giovedì 31 agosto 2017

Può il battere d'ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas? [cit.]

Parliamo di effetto farfalla, che fa parte della teoria del caos. La teoria del caos fa parte della fisica, che non è sicuramente l'ambito scientifico in cui sono più ferrata e per il quale io nutra un grande interesse (diversamente da matematica, statistica, matematica finanziaria e derivati), quindi non saprei dire se le condizioni meteo del Gran Premio degli Stati Uniti del 2015 siano state provocate da un battito d'ali in Brasile, da un battito di cappellino sul naso di Hamilton o da che cos'altro... quello che conta è che il Brasile c'entra, uno dei mondiali vinti da Hamilton anche e sarebbe anche ora che, se Heikki Kovalainen, pilota statisticamente ignorato da tutti, si assume una piccola parte dei meriti, forse sarebbe giusto quantomeno diffondere la storia che ha raccontato per un'intervista uscita sul sito della McLaren in cui mette i puntini sulle "i" a proposito di un fatto che tutti ignoravamo e che, dato che quell'intervista sul sito della McLaren è rimasta senza che nessuno la diffondesse, tutti continuiamo a ignorare.

Ci fu un'occasione, infatti, in cui "il centesimo pilota a vincere un gran premio di Formula 1" si mise a rallentare in stile Abu Dhabi 2016 chi aveva dietro, nel tentativo di parare il fondoschiena al compagno di squadra. Non ci è chiaro se il pilota che gli stava dietro abbia nel frattempo urlato "blue flags!" alla radio o se se ne sia rimasto lì ad aspettare in silenzio. Quello che conta è che stando lì dietro a Kovalainen, la sua posizione in pista, secondo quanto narra Kovalainen, è stata condizionata in un momento successivo della gara.

Il "finlandese atipico" come lo chiamava Mazzoni, nell'intervista da me linkata spiega che, quando arrivò quello specifico gran premio, in McLaren gli chiesero di rallentare chi aveva dietro, per mettere spazio tra Hamilton e le vetture che lo seguivano. Kovalainen narra che, in accordo con il team, questo invece di esporgli cartelli con i distacchi indicati in giallo, gli avrebbe esposto cartelli con i distacchi indicati in arancione, qualora ci fosse stato bisogno di rallentare qualcuno. Ad un tratto, nello stint centrale della gara, gli esposero un cartello con numeri arancioni e lui si adeguò di conseguenza, tenendosi dietro il malcapitato e rallentando per permettere a Hamilton di allontanarsi in caso di necessità.
Conclusione di Kovalainen (traducendo in italiano le sue parole riportate nell'articolo): "fu una vera coincidenza che Lewis abbia superato Glock subito prima del traguardo; quindi ho avuto un piccolo ruolo in tutto ciò".

Ho qualche dubbio sul fatto che Kovalainen abbia dato il proprio contributo alla vittoria del titolo del 2008 più del momento in cui scoppiò il famoso temporale di fine gara, ma è bello sapere che sente di avere fatto qualcosa di utile al proprio team rallentando una vettura a caso e che, diversamente da colui che guidava quella specifica vettura a caso, non è diventato una barzelletta vivente!

Dalla pensione alla 1000 km di Suzuka

Lo scorso weekend il nostro "pensionato preferito" si dimenticava provvidenzialmente di essere in pensione e, accanto all'annuncio che il prossimo anno gli piacerebbe gareggiare full time, non si sa bene in che serie, prendeva parte alla 1000 km di Suzuka, rinomata tappa del campionato Super GT, che in passato ha visto la vittoria di alcuni nomi storici della Formula 1, come ad esempio Mark Webber, che vinse l'edizione del 1998 in coppia con Bernd Schneider.
Gli altri non importa che li stia a nominare, perché gran parte si sono persi nei ricordi ormai perduti di molti appassionati e mi metterebbe molta tristezza sentirmi rispondere "chi?" qualora vi riferissi tra i vincitori dell'edizione 1984 e 1987 c'era Geoff Lees. Preferirei limitarvi a informarvi che, tra i vincitori del 2010, uno era nientemeno che Yuji Ide, nostro immenso eroe.

Il weekend di Jenson Button, che gareggiava in trio con nientemeno che Hideki Mutoh e Daisuke Nakajima, non è stato dei migliori.
Alla fine, insieme all'ex pilota di Indycar nonché miglior giapponese della storia delle open wheel americane prima dell'avvento di Sato e insieme al figlio di Satoru e fratello di Kazuki, ha portato a casa una dodicesima piazza, mentre la vittoria è andata nientemeno che a Bertrand Baguette e Kosuke Matsuura, quest'ultimo celebre per essere stato utilizzato come trampolino da Dario Franchitti in un'occasione di diei anni fa.

Di nostre vecchie conoscenze, alla 1000 km di Suzuka, ce n'era più di una.
C'era Kobayashi! *-* Poi c'era Kazuki Nakajima, in squadra con l'ex tester della Force India Rossiter. C'era Marden-qualcosa, che un tempo gareggiava in GP2. O era a GP3?
Infine c'era Kovalainen, al volante di una Toyota, e la cosa più curiosa di tutto ciò è che Kovalainen, in Formula 1, ad un certo punto fu vicino alla Toyota, anche se poi scelse la McLaren.

Il risultato della gara è stato il seguente:

1. Bertrand Baguette - Kosuke Matsuura | Honda
2. Tsugio Matsuda - Ronnie Quintarelli | Nissan
3. Naoki Yamamoto - Takuya Izawa | Honda
4. Yuhi Sekiguchi - Yuji Kunimoto - Kamui Kobayashi | Toyota/Lexus
5. Daiki Sasaki - Joao Paulo de Oliveira | Nissan
6. Ryo Hirawaka - Nick Cassidy | Toyota/Lexus
7. Kazuya Oshima - Andrea Caldarelli | Toyota/Lexus
8. Tomoki Nojiri - Takashi Kobayashi | Honda
9. Kazuki Nakajima - James Rossiter | Toyota/Lexus
10. Yuji Tachikawa - Hiroaki Ishiura | Toyota/Lexus
11. Hironobu Yasuda - Jann Mardenborough | Nissan
12. Hideki Mutoh - Daisuke Nakajima - Jenson Button | Honda
13. Heikki Kovalainen - Kohei Hirate | Toyota/Lexus
14. Satoshi Motoyama - Katsumasa Chiyo | Nissan
15. Koudai Tsukakoshi - Takashi Kogure | Honda

...
...
...oltre a questo risultato, però, ce n'è stato un altro, ovvero che sono andata a leggermi un'intervista a Kovalainen, uscita un anno fa sul sito della McLaren...

Stay tooned.
Certe cose meritano di essere condivise!

mercoledì 30 agosto 2017

La vittoria di MSC al GP del Belgio 1992: 25 anni dopo

Michael Schumacher al GP del Belgio 1992
Avevo promesso che avrei parlato del legame esistente tra Michael Schumacher e la pista di Spa Francorchamps, che si trova a circa un centinaio di chilometri dal suo paese natale, quindi quale occasione migliore scegliere per parlare della sua prima vittoria, se non il venticinquesimo anniversario di quella vittoria stessa?
Procediamo quindi con il mio #BloggerDuty e iniziamo con una storiella che potrebbe sembrarvi del tutto inutile.
Mi rendo conto che potrebbe tranquillamente non importarvi un fico secco della mia vita, ma mi ritrovo costretta a iniziare con un aneddoto sulla mia vita.
Ho iniziato la scuola materna dal secondo anno, nel senso che il primo non l'ho frequentato. Non so perché, evidentemente i miei genitori avevano deciso così.
Iniziai quindi il 1° Settembre del 1992.
Ricordo che, la domenica precedente, forse nel tardo pomeriggio, forse verso sera, a casa dei miei nonni paterni se ne parlò e che mio padre mi ricordò: "martedì vai all'asilo".
Chissà se quel giorno, oltre a parlare del mio imminente inizio della scuola materna, qualcuno guardò un telegiornale, in quella casa.
Chissà se il telegiornale dedicò spazio alla Formula 1.
Era il 30 Agosto. Qualora la risposta ai due dubbi di cui sopra fosse sì, probabilmente quella domenica il telegiornale parlò della prima vittoria di Michael Schumacher.
Quel giorno di certo nessuno immaginava che quel pilota, che aveva vinto la sua prima gara due giorni prima che io iniziassi la scuola materna, avrebbe ottenuto l'ultima vittoria quando frequentavo la quinta superiore.

Demo-run di Mick Schumacher per celebrare i 25 anni di Spa 1992
Il gran premio del Belgio 1992 partì su pista bagnata, quasi tutti i piloti su gomme intermedie.
Mansell e Senna erano affiancati, in prima e seconda posizione. Senna prese la testa della gara, davanti alle Williams di Mansell e Patrese, mentre dietro di loro Berger era rimasto fermo.
Non fu l'unico ritirato al via: anche Martini, sulla Dallara, si era ritirato per testacoda.
Un giro più tardi fu la volta di Grouillard, sula Tyrrell, a causa di un contatto con la March di Naspetti.
Non era la giornata fortunata della Ferrari: Alesi si ritirò per un testacoda dopo sette giri di gara, mentre una ventina di giri dopo il motore di Capelli avrebbe dato forfait.
Davanti la leadership di Senna non era durata a lungo: superato dalle Williams, fece l'azzardo di rimanere in pista con le intermedie anche quando iniziò piovere forte nella prima parte di gara.
Quando rientrò era troppo tardi: era nelle retrovie, mentre le Williams erano in prima e seconda posizione davanti alle Benetton: Mansell/Patrese, Schumacher/Brundle.
Frattanto si ritirava, nel corso della gara, Alboreto sulla Footwork, così come Tarquini sulla Fondmetal e Boutsen sulla Ligier.
Poi smise di piovere e Schumacher rientrò ai box per le gomme da asciutto. Fece una lunga serie di giri veloci e, quando le Williams rientrarono ai box, era stabilmente davanti. Al giorno d'oggi ciò si chiamerebbe undercut e la Formula 1 sarebbe morta "nel 1950 ai tempi di Senna".
Venendo a Senna, dalla 12esima posizione in cui era precipitato era risalito fino alla sesta, per poi superare all'ultimo giro la Lotus di Hakkinen, sorpasso diventato iconico, sempre ammesso che qualcuno si scomodi di tirare fuori un sorpasso di una McLaren ma solo su una semplice Lotus quando si parla di sorpassi iconici.
Presero punti MSC, Mansell, Ptrese, Brundle, Senna e Hakkinen, mentre chiuse settimo Lehto sulla Dallara.
Ottavo sarebbe arrivato Herbert se non si fosse ritirato all'ultimo giro venendo classificato diverse posizioni più indietro, quindi in top-ten terminarono De Cesaris sulla Tyrrell, Suzuki sulla Footwork *________* e Van De Poele sulla Fondmental.
Wait.
Wait.
Wait.
Van De Poele non correva per la Brabham? So che la Brabham era fallita nel frattempo, ma era passato in Fondmental?
Seguivano le March di Wendlinger e Naspetti, dopodiché la Lotus di Herbert finalmente, le Jordan di Gugelmin e Modena (mi ero dimenticata che Gugelmin avesse gareggiato per la Lotus!), nonché le Larrousse di Katayama e Gachot, con quest'ultimo ultimo classificato ufficiale, nonostante fosse andato per prati a pochi giri dalla fine.

Secondo il telecronsita brasiliano, MSC era il primo pilota tedesco a ottenere una vittoria in Formula 1.
L'inviato ai box, diversamente da lui, si ricordava dell'esistenza di Wolfang Von Trips e Jochen Mass.

La storia di MSC a Spa in breve:
1991 - debutto in Formula 1
1992 - prima vittoria
1994 - squalifica per fondo della vettura troppo basso (storiella decontestualizzata narrata in tutte le salse durante le telecronache)
1995 - vittoria dalla 16^ posizione dopo un intenso duello con Hill (vincitore MSC su gomme slick sotto la pioggia)
1998 - incidente con Coulthard e rissa sfiorata ai box
2000 - sorpasso subito da Hakkinen con Zonta doppiato in mezzo
2001 - vittoria numero 52, A.K.A. record di vittorie *battuto*, dopo essere stato eguagliato nel GP precedente
2004 - settimo titolo mondiale
2011 - festeggiamento dei 20 anni di carriera e 5^ posizione dopo essere partito 24°
2012 - 300esimo gran premio in carriera
2017 - suo figlio Mick guida una Benetton del 1994 (anno del primo titolo di MSC) a Spa come commemorazione del 25° anniversario della prima vittoria

martedì 29 agosto 2017

MotoGP 2017: adesso siamo a 12 su 18

Ho parlato del Motomondiale esattamente un mese fa, sintetizzando i risultati dei primi nove gran premi della stagione.
Il mese di agosto è stato piuttosto intenso per le due ruote e di gran premi ne sono stati disputati tre: Repubblica Ceca, Austria e Gran Bretagna.

A Brno, il 6 Agosto, abbiamo assistito a un podio tutto spagnolo e sono stata molto soddisfatta che il giorno seguente per radio non si sia parlato di MotoGP. Sul canale che ascoltiamo al lavoro, se ne parla di tanto in tanto nella trasmissione del pomeriggio, programma di intrattenimento con argomenti random e trolleggio random, il cui speaker è chiaramente un tifoso sfegatato di Valentino Rossi...
...
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...oppure, molto più probabilmente, imposta i propri interventi in modo da compiacere il pubblico dei fanboy di Valentino Rossi.
Capisco anche che sono la maggioranza, però certi interventi mi lasciano un po' perplessa, specie il fatto che dà per scontato che tutti siano tifosi di Valentino Rossi.
Vorrei chiarire che non sono un'appassionata sfegatata di Rossi, ma allo stesso tempo non sono nemmeno un'appassionata sfegatata degli spagnoli. C'è stato un periodo in cui seguivo il motomondiale decisamente di più di adesso, quando c'era ancora mio nonno che ci guardava, e casomai le mie simpatie sono sempre andate più in direzione Ducati. Stoner mi ha sempre ispirato simpatia. Tra gli spagnoli, l'unico che mi abbia mai ispirato particolare simpatia è casomai Pedrosa, che è quello contro cui c'è meno accanimento. Lorenzo non mi ha mai fatto né caldo né freddo, Marquez in MotoGP è arrivato nel periodo in cui il mio interesse per la MotoGP era sottoterra.
C'è qualcosa, comunque, che mi fa venire l'orticaria: il fatto che per radio, quando si parla di MotoGP, si parli sempre solo ed esclusivamente della gang dei bullettihhhh spagnolihhhh che stanno sulla strada di Valentino Rossi, mettendoci in mezzo anche Viñales. Non so se mi spiego: lo speaker ce l'ha con gli spagnoli per la questione del mondiale 2015 e del fattaccio tra Rossi e Marquez, quindi a partire da quest'anno se la prende anche con Viñales, anche se non c'entrava assolutamente niente con il famoso "biscottone spagnolo" che ormai in questi anni mi è uscito anche dalle orecchie.
A parte questo - della serie "il Motomondiale non esisteva prima del tardo 2015" - c'è un'altra cosa che mi infastidisce: il fatto che ci si auspichi in diretta radiofonica che Rossi possa spaccare il cu*o a tutti "perché tutti lo tifano" e "perché chi vince al posto suo è un usurpatore", anche quando "al posto suo" vince Andrea Dovizioso su Ducati, e che la radio su cui ci si auspica tutto ciò sia una radio dell'Emilia Romagna. Va bene il patriottismo pro-Rossi, ma se su una radio dell'Emilia Romagna si ritiene che un pilota romagnolo che vince a bordo di una moto emiliana sia un oltraggio, credo che non si tratti più di essere nazionalisti, ma piuttosto di essere ultrà...

Tutto questo per dire che a Brno sono saliti tre spagnoli sul podio: ha vinto Marc Marquez, seguito dal compagno di squadra Dani Pedrosa e dal pilota della Yamaha Maverick Viñales.
Valentino Rossi è arrivato quarto. Non l'hanno detto per radio, quindi lo dico io: Usurpatorihhhh!!!!11!!!11!!! Come si sono permessi di non lasciargli stradahhhh????222???22??
E sia chiaro, non sono una fan di Valentino Rossi e non lo sono mai stata, ma non sto scrivendo questo per dare contro a Rossi né ce l'ho con lui o non ne riconosco i meriti. Semplicemente mi infastidisce l'atteggiamento di pensare che tutto gli sia dovuto e che anche il semplice fatto di arrivargli davanti venga ritenuta una scorrettezza da parte di una fetta consistente dei suoi tifosi, così come quello di pensare che chiunque, in Italia, abbia il dovere di tifarlo per questioni patriottiche, ignorando il fatto che ci siano anche altri piloti italiani e soprattutto una squadra italiana.

Il 13 Agosto il Motomondiale si è spostato al Redbullring. Anche di quella gara non ho sentito commenti per radio, perché dopo c'era il ponte di Ferragosto e, nonostante al lavoro abbia ascoltato lo stesso canale per tutto il pomeriggio successivo, quel giorno non c'era nessuna trasmissione pomeridiana, ma soltanto musica non-stop come succede per gran parte del resto della giornata.
In Austria ha vinto Dovizioso su Ducati. Ho visto in streaming gli ultimi giri di quella gara: c'è stato un duello piuttosto intenso tra lui e Marc Marquez, partito dalla pole position. Sono stata molto felice della vittoria. Il motomondiale non mi appassiona abbastanza da potere dare giudizi caratteriali a proposito di Dovizioso, ma per me non cambia più di tanto che ci sia lui o un altro. La Ducati, la moto della mia città, ha ottenuto una vittoria, la terza della stagione, dopo tanti campionati trascorsi a non essere per nulla rilevante.
Dani Pedrosa ha completato il podio, mentre Lorenzo con l'altra Ducati è arrivato quarto, eguagliando il suo migliore risultato stagionale ottenuto a Montmelò.

Il 27 Agosto il Motondiale correva a Silverstone e, precedendo le Yamaha di Rossi e Viñales, Dovi ha conquistato un'altra vittoria! *_______* Seconda vittoria consecutiva per la Ducati in questa stagione ed è la seconda volta che succede! #EpicWin. A completare la top-5, la Honda di Crutchlow e la Ducati di Lorenzo, che per la prima volta da quando si è accasato al team emiliano ha ottenuto due top-5 consecutive.
Non è tutto, perché complice anche il ritiro di Marquez, Dovizioso si è portato in testa alla classifica piloti.
Si è guadagnato una menzione anche oggi al telegiornale regionale delle 14.00, che ha dedicato al motomondiale uno dei servizi conclusivi.
Mancano sei gran premi al termine della stagione, ormai: si concluderà il 12 Novembre a Valencia. Nel frattempo continuerò a sperare giorno dopo giorno che la Ducati possa prima o poi avere almeno un minimo di considerazione.

lunedì 28 agosto 2017

Commento al Gran Premio del Belgio: Spa Francorchamps, 27 Agosto 2017

“Peccato che Rosberg non somigliasse di più a James Hunt” - un telespettatore che seguiva le qualifiche al bar di uno stabilimento balneare

[Cronaca qualifiche + gara]  Spa Francorchamps è uno dei circuiti storici della Formula 1, che ogni appassionato ha l’obbligo di mettere al primo posto nella lista dei circuiti preferiti. Considerando che non l’ho mai messo al primo posto e forse in certe classifiche nemmeno al secondo, anche appioppargli il gradino centrale del podio oppure quello più basso sembrano essere comportamenti consentiti all’interno del fanbase motoristico.
Il circuito di Spa Francorchamps è un circuito storico e ha una lunga storia. Da quelle parti c’è caso che i piloti siano più su di giri per effetto del peperoncino messico-venezuelano di quanto non lo siano di solito, stando a quanto le cronache d’epoca narrano. Esattamente trent’anni fa, nel lontano 1987, quando l’Autrice(C) di questo commento non era ancora stata concepita (il GP fu disputato il 15 Maggio, quell’anno, non alla fine di agosto, se fosse stato a fine agosto avrebbe potuto sovrapporsi al mio concepimento), ci fu una rissa ai box tra Mansell e Senna dopo che i due erano stati protagonisti di un crash di cui Senna era il responsabile, almeno secondo il punto di vista di Mansell, che non teneva conto della regola aurea secondo cui chi sta davanti ha il diritto di scegliere la traiettoria, invece di avere l’obbligo di spianare la strada a chi gli sta dietro. Tutto ciò cadde nel dimenticatoio undici anni più tardi, dopo che MSC entrò inca**ato nero nel box della McLaren accusando Coulthard di avere tentato di ucciderlo, il tutto mentre Todt e Domenicali cercavano di trattenerlo. Dato che mi rendo conto che le nuove generazioni all’epoca dovevano ancora nascere, forse è il caso di fare un breve recap di quello che accadde: diluviava, le vetture non avevano la luce posteriore quindi la loro posizione non era facilmente identificabile da chi stava dietro, Coulthard stava per essere doppiato, Schumacher stava per doppiarlo, ma è andato a finire che per poco Schumacher non è decollato sul retrotreno di Coulthard. La sua reazione non fu esattamente delle più pacate, anche se poi quell’incidente si rivelò fondamentale per la decisione di introdurre le luci posteriori sulle vetture, in caso di maltempo.
Ultimamente è da un po’ che a Spa non abbiamo assistito a risse sfiorate e abbiamo continuato a non assistervi, ma non per altro, solo perché i piloti sembrano sfogare i loro bollenti spiriti in pista, mentre fuori dalla pista si comportano in modo più pacato.

#MAKING #OF. #MAKING #OF. #MAKING. #OFFFFFFFFF. Tutto è iniziato venerdì. Iceman ha fatto il miglior tempo nelle prove libere 1 quindi era un #VecchioBollito ma aveva al contempo il #MondialeInTasca, anche se le Mercedes si erano guardate bene dal montare le ultrasoft, per il momento. Quando l’hanno fatto, il Gangster Rapper si è piazzato in testa nelle libere 2, giusto in tempo perché venisse a piovere poco dopo. In pista c’è andato solo Ferniiii, in quei frangenti, perché... mhm... forse perché la vettura in quel momento si era messa in testa di funzionare, quindi tanto valeva sfruttare l’occasione.
Sabato mattina il mondiale è tornato in tasca di Iceman, che ha fatto registrare il miglior tempo nelle libere 3, di cui non ho scoperto nulla fino a tardi, essenzialmente perché sabato ho trascorso la giornata al mare. Ero dispiaciuta per le qualifiche che ero destinata a perdermi, ma c’era qualcosa di eroico che mi aspettava e ne valeva la pena.
Intorno alle 14.50/14.55 ho scoperto l’esistenza di uno stabilimento balneare il cui bar era dotato di TV e di Sky Sport F1. *inchino* La ricerca, come ai vecchi tempi, aveva dato i suoi frutti... magari un po’ in ritardo, ma in tempo per vedermi il finale della Q3.
No, andiamoci piano.
Ai vecchi tempi era tutto molto diverso.
Ai vecchi tempi ci vedevo bene da lontano, al giorno d’oggi non esattamente e, vista la regola aurea secondo la quale se posso girare a piedi per strada senza occhiali posso fare lo stesso anche in spiaggia, dove rischierebbero di entrare in contatto con la sabbia, i miei occhiali in quel momento si trovavano nella loro custodia in macchina, la macchina non era parcheggiata lì e le chiavi della macchina non ce le avevo io.
Premetto che a casa mi capita abbastanza spesso di guardare la TV senza occhiali, per la semplice ragione che la TV di solito la guardo mentre sto cenando e in quelle occasioni gli occhiali non li indosso perché indossarli mi rende disturbata la vista da vicino. A quell’ora trasmettono la mia telenovela preferita e si tratta di riconoscere i personaggi. Se guardare la F1 significasse solo riconoscere le vetture me la caverei bene: non leggerei i nomi degli sponsor, ma distinguerei una vettura rossa da una grigia e una turchese da una rosa. Il problema è che guardare la Formula 1 significa anche leggere nomi o acronimi scritti in piccolo, su sfondo nero, con lettere trasparenti sotto al quale si vede l’immagine standard. Sono passati da molti anni i tempi in cui le posizioni passavano in sovrimpressione a caratteri cubitali.
La mia fortuna è stata che i nomi vengano scritti per esteso, sul lato sinistro dello schermo, e che certe lettere siano più riconoscibili di altre. Vedere un nome lungo che inizia per V schiarisce le idee e fa capire di chi si tratti.
Sono sopravvissuta alla sovrapposizione tra la mancanza di due diottrie e la mancanza degli occhiali, mi sono piazzata in piedi come una bella statuina dietro alle sedie del gruppetto di sei o sette persone che guardava le qualifiche e ho fatto la free-rider. Ne è valsa la pena, non solo per vedere un finale di qualifica scoppiettante, non solo per vedere che le scie dei Raikkonettel sembravano funzionare quasi meglio di quelle dell’epoca di Alonso e Massa, non solo per vedere le Mercedes e le Ferrari piazzarsi in ordine sparso nelle prime due file davanti alle Redbull, non solo per vedere le Renault e le Force India in ordine sparso nel resto della top-ten, non solo per vedere il Gangster Rapper commuoversi nell’eguagliare il numero di pole position di Michael Shumacher, non solo per vedere una stretta di mano dall’aria slash tra lui e Sebby, non solo per vedere Bo77as che gironzolava avanti e indietro a debita distanza...
...
...
...ma anche perché ho sentito stralci di conversazione tra i due uomini seduti davanti a me ed è stata un’esperienza edificante.
Dovevano avere sui... mhm... 45 anni? 50? Magari erano più giovani, trovano il mio commento per caso, vi si riconoscono e si offendono? Non saprei.
Sta di fatto che seguivano molto interessati e che, quando le qualifiche sono finite per lasciare spazio al dopo-qualifiche, sono rimasti lì a guardarlo.
Non erano degli ultrà. Al di là dell'osservazione in tono nostalgico di quello che stava all'estremità della fila, secondo il quale per certi versi non era "giusto" che qualcuno fosse riuscito a eguagliare il numero di pole position di MSC, al di là dell'essere contenti perché Vettel si era piazzato in prima fila e per un "povero Raikkonen" dopo averlo visto ottenere solo il quarto tempo dopo avere spianato la strada al compagno di squadra, per il resto non hanno fatto commenti da tifosi. No, hanno fatto commenti da potenziali scrittori di commenti ai gran premi!
Hanno prodotto citazioni da brivido, perle di cultua ignorante, di quella cultura ignorante che scrivo da anni e che mi rammarico che siano in pochi a scriverla.
A un'inquadratura di quella che avrebbe potuto essere la 69esima pole di MSC, annullata per penalità, a Montecarlo 2012, quello seduto all'estremità della fila ha menzionato il fatto prima ancora che i telecronisti ne parlassero.
Poi, guardando le interviste dei Vettelton, ha osservato che secondo lui non si capisce mai se siano spontanei, nell'essere così come sono, o se si atteggino, mentre quello seduto in mezzo alla fila osservava che in Formula 1 non ci sono personaggi "alla Valentino Rossi", di quelli per cui la gente segue una serie della quale si disinteresserebbe se il personaggio in questione non ci fosse. Aggiungeva anche che gli piacciono comunque i siparietti di Alonso, parlando del fatto che l'altra volta fingeva di prendere il sole perché in passato si era seduto su uno sdraio una volta che era rimaso a piedi e di una volta in cui era stato inquadrato mentre gironzolava tra il pubblico dopo un ritiro. Non so se mi spiego: persone che stavano in un ambiente in cui nessuno si filerebbe minimamente la McLaren perché arriva tra gli ultimi (dove "arriva" è spesso un eufemismo), stavano parlando di un pilota McLaren che ultimamente fa lo show-man e passa alle cronache non per quello che fa quando è al volante, ma per quello che fa subito dopo che si ritira. Eravamo al bar. L'ultima volta che avevo guardato la Formula 1 in un bar i presenti sapevano a malapena chi fossero i piloti dei top-team che avevano vetture di colori diversi dal rosso!
Quello seduto all'estremità della fila ha osservato che se Vettel si iscrivesse a qualche social coinvolgerebbe maggiormente i tifosi. Non so se mi spiego: chi pensa alla Formula 1 solo nel momento in cui la trasmettono e che spegne la TV in concomitanza con la bandiera a scacchi, senza neanche aspettare il passaggio dei piloti classificati dalla seconda posizione in poi, non ha la più pallida idea di chi sia su Facebook, di chi sia su Twitter, ecc... Inoltre sembrava divertito dal fatto che Bo77as andasse avanti e indietro mentre Hamilton e Vettel si alternavano al microfono durante le interviste. Quando è stato il suo turno, ha osservato: "questo mi piace".
Il discorso si è concluso con quello seduto in posizione più centrale che, come da mia citazione in apertura, si rammaricava del fatto che Rosberg Jr non avesse la stessa personalità di James Hunt. Seriamente parlando, dopo un'affermazione del genere, quel tipo dovrebbe andare immediatamente ad aprire un blog e mettersi a scrivere commenti ai gran premi, mentre io dovrei linkare su Twitter i suoi commenti invece che i miei. A me non sarebbe mai venuto in mente di confrontare un pilota di quarant'anni fa con uno recente per via del loro carattere e del loro stile di vita. Anzi, magari sì, ma non mi verrebbe in mente di paragonare uno che viveva tra alcool, fumo e donne a uno che vive tra i selfie, youtube e le macchinine della Chicco che compra per i figli! Non mi verrebbe nemmeno in mente di citarli nella stessa frase, forse.
Quando sono uscita dal bar e ho ripreso a gironzolare lungo la spiaggia ero seriamente commossa, non so se per la 68esima pole, per i discorsi che avevo sentito o per Jolly Palmahhhh in top-ten.
Sì, perché il risultato delle qualifiche era stato testualmente il seguente: HAM VET BOT RAI VES RIC HUL PER OKI PAL | ALO GRO MAG SAI VAN | MAS KVY STR ERI WEH. Palmer, che miracolosamente ha ancora un volante, non si sa per quanto, era passato in Q3. Sarebbe però partito 14° a causa di una retrocessione di cui avrei appreso soltanto nel leggere la griglia di partenza. Il record-man era Stoffel che dorme in un van: le tanto decantate 35 posizioni di retrocessione di cui si parlava da giorni per sostituzione di componenti del motore erano nel frattempo salite a 65!

#RACEDAY! #RACEDAY! #RACEDAY! Domenica alle 14.00 mi sono messa al computer. Ho assistito a una partenza tranquilla, anche se si vociferava che le Force India fossero venute a contatto.
Davanti le posizioni sono rimaste invariate: il Gangster Rapper, Sebby, Bo77as, Iceman, Verstappino, Dani-Smile... Per vedere qualcuno fuori zona bisognava accontentarsi della settima posizione, laddove Ferniiii si era installato iniziando un breve duello con Hulk per conservarla. Alla fine Hulk si è preso quella settima posizione mentre Ferniiii si lamentava via radio del fatto che essere superato anche dalle Haas fosse una cosa imbarazzante.
C’era qualcosa di ancora più imbarazzante, in attesa per lui, ma la regia non ci ha permesso di vederlo in diretta... tanto ormai conosciamo a memoria la storiella: “Ferrari is red, Redbull is blue, you have no power and Felipe is faster than you”. In Williams, dopo avere passato i primi due giorni nei bassifondi, stavano infatti facendo una gara che, in confronto alle qualifiche, poteva addirittura essere definita positiva, se non che ho sentito Martin Brundle o David Croft o chi per loro affermare che il primo pitstop di Strollino non era andato molto bene, perché apparentemente o una ruota non si imbullonava oppure proprio non c’era. La regia non si degnava di inquadrare Strollino, quindi non sapremo mai che cosa sia accaduto realmente.
Prima di arrivare ai pitstop, però, erano successi alcuni fatti degni di nota, per esempio che Werly si era ritirato subito dopo l’inizio della gara, andando a parcheggiare ai box. A proposito di Werly, pare che (fonte: telecronaca UK) di recente se ne stia andando in giro ad affermare che non sarà in Sauber il prossimo anno. Potrebbe non essere in Formula 1. Potrebbe tornare nel DTM. Chissà... quello che conta è che il motivo per cui Werly non ha avuto la considerazione sperata è che i V3Kk1àCç1 non si decidono ad andare in pensione lasciandogli il volante.
Voce fuori campo: “Concordo.”
L’Autrice(C): “Anch’io. Dopotutto Werly era soltanto pilota di riserva della Mercedes quando Leo 2.0 si è ritirato, il fatto che nessuno se lo fili è colpa del fatto che nessuno va in pensione.”
Ferniiii: “Bastahhhhh messaggihhhhh alla radiohhhhh!”
L’Autrice(C): “Ehi, bello, datti una calmata, che prima di arrivare a te dobbiamo passare per il ritiro di Verstappino.”
Verstappino, infatti, #IsTheNewAlonso. Ovunque ci sia lui, non c’è la possibilità di arrivare al traguardo. Stavolta è stato messo a piedi da un problema tecnico, sorte che sarebbe toccata anche a Ferniiii poco dopo la metà della gara, ma prima di arrivarci erano capitati anche alcuni altri fatti che devo assolutamente menzionare.
Davanti i Vettelton facevano l’andatura, staccati di un secondo e mezzo/ due secondi l’uno dall’altro. Un undercut era ritenuto altamente improbabile, tanto che Sebby è rimasto in pista un po’ più del Gangster Rapper. Se lo poteva permettere: Bo77as era terzo, ma distante. Poi quarto c’era Iceman, anche se poi è stato spedito ai box a scontare uno stop and go old style per non avere rallentato per le doppie bandiere gialle dovute alla vettura ferma di Verstappino.
Si è ritrovato da quarto a settimo.
Poi ha superato l’Oki: era sesto.
Poi ha superato anche Hulk: era quinto.
Poi i telecronisti hanno iniziato a parlare del fatto che Dani-Smile si sarebbe sicuramente fermato un'altra volta, mentre forse Iceman no, quindi chissà, magari avrebbe potuto riprendersi la quarta posizione, in un modo o nell’altro.
Poi è scoppiata l’Apocalisse e tutti si sono dimenticati di Iceman.
#NellePuntatePrecedenti:
- a Montreal i Perocon erano all’inseguimento del podio, ma dato che non riuscivano a mettersi d’accordo su chi dovesse passare per andare a inseguire Dani-Smile, sul podio c’è andato Dani-Smile e quarto peraltro è arrivato Sebby;
- il team ha fatto una lunga predica a entrambi;
- due settimane dopo a Baku, viste le vicissitudini che sarebbero toccate in seguito ai Vettelton, i Perocon erano potenzialmente in posizione di fare doppietta o quantomeno di salire sul podio, solo che l’Oki è andato addosso a Checo;
- il team ha fatto di nuovo una lunga predica a entrambi;
- voci di corridoio narrano che anche all’Hungaroring ci sia stato un mezzo contatto tra i due, ma qualcosa di più.
Stavolta si erano già toccati in partenza, ma per fortuna sembravano al riparo da altri danni: Checo era decisamente più indietro dell’Oki e doveva anche scontare una penalità per avere tagliato per i campi durante un tentativo di difendersi da un sorpasso.
Checo è rientrato ai box alcuni giri prima dell’Oki.
Si è ritrovato attaccato al fondoschiena dell’Oki, quando l’Oki è rientrato a sua volta.
Oki: “Driiiiiin!”
Box: “Sì?”
Oki: “Perché avete fatto rientrare Checo prima di me?!”
Box: “Perché doveva scontare anche una penalità.”
Oki: “Ma ora è qui dietro. Mi ha appena superato facendogli una pernacchia. Orrorehhhhh!”
È iniziato un duello piuttosto epico tra le Force India, con i Perocon che hanno raggiunto l’obiettivo che apparentemente si erano prefissati: fare in due mesi lo stesso numero di incidenti che i Rosbilton hanno fatto in quattro anni. È una buona media...
L’Oki ha rotto l’ala anteriore. Checo stava tentando di tornare ai box su tre ruote. Sono arrivati entrambi ai box. L’Oki ne è uscito in top-ten. Checo ne è uscito nelle retrovie ed era destinato a non arrivare al termine.
La cosa ha avuto un certo numero di strascichi, nel dopogara.
L’Oki ha scritto un Tweet in cui accusava Checo di avere tentato di ucciderlo due volte. Vijay Mallya gli ha messo un like. In seguito Checo ha postato un video in cui, tra le righe, dichiarava velatamente di avere delle responsabilità per quanto accaduto in pista ma che l’Oki si stava comportando in modo infantile. Lunedì l’Oki ha postato un lungo papiro secondo il quale lui e il suo compagno di squadra andranno avanti e “vogliono lavorare meglio insieme”. Visti tutti i casini combinati finora, non sarà molto difficile fare meglio, immagino. Basterà crashare solo una volta per gran premio invece che due... *roll eyes*
Abbandoniamo ora i Perocon al proprio destino: quello di fare entrare una safety car a due terzi di gara e di far rientrare ai box tutti quanti. Davanti sono usciti nelle stesse posizioni in cui erano entrati: il Gangster Rapper, Sebby, Bo77as, Dani-Smile, Iceman e Hulk. Il Gangster Rapper si lamentava via radio che la safety car era troppo lenta. Dietro di lui c’era Sebby. Per un attimo ho provato una terribile sensazione di dejà-vu e ho sentito puzza di Baku 2.0.
Plot-twist: l’unico undercut andato a buon fine in top-ten è stato messo in atto dalla Williams, con Feliiii che si è appropriato di un’ottava piazza che fino a quel momento sembrava spettare a Kmag.
Poi, al restart, Kmag è andato in giro per prati mentre davanti a lui RoGro e Feliiii si contendevano la settima piazza.
Nessuno se li filava, perché i Vettelton procedevano fianco a fianco. Sarebbe stato il Gangster Rapper a uscirne vincente, con quel gap oscillante tra uno e due secondi intaccato fino alla fine, ma nello stesso momento c’era un po’ di movimento dietro di loro! C’erano fianco a fianco nientemeno che Dani-Smile, Bo77as e Iceman.
C’è stato un attimo in cui ho pensato che avrebbero fatto un mucchio.
C’è stato un attimo in cui li ho immaginati tutti e tre fuori.
La mente diceva “nooooohhhhh” e il cuore diceva “sììììì” a quell’ipotetico scenario.
Un incidente che levasse di torno tutti e tre sarebbe stato il prezzo da pagare per un bene superiore e per raggiungere finalmente quella pace dei sensi che manca fin dal lontano 2010.
Mentre loro tre si contendevano il podio, dietro di loro c’era qualcuno che li fissava con gli occhi spalancati, con la Coca Cola e i pop-corn in mano come se fosse stato al cinema. Se fossero finiti fuori tutti e tre, quel qualcuno avrebbe potuto sostituire alla Coca Cola lo champagne e ai pop-corn la gloria del podio.
Se fosse accaduto, questo commento non sarebbe mai stato scritto.
Non sarebbe mai stato scritto perché dietro a quel terzetto c’era Hulkenberg e, se fosse salito sul podio, il mondo sarebbe probabilmente finito.
Tutto è stato molto più soft di quanto potesse sembrare in un primo momento: sì, B077as è finito per prati e ha perso due posizioni, mentre Dani-Smile è andato a prendersi il podio e Iceman è arrivato quarto pur non essendo riuscito a superare Dani-Smile, ma tutti e tre sono arrivati e a Hulk non è rimasto altro da fare che il solito, ovvero accontentarsi di un sesto posto.
Il Gangster Rapper ha vinto il suo 200esimo gran premio.
Sebby è arrivato secondo.
Per la prima volta dai tempi di Montmelò(?) hanno condiviso lo stesso podio.
I telecronisti British si esaltavano, calcolando il fatto che da un sacco di gran premi a questa parte il Gangster Rapper sta andando sul podio solo in caso di vittoria. Personalmente non capisco tutto questo entusiasmo: quando non vinci sarà pur meglio arrivare secondo o terzo che arrivare dalla quarta piazza in poi...
Nel dopogara Sebby ridacchiava like a boss.
Il Gangster Rapper, invece, se ne stava imbambolato come Iceman.
Sul podio ha spruzzato champagne praticamente in bocca al suo Am1K3Tt0. Non ho guardato il TG1, quindi non so se siano stati shippati come succedeva qualche mese fa.
Le interviste sul podio le faceva Mark Webber. Sebby si è ricordato di fargli gli auguri di buon compleanno. #Webberettel. <3
Frattanto pare che Sebby abbia rinnovato il contratto per altri tre anni, anche se sono stati fatti meno proclami di qualche giorno fa, quando ha rinnovato Iceman.
Il mondo si interroga: perché Iceman ha accettato di fare la seconda guida in Ferrari? È stato un errorehhhh clamorosohhhh da parte sua.
Anni fa l’avrei pensata così.
Adesso qualcosa è cambiato.
Penso che sia meglio fare la seconda guida in Ferrari, piuttosto che scappare a gambe levate e magari andare ad accasarsi in McLaren! Un giorno o l’altro una gara analcolica da vincere potrebbe arrivare anche per lui, o almeno così si spera.

RISULTATO: 1. Lewis Hamilton (Mercedes), 2. Sebastian Vettel (Ferrari), 3. Daniel Ricciardo (Redbull), 4. Kimi Raikkonen (Ferrari), 5. Valtteri Bottas (Mercedes), 6. Nico Hulkenberg (Renault), 7. Romain Grosjean (Haas), 9. Felipe Massa (Williams), 10. Carlos Sainz (Toro Rosso), 11. Lance Stroll (Williams), 12. Daniil Kvyat (Toro Rosso), 13. Jolyon Palmer (Renault), 14. Stoffel Vandoorne (McLaren), 15. Kevin Magnussen (Haas), 16. Marcus Ericsson (Sauber), Rit. Sergio Perez (Force India), Rit. Fernando Alonso (McLaren), Rit. Max Verstappen (Redbull), Rit. Pascal Wehrlein (Sauber).

...
...
...#IT’SMONDAYBITCHES! Per ogni gara che finisce c’è un weekend che se ne va e un lunedì che arriva. Il gap tra Vettel e Hamilton è, al momento, di 7 punti, mentre in classifica costruttori la Mercedes è al comando con 44 punti di vantaggio sulla Ferrari.
È lunedì.
È lunedì e tutto questo è stato impacchettato e messo in una scatola in attesa del prossimo weekend.
Alla fine, vada come vada, la sensazione di pace primordiale ritorna, con la consapevolezza che tutto è ancora nello stesso posto in cui si trovava prima, per ora.
Per quanto mi riguarda, non vedo l’ora che la situazione cambi, perché quando scrivo che “tutto è al proprio posto” non sto parlando né di classifiche né di nient’altro. Sto parlando del fatto che, se Hulkenberg non vuole diventare il pilota che in carriera conta più gran premi senza un podio (il record è di Sutil), deve centrare una top-3 al più presto e per “al più presto” intendo domenica prossima. Spero che sarò qui a commentare tutto ciò, tra una settimana, magari in abbinato a una nuova sportellata tra i Force India boys, a un doppio arrivo della Williams a punti, alla conservazione di qualche misero punto sulla superlicenza del Kiwi e a un duello epico tra le Sauber.

Commento alla Gateway 500 (Indycar 2017 #15)

Ci sono momenti in cui accade qualcosa di bellissimo. Uno di quei momenti è arrivato qualche giorno prima della notte tra il 26 e il 27 Agosto, quando abbiamo avuto la conferma che l’imminente ritorno di un certo pilota di notevole spicco (indizi: è francese, porta gli occhiali, ha vinto quattro titoli in Champ Car e in tempi recenti è diventato il best friend forever di Paul Tracy) era ancora più imminente di quanto pensassimo e che l’avremmo rivisto in azione già a partire dal terzultimo appuntamento stagionale! *_________* Penso che possiate immaginare la mia soddisfazione. Se non ve la immaginate, cercherò di trasmettervi le mie emozioni:
#SebbyIsBackOnTrack! #SebbyIsBackOnTrack! #SebbyIsBackOnTrack! #SebbyIsBackOnTrack! #SebbyIsBackOnTrack! #SebbyIsBackOnTrack! #SebbyIsBackOnTrack! #SebbyIsBackOnTrack! #SebbyIsBackOnTrack! #SebbyIsBackOnTrack! #SebbyIsBackOnTrack! #SebbyIsBackOnTrack! #SebbyIsBackOnTrack! #SebbyIsBackOnTrack! #SebbyIsBackOnTrack! AAAAWWWW! <3
Immagino che adesso vi sia più chiaro quale fosse il mio stato d’animo, quindi possiamo procedere con le parole di rito che fanno accendere i motori ancora meglio dello “scattano le vetture” a cui siamo abituati noi in telecronaca.

Drives.
Start.
Your.
Engines.

Direi che, arrivati a questo punto, sarebbe meglio contestualizzare un po’ quello che sto per andare a narrare. A sei giorni di distanza da quando i motori si sono spenti al termine della Pocono 500, si sono riaccesi per un nuovo race day, stavolta a Gateway Madison: altro ovale, sul quale le vetture sono apparse, dietro la safety car e... PLOT-TWIST! erano in fila tre per tre, con mia grande sorpresa, dato che quando le posizioni scorrevano in sovrimpressione mi era sembrato che fossero elencate due per due.
Per l'esattezza, in quel momento, le vetture erano affiancate nella seguente maniera:

1^ fila: Power - Newgarden - Castroneves
2^ fila: Pagenaud - Carpenter - Sato
3^ fila: Dixon - Muñoz - Rossi
4^ fila: Hinchcliffe - Daly - Jones
5^ fila: Rahal - Hunter-Reay - Hildebrand
6^ fila: Chilton - Kanaan - Kimball
7^ fila: Bourdais - Andretti - Saavedra

AAAAAWWWWWW, Sebby! *-* Bentornato in questo mondo! <3 e, no, non parlo di un’Apocalisse zombie, perché in effetti “questo mondo” Sebby non l’aveva mai lasciato.
Bastava guardare per un attimo la griglia di partenza per ipotizzare che le Penske sarebbero state grandi protagoniste dell’evento, tanto per cambiare, ma non potevamo certo immaginare che, mentre una di loro non avrebbe fatto molta strada, ce ne sarebbero state due protagoniste di intensi duellihhhh e sorpassihhh per la vittoria.
Poi... contro-plot-twist: le vetture le ho viste in fila indiana o a due per due. Non ci stavo capendo nulla, non mi era ben chiaro che cosa stesse succedendo. Anche al Vin Diesel della Indycar che convenzionalmente risponde al nome di Tony Kanaan non doveva essere ben chiara la situazione: “sono un vecchio veterano o sono il primo pivello che passa per la strada? Dato che essere un vecchio veterano non rende, credo che mi adatterò al ruolo di primo pivello che passa per la strada!”
Guess what? È andato a verniciare un muretto, dietro la safety car, ancora prima che la gara andasse “under green”.
Quanto ero soddisfatta in quel momento, in una scala che andava da zero a meno infinito? Mhm... oserei dire meno infinito al quadrato, ma avrei avuto modo di passare ben presto al meno infinito al cubo, dato che la gara stava per perdere altri tre suoi protagonisti e, in particolare, uno di quelli mi sarebbe piaciuto vederlo vincere la gara stando in bilico su tre ruote.

Eravamo rimasti all’incidente di Vin Diesel dietro la safety car. Mentre avveniva tutto ciò, la situazione si è finalmente tranquillizzata e siamo riusciti ad avere un calmissimo start, che poi non era uno start, ma un restart... sì, insomma, non avevamo ancora visto uno start, ma nel momento dell’incidente lo start era imminente, pertanto i giri dietro la safety car dopo l’incidente di Vin Diesel valevano come giri di gara. Se vi è chiaro bene, se non vi è chiaro consolatevi, una volta quel Sebby che non c’entra niente con la Indycar e che ha per parola preferita “f*ck”, non aveva capito nulla di quello che gli stava dicendo Gené.
Veniamo al calmissimo start/restart: Nuovo Giardino ha preso la testa della gara, mentre Willpowahhhh è andato in testacoda e si è schiantato contro un muretto, Carpy gli è praticamente volato per di sopra senza però cappottare e varie vetture random ci sono finite in mezzo. Non mi è chiaro come ci sia finito in mezzo il Grande Samurai che è a sua volta andato a verniciare muretti ritirandosi, l'unica cosa che so è che, quando l'hanno intervistato poco dopo, indossava un cappellino fighissimo blu, azzurro e rosso. Mi è dispiaciuto moltissimo che non fosse più in pista, ma allo stesso tempo ero parzialmente soddisfatta del fatto che, almeno, fosse finito in mezzo al caos senza il disonore di essere stato lui stesso a innescarlo coinvolgendo anche altri, il che non è una cosa che capita tutti i giorni.
A parte loro tre non c'è stato nessun altro ritirato dopo la caotica partenza, mentre il sosia di Vin Diesel era stabilmente in ultima posizione, sotto di tre giri. Ci sarebbe rimasto a lungo, ma era destinato a ritirarsi nell’anonimato dopo qualcosa come 170/180 giri di gara.

La gara è ripresa dopo una ventina di giri. In totale dovevano essere 248 e i successivi ottanta o giù di lì si sono svolti in una situazione di calma piatta. Per intenderci, nessuno ha fatto incidenti, non ci sono state cose particolarmente sconcertanti, i pit-stop in regime di bandiere verdi non hanno scombinato di molto le posizioni tra i primi: Nuovo Giardino era in testa, dietro di lui c'era H3lio, dietro di H3lio c'era Saimon, mentre il Detersivo al Kiwi è stato per diverso tempo in quarta posizione.
La safety car è entrata dopo 102 giri di gara, quando Hildy è finito a muro, stranamente mentre non era in testa e mentre non mancava una curva al termine della gara. Per onore di cronaca, pare che prima di crashare avesse già rotto una sospensione e che il motivo del crash sia stato quello.
I pitstop in regime di safety car sono andati a vantaggio di H3lio, che si è ritrovato in testa. #F*ckYeah! <3 Dietro di lui seguivano Nuovo Giardino, Saimon e il Detersivo nelle prime quattro posizioni.
Per chi se lo stesse chiedendo sì, mentre in Formula 1 non mi schiero e non dico a chi mi piacerebbe vedere vincere il titolo quest’anno (tra parentesi, non mi sembra al momento il candidato più probabile), in Indycar non mi faccio di questi problemi. Sono #TeamH3lio non perché H3lio sia il mio pilota preferito in assoluto (non è abbastanza giapponese per esserlo), ma perché è il mio preferito tra quelli che potrebbero puntare al titolo e, soprattutto, dopo vent’anni, sarebbe anche ora che ne vincesse uno! Quando ho visto H3lio in testa mi sono messa a vomitare arcobaleni. Poi ho smesso di vomitare arcobaleni, per una ragione abbastanza specifica: H3lio è stato in testa per qualcosa come una cinquantina di giri, per poi precipitare dietro a tutto il terzetto che prima lo seguiva (Nuovo Giardino, Saimon e il Detersivo, per intenderci) e installarsi in quarta posizione dopo un pit-stop in regime di bandiera verde durante il quale il Piccolo Chilliiii ha fatto il figo per un po' facendo qualche giro in testa. Poi ha continuato a fare il figo poco dopo: al 167° ha verniciato un muro, provocando un nuovo ingresso della safety car e provocando in me una profonda delusione perché nella mia lista dei piloti di Indycar preferiti c’è sicuramente un po’ di spazio anche per il Piccolo Chilliiii. Inoltre come al solito sta continuando a uscire sconfitto dallo scontro tra ex piloti della Marussia a cui la Indycar fa da contorno.

Al restart sono rimasti tutti vicinissimi. Poi H3lio ha superato il Detersivo facendogli una pernacchia, con le posizioni destinate a rimanere invariate per un po': al 204° infatti, c'è stata un'altra safety car (RHR doveva avere strisciato un po' da qualche parte o qualcosa del genere, dato che è rientrato ai box con la vettura danneggiata e dai box pare non essere più uscito) e un altro pitstop in regime di bandiere gialle. Plot-twist: mentre H3lio si faceva trollare dal Detersivo, Saimon ha trollato Nuovo Giardino, agitando in aria la sua baguette e procacciandosi la prima posizione! Le trombe dell’Apocalisse, nel frattempo, si apprestavano a risuonare in lungo e in largo, in attesa del momento in cui due compagni di squadra sarebbero andati molto vicini a buttare alle ortiche la loro gara e a cedere la vittoria su un piatto d’argento a colui che li seguiva.
Non è andata proprio così.
Non è andata così, ma ne abbiamo comunque viste delle belle.
Il restart è avvenuto a -34 giri e sembrava fin da subito che Saimon non fosse nella posizione migliore per continuare ad agitare la baguette.
Infatti Nuovo Giardino l'ha asfaltato in due giri contati, con una di quelle manovre che di solito vengono commentate o in diretta con un “you have to leave the space, always leave the space” o dopo la fine della gara, a seconda dei protagonisti, con un “impara a imparare” o con un reciproco lancio di cappellini... oppure, nella più banale delle ipotesi, con uno dei due soggetti coinvolti che cerca di litigare via stampa con quell’altro, mentre quell’altro sta recuperando il sonno perduto e non sa che il giorno dopo, quando uscirà di casa, troverà il suo avversario ad aspettarlo lì sotto. Nel caso di Nuovo Giardino, l’avversario in questione potrebbe aspettarlo con una baguette in mano e volergliela infilare su per il...
...
...
...
...Voce fuori campo: “Autrice(C), fermati immediatamente e non scrivere niente di volgare.”
Dato che non ho ancora scritto niente di volgare, dopotutto basta omettere una parola che tutti hanno intuito per non esserlo, mi limiterò ad andare più a fondo nella descrizione.
Saimon: “Anch’io voglio andare più a fondo! Qualcuno mi dica immediatamente dov’è Nuovo Giardino. Non lo vedo più.”
Il Detersivo: “Credo che sia perché io ne ho approfittato per infilarmi. Comunque siete due Sk0rR3Tt1!!!11!, vi siete limitati a prendervi a sportellate tra di voi, ma non mi avete ceduto la vittoria su un piatto d’argento come avrebbero fatto i Rosbilton con Verstappino.”
Saimon: “Non nominarmi quella gente insulsa che non possiede baguette al retrogusto d’ascella. Quei due hanno sempre risolto le loro controversie in modo pacato, anche quando cercavano di rubarsi il pettine a vicenda.”
Il Gangster Rapper: “Quello Sk0rR3Tt0 di Leo 2.0 è scappato da molto tempo portandosi via l’unico pettine in mio possesso!”
Voce fuori campo: “Questo spiega molte cose...”
Saimon: “Via i piloti di Formula 1 da questo commento! Ma soprattutto via il Gangster Rapper, che non ha mai fatto con Leo quello che io vorrei fare con Nuovo Giardino. Vive les baguettes!”
Immagino che Saimon abbia trascorso gli ultimi trenta giri a imprecare in francese come avrebbe fatto Buemi al posto suo. H3lio nel frattempo era lì dietro che aspettava... che cosa stesse aspettando non lo so, ma secondo i telecronisti brasiliani (#GiaffoneForTheWin, o almeno penso che ci fosse anche stavolta) si stava avvicinando.
In effetti era sempre più vicino a Saimon, peccato che nel frattempo fosse stata esposta bandiera bianca.
Per fortuna il giro dopo la gara è finita, altrimenti H3lio avrebbe rischiato di prenderlo in quel posto da...
...
...
...
...OMG! OMG! OMG! *________* Conor Daly in top-5! *festeggia ballando la samba*

Alla fine della gara, stando a quanto ho letto, Nuovo Giardino si sarebbe diretto al cospetto di Saimon per stringergli la mano, ma Saimon invece di stringergliela l’avrebbe mandato a provare a imparare, forse in altri termini.
In seguito, dalle sue dichiarazioni via stampa, l’impressione era quella che non provasse molta stima né per la manovra del suo compagno di squadra, né per l’autore stesso di quella manovra...
...
...
...
...e io, intanto, rimanevo lì con un dubbio.
Okay, va bene, litigate pure via stampa... ma un lancio di cappellini, almeno, vi degnate di farcelo vedere? O dobbiamo sperare nei Perocon?
L’Oki: “Naaahhhh, io e Checo siamo best friends forever. Vieni qui, Checo: anch’io ho una baguette e ho molta voglia di infilartela in quel posto.”
Checoooo: “Help me! Maldiiii, dove sei? Non lasciarmi qui, incustodito, in compagnia di questo pazzo scatenato! È un bambino kattivohhhh! Io non gli ho fatto nulla di male, l’ho solo speronato nel tentativo di buttarlo fuori pista, dopo che si era permesso di sorpassarmi!”
L’Oki: “Hai cercato di uccidermi!”
Il loro team principal, sbattendoli l’uno contro l’altro: “Piantatelahhhh! Chi credete di essere, Schumacher e Coulthard?!”
L’Oki: “Sì, Checo, vieni qua che ti rompo quell’enorme mascella con la mia baguette!”
Checo: “Non vale! Non puoi essere MSC e al contempo usare la baguette! Charlie, Charlie, hai visto?! Black flag, black flag, black flag!”
L’Oki: “Neanche essere al contempo Coulthard e Vettel vale. Sei tu che dovresti essere squalificato.”
Il Gangster Rapper: “Leo, te l’ho sempre detto che dovevamo dare il buon esempio ai bambini! Tu non mi sei mai stato a sentire e questi sono i risultati!”
Leo 2.0: “Vogliamo parlare di te che ti sei intrufolato in un commento alla gara di Indycar? Ciò non è corretto. Tornatene al posto tuo.”
Il Gangster Rapper: “Okay. AAAAWWWWW!”
Leo 2.0: “Tutto bene?”
Il Gangster Rapper: “Sì, sono vicino a Sebby F*ckettel ed è un ammmmmmore! *-* Se fossi al posto di Saimon, salterei addosso a Nuovo Giardino. Dopotutto è un figonehhhh biondohhhh con gli occhihhhh azzurrihhhh. Non mi sembra che abbia le bracciahhhh tatuatehhhh come Kmag, ma potrebbe avere il fondoschiena tatuato!”
Saimon: “Ho cercato di scoprirlo, ma appena ha visto la baguette è corso a nascondersi dietro a un flacone di detersivo neozelandese.”
Il Detersivo: “Vai via, Nuovo Giardino! Io amo solo RHR!”
Voce fuori campo: “Questo sì che è un plot-twist.”
Dalyyyy: “Io, intanto, sono arrivato in top-5 e nessuno mi ca*a.”

In effetti ci sarebbero altre cose di cui occuparsi, come ad esempio il fatto che Daly ha chiuso in top-5! <3 Poi a chiudere la top-ten c’era Bourdeeeeyyyyy. *inchino* Al traguardo ci sono arrivati in quattordici. L’ultimo di costoro era...
...
...
...wait, wait, wait: al traguardo ci sono arrivati in tredici, ma dato che essere in tredici in pista, è continuata quella grande illusione che Sonniferetti esista davvero e il suo nome è stato scritto in quattordicesima posizione per abbellire la grafica.

RISULTATO: 1. Josef Newgarden (Penske), 2. Scott Dixon (Ganassi), 3. Simon Pagenaud (Penske), 4. Helio Castroneves (Penske), 5. Conor Daly (Foyt), 6. Alexander Rossi (Andretti/Herta), 7. Charlie Kimball (Ganassi), 8. James Hinchcliffe (Schmidt), 9. Carlos Muñoz (Foyt), 10. Sebastien Bourdais (Coyne), 11. Sebastian Saavedra (Schmidt), 12. Graham Rahal (Rahal), 13. Ed Jones (Coyne), 14. Marco Andretti (Andretti), 15. Ryan Hunter-Reay (Andretti), 16. Tony Kanaan (Ganassi), 17. Max Chilton (Ganassi), 18. J.R. Hildebrand (Carpenter), 19. Takuma Sato (Andretti), 20. Will Power (Penske), 21. Ed Carpenter (Carpenter).

In questo momento Newgarden si trova in testa alla classifica con 536 punti e, mentre si appresta ad affilare la baguette per l’imminente duello, Pagenaud non può nemmeno accontentarsi della seconda posizione: quella la occupa Dixon, secondo classificato in gara, che si è portato a 510. Pagenaud e Castroneves sono appaiati a 502, ma i risultati ottenuti finora rendono Pagenaud terzo e Castroneves quarto.
Oltre ad essere leader della classifica, è anche il primo pilota che in questa stagione ha conquistato ben quattro vittorie.
Ora gli ovali sono finiti.
Mancano Watkins Glen e Sonoma.
Watkins Glen sarà domenica prossima, poi ci sarà una settimana di nulla cosmico, infine Sonoma due settimane dopo Watkins Glen.
Con questo chiudo il mio commento. Ho anche quello al gran premio di Formula 1 da scrivere.

domenica 27 agosto 2017

Gran Premio del Belgio: qualifiche e gara

Il weekend di Spa Francorchamps è iniziato con Hamilton, Vandoorne ed Ericsson che, per la prima volta in questa stagione, testavano l'halo. Dopo pochi giri, comunque, l'halo è stato rimosso da tutti, che si sono concentrati sul weekend.
La top-6 è stata composta dagli stessi sei piloti , in ordine diverso, nelle tre sessioni di libere.
FP1: Raikkonen, Hamilton, Vettel, Verstappen, Ricciardo, Bottas (le Mercedes hanno girato sulle soft, gli altri sulle supersoft).
FP2: Hamilton, Raikkonen, Bottas, Verstappen, Vettel, Ricciardo (tempi registrati all'inizio della sessione, perché dopo è venuto a piovere).
FP3: Raikkonen, Vettel, Hamilton, Verstappen, Bottas, Ricciardo.

Il responso delle qualifiche è stato in linea con quanto visto nelle prove libere: Mercedes e Ferrari sparse per le prime due file, con a seguire le Redbull. A seguire hanno completato la top-ten le Renault e le Force India in ordine sparse, con Palmer che ha festeggiato la conservazione del volante per il resto della stagione(?) con una top-ten in qualifica, poi annullata da una penalità.
In Q3 in Ferrari si è rivisto l'uso delle scie, con Vettel che ha fatto registrare il secondo tempo che valeva la prima fila in scia a Raikkonen. Hamilton, frattanto, ha eguagliato, nel weekend del suo 200esimo gran premio, il record di 68 pole position appartenente a Michael Schumacher.

1. Hamilton Mercedes - 2. Vettel Ferrari
3. Bottas Mercedes - 4. Raikkonen Ferrari
5. Verstappen Redbull - 6. Ricciardo Redbull
7. Hulkenberg Renault - 8. Perez Force India
9. Ocon Force India - 10. Palmer Renault
11. Alonso McLaren - 12. Grosjean Haas
13. Magnussen Haas - 14. Sainz Toro Rosso
15. Vandoorne McLaren - 16. Massa Williams
17. Kvyat Toro Rosso - 18. Stroll Williams
19. Ericsson Sauber - 20. Wehrlein Sauber

Oltre che per Palmer, partito 14°, retrocessione sulla griglia anche per Vandoorne: 65 posizioni di retrocesione per sostituzione di vari componenti del motore.
Alla partenza tutti erano molto vicini, ma nella top-6 ciascuno ha mantenuto la propria posizione.
Alonso, risalito al settimo posto era nel frattempo in lotta con Hulkenberg e Ocon, quest'ultimo come il compagno di squadra Perez aveva perso posizioni in partenza (dopo un probabile contatto tra i due), anche se meno di Perez. Alonso non è comunque durato molto in settima posizione, in quanto più lento delle Force India e delle Haas che aveva dietro di sé.
Wehrlein si è ritirato dopo pochi giri di gara andando a parcheggiare ai box, mentre all'8° giro è stata la volta di Verstappen che ha iniziato a rallentare parcheggiando in una via di fuga: né VSC né SC sono state necessarie, mentre Raikkonen è stato messo sotto investigazione per non avere rallentato in presenza di doppie bandiere gialle. Qualcuno, nelle retrovie, iniziava a rientrare a box e in Williams hanno perso molto tempo per un pitstop andato male con Stroll.

Le Mercedes si sono fermate al 12° e al 14° giro, prima Hamilton e poi Bottas, per passare da ultrasoft a soft.
Vettel è stato il primo dei ferraristi a rientrare, mentre Hamilton prendeva di nuovo la testa della gara superando Raikkonen che non si era ancora fermato: l'avrebbe fatto un giro più tardi, tornando in pista davanti a Ricciardo: posizioni invariate in top-5, con il gap tra i primi due passato da 1.7 a due secondi, e con l'australiano unico sulle supersoft invece che sulle soft.
Mentre Vettel si avvicinava a Hamilton raggiungendo a un certo punto anche la zona DRS, Raikkonen veniva penalizzato con 10 secondi di stop-and-go old style per il fatto delle doppie bandiere gialle, tornando in pista in settima posizione, dietro a Ricciardo, Hulkenberg e Ocon. L'altra Force India di Perez era ottava e il pilota si è guadagnato 5 secondi di penalità per "leaving the track and gaining advantage".
Al 25° giro, dopo avere in precedenza superato Ocon, Raikkonen ha superato anche Hulkenberg per la quinta posizione.
Frattanto al 26° giro Alonso si è ritirato parcheggiando ai box per un guasto al motore, dopo essere stato coinvolto peraltro in un duello con Palmer che aveva imprecato contro di lui via radio.

Le Force India erano in lotta tra di loro dopo avere effettuato il secondo pitstop e, nel caso di Perez, scontato i 5 sec di penalità.
Perez ha superato Ocon che via radio ha iniziato a lamentarsi con la squadra di avere pasticciato con le strategie permettendo a Perez di undercuttarlo entrando prima di lui ai box. Ocon ha tentato di riprendersi la posizione e i due sono venuti a contatto: i due hanno proseguito perdendo pezzi ed è entrata in pista la safety car. Ocon, quello che aveva riportato meno danni, è tornato in pista in top-10 dopo avere sostituito l'ala anteriore, mentre Perez è tornato in pista nelle retrovie dopo essere rientrato ai box su tre ruote.
I piloti della top-5 sono rientrati tutti ai box, con posizioni rimaste invariate, così come quella di Hulkenberg e di Grosjean risalito 7° dopo il crash delle Force India. Di fatto l'unico undercut che si è visto in top-10 è stato quello di Massa nei confronti di Magnussen per l'8^ posizione.
La safety car entrata al 30° giro, rimanendo in pista abbastanza a lungo per consentire ai doppiati di sdoppiarsi.

La gara è ripartita con 11 giri ancora da disputare: Hamilton su gomme soft e Vettel su supersoft sono arrivati ad affiancarsi l'uno con l'altro e Hamilton ha mantenuto la posizione, mentre dietro c'erano affiancate ben tre vetture: Bottas, Ricciardo e Raikkonen con il pilota della Mercedes che ha perso due posizioni in quel duello. Magnussen, nel frattempo, rimasto coinvolto in un mezzo contatto tra Grosjean e Massa, è finito fuori pista venendo costretto a un nuovo pitstop che l'ha fatto precipitare nelle retrovie.
Nei giri conclusivi il gap tra Hamilton e Vettel ha oscillato tra un secondo e un secondo e mezzo, senza mai entrare nella DRS zone. Le posizioni sono rimaste invariate fino al traguardo, non solo davanti, ma anche in tutte le posizioni eccetto quelle delle retrovie, dove Perez è rientrato ai box per ritirarsi a pochi giri dalla fine, mentre Ericsson è stato superato da Magnussen all'ultimo giro. Tutte le vetture hanno chiuso a pieni giri.

RISULTATO:
1. Lewis Hamilton - Mercedes
2. Sebastian Vettel - Ferrari
3. Daniel Ricciardo - Redbull
4. Kimi Raikkonen - Ferrari
5. Valtteri Bottas - Mercedes
6. Nico Hulkenberg - Renault
7. Romain Grosjean - Haas
9. Felipe Massa - Williams
10. Carlos Sainz - Toro Rosso
11. Lance Stroll - Williams
12. Daniil Kvyat - Toro Rosso
13. Jolyon Palmer - Renault
14. Stoffel Vandoorne - McLaren
15. Kevin Magnussen - Haas
16. Marcus Ericsson - Sauber
Rit. Sergio Perez - Force India
Rit. Fernando Alonso - McLaren
Rit. Max Verstappen - Redbull
Rit. Pascal Wehrlein - Sauber

TOP: i Vettelton oggi erano davvero imprendibili, anche da quelli che guidavano vetture uguali alle loro. Il loro gap in classifica è attualmente di 7 punti a vantaggio di Vettel.

TOP ONORARIO: Vettel che, durante le interviste sul podio da parte di Webber, si è ricordato del compleanno di quest'ultimo e gli ha fatto gli auguri!#WebberettelIsLove.

FLOP: le Force India... quanti punti hanno perso per strada da quando hanno iniziato a crashare l'uno con l'altro?
Aggiungerei il telecronista che ha detto che Hamilton ha vinto la sua 200esima gara in carriera, esattamente com'era successo a Schumacher (Spagna 2004?) e a Rosberg (Singapore 2016). Nulla di falso in tutto ciò, ma si è dimenticato di aggiungerne un altro, ovvero Button che vinse il 200esimo in Ungheria 2011!

FLOP ONORARIO: un giornale bimestrale della mia zona, che nell'anteprima del GP ha elencato i vincitori delle ultime sei edizioni, è riuscito a topparne ben due su sei, assegnando la vittoria del 2014 a Rosberg invece che a Ricciardo e quella del 2012 ad Alonso invece che a Button. Mi lascia perplessa soprattutto il 2012, dato che non stiamo parlando nemmeno di un pilota che è finito sul podio, ma di un pilota che si è ritirato per incidente al via e peraltro in uno degli incidenti più famosi degli ultimi anni!

Milly Sunshine per F1GC.

La GP2 e la GP3 a Spa Francorchamps

Il weekend di Spa Francorchamps ci ha riportato sia la GP2 sia la GP3, di cui mi sembra il caso di ripercorrere quanto visto finora.

Innanzi tutto il campionato di GP2 o, secondo il rebranding, Formula 2, è iniziato in Bahrein e sono seguiti Spagna, Montecarlo, Azerbaijan, Austria, Gran Bretagna e Ungheria.

Nel corso dei primi sette doppi appuntamenti, il campione in carica della GP3 Charles Leclerc ne ha vinti cinque: la sprint race della domenica a Sahkir e le feature race del sabato a Montmelò, Baku, Redbullring e Silverstone.
Il suo migliore weekend, dal punto di vista dei risultati, è stato Baku (2° nella sprint race), il peggiore senz'altro nel weekend di casa a Monaco, dove ha portato a casa due ritiri.
Nelle prime sei qualifiche, inoltre, ha sempre ottenuto la pole position, mentre è stato squalificato all'Hungaroring dopo avere ottenuto il miglior tempo. La pole è andata quindi al britannico Oliver Rowland, che ha ottenuto la seconda vittoria stagionale dopo Gara 1 a Monaco.
Anche il russo Artem Markelov ha ottenuto due vittorie nei primi sette doppi appuntamenti: Gara 1 in Bahrein e Gara 2 in Austria, così come Matsushita che, dopo avere vinto la sprint race a Montmelò, ha vinto la gara della domenica in Ungheria.
Hanno conquistato una sola vittoria tra il Bahrein e l'Hungaroring anche Nyck De Vries (Gara 2 a Monaco), Norman Nato (Gara 2 a Baku) e Nicholas Latifi (Gara 2 a Silverstone).
Tra i piloti a secco di vittorie hanno fatto apparizioni sul podio gli italiani Luca Ghiotto e Antonio Fuoco (tre secondi posti il primo, un terzo posto il secondo), il venezuelano Johnny Cecotto jr e il tailandese Alexander Albon (un secondo posto per ciascuno) e lo svedese Gustav Malja (un terzo posto).

Il calendario della GP3, il cui nome è rimasto invariato diversamente da quello della GP2, è decisamente più ridotto di quello della GP2: quattro doppi apputamenti, in Spagna, Austria, Gran Bretagna e Ungheria è tutto ciò che abbiamo visto prima della pausa estiva.
Nell'appuntamento spagnolo i vincitori sono stati due piloti asiatici: il giapponese Nirei Fukuzumi nella feature race e l'indiano Arjun Maini nella sprint race.
Il britannico George Russell, pilota del junior team Mercedes, ha vinto la feature race sia in Austria sia in Gran Bretagna, senza però cogliere altri piazzamenti sul podio nei primi quattro appuntamenti stagionali, mentre il suo connazionale Jack Aitken conta una vittoria nella feature race ungherese. Al Redbullring è stato il sudafricano Raoul Hyman il primo a passare sotto la bandiera a scacchi nella gara della domenica, mentre le sprint race di Silverstone e Hungaroring sono state vinte da Giuliano Alesi, figlio dell'ex pilota Ferrari. Il francese è stato, oltre a Russell, l'unico altro pilota a ottenere due vittorie prima dell'estate.
Tra i piloti che non hanno vinto nessuna gara hanno ottenuto dei piazzamenti sul podio il francese Anthoine Hubert (un secondo e un terzo posto), l'italiano Alessio Lorandi (tre terzi posti), il francese Dorian Boccolacci e lo statunitense Ryan Tveter (un secondo posto per entrambi), il finlandese Niko Kari pilota del Redbull junior team e lo svizzero Kevin Jorg (entrambi autori di un terzo posto).

In GP3 la feature race del GP del Belgio è stata vinta da George Russell, pilota della ART, davanti ai compagni di squadra Jack Aitken e Nirei Fukuzumi, che ha raggiunto quota tre vittorie, risultato raggiunto nella sprint race da Giuliano Alesi: partito dalla seconda casella della griglia di partenza davanti proprio a George Russell, mentre terzo si è classificato Ryan Tveter.

In Formula 2 Charles Leclerc è stato il primo a tagliare il traguardo in prima posizione nella gara di sabato, con quasi mezzo minuto di vantaggio nei confronti di Oliver Rowland. Plot-twist: sono stati squalificati entrambi per irregolarità tecniche e la vittoria è stata, di conseguenza, assegnata ad Artem Markelov. Gli italiani Luca Ghiotto e Antonio Fuoco sono stati promossi al second e al terzo posto.
Nella sprint race di domenica è stato il brasiliano Sergio Sette-Camara a vincere, davanti a Nyck De Vries e Luca Ghiotto.

Entrambe le serie torneranno in azione la prossima settimana a Monza.

sabato 26 agosto 2017

#BloggerDuty: il GP del Belgio 1991 rivive

Tanta gente ha parlato del debutto di Michael Schumacher, avvenuto il 25 Agosto di ventisei anni fa. Io ho deciso di fare di più: mi sono vista tutta la gara, che già avevo guardato qualche anno fa (grazie, Youtube), pertanto non mi limiterò a ridare lustro al debutto di MSC, ma parlerò anche di tutto quello che gli girava intorno.
Chi non girava intorno era purtroppo Aguri Suzuki, nel senso che non girava intorno alla pista, o almeno non dopo le qualifiche, dopo le quali fu mestamente mandato a giocare a briscola con la sua tuta da pagliaccio della Lola Larrousse, in compagnia dei Lambo Boyssss Larini e Van De Poele, oltre che di Caffi, pilota della Footwork. Potevano definirsi fortunati: le AGS di Tarquini e Barbazza (quello che avrebbe fatto un punto con la Minardi a Donington 1993), l'altra Footwork di Alboreto e la Coloni di Chaves erano già out da qualcosa come due giorni, a quel punto, non avendo superato le prequalifiche. #ChavesCampioneDiBriscola.

Nelle qualifiche, terminate con Ayrton Senna che otteneva l'ennesima pole position (all'epoca ne aveva ottenute qualcosa come una cinquantina), c'era un nuovo ragazzino un po' meno ragazzino di quanto non lo sia Verstappino attualmente che stava facendo parlare di sé: indossava una tuta verde, guidava una Jordan con il numero 32, sponsorizzata dalla 7Up e si era posizionato settimo sulla griglia di partenza dopo la Q2, dato che all'epoca si chiamava così la qualifica del sabato. Quel ragazzino in tuta verde era Michael Schumacher. #JordanPower. Devo narrare anche le peripezie di Gachot, che avevano condotto MSC al volante, oppure possiamo soprassedere ed evitare di menzionare il fatto che Gachot fosse finito in carcere per avere spruzzato spray urticante in faccia a un tassista da qualche parte in Gran Bretagna. Oops, l'ho già menzionato.
Michael Schumacher si ritira durante il GP del Belgio 1991
Ciò era accaduto da mesi, durante una rissa scoppiata a causa di un tamponamento(?) e Gachot non si aspettava di finire in carcere per tale ragione. Invece ci finì, nel pieno dell'estate, e il sedile della Jordan numero 32 rimase vacante. Leggo ora su F1fanatic.com che MSC riuscì ad accaparrarsi quel volante nonostante in cima alla lista dei piloti che Eddie Jordan avrebbe voluto piazzare al volante ci fossero, nell'ordine: Keke Rosberg (wtf?! O.O ...ehm, volevo dire, quello era senza ombra di dubbio una giovane promessa), Stefan Johansson e Derek Warvick. Poi si mise in mezzo Willi Weber, si mise in mezzo il fatto che nessuno dei tre voleva sborsare soldi per guidare la Jordan e tutto si concretizzò con il debutto di MSC, la cui gara durò meno di un giro, dopodiché fu fermato da un guasto alla frizione.
Per il suo predecessore, nel frattempo, era stata avviata una campagna chiamata #FreeGachot, magari senza l'hashtag, ma al giorno d'oggi fa più effetto, che prevedeva la vendita di gadget con quel logo. Gachot rimase in carcere per due mesi. A fine stagione rientrò in Formula 1 andando ad affiancare Aguri Suzuki alla Lola Larrousse. In seguito, nel 1994/1995, gareggiò per la Pacific, di cui possedeva anche una quota.

Tornando al GP del Belgio, ci furono molti ritiri dovuti a problemi tecnici: MSC fu preceduto poco dopo dalla Leyton House di Gugelmin e dalla Ferrari di Prost... sì, insomma, quella che aveva le performance di un camion, per intenderci. Il collegamento era proprio iniziato con un'inquadratura del suo naso alla francese, in quel gran premio, peraltro, ed era stato citato il fatto che partisse dalla prima fila. La rossa vettura si ritirò in una nuvola di fumo, sorte che sarebbe toccata anche a quella di Alesi a quasi tre quarti di gara.
A fine gara si ritira anche l'altra Jordan
Si ritirarono per problemi tecnici anche l'altra Leyton House di Ivan Capelli (NOOHHHHH!), le Tyrrell di Nakajima Sr e Modena (con quest'ultimo che nella prima metà di gara era rimasto coinvolto in un presunto unsafe release di Berger), la Ligier di Comas, le Minardi di Morbidelli e Martini, nonché i due Finnish Bros: Hakkinen con la Lotus e Letho con la Dallara.
Non furono i soli: si ritirò anche il championship-contender Nigel Mansell, lungamente secondo e impegnato in un duello per la vittoria con Senna, nonché Andrea De Cesaris, che era risalito fino alla seconda posizione. #JordanPower. Qualcuno in giro per il web sostiene che il pilota romano avrebbe potuto puntare addirittura alla vittoria in quanto più veloce di Senna nelle ultime fasi di gara, ma mi sembra una teoria un po' campata in aria. Mancavano tre giri alla fine quando parcheggiò e fu classificato ultimo.
In quei frangenti la McLaren andò a conquistare la doppietta, in quanto Berger superò Patrese per la seconda posizione: il pilota della Williams aveva problemi tecnici ed era destinato a chiudere quinto, superato anche dalle Benetton di Piquet e Moreno. AAAAAWWWW, MORENO! <3 L'ultimo punto disponibile, quello del sesto classificato, se lo accaparrò Mark Blundell sulla Brabham, mentre giunsero al traguardo fuori dalla zona punti la Lotus di Herbert, la Dallara di Pirro, la Brabham di Brundle, la Fondmetal di Grouillard e, in undicesima posizione, la Ligier di Boutsen, pilota di casa.

Nel caso qualcuno di voi non lo sappia, nei giorni che seguirono ci fu un po' di confusione tra la Jordan e la Benetton: Michael Schumacher non aveva un contratto per i gran premi successivi, ma pare che fosse già stato abbozzato, anche se non firmato. Quel contratto non lo firmò mai e accettò un'offerta da parte di Flavio Briatore per accasarsi alla Benetton, in linea teorica per il solo 1992/93, dato che aveva un contratto con la Mercedes per gareggiare sulla Sauber quando questa avesse avuto motori Mercedes ufficiali, dal 1994, contratto che fu in seguito rescisso.
Roberto Moreno, lasciato a piedi dalla Benetton, che secondo voci di corridoio già da tempo non aspettava altro che una scusa per metterlo a piedi, venne provvisoriamente "parcheggiato" alla Jordan, prima di essere rimpiazzato da Alex Zanardi, che curiosamente pare avesse rifiutato il posto in Benetton poi accettato da MSC. Moreno uscì di scena, ma non per molto: nel 1992 era destinato a compiere l'eroica azione di portare un'Andrea Moda sulla griglia di partenza di un gran premio.

Per il resto direi che possiamo chiudere qui questo post. Mi sono limitata a scrivere cose già dette e ridette (però, sarò sincera, non avevo la più pallida idea che Keke Rosberg, alla venerdanda età di 43 anni, fosse stato uno dei potenziali candidati a sostituire Gachot - si scoprono giorno dopo giorno sempre delle cose nuove), però un po' di revival non fa mai male.

venerdì 25 agosto 2017

Commento bonus: riepilogo della stagione 2016/2017 [FORMULA E]

Come succede ogni volta che termina un campionato, è doveroso fermarsi per un attimo a riflettere su quanto si è visto nel corso del campionato.
Il campionato in questione è quello di Formula E, che terminava lo scorso 30 Luglio dopo essere iniziato il 9 Ottobre. Sì, perché ufficialmente il campionato di Formula E non va da marzo a novembre, ma da ottobre a luglio, anche se si presume che in futuro le cose possano cambiare.
Facendo un po' di mente locale, stiamo parlando di quella serie N010S1SS1M4 in cui le vetture non fanno rumore (mi permetto di dissentire: si sente lo stesso rumore di quanto il vicino del piano di sopra passa l'aspirapolvere) e in cui i gran premi si chiamano eprix.

[TEAM E PILOTI]
Facendo un altro po' di mente locale, inizierei questo riepilogo illustrandovi chi fossero i partecipanti.
In E-DAMS RENAULT c'era al volante il campione del mondo in carica, tale Sebastien Buemi, colui che venne oltraggiosamente appiedato dalla Toro Rosso per mettere al suo posto Daniel Ricciardo. Buemi non ha l'abitudine di sorridere come Ricciardo, ma ha spesso l'abitudine di imprecare in francese via radio. Il suo compagno di squadra, figlio di un certo ex campione del mondo di Formula 1 che ha un graziosissimo naso alla francese, è Nicolas Prost, da sempre colpevolizzato durante le telecronache per essere meno veloce del padre. Pare che sia un fanboy di Iceman, dato che suo figlio si chiama Kimi. Essendo francese, si pronuncia verosimilmente Kimì.
Grande avversario di Buemi nel corso degli anni era Lucas Di Grassi, pilota del team AUDISPORT ABT, nonché secondo classificato nel campionato 2015/2016. Accanto a lui Daniel Abt che, come Prost Jr, non si è mai dimostrato come un potenziale candidato al titolo.
C'era anche un team indiano: la MAHINDRA, di cui un tempo vestivano i colori i Karuno (se non sapete di chi sto parlando, quelli dell'originaria HRT), ma di cui nell'ultimo anno hanno vestito i colori un certo Nick Heidfeld, che anche in Formula E si è confermato inseguitore della prima vittoria in carriera, oltre che il figonehhhh nordicohhhh biondohhhh con gli occhihhhh azzurrihhhh Felix Rosenqvist. Un po' di gente random, nel vedere le sue foto, lo scambia per Kmag o per Ericsson.
Poi c'era la NEXTEV, con al volante due nostre vecchie conoscenze: uno dei due era Nelsinho Piquet, campione del mondo nella prima edizione 2014/2015, famoso per non avere cavato un ragno dal buco nella stagione seguente, affiancato da Oliver Turvey, che, quando gareggiava in GP2 ai tempi in cui la GP2 veniva trasmessa sulla Rai, abbiamo scoperto grazie a Mazzoni essere laureato in ingegneria meccanica.
A proposito di vecchie glorie conosciute dal fanbase F1-friendly, gli occhi azzurro shocking di Jerome D'Ambrosio si mettevano in mostra al volante della DRAGON, la cui altra vettura era guidata da quel Loic Duval, che troviamo anche, di solito, nel DTM.
Gli occhi azzurri non si esaurivano con D'Ambrosio, perché c'era un esponente della categoria dei figonihhhh con gli occhihhhh azzurrihhhh (che peraltro ha posato nudo anni fa per una campagna pubblicitaria per la prevenzione del tumore ai testicoli) anche al volante della VIRGIN: si tratta di Sam Bird, che faceva coppia, non in senso slash, con José Lopez, quello che a suo tempo era stato ingaggiato dal presunto team americano USF1 per debuttare nel campionato 2010.
A proposito di team americani, la Andretti family ha messo le mani anche sulla Formula E ed esiste, da anni, anche un team ANDRETTI: in questa stagione trovvavamo al volante Antonio Felix Da Costa e Robin Frijns, uno di cui mi è difficile ricordare come si scriva il cognome.
C'era anche un team VENTURI, al volante del quale avevamo nientemeno che Stephane Sarrazin, partecipante a suo tempo a un gran premio al volante di una Minardi negli anni '90, affiancato da Maro Engel, che come Duval in genere troviamo nel DTM.
C'era un team cinese, chiamato TECHEETAH, dove al volante c'era nientemeno che Jean-Eric Vergne, conosciuto negli ambienti fungirl-friendly con l'acronimo JEV. Accanto a lui Ma Qing Hua, da me ribattezzato My King Juan perché secondo me sarebbe stato perfetto per saltare sui tombini, pilota cinese che se non vado errata molto tempo fa vedemmo al volante di qualche carretta durante qualche giornata del venerdì in Formula 1.
Last but not least, anche un nome storico come quello della JAGUAR faceva il proprio ingresso in Formula E all'inizio della stagione, mettendo al volante Mitch Evans, personaggio che divide le folle a condizione che le folle in questione siano costituite da fungirl, nonché Adam Carroll.

[MINI-REVIEW DELLA STAGIONE]
La Formula E 2016/2017 è iniziata in estremo oriente, nello specifico a HONG-KONG. Partiva dalla pole position Crashgateinho Piquet, ma non si è ripetuto in gara, dove la vittoria è andata a Buemi. Il pilota svizzero si è imposto davanti al suo grande rivale Di Grassi, mentre completava il podio nientemeno che Heidfeld, su una Mahindra che sembrava decisamente messa meglio rispetto all'anno precedente.
L'eprix del Marocco, disputato a MARRAKECH nel mese di novembre, si sovrapponeva alle qualifiche del gran premio del Brasile (ho guardato entrambe le cose contemporaneamente ed è stato un delirio) e partiva dalla pole nientemeno che l'altro Mahindra Boy Rosenqvist: purtroppo per lui si è dovuto accontentare del gradino più basso del podio, mentre Buemi vinceva davanti a Sam Bird.
C'è stata una pausa fino agli albori del 2017 e allora è arrivato l'eprix di BUENOS AIRES: ha vinto di nuovo Buemi, davanti a Vergne e Di Grassi, con quest'ultimo partito dalla pole position. 3/3 per Buemi, che sembrava sempre di più il favorito per il titolo.

Per vedere il primo cambio di line-up abbiamo dovuto aspettare l'eprix di CITTÀ DEL MESSICO, disputato il 1° aprile, in cui Esteban Gutierrez ha rimpiazzato Ma Qing Hua al volante della Techeetah.
Partito dalle retrovie, Di Grassi ha ottenuto la prima vittoria stagionale, tenendosi dietro nientemeno che Jev e Sam Bird. Buemi, frattanto, era stabilmente lontano dalla top-ten.
Buemi e Di Grassi si sono ritrovati a stretto contatto l'uno con l'altro e si sono abbracciati in modo tanto aaaaaawwwww dopo che Buemi aveva vinto l'eprix di Montecarlo, disputato nel mese di maggio, davanti a Di Grassi, appunto, e a Heidfeld.
Plot-twist: altri cambi di line-up, stavolta provvisori, per l'eprix di PARIGI che si sovrapponeva con il DTM: Mike Conway alla Dragon al posto di Duval, Tom Dillmann al posto di Engel.
Non ci sono stati plot-twist dal punto di vista dei risultati, per Buemi: ha vinto di nuovo, partendo dalla pole position. Non è andata altrettanto bene a Di Grassi, anzi... è finito nelle retrovie, mentre Lopez vedeva la luce del podio così come Heidfeld.

Dillmann è rimasto in Venturi anche per il doppio eprix di BERLINO, a fare coppia con Engel dopo che Sarrazin aveva lasciato la squadra per passare in Techeetah al posto di Gutierrez passato in Indycar. Di Grassi partiva dalla pole in Gara 1 a Berlino, ma in gara si è visto superare nientemeno che da Rosenqvist, che ha portato la Mahindra alla vittoria! #EpicWin. Di Grassi ha dovuto accontentarsi di un secondo posto che tutto sommato non era neanche male in confronto alla squalifica a cui è andato incontro Buemi, mentre sul gradino più basso del podio chiudeva l'altra Mahindra di Heidfeld.
Guess what? Rosenqvist era nella posizione migliore per vincere anche GARA 2, se non fosse che c'è stato un unsafe release nel quale sono rimasti coinvolti lui e Heidfeld. Rosenqvist è arrivato comunque primo al traguardo, ma una penalità per l'unsafe release l'ha fatto sprofondare al secondo posto e la vittoria è andata a Buemi, con Di Grassi in terza posizione.
Intanto si avvicinava il doppio evento di NEW YORK, ovvero quello che Buemi intendeva saltare per andare a prendere parte a un evento del WEC con cui l'eprix di New York si sovrapponeva. Al suo posto c'era in pista Pierre Gasly, mentre in Virgin c'era Alex Lynn per uno one-off al posto di Lopez, autore della pole position per Gara 1, ma destinato a ritirarsi in gara. Ha vinto Sam Bird, sia in Gara 1 sia in Gara 2 partendo dalla pole. Sul podio in gara 1 c'erano Vergne e Sarrazin, in gara 2 Rosenqvist e Heidfeld.
Non accadeva da Londra 2016, quando Nico Prost si impose sia al sabato sia alla domenica, che lo stesso pilota vincesse sia l'eprix del sabato sia quello della domenica.

Autore di un quarto e di un quinto posto nel weekend newyorkese, Di Grassi arrivava al doppio eprix di MONTREAL con un certo svantaggio in classifica nei confronti di Buemi.
Poi Buemi ha sfasciato la macchina nelle prove libere.
Poi è stato retrocesso sulla griglia di partenza.
Poi è addirittura stato squalificato per irregolarità tecniche dopo un arrivo in top-5 in una gara che Di Grassi aveva vinto dalla pole. Dietro di lui, sul podio, c'erano le Techeetah di Vergne e Sarrazin, ma non era il giorno adatto per filarsi Vergne e Sarrazin. Buemi, nel frattempo, se la prendeva con ogni malcapitato che incontrava, litigando davanti alle telecamere con chiunque. Nello specifico, ha litigato con Da Costa, Frijns e Abt, e con Da Costa ci ha litigato perché pensava di avere avuto un contatto con lui invece che con il suo compagno di squadra Frijns.
Da favorito, Buemi si è ritrovato ad avere bisogno di un miracolo per vincere il titolo.
Quel miracolo non c'è stato: mentre Di Grassi se la prendeva comoda con un settimo posto, Buemi non vedeva nemmeno la top-ten, il tutto mentre Rosenqvist, partito dalla pole, doveva accontentarsi di un secondo posto dopo avere ottenuto la pole: la vittoria è andata a Jev e il podio è stato completato da Lopez.

[VINCITORI E CLASSIFICA]
In conclusione Di Grassi ha vinto il titolo nonostante Buemi abbia vinto sei eprix su dodici, mentre i loro compagni di squadra non hanno visto la luce del podio nemmeno una volta. Nel caso di Prost Jr soprattutto, compagno di squadra di Buemi che di gare ne ha vinte sei, la cosa ha fatto abbastanza scalpore tanto da essere citata in telecronaca in numerose occasioni.
Evidentemente è una conferma che nel nostro nome c'è scritto il nostro destino... se anziché Nico si fosse chiamato Checo, magari avrebbe avuto qualche chance in più. #SorryNotSorry.

Questo è l'elenco dei vincitori:
1) HONG-KONG: Sebastien Buemi - eDams Renault
2) MARRAKECH: Sebastien Buemi - eDams Renault
3) BUENOS AIRES: Sebastien Buemi - eDams Renault
4) CITTÀ DEL MESSICO: Lucas Di Grassi - Audisport Abt
5) MONTECARLO: Sebastien Buemi - eDams Renault
6) PARIGI: Sebastien Buemi - eDams Renault
7) BERLINO I: Felix Rosenqvist - Mahindra Racing
8) BERLINO II: Sebastien Buemi - eDams Renault
9) NEW YORK I: Sam Bird - DS Virgin
10) NEW YORK II: Sam Bird - DS Virgin
11) MONTREAL I: Lucas Di Grassi - Audisport Abt
12) MONTREAL II: Jean-Eric Vergne - Techeetah

CLASSIFICA: 1. Di Grassi 181, 2. Buemi 157, 3. Rosenqvist 127, 4. Bird 122, 5. Vergne 117, 6. Prost 93, 7. Heidfeld 88, 8. Abt 67, 9. Lopez 65... ||| 1. eDams Renault 268, 2. Audisport Abt 248, 3. Mahindra Racing 215, 4. DS Virgin 150...

mercoledì 23 agosto 2017

Big crasher is watching you

Quando il Gran Premio del Belgio si avvicina tutti aprono la scatola dei ricordi parlando del debutto di Michael Schumacher, della sua prima vittoria, del suo incidente con Coulthard, del sorpasso che subì da Hakkinen con Zonta che stava in mezzo (proprio nell’anniversario del quale verrà disputata la gara domenica), dei festeggiamenti per i suoi vent’anni di carriera, di quelli per il 300esimo gran premio... e così via.
Potrei farlo anch’io, ma sono argomenti di cui ho già parlato varie volte e, almeno oggi, nella presentazione del Gran Premio del Belgio, preferirei dedicarmi ad altri argomenti, quelli che tendono a passare un po’ più in secondo piano. Vi prometto che a suo tempo vi racconterò qualcosa anche a proposito di alcuni degli argomenti di cui sopra, ma non anticipiamo i tempi, il fatto che ventisei anni fa in questi giorni Michael Schumacher fosse al volante di una Jordan sul circuito di Spa non deve fermarci, anche perché la nostra macchina del tempo ha deciso di essere selettiva: ci occupiamo degli ultimi dieci anni di Spa Francorchamps utilizzando come linea di spartiacque il fatto che nel 2006 in Belgio non venne disputato alcun gran premio.

Dieci anni fa all’epoca del GP del Belgio la Formula 1 non stava vivendo giorni normali come quelli attuali. C’era Hamilton in testa al mondiale con pochi punti su Alonso, c’erano polemiche tra Hamilton e Alonso, c’era Alonso che litigava con Ron Dennis, c’era la McLaren che finiva in tribunale per la spy-story, c’era il tribunale che squalificava la McLaren dalla classifica costruttori, c’erano rumour su tutto ciò che era collegato alla McLaren ed era anche una gran rottura di sfere, se devo dirla tutta.
Poi c’era la Ferrari che monopolizzava la prima fila e c’era Kimi Raikkonen che tagliava il traguardo da vincitore e festeggiava facendo burnout. Poi, sul podio, accanto a lui Felipe Massa e Fernando Alonso, Iceman terminava la propria giornata infilando la bottiglia di champagne dentro al trofeo. Non lo sapevamo ancora, ma anche grazie a quel risultato sarebbe stata possibile la sua scalata alla classifica che lo condusse a prendersi un titolo mondiale a cui, nell’agosto del 2007, due mesi prima che accadesse, nessuno avrebbe creduto.
Al giorno d’oggi Raikkonen è ancora in Ferrari, ha rinnovato anche per il 2018 e il suo ritiro sembra meno vicino di quanto potesse apparire in passato. È difficile che possa puntare a una vittoria, ma se la Formula 1 ha quel margine di imprevedibilità che quest’anno ha mandato una volta sul podio Strollino, allora è giusto che Raikkonen non perda le speranze. Massa sta in Williams, al giorno d’oggi, e il podio è difficile che lo veda anche con il binocolo, ma il messo peggio del terzetto presumo che sia Alonso, che in McLaren c’è tornato, ma che invece di lottare per il mondiale è già buona che possa vedere almeno la linea del traguardo.

Ne 2008 Alonso dalla McLaren se n’era andato e io stavo guardando la gara dopo un pranzo con vari 50-60enni amici e colleghi di mio padre.
La lotta per la vittoria sembrava avere come protagonisti Kimi Raikkonen e Lewis Hamilton: Ferrari vs McLaren, come era consuetudine in quell’epoca. Mio padre, che la gara non la stava neanche seguendo ma che non disdegnava di prendere per i fondelli i fanboy della Ferrari, mi esortò a tenere alti i colori della McLaren “in mezzo a tutti questi ferraristi”. Fu quel giorno che me ne uscii con qualcosa di campato in aria del tipo: io piuttosto che la McLaren preferirei che vincesse un gran premio Vettel sulla Toro Rosso. Una settimana più tardi accadde davvero e questo e tante altre cose che ho scritto in un passato più o meno recente mi fanno pensare che potrei candidarmi come pseudo-Nostradamus del motorsport.
Lasciamo da parte la Toro Rosso che non c’entra nulla in tutto ciò e torniamo al duello tra i Raikkolton (inventare ship name a caso è il mio nuovo hobby, temo). Non andò a finire molto bene, ci fu un sorpasso controverso al termine del quale Raikkonen era finito per prati mentre Hamilton andava sul podio a tracannare lo champagne del vincitore. Poi fu penalizzato e la vittoria fu attribuita d’ufficio a Felipe Massa. Nick Heidfeld, che era arrivato terzo, scalò secondo. Infine fu proprio la volta di Hamilton che, scontati i suoi 25 secondi di penalità, si appropriò della terza piazza alla quale Alonso, giunto quarto al traguardo con la Renault, aveva già strizzato un occhio.
Vi ho già raccontato dove si trova Massa al giorno d’oggi, quindi non mi resta che raccontarvi dove siano gli altri: Nick Heidfeld è in Formula E, dove sta ancora inseguendo la prima vittoria, mentre Lewis Hamilton guida un’argentea vettura che non è una McLaren, ma secondo i romanticoni del duello rosso vs grigio non ha importanza, la Mercedes è una McLaren nell’anima. Immagino che Hamilton speri che non lo sia anche nel motore.

Dopo il 2008 venne il 2009... quel 2009 in cui Giancarlo Fisichella piazzò una Force India in pole position. Prego, fate una standing ovation. Tra mezz’ora, quando la standing ovation sarà terminata, potrete riprendere la lettura.
Con mio grande disappunto la pole non si tradusse in vittoria, che invece andò a Kimi Raikkonen su Ferrari. Chiariamo una cosa, non ho niente contro la Ferrari e contro Raikkonen, però una vittoria della Force India sarebbe stata qualcosa di eroico.
Fisichella, che al giorno d’oggi di tanto in tanto ritroviamo ai box come inviato della Rai, portò a casa una preziosa seconda posizione, primo podio della storia della Force India e suo ultimo acuto prima del passaggio in Ferrari, mentre chiuse il podio Sebastian Vettel, all’epoca pilota Redbull. Al momento mi sfugge dove sia Vettel al giorno d’oggi, rifletterò in proposito nel corso dei prossimi paragrafi, così in seguito avrò qualcos’altro da raccontarvi.

Dovrei rifiutarmi categoricamente di scrivere questa frase: Mark Webber conquistò la pole position nel 2010 ma perse numerose posizioni in partenza. Dovrei, ma per doveri di cronaca lo faccio, specificando anche che riuscì a chiudere secondo. Vinse Lewis Hamilton, che all’epoca stava ancora in McLaren, e sul podio insieme a lui e al pilota della Redbull c’era Robert Kubica su Renault, mentre Alonso, che all’epoca era in Ferrari, si era ritirato.
Al giorno d’oggi Webber ha ormai da anni “lasciato questo mondo” [CIT.] e lo troviamo spesso a fare interviste sul podio, evitando di bere dalle scarpe di Ricciardo, mentre Kubica scalpita per riprendersi un posto in Renault, cosa che contro tutte le aspettative sembra non essere ancora accaduta.
Tornando ai fatti dell’epoca, era l’anno in cui Michael Schumacher era tornato al volante e, retrocesso per una manovra poco politically correct ai danni di Barrichello nel gran premio precedente, era partito dalle retrovie, per poi chiudere con un settimo posto.

Nel 2011 Michael Schumacher festeggiava a Spa Francorchamps i suoi vent’anni di carriera. Mazzoni si auspicò in telecronaca che potesse ottenere un buon risultato in qualifica. Subito venne inquadrata una Mercedes che, dopo avere perso una ruota, andava a sbattere. Dopo avere battuto le ciglia un paio di volte osservai: “questo non è Schumacher, vero?” I colori del casco mi dissero che, avendo il casco giallo, doveva essere Rosberg. Poi, un nanosecondo più tardi, Mazzoni rivelò che MSC portava un casco celebrativo dorato e che quello era lui. Ho raccontato questo episodio solo perché poi MSC ai microfoni Rai fece il trollone sostenendo che, dopo quanto accaduto tra lui e Coulthard nel 1998, si era abituato a girare su tre ruote a Spa! In quel preciso momento, sentendo Schumacher che dopo una qualifica terribile se ne stava a scherzare come se niente fosse durante le interviste, compresi che con tutta probabilità non avrebbe mai più vinto un gran premio, ma che non gliene sarebbe importato più di tanto. Partito 24°, chiuse la gara in quinta posizione.
Dalla pole era partito Vettel e la Redbull portò a casa una doppietta con lui e con Webber. Plot-twist, dato che non l’abbiamo ancora menzionato finora, nemmeno per il 2009: Jenson Button, su McLaren, arrivò terzo e andò a completare il podio. Anche per quanto riguarda lui penso che dovrò riflettere un po’, prima di ricordarmi dove sia al giorno d’oggi.

L’edizione del 2012, a cui è dedicato il titolo di questo post, partì con un grandissimo caos, innescato da una manovra folle del nostro amico RoGro. Erano accadute anche tante altre cose bellissime in quel weekend, come ad esempio il miglior tempo di Charles Pic a bordo di una Marussia nelle prove libere... Peccato che RoGro abbia catalizzato l’attenzione più di tutto il resto. Riuscì anche a buttare Perez e Maldonado l’uno addosso all’altro per una volta in cui non l’avevano fatto da soli. Poi eliminò Hamilton e Alonso. Distolse l’attenzione da tutto, perfino dall’eroico jump start di Maldonado.
Sul podio c’erano i colori della McLaren, della Redbull e della Lotus, rappresentati rispettivamente da Jenson Button, Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen. Mi sono ricordata, dato che probabilmente non mi toccherà più di menzionare Button fino alla fine di questo post, che al giorno d’oggi avrebbe dovuto essere in pensione, ma ha gareggiato al GP di Montecarlo e in questi giorni lo troviamo impegnato in Giappone nel SuperGT per la 1000 km di Suzuka. Visti i fatti di Montecarlo, al giorno d’oggi il Giappone è probabilmente l’unico luogo al mondo in cui il suo stile di guida potrebbe apparire tranquillo.
Tornando alle cose che contano, dopo il miglior tempo nelle prove libere 1, purtroppo Pic non fu altrettanto fortunato in gara seppure protagonista di un eroico duello con il compagno di squadra Timo Glock: fu quest’ultimo a portarsi a casa la 15esima piazza che si contendevano con tanto ardore da far pensare che valesse la vittoria del campionato.

La qualifica del 2013 fu qualcosa di eroico. Van Der Garde fu 14°, Bianchi fu 15° e Chilton fu 16°. Era la prima volta che ben tre vetture dei nuovi team accedevano alla Q2 destinata a rimanere l’unica, nonché la prima volta in cui vi accedevano entrambe le Marussia. In gara nessuno dei tre fu protagonista di momenti epici, con mio immenso dispiacere.
Vinse Sebastian Vettel su Redbull davanti a Fernando Alonso su Ferrari e Lewis Hamilton su Mercedes. Mi è venuto in mente che al giorno d’oggi Vettel corre per la Ferrari.

Nel 2014 la gara iniziò con un incidente tra i Rosbilton, che evidentemente non ci tenevano proprio a dare il buon esempio ai bambini, come ho già detto in numerose occasioni.
Chi diede il buon esempio ai bambini fu Daniel Ricciardo, che conquistò la vittoria e, visti gli standard dell’epoca, non aveva ancora iniziato a fare cose poco igieniche tipo bere champagne dalle proprie scarpe, con grande sollievo del secondo e terzo classificato, rispettivamente Nico Rosberg, che oltre due anni più tardi avrebbe avuto modo di bere comunque da una delle scarpe di Ricciardo, e Valtteri Bottas, a cui l’onore avrebbe potuto capitare due mesi fa, ma che rifiutò poco gentilmente lasciando quell’incombenza a Strollino.
Ricciardo al giorno d’oggi sta ancora in Redbull in attesa di potere bere champagne dalle proprie scarpe, Rosberg ha “lasciato questo mondo” [CIT.] a gambe levate preferendo una nuova vita in cui si scatta dei selfie ben lontano dalle scarpe di Ricciardo, mentre Bottas, che quel giorno aveva conquistato la terza piazza dopo un acceso duello con Raikkonen per procacciarsi una preziosa bottiglia di champagne, non indossa più una tuta della Williams ma continua a stare sulla strada di Raikkonen nel tentativo di procacciarsi preziose bottiglie di champagne.
Curiosità: in un’intervista di qualche tempo fa, letta su GPUpdate, a Bottas chiedevano varie cose random, tra cui di scegliere con quale pilota gli sarebbe “piaciuto” finire su un’isola deserta. Bottas ha risposto Raikkonen, adducendo come ragione che avrebbe dovuto parlare poco e che avrebbero potuto bersi delle birre insieme. #TantoAmmmmore. <3

Nel 2015 il Gran Premio venne disputato pochi giorni prima della nascita di Alaia Rosberg e di Matilda Vettel, anche se non sappiamo con esattezza quale delle due sia nata prima, perché prima della sua nascita non sapevamo nemmeno che Matilda Vettel fosse stata concepita.
I Mercedes Bros partivano affiancati in prima fila, ma con una zampata Perez superò Rosberg per la seconda posizione e io mi illusi che sarebbe salito sul podio e che magari avrebbe anche vinto la gara. Purtroppo i sogni di gloria di Perez vennero notevolmente ridimensionati e i Mercedes Bros fecero doppietta. Terzo avrebbe potuto arrivare Vettel, passato in Ferrari quell’anno, ma forò nelle fasi conclusive della gara lasciando la terza posizione a nientemeno che Romain Grosjean. Immagino che sul podio abbia poi criticato i Mercedes Bros perché un anno prima si erano limitati a prendersi a sportellate tra di loro invece di buttare fuori mezza griglia di partenza.
Per chi si stesse chiedendo che fine ha fatto RoGro: corre per la Haas, al giorno d’oggi, e da allora non vede la luce del podio.

Vincitore di quell’edizione, Lewis Hamilton partì dall’ultima fila l’anno successivo, a causa di 55 posizioni di retrocessione sulla griglia di partenza per sostituzione di vari componenti del motore, meno di quanti ne avevano sostituiti in McLaren sulla vettura di Alonso, a quanto pare, che di posizioni di retrocessione se ne era viste appioppare 60.
Vinse Nico Rosberg davanti a Daniel Ricciardo.
Il Gangster Rapper, comunque, riuscì a chiudere sul podio, aiutato anche da una bandiera rossa dovuta a un incidente di Magnussen avvenuto quando Hulkenberg si trovava in zona podio, bandiera rossa da cui venne aiutato anche Alonso, che riuscì a portare a casa una top-5, dietro appunto proprio a Hulkenberg, che per guardare il podio si servì di un binocolo.

GLI ORARI DEL WEEKEND: il GP del Belgio verrà trasmesso in differita dalla Rai, pertanto gli orari per chi seguisse le differite è quello riportato tra parentesi.

Prove libere 1: venerdì h.10.00 (Raisport1 h.15.30)
Prove libere 2: venerdì h.14.00 (Raisport1 h.18.30)
Prove libere 3: sabato h.11.00 (Raisport2 h.15.00)
Qualifiche: sabato h.14.00 (Raidue h.18.00)
Gara: domenica h.14.00 (Raidue h.21.00 ATTENZIONE AL TG!)