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martedì 25 agosto 2020

Pippa Mann, le donne alla Indy 500, il contentino per le fangirl e una Road to Indy che alle donne non ci pensa proprio

Nel 2010 cinque donne tentavano di qualificarsi per la Indy 500: la veterana Sarah Fisher, l'astro nascente Danica Patrick, la pittoresca Milka Duno e le rookie Simona De Silvestro e Ana Beatriz Figueiredo. In quattro andavano in griglia, tutte tranne quella pittoresca. In altre occasioni abbiamo avuto numeri minori, ma comunque buoni numeri, anche grazie alla presenza di Katherine Legge e di Pippa Mann, quest'ultima una presenza quasi fissa alla Cinquecento Miglia.
Quest'anno, però, qualcosa è cambiato: la Mann non ha trovato sponsor ed è rimasta a casa. Ha fatto abbastanza proclami sui social denunciando una situazione in cui non c'è fiducia nelle donne che per questo non trovano sponsor fissi. Non mi si voglia accusare di sottovalutare il sessismo per come lo pone lei, ma credo che, seppure in parte la Mann abbia ragione, una parte sia un po' stonata, ovvero il suo volere quasi affermare tra le righe che *una donna deve esserci*. La Mann, suo malgrado, incarna alla perfezione le fan delle cinnamon roll acqua e sapone: queste glorificano la donna backmarker in quanto amata da tutti, lei lo è. Perché, si voglia perdonare la mia insinuazione, se Pippa Mann fosse Danica Patrick, probabilmente troverebbe un volante. Quindi è tutto molto bello e commovente, ma se sei Pippa Mann, la ragione per cui non sei in griglia può essere in parte perché sei donna, ma il fatto che tu non abbia mai ottenuto nella tua carriera risultati di spessore (eccetto una vittoria in Indylights) non è a mio vedere così indifferente. Per una Mann senza volante esistono almeno dieci piloti analoghi, o pure di maggiore spessore, che non hanno un volante.

Detto questo, non voglio sminuire in alcun modo le difficoltà che le donne possono incontrare a vario titolo nella vita. Quando ho finito le superiori, le compagne che cercavano lavoro si sentivano spesso dire in fase di colloquio "preferiremmo assumere un ragazzo perché c'è il rischio che tu rimanga incinta" (la crisi economica poi ha livellato almeno un po' di più le cose tra i "rookie" del mondo del lavoro, perché se ti fanno contratti di due mesi per volta una potenziale gravidanza non ha effetti su di *loro* e, siccome non hai i soldi per mantenere un figlio, tu stessa cerchi di evitare come la peste di rimanere incinta). Questo accadeva in settori non particolarmente legati al gender (anche a livello impiegatizio, in un mondo pieno di impiegate donne) figuriamoci come possa andare in un mondo prevalentemente maschile come quello dei motori.
Fermo restando questo, tuttavia, deve esserci qualcosa di più: la Indycar è stata la serie ad alto livello che fino a un decennio fa ha visto più di ogni altra la partecipazione femminile. I problemi di genere che esistono oggi esistevano anche dieci o quindici anni fa, quindi anche qualcos'altro deve essere cambiato. E guess what? Andando a vedere cosa succedeva in Indylights, la "GP2" della Indycar, ne viene fuori che da dieci anni a questa parte non ci sono ragazze nella massima serie junior americana. Ultima volta il 2010, con Pippa Mann full-time e qualche apparizione di (un certo fanalino di coda altresì noto come) Carmen Jordà. L'ultima volta che due ragazze hanno gareggiato full-time in Indylights è stata la stagione precedente, con Mann e Beatriz.

In anni più recenti si sono viste altre ragazze in Road to Indy, come Ayla Agren (vincitrice di un campionato americano più o meno ai livelli della Formula 4), Bruna Tomaselli e Sabré Cook. Vi dicono niente questi nomi? Esatto, è tutta gente che, a vario titolo, ha optato per il percorso W Series, nel caso di Cook in parallelo con la Indy Pro. Questo significa in primis che non sono sponsorizzate abbastanza per continuare a gareggiare stabilmente in America (Agreen era senza volante da anni) e in secondo luogo che l'America al momento sembra non offrire sufficienti sbocchi, se strizzano così tanto gli occhi all'Europa.
Il tutto mentre negli States di giovani emergenti ce ne sono per quanto riguarda le Stock Car, come Hailee Deegan in ARCA e altre ragazze in ARCA West e ARCA East (e Natalie Decker che ha cercato un passaggio nelle open wheel... ma in W Series). Il tutto mentre in Europa e Asia ci sono tante ragazze che gareggiano nelle serie minori: Calderon in Superformula, Florsch in GP3, Chadwick in F.Regional, le sorelle Al Qubaisi, Buhler, Pulling e Noda in Formula 4... e altrettante sono passate per queste serie in anni recenti, uscendo di scena per poco successo o pochi sponsor e/o intraprendendo carriere in diversi tipi di motorsport. Questo significa che, mentre la presenza femminile nel motorsport a livello junior sembra aumentare e neanche di poco, in Road to Indy è esponenzialmente calata rispetto a dieci o quindici anni fa (prima di Beatriz e Mann ci sono state altre ragazze in Indylights, seppure part-time, in più Legge e De Silvestro passavano dalla Formula Atlantic, altra serie junior americana).

Credo che, oltre a puntare il dito contro il sessismo nel motorsport, bisognerebbe seriamente interrogarsi anche su cosa abbia portato l'Indycar dall'essere il campionato più appetibile alle donne nel motorsport al diventare forse uno dei meno appetibili. Delle sette donne passate per l'Indycar in questo secolo, Danica Patrick è stata la più celebre. Eppure, a un certo punto, ha rinunciato a una carriera di livello medio-alto per la NASCAR, dove è stata tutt'altro che brillante. Delle altre, solo Fisher e Duno sono ritirate. A parte la Mann, le altre hanno gareggiato tutte in altri tipi di motorsport, in quest'ultimo decennio, alcune anche ad alti livelli (IMSA e Formula E, nel caso di Legge e De Silvestro). A questo aggiungo che Tatiana Calderon, che molto tempo fa aveva risultati quantomeno di livello discreto in Pro Mazda, ha preferito una carriera europea trascorsa nei bassifondi della F3 Europea e della GP3.
Mentre in Europa ci sono iniziative che sembrano promuovere in qualche modo la presenza femminile almeno a livello mediatico (di natura molto diversa tra loro, basti pensare ai "test femminili" della Formula E, alla volontà di certi team di espandere in loro junior team anche in direzione femminile, alla W Series, ecc...), negli Stati Uniti sembra esserci stata una grossa inversione di tendenza, un po' come se il vero obiettivo non fosse tanto quello di incrementare la presenza femminile in Indycar, quanto piuttosto lasciare perdere in quanto difficilmente si potrà replicare la popolarità della Patrick. Ho sempre detto che quello tra Danica e il motorsport americano è stato uno scambio equo: loro hanno ottenuto popolarità sfruttando la sua immagine, lei ha approfittato della situazione.

Ci sta. Ci sta in pieno. Solo, c'è anche un dopo, e se è vero che Pippa Mann ha scomodato il sessismo, mi pare che abbia scomodato solo quel tipo di sessismo che sembra riguardarla da vicino perché va contro di lei nello specifico. C'è che se sei donna, gli sponsor che ti cercano, spesso ti cercano per darti il ruolo che più ti si addice, secondo preconcetti di cui tutti, uomini e donne, siamo stati almeno in parte complici. C'è che purtroppo l'essere donna non ti salva automaticamente dal non avere pregiudizi contro le altre donne. Fin da ragazzine una parte di noi hanno avuto l'abitudine di giudicare le altre dall'aspetto, dalle scelte in fatto di abiti e di trucco.
Il motorsport mi sembra uno specchio di una realtà che esiste anche altrove. Quindi la Patrick era al centro dell'attenzione più per il suo aspetto che per altro (e le sue foto in costume considerate quasi uno scandalo nonostante a conti fatti fossero meno rivelatrici delle mutande bianche indossate quella volta da Hamilton) ed è stata cavalcara l'onda. Le altre avevano l'aspetto da backmarker dolci e kawaii, anche la De Silvestro che backmarker non era. Così essere sostenitori della Patrick diventava una questione da uomini arrapati, sostenere le altre e demonizzarla un dovere da donne acqua e sapone. Passata la Patrick, la presenza femminile in Indycar ha iniziato a sembrare studiata per dare un contentino al crescente pubblico femminile. E mentre ci sta che il pubblico femminile abbia a cuore la sorte della Mann, fintanto che c'è in giro la Mann, sembra che a nessuno importi trovare altre figure femminili per il motorsport open wheel americano... e tutti ci rimettono, perché sono propensa a pensare che esistano donne che gareggiano in open wheel di gran lunga più competitive della Mann, che avrebbero speranze anche di una carriera full time, e diversamente da Pippa non perché una donna "deve esserci".


mercoledì 7 marzo 2012

Indycar 2010: #14 Chicago

[REVIEW INDYCAR 2010]

Quattordicesimo appuntamento del campionato 2010: Peak Antifreeze and Motor Oil Indy 300 Chicagoland, nel weekend del 28 agosto. Si tratta di un ovale e la gara prevede 200 giri.
È da notare come ci siano ben cinque donne in pista, il che dovrebbe essere un record: Danica Patrick, Ana Beatriz, Sarah Fisher, Milka Duno e Simona De Silvestro.

Griglia di partenza: Briscoe, Franchitti, Power, Castroneves, Andretti, Rahal, Wheldon, Mutoh, Hunter-Reay, Sato, Carpenter, Patrick, Kanaan, Lloyd, Dixon, Viso, Scheckter, Matos, Tagliani, Baguette, Moraes, Beatriz, Wilson, Meira, Fisher, Duno, De Silvestro, D.Hamilton, Howard.


Cronaca della gara
Briscoe mantiene la prima posizione, mentre Castroneves che ha superato Power alla partenza si lancia all’inseguimento di Franchitti al momento secondo. Anche Andretti, Wheldon, Kanaan e Hunter-Reay si inseriscono a breve davanti a Power.
Al 5° giro c’è un incidente che coinvolge varie vetture: Scheckter e Matos che finiscono a muro
sia Scheckter sia Matos vanno a sbattere contro al muro, Lloyd viene coinvolto dopo un contatto con Matos e danneggia la vettura così come è danneggiata la vettura di Meira. Entra ovviamente la pace-car. I primi cinque sono al momento: Briscoe, Andretti, Franchitti, Castroneves e Wheldon. Power al momento è in nona posizione.
Al 15° giro avviene il restart, dopo il quale Andretti è molto vicino a Briscoe che però riesce a mantenere la prima posizione. Terzo c’è Franchitti, seguito da Castroneves quasi avviancato, mentre subito dopo il restart Carpenter è risalito in quinta posizione ma dopo alcuni giri verrà nuovamente superato da Wheldon.
I primi cinque sono molto vicini, con Briscoe che comunque, nonostante venga più volte affiancato da Andretti, riesce a mantenere la leadership mentre in terza posizione si porta invece Wheldon intorno al 35° giro.
Il primo giro di pit-stop avviene in regime di bandiera verde intorno al 55-65° giro, dopo la prima sosta i primi dieci sono: Briscoe, Andretti, Franchitti, Dixon, Kanaan, Power, Hunter-Reay, Carpenter, Rahal e Viso. Wheldon è precipitato in 12^ posizione a causa di difficoltà nel montaggio di una delle ruote posteriori, mentre Castroneves è 18°... ma sinceramente non ho idea del perché.
Al 78° giro Ana Beatriz finisce contro al muro, entra la pace-car e molte vetture rientrano ai box, dove peraltro Sato viene messo fuori gioco da un tamponamento da parte del compagno di squadra Viso che si ritira a sua volta. In pista le cose non vanno meglio: c’è un contatto infatti nelle retrovie tra Meira, Muto e Tagliani.
Tra i piloti che non si sono fermati ai box c’è Sarah Fisher, che si trova quindi in prima posizione e che, al restart (91° giro) viene superata da Briscoe, ma conserva per diversi giri la seconda posizione mentre seguono nelle posizioni successive Franchitti, Andretti e Power.
Power successivamente si porta in terza posizione davanti ad Andretti e a Franchitti, con la Fisher che conserverà la seconda posizione fino al 110° giro circa, quando verrà superata da Power e Andretti prima di rientrare ai box qualche giro più tardi. In quarta e quinta posizione risalgono poi Carpenter e Kanaan.
Briscoe si ferma per la seconda sosta al 137° giro e anche altri piloti si fermano in quei giri, e dopo che le soste sono state completate, a quasi tre quarti di gara, in testa c’è Wheldon seguito da Hunter-Reay, Dixon e Andretti.
Power e Andretti superano Hunter-Reay ed entrambi affiancano Wheldon, mentre dietro di loro Briscoe si porta in quarta posizione davanti a Hunter-Reay.
Wheldon rimane in prima posizione davanti a Power e Andretti, venendo però superando da entrambi mentre, al 159° giro, sta doppiando Milka Duno!
Power e Andretti riescono a distanziare ben presto le vetture che seguono, con Hunter-Reay che supera Wheldon per la terza posizione.
Al 170° giro Lloyd finisce in testacoda: pace-car in pista... e tutti ai box. Franchitti recupera ben otto posizioni portandosi in testa, seguono Power, Wheldon, Hunter-Reay, Briscoe, Patrick, Andretti, Kanaan, Castroneves e Dixon nelle prime dieci posizioni. Il restart avviene a 23 giri dal termine, con Wheldon che supera Power per la seconda posizione poco dopo, mentre Andretti e Wilson recuperano diverse posizioni.
A otto giri dalla fine Briscoe sfiora il muro e perde diverse posizioni.
Il colpo di scena, però, è che Power non ha abbastanza benzina per arrivare in fondo ed è costretto a rientrare ai box per un’ultima sosta a quattro giri dalla fine mentre si trovava in terza posizione. Risale quindi al terzo posto Andretti.
I punti di distacco in classifica, tra Power e Franchitti, adesso sono soltanto 24.

Il risultato
1   Dario Franchitti   10   Honda   200    
2   Dan Wheldon   4   Honda   200    
3   Marco Andretti   26   Honda   200    
4   Ryan Hunter-Reay   37   Honda   200 
5   Tony Kanaan   11   Honda   200  
6   Helio Castroneves   3   Honda   200  
7   Justin Wilson   22   Honda   200   
8   Scott Dixon   9   Honda   200 
9   Vitor Meira   14   Honda   200 
10   Graham Rahal   02   Honda   200 
11   Ryan Briscoe   6   Honda   200   
12   Bertrand Baguette   34   Honda   200   
13   Hideki Mutoh   06   Honda   200   
14   Danica Patrick   7   Honda   200     
15   Sarah Fisher   67   Honda   199     
16   Will Power   12   Honda   199    
17   Mario Moraes   32   Honda   199    
18   Davey Hamilton   21   Honda   199  
19   Milka Duno   18   Honda   197   
20   Ed Carpenter   20   Honda   179  
21   Alex Lloyd   19   Honda   162   
22   Jay Howard   66   Honda   161   
23   Simona De Silvestro   78   Honda   150 
24   Ana Beatriz   24   Honda   88 
25   Alex Tagliani   77   Honda   85   
26   Takuma Sato   5   Honda   80 
27   E.J. Viso   8   Honda   80   
28   Tomas Scheckter   36   Honda   4    
29   Raphael Matos   2   Honda   4     

domenica 4 marzo 2012

Indycar 2010: #8 Iowa Corn

[REVIEW INDYCAR 2010]

20 giugno: Iowa Corn 250, ottavo appuntamento della stagione 2010.

Griglia di partenza: Power, Dixon, Andretti, Castroneves, Franchitti, Tagliani, Sato, Briscoe, Patrick, Wheldon, Wilson, Hunter-Reay, Meira, Lloyd, Kanaan, Moraes, Rahal, Fisher, Viso, De Silvestro, Matos, Baguette, Romancini, Mutoh, Duno.

Cronaca della gara
Fin dal primo giro a causa di un incidente tra Wilson e Moraes entra la pace-car che rimane in pista per 12 giri. Dopo il restart i primi cinque sono Power, Dixon, Andretti, Franchitti e Castroneves.
Al 16° giro Andretti supera Dixon per la seconda posizione e si lancia all’inseguimento di Power al quale è molto vicino lmeno finché al 21° giro Andretti ha delle difficoltà nel doppiaggio di Milka Duno con la quale sfiora l’incidente e viene superato da Dixon e ora è terzo davanti a Franchitti, Castroneves, Sato, Wheldon, Kanaan, Hunter-Reay, Briscoe. Poco dopo il 30° giro la Duno viene doppiata per la seconda volta (di lì a poco le sarà esposta bandiera nera perché è troppo lenta). Non è chiaro se abbia rappentato qualcuno, ma il dato di fatto è che al 35° giro Andretti si porta in testa dopo avere superato Dixon e Power.
Quest’ultimo, dopo avere perso posizioni, ha successivamente un incidente con Baguette che provoca il secondo ingresso della pace-car dopo circa 50 giri, Power riesce comunque a proseguire, mentre Franchitti si era portato in testa davanti a Dixon e Castroneves, con Andretti soltanto quarto davanti a Kanaan, Sato e Hunter-Reay.
Dietro la pace-car Rahal e Lloyd proseguono mentre gli atri piloti rientrano, Franchitti esce in terza posizione alle spalle di Lloyd (che dovrà scontare un drive through di lì a poco), seguito da Kanaan, Dixon, Hunter-Reay, Castroneves, Sato (che poco dopo supererà il brasiliano) e Andretti. Rahal viene successivamente superato da Franchitti e Dixon a 66° giro e perderà altre posizioni nei giri seguenti. Dixon supera poi Franchitti portandosi in prima posizione al 72° giro. Franchitti torna in testa all’86° giro sfruttando un’indecisione di Dixon nel doppiaggio della De Silvestro.
Al 96° giro Sarah Fisher finisce a muro ed entra di nuovo la pace-car: Franchitti, Dixon, Kanaan, Hunter-Reay e Andretti sono i primi cinque dopo i pit-stop che avvengono nei giri successivi. Il restart avviene al 113° giro e dà vita a un acceso duello per la leadership tra Franchitti e Dixon, che si superano a vicenda più di una volta finché al 116° giro Dixon, che era secondo, non viene superato anche da Kanaan e Hunter-Reay ritrovandosi al quarto posto.
Kanaan riesce a superare Franchitti al 120° giro e Franchitti gli rimane negli scarichi piuttosto a lungo, mentre Dixon risale in terza posizione davanti a Hunter-Reay e Sato (le cui posizioni si invertiranno dopo il sorpasso del giapponese su Hunter-Reay al 167° giro), Castroneves, Viso, Power, Briscoe e Meira a completare i primi dieci.
Al 178° giro Sato finisce a muro: di nuovo pace-car, con i pit-stop che sconvolgono almeno in parte le posizioni, dato che Franchitti torna in testa grazie a una sosta più veloce, seguito da Castroneves, Kanaan, Viso, Power, Dixon, Briscoe e Hunter-Reay, con quest’ultimo che però, dopo il restart, deve scontare un drive-through per un contatto di cui si è reso protagonista in precedenza.
Mancano una quarantina di giri alla fine quando Franchitti, che era ancora in testa, inizia a rallentare per un problema alla vettura, passa quindi in testa Castroneves. Il brasiliano verrà però superato dal connazionale Kanaan a 11 giri dal termine: sarà Kanaan a vincere davanti a Castroneves, con Viso, Briscoe, Power, Dixon e Meira unici altri piloti giunti al traguardo a pieni giri.

Il risultato
1   Tony Kanaan   11   Honda   250      
2   Helio Castroneves   3   Honda   250   
3   E.J. Viso   8   Honda   250     
4   Ryan Briscoe   6   Honda   250    
5   Will Power   12   Honda   250      
6   Scott Dixon   9   Honda   250      
7   Vitor Meira   14   Honda   250    
8   Ryan Hunter-Reay   37   Honda   249   
9   Graham Rahal   24   Honda   249  
10   Danica Patrick   7   Honda   249    
11   Dan Wheldon   4   Honda   249    
12   Alex Tagliani   77   Honda   248     
13   Alex Lloyd   19   Honda   248    
14   Raphael Matos   2   Honda   247    
15   Marco Andretti   26   Honda   244    
16   Mario Romancini   34   Honda   244    
17   Bertrand Baguette   36   Honda   237  
18   Dario Franchitti   10   Honda   212 
19   Takuma Sato   5   Honda   177   
20   Hideki Mutoh   06   Honda   131    
21   Simona De Silvestro   78   Honda   128   
22   Sarah Fisher   67   Honda   92   
23   Milka Duno   18   Honda   31  
24   Justin Wilson   22   Honda   0 
25   Mario Moraes   32   Honda   0  

venerdì 2 marzo 2012

Indycar 2010: #5 Kansas

[REVIEW INDYCAR 2010]

1 Maggio 2010, Roadrunner Turbo Indy 300 at Kansas: quinto appuntamento stagionale, il primo di questi a svolgersi su un ovale.
Per la prima volta nella storia della Indycar sono in gara ben quattro donne: le statunitensi Danica Patrick e Sarah Fisher, la venezuelana Milka Duno e la svizzera Simona De Silvestro.

Griglia di partenza: Briscoe, Dixon, Franchitti, Mutoh, Tagliani, Meira, Power, Castroneves, Patrick, Conway, Sato, Moraes, Matos, Fischer, Kanaan, Viso, M. Andretti, De Silvestro, Baguette, Wilson, Howard, Hunter-Reay, Lloyd, Duno, Wheldon, J. Andretti, Romancini.

Numero di giri: 200.

Cronaca della gara
Briscoe mantiene la prima posizione davanti a Dixon e Franchitti, mentre Castroneves recupera immediatamente alcune posizioni portandosi al quarto posto davanti a Mutoh che sarà successivamente superato da Meira, che qualche giro più tardi si inserirà in quarta posizione davanti a Meira, dopodiché Franchitti supererà Dixon per la seconda posizione.
Intorno al 20° giro Dixon riprende il secondo posto e si lancia all’inseguimento di Briscoe al quale si avvicina molto e che supererà dopo una decina di giri.
Il primo giro di pit-stop avviene intorno al 50-60° giro, con Dixon che conserva la prima posizione davanti a Franchitti, Briscoe, Castroneves, Meira, Kanaan, Hunter-Reay, Tagliani, Moraes, Mutoh a completare i primi dieci.
Al  72° giro Viso finisce a muro mentre tentava di superare Matos ed entra la pace-car, con varie vetture che approfittano dell’incidente per rientrare ai box una seconda volta, uscendo dalla pit-lane Milka Duno (che successivamente si ritirerà nell’anonimato) va a sbattere contro la vettura di Sato. Briscoe è successivamente costretto a fermarsi per una seconda sosta.
Dixon, Franchitti, Castroneves, Kanaan e Hunter-Reay sono i primi cinque quando la gara si appresta a riprendere, al restart (84° giro) le posizioni tra loro rimangono invariate.
Bilancio di metà gara: i primi cinque sono sempre gli stessi, mentre dalla sesta fino alla sedicesima posizione – Tagliani, Meira, Mutoh, J.Andretti, Moraes, Briscoe, Sato, Power, M.Andretti, Conway, Matos – sono tutti a pieni giri. La prima dei doppiati è Danica Patrick, che è stata doppiata poco prima dell’ingresso della pace-car e anche Sarah Fisher e Wheldon sono doppiati di un giro, a due giri dal leader ci sono invece De Silvestro, Wilson, Romancini, Lloyd, Baguette e a quattro giri Howard.
Al 106° giro Marco Andretti è il primo pilota a fermarsi nuovamente ai box, mentre la Patrick si ferma qualche giro più tardi. La maggior parte dei piloti rientrano in regime di safety-car quando questa entra in pista a 81 giri dal termine a causa di detriti presenti in pista.
Dodici vetture soltanto sono a pieni giri quando la gara riprende a 71 giri dal termine: Dixon, Franchitti, Kanaan, Mutoh, Castroneves, Tagliani, Hunter-Reay, Briscoe, J.Andretti, Sato, Meira e Moraes.
Sato successivamente rimonta diverse posizioni portandosi al sesto posto, il che è sorprendente considerando che si tratta della sua prima gara su un ovale, in lotta con Castroneves (7°) a 50 giri dal termine, mentre i primi tre sono Dixon, Franchitti e Kanaan. Castroneves supera successivamente Sato e a una quarantina di giri dal termine si porta in quinta posizione alle spalle di Mutoh quando Briscoe rientra ai box. Successivamente anche gli altri piloti di testa si fermeranno per un’ulteriore sosta, mentre a 22 giri dal termine torna in pista la pace-car a causa di Howard che finisce a muro.
I primi dieci in questo momento sono Dixon, Castroneves, Franchitti, Kanaan, Mutoh, Sato, Hunter-Reay, Briscoe, Tagliani e J. Andretti.
Il restart avviene a 14 giri dalla fine con un incidente tra Mutoh e Sato che provoca il ritiro di entrambi e un nuovo ingresso della pace-car. Hunter-Reay risale in quinta posizione, grazie al ritiro dei due giapponesi, davanti a Briscoe, Tagliani e Moraes.
La gara riparte quando mancano soltanto sei giri, Dixon mantiene la prima posizione mentre Castroneves e Franchitti sono in lotta per la seconda posizione, con Franchitti che supera il brasiliano a quattro giri dal termine. Due giri più tardi Castroneves viene superato anche da Kanaan, che si era avvicinato notevolmente e che conquista così la terza posizione. Castroneves si classifica quarto davanti a Hunter-Reay.

Risultato
1   Scott Dixon   9   Honda   200    
2   Dario Franchitti   10   Honda   200    
3   Tony Kanaan   11   Honda   200      
4   Helio Castroneves   3   Honda   200  
5   Ryan Hunter-Reay   37   Honda   200  
6   Ryan Briscoe   6   Honda   200  
7   Mario Moraes   32   Honda   199   
8   Alex Tagliani   77   Honda   199   
9   John Andretti   43   Honda   199    
10   Vitor Meira   14   Honda   199   
11   Danica Patrick   7   Honda   198   
12   Will Power   12   Honda   198   
13   Marco Andretti   26   Honda   198   
14   Mike Conway   24   Honda   198    
15   Dan Wheldon   4   Honda   198   
16   Raphael Matos   2   Honda   198  
17   Sarah Fisher   67   Honda   198 
18   Justin Wilson   22   Honda   197   
19   Alex Lloyd   19   Honda   197  
20   Bertrand Baguette   36   Honda   197   
21   Simona De Silvestro   78   Honda   197   
22   Mario Romancini   34   Honda   196
23   Hideki Mutoh   06   Honda   186  
24   Takuma Sato   5   Honda   186  
25   Jay Howard   66   Honda   172   
26   Milka Duno   18   Honda   84  
27   E.J. Viso   8   Honda   71     

mercoledì 8 febbraio 2012

Indycar 2008: #5 Indianapolis 500 (25 maggio)

[REVIEW INDYCAR 2008]

Griglia di partenza: Dixon, Wheldon, Briscoe, Castroneves, Patrick, Kanaan, M.Andretti, Meira, Mutoh, Carpenter, Scheckter, Bell, Rahal, Manning, Junqueira, Wilson, Rice, D.Hamilton, Lloyd, Hunter-Reay, J.Andretti, Fischer, Power, Simmons, Servia, Viso, Duno, Moraes, Bernoldi, Camara, Foyt, Lazier, Roth

VIA: Dixon mantiene la testa della gara, ma dopo due giri Wheldon lo supera e si porta in prima posizione. Nei giri che seguono Kanaan è 3° mentre Scheckter risale in 4^ posizione nel frattempo. Al 9° giro a causa di detriti (pare uno specchietto dell’auto di Junqueira) presenti in pista entra la safety-car. Tutti vanno ai box, tranne Rice e Wilson che si portano 1° e 2°.
Dopo il restart Wheldon e Dixon riescono in fretta a sbarazzarsi dei due piloti che li precedevano e Rice, al 20° giro, viene superato anche da Wilson che risale al 3° posto (i due rientraranno ai box per la prima sosta una quindicina di giri dopo). Dietro di loro ci sono Kanaan e Scheckter.
Al 36° giro Rahal finisce a muro: entra la safety car e vanno tutti ai box di nuovo, con Dixon che si ritrova davanti a Wheldon, Kanaan, Scheckter e Andretti. Le posizioni rimarranno stabili nei giri successivi al restart.
Tutto è tranquillo fino al 61° giro quando finisce a muro anche Roth ed entra la safety car per la terza volta. Castroneves nel frattempo ha danneggiato l’ala anteriore probabilmente sui detriti dell’incidente. Anche stavolta dietro la safety car vanno tutti ai box e le posizioni per i primi rimangono invariate, a parte che Andretti esce dai box davanti a Scheckter.
Mentre Dixon e Wheldon sono in lotta per la leadership, all’80° giro Camara finisce a muro: quarta safety car: di nuovo tutti ai box, con i primi cinque che escono dai box nelle stesse posizioni in cui erano rientrati. Si riparte al 92° e Wheldon supera il compagno di squadra per la prima posizione, Dixon perde anche il 2° posto un giro dopo venendo superato da Kanaan. Ancora un giro dopo e il brasiliano si porta in testa, mentre dietro di lui Wheldon viene superato da Dixon, Andretti e Scheckter nei giri successivi.
La leadership di Kanaan dura poco: dopo che Andretti gli taglia la strada, finisce in testacoda e viene travolto da Sarah Fisher che sopraggiunge in quel momento. Entra la safety car e tutti ne approfittano per rientrare ai box. Dixon esce in testa davanti ad Andretti, Wheldon, Scheckter e Carpenter. Dietro la safety car Simmons finisce a muro, probabilmente a causa di un guasto.
Si riparte al 118° giro, con Dixon in testa davanti Andretti, che lo supera pochi giri dopo. Scheckter, nel frattempo, si porta in terza posizione dopo avere sorpassato Wheldon. Quest’ultimo perderà varie posizioni una ventina di giri più tardi, quando dietro la safety car entrata per un incidente di Wilson tutti si fermeranno ai box. Al pit-stop di Carpenter ci sarà un problema che gli farà perdere parecchio tempo.
Al restart Moraes, che non s’è fermato, è in testa, ma dovrà fermarsi a breve ed è più lento delle vetture che lo seguono. Nel sorpassarlo, Andretti si vede strappare la posizione da Dixon che si riporta in testa. Moraes sfiora il muro e continua a perdere posizioni.
Sono passati da poco i tre quarti di gara quando un incidente di Lloyd porta a un nuovo ingresso della safety car. Tutti ai box di nuovo, a parte Carpenter che si porta in testa. Seguono Dixon, Meira e Castroneves (che prima erano 4° e 5°), dopodiché c’è Andretti. Scheckter intanto si ritira, mentre per Wheldon ci sono problemi al pit-stop.
Al restart, a una quarantina di giri dal termine, Carpenter perde varie posizioni, Meira risale in 1^ posizione davanti a Dixon, Castroneves, Andretti e Hunter-Reay.
È un incidente di Milka Duno, pochi giri dopo, a far entrare di nuovo la safety car. Tutti ai box un’altra volta, con Dixon che esce davanti a Meira. Nella pit-lane intanto un contatto tra Briscoe e Danica manda quest’ultima in testacoda.
Quando si riparte (-24 giri) Dixon mantiene la leadership davanti a Meira, Castroneves, Andretti e Mutoh risalito in top5. Quest’ultimo manterrà la posizione per vari giri, ma poi verrà superato da Carpenter che ha rimontato dopo il problema al pit-stop. Andretti invece supererà Castroneves.
A rimescolare un po’ le carte sul finire della gara sono vari doppiati, che il leader si ritrova davanti. Nessuno riesce comunque ad approfittare della situazione e Dixon vince davanti a Meira.

Il risultato
1 Scott Dixon  Target Chip Ganassi  200  3:28:57.6792 
2 Vitor Meira  Panther Racing  200  +1.7498
3 Marco Andretti  Andretti Green Racing  200  +2.3127
4 Hélio Castroneves (W)  Penske Racing  200  +6.2619 
5 Ed Carpenter  Vision Racing  200  +6.5505
6 Ryan Hunter-Reay (R)  Rahal Letterman Racing  200  +6.9894
7 Hideki Mutoh (R)  Andretti Green Racing  200  +7.8768 
8 Buddy Rice (W)  Dreyer & Reinbold Racing  200  +8.8798 
9 Darren Manning  A. J. Foyt Enterprises  200  +9.2019
10 Townsend Bell  Dreyer & Reinbold Racing  200  +9.4567
11 Oriol Servià (R)  KV Racing  200  +22.4966
12 Dan Wheldon (W)  Target Chip Ganassi  200  +30.7090 
13 Will Power (R)  KV Racing  200  +31.6666
14 Davey Hamilton  Vision Racing  200  +32.0084
15 Enrique Bernoldi (R)  Conquest Racing  200  +32.1075
16 John Andretti  Roth Racing  199  +1 Lap
17 Buddy Lazier (W)  Hemelgarn Racing  195  +5 Laps
18 Mario Moraes (R)  Dale Coyne Racing  194  +6 Laps
19 Milka Duno  Dreyer & Reinbold Racing  185  +15 Laps
20 Bruno Junqueira  Dale Coyne Racing  184  +16 Laps
21 A.J. Foyt IV  Vision Racing  180  +20 Laps 
22 Danica Patrick  Andretti Green Racing  171  Collision
23 Ryan Briscoe  Penske Racing  171  Collision 
24 Tomas Scheckter  Luczo-Dragon Racing  156  Mechanical
25 Alex Lloyd (R)  Rahal Letterman Racing w/Target Chip Ganassi  151  Accident
26 E.J. Viso (R)  HVM Racing  139  Mechanical
27 Justin Wilson (R)  Newman/Haas/Lanigan Racing  132  Accident
28 Jeff Simmons  A.J. Foyt Racing  112  Accident
29 Tony Kanaan  Andretti Green Racing  105  Collison
30 Sarah Fisher  Sarah Fisher Racing  103  Collision
31 Jaime Camara (R)  Conquest Racing  79  Accident
32 Marty Roth  Roth Racing  59  Accident 
33 Graham Rahal (R)  Newman/Haas/Lanigan Racing  36  Accident