domenica 31 luglio 2022

Back to 1986: le prime pole della Benetton

Vi ho raccontato proprio ieri dei GP di Germania e Ungheria 1986 inserendo in GP di Germania in un post che in linea teorica doveva essere dedicato al solo GP d'Ungheria, quindi direi di procedere raccontandovi dei due gran premi successivi, non perché abbia deciso di aggregare qualcosa anche stavolta, ma perché gli eventi di Zeltweg e Monza hanno avuto qualcosa in comune: l'autore della pole position. Forse mi direte che non è tanto da avere in comune e che tante volte lo stesso pilota ha ottenuto la pole in due gran premi consecutivi. Le altre volte però il pilota di non lo faceva al volante di una Benetton (a meno che non si trattasse di Michael Schumacher nel periodo 1994/95) e la prima delle due non era la prima pole nella storia della Benetton. In questo caso sì e in suolo austriaco è stato Teo Fabi a conquistare il miglior tempo nelle qualifiche, situazione che si è ripetuta nel suo evento di casa qualche tempo più tardi.

Fabi, celebre per avere disertato lo sciopero dei piloti in Sudafrica nel 1982, è alla seconda pole position in carriera dopo quella ottenuta nella stagione precedente al volante della Toleman. Con la sua seconda e la sua terza pole in carriera potrebbe tentare di stravolgere la sua statistica di zero giri percorsi in testa... ma guess what? In nessuna delle due occasioni è destinato a passare in testa un solo giro. Anzi, un solo istante, perché non appena parte il GP d'Austria viene sopravanzato dal compagno di squadra, il pilota di casa Gerhard Berger, che gli partiva accanto. Non gli resta altro da fare che accodarsi a lui e in certi momenti gli è proprio negli scarichi. Completano la zona punti virtuale le McLaren e le Williams in ordine sparso, in questa prima fase di gara abbiamo Alain Prost con Nigel Mansell negli scarichi in lotta per il terzo posto e una situazione analoga per la quinta posizione tra Nelson Piquet e Keke Rosberg.

In settima posizione troviamo in questa prima fase di gara la Lotus di Ayrton Senna, che rimane comunque attardato rispetto ai piloti che lo precedono, prima di iniziare a rientrare ai box più di una volta per problemi alla vettura. Risale quindi in settima posizione René Arnoux sulla Ligier, perché siamo nel 1986 e la prassi prevede che non solo non ci siano Ferrari in zona punti, ma anche che non siano nelle immediate vicinanze. Nel frattempo le Benetton sono ancora molto vicine, con Fabi che a un terzo di gara riesce a superare il compagno di squadra... peccato non esistano teorie del kompl8 sulla Benetton, perché qui ne poteva uscire una bellissima: infatti non appena Fabi supera Berger, sulla sua monoposto si rompe il motore. Niente giri in testa, niente possibilità di vincere il gran premio e soprattutto niente possibilità di vedere la bandiera a scacchi in una posizione presentabile. O anche di vederla in una impresentabile, a dire la verità. Berger rimane solo al comando del proprio gran premio di casa.

Di lì a poco, nel frattempo, si avvicina il momento dei cambi gomme e durante la sosta di Berger ci sono dei problemi, le cose si prolungano molto a lungo e nel frattempo davanti i suoi avversari ringraziano. Prost è leader del gran premio precedendo Mansell, con un certo gap a dividerli. Mansell, però, è destinato al ritiro per un guasto poco dopo la metà della gara. Si ferma in una via di fuga e finisce così la gara della Williams, dato che pochi giri prima anche Piquet è stato costretto al ritiro abbandonando la gara ai box. Dopo il ritiro di Mansell, a debita distanza l'una dall'altra, ci sono le McLaren nelle prime due posizioni. Poi, siccome siamo nel 1986 e a causa di strategie diverse anche le Ferrari possono ricomparire dal nulla, troviamo Michele Alboreto terzo a quasi un giro di distanza, che si appresta ormai ad essere doppiato dal leader. Il suo compagno di squadra si trova in sesta posizione, dopo avere rischiato di prendersi sul casco un pezzo staccato dall'anteriore della propria vettura.

In quarta e quinta posizione ci sono - preparatevi a fare una standing ovation - le Lola Haas di Alan Jones e Patrick Tambay. A qualcuno potrebbe venire il dubbio di dove sia andato a finire Arnoux dato che l'avevo dato in settima piazza nella prima parte di gara, ma anche lui ha avuto problemi di varia natura. Le Lola Haas procedono senza apparenti problemi, se non che Johansson si sta avvicinando progressivamente e strappa la quinta posizione a Tambay - dopo la gara il ferrarista lo accuserà di averlo ostacolato durante il sorpasso, per la solita legge che se guidi una Ferrari anche chi non è doppiato si deve comportare come tale - iniziando ad avvicinarsi anche a Jones, riuscendo a strappargli una quarta posizione che potrebbe valere un podio: Rosberg infatti poco dopo si ritirerà per un problema tecnico a pochi giri dalla fine. Nonostante abbia a sua volta qualche problema alla vettura, Prost riesce ad arrivare al traguardo, seppure rallentando.

Alboreto e Johansson completano il podio: siamo in pieno 1986, appunto, anche le Ferrari possono andare a podio a caso e farlo entrambe nello stesso gran premio. Jones chiude quarto, il miglior risultato dal suo comeback, mentre Tambay rimane quinto nonostante un cambio gomme tardivo. La rimonta di Berger dopo il problema avuto in precedenza lo porta fino al settimo posto, l'ultimo punto se lo aggiudica Christian Danner sulla Arrows. È una gara dall'elevatissimo attrition rate, tanto che la Zakspeed di Huub Rothengatter, che rimane senza carburante a un giro dalla fine o giù di lì, riesce a classificarsi addirittura in ottava piazza. Tra i piloti ancora in gara, ma a una marea di giri di distacco, c'è anche Arnoux, destinato a poche gioie in questo periodo storico - alla gara successiva è anche costretto al ritiro, mentre il compagno di squadra Philippe Alliot (che ha preso il posto di Jacques Laffite dopo l'infortunio di quest'ultimo in Gran Bretagna) si ritira in entrambe le occasioni.

Torniamo a Fabi e alla griglia di partenza dell'evento successivo, dove fa coppia con Prost in prima fila. Arriva il momento del giro di formazione... e niente, la sua vettura si spegne, quindi dovrà partire dall'ultima casella della griglia di partenza. Va peggio a Prost, anche la sua vettura si spegne, ma proprio perché ha un problema. Si precipita quindi ai box e prende il via dalla pitlane sulla vettura di riserva, azione kriminalehhhh dato che la sostituzione di vettura è arrivata entro i suoi termini massimi. La gara di Prost sarà così strutturata: lunga rimonta fino le zone basse della top-ten, a quel punto la direzione gara si sveglierà all'improvviso e gli esporrà bandiera nera per cambio di vettura illegale. Fun fact: Prost dovrebbe rientrare ai box e andare a parcheggiare là, ma non riesce ad arrivarci, perché subito dopo essere stato blackflaggato sulla sua vettura si rompe il motore ed è costretto quindi a parcheggiare a bordo pista. Nel frattempo Fabi non viene molto preso in considerazione.

Torniamo alla partenza, perché non c'erano solo Fabi e Prost sulla griglia, quindi è Berger che al via si porta in prima posizione, precedendo le Williams di Mansell e Piquet. Mantiene il comando per una manciata di giri, per poi essere superato da entrambi e ritrovarsi terzo, seguito dalle due Ferrari di Alboreto e Johansson. Perde anche la terza piazza, a vantaggio di Alboreto e finisce per rimanere al quarto posto per tutto il primo stint di gara. Anche nel secondo stint, in realtà, la sua posizione non cambia, almeno finché Alboreto non è costretto a ritirarsi per un guasto al motore. Berger risale quindi al terzo posto, ma l'insorgere di qualche problema sulla sua monoposto lo porterà a perdere una posizione a vantaggio di Johansson. Proprio in quei frangenti Fabi, che ogni tanto compariva in grafica segnando giri veloci, è costretto al ritiro per una foratura. Davanti, nel frattempo, i due piloti della Williams, piuttosto vicini per tutta la durata della gara, sono nel pieno di un duello per la leadership.

Nelle fasi conclusive della gara è Piquet a spuntarla e riesce a superare il compagno di squadra involandosi verso la vittoria. Mansell deve accontentarsi del secondo posto, mentre Johansson completa il podio. Rosberg riesce a chiudere la gara al quarto posto quando Berger si ferma all'ultimo giro senza benzina, venendo classificato quinto. L'ultima posizione della zona punti va a Jones. L'altra Lola Haas di Tambay, invece, risulta ritirata dopo appena due o tre giri di gara, per un contatto con la Brabham di Riccardo Patrese, che mi pare di capire abbia messo fuori gioco entrambi. Curiosità, che non c'entra con la zona punti: in questa gara fa il proprio esordio il team AGS, con una sola vettura e Ivan Capelli al volante. Nel 1986 la scuderia francese prenderà parte soltanto a due eventi, quello d'Italia, appunto, e quello successivo in Portogallo, saltando le trasferte di fine stagione in Messico e Australia, in vista del 1987 in cui disputerà finalmente l'intera stagione.


sabato 30 luglio 2022

Back to 1986: l'esordio dell'Hungaroring

Siamo ufficialmente nell'ultimo weekend di luglio e per questo weekend è previsto il GP d'Ungheria, quindi perché non fare un viaggio nel passato parlando proprio di quella volta in cui la Formula 1 gareggiò all'Hungaroring per la prima volta? Peraltro ci sono riflessioni interessanti da fare a proposito di pregiudizi da tifoso vintage, ma sono del parere che tutto vada inserito nel proprio contesto, quindi all'Hungaroring ci arriveremo tra un po'. Correva l'anno 1986, eravamo già nella seconda parte della stagione, le vetture di prima fascia erano le Williams di Nigel Mansell e Nelson Piquet, le McLaren di Alain Prost e Keke Rosberg, nonché le Lotus di... nonché LA Lotus di Ayrton Senna - un saluto a Johnny Dumfries, perché è forse l'unico modo in cui si può parlare di lui. Occasionalmente si facevano vedere tra le prime posizioni le Benetton di Gerhard Berger e Teo Fabi, mentre era più probabile che fossero abbastanza in mezzo al nulla cosmico le Ferrari di Michele Alboreto e Stefan Johansson.

L'Hungaroring è noto per essere un circuito non particolarmente apprezzato, il quale viene tacciato di dare vita a gare tendenzialmente noiose. Non sono completamente d'accordo. O per meglio dire, quelli ungherese proprio come circuito non mi piace, però obiettivamente parlando ha spesso prodotto gare più emozionanti di altre tanto decantate. Nel 1986 aveva un duro compito da portare avanti: mostrare una gara interessante venendo da una gara che già era stata interessante. Prima dell'Ungheria, infatti, era venuta la Germania e direi che possiamo iniziare il nostro viaggio da qui - sì, per raccontarvi il GP d'Ungheria vi racconto anche quello precedente, giusto anche per darvi un insight su come funzionasse la Formula 1 nel 1986. Siamo a Hockenheim e le McLaren scattano dalla prima fila. In pole c'è Rosberg, che ha di recente annunciato il proprio ritiro a fine stagione. Si parte ed ecco che una sagoma nera si infila tra le due McLaren. Non si capisce proprio del tutto dalle inquadrature, ma pare che tra tale sagoma nera e Prost ci sia anche un contatto.

Senna si porta in prima posizione, Rosberg si deve accodare anche a Berger che approfitta del trambusto per portarsi secondo, mentre Prost perde posizioni, senza neanche avere un piatto da lanciare addosso al futuro compagno di squadra. Piquet è quarto, seguono poi Prost e Mansell. La posizione altolocata di Berger dura pochissimo, infatti inizia presto ad accusare problemi, perde qualche posizione e poi è costretto a rientrare ai box. Nel frattempo anche Senna sembra avere qualche difficoltà, viene superato prima da Rosberg, poi da Piquet che va a sua volta a piazzarsi negli scarichi di Rosberg, nonché anche da Prost, che probabilmente sta ancora sognando di lanciargli piatti, cosa che si concretizzerà quando diventeranno compagni di squadra e best friends forever. Piquet nel frattempo dopo pochi giri supera Rosberg, portandosi in prima posizione, mentre Prost è costretto a non tenere il ritmo dei primi due per via della necessità di risparmiare carburante. Nel frattempo Piquet si appresta a rientrare ai box.

Mentre il pilota della Williams è su una strategia a due soste, i piloti della McLaren ne effettuano solo una, quindi per riappropriarsi almeno della seconda posizione dovrà superare Prost. Si avvicina poi a Rosberg, che deve gestire il carburante nella parte conclusiva della gara. A pochi giri dalla fine avviene il sorpasso e Piquet si porta in testa, anche se Rosberg sembra avvicinarsi un po' perché Piquet ha problemi di gomme. Il dramma, comunque, è dietro l'angolo per Sexy Baffo, infatti nel corso dell'ultimo giro è costretto a fermarsi perché senza benzina! Prost nel frattempo ha rallentato sensibilmente nella speranza di arrivare in fondo, per la stessa ragione del compagno di squadra, venendo superato da Senna, che tuttavia a sua volta ha problemi con il quantitativo di carburante. Piquet taglia il traguardo, Senna fa la stessa cosa, mentre Prost non ha la stessa fortuna: la vettura lo abbandona a pochi metri dal traguardo, aprendo a Mansell la strada del terzo gradino del podio.

Prost tenta di spingere la monoposto al traguardo, ma viene superato oltre che dalla Williams anche dalla Ligier di René Arnoux che ottiene quindi la prima posizione. A quel punto Sexy Naso desiste e viene classificato a un giro, in sesta posizione, alle spalle del compagno di squadra. Esistono immagini di Rosberg che si fa scarrozzare ai box caricato sulla Williams di Piquet, ma statsf1 narra che tutti e tre i piloti finiti in top-3 rimangono senza benzina nel corso del giro di formazione, quindi immagino che Rosberg se la sia comunque fatta a piedi e non sia stato il solo. Finisce così la giornata, mentre quella delle Ferrari è terminata già da un po', Alboreto per un problema tecnico nella prima parte di gara, Johansson dopo la rottura dell'ala anteriore proprio verso la fine della gara. Ecco, arrivati a questo punto giunge finalmente il momento dell'Ungheria, per la prima volta nel mondiale di Formula 1, nonché primo gran premio disputato in un paese di influenza sovietica.

Diversamente da certi flop visti nel continente americano, l'apertura verso il blocco orientale dell'Europa sembra essere invece un successo: sul circuito c'è molto pubblico che proviene anche dalle nazioni limitrofe e porta la Formula 1 per la prima volta in TV in paesi nella quale non era mai stata trasmessa. Dal punto di vista strettamente motoristico, è Senna a conquistare la pole position e a leaderare i primi giri di gara, seguito dalle Williams di Piquet e Mansell. Anzi, inizialmente dalle Williams di Mansell e Piquet, ma poco dopo dalle Williams di Piquet e Mansell. Mentre assistiamo alle lunghissime operazioni di recupero di una vettura da parte dei commissari (si tratta della Brabham di Riccardo Patrese, ritirato per testacoda), Piquet si avvicina sensibilmente al connazionale e dopo qualche giro lo passa. Ci mette molto meno tempo Piquet a liberarsi di Senna che i commissari a spostare la vettura.

Prost nel frattempo si trova terzo avendo superato Mansell, ma ha problemi ed è costretto a rientrare ai box. Mentre è fermo arriva Rosberg per cambiare gomme e ciò non è fattibile, facendo sì che anche la gara di Keke venga mandata in vacca. Nel frattempo Piquet sembra staccare Senna e il duello per la vittoria sembra terminato. Non è così: quando arriva il momento delle soste, Senna overcutta Piquet riportandosi in testa alla gara. Non è finita neanche stavolta, ma facciamo un passo indietro e parliamo delle altre cose che stanno succedendo: innanzi tutto c'è un'altra Brabham ferma (quella di Derek Warwick, che ha avuto un incidente con Alboreto) ma i commissari la spostano più in fretta, poi Dumfries sorprendentemente in zona punti e di nuovo i commissari alle prese con la Lola Haas di Alan Jones ferma durante un testacoda. Stanno operando un po' troppo in mezzo, proprio passano Piquet e l'altra Lola Haas (quella di Patrick Tambay) con un doppiaggio in corso.

Nessuno viene stirato, quindi direi che è una giornata positiva, ma dobbiamo ancora assistere a qualcosa, ovvero al gap tra Senna e Piquet che nell'arco di pochi giri crolla incredibilmente, con tanto che Piquet si ritrova quindi negli scarichi di Senna. Tenta il sorpasso, ma non gli riesce e Senna rimane davanti. Non è ancora finita, però, ed ecco che un giro più tardi lo supera all'esterno rischiando nel frattempo di perdere la monoposto. Completata l'opera si mette a gesticolare contro l'avversario e si invola verso il doppiaggio del proprio compagno di squadra. Mansell infatti si trova terzo, ma staccato praticamente di un giro. C'è lo stesso podio della volta precedente, mentre Johansson chiude quarto davanti a un Dumfries più altolocato del solito, mentre completa la zona punti la Tyrrell di Martin Brundle. La gara dell'unica Lola Haas rimasta in gara non finisce neanche troppo male: Tambay chiude in settima piazza, peccato che in questo periodo storico non ci siano punti.

Specifico un retroscena abbastanza interessante riferito da statsf1, ovvero che il duello tra Piquet e Senna sfocia in un'accesa discussione tra i due, che però non avviene sul momento, prima di salire sul podio o dopo esserci saliti. No, il fattaccio succede nientemeno che all'aeroporto di Budapest dove i due si incontrano per caso mentre stanno per lasciare l'Ungheria alla volta dell'Austria, dove una settimana più tardi si disputerà il gran premio a Zeltweg. L'incontro casuale tra piloti in aeroporto con tanto di polemica a proposito degli avvenimenti avvenuti in gara è una cosa che fa davvero tanto teen drama, peccato che gli appassionati di motori dell'epoca molto probabilmente non siano mai venuti a conoscenza di tutto ciò. Però il GP d'Ungheria 1986 ha lasciato uno strascico e anche piuttosto pesante negli appassionati di motori, ovvero la convinzione quasi generata in modo meccanico che quello di Piquet su Senna sia stato il miglior sorpasso della storia della Formula 1 - il secondo, si intende.

Questo evento nel corso dei decenni è stato utilizzato per sminuire i sorpassi dei piloti contemporanei (non nel senso stretto dei piloti degli anni 2020, nel senso che in ciascuna epoca i piloti della propria epoca potevano essere screditati tirando fuori questo sorpasso), come ad esempio nei primissimi anni 2000 era utilizzato per mettere a tacere chiunque affermasse che Mika Hakkinen era l'autore del miglior sorpasso di sempre, generalmente aggiungendo osservazioni del tipo "si vede che non hai mai visto dei veri sorpassi". Curiosamente a vent'anni di distanza il sorpasso di Hakkinen viene ufficialmente considerato il miglior sorpasso della storia, quindi forse nel 1986 il sorpasso di Piquet a sua volta è stato accolto con un "meh, ho visto di meglio". Credo che questo sorpasso sia quello che forse più di ogni altro sintetizza il modo in cui vengono romanticizzati gli eventi lontani nel tempo e come questo continua irreparabilmente a succedere. Sia chiaro, non sto dicendo che non si tratti di un bel sorpasso, ma avrei alcune considerazioni in proposito, alle quali non si fa caso.

La prima, più facile da considerare, è che i sorpassi per la vittoria vengono considerati in maniera diversa da quelli per le posizioni retrostanti e che di sorpassi del genere nel corso della storia penso non se ne siano visti pochi. Solo, Piquet con quel sorpasso ci ha vinto una gara, quelli che magari con sorpassi altrettanto belli hanno chiuso quindi o sesti non sono minimamente ricordati - lo stesso discorso si può applicare al celebre sorpasso di Hakkinen. La seconda è che si tratta di un sorpasso fatto verosimilmente d'impulso e che poteva terminare male, il che porterebbe a dare a "miglior sorpasso di sempre" il significato di "sorpasso più spettacolare", uno di quelli che potrebbero tradursi in una manovra eroica ma al contempo anche in una vaccata colossale. Questo significa che i sorpassi studiati ed eseguiti con precisione vengono sempre messi da parte per quelli che sul momento fanno sì che la gente si strappi le mutande. La cosa non mi stupisce particolarmente, devo ammetterlo, ma mi sembra riduttiva.

Infine, aggiungerei un terzo dettaglio: nei giri immediatamente antecedenti al sorpasso, Piquet ha recuperato a Senna qualcosa come otto/ nove secondi in totale, con un ritmo di tre secondi o più al giro. Immaginate che una cosa simile succeda al giorno d'oggi: un pilota procede molto più speditamente di quello che ha davanti, lo raggiunge nell'arco di una manciata di giri e lo supera stando in bilico su due ruote. Secondo me invece di strapparvi le mutande dite "per forza, guida un missile". Non fraintendetemi, apprezzo molto il fatto che un sorpasso eseguito contro l'idolo delle folle sia stato etichettato come capolavorohhhh invece che come furtohhhh, però obiettivamente non mi sembra che questo sorpasso si discosti tanto dalla media del periodo. Tutto ciò che mi viene da pensare è che a colpire sia l'essere stato eseguito da un pilota che non era famoso propriamente per manovre di questo tipo, ma che in genere aveva una guida più tranquilla. Però, sinceramente, piloti dalla guida poco tranquilla li ho visti fare cose non troppo diverse da questa in più di un'occasione.



venerdì 29 luglio 2022

28 luglio ore 12,00: appuntamento sull'Instagram di Sebastian Vettel

Non potrebbe essere altro che un normale giovedì mattina, quello che precede un weekend di gara e in cui ci si focalizza già sul gran premio imminente, a meno che non si scelga di concentrarsi su polemiche vere o presunte relative all'ultimo evento o a ultime dichiarazioni, oppure a dichiarazioni random tirate fuori dal proprio contesto. È un normale giovedì mattina, quella del 28 luglio 2022, ma non lo è, come possono notare quelli che decidono di entrare su Instagram. Non è la prima cosa che faccio, giovedì mattina, devo mettermi in pari con le gare di Indycar del weekend passato prima di andare a lavorare, in modo da potere pubblicare in giornata il post in proposito. Poi, all'improvviso, entro sui social ed ecco sganciata una bomba micidiale: Sebastian Vettel, l'uomo anti-social per eccellenza, possiede un profilo Instagram e non è un fake, stavolta, c'è il verificato, anche se non ci sono ancora post.

Mi aggiungo come follower, commento con gli amici del forum la notizia dell'apertura del profilo, poi tra una cosa e l'altra si fanno le 10.50 ed è ora di scappare al lavoro. Metto da parte per una mezz'ora il ritiro di Vettel e quando questa mezz'ora passa sono nel parcheggio. Non c'è tempo per tornare sui social, non sono proprio all'ultimo, ma devo correre a timbrare l'entrata entro le 11.30. Entro in ufficio, non è ancora arrivato nessun ritiro quindi ho tempo di mettermi in pari con le registrazioni dei pallet e per le cose in sospeso. Poi, verso l'una, rileggo quanto scritto sulle gare di Indycar del weekend e vado sul blog a postare tutto. Poi viene il momento clou, quello in cui entro su Twitter per condividere il mio post. Ecco un'altra bomba, che fa molto più rumore di quella precedente. Vedo solo post non ufficiali, ma tutti post che parlano di una cosa sola.

Vettel è primo nei trending topic in Italia, che nella top-20 annovera diversi trend che hanno a che fare con la Formula 1: fuori gli argomenti di cui si parla di solito, cioè calciatori, politici, personaggi di reality show, cantanti di boyband, ecc... Sono le 13.00, è ora di pranzo e cerco di ricostruire cosa sia successo. Pare che nel corso della tarda mattinata il fratello di Vettel abbia annunciato un annuncio per le 12.00 e alle 12.00 Vettel ha annunciato in prima persona il proprio ritiro dalla Formula 1 a fine stagione. Profilo nuovo aperto nella notte, video in bianco e nero in cui sfoggia la sua chioma fluente - frutto non di un trapianto come dicono alcuni, a mio parere, ma di un riporto ben fatto - proprio mentre ci chiedevamo come mai avesse deciso di aprire un profilo Instagram così, da un giorno all'altro. L'ho già fatto, ma ritiro tutto quello che ho detto in passato a proposito delle sue presunte scarse doti comunicative.

Da tanti anni lo vedo come uno dei tanti, ma un tempo non era così, Vettel è stato qualcosa che nessun altro pilota poteva essere per me, non per questioni di tifo, ma per questioni anagrafiche: per me che sono classe 1988 e che a 18/19 vedevo come miei coetanei solo quelli che avevano al massimo un anno di differenza, è stato il primo pilota della mia età a debuttare in Formula 1, una sorta di passaggio verso la mia generazione, che ha disputato il suo primo gran premio nel periodo in cui io facevo l'esame di maturità. Un pilota della mia età in Formula 1 è stato un passaggio che ho sentito di più di quello della fine della scuola superiore, perché quello comunque era un percorso predefinito, un momento che sarebbe arrivato, il debutto di un pilota diciannovenne in Formula 1 mentre anch'io avevo diciannove anni invece era qualcosa di inatteso, qualcosa che mi portava a pensare che anche persone della mia età potevano contare qualcosa.

Non so se mi spiego, non so se spiego cosa abbia significato tutto questo per me, né se sia chiaro che, indubbiamente, a un certo punto nel corso degli anni tutto questo si è perso: tanti piloti di un'età simile alla mia, la percezione che comunque anche un 1985 o un 1990 possano essere considerati della mia generazione adesso che di anni ne ho 30+, tanti piloti più giovani e una sorta di mashup generazionale in cui mi è difficile riconoscere i piloti come appartenenti a una specifica generazione solo ed esclusivamente per questioni di età. Però, ecco, oggi, 28 luglio 2022 (post scritto giovedì, da pubblicare venerdì mattina dopo averci riflettuto su per vedere se fosse opportuno cambiare qualcosa - no, è già a posto come l'ho scritto giovedì), quelle sensazioni di giugno 2007 ritornano alla luce. Vettel è stato il primo pilota che ho visto come mio coetaneo, l'annuncio del suo ritiro a fine stagione riapre tutto.

Riapre quella fase di passaggio, oppure ne apre una del tutto nuova, mentre sono le 13.00 da poco passate e mi rendo conto che mi è passata la fame. Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi e cerco di mandarle indietro, perché sono decenni che vedo piloti che vanno e vengono e perché poi, ogni volta in cui qualcuno se n'è andato, mi sono sempre resa conto che tutto continuava tale e quale a prima. So che sarà così anche stavolta, ma oggi non è il futuro senza Sebastian Vettel, è il giorno dell'annuncio a sorpresa del suo ritiro, avvenuto nel più improbabile dei modi, quindi sono nella fase in cui lo vedo ancora come qualcosa che si spezza, qualcosa che sta mettendo fine a un'epoca che ho tanto amato e che forse già non esiste più, qualcosa che sta mettendo fine anche a una me stessa che c'è stata e che forse non c'è più. È un pensiero che non si schioda dalla mia testa, quando la pausa finisce, mentre sto bollettando carichi di frigo, di componenti industriali e di sanitari da toilette.


Non so cos'altro dire.
Buona fortuna Vettel, pare troppo banale?
No, non va bene, non è solo banale, ma è anche fuori luogo.
Sta per andarsene, sta per mettere deliberatamente fine alla propria carriera, forse per dedicarsi a qualcosa che fa maggiormente parte della sua vita.
Non è lui quello a cui bisogna dire buona fortuna.
Vettel, auguraci buona fortuna, a noi che continueremo a seguire una Formula 1 diversa da quella di cui una volta facevi parte.
Questo forse è meno banale, e voglio concludere così questo post.



giovedì 28 luglio 2022

Indycar 2022: #11 e #12 Iowa Corn

Nello scorso weekend si sono svolti l'11° e il 12° evento della stagione 2022 di Indycar con un double header a Iowa Corn che direi di raccontarvi tutto in un solo post, dato che ci avviciniamo anche al prossimo evento della stagione che si terrà questo sabato all'Indianapolis Road Course. Questo ritorno su un ovale ha anche portato all'avere gare con nomi pittoreschi quasi in stile NASCAR, oltre che due gare con durata diversa l'una dall'altra.

HY-VEEDEALS 250 - la gara di sabato è iniziata con Power in testa dopo essere partito dalla pole position e Newgarden immediatamente alle sue spalle, situazione che non è cambiata se non al restart dopo la prima caution, innescata da un testacoda di Johnson che si è concluso senza conseguenze, nel senso che si è girato di trecentosessanta gradi senza toccare niente e ha ripreso così come se niente fosse. A quel punto, al momento del restart, Newgarden ha preso la leadership e di fatto da allora è stato incontrastato fino alla fine.
Ci sono state altre caution nel corso della gara - una per incidente di Rosenqvist, una per detriti, una per incidente di Carpenter - e un momento in cui in realtà Newgarden non è stato incontrastato tanto quanto ho detto, dato che gli si è quasi affiancato Ericsson, con un lieve contatto tra i due mentre lottavano per la leadership. Ericsson ha dovuto desistere e in realtà nelle parti successivi della gara non è neanche che lo si sia rivisto nelle posizioni di primissimo piano.
Se Newgarden si è portato a casa la vittoria senza problemi, O'Ward è riuscito a strappare la seconda posizione a Power, che si è dovuto accontentare della terza posizione davanti a Veekay e Dixon, unici altri piloti a pieni giri (circuito breve, nessuna safety car nelle fasi finali, piloti costretti a rallentare per preservare le gomme e risparmiare carburante). Palou ha chiuso sesto davanti a Grosjean, Ericsson, Rahal e Lundgaard a completare la top-10. Johnson, che avevamo visto stazionare anche in sesta/ settima piazza è giunto undicesimo davanti a Ilott, Rossi, Malukas, Kirkwood, Castroneves, DeFrancesco, Harvey, Daly, Kellett, Sato, McLaughlin, Pagenaud e Herta, quest'ultimo ha avuto problemi ai box in un momento precedente della gara.

HY-VEE SALUTE TO FARMERS 300 - anche nella gara della domenica Power è partito dalla pole position e ha leaderato per almeno un terzo di gara, seguito da Newgarden che, appunto, dopo circa un terzo di gara l'ha superato prendendosi la prima posizione. Dietro di loro c'era O'Ward e sono rimasti comunque i primi tre anche quando, dopo un incidente di Kirkwood - il primo incidente della giornata - sono rientrati ai box in regime di safety car. Dopo una successiva sosta, tuttavia, O'Ward si è ritrovato secondo davanti a Power e questo gli ha aperto la strada per la vittoria.
Era già gara inoltrata quando Newgarden ha perso il posteriore della vettura, dopo la probabile rottura di una sospensione, finendo violentemente a muro. Power e McLaughlin completano il podio, mentre Dixon si classifica quarto. Dopo un acceso duello con il compagno di squadra Ericsson, Johnson si procaccia la prima top-5 relegando il leader del campionato in sesta posizione, con Rosenqvist e Malukas settimo e ottavo a frapporsi tra Ericsson e Grosjean, mentre Sato chiude la top-10. Dietro di lui ci sono Ilott, Herta, Palou, Rahal, DeFrancesco, Daly, Carpenter, Rossi, Veekay, Harvey, Castroneves, Kellett e Pagenaud. Oltre ai due piloti usciti per incidente, si segnala anche il ritiro per problemi tecnici di Lundgaard nella prima parte di gara.
Newgarden, portato al centro medico e subito dimesso, è in seguito svenuto nel parcheggio del circuito e per tale ragione portato in ospedale. Dimesso l'indomani, risulterebbe essersi perfettamente ripreso, ma la sua presenza al prossimo evento è al momento in dubbio. Qualora non fosse presente, il suo sostituto sarebbe Ferrucci.

mercoledì 27 luglio 2022

Da lanciatori di piatti a lanciatori di trofei! // GP Italia 1989

Carissimi lettori, vi sono mancate le nostre vecchie incursioni nel 1989? Non è più un problema, perché oggi vi propongo il recap degli accadimenti monzesi di quella stagione, di cui ho trovato parte della gara con telecronaca italiana, con Mario Poltronieri, Clay Regazzoni, un altro opinionista di cui non ho capito il nome (per questioni di praticità lo definirò "terzo telecronista") e anche un quarto incomodo che farà la sua comparsa in cabina di commento in un momento successivo della telecronaca. Purtroppo non ho trovato la gara completa con telecronaca Rai, ma soltanto i primi due terzi, il resto l'ho dovuta vedere in un highlight con telecronaca britannica, ma nevermind, ci sono comunque parecchi dettagli alquanto interesanti da condividere. Per esempio il fatto che Alain Prost si appresta a passare dalla McLaren alla Ferrari, ma ciò nonostante il terzo telecronista non sembra provare molta ammirazione nei suoi confronti.

La gara inizia con Ayrton Senna in testa davanti alle Ferrari di Gerhard Berger e Nigel Mansell. L'austriaco sembra avere la stessa velocità della McLaren, per il momento, mentre Mansell sembra perdere terreno ma riesce a tenersi dietro Prost. Dietro ci sono le Williams di Thierry Boutsen e Riccardo Patrese con in mezzo a loro la Benetton di Alessandro Nannini, sulla quale è montato il camera-car. Il terzo telecronista, vedendo che i piloti della McLaren sono primo e quarto, inizia fin da subito a criticare Prost perché non è performante tanto quanto il compagno di squadra e perché dovrebbe spingere di più se vuole avere qualche possibilità di vincere il mondiale, perché si può vincere solo guidando come fa il suo compagno di squadra. Il fatto che i due abbiano un approccio molto diverso non viene minimamente considerato, né il fatto che ride bene chi ride ultimo (ciò non vole costituire spoiler anche se costituisce spoiler), l'importante è screditare!

Sembra che il primo ritirato della gara sia Philippe Alliot sulla Lola Larrousse, con grande gioia di chi in caso contrario si sarebbe trovato a doppiarlo, e in telecronaca si discute del fatto che sia un peccato per un team che si pone come obiettivo quello di almeno terminare la gara. La squadra francese farà addirittura doppio DNF, dato che anche Michele Alboreto si ritirerà più avanti nel corso della gara, ma torniamo all'inizio: anche un'altra vettura sembra mancare all'appello ed è la seconda Benetton, quella di Emanuele Pirro. Ezio Zermiani viene sguinzagliato alla sua ricerca, oltre che cercare di scoprire cosa stia accadendo a Mansell che va più piano del previsto, al punto che perfino uno SkArSoN3 come Prost gli si attacca al retrotreno e minaccia di potergli passare davanti. La cosa prima o poi succede, non prima che Prost venga criticato perché non riesce a distanziare Boutsen, proprio roba da SkArSo!!!11!!!1!!! non c'è che dire.

Curiosamente nessuno sembra trovare un collegamento tra tutto ciò e il fatto che Mansell stia finendo per fare da tappo, ma nevermind, ci sono anche altre faccende di cui occuparsi. Una di queste faccende è che Zermiani riesce finalmente a rintracciare Pirro, che conferma di essersi ritirato al primo giro per un guasto alla trasmissione. Zermiani lo invita quindi a recarsi in cabina di commento per fare da quarta voce. Purtroppo non viene fatto un simile invito a Ivan Capelli quando tocca al pilota della Leyton House ritirarsi. Purtroppo per lui, Pirro viene chiamato proprio in tempo per commentare il ritiro del suo compagno di squadra, che pare avesse già dovuto effettuare un sosta ai box. Per effetto dei problemi di Nannini, le Williams di Boutsen e Patrese si trovano quindi a tu per tu in quinta e sesta posizioni. Poltronieri nel frattempo lancia messaggi rassicuranti a Pirro: potrà lasciare la cabina di commento, se lo vorrà, prima della fine della gara.

Purtroppo, mentre da un lato viene specificato che Pirro non è stato rapito e costretto a commentare la gara contro la sua volontà, non sappiamo fino a che punto rimanga, perché come ho già detto ho dovuto passare dalla cronaca italiana a quella inglese. Al momento del passaggio da un video all'altro, Prost, decisamente più veloce di Mansell dopo averlo superato, ha raggiunto Berger e l'ha appena superato, si trova quindi in seconda posizione anche se, è giusto rimarcarlo ancora una volta, a debita distanza da Senna. Murray Walker a questo punto sta affermando che la McLaren ha la doppietta in tasca, ma il motore della vettura di Senna non la pensa così e decide di lasciarlo a piedi di lì a pochi giri. Alla fine la strategia di attesa di Prost ha funzionato e si sta involando verso la vittoria seguito da Berger e da... no, non da Mansell, perché anche la sua gara è finita anzitempo: superato da Boutsen, si è fermato, schivato da Patrese.

Jean Alesi sulla Tyrrell e Martin Brundle sulla Ligier entrano in zona punti grazie ai ritiri di Senna e Mansell, ma l'attenzione della regia non è certo per loro - dimenticavo, a un certo punto in precedenza Poltronieri aveva anche suggerito alla regia (curata dalla Rai) di andare a inquadrare duelli per le posizioni retrostanti, aventi per protagonisti Caffi e Larini in particolare prima del ritiro di quest'ultimo. La regia, comunque, va a inquadrare Prost quando questo va a tagliare il traguardo in prima posizione, vincendo davanti al pubblico ferrarista che già lo considera un Yd0l0. Sul podio, di cui ho trovato il video in italiano, c'è Balestre al quale Poltronieri attribuisce il fatto di indossare "una giacca azzurra" nonostante questo sia vestito di scuro. Poi, dopo gli inni nazionali, che non si sentono neanche nella copertura televisiva (o meglio, c'è una sorta di ronzio confuso) e la consegna dei trofei, ecco che avviene il fattaccio.

Acclamato dal pubblico, Prost decide di lanciare il trofeo al pubblico stesso. Mi auguro che sotto al podio non ci fosse quel tipo di gente che al carnevale si picchia per prendere le caramelle lanciate dai carri, altrimenti capita una strage. Qualcuno si potrebbe chiedere cosa pensi Ron Dennis di tutto ciò e, considerato che i trofei delle vittorie McLaren sono proprietà del team stesso, ne pensa tutto il male possibile, tanto che, un istante prima che si chiuda il collegamento, viene visto mentre stizzito lancia il trofeo costruttori in direzione di Prost. Se nel 1989 esistesse Drive to Survive, non so come potrebbe essere proposto questo episodio, ma in generale non so come potrebbe essere proposto tutto ciò che riguarda Prost, Senna e Ron Dennis. Probabilmente se vedessimo qualcosa del genere, ci verrebbe voglia di lanciare trofei non al pubblico ma in testa ai produttori... Va beh, lasciamo stare e passiamo piuttosto alle questioni stylish irrisolte.

Sappiamo che Prost ha lanciato il trofeo alla folla, ma non sappiamo che fine abbia fatto questo trofeo. Qualcuno deve esserselo portato a casa, per forza di cose. Sembra che non sia mai stato ritrovato, quindi il fortunato tifoso che si è procacciato tale reperto ha deciso di essere romantico e conservare il prezioso cimelio da qualche parte in cantina tenendoselo tutto per sé, piuttosto che lasciarsi andare al materialismo e venderlo all'asta su internet per una cifra che sa molto di big money. Sappiamo solo che in casa McLaren anche questa giornata è terminata buttando benzina sul fuoco e che il mondiale prevede ancora quattro gran premi e che la tensione è alle stelle. Mansell, nel frattempo, in disparte, guarda i Prosenna che si tirano i piatti chiedendosi come potere fare per potere fare almeno da terzo incomodo e dare un segno concreto della propria presenza. Non fa niente, c'è ancora un po' di tempo in vista del successivo gran premio, per schiarirsi le idee. Il gran premio successivo sarà in Portogallo.

martedì 26 luglio 2022

Commento al Gran Premio di Francia 2022

Dopo l'unico weekend di luglio senza gran premi, la settimana scorsa, è arrivato un weekend con un gran premio e questo ci porta a ripercorrere gli eventi accaduti a Le Castellet in questo fine settimana. Visti i tempi abbastanza ristretti, domenica prossima ci sarà un ulteriore gran premio da commentare, direi di andare abbastanza spediti su quello che è successo in Francia e di partire da Sainz e Magnussen. I due, infatti, causa sostituzione del motore sulle loro monoposto, erano destinati a partire dall'ultima fila e tutto ciò che il risultato delle qualifiche poteva determinare era chi tra di loro sarebbe stato davanti all'altro. Lo so, detta così non sembra molto interessante, ma in generale la presenza di Carlito e Kmag in pista durante le qualifiche invece di stare ai box a giocare a briscola come avrebbero potuto fare senza avere problemi in termini di posizioni in griglia, ha contribuito a rendere interessante quello che stavamo vivendo in diretta, dove per "in diretta" intendo anche noi pezzenti che guardiamo le gare su TV8.
Da un lato avevamo Kmag, chiamato a dimostrare quanto siano altalenanti le prestazioni della Haas e come sia totalmente impossibile capire al venerdì cosa succederà al sabato e al sabato cosa succederà la domenica, figurarsi andando a considerare i risultati delle gare precedenti. Chiamato a dimostrare da solo, nello specifico, dato che Schumacher ha avuto la brillante idea di fare un giro like a boss, dimenticandosi quali fossero i confini del circuito, quindi il suo tempo è stato cancellato come se fosse stato un Perez qualsiasi per le strade di Zeltweg. Ah no, stavolta il tempo è stato cancellato circa venti secondi più tardi, mentre i Vanzené sostenenvano che avrebbero voluto vedere il replay di quanto accaduto per potere capire cosa fosse successo. Guess what? Il replay è arrivato. In quel momento stesso è stata mandata la pubblicità. Preferisco astenermi da ulteriori commenti, quindi torniamo a Kmag e all'enormità del suo membro, che stava dimostrando girando like a boss e passando in Q2. Non contento sarebbe passato in Q3, dove però non ha fatto un giro cronometrato.
Dall'altro lato c'era Carlito, che in Q2 ha fatto un tempo memorabile, definito la migliore performance della sua carriera. La sua qualifica è stata elogiata in tutte le salse, sia lì quando ha dato scia a Leclerc nel Q3 contribuendo alla conquista di una pole che verosimilmente sarebbe stata conquistata ugualmente. Il messaggio di fondo era chiaro, da parte del fanbase ferrarista: "ottimo giro, buona fortuna a risalire dall'ultima piazza, se fosse sempre così sarebbe tutto a vantaggio del Predestinatohhhh che quando pensa a te si distrae e magari sbatte e la mette nelle barriere."
Carlito: "Veramente succederà senza che io sia presente."
Voce fuori campo: "Certo che voi piloti non capite proprio nulla, non lo sapete che i risultati non vanno spoilerati finché non si arriva al momento clou del commento in cui devono essere messi nero su bianco? Non c'è da stupirsi che a te e al tuo compare facciano fare delle challenge da bambini di cinque anni invece che cose di cultura come quando c'era Vettel. Si stava meglio quando c'era lui."
Carlito: "Tipo quando andava a pescare le rane sulle barriere a Hockenheim mentre era in testa, però faceva schifohhhh perché non era un predestinatohhhh che ce l'ha enorme?"
Vanz: "POLE POSITION POLE POSITION POLE POSITION POLE POSITION POLE POSITION POLE POSITION!!!11!!!11!111"
La pole position di Leclerc dava ragione a chi venerdì aveva passato tutta la giornata ad affermare che la Ferrari aveva il mondiale in tasca (davvero, ne ho visti davvero, il fanbase contemporaneo sembra una parodia del fanbase che descrivo nei miei commenti ai gran premi e non viceversa come sarebbe lecito aspettarsi) e che la domenica tutto sarebbe andato per il meglio. Il fatto che Leclerc avesse ottenuto la sedicesima pole position in carriera eguagliando Felipe Massa e avesse ricevuto il trofeo della pole da Jean Alesi in persona avrebbe potuto essere colto come un segnale di malaugurio, ma nessuno l'ha fatto. A proposito del paio di occhi azzurri più celebre della storia della Ferrari, venerdì era presente nel box della Rossa insieme ad Alain Prost. Quest'ultimo ha anche pubblicato una foto di loro due nel box su Instagram e Alesi gli ha scritto come commento qualcosa tipo "sono più bello di te". La moglie di Gerard Larrousse e quella di Jacques Laffite potrebbero non essere tanto d'accordo con Alesi, ma nevermind, la gente di oggi non ha la più pallida idea del perché mi sia uscito questo commento. Adesso ci sono gossip raccontati sulla base di gossip ipotizzati da un telecronista della TV brasiliana, che è risultato essere Felipe Giaffone, ex pilota di Indycar nonché cugino di Silvana, ex moglie di Rubens Barrichello. Su Twitter la storia è stata riferita così: Giaffone ha le prove che Sainz abbia tradito la fidanzata con una ragazza brasiliana, da lui invitata al gran premio di Montecarlo (dove era presente anche la fidanzata di Sainz, che secondo un gossip gli aveva fatto la predica perché si era ubriacato insieme a Leclerc e Gasly dopo il gran premio stesso - anche Leclerc aveva subito lo stesso destino da parte della propria fidanzata, il che aveva dato vita a rumour sul fatto che fosse incinta di Gasly e che Leclerc avesse una relazione clandestina con la propria ex). La presunta amante brasiliana di Sainz, secondo quanto riferito dalle twitterine brasiliane, avrebbe poi tradito Sainz con Norris. Insomma, non mi sembra molto normale che ciò sia stato l'argomento principale di discussione della giornata di venerdì, ma la cosa che mi sembrerebbe meno normale in assoluto sarebbe avere a disposizione Sainz e metterlo da parte per un poppante con la bocca sporca di latte, quindi credo sia meglio occuparci della griglia di partenza.

Leclerc - Verstappen
Perez - Hamilton
Norris - Russell
Alonso - Tsunoda
Ricciardo - Ocon
Bottas - Vettel
Albon - Gasly
Stroll - Zhou
Schumacher - Latifi
Sainz - Magnussen

La gara è iniziata con i Leclestappen che sono rimasti 1/2 mentre il Gangster Rapper decideva di festeggiare i 300 gran premi in carriera strappando la seconda posizione a Perez e obbligandolo a guardarlo con il binocolo per il resto della giornata. Russell ha superato Norris in compagnia di tutte le sue -L e di Alonso e ha lasciato Norris in compagnia del sorriso a trentadue denti di Ricciardo, che gli stava dietro di una posizione sola, ma ovviamente valeva come almeno venticinque perché Norris è figo e Ricciardo no, tanto che dovrebbe essere sostituito dall'intera griglia di partenza della Indycar contemporaneamente. Ocon nel frattempo ha tirato una sportellata a Tsunoda mandandolo in testacoda e facendo sì che si ritrovasse ultimo almeno fintanto che la sua gara è durata. Nel frattempo la diciannovesima posizione duramente conquistata in griglia da Sainz non sembrava dare i suoi frutti, perché Kmag aveva comunque avuto uno spunto migliore e recuperato più posizioni rispetto a lui. Kmag comunque è stato il primo a fermarsi ai box per il primo cambio gomme dopo dieci minuti contati, subito imitato dal compagno di squadra. Sono stati i soli piloti delle retrovie a fermarsi sia prima della safety car sia in regime di safety car, quindi si sono ritrovati nelle ultime posizioni. Poi Schumacher si è preso in tempi piuttosto brevi una speronata da Zhou perdendo terreno e Kmag ha recuperato varie posizioni prima di terminare la propria gara ai box per un incidente con Latifi, cosa che mi ha piuttosto sorpresa: il fatto che, per avere un incidente con Latifi, avesse dovuto prima recuperare diverse posizioni invece di perderne, come sarebbe stato più lecito fare per avere a che fare con la marmotta del Quebec.
Forse vi chiederete come sia entrata la safety car e quando, quindi direi che è il momento di narrare cosa stava succedendo nel primo stint di gara - la safety car infatti l'abbiamo avuta diciamo intorno a un terzo di gara, poco dopo che Verstappino era rientrato ai box.
Verstappino: "tunz tunz tunz, sono più figo del Predestinatohhhh."
Predestinatohhhh: "Mi pare però che tu non riesca a superarmi, neanche prima quando hai aperto il DRS."
Verstappino: "Infatti è per questo che sto rientrando ai box prima di te, perché l'undercut è sicuro e tra pochi minuti il mondo intero parlerà di quanto la strategia del tuo team sia inadeguata. A meno che tu non decida di fare un favore ai Grandi Strateghi costringendoli a fare qualcosa di minimal, cioè limitarsi a chiamare ai box Sainz e farlo uscire con un unsafe release mentre la tua vettura viene rimossa dalla barriera nella quale l'hai schiantata."
Predestinatohhhh: "Cra, cra, cra."
Crazy Frog: "COME OSI?!?!?!?!?!?!?! La rana è segno augurale di buone prestazioni, non di schianti in barriera. Non puoi impossessarti della mia rana per andare a sbattere, al massimo la posso prestare a Strollino, se proprio insiste, dato che al via mi ha superato stando in bilico su tre ruote ed è davanti a me da tutta la gara. E l'hanno anche chiamato ai box nel momento giusto, non come me, a cui hanno detto che posso aspettare, perché tanto avendo corso per anni in Ferrari sono abituato a queste cose."
Predestinatohhhh: "Nobody loves me."
Crazy Frog: "Non dire ca**ate, tutti ti amano alla follia. Hai idea di cosa sarebbe successo a me se fossi stato io ad andare a sbattere mentre ero in testa al mio gran premio di casa?"
Predestinatohhhh: "ma io non sono francese, questo non è il mio gran premio di casa."
I primi quattro erano a quel punto Verstappen, Hamilton, Perez, Russell, dopo che chi non si era fermato prima si è fermato in branco ai box in regime di safety car, riuscendo nel loro caso a fare una sola sosta nonostante si temesse che ne servissero due. Per Sainz che invece era partito sulle gomme hard e che era passato alle medium - il contrario di quasi ogni altro pilota - c'era un'altra sosta da fare, quindi la sua rimonta facile fino alla quinta posizione e quella decisamente più difficile per la quarta e la terza, con dei sorpassi di primo livello su Russell e Perez, è stata vanificata dal dovere rientrare ai box a cambiare gomme e scontare la penalità per l'unsafe release. Uscito dietro alle McLaren e a Ocon è risalito facilmente fino alla quinta posizione, venendo elogiato da quasi tutti, a parte quei pochi eletti che sembrano parodie dei tifosi dei miei commenti che gli hanno recriminato di 1) avere recuperato punti nei confronti di Leclerc e questo è male per un team che non ha ancora deciso chiaramente chi deve vincere il mondiale, 2) avere un'aura negativa che ha portato Leclerc a schiantarsi perché non regge la pressione di un team che ha anche un altro pilota. La cosa più preoccupante in tutto ciò è che ci sia gente seriamente convinta che la Ferrari vincerà il mondiale quest'anno, credo che sia ora di iniziare a vivere nella realtà. Realtà nella quale, a dirla tutta, c'è stato un sorpasso di Russell su Perez che si è addormentato al momento del restart dopo una virtual safety car tardiva a causa della necessità di rimuovere la vettura ferma di Zhou, ma effettivamente non vi ho parlato del ritiro di Zhou né del fatto che i Maschi Alfa fossero nelle ultime posizioni. I distacchi visibili nella grafica lasciano pensare che ci sia stato infine un duello epico tra Schumacher e Bottas per il penultimo posto e che il Vampiro famelico sia riuscito a superare il Piccolo Principe, minacciandolo di conficcare i canini nel suo cavallo bianco. La regia ovviamente non ci ha mostrato niente di tutto ciò, ma non possiamo lamentarci, perché almeno il duello Russell vs Perez l'abbiamo visto, quando Perez si è finalmente risvegliato, ma invano. Abbiamo visto inoltre un duello per la decima posizione proprio sulla linea del traguardo tra i piloti Aston Martin, dal quale mi è sembrato di vedere chiaramente la rana che saltellava nell'abitacolo della vettura di Strollino.

RISULTATO: 1. Max Verstappen (Redbull), 2. Lewis Hamilton (Mercedes), 3. George Russell (Mercedes), 4. Sergio Perez (Redbull), 5. Carlos Sainz (Ferrari), 6. Fernando Alonso (Alpine), 7. Lando Norris (McLaren), 8. Esteban Ocon (Alpine), 9. Daniel Ricciardo (McLaren), 10. Lance Stroll (Aston Martin), 11. Sebastian Vettel (Aston Martin), 12. Pierre Gasly (Alpha Tauri), 13. Alex Albon (Williams), 14. Valtteri Bottas (Alfa Romeo), 15. Mick Schumacher (Haas), Rit. Guanyu Zhou (Alfa Romeo), Rit. Nicholas Latifi (Williams), Rit. Kevin Magnussen (Haas), Rit. Yuki Tsunoda (Alpha Tauri), Rit. Charles Leclerc (Ferrari).



lunedì 25 luglio 2022

Il memorabile debutto di un certo folletto irlandese // GP Giappone 1993

Oggi parliamo di un memorabile debutto in Formula 1, avvenuto presso il team Jordan... e no, non mi riferisco a futuri ferraristi tipo Michael Schumacher e Rubens Barrichello. Mi riferisco tuttavia a un altro futuro ferrarista, arrivato in corso d'opera verso fine 1993 occupando il volante che era stato di Ivan Capelli poi di Thierry Boutsen, poi one-off di Marco Apicella ed Emanuele Naspetti. Si tratta di un certo folletto irlandese che indossa un casco dal design ispirato a quello di Ayrton Senna, solo con i colori modificati. D'altronde Eddie Irvine sembra volere fare le cose in grande, magari convinto di potere già puntare a infastidire piloti di un certo calibro... ecco, *infastidire*, termine molto azzeccato, balzando subito al centro della scena. Di questo, però, ne parleremo tra un po', adesso abbiamo faccende di routine a cui pensare, tipo quello che fanno i piloti della Williams e quelli della McLaren, a titolo di esempio, anche adesso che la stagione è a un GP d'Australia di distanza dalla sua naturale conclusione.

Già vincitore del suo quarto campionato e prossimo al ritiro, Alain Prost ottiene la pole position e va a partire accanto al suo best friend forever. Mika Hakkinen, terzo pilota McLaren da poco promosso al posto di Michael Andretti, non crede ai propri occhi: è terzo, è a Suzuka e davanti a lui ci sono i Prosenna. È a un loro incidente di distanza dall'impadronirsi del comando della gara! Niente titolo, niente incidenti, Senna parte like a boss portandosi in testa e a Prost tocca accodarsi. Hakkinen si piazza dietro ai due, segue poi la Ferrari di Gerhard Berger e quinta proprio la Jordan di Irvine, il quale è braccato comunque dalla Benetton di Michael Schumacher e dalla Williams di Damon Hill, che però lo supereranno dopo pochi giri, condannandolo al momentaneo dimenticatoio. Frattanto Schumacher e Hill si portano negli scarichi di Berger, con Hill che supera Schumacher. Si scantena un duello, che ha un pessimo effetto sugli Schumill: tra i due c'è un incidente.


Schumacher ha la peggio, dopo avere urtato la vettura di Hill è anche costretto al ritiro. O forse va peggio a Hill, che più avanti perderà una marea di tempo mettendo gomme slick un attimo prima che venga un acquazzone. In attesa c'è stata una diversificazione di strategie per i Prosenna: Senna è rientrato a mettere gomme slick nuove, recuperando su Prost fuori con gomme usate in attesa della pioggia. I tempi tra i due sono molto diversi e poco prima del passaggio di entrambi alle slick, Senna supera la Williams portandosi di nuovo in testa. Nel corso dell'acquazzone Hakkinen è in un primo momento vicinissimo a Prost per poi perdere terreno, tanto che Prost ha tempo di rischiare l'uscita di pista ma conservare il secondo posto. Hill da parte sua fa una mezza sbinnata e perde ancora terreno, finendo per ritrovarsi davanti a Senna a quasi un giro completo di distacco. Dalle sue inquadrature di un camera-car posteriore(?), assistiamo alla storia.

Questo in realtà avviene dopo la fine della pioggia e il nuovo passaggio a gomme slick, Hill mantiene la posizione davanti a Senna - ancora su gomme da bagnato - che tentava di doppiarlo ma obiettivamente è veloce (e ragionevole) abbastanza da non generare grossi intoppi. Le cose peggiorano di gran lunga quando Irvine decide che sdoppiarsi da Senna per andare a battagliare con Hill è una buona idea. Senna non è del suo stesso punto di vista, da possiamo intuire. Gli servirà un po' per liberarsi di entrambi e liberarsi di Hill sarà più agevole che liberarsi di Irvine. Solo quando Hill su slick sarà talmente più veloce di Senna da sdoppiarsi (senza intoppi), Senna rientrerà per le slick. Nel frattempo la gara di diversi piloti sembra giungere a conclusione ben prima che la gara sia conclusa. È il caso di Riccardo Patrese, che finisce fuori piuttosto violentemente dopo un cedimento sulla vettura. È il caso di Gerhard Berger, il cui motore va in fumo sotto lo sguardo attento di Jean Todt e di Jean Alesi, ormai ritirato da tempo.


Senna/ Prost/ Hakkinen, il podio sembra ormai definito mentre ci si avvia verso la conclusione della gara. Hill risale in un brillante quarto posto, mentre le Jordan sono entrambe in zona punti: quinto Barrichello dopo una gara tranquilla, sesto Irvine che ha appena speronato la Footwork di Derek Warwick che occupava quella posizione prima di lui costringendolo al ritiro. Però non è finita: la sua esuberanza giovanile gli suggerisce un'ultima brillante azione sa compiere prima che la gara sia finita e si sdoppia da Senna all'ultimo giro! È la vittoria numero 103 della storia della McLaren, un record ex-equo con la Ferrari, la quarantesima della carriera di Senna, che si dirige sul podio in compagnia del best friend forever Prost e del compagno di squadra Hakkinen. L'atmosfera è cupa e inumidita dalle lacrime di tante fangirl: ancora una volta i Prosenna si ignorano e ormai manca solo un gran premio alla fine. Cosa succederà in vista della loro separazione definitiva? Tutto ciò è palesemente dramma.

Mentre le fangirl piangono del tutto ignare che di lì a due settimane in Australia tra i due nascerà un'amicizia a caso, Senna ha altro a cui pensare: decide infatti di recarsi nel box della Jordan per discutere con Irvine dell'accaduto. Purtroppo non ci sono foto che documentano i fatti, quindi non scopriremo mai se per l'occasione Senna si sia vestito di color salmone. Probabilmente no, il color salmone è dedicato alle polemiche via stampa o alle ramanzine che si mantengono entro toni civili, per le discussioni con giovani irriverenti che lo tacciano di essere troppo lento e per le risse non sembra adatto! Sembra che il folletto irlandese sia comunque soddisfatto di essere riuscito a far parlare di sé (farsi picchiare da un pluricampione del mondo in occasione del debutto è pur sempre un risultato memorabile), forse il suo più grande rammarico è che ciò non sia accaduto davanti alle telecamere, per potere dire qualcosa tipo "ciao, nonna, guarda, sono in TV!"

domenica 24 luglio 2022

La devastante iella di Riccardo Patrese // GP Italia 1992

Siamo nel 1992 ed è una gloriosa domenica di settembre a Monza, anche se per alcuni non tanto: Jean Alesi e Ivan Capelli, i due piloti Ferrari, riescono nella poco eroica impresa di ritirarsi pressoché nello stesso momento, il francese per un guasto e l'italiano per un testacoda. Frattanto davanti è tutto regolare e le Williams si ritrovano 1/2, con Nigel Mansell in testa seguito da Riccardo Patrese. A onore del vero il pilota padovano ha passato i primi giri di gara alle spalle della McLaren di Ayrton Senna, prima di appropriarsi della seconda piazza, ma questi sono dettagli. Quello che conta è che ci troviamo con le Williams 1/2. C'è una sola McLaren nelle zone che contano, in quanto Gerhard Berger è partito dai box con il muletto per un problema di motore, quella di Senna che sta più vicino del solito alle Williams.

Anche delle Benetton ce n'è solo una nelle posizioni di rilievo: è Martin Brundle quarto che precede la Ligier di Thierry Boutsen. Michael Schumacher è stato protagonista al via di un contatto con quest'ultimo, facendo un testacoda e ritrovandosi in venticinquesima posizione dalla quale verso metà gara si ritrova a raggiungere la sesta posizione. Supererà anche Boutsen portandosi quinto, prima del ritiro del pilota Ligier grazie al quale recupererà una posizione portandosi sesto Berger. Nel frattempo però si sta consumando il *drama*. Avevamo lasciato le Williams 1/2 ma c'è stato uno switch tra di loro, Mansell infatti è stato passato da Patrese - che ora è in testa a uno dei suoi gran premi di casa, cosa potrà mai andare storto? - senza in realtà opporgli una grossa resistenza (Mansell ha già vinto il titolo da tempo) ed è secondo, ma viene costretto al ritiro da un problema al cambio.

Patrese è in testa e ci rimane fino a pochi giri dal termine, quando anche la sua vettura accusa un problema simile a quello di Mansell. Prima cede a Senna, poi alle Benetton, poi alla McLaren di Berger e si accontenta di una misera quinta piazza ultimo pilota a pieni giri, mentre Andrea De Cesaris con la Tyrrell completa la zona punti. Senna, Brundle e Schumacher salgono sul podio mentre Murray Walker afferma che è la prima volta che due piloti Benetton salgono sul podio insieme (obiettivamente al GP del Giappone 1990 la doppietta Piquet/ Moreno non è stata la cosa più memorabile) e James Hunt parte con un rant a sostegno di Brundle ai suoi occhi meritevole di conservare il volante perduto per il 1993. Chiaramente è un rant dettato solo da pura obiettività e non dipende *per nulla* dal fatto che a sostituirlo sarà Patrese! ;-)

Quest'ultimo frattanto è nella situazione di non avere ancora vinto nemmeno una gara nel corso della stagione, quando ne mancano solo tre alla fine del campionato. La successiva è a Estoril in Portogallo (di cui ho trovato peraltro anche il pre-gara in italiano, contenente delle interviste in lingua italiana di Alesi, Senna e Max Mosley - a quanto pare Mosley parlava in italiano), pista che mette a dura prova la tenuta delle gomme, tanto che tutti prevedono almeno un pitstop se non due o magari tre. Le Williams sono ancora 1/2 nella prima fase di gara, seguite dalle McLaren e più lontano dalla Lotus di Mika Hakkinen e dalla Benetton di Martin Brundle. Schumacher invece ha avuto problemi alla partenza del formation lap e sta rimontando dalle retrovie, ma stavolta arriverà solo a ridosso della zona punti alle spalle della Footwork di Michele Alboreto.

La gara di per sé è abbastanza piatta ma a romperne la piattezza è proprio Patrese, anche se non in positivo. Inseguendo Berger da vicino prima che questo si fermi ai box, infatti, viene colto di sorpresa e quando Berger all'improvviso rallenta per rientrare in pitlane, lo tampona violentemente da dietro alzandosi e rischiando di cappottare, ma ricadendo giù senza girarsi e va a sbattere contro al muretto. Ne esce stordito, ma vivo e illeso, quindi è andata bene. Incredibilmente Berger riesce a proseguire la gara ed è in terza posizione, che diventerà seconda più avanti quando Senna farà un cambio gomme in più e avrà una sosta piuttosto lunga. La "stagione europea" finisce con una top-6 così composta: Mansell, Berger, Senna, Brundle, Hakkinen, Alboreto. Adesso non restano che le ultime due gare stagionali, Giappone e Australia.


PS. Dimenticavo, ancora doppio ritiro per la Ferrari in Portogallo, Alesi per testacoda e Capelli per un problema tecnico.


sabato 23 luglio 2022

Altra gara stesso podio // GP Belgio e Italia 1990

Il GP d'Ungheria 1990 si è concluso con la vittoria di Boutsen e proprio a "casa" di Boutsen si va a correre un paio di settimane più tardi. Il GP del Belgio è caratterizzato per ben tre partenze: la gara infatti viene redflaggata per incidente in partenza non una volta bensì due.
Le McLaren sono in prima e seconda posizione, ma ciò che spicca è quanto accade dietro di loro. Una delle Ferrari si gira e sbatte. È quella di Mansell... e oltre a lui sono incidentati almeno altri tre o quattro piloti. Si fa come se questa partenza non fosse mai esistita, muletti e ripartenza da distanza originale.
Stavolta per i piloti "importanti" non ci sono problemi ma c'è un grosso incidente per la Minardi di Barilla: nuova bandiera rossa e nuovo restart dalla distanza originale, come se le due partenze di prima non fossero mai esistite.

Le McLaren da 1/2 che sono rimangono 1/2, ma di lì a poco Prost supera Berger e si lancia all'inseguimento di Senna. In attesa di un potenziale duello tra best friend forever, il consumo di popcorn e Coca Cola sale alle stelle. Tra i due, però, non vi sarà alcuno scontro diretto.
Rientrati i box a cambiare gomme nello stesso giro rientrano l'uno davanti e uno dietro a Nannini: il pilota della Benetton diversamente da loro non effettuerà il cambio gomme. Quando Prost riesce a superarlo, sembra ormai tardi per andare a prendere Senna.
Nannini invece viene raggiunto da Berger in seguito, tra i due c'è anche un contatto durante il sorpasso di Berger. Nannini riesce comunque a chiudere quarto, con un certo vantaggio su Piquet e sulle Leyton House. Siamo in epoca di punti ai primi sei: uno per Gugelmin, ma zero per Capelli.

La gara termina con Senna/ Prost/ Berger sul podio e curiosamente è il podio anche del successivo GP di Monza, anch'esso caratterizzato da una bandiera rossa al primo giro, in quell'occasione per un violento incidente di Warwick. Il pilota della Lotus cappotta dopo un contatto con le barriere e la vettura capovolta striscia sull'asfalto fermandosi in mezzo alla pista.
Ne esce illeso e si dirige di corsa ai box, per la ripartenza con il muletto. È inseguito da un tizio armato di microfono che corre al suo fianco: si tratta di nientemeno che Ezio Zermiani, cosa confermata anche vedendo un estratto della telecronaca italiana.
Alla prima partenza Prost, che partiva secondo, aveva perso un paio di posizioni e adesso si ripete. Un brillante Alesi porta la Tyrrell al terzo posto, dove rimane fino al proprio ritiro per un testacoda.

Nel corso della gara Prost riesce a superare Berger e a portarsi secondo, da cui la ripetizione della top-3 precedente nello stesso ordine in cui l'avevano vista nella gara precedente. Mansell e Patrese chiudono quarto e quinto, mentre Boutsen è ritirato per problemi tecnici per la seconda volta di seguito.
La Tyrrell porta a casa un punto per opera di Nakajima che conclude la gara in sesta posizione, mentre stavolta la gara della Leyton House è da dimenticare: Capelli e Gugelmin hanno entrambi dei guasti e si ritirano.
Tutto finisce con un podio Prosenna in pieno stile Prosenna, con i due che cercano di stare il più lontano possibile l'uno dall'altro fin dal momento degli inni nazionali. Non pensavano proprio alle povere fangirl con il cuore spezzato... crudele da parte loro!

venerdì 22 luglio 2022

Il quarto titolo di Prost // GP Portogallo 1993

L'evento di cui andiamo a parlare oggi è uno di quelli in cui non ci si è fatti mancare niente. Abbiamo infatti, non in quest'ordine cronologico: l'assegnazione del titolo, una vittoria attention seeker innescata da overcut e undercut vari, una Ferrari in testa alla gara e una polemica tra compagni di squadra... e non due compagni di squadra qualsiasi, due che sono appena diventati compagni di squadra (se non si intende l'epoca in cui uno dei due era terzo pilota). Quindi preparatevi e andiamo a esplorare quello che succedeva a Estoril in una domenica di settembre del 1993 e non solo alla domenica, perché dobbiamo iniziare dalla polemica tra i McLaren Bros. I due, infatti, si qualificano terzo e quarto alle spalle delle Williams di Damon Hill e Alain Prost, ma c'è un plot-twist: la terza posizione se la aggiudica Mika Hakkinen, succeduto a Michael Andretti come compagno di squadra di Ayrton Senna.

Quest'ultimo la prende bene? Ovviamente no, però c'è qualcosa che Senna tollera ancora di meno, ovvero i ragazzini insolenti. E guess what? Mentre discutono dell'accaduto, il caro Mika pensa che sia una buona idea quella di rispondergli appunto in tono insolente, un po' come se fosse un Michael Schumacher qualsiasi, con parole che vengono riportate più o meno così: "sono andato più veloce di te perché ho gli attributi più grossi dei tuoi". Secondo quanto riferito dallo stesso Hakkinen, Senna l'avrebbe preso e sbattuto contro un muro, fuori dalle monoposto, perché dentro solo con il suo best friend forever. Archiviata questa faccenda giunge il momento della gara e, abbandonato momentaneamente dalla iella in occasione della sua tripletta di vittorie, Hill vede la propria vettura spegnersi in vista del giro di formazione. Avrebbe dovuto partire dalla pole davanti al compagno di squadra, alle McLaren, dopodiché Ferrari e Benetton in ordine sparso, invece parte ultimo.

Non deve esserne molto soddisfatto, magari pensa qualcosa tipo "gara falsata" ed ecco che arriva Jean Alesi a dimostrare che non è affatto una gara falsata. Partito dalla terza fila si porta in prima posizione, precedendo le McLaren, la Williams di Prost e la Benetton di Schumacher. Tra le due McLaren, in un primo momento è quella di Hakkinen che precede Senna, ma il brasiliano supera il giovane arrembante stando in bilico su due ruote e si porta negli scarichi di Alesi e vi rimane finché la rottura del motore non lo costringe a fermarsi. Il ritiro segna la fine delle sue ambizioni al titolo mondiale. Segna però anche il momento in cui è Hakkinen a portarsi negli scarichi di Alesi, che sembra faticare a tenerlo dietro. Frattanto Damon Hill, dalle retrovie, sta rimontando like a boss, arrivando praticamente a ridosso della zona punti e addirittura entrandoci, con sorpassi anche sulla Benetton di Riccardo Patrese e sulla Ferrari di Gerhard Berger.

Quando arriva il momento dei pitstop, Alesi e Hakkinen rientrano nello stesso giro. Schumacher si ferma dopo di loro e riesce a overcuttarli. Però al contempo undercutta Prost quando questo si ferma a sua volta, overcuttando il duo Alesi/Hakkinen. In pratica ci trovavamo con Alesi, Hakkinen, Prost e Schumacher nelle prime quattro posizioni, adesso abbiamo Schumacher, Prost, Alesi e Hakkinen, almeno fino al momento in cui questo non va a sbattere. Schumacher e Prost fanno un solo cambio gomme, Alesi ne fa due, quindi con il secondo perde la posizione sul podio a vantaggio di Hill, che a sua volta si ferma una sola volta. Il quarto posto, comunque, per la Ferrari non è neanche da buttare via, si tratta degli unici punti ottenuti in questo giorno, dato che Berger va a sbattere piuttosto violentemente all'uscita dei box, pare a seguito della rottura di una sospensione. La Ferrari, grazie ai punti di Alesi, riesce a superare in classifica la Ligier... e detta così, in effetti, non sembra chissà quale cosa.

A peggiorare la situazione non è tanto il fatto che la Ferrari abbia a questo punto solo un punto più della Ligier, ma che ce l'abbia perché Mark Blundell, mentre è in lotta per il quinto posto con Karl Wendlinger, viene messo fuori gioco da un contatto con il pilota della Sauber che invece prosegue. La Ligier, invece dei due punti a cui poteva ambire, ne porta a casa solo uno perché sesto dietro a Wendlinger chiude Brundle. In generale di incidenti ce ne sono vari e uno ha per protagonista Riccardo Patrese, che coinvolge anche la Footwork di Derek Warwick, a pochi giri dalla fine. Le Lotus, guidate da Johnny Herbert e Pedro Lamy, inoltre, si ritirano entrambe per incidente a breve distanza l'una dall'altra. Al traguardo, comunque, arrivano la metà delle vetture che sono partite o giù di lì: abbiamo visto senz'altro casi di attrition rate decisamente più alto. I primi tre, come già anticipato, sono Schumacher, Prost e Hill con il pilota francese che ottiene ufficialmente il suo quarto titolo.

L'ultimo tratto di gara lo passa in buona parte negli scarichi di Schumacher, approfittando del fatto che questo in precedenza sia stato rallentato dalla presenza della Sauber di J.J.Lehto (poi settimo al traguardo) il quale ne ha ostacolato lungamente il doppiaggio - procacciandosi una penalità per questo - in quanto l'ha scambiato per Patrese, il pilota con il quale era effettivamente in lotta per la posizione. Prost continua a inseguire Schumacher senza desistere fino alla fine della gara, ma senza mai tentare un vero e proprio attacco: il fatto che un giovane attention seeker stia vincendo quasi a caso (è partito addirittura con il muletto, scelta maturata dopo il warm-up nel quale la vettura ufficiale non sembrava performante) non sembra turbarlo, vincere il titolo è più importante. Ancora una volta sul podio i due sembrano piuttosto affiancati: se Schumacher fosse il figlio dei Prosenna, Prost sarebbe il genitore con cui va d'accordo. Hill nel frattempo si guarda intorno con aria spaesata, la sua rimonta inosservata.

PS. Per quanto riguarda i giovani insolenti che non imparano a imparare (citazione random ma doverosa, oggi è il 22/07, sono passati quindici anni dal GP d'Europa 2007), Senna è destinato a continuare a vedersela brutta: il successivo evento è in Giappone. *Eddie Irvine has entered the chat.*


giovedì 21 luglio 2022

GP Ungheria 1992: Nigel Mansell campione a trentanove anni!

È una caldissima giornata di sole in Ungheria e un certo pilota con i baffi sta aspettando pazientemente che giunga il momento di diventare campione del mondo. Dalla pole parte tuttavia il suo compagno di squadra Riccardo Patrese, a Nigel Mansell tocca la seconda piazza. Qualcosa però va storto e si ritrova quarto dietro alle McLaren di Ayrton Senna e Gerhard Berger. Dopo alcuni giri riuscirà a superare il pilota austriaco portandosi terzo, ma torniamo alla partenza: le Ligier di Eric Comas e Thierry Boutsen si toccano tra di loro, è coinvolto nell'incidente anche Gabriele Tarquini (Fondmetal), mentre Johnny Herbert (Lotus) si auto-elimina cercando di evitarli. Ci sono quattro ritirati, mentre davanti abbiamo Patrese, Senna, Berger (per ora, come già detto), Mansell e le Benetton. Oltre alla Ligier anche la Fondmetal si ritrova presto senza alcuna monoposto in pista: Eric Van De Poele (arrivato proprio questo gran premio dalla Brabham) finisce fuori dopo pochi giri.

Patrese prende il largo, il terzetto Senna, Mansell, Berger è molto compatto seguito a ruota dalle Benetton di Michael Schumacher e Martin Brundle, in certi momenti protagonisti di un acceso duello tra di loro. Frattanto altri accesi duelli nelle retrovie finiscono con dei contatti: Aguri Suzuki (Footwork) vs Bertrand Gachot (Larrousse Venturi) e poi Olivier Grouillard (Tyrrell) vs Karl Wendlinger (March), in quest'ultimo caso viene coinvolto anche l'incolpevole Stefano Modena (Jordan). Nel frattempo, protagonista di un duello con Mika Hakkinen, Jean Alesi finisce da solo in testacoda: compreso il ferrarista abbiamo ben sei ritirati nell'arco di appena due giri. A questo punto accade qualcosa di inconsueto per i tempi: viene esposto il cartello di ingresso della safety car. Tuttavia i commissari rimuovono le vetture senza che entri effettivamente in pista alcuna safety car e tutto prosegue, compresa la rimonta di Hakkinen.

Il pilota della Lotus si porta all'attacco di Brundle e lo passa, ma Brundle non ci sta e si riprende la posizione per poi andare in un secondo momento a superare anche Schumacher. Frattanto è duello anche tra i Sensell e tentando di superare Senna, Mansell finisce per farsi superare da Berger, per poi riprendersi la posizione di lì a pochi giri. Siamo ormai all'incirca a metà gara quando ecco che c'è un plot twist di un certo livello! Patrese, fino a questo momento leader del gran premio con ampio margine, scivola sullo sporco, finisce in testacoda e rimane insabbiato. Passano Senna, Mansell, Berger, Brundle, Schumacher e Hakkinen. Rimesso in pista a spinta - cosa ritenuta legale per la posizione - è adesso settimo dove rimane fino al ritito per problemi di motore. Prima di lui ci sono altri ritiri per problemi tecnici, quello di Ukyo Katayama (Larrousse Venturi) e quello di Pierluigi Martini (Dallara). Rimangono dodici vetture in gara.

Senna prosegue leader e stacca Mansell anche di parecchio. Dopo diversi giri questo rientra ai box per effettuare una sosta per una presunta slow puncture. Torna in pista sesto, deve andarsi a prendere Hakkinen. Superato Hakkinen, deve andarsi a prendere le Benetton ma sarà necessario prenderne solo una. Superato da tempo Brundle in difficoltà con il cambio, Schumacher ha comunque il compagno di squadra negli scarichi e sono ancora in lotta. Si prende una tamponata, ma prosegue... poi l'ala posteriore danneggiata cede facendogli perdere il controllo della vettura e facendolo uscire di pista. Mansell continua a rimontare e finisce secondo, con Berger terzo. Hakkinen riesce a strappare il quarto posto a Brundle e l'ultimo punto se lo aggiudica la Ferrari con Ivan Capelli. Seguono Michele Alboreto (Footwork), Andrea De Cesaris (Tyrrell), Paul Belmondo (March), Mauricio Gugelmin (Jordan) e Damon Hill (Brabham).


All'età di trentanove anni, Mansell è campione del mondo, dopo ventinove gran premi vinti. Restituisce quindi a Stirling Moss il record di pilota con il maggior numero di vittorie senza avere vinto il titolo. Rimane tuttavia il pilota che ha dovuto attendere dopo il maggior numer di vittorie prima di vincere il titolo, anche tra gli altri piloti che hanno battuto temporaneamente Moss prima di diventare campioni del mondo (Damon Hill ventuno, Nico Rosberg ventidue, Max Verstappen venti). Sul podio l'atmosfera è rilassata e i Sensell sembrano andare d'accordo tra di loro, in questo momento storico. Festeggiano insieme in una giornata che non ha tolto niente a nessuno di loro, Senna cogliendo una vittoria inattesa, Mansell giungendo secondo ma who kers quello che conta è il mondiale. Siamo solo in estate, mancano cinque gran premi alla fine della stagione, presto Michael Schumacher otterrà la sua prima vittoria in Formula 1 ma nessuno al momento può saperlo. Il mondiale finirà tra quasi tre mesi, addirittura all'inizio di novembre. Ci sono ancora varie pagine di 1992 da scrivere, ma quella più importante è stata scritta oggi. Grande Mansell, finalmente ti sei preso quel titolo che avresti meritato tanto tempo fa!

mercoledì 20 luglio 2022

Indycar 2022: #10 Gran Premio di Toronto

Nel weekend del 17 luglio si è svolto il GP di Toronto di Indycar, iniziato con una vettura in meno: non c'è più Tatiana Calderon, almeno per il momento, perché pare che il suo sponsor non abbia pagato il team. Rimane comunque un numero considerevole di vetture e quella che scatta davanti a tutti è quella di Herta, che precede Dixon. Lo precede anche dopo la partenza, appunto, e tutto sembra filare liscio, anche se in effetti c'è una vettura danneggiata da un probabile contatto: è quella di Sato, che riesce a dirigersi verso la pitlane, ma non prima di avere lasciato dei detriti che provocano la prima caution della giornata. Nel frattempo assistiamo all'ormai tradizionale differenziazione di strategie, con i piloti partiti dalle retrovie che si fermano dopo pochi giri di gara.

A proposito di piloti partiti dalle retrovie, uno di questi è Palou, che ha fatto parlare parecchio di sé nei giorni che hanno preceduto la gara. Infatti qualche giorno fa il team Ganassi ha annunciato il suo rinnovo, salvo essere smentito dal pilota stesso poche ore più tardi. Anzi, Palou ha addirittura affermato che il team si è inventato di sana pianta delle sue dichiarazioni sul rinnovo. A seguito di ciò è stato annunciato anche il suo ingaggio da parte del team Arrow McLaren... insomma, una situazione abbastanza caotica di cui molto probabilmente sentiremo parlare ancora piuttosto a lungo. Adesso però dobbiamo focalizzarci sulla gara e magari soffermarci ad assistere al duello tra Power e Grosjean. Oppure prepararci per quello che succederà in occasione del primo giro di pitstop per i piloti di testa. Si ferma Dixon. Poi si ferma Herta. Herta è davanti, ma per poco.

Dixon si prende la prima posizione, che si terrà ben stretta fino alla fine, salvo i momenti in cui, a causa delle diverse pitstop window, piloti random che tendenzialmente sono molte posizioni più indietro si fanno qualche giro tra le prime posizioni perché rientrano in momenti diversi rispetto agli altri. Newgarden, da parte sua, sembra potere avere qualcosa da dire e avvicinarsi alla testa della gara, ma perde una marea di posizioni per un problema in occasione del successivo pitstop. Il suddetto pitstop avviene in regime di safety car, dopo un incidente tra Rosenqvist e Rossi, che ha provocato il ritiro di quest'ultimo. Mettete a letto i bambini che invocano la pena di morte per chiunque sia coinvolto in un incidente e non si ritiri, perché la gara di Rosenqvist dopo la sosta sembra assumere una svolta piuttosto positiva. Risale infatti in terza posizione, nella quale è destinato a rimanere.

Ci sono altre due caution prima della fine della gara, una per detriti (non ho capito se ci fosse un pezzo di vettura sull'asfalto o se si fosse staccato un pezzo del manto stradale), l'altra per un incidente tra Kirkwood e Johnson. Ciò non cambia particolarmente l'esito della gara e le posizioni non variano radicalmente per effetto di differenziazioni di strategia. Ericsson, leader della classifica piloti, chiude quinto e allunga nei confronti del diretto inseguitore Power, che anche nella parte conclusiva della gara abbiamo ritrovato non troppo lontano da Grosjean (inquadrato occasionalmente sempre mentre era in lotta con qualcuno in modo scatenato). Venti piloti hanno finito la gara, ritirati Sato, Rossi, Kirkwood e Johnson per incidenti, oltre che Kellett per la probabile rottura del motore vista la fumata che si sollevava dal retrotreno della sua vettura, ancora in una fase non troppo avanzata della gara.

RISULTATO: 1. Scott Dixon (Ganassi), 2. Colton Herta (Andretti), 3. Felix Rosenqvist (Arrow McLaren), 4. Graham Rahal (Rahal), 5. Marcus Ericsson (Ganassi), 6. Alex Palou (Ganassi), 7. Simon Pagenaud (Meyer Shank), 8. Christian Lundgaard (Rahal), 9. Scott McLaughlin (Penske), 11. Josef Newgarden (Penske), 12. Pato O'Ward (Arrow McLaren), 12. David Malukas (Coyne), 13. Rinus Veekay (Carpenter), 14. Callum Ilott (Juncos), 15. Will Power (Penske), 16. Romain Grosjean (Andretti), 17. Helio Castroneves (Meyer Shank), 18. Devlin DeFrancesco (Andretti), 19. Jack Harvey (Rahal), 20. Conor Daly (Carpenter), Rit. Jimmie Johnson (Ganassi), Rit. Kyle Kirkwood (Foyt), Rit. Alexander Rossi (Andretti), Rit. Dalton Kellett (Foyt), Rit. Takuma Sato (Coyne).



martedì 19 luglio 2022

Formula E 2022: un weekend di ammucchiate a New York

Nel weekend del 16-17 luglio si è svolto l'eprix di New York, un double header che ha previsto una gara di sabato e una di domenica, più o meno quando da noi era ora di cena. Non ho potuto seguirne in diretta gli eventi, né per l'una né per l'altra, ma ho avuto informazioni abbastanza tempestive in proposito del fatto che ci fosse moooolto trash. Obiettivamente parlando, caratteristiche del circuito a parte, quantomeno possiamo parlare di un trash dettato in prevalenza da cause di forza maggiore. Sono andata quindi a recuperarmi gli eventi ed effettivamente il circuito, da vedere, non sembra molto promettente. Aggiungo anche che noto un certo livello di tamarraggine accanto alla zona dell'attivazione attack mode, come si può vedere dalle due immagini nella prima fila nel collage.

GARA 1 - Nick Cassidy scatta dalla pole position e mantiene la prima posizione, anche se come da tradizione viene insidiato da Lucas Di Grassi nei momenti di attivazione dell'attack mode e come conseguenza dell'attack mode stesso. I due si alternano al comando della gara in una prima fase, mentre Jean-Eric Vergne sbatte dopo una toccata con Sam Bird. Fino a ridosso dei due risale, in un secondo momento, il pilota più fanboostato di tutti i tempi, Stoffel Vandoorne. Poi ci si mette il meteo, che decide di stravolgere la situazione. Viene infatti a piovere all'improvviso e i piloti sono colti di sorpresa, su gomme da asciutto e senza aspettarsi di trovare pista bagnata. Ecco quindi che iniziano a finire fuori tutti in branco, con il solo Robin Frijns nel gruppo di testa che riesce a evitare di ritrovarsi coinvolto nella collisione. Dietro va un po' meglio: i piloti ricevono la comunicazione di full course yellow quindi rallentano e riescono a mantenere le vetture in pista.
La gara viene redflaggata, ma non ripartirà. Il risultato è quindi da fissarsi al giro antecedente alla bandiera rossa: Cassidy è quindi vincitore davanti a Di Grassi, Frijns e Vandoorne. Sebastien Buemi coglie una quinta posizione, mentre completano la zona punti Pascal Wehrlein, Sam Bird, Nyck De Vries, Edoardo Mortara e Jake Dennis. Gara da dimenticare per Antonio Giovinazzi, ritirato ai box dopo pochi giri. Non si riprenderà la domenica, nuovamente ritirato.


GARA 2 - ancora una volta Cassidy ottiene il miglior tempo nelle qualifiche, ma non partirà dalla pole position. Viene infatti retrocesso per via delle sostituzioni effettuate sulla sua vettura incidentata il giorno precedente. Si ritrova quindi a scattare davanti a tutti Antonio Felix Da Costa, ancora a secco di vittorie in questa stagione. In un primo momento il suo diretto inseguitore è Alexander Sims, ma poi arriva di nuovo Vandoorne, che si installa in seconda posizione alle spalle del leader. Non c'è niente da fare, Da Costa mantiene la posizione, mentre dietro ci sono vari piloti che rischiano di andare a verniciare muretti. Uno di questi è Mitch Evans, che però si riprende like a boss andando anche a prendersi la terza piazza a spese di Sims, il quale si accontenta del quarto posto davanti a Sam Bird e Robin Frijns. Un altro è De Vries, che comunque salva il salvabile con un settimo posto, precedendo Jake Dennis, André Lotterer (autore di una partenza al rallenty) ed Edoardo Mortara a completare la zona punti. Anche in questa gara c'è stato un ingorgo nel finale, con protagonisti Jean-Eric Vergne, Lucas Di Grassi e Oliver Askew, ma ce la siamo cavati senza bandiera rossa. L'incidente del sabato e quello della domenica sono visibili nel collage l'uno nella colonna con la dicitura Gara 1, l'altro nella colonna con dicitura Gara 2.

CONSIDERAZIONI - potrei parlare del trash, oppure del fatto che Vandoorne adesso sia in testa alla classifica piloti davanti a Mortara quando manca poco meno di un mese alla fine della stagione. Invece preferisco soffermarmi sui commenti che ho letto su Youtube nel video relativo all'incidente della gara del sabato. Da quanto scrivevano fin troppe persone, sembrava quasi che quella fosse l'idea che hanno di come dovrebbe essere una bella gara. Ora, che sia stata imprevedibile e tutto non lo metto in discussione, però mi sembra che sempre più venga fatto coincidere il concetto di "spettacolo" con quello di "incidente che coinvolge tante vetture". Più sono i piloti che si schiantano e più c'è spettacolo, così come ogni duello acceso sembra che ultimamente per essere apprezzato debba tradursi in un incidente. Più si va avanti e più mi sembra che il concetto che molta gente ha in mente di spettacolo sia quello di vedere delle gare tipo quelle rappresentate nel film "Driven". E detto sinceramente mi sembra che sia indicatore di un certo declino in termini di cultura motoristica.

lunedì 18 luglio 2022

Una questione di carburante // GP Brasile 1995

Questa gara è al momento introvabile su Youtube, anche in forma di extended highlights (ma sono certa di averne visto uno anni fa), c'è solo una sintesi di dieci minuti. Cercherò comunque di narrarvela meglio che posso. È il 1995. A Interlagos inizia la stagione, la Williams di Damon Hill e la Benetton di Michael Schumacher affiancate in prima fila. Quando la gara parte è Schumacher a spuntarla, Hill è costretto ad accodarsi e gli rimane negli scarichi. Dietro di loro ci sono, più distanziati, David Coulthard, Mika Hakkinen e le Ferrari. Dopo un inseguimento molto da vicino tra gli Schumill, il turning point nella leadership sarà il primo rifornimento. Schumacher rientra per primo, si trova davanti nella corsia box la Jordan di Rubens Barrichello che procede lentamente andando a ritirarsi per un guasto al cambio, poi torna in pista alle spalle della Ferrari di Gerhard Berger. Superare quest'ultimo non sarà sufficiente a evitare l'overcut di Hill.

Hill è il nuovo leader e sembra staccare Schumacher, ma prima ancora di arrivare a metà gara la rottura di una sospensione gli provoca un improvviso testacoda che lo costringe al ritiro. Schumacher si trova di nuovo al comando, seguito da Coulthard, Salo (su diversa strategia) Hakkinen e le Ferrari. Jean Alesi, in precedenza alle spalle del compagno di squadra, adesso gli è davanti dopo che Berger ha perso tempo a causa di difficoltà di montaggio di una ruota durante la prima sosta ai box. Si innesca nel frattempo un duello tra i MikaX2 da cui Salo esce perdente. Il pilota della Tyrrell effettua infatti un testacoda (sembra a causa di un crampo a un braccio) perdendo posizioni e spianando la porta al proprio connazionale. Il pilota della McLaren sembra destinato al podio ma subirà un overcut da parte di Berger in occasione della sosta successiva. Berger andrà a prendersi senza difficoltà il gradino più basso del podio.

Hakkinen si deve acconentare della quarta piazza, precedendo la Ferrari di Alesi e la McLaren del compagno di squadra Mark Blundell, mentre Salo giunge in settima posizione. Precede la Ligier di Aguri Suzuki (il cui compagno di squadra Olivier Panis si è ritirato alla partenza proprio per un contatto con Salo, Suzuki stesso poi protagonista di un contatto con la Benetton di Johnny Herbert causandone il ritiro), la Pacific di Andrea Montermini e la Forti di Pedro Diniz. Solo dieci vetture arrivano al traguardo su un totale di ventisei (anzi venticinque, Pierluigi Martini con la Minardi sembra non essere neanche arrivato alla partenza causa problema al cambio). Sembra tutto finito ma non lo è: tacciati di avere guidato vetture con carburante irregolare, sia Schumacher sia Coulthard vengono squalificati poche ore dopo la gara. In appello entrambi recuperano prima e seconda posizione, ma con i team penalizzati in classifica costruttori.

domenica 17 luglio 2022

In ricordo di Jules Bianchi // 03.08.1989 - 17.07.2015

È il 17 luglio 2022  sono passati esattamente sette anni da quando Jules Bianchi ci ha lasciati. In questo post per ricordarlo avrei potuto parlare della dua carriera in Formula 1 oppure del fatto che esistessero (remote) possibilità di vederlo in Ferrari un giorno, oppure potrei scadere nel trash e utilizzare il suo legame con Charles Leclerc per parlare di quest'ultimo (d'altronde oggi come oggi Bianchi sembra essere considerato solo qualcuno che aveva la funzione di annunciare la venuta del predestinatohhhh). Invece no, vi racconto di quella volta in cui, il 9 luglio 2011, ha vinto una gara di GP2 a Silverstone. Era una feature race, avvenuta dopo una sessione di qualifiche bagnate ed è stata l'unica vittoria di Jules Bianchi ***in*** GP2. Non l'unica ***al volante di una*** GP2, ma l'unica valevole per il vero e proprio campionato di GP2.


In GP2 Bianchi ci ha corso nel 2010 e nel 2011, classificandosi terzo in entrambe le stagioni. Ai tempi oltre al campionato che andava dalla primavera fino a fine stagione, c'era anche la GP2 Asia Series. Nel 2011 si è svolta nel periodo febbraio/marzo con un totale di due eventi e proprio nell'Asia Series ha ottenuto una vittoria nella gara inaugurale a Yas Marina, battendo Romain Grosjean, poi divenuto campione sia della serie asiatica sia del vero e proprio campionato di GP2. Nella main series, tuttavia, la vittoria gli era sempre sfuggita, nonostante le tre pole position ottenute nel 2010 e alcuni piazzamenti a podio. La sua quarta pole nel campionato di GP2 è arrivata proprio in Gran Bretagna nel 2011, in una gara iniziata con la pista bagnata dopo un acquazzone e proseguita con il sereno e con l'asfalto che si asciugava.

Come se già avesse realizzato le proprie ambizioni e stesse gareggiando al volante di una Ferrari, il pitstop del pilota della Lotus ART color verde Caterham non è arrivato esattamente nel momento in cui doveva arrivare. Rientrato con un giro o due di ritardo per passare dalle gomme da bagnato a quelle da asciutto, dopo essere stato leader nel primo stint si è ritrovato d nuovo leader, ma con un inseguitore negli scarichi. Si trattava di Christian Vietoris, con il quale verso metà gara è stato protagonista di un duello piuttosto acceso e intenso. Superato da Vietoris a quella curva Copse di cui ormai parlano anche muri, si è ripreso subito la posizione. Non è finita lì e nel corso dello stesso giro c'è stato un altro duello ruota contro ruota, con nuovo sorpasso di Vietoris culminato in un ulteriore controsorpasso di Bianchi, che ha confermato la propria leadership.


Nella parte restante di gara è riuscito ad allungare portando il proprio vantaggio ad alcuni secondi. Vietoris si è dovuto accontentare di finire runner up mentre sul gradino più basso del podio è salito una nostra conoscenza, ovvero Marcus Ericsson. A guardare tutta la zona reverse grid, di nostre conoscenze ce ne sono state parecchie: quarto Romain Grosjean (poi vincitore della sprint race avvenuta la domenica mattina), quinto Sam Bird, sesto Dani Clos, settimo Stefano Coletti e infine Giedo Van Der Garde. La top-ten è stata conclusa da Alvaro Parente ed Esteban Gutierrez. L'indomani Bianchi si è classificato in quinta posizione e, per quanto sia stata la sua unica vittoria stagionale, è salito sul podio diverse altre volte negli appuntamenti ancora restanti del campionato, confermandosi appunto terzo classificato a fine stagione.

Nel 2012, parallelamente al suo ruolo di Friday Driver con la Force India, Jules Bianchi ha gareggiato in World Series by Renault, dove ha ottenuto tre vittorie e si è classificato secondo nella stagione alle spalle del campione Robin Frijns. Nel 2013 è stato ingaggiato dalla Marussia, con la quale è rimasto fino al suo tragico incidente al GP del Giappone 2014. Rumour mai ufficialmente confermati, ma nemmeno smentiti, sostengono che proprio in quel fine settimana avesse firmato un contratto con la Sauber per il 2015 (non si sa se per guidarla effettivamente o per fare la fine fatta da Van Der Garde). Non sapremo mai come sarebbe andata, ma sappiamo quello che è stato fino a ottobre 2014. Oggi ho scelto di raccontarvi della GP2 in Gran Bretagna perché a mio parere i ricordi positivi devono essere condivisi e tramandati.


R.I.P. Jules Bianchi. <3
Per sempre indimenticabile,  sempre nei nostri ricordi.