lunedì 12 ottobre 2020

Chi è il migliore di tutti i tempi tra Hamilton, Schumacher o altri campioni del mondo random? E perché random lo è anche la risposta?

L'automobilismo è una scienza esatta basata sull'interpretazione univoca delle statistiche. Non so chi l'abbia detto, non è una citazione, ma sono piuttosto sicura che in molti l'abbiano pensato, nel tentativo di affermare in maniera unilaterale chi fosse il pilota migliore della storia della Formula 1.
Credo che un simile concetto sia costruito su una base piuttosto stabile, fatta di tanti solidi paradossi. Uno è quello dei numeri: a partire da oggi Michael Schumacher e Lewis Hamilton hanno lo stesso numero di vittorie in carriera. Si può affermare che si equivalgano? Potrebbe sembrare una domanda semplice, ma la risposta, qualunque essa sia, apre altri dubbi esistenziali.
Se oggi Schumacher e Hamilton si equivalgono perché ne hanno vinte 91, avevano valore diverso quando Hamilton era ancora a 90, ovvero solo dodici ore fa? L'avere vinto il GP di Eifel rende Hamilton un pilota dal diverso valore rispetto a quello che aveva prima della partenza? E quando arriverà a 92, sarà un pilota diverso da quello che è oggi? Se invece Schumacher e Hamilton non si equivalgono, qual è il coefficiente per cui moltiplicare o dividere le vittorie dell'uno per farle coincidere con le vittorie dell'altro? Graficamente è una funzione lineare? Esponenziale? Logaritmica?

In più, che cosa significa esattamente migliore? Separati da tre lustri, Schumacher e Hamilton sono piloti diversi, guidano vetture diverse, in situazioni diverse, che generano gare diverse. Schumacher correva in un'epoca in cui sapere gestire il carburante era un punto di forza, attualmente ai tempi di Hamilton può essere fondamentale la gestione delle gomme. Schumacher ha avuto vetture competitive, ma meno dei suoi mondiali sono stati vinti in maniera dominante, tuttavia è Hamilton quello che ha avuto mediamente compagni di squadra più competitivi. Hamilton ha ottenuto un maggior numero di pole position, ma Schumacher ha un rapporto tra vittorie e pole position migliore di quello di Hamilton.
È davvero possibile stabilire in maniera univoca se uno sia stato superiore all'altro? Non è forse meglio limitarsi a godere lo spettacolo e, dopo tanti anni di percorso, avere assistito alla crescita personale e come piloti di individui destinati a rimanere nella storia della Formula 1? Un tempo ci è toccato con Schumacher, ora con Hamilton, entrambi arrivati cone ragazzini arrembanti, entrambi divenuti uomini istintivi ma razionali, l'uno che invecchiando mostrava progressivamente il proprio lato razionale, l'altro che tende a nasconderlo mostrandosi più istintivo, entrambi arrivati a carriera inoltrata a rasentare quello che, in confronto ai loro inizi, appariva o appare come quasi perfezione.

Queste sono le riflessioni che emergono in un tentativo di confrontare Hamilton con Schumacher, due piloti di cui ho personalmente seguito la carriera e di cui conosco molto bene le imprese: la totale non necessità, oltre che l'impossibilità di stabilire chi fosse migliore di chi in tutto. Si potrebbero valutare gli avversari contro cui hanno vinto, ma tendenzialmente chi ha carriere lunghe tende ad avere avversari diversi nel corso del tempo e la considerazione su chi avesse gli avversari migliori è gran parte dettata dalle convinzioni personali e dal volere vedere solo ciò che fa comodo.
Se queste sono le difficoltà di un confronto tra piloti di epoche diverse ma vicine, una valutazione equa e coerente di epoche più lontane si fa sempre più complessa e, in più, non ci si può spingere indietro a valutare obiettivamente qualsiasi epoca. Se ci è concesso, dalla possibilità di trovare gare integrali su Youtube o sui canali a tema, di poterci studiare bene certi periodi della Formula 1 che non abbiamo visto, non c'è la possibilità di valutare qualsiasi epoca. Mi spiego meglio: personalmente posso dire di avere visto, nel corso dell'ultimo decennio, la maggior parte delle gare disputate da Senna. Perché erano gare degli anni '80 e '90, quindi reperibili. Non potrei fare lo stesso per piloti come Fangio o Clark, a titolo di esempio.

Se ai tempi di questi campioni del passato la Formula 1 era molto diversa da quella attuale e recente, già di per sé dovrebbe essere immensamente complicato fare un confronto tra piloti. I numeri hanno un valore in gran parte diverso, con sette gare ufficiali ogni anno e quindi numeri di vittorie complessive molto diversi tra i piloti di un'epoca e quelli di un'altra. A ciò si aggiunge che i piloti degli anni '50, '60 e in parte '70 possiamo valutarli prevalentemente per sentito dire, nell'impossibilità di andarci a rivedere quello che hanno fatto in pista nella loro epoca. Non possiamo sapere con precisione quali fossero le caratteristiche vincenti di ciascuno o i loro punti di debolezza. Non possiamo renderci conto a pieno di che cosa abbia lanciato la loro ascesa e di che cosa, eventualmente, abbia condizionato in negativo le loro carriere.
Sicuramente agli albori della Formula 1 correvano piloti con una mentalità agonistica diversa da quella attuale, che affrontavano rischi maggiori di quelli attuali... ma se la mentalità rende i piloti migliori o peggiori, allora non ci stiamo più basando su numeri esatti oppure su numeri che si possano bilanciare gli uni con gli altri. Per giunta, oltre a non basarci su gare viste, ci basiamo soltanto su nostre sensazioni personali, con considerazioni che a volte degenerano verso il nonsense, cose tipo: si stava meglio negli anni '70 ai tempi di Jackie Stewart, quando c'erano solo verihhhh pilotihhhh, che se ne fregavano della sicurezza.

Il succo di tutto questo discorso è che, a mio parere, ha molto più senso stabilire chi sia il migliore di un'epoca o i migliori di un'epoca, piuttosto che di sempre, perché le statistiche lasciano il tempo che trovano, perché è molto più facile cercare di essere oggettivi e non lasciarsi condizionare e perché i numeri dei piloti non sono influenzati solo dal talento puro, ma anche dalle loro scelte di carriera o di non-carriera.
Se Schumacher ha vinto ben 91 gran premi è perché si trovava al posto giusto nel momento giusto, e fino qui tutti ci arrivano. Ma allo stesso tempo si può affermare che Schumacher ha vinto *solo* 91 gran premi perché ha scelto di non correre nel 2007, 2008 e 2009. Una sola stagione in più e avrebbe vinto probabilmente più di 91 gran premi e forse più di sette titoli, considerato che Raikkonen ha vinto il mondiale 2007 e Massa è arrivato a un solo punto di distanza da quello del 2008.
Così come per Schumacher, i numeri di Hamilton saranno influenzati molto anche da quello che deciderà di fare in futuro, da quanto tempo ancora vorrà rimanere in Formula 1. Questi sono aspetti che vanno di gran lunga oltre il valore oggettivo di un pilota.

Chiudo con una metafora. Quando ho parlato del diverso perfezionismo di Schumacher e di e Hamilton, ho osservato come a mio parere l'uno mettesse in mostra il suo lato più razionale nascondendo quello istintivo, mentre l'altro tenda a fare l'opposto. Fare proclami su chi sia stato il miglior pilota di sempre è un po' come esporre il proprio lato istintivo (Hamilton), andarci cauti e scrivere monologhi per decretare che non ci sia un vero miglior pilota di sempre è come esporre il proprio lato razionale (Schumacher). Questo non significa che chi si pronuncia non abbia alcun dubbio né che chi non lo fa non abbia mai avuto delle idee.
Personalmente, in questo caso, preferisco adottare il "modello Schumacher" e andarci con i piedi di piombo, nonostante a conti fatti forse mi affascini quasi di più l'approccio di Hamilton (fingersi meno freddi e razionali di come si è ha risvolti più divertenti, a volte).
Se adottassi il "modello Hamilton" potrei dare libero sfogo agli istinti, prendere una posizione netta. Ma se dicessi "sono assolutamente certa che [un pluricampione del mondo scelto a caso] sia stato il migliore di sempre" rischierei di essere credibile tanto Hamilton quando afferma di avere del blistering. E sulla questione dei numeri, avrei preferito che Hamilton superasse le vittorie di Schumacher ma senza avere la possibilità di eguagliarne/superarne il numero di titoli (oppure il contrario, ma era uno scenario meno plausibile): il non potere decretare in maniera univoca il pilota più vincente di sempre nemmeno in semplici termini statistici avrebbe potuto aiutare a superare la visione ristretta del "migliore di sempre".

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per essere arrivato/a fino in fondo. Se vuoi, fammi cosa ne pensi con un commento. :-) Puoi farlo anche in maniera anonima.

Se sei capitato/a qui per caso ti invito a visitare il mio blog, in particolare le etichette "Commenti ai GP" e "F1 vintage".

Se invece mi leggi abitualmente e sei arrivato/a qui di proposito, ti ringrazio per l'apprezzamento e spero continuerai a leggermi.

Buon proseguimento di giornata (o a seconda dell'orario, di serata, o buona notte). <3

Milly Sunshine