno per farle coincidere con le vittorie dell'altro? Graficamente è una funzione lineare? Esponenziale? Logaritmica?

In più, che cosa significa esattamente migliore? Separati da tre lustri, Schumacher e Hamilton sono piloti diversi, guidano vetture diverse, in situazioni diverse, che generano gare diverse. Schumacher correva in un'epoca in cui sapere gestire il carburante era un punto di forza, attualmente ai tempi di Hamilton può essere fondamentale la gestione delle gomme. Schumacher ha avuto vetture competitive, ma meno dei suoi mondiali sono stati vinti in maniera dominante, tuttavia è Hamilton quello che ha avuto mediamente compagni di squadra più competitivi. Hamilton ha ottenuto un maggior numero di pole position, ma Schumacher ha un rapporto tra vittorie e pole position migliore di quello di Hamilton.
È davvero possibile stabilire in maniera univoca se uno sia stato superiore all'altro? Non è forse meglio limitarsi a godere lo spettacolo e, dopo tanti anni di percorso, avere assistito alla crescita personale e come piloti di individui destinati a rimanere nella storia della Formula 1? Un tempo ci è toccato con Schumacher, ora con Hamilton, entrambi arrivati cone ragazzini arrembanti, entrambi divenuti uomini istintivi ma razionali, l'uno che invecchiando mostrava progressivamente il proprio lato razionale, l'altro che tende a nasconderlo mostrandosi più istintivo, entrambi arrivati a carriera inoltrata a rasentare quello che, in confronto ai loro inizi, appariva o appare come quasi perfezione.

Queste sono le riflessioni che emergono in un tentativo di confrontare Hamilton con Schumacher, due piloti di cui ho personalmente seguito la carriera e di cui conosco molto bene le imprese: la totale non necessità, oltre che l'impossibilità di stabilire chi fosse migliore di chi in tutto. Si potrebbero valutare gli avversari contro cui hanno vinto, ma tendenzialmente chi ha carriere lunghe tende ad avere avversari diversi nel corso del tempo e la considerazione su chi avesse gli avversari migliori è gran parte dettata dalle convinzioni personali e dal volere vedere solo ciò che fa comodo.
Se queste sono le difficoltà di un confronto tra piloti di epoche diverse ma vicine, una valutazione equa e coerente di epoche più lontane si fa sempre più complessa e, in più, non ci si può spingere indietro a valutare obiettivamente qualsiasi epoca. Se ci è concesso, dalla possibilità di trovare gare integrali su Youtube o sui canali a tema, di poterci studiare bene certi periodi della Formula 1 che non abbiamo visto, non c'è la possibilità di valutare qualsiasi epoca. Mi spiego meglio: personalmente posso dire di avere visto, nel corso dell'ultimo decennio, la maggior parte delle gare disputate da Senna. Perché erano gare degli anni '80 e '90, quindi reperibili. Non potrei fare lo stesso per piloti come Fangio o Clark, a titolo di esempio.

Se ai tempi di questi campioni del passato la Formula 1 era molto diversa da quella attuale e recente, già di per sé dovrebbe essere immensamente complicato fare un confronto tra piloti. I numeri hanno un valore in gran parte diverso, con sette gare ufficiali ogni anno e quindi numeri di vittorie complessive molto diversi tra i piloti di un'epoca e quelli di un'altra. A ciò si aggiunge che i piloti degli anni '50, '60 e in parte '70 possiamo valutarli prevalentemente per sentito dire, nell'impossibilità di andarci a rivedere quello che hanno fatto in pista nella loro epoca. Non possiamo sapere con precisione quali fossero le caratteristiche vincenti di ciascuno o i loro punti di debolezza. Non possiamo renderci conto a pieno di che cosa abbia lanciato la loro ascesa e di che cosa, eventualmente, abbia condizionato in negativo le loro carriere.
Sicuramente agli albori della Formula 1 correvano piloti con una mentalità agonistica diversa da quella attuale, che affrontavano rischi maggiori di quelli attuali... ma se la mentalità rende i piloti migliori o peggiori, allora non ci stiamo più basando su numeri esatti oppure su numeri che si possano bilanciare gli uni con gli altri. Per giunta, oltre a non basarci su gare viste, ci basiamo soltanto su nostre sensazioni personali, con considerazioni che a volte degenerano verso il nonsense, cose tipo: si stava meglio negli anni '70 ai tempi di Jackie Stewart, quando c'erano solo verihhhh pilotihhhh, che se ne fregavano della sicurezza.

Il succo di tutto questo discorso è che, a mio parere, ha molto più senso stabilire chi sia il migliore di un'epoca o i migliori di un'epoca, piuttosto che di sempre, perché le statistiche lasciano il tempo che trovano, perché è molto più facile cercare di essere oggettivi e non lasciarsi condizionare e perché i numeri dei piloti non sono influenzati solo dal talento puro, ma anche dalle loro scelte di carriera o di non-carriera.
Se Schumacher ha vinto ben 91 gran premi è perché si trovava al posto giusto nel momento giusto, e fino qui tutti ci arrivano. Ma allo stesso tempo si può affermare che Schumacher ha vinto *solo* 91 gran premi perché ha scelto di non correre nel 2007, 2008 e 2009. Una sola stagione in più e avrebbe vinto probabilmente più di 91 gran premi e forse più di sette titoli, considerato che Raikkonen ha vinto il mondiale 2007 e Massa è arrivato a un solo punto di distanza da quello del 2008.
Così come per Schumacher, i numeri di Hamilton saranno influenzati molto anche da quello che deciderà di fare in futuro, da quanto tempo ancora vorrà rimanere in Formula 1. Questi sono aspetti che vanno di gran lunga oltre il valore oggettivo di un pilota.

Chiudo con una metafora. Quando ho parlato del diverso perfezionismo di Schumacher e di e Hamilton, ho osservato come a mio parere l'uno mettesse in mostra il suo lato più razionale nascondendo quello istintivo, mentre l'altro tenda a fare l'opposto. Fare proclami su chi sia stato il miglior pilota di sempre è un po' come esporre il proprio lato istintivo (Hamilton), andarci cauti e scrivere monologhi per decretare che non ci sia un vero miglior pilota di sempre è come esporre il proprio lato razionale (Schumacher). Questo non significa che chi si pronuncia non abbia alcun dubbio né che chi non lo fa non abbia mai avuto delle idee.
Personalmente, in questo caso, preferisco adottare il "modello Schumacher" e andarci con i piedi di piombo, nonostante a conti fatti forse mi affascini quasi di più l'approccio di Hamilton (fingersi meno freddi e razionali di come si è ha risvolti più divertenti, a volte).
Se adottassi il "modello Hamilton" potrei dare libero sfogo agli istinti, prendere una posizione netta. Ma se dicessi "sono assolutamente certa che [un pluricampione del mondo scelto a caso] sia stato il migliore di sempre" rischierei di essere credibile tanto Hamilton quando afferma di avere del blistering. E sulla questione dei numeri, avrei preferito che Hamilton superasse le vittorie di Schumacher ma senza avere la possibilità di eguagliarne/superarne il numero di titoli (oppure il contrario, ma era uno scenario meno plausibile): il non potere decretare in maniera univoca il pilota più vincente di sempre nemmeno in semplici termini statistici avrebbe potuto aiutare a superare la visione ristretta del "migliore di sempre".

domenica 11 ottobre 2020

In memoria di Maria De Villota sette anni dopo

Correva l'anno 2013 ed erano passati alcuni mesi da quando, in occasione del GP di Spagna, Fernando Alonso aveva ottenuto la sua ultima vittoria per l'epoca che, al momento attuale, rimane anche la sua ultima vittoria in Formula 1, anche se la competitività della Renault/ Alpine, a cui solo lui e pochi altri sembrano credere, potrebbero cambiare le cose nel 2021. A Barcellona, quell'anno, ci fu la prima ricomparsa di Maria De Villota nel paddock, dopo il suo incidente dell'estate precedente. Quel giorno del GP di Spagna guardai la gara davanti alla TV della cucina, dopo essere salita in casa alle 14.00 in punto a seguito di una grigliata organizzata con i vicini in cortile e ricordo, in seguito, di avere commentato che la De Villota sembrava in qualche modo avere anticipato il podio: Alonso/ Raikkonen/ Massa. Era infatti vestita di rosso e portava una benda in tinta, a simboleggiare la Ferrari, e si ricollegava anche a Raikkonen per via dei capelli biondi sparati in aria.

Fu bellissimo rivederla davanti alle telecamere, fu bellissimo rivedere che stava ricominciando a vivere quella che in apparenza poteva sembrare qualcosa di simile a una vita normale. Ricordo che ogni tanto postava foto mentre andava in giro con il suo cane (Morgan, che se non sbaglio aveva un occhio pezzato), alcune in cui indossava un paio di occhiali da sole con le lenti a specchio, alcune nelle quali veniva paparazzata per strada da qualche parte in Spagna, poi le foto del suo matrimonio, nelle quali appariva vestita di verde, avvenuto il 29 luglio in una città chiamata Santander, evento sul quale ricordo di avere scherzato perché era avvenuto in occasione del compleanno di Alonso e in un luogo chiamato esattamente come lo sponsor di quest'ultimo (e vorrei specificarlo, la pronuncia corretta dovrebbe essere Santandèr, con l'accento sulla sillaba finale).

Fu bellissimo, ma non fu qualcosa che durò molto a lungo: il weekend del GP del Giappone (che si sarebbe concluso con Romain Grosjean che arrivava terzo dietro alle Redbull di Sebastian Vettel e Mark Webber dopo avere lottato con Vettel per la vittoria) si aprì, venerdì 11 ottobre 2013, con una notizia che arrivava dall'Europa, ovvero quella della sua morte. Arrivò come un fulmine a cielo sereno, nell'anniversario della sua prima apparizione pubblica dell'anno precedente, quando lasciò l'ospedale, proprio il 11 ottobre. Soltanto tre giorni più tardi avrebbe dovuto presentare pubblicamente la sua autobiografia, che era appena uscita.
Fu commemorata la domenica prima della gara, a quarantotto ore di distanza dalla morte, dalle foto sembra all'interno di qualcosa, un po' come a nascondersi, come a non mettere in risalto i lati più oscuri del motorsport, un po' come a sancire la regola non scritta secondo cui ci sono morti di serie A e di serie B. Poi ce ne sono che sono di serie C, o a malapena, e lei appariva come una di questi.

Ciò che mi fece rimanere male, comunque, furono certi commenti che lessi ai tempi in proposito e che mi lasciarono abbastanza senza parole. Ne ricordo uno, nello specifico (prima che fossero divulgate notizie ufficiali sulle cause di morte), che suonava più o meno così: "sono convinto che si tratti di un suicidio, dopotutto per una bella donna doveva essere difficile abituarsi ad avere il volto sfigurato da delle cicatrici".
A Maria De Villota mancava un occhio e aveva subito un grave trauma cranico a seguito del quale, stando a quanto da lei affermato, aveva perso l'olfatto e il gusto ed era tormentata da incessanti mal di testa. Sinceramente avanzare l'idea che una persona in queste condizioni possa fregarsene di queste condizioni e, solo perché è donna, focalizzarsi maggiormente su un paio di cicatrici, è un pensiero che mi fa abbastanza orrore.

A distanza di sette anni da quel giorno tante cose sono cambiate, anche nel mondo del motorsport. Non saprei dire se al giorno d'oggi una simile tematica sarebbe trattata in modo più serio e maturo, oppure se non ci sarebbe altro che un intensificarsi dei discorsi da bar, a causa della maggiore diffusione dei social network e del commentare a caso le cose sui social network stessi.
Quello che è certo è che, cicatrici o non cicatrici, la De Villota ci lasciò per problemi fisici provocati dal suo incidente dell'estate 2012. Una storia triste, ma che credo che valga la pena di ricordare, almeno per rispetto. Anche se era solo una tester. Anche se non aveva i numeri per ottenere la superlicenza (seppure i criteri ai tempi fossero più elastici). Anche se, seppure fosse stato possibile, forse non sarebbe mai diventata titolare. Anche se il suo incidente avvenne in un test su un circuito sconosciuto e non sotto i riflettori. Anche se l'avere vissuto per un anno oltre l'incidente non è considerata tra gli incidenti mortali della F1.

venerdì 9 ottobre 2020

Formula Regional: dal Redbullring al Mugello, il campionato 2020 arriva al giro di boa

Non è chiaro quale sia il destino della Formula Regional per il prossimo futuro, per il prossimo anno si ipotizza addirittura una fusione con la Formula Renault Eurocup (che sarebbe a mio parere un'idea bellissima, che potrebbe portare a realizzare qualcosa di simile alla vecchia Formula 3 Europea), ma è il momento di occuparci di quello che sta succedendo in questa stagione. Tra settembre e i primi di ottobre si sono svolti il terzo e il quarto evento stagionali, in modo che siamo arrivati ormai a metà stagione.

REDBULLRING - mentre Juri Vips è impegnato a correre in Formula 2 al Mugello, il suo posto viene preso da Nico Gohler. Facu Regalia, inoltre, è uscito di scena per essere sostituito da Alessandro Famularo. I numeri non cambiano, ci sono sempre dodici vetture in pista.
Gara 1 inizia con un incidente di Konsta Lappalainen e Jamie Chadwick e poi la situazione si stabilizza, proseguendo in modo tranquillo, con tutte le vetture che arrivano al traguardo, eccetto quella di Gillian Henrion, che si ritira ai box. La Prema fa tripletta con Gianluca Petecof vincitore davanti ad Arthur Leclerc e Oliver Rasmussen. A seguire Pasma, Chovet, Gohler, Famularo, Pesce e Cola.

Gara 2 si conferma con le Prema color Prema nelle posizioni di spessore e la Prema Rodin della Chadwick nelle retrovie, un trend che si fa abbastanza preoccupante viste le sue continue difficoltà.
Petecof parte dalla pole position, ma Rasmussen gli strappa la posizione al momento della partenza e se la tiene ben stretta per tutto il proseguimento della gara, riuscendo ad avere la meglio sui più quotati Petecof e Leclerc Jr nonostante questi gli stiano piuttosto vicini per tutta la durata della gara.
Seguono fuori dalla zona podio Pasma, Chovet, Famularo, Lappalainen, Pesce, Gohler, Chadwick e Cola, con il solo Henrion ritirato (o forse non partito, di solito nessuno se lo fila abbastanza da capire che cosa gli stia succedendo esattamente.

In Gara 3 Gillian Henrion si è guadagnato qualche inquadratura, in quanto protagonista di un duello con Andrea Cola e Patrick Pasma, anche se il vero duello che cambia le cose (nel senso che fa entrare la safety car, semplicemente) è quello tra Emidio Pesce e Nico Gohler, che si conclude con sportellate random e il sostituto di Vips impantanato.
Gianluca Petecof vince e il duello per il secondo posto si conclude con Arthur Leclerc davanti a Oliver Rasmussen, ancora una volta una tripletta Prema.
Famularo arriva in quarta posizione con la Chadwick al quinto posto, uno dei suoi migliori risultati stagionali dato che dopo il podio inaugurale non ha mai visto le posizioni di alta classifica nemmeno con il binocolo. Chovet è solo sesto dopo avere perso qualche posizione in occasione del restart (dopo la safety car entrata per l'incidente di Gohler) e chiudono Chovet, Henrion, Pesce, Cola e Lappalainen.

MUGELLO - il fine settimana è stato condizionato dalla pioggia, che è andata progressivamente a calare da una gara e l'altra e ha visto Arthur Leclerc imporsi davanti a tutto e a tutti, anche se Pierre-Louis Chovet potrebbe non essere d'accordo con questa affermazione.
Gara 1 comunque non ha visto Chovet tra i suoi protagonisti e di lui ce ne occuperemo in un secondo momento. Rasmussen parte davanti a tutti, poi Vips e Lappalainen. Non stanno davanti per molto e a metà gara Leclerc è già davanti anche a Rasmussen e lo stacca non di poco. Alla fine vince con un abbondante vantaggio nonostante una penalità di dieci secondo, sul podio anche Vips davanti a Rasmussen. Dalla quarta posizione in poi si classificano Petecof, Chovet, Famularo, Lappalainen, Pasma, Chadwick, con Pesce e Cola ritirati e Henrion non partito.

Gara 2 è un concentrato di gaffe da telecronaca che iniziano non appena il telecronista vede testualmente "la Prema Rodin di Jamie Chadwick" finire fuori pista nel giro di formazione. È Konsta Lappalainen e i colori della vettura sono ben diversi. Come Chadwick, Chovet e Henrion voleva partire con le gomme da asciutto e azzardare. Chovet, Chadwick e Henrion sono effettivamente partiti con quelle gomme ed è stata una buona scelta: gli altri sono dovuti rientrare ai box perdendo un sacco di tempo. Henrion, dopo avere superato Chadwick nelle prime fasi di gara, sta volando.
Chovet, Henrion, Chadwick, uno scenario fiabesco, troppo bello per essere vero. Viene a piovere e vanno tutti ai box, dove il team privato di Henrion viene aiutato da meccanici di un'altra squadra a fare il cambio gomme perché loro non hanno abbastanza meccanici.

Poi tornano in pista, Chovet vola come prima, Henrion e Chadwick hanno vantaggi abissali nei confronti di tutti. Poi Cola finisce in testacoda e si insabbia: entra la safety car. Ancora confusione in telecronaca: prima Chovet è in testa davanti al doppiato Pasma, seguono Chovet, Chadwick e Leclerc che secondo lo speaker è doppiato anche se non lo è. Al restart, quando Leclerc passa Chadwick, il telecronista dice che c'è Chovet, Pasma secondo ma non secondo, Henrion secondo effettivo, mentre la terza vettura in linea è quella di Chadwick seguita da Leclerc: Henrion e Chadwick sono diventati tutt'uno a quanto pare.

Chovet non riesce a mantenere la leadership fino in fondo e vince Leclerc davanti a Chovet stesso, poi Petecof che strappa il podio a Henrion, "solo" quarto. Famularo e Rasmussen chiudono davanti a Chadwick, poi a finire Pesce, Pasma e Vips.
Gara 3, più tardi, lo stesso giorno, inizia con Leclerc superato da Petecof e Rasmussen, ma recupera su quest'ultimo e si mette a duellare con Petecof, vincendone tre su tre. Petecof e Rasmussen chiudono secondo e terzo questa gara con meteo tranquillo, poi Pasma, Lappalainen, Famularo, Chovet, Chadwick, Pesce, Henrion, con ritirati Cola (all'ultimo giro, fuori pista) e Vips (un po' prima, ai box).