mercoledì 28 ottobre 2020

Indycar 2020: Scott Dixon vince il suo sesto titolo nella finale di St.Pete

A volte per mettere fine a qualcosa bisogna tornare là dove tutto era iniziato: a St.Petersburg, lo stesso giorno del non-GP d'Australia, avrebbe dovuto svolgersi il primo gran premio della stagione di Indycar, poi rinviato in extremis e divenuto l'ultimo evento stagionale, l'ultima domenica di ottobre, 100 giri per determinare il vincitore del titolo 2020, Scott Dixon e Josef Newgarden in lotta per il titolo, nulla di particolarmente sorprendente. Non giravano proiezioni di classifica, prima della gara: le proiezioni del campionato di Indycar tendono ad essere un po' meno semplici di quelle del campionato di Formula 1, anche se quest'anno, in effetti, non c'erano multipli pretendenti.

Mentre da un lato c'era chi lottava per il titolo, dall'altro c'era chi cercava di ritagliarsi un po' di gloria passeggera: era il caso di Willpowahhhh, pochi giri al comando, prima di essere superato like a boss da uno scatenato Alex Non Sono Valentino Rossi su una vettura fucsia per questioni di sponsor. Poi è stata la volta di Colton Herta, stabilmente secondo per un lungo tratto di gara.
Le cose, per Power, erano destinate ad andare di male in peggio, dopo un terzo di gara, infatti, si è ritirato parcheggiando in una via di fuga. Considerato che era partito dalla pole position, si può tranquillamente affermare che, seppure non lo si sia visto agitare il dito al vento, probabilmente avrebbe molto volentieri agitato il dito al vento.

Mentre metà gara si faceva sempre più vicina, la gara ha iniziato ad arricchirsi di dramahhhh: abbiamo infatti assistito al ritiro per incidente di Scott McLaughlin (one-off in Penske) e Santino Ferrucci, il tutto mentre Rossi continuava imperterrito a starsene in testa alla gara. Herta si è poi fatto successivamente un giro per i prati (o per meglio dire per le vie di fuga), ritrovandosi dietro ad alcune altre vetture.
Poi, a due terzi di gara, ecco il vero plot-twist: un incidente di Alex NSVR, costretto al ritiro e a chiudere questo campionato senza nessuna vittoria. Dopo tutta la trafila post-incidente era Herta il leader dell'evento. Poi le trombe dell'Apocalisse hanno iniziato a suonare e Takuma Sato ha speronato Marco Andretti, che per una volta si trovava in una posizione presentabile.

Il dramahhhh a quel punto ha raggiunto il suo livello più alto, con Andretti che è andato su Twitter a criticare Sato, con Sage Karam che gli dava corda, sostenendo che Sato non cambierà mai. Si riferiva a un incidente avvenuto tra di loro molte Indy 500 fa, a seguito della quale ricordo che a suo tempo mi pare avesse criticato i giapponesi in modo indistinto o qualcosa del genere. Ovviamente essendo i giapponesi dei tipi bruttihhhh e kattivihhhh che bombardano Indianapolis durante il Memorial Weekend è lecito criticarli in modo indistinto.
Al restart Newgarden si è impossessato della leadership, superando Herta e non essendo nemmeno il solo. Ciò poteva avere rilevanza in ottica titolo, quindi era doveroso ignorare in suo onore gli altri casini random che capitavano nelle retrovie (Oliver Askew a muro).

Newgarden e Dixon sono arrivati primo e terzo, con Pato O'Ward a fare da intermezzo, mentre purtroppo Herta non è entrato a far parte della top-ten. Dal quarto al decimo posto hanno chiuso Sebastien Bourdais (aaaawwww), Ryan Hunter-Reay, Simon Pagenaud, Marcus Ericsson altresì noto come il Pollo Gigante, Charlie Kimball, Graham Rahal e Takuma Sato (che è stato confermato anche per la stagione 2021, cosa che rende piuttosto soddisfatta me ma penso poco soddisfatto Karam).
Scott Dixon ha quindi vinto il suo sesto titolo, a un solo titolo di distanza dal record di A.J.Foyt, in un periodo storico che ci sta insegnando, in altri contesti, che sette titoli possono sembrare un record irraggiungibile, ma che non sempre lo sono.



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