martedì 31 maggio 2022

Indycar 2022: #6 Indianapolis 500

Avete presente quella sensazione che si prova nel sapere che presto si svolgerà una delle gare automobilistiche più importanti e prestigiose al mondo e che solo i primi 33 qualificati avranno accesso alla griglia di partenza, mentre qualche povero sprovveduto la gara se la guarderà dall'esterno? Ecco, questa sensazione, quest'anno, non si può provare: il mese di maggio è già iniziato e non si arriva nemmeno ancora a 33, in un primo momento è difficile addirittura pensare a una griglia completa. Poi arriva il team Dragonspeed, che all'ultimo momento porta il pilota numero 33: si tratta di Stefan Wilson. Restano come facilmente prevedibile 33 e c'è la certezza che tutti quanti potranno andare sulla griglia. Credo ci siano sia lati negativi sia lati positivi in tutto ciò. Da un lato, quello negativo, non si raggiungerà mai quel turbine di emozioni provate nel vedere il confronto decisivo tra Kyle Kaiser e Fernando Alonso qualche anno fa, ma dall'altro è positivo sapere che appunto nessuno sarà escluso. Tutte le entry saranno in pista e le entry sono, nello specifico, queste:

- Penske: presente con tre vetture, guidate dai piloti titolari Josef Newgarden, Will Power e Scott McLaughlin;
- Chip Ganassi: oltre ai full time Alex Palou, Scott Dixon, Marcus Ericsson e Jimmie Johnson schiera una quinta vettura per Tony Kanaan;
- Andretti Autosport: oltre alle quattro vetture dei titolari Colton Herta, Alexander Rossi, Romain Grosjean e Devlin DeFrancesco, schiera una quinta vettura guidata da Marco Andretti;
- Arrow McLaren: porta tre vetture, guidate dai full time Felix Rosenqvist e Patricio O'Ward e da Juan Pablo Montoya che ha già preso parte anche al GP di Indianapolis Road Course;
- Carpenter: oltre alle due vetture di Conor Daly e Rinus Veekay è presente una terza vettura guidata da Ed Carpenter;
- Rahal Letterman: porta tre vetture guidate dai piloti titolari Graham Rahal, Jack Harvey e Christian Lundgaard;
- Meyer Shank: come da line-up full time schiera Helio Castroneves, quattro volte vincitore della Indy 500, e Simon Pagenaud;
- A.J.Foyt: oltre alle due vetture guidate dai titolari Dalton Kellett e Kyle Kirkwood, porta una terza vettura guidata da J.R. Hildebrand;
- Dale Coyne: è presente con due vetture, guidate dai piloti titolari Takuma Sato e David Malukas;
- Juncos: porta una sola vettura, guidata da Callum Ilott;
- come team one-off, Dreyer & Reinbold porta due vetture guidate da Sage Karam e Santino Ferrucci, mentre Dragonspeed ne porta una guidata da Stefan Wilson.

21/22 Maggio - è il fine settimana delle qualifiche, che hanno subito qualche modifica rispetto alle stagioni precedenti. Nello specifico al sabato vengono definite le posizioni della griglia eccetto le prime quattro file. Poi, la "Fast 12", alla domenica si qualifica di nuovo, per definire le prime quattro file della griglia. Veekay, O'Ward, Rosenqvist, Palou, Kanaan, Johnson, Carpenter, Ericsson, Grosjean, Dixon, Power e Sato sono i dodici piloti che conquistano questo onore e che sabato non sanno ancora da che casella della griglia partiranno otto giorni più tardi. La qualifica della Fast 12 in realtà è successivamente divisa in Fast 6, ma questo è un altro discorso. Quello che conta, alla fine, è che Dixon conquista la pole, la più veloce della storia della Cinquecento Miglia e che sono in tanti ad affermare che meriterebbe di vincere una seconda volta. Probabilmente qualcuno che fino a pochi giorni prima pensava che Dixon sia un V3KkYaCçY0 che dovrebbe ritirarsi cambia improvvisamente idea, in attesa che accada qualcosa che gli possa permettere di screditarlo ulteriormente.
Nel frattempo, nel weekend delle qualifiche, un simpaticone scredita la Indy 500 su Twitter, sostenendo che se "un backmarker della Formula 1" può classificarsi così avanti, allora deve essere una serie per piloti scarsi. Il suddetto backmarker della Formula 1 ne approfitta per rispondergli su Twitter, ricordandogli che tipo di monoposto guidava e che, nello stesso team, il suo ex compagno di squadra sta ottenendo grandi risultati. Mi piace questa ship Grosjean/ Magnussen, sarebbe bello prima o poi rivederli nello stesso team, anche se dubito che accadrà. In più credo che la carriera di RoGro abbia preso una svolta di un certo livello, rispetto a quando stava alla Haas. Ora però, credi sia meglio tornare a noi e occuparci della griglia di partenza:

1^ fila: Dixon, Palou, Veekay
2^ fila: Carpenter, Ericsson, Kanaan
3^ fila: O'Ward, Rosenqvist, Grosjean
4^ fila: Sato, Power, Johnson
5^ fila: Malukas, Newgarden, Ferrucci
6^ fila: Pagenaud, Hildebrand, Daly
7^ fila: Ilott, Rossi, Rahal
8^ fila: Karam, Andretti, DeFrancesco
9^ fila: Herta, McLaughlin, Castroneves
10^ fila: Kyrkwood, Kellett, Montoya
11^ fila: Lundgaard, Harvey, Wilson

29 Maggio - è il giorno della gara, che inizia nel tardo pomeriggio italiano (o primissima serata, a seconda di quale sia la nostra percezione del pomeriggio/ sera). Dixon parte dalla pole position e nella prima parte di gara sono lui e il compagno di squadra Palou ad alternarsi in prima posizione, con Veekay che cerca di inserirsi. Dopo la prima sosta sembra anche davanti ai due, ma sarà il primo pilota a uscire di scena. Ci si avvicina a un quarto di gara quando va a sbattere, provocando il primo ingresso della safety car (pare guidata da Sarah Fisher).
Quando la gara riprende ci sono ancora Palou e Dixon nelle zone alte della classifica, ma la gara di Palou sta per prendere una piega poco positiva. Certo, è meno positiva la piega che prende la gara di Ilott, il secondo pilota a uscire di scena a causa di un incidente, che provoca il secondo ingresso della safety car. Ciò avviene nel bel mezzo di un giro di soste, quando Dixon è già rientrato ai box e Palou non ancora. La pitlane è chiusa ed è costretto a rientrare prima che riapra, per non finire la benzina. Dopo la sosta dovrà quindi scontare una penalità, il tutto mentre Dixon si trova in prima posizione, davanti adesso a Daly. Quest'ultimo risale brevemente in testa per poi essere passato nuovamente da Dixon.
Quando la gara arriva all'halfway point, i primi cinque sono Dixon, Daly, O'Ward, Ericsson e Kanaan.
Pochi giri più tardi Grosjean è protagonista del terzo incidente che provoca l'ingresso della safety car. In questo momento Daly è già rientrato ai box per il pitstop, mentre Dixon è uno dei piloti che rientrano in regime di safety car. Si deve accodare a Daly, ma al restart si porta di nuovo in testa, con Daly che perde la posizione anche a vantaggio di O'Ward. Quest'ultimo giunge anche a insidiare la posizione di Dixon e si porta in testa dopo un successivo giro di soste mentre la gara si avvia verso i tre quarti del proprio completamento. Nel frattempo risulta essersi ritirato Herta per un guasto: stava prendendo parte alla gara sulla vettura di riserva dopo un violento cappottamento due giorni prima nel Carb Day.
Siamo esattamente a tre quarti di gara quando McLaughlin sbatte, rischiando di essere colpito anche da una vettura che sopraggiunge ma che riesce a evitarlo. Entra di nuovo la safety car e al restart Dixon si porta in testa davanti a O'Ward, seguono Rosenqvist, Daly ed Ericsson a completare la top-5 prima dell'ultimo giro di pitstop, quando mancano circa venticinque giri alla fine della gara. In questo momento avviene un ennesimo colpo di scena: dopo avere leaderato la maggior parte della gara, Dixon arriva a ruote bloccate in pitlane, errore che si rivela fatale in quanto supera il limite consentito di velocità e viene penalizzato per questo.
Dal giro di pitstop sembrano uscirne vincenti le Arrow McLaren, ma non è detta l'ultima parola, perché in breve tempo Ericsson supera sia Rosenqvist sia O'Ward portandosi in testa alla gara. A quel punto, quando mancano sei giri alla conclusione, anche Johnson - che dopo una brutta partenza non è mai stato nelle zone alte della classifica nonostante la buona qualifica - finisce la propria gara a muro. Per evitare che la gara finisca in regime di safety car, viene data di lì a poco bandiera rossa. Dopo una serie di interminabili minuti finalmente le vetture, che sono in precedenza rientrate in pitlane, si riportano in pista alle spalle della safety car. Ericsson, O'Ward, Kanaan, Rosenqvist e Rossi sono i primi cinque in questo momento e alla bandiera verde ci saranno due giri da percorrere.
Ericsson sembra mantenere la posizione, mentre dietro di lui si vedono le due Arrow McLaren affiancate. Tra di loro la spunta O'Ward, che rimane il più vicino al leader. Un giro più tardi, quando passano sotto la bandiera bianca, O'Ward sembra affiancare Ericsson, ma è il pilota svedese a rimanere davanti e sembra anche allungare. A mettere definitivamente fine a ogni dubbio è Karam: sbatte nel corso dell'ultimo giro, congelando di fatto le posizioni: l'edizione numero 106 della Cinquecento Miglia di Indianapolis la vince Marcus Ericsson!
O'Ward, Kanaan, Rosenqvist, Rossi, Daly, Castroneves, Pagenaud, Palou e Ferrucci completano la top-ten, mentre dietro di loro si classificano Montoya, Hildebrand, Newgarden, Rahal, Power, Malukas, Kirkwood, Lundgaard, Carpenter e DeFrancesco nei primi venti. Seguono Dixon, Andretti e Karam, che viene classificato come ultimo pilota a pieni giri, mentre sono doppiati di uno o due giri Harvey, Sato, Wilson e Kellett. Il migliore dei rookie è Malukas, ma vedo che ci sono polemiche perché non è lui ad essere votato come Rookie of the Year, ma piuttosto Johnson.
Preferisco concentrarmi non sulle polemiche ma su ciò che c'è di positivo... e di spunti positivi ce ne sono tanti. Nel vedere Ericsson tagliare il traguardo da vincitore (sono riuscita a vedermi gli ultimi giri in diretta su uno streaming non ufficiale su Youtube - il resto l'ho recuperato tramite extended highlights) mi sono commossa. Quando era in Formula 1 veniva considerato una nullità, perché non era brillante abbastanza per piacere alla gente. Adesso ha vinto una delle gare automobilistiche più importanti al mondo dopo essersi costruito una carriera di successo. In un mondo in cui la tifoseria motoristica e gli addetti ai lavori sembrano dividere sempre più i piloti in predestinati e falliti, Ericsson è la dimostrazione che c'è qualcosa di più.

lunedì 30 maggio 2022

Commento al Gran Premio di Montecarlo 2022

Un tempo, qualcosa come dieci o quindici anni fa, affermavo senza mezzi termini di non apprezzare il Gran Premio di Montecarlo. Poi, all'improvviso, mi sono accorta che stavo semplicemente ripetendo cose dette da altri, non quello che pensavo io. Mi sono accorta che, mentre molti altri guardavano il GP di Montecarlo senza capire il senso di ciò che vedevano, io stavo iniziando a intuirlo e forse, in passato, mi ero rifiutata di intuirlo perché credevo di dovere aderire a un set preciso di regole di pensiero. Non ritengo la mia posizione superiore a quella di chi lo trova noioso. Però ritengo sia la mia posizione sia quella di chi si limita a sostenere che sia un gran premio noioso di gran lunga superiore rispetto a quella di chi - driverstosurvivers, parlo di voi, specie americani - ritenendolo noioso ritiene anche un'offesa nei suoi confronti il fatto che non venga cancellato. Penso che, con 20+ gran premi all'anno, chi proprio non vuole guardarsi uno specifico gran premio, potrebbe semplicemente dedicarsi allo shopping o al giardinaggio o qualsiasi altro proprio hobby nel momento in cui quel gran premio viene trasmesso, invece di guardarselo al solo scopo di *indignarsi* per la sua esistenza.
Per di più, ultimamente, vedo che i driverstosurvivers americani lo fanno coincidere con qualcosa che non rispetta "i valori contemporanei", a qualsiasi cosa si riferiscano quando affermano tutto ciò, e che gli europei ostentano i big money e tutto ciò è sbagliatissimo, diversamente dal riempire i circuiti di celebrità americane che non sanno niente di Formula 1 e ostentare i big money americani. Forse agli americani sfugge un dato di fatto a mio parere di enorme rilevanza: il GP di Montecarlo sarà anche un'esposizione di lusso, eleganza e big money... ma nessuno, in Europa, ha mai 1) pensato che rappresentasse la vita dell'europeo medio, 2) pensato che fosse doveroso rappresentare agli occhi del mondo la vita dell'europeo medio all'interno di un evento motoristico. Per intenderci, il GP di Montecarlo rappresenta quello che *non* siamo, che *non* saremo mai e nel cui contesto, solo se siamo dedicati di una spiccata fantasia, magari ci inseriamo nel bel mezzo delle nostre fan fiction mentali. È molto probabile, a questo punto, che l'americano medio veda le celebrità tamarre e multimilionarie e ambisca ad avere gli stessi big money un giorno. L'europeo medio appassionato di motori mi sembra decisamente molto più capace di assistere a due ore di GP di Montecarlo contornato di yacht e gente con i big money pensando che il giorno dopo è lunedì e che deve andare a lavorare se a fine mese vuole ricevere lo stipendio (o se vuole essere pagato ad altre scadenze se si tratta di libero professionista).
Credo che noi fan di vecchia data siamo perfettamente capaci di vedere un gran premio senza vederlo come un'ostentazione di diseguaglianza sociale... anche perché, parliamoci chiaro, penso che ci siano diseguaglianze sociali che ci toccano *molto* più da vicino rispetto al fatto che ci sia chi ha lo yacht e che ci siano i pezzenti come noi (senza offesa per eventuali lettori possessori di yacht!). Ma soprattutto, perché siamo stati abituati specie nei decenni passati, prima della cultura della drivertosurviverizzazione, a vedere i gran premi come il fulcro dei gran premi stessi, non come un contorno ad altro. Non è necessario che un gran premio debba essere fonte di riflessione o chissà che cosa, a volte ci può evocare soltanto motorsport e storia del motorsport... e a Montecarlo la storia del motorsport è stata scritta tante volte, nonostante sia un gran premio che si trova all'inizio della stagione e non verso la fine. Il GP di Montecarlo è poesia del motorsport e, in quanto poesia, è normale che ci siano persone a cui fa cadere la palpebra e a cui suscita disinteresse. Però non è che ci si indigni perché la poesia fa parte dei programmi di letteratura. O meglio, non succedeva quando in cui gli studenti decidevano se volevano studiare oppure scaldare il banco sperando nel sei politico, invece di pretendere che il programma stesso consista nello scaldare il banco perché studiarehhhh e difficilehhhh.
Dicevo, è normale che la poesia possa apparire noiosa a una fetta di pubblico, ma al contempo c'è chi ritiene sufficiente vedere inquadrature delle "anguste e tortuose stradine del Principato", come le chiamava Mazzoni, per richiamarlo, nel proprio immaginario, a vecchi video in bianco e nero con il briefing dei piloti prima di andare in griglia presieduto da Louis Chiron in veste di direttore di gara, che parlava un inglese molto francesizzato. C'è chi vedendo le inquadrature di Montecarlo si immagina l'eleganza di Graham Hill e dei suoi baffi vintage, o magari alla Triple Crown e al fatto che anche i piloti di oggi dovrebbero avere la possibilità di puntare al trittico delle competizioni storiche, invece di assistere alla cancellazione di una di esse perché i driverstosurvivers lobotomizzati piangono sostenendo che Miami è megliohhhh e che i big money europei sono classisti e offensivi e quelli americani no.
C'è chi vedendo le inquadrature di Montecarlo pensa a Grace Kelly che era troppo elegante per rimanere una semplice celebrità americana e chi evoca Derek Daly che decolla e poi atterra sul proprio compagno di squadra con lo sponsor Candy che si compiace delle inquadrature in primo piano del proprio sponsor. Oppure chi evoca un giovane di belle speranze che, partito dalle retrovie, cerca di risalire fino alla zona podio... parlo ovviamente di Stefan Bellof, cos'avevate capito? A parte gli scherzi, quanta insensibilità motoristica ci vuole per essere indifferenti a tutto ciò? Per essere indifferenti al record delle cinque vittorie di Graham Hill, poi divenuto record delle sei vittorie di Ayrton Senna, i cui fanboy brasiliani scrivono sotto ai video vintage che è un numero falsato, perché sarebbero state sette se Senna stesso non si fosse schiantato mentre era in testa con un minuto di vantaggio all'edizione del 1988... Come si possono ignorare le monoposto epiche e bellissime degli anni '80 e '90 che si destreggiano per le vie di Montecarlo e le speranze della Ferrari di vincere nel Principato per la prima volta dopo millemila anni? Non so se avete presente i sedici anni passati tra la vittoria di Gilles Villeneuve nel 1981 e quella del 1997 di Michael Schumacher, che poi a bordo della Ferrari si è ripetuto qualche altra volta, ma non tante quanto sugli altri circuiti, con l'ultima nel 2001? E curiosamente sono passati di nuovo sedici anni, prima della successiva vittoria della Ferrari... e non per mano di uno qualsiasi, ma proprio per mano del suo fanboy che dopo tanti tentativi di imitazione fallimentari almeno in una cosa è riuscito a emularlo! E poi c'è la caotica edizione del 1996, quella di "that's Olivahhhh Penis", ultima vittoria di sempre della Ligier. E la vittoria di Keke Rosberg nel 1983 poi emulato dal proprio figlio trent'anni più tardi, non è che certe cose succedano tutti i giorni, perché di solito o i figli non ripetono i successi dei padri oppure sono figli di padri che non hanno mai avuto successo. E il finale del 1982, che se non lo conoscete dovete *assolutamente* farvi una cultura.
Poi vogliamo parlare dell'abbinamento Montecarlo/ Indianapolis nello stesso giorno? Sia chiaro, non sto promuovendo le SoVrApPoSiZiOnY, che provocano sempre un po' di scombussolamento negli appassionati di motori, ma è un giorno, una singola domenica di maggio, avere due tra le gare automobilistiche più storiche al mondo nello stesso giorno credo non sia nulla di cui sia doveroso lamentarsi. Se fosse così tutti i fine settimana inizierebbe a diventare abbastanza traumatico, ma un fine settimana così penso lo si possa vivere senza problemi. Quindi, per quanto mi riguarda, lunga vita al GP di Montecarlo e lunga vita anche al fatto che finisca poco prima dell'inizio della Cinquecento Miglia (poi pazienza se TV8 lo mette in SoVrApPoSiZiOn3).
Al sabato, però, non ci sono state sovrapposizioni, se non tra una bandiera rossa e il nulla cosmico quando Tsunoda ha forato ed è rientrato ai box, cosa che ha portato alcuni piloti tipo Gasly a finire fuori già al primo turno perché rientrati in pista più tardi degli altri e hanno preso bandiera a scacchi. Una seconda bandiera rossa è arrivata per un incidente di Perez praticamente al termine dell'ultima sessione, che ha impedito di migliorarsi a vari piloti tra cui lui stesso. Invece di infilarsi tra le Ferrari, a cui poteva ambire per mettere qualcuno tra sé e Verstappino, si è preso una Ferrari addosso di striscio, dato che Sainz è arrivato sul posto trovandoselo davanti a sorpresa. Per fortuna gli altri piloti erano stati avvisati, quindi c'è stato un po' di ingorgo ma nessun vero e proprio mucchio. Si è delineata, in vista della domenica, questa situazione:

1^ fila: Leclerc - Sainz
2^ fila: Perez - Verstappen
3^ fila: Norris - Russell
4^ fila: Alonso - Hamilton
5^ fila: Vettel - Ocon
6^ fila: Tsunoda - Bottas
7^ fila: Magnussen - Ricciardo
8^ fila: Schumacher - Albon
9^ fila: Gasly - Stroll
10^ fila: Latifi - Zhou

Come facilmente intuibile, rimaneva un grande dubbio ancora irrisolto: vista una prima fila tutta rossa, che cos'avrebbe messo in atto la Ferrari per riuscire a perdere la gara con entrambe le monoposto? Perché fin dalle 15.00 in punto quando è iniziata la gara era destino che accadesse. Ah no, alle 15.00 in punto non è iniziata la gara, ma era da poco iniziato un acquazzone che si andava intensificando e che ha provocato un'ora di rain delay con nel frattempo due giri alle spalle della safety car.
Le vetture sono rientrate ai box e appunto più tardi ne sono uscite sulle gomme full wet, come da regolamento in caso di partenza dietro la safety car per pioggia. Mentre facevano il giro dietro la safety car sono andata in bagno e quando sono tornata in cucina (stavo guardando là la gara) ho ritrovato Latifi che litigava con le barriere. Era in buona compagnia, dato che Strollino aveva appena finito di fare qualcosa di simile. I due sono andati in pitlane e Latifi è stato il primo pilota a puntare sulle intermedie... e non ha neanche fatto cose strane, era tutto nella norma.
Davanti nel frattempo sono andati tutti in maniera molto prudente, i Leclainz, i Perestappen, poi Russell, Norris, Alonso, Hamilton e via via tutti gli altri - come avrebbe detto Mazzoni o prima di lui Poltronieri. Sembrava chiaro che quello che contava al momento era non finire in aquaplaning invece che i duellihhhh e i sorpassihhhh con le vetture rosse per la prima posizione che non avrebbe falsato la gara. Le Rosse nel frattempo procedevano 1/2, in attesa del momento in cui avrebbero potuto finalmente rispettare la trafizionre la storia mettendosi a pasticciare.
Dietro dei piloti random intanto hanno cambiato gomme, tra loro Gasly, Vettel e Schumacher che quando avevano pista libera andavano decisamente veloci e sembrava che avessero buone probabilità di rimanere in strada. Gasly era il più scatenato, andava like a boss e ha fatto un paio di bei sorpassi su Zhou e Ricciardo. Subito dopo anche Vettel dovrebbe avere fatto la stessa cosa, senza essere inquadrato dalla regia. Esiste un onboard di un suo sorpassone su Zhou alla Rascasse, ma il Vanz non è stato esposto a un simile spettacolo.
Nel frattempo sembra ci sia stato anche un duello tra gli Schulbon che potrebbe essersi concluso con un contatto, stando a una sequenza di indizi: 1) a un certo punto qualcosa accaduto tra di loro è stato messo sotto indagine, 2) Schumacher ha perso posizioni, 3) i due poco dopo sono rientrati entrambi ai box. Sembra siano stati i primi a montare le hard, quando eravamo intorno a diciotto o diciannove giri. Nel frattempo credo sia opportuno tornare davanti, laddove si consumava tutto il *drama*. Quindi mettetevi comodi, aprite la lattina di Coca Cola, iniziate a sorseggiarla e procediamo.
Nel frattempo, da alcuni giri, Perez si è fermato per le intermedie.
In Ferrari, per evitare che Leclerc subisse undercut, volevano... marcare Perez con Sainz, invece di far rientrare lo stesso Leclerc.
Avrei molte cose da dire, ma ne dico solo una: queste marcature indirette che vengono tentate occasionalmente sembrano un modo efficace per mandare in vacca una gara.
Sainz ha detto "no grazie, rientro solo quando è ora delle hard". Leclerc è stato chiamato dentro due giri dopo Perez per montare le intermedie subito imitato da Verstappino.
Leclerc ha subito undercut da Perez. Se Sainz si fosse fermato, avrebbe probabilmente subito undercut da entrambi, ma la parte del fanbase ferrarista pro-Leclerc e anti-Sainz non se n'è accorto perché non giova alla sua retorica. Per contro, la fazione pro-Sainz e anti-Leclerc (sbucata fuori con tempistiche tali da far pensare sia gente affetta da una qualche tipologia di sindrome della santificazione alternata - soggetti da tenere monitorati e da studiare nel prossimo futuro) sostiene che la colpa dell'undercut e di quanto accaduto in seguito sia di Leclerc.
In seguito per Sainz è giunta l'ora delle hard e Leclerc è rientrato nello stesso giro per passare a sua volta alle hard. Sainz ha incontrato davanti a sé un doppiato che andava ai due all'ora - uno a caso, la marmotta del Quebec sulla Williams. Ha quindi subito overcut da Perez quando entrambi i piloti Redbull si sono fermati ai box. Frattanto Leclerc ha subito overcut da Verstappen. Per perdere la gara sono bastati solo ventuno giri, una buona progressione.
Mentre il quartetto di testa era ancora molto vicino, mi sono distratta un attimo al cellulare. Piccola digressione (di cui presto capirete il senso): chi non fosse informato sulla mia vista, sono miope e mi mancano circa tre diottrie e mezzo. Sono in una situazione in cui uso due diverse paia di occhiali, quelli da tre diottrie e mezzo per la lunga distanza (quindi per guidare o per guardare la TV se devo leggere scritte varie) e quelli vecchi, risalenti a quando mi mancavano due diottrie, quando devo fare qualunque cosa comporti il dover vedere bene a più di trenta o quaranta centimetri di distanza. Con gli occhiali da "media distanza" riesco a leggere da vicino (cosa che faccio regolarmente senza occhiali), gli occhiali da lontano sono troppo forti per tenerli indosso in tali situazioni. Quindi ho tolto gli occhiali un attimo, letto una cosa sul cellulare e poi alzato istintivamente gli occhi verso la TV8. Ho visto ciò che in un primo momento, senza occhiali, ho pensato fossero due vetture incidentate. Avevano gli stessi colori, bianco e rosso e mi sono detta "sono le due Haas... ma aspetta, Magnussen veniva dato già per ritirato". Non erano le due Haas: erano due metà della Haas di Schumacher, il che significava che oggi (non finirò il commento in giornata ma mentre scrivo queste parole siamo a domenica sera, quindi oggi) era uno di quei giorni in cui era doveroso passare un minuto o due a credere di avere appena visto morire un pilota.
Fortunatamente non è morto nessuno e nessuno si è fatto male, ma quando vedo questi incidenti, in cui un pilota sbatte anche in maniera abbastanza banalotta e invece di uscirne con la macchina un po' ammaccata ne esce con la macchina aperta in due, mi viene da pensate che non è morto nessuno *stavolta* e che non si è fatto male nessuno *stavolta*, ma che è difficile che possa andare sempre bene. Nel frattempo la gara è stata redflaggata e qualcuno ha iniziato a ipotizzare l'idea che tempo un anno o giù di lì Mick Schumacher possa fare la fine di un Marcus Ericsson qualsiasi e diventare un pilota random senza volante in Formula 1 della cui esistenza nessuno più si ricorda a causa della sua irrilevanza nel panorama motoristico mondial-...
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...nel frattempo la gara è redflaggata, a Ericsson ci torniamo tra un po', dopo avere preso il latte fuori dal frigo.
Quando la gara è ripartita erano le 17.15 e i giri da 77 (sarebbero 78, ma uno era stato scontato per il doppio formation lap dietro la safety car) sono calati al numero che consentisse di stare entro il limite delle due ore (tempo dei due formation lap inclusi, credo), numero di giri che poi alla fine si è tradotto in 64 (che secondo Marc Gené, se ho ben capito, dovevano essere circa sette giri in meno di quelli previsti). Nel frattempo le Redbull avevano messo gomme medium, le Ferrari erano rimaste sulle hard usate, perché tutta la gara restante con le medium esponeva al rischio di degrado gomme. Più indietro alcuni erano su una strategia analoga alla Redbull, altri su una strategia analoga alla Ferrari. Altri, come Albon, invece, di lì a poco non stavano più guidando ma erano costretti al ritiro ai box.
Specifico che Albon in quegli ultimi momenti della sua gara si ritrovava ultimo, ma con la sua uscita di scena Latifi poteva puntare a un'ultima piazza. E invece no, Zhou e Tsunoda hanno deciso di salvarlo da questo triste destino. Zhou a un certo punto ha fatto un lungo micidiale mentre era in lotta con Tsunoda, mentre Tsunoda stesso pare che nelle fasi finali della gara si sia esibito in qualche sorta di danza propiziatoria. Incredibile ma vero, Latifi ha ripreso ad andare piano ma sano e lontano ed è arrivato al traguardo senza combinare danni, quindi direi che possiamo concentrarci su quello che stava facendo il quartetto di testa e su quello che stavano facendo gli Hamonso. Direi di partire dagli Hamonso: il Divino si trovava infatti in settima posizione e si è ritrovato il Gangster Rapper dietro. Quest'ultimo era seguito da un lungo trenino di vetture ed erano tutti rallentati da Alonso che, con una vettura che dava qualche segno di malfunzionamento, si teneva tutti dietro like a boss. La sua vettura, poi, improvvisamente, sembra essersi rimessa a funzionare a dovere, tanto che è riuscito a staccare almeno un po' Hamilton che fino a quel momento gli era stato attaccato agli scarichi. Le vetture blu-rosa sembrano essere state il principale intoppo di Hamilton nel corso della gara: Ocon gli era subito dietro e in precedenza gli aveva anche tirato una sportellata (ragione per cui si è conquistato una penalità che a fine gara gli ha fatto perdere la nona piazza occupata fino al traguardo).
Quinto e sesto c'erano ancora Russell e Norris e quest'ultimo quando ha avuto strada libera ha fatto un pitstop extra, riuscendo poi con pista libera a risalire fino negli scarichi di Russell e delle sue -L in finale di gara. Però davanti c'erano ancora quei quattro di prima, quindi credo sia giunto il momento, appunto, di parlare dei quattro di prima. Si erano infatti allontanati, nel corso della parte restante di gara, ma quando si avvicinava il finale Perez sembrava avere un certo graining e ha iniziato ad andare ai due all'ora facendo sì che si formasse un quartetto tutto in trenino, insomma, una di quelle situazioni da cardiopalma in cui però il tifoso medio se ne esce con commenti tipo "perché non si superano ventisei volte al giro? è noiosohhhh", sostenendo che ai tempi di Senna e Mansell non sarebbe mai successo che chi era davanti non aprisse la strada a chi stava dietro solo per offrire ai telespettatori il gusto di vedere un sorpassohhhh.
Perez si è tenuto la posizione e ho notato una piccola curiosità: finora l'ultima volta in cui si era disputato un gran premio nel giorno del mio compleanno era stato il 2016 e in quell'occasione Perez era arrivato sul podio con la Force India! Stavolta ha vinto, diventando il pilota messicano con più gran premi vinti della storia, oltre che la prima volta dai tempi di Gerhard Berger che viene vinto un gran premio da un pilota padre di tre figli (già nati, quando Crazy Frog ha vinto a Singapore nel 2019, il terzo figlio anonimo era già in cantiere, ma sarebbe nato solo di lì a due mesi). Le posizioni dei primi quattro non sono cambiate, come prevedibile se nessuno avesse fatto delle pazzie. Nessuno ha fatto pazzie e credo sia questa la ragione per cui Russell e tutte le sue -L non hanno vinto la gara.
La giornata non era tuttavia ancora finita e dopo cena sono riuscita a vedermi gli ultimi venti giri della Cinquecento Miglia di Indianapolis (che conto di recuperare almeno con extended highlight nella giornata di oggi - dove mentre scrivo è lunedì mattina, quindi l'indomani della gara). È capitato che uno dei piloti che ai tempi della Formula 1 venivano snobbati, colpevole di avere passato la sua ultima stagione accanto a un predestinatohhhh compagno di squadra che andava più forte di lui, sia riuscito a metterlo in quel posto ai suoi detrattori. Ha anche vinto al volante di una vettura rossa, quindi spettacolohhhh, anche se purtroppo era solo una vettura di Indycar del team Ganassi e non una Ferrari, il che ha reso il tutto meno spettacolare. Quando ho visto Ericsson tagliare il traguardo davanti a tutti, ammetto di essermi commossa, la giornata motoristica non poteva terminare meglio.
Questo mi fa pensare che alla fine i piloti che ci sembrano anche più senza speranze magari riescono a fare qualcosa che ci faccia cambiare idea sul loro conto. Vorrei quindi mandare un messaggio di incoraggiamento al devastatore delle Haas tagliate in due: hai ancora qualche speranza, sempre ammesso che tu riesca a sopravvivere a prossimi eventuali futuri schianti. A questo proposito vorrei aggiungere che Schumacher si sta rivelando un pilota da studiare in maniera approfondita (così come è da studiare in maniera approfondita il fatto che in passato nel fare una demo sulla Jordan di De Cesaris abbia detto che stava guidando la monoposto di suo padre - questo spiegherebbe molte cose), perché sta offrendo spunti di riflessione interessanti: per quanto non abbia mai mostrato grandi sprazzi di competitività, i momenti in cui non si sta schiantando in maniera devastante non lasciano per niente pensare che si tratti di un pilota votato allo schiantarsi in maniera devastante. Mi spiego meglio: niente incidenti particolarmente grossi con altri, niente penalità (finora) in Formula 1, niente penalità pare per tutta la durata della sua carriera in Formula 2 e apparentemente un palmares almeno simile perfino in Formula 3, essenzialmente guidava in maniera tranquilla in stile chi va piano va sano e va lontano perfino in campionati in cui di solito molti piloti guidano in modo per nulla tranquillo. Eppure ogni singola volta in cui va a sbattere da solo, perfino dopo errori abbastanza banali, ci lascia per qualche istante a pensare di essere di fronte a un morto sicuro. Non so quante vite abbia questo ragazzo, ma spero per lui più di sette, perché di questo passo potrebbe esaurirle abbastanza rapidamente.

RISULTATO: 1. Sergio Perez (Redbull), 2. Carlos Sainz (Ferrari), 3. Max Verstappen (Redbull), 4. Charles Leclerc (Ferrari), 5. George Russell (Mercedes), 6. Lando Norris (McLaren), 7. Fernando Alonso (Alpine), 8. Lewis Hamilton (Mercedes), 9. Valtteri Bottas (Alfa Romeo), 10. Sebastian Vettel (Aston Martin), 11. Pierre Gasly (Alpha Tauri), 12. Esteban Ocon (Alpine), 13. Daniel Ricciardo (McLaren), 14. Lance Stroll (Aston Martin), 15. Nicholas Latifi (Williams), 16. Guanyu Zhou (Alfa Romeo), 17. Yuki Tsunoda (Alpha Tauri), Rit. Alex Albon (Williams), Rit. Mick Schumacher (Haas), Rit. Kevin Magnussen (Haas).

domenica 29 maggio 2022

Il primo grand chelem di Schumacher // GP Montecarlo 1994

Ho deciso di iniziare questa domenica mattina che precede il GP di Montecarlo con un altro viaggio nella storia e il racconto di un'altra passata edizione dell'evento del Principato. Qualche giorno fa vi ho raccontato quella del 1993, stavolta tocca a quella del 1994, caratterizzata dal fatto che Michael Schumacher vi ha ottenuto il primo grand chelem della sua carriera, proprio in concomitanza della sua prima pole position in Formula 1. Il giorno della gara è il 15/05, ma il weekend inizia tre giorni prima e inizia nel peggiore dei modi. Al giovedì, durante una sessione di prove libere, Karl Wendlinger perde improvvisamente il controllo della monoposto all'uscita del tunnel, ha un violento schianto contro le barriere e riporta un forte trauma cranico. Le sue condizioni appaiono subito gravi e finisce in coma, con seri dubbi sulla sua potenziale guarigione.

Il team Sauber, analizzando le telemetrie, non ha alcun modo di comprendere che cos'abbia provocato l'incidente, quindi decide di ritirare anche l'altra vettura guidata da Heinz-Harald Frentzen per ragioni di sicurezza. Invece che le solite ventotto vetture, stavolta ce n'erano ventisei - dopo i tragici eventi imolesi sia la Williams sia la Simtek schierano ciascuno una sola vettura, guidate da Damon Hill e David Brabham - e sono rimaste ventiquattro, che è quindi al di sotto delle vetture massime ammesse alla griglia di partenza. Di conseguenza entrambe le Pacific di Bertrand Gachot e Paul Belmondo si qualificano e vanno in griglia. Durante la gara, vista con telecronaca italiana, il telecronista di Italia 1 sostiene che il team abbia pesanti problemi finanziari e che potrebbe doversi ritirare a breve - cosa che non accadrà.


La pole position se la aggiudica come già specificato Michael Schumacher, mentre il suo compagno di squadra J.J.Lehto è solo diciassettesimo, a oltre quattro secondi di distanza, a causa di problemi fisici ancora dovuti all'infortunio al collo rimediato nel pre-season e a un intervento chirurgico a cui ha dovuto sottoporsi per questa ragione. A fare coppia con Schumacher in prima fila c'è la McLaren di Mika Hakkinen, mentre seguono Gerhard Berger, Damon Hill, Jean Alesi, le Footwork di Christian Fittipaldi e Gianni Morbidelli nonché la McLaren di Martin Brundle a completare le prime quattro file. Seguono poi le Minardi e le Tyrrell in ordine sparso, ma direi che possiamo fermarci qui. Specifico che Jean Alesi è appena rientrato dal suo infortunio nei test dopo avere saltato le gare di Aida/Okayama e Imola. Dopo il lieve infortunio del GP di San Marino torna inoltre Rubens Barrichello sulla Jordan, affiancato ancora da Andrea De Cesaris.

La gara parte bene per Schumacher e parte malissimo per Hakkinen e Hill: il pilota della Williams infatti tampona quello della McLaren, il che mette fine alla gara di entrambi. In una successiva intervista, Hakkinen sostiene che chiunque l'abbia tamponato guidava da idiota, ma non sa chi sia il responsabile e, anzi, pensa sia stato Berger. Al via la gara parte malissimo anche per uno dei due piloti Minardi, ovvero Pierluigi Martini che va a contatto con Morbidelli, cosa che mette fine alla gara di entrambi. Le Ferrari sono nel frattempo in seconda e terza posizione, con Alesi inseguito molto da vicino da Christian Fittipaldi. Procede più lentamente di Schumacher e Berger, perché è su una strategia diversa, ha più carburante a bordo e intende effettuare una sosta in meno dei due piloti di testa. Da parte sua Schumacher inizia a fare il vuoto e a staccare sempre di più Berger, arrivando a doppiare anche Lehto.

Il finlandese sta palesemente faticando, si trova piuttosto indietro ed è in lotta con Olivier Beretta, il pilota di casa. Schumacher si trova improvvisamente rallentato dalla Larrousse: Beretta, infatti, non si avvede che si tratti di lui e, credendo che sia Lehto, cerca di sbarrargli la strada. Poco dopo sia Schumacher sia Berger rientrano per il primo rifornimento di carburante. Berger torna in pista alle spalle di Fittipaldi e vi rimane fintanto che sia Alesi sia il pilota della Footwork rientrano ai box. Questi due, dopo la sosta, tornano in pista quarto e quinto dietro alla McLaren di Brundle, che si trova quindi al momento al terzo posto... che diviene secondo quando, colto di sorpresa dopo il ritiro della Tyrrell di Mark Blundell per la rottura del motore, Berger scivola sull'olio. Ritorna in pista dietro a Brundle, con le posizioni che resteranno invariate anche dopo il secondo e ultimo rifornimento.

Schumacher, Brundle e Berger si classificheranno nelle prime tre posizioni, mentre andrà peggio ad Alesi e soprattutto a Fittipaldi. Quest'ultimo, infatti, si ritira nel corso della gara a seguito di un guasto, mentre Alesi è costretto a una seconda sosta per avere danneggiato l'ala anteriore in un contatto avvenuto con David Brabham mentre lo doppiava, contatto che provoca il ritiro del pilota della Simtek. Alesi dopo la sosta torna in pista in quinta posizione all'inseguimento di De Cesaris - che, per chi non ricordasse, sostituisce Eddie Irvine durante il lungo race-ban dovuto all'incidente innescato in Brasile - ma si tratta di un inseguimento vano e il pilota della Jordan chiude in un'ottima quarta posizione. Il sesto posto, nonché l'ultimo punto, va alla Minardi di Michele Alboreto. Con questa vittoria Schumacher fa quattro su quattro e ha un vantaggio abissale in classifica nei confronti del suo diretto inseguitore, Berger.


Due settimane più tardi, il 29/05, è la volta del GP di Spagna - di cui cade l'esatto anniversario, quindi parlerò in breve anche di quello in occasione di questo post. In questo gran premio sarà un nuovo protagonista a imporsi, ma direi di iniziare dall'inizio, ovvero dal fatto che questo gran premio inizia con pessime premesse: c'è stato infatti all'inizio della settimana, durante un test privato a Silverstone, un altro incidente abbastanza pesante, in cui il pilota della Lotus Pedro Lamy, a seguito di un cedimento della monoposto, ha riportato numerose fratture alle gambe. Si inizia seriamente a prendere in considerazione l'idea che la nuova generazione di monoposto non sia molto compatibile con i circuiti esistenti, quindi un tratto di Montmelò viene rallentato da una chicane fatta di pneumatici. Ad ogni modo anche a Montmelò le cose non vanno particolarmente bene: altro incidente serio in vista.

Il malcapitato è l'esordiente Andrea Montermini, al volante della Simtek, che in teoria dovrebbe prendere parte a due soli gran premi in sostituzione di Jean-Marc Gounon, che è già sotto contratto per gareggiare più avanti nella stagione con il team, ma al momento ha impegni in altre categorie. La vettura ne esce distrutta, fortunatamente Montermini se la cava con solo una frattura a un piede. Le vetture nel frattempo scendono da ventisette (la Sauber ha portato una sola vettura per Frentzen, nonostante abbia già ingaggiato De Cesaris come sostituto di Wendlinger per il resto della stagione) a ventisei, il che significa che ancora una volta le Pacific non usciranno di scena dopo le qualifiche. Si tratta dell'ultima volta nel corso della stagione in cui vedremo le vetture al via della gara e l'ultima volta in cui vedremo Belmondo prendere il via di un gran premio, che comunque non durerà molto a lungo.

Schumacher parte dalla pole davanti a Hill, Hakkinen, un ritrovato Lehto, Barrichello, Alesi, Berger e Brundle, con il nono tempo che va a David Coulthard, esordiente sulla Williams. La gara del giovane pilota dalla mascella abbondante, tuttavia, terminerà anzitempo a causa di un problema tecnico, proprio quando la gara di Hill prende una svolta inaspettata... o per meglio dire, la gara di Schumacher prende una svolta inaspettata, della quale Hill finisce per beneficiare! Infatti sulla Benetton c'è un serio problema al cambio che, dopo il primo stint, rallenta Schumacher al punto tale da far sì che perda la prima posizione. Solo quella però, purtroppo per i suoi avversari, nonostante abbia il cambio bloccato in quinta marcia, riesce a percorrere il resto della percorrenza mantenendo la seconda posizione. I potenziali candidati alla terza piazza sembrano essere prima Hakkinen, poi Lehto, poi Brundle...

Va male a tutti: Hakkinen ha una rottura del motore con tanto di fiamme, Lehto rientra per un'ulteriore sosta e poi rimane fermo all'uscita della pitlane per un guasto, Brundle rompe ugualmente il motore come il compagno di squadra Hakkinen. Alla fine la spunta Blundell. L'unica delle due Ferrari che giunge al traguardo è quella di Alesi, che arriva quarto - Berger ritirato per un problema al cambio. Va ancora a punti la Minardi grazie al quinto posto di Martini, mentre Irvine rientra in scena dopo la squalifica con un arrivo in zona punti, classificandosi sesto. Il suo compagno di squadra Barrichello, invece, è stato costretto al ritiro da un guasto al motore. Finisce così la quinta gara della stagione e, con la sua vittoria, Hill sembra candidarsi come un potenziale candidato al titolo. All'indomani del gran premio, giunge poi, finalmente, una buona notizia: dopo diciannove giorni, Karl Wendlinger si risveglia dal coma.



sabato 28 maggio 2022

Il presunto pensionamento imminente di Mansell // GP Gran Bretagna 1990

Per quanto riguarda il 1990 ci siamo lasciati con le sventure di Ivan Capelli al GP di Francia, quindi credo sia opportuno proseguire esattamente da dove ci eravamo lasciati. Dopo, infatti, è la volta del GP di Gran Bretagna... che su Youtube sembra non esistere. Anche in un canale che conosco che pubblica highlight di mezz'ora dei gran premi con telecronaca BBC, questo gran premio non c'è e sembra essere stato bloccato per motivi di copyright. Quindi per raccontarvelo mi sono armata di tutto ciò che avevo a disposizione: da Youtube un video amatoriale in cui si vedono delle riprese di quel weekend (di cui nessuna pare della gara) e poi l'immediato post-gara con telecronaca della TV italiana (un video di poco più di sei minuti), poi per ricostruire gli eventi della gara essenzialmente solo cronaca scritta, un po' come succedeva quando commentavo le gare dei mid-70s.

A Silverstone è Nigel Mansell a procacciarsi la pole position, ma il pilota di casa è costretto ad accodarsi fin dalle prime battute alla McLaren di Ayrton Senna. Sembra comunque che più avanti ci sia un duello tra i due e sia Mansell a uscirne vincente. Non solo, poco dopo mentre lo insegue Senna finisce anche in testacoda perdendo diverse posizioni e Mansell si ritrova in testa alla gara in piena solitudine e incontrastato... non per molto, in realtà. Infatti la sua vettura sembra iniziare ad accusare dei problemi al cambio, che lo rallentano in certi momenti della gara. In uno di questi momenti si ritrova dietro l'altra McLaren, quella di Gerhard Berger, ma poi riesce a tornare davanti. Nel frattempo sull'altra Ferrari Alain Prost supera a sua volta Berger per poi arrivare anche a ridosso del compagno di squadra che, ancora scarsamente assistito dalla propria vettura, perde la leadership un'altra volta.

Adesso preparatevi perché c'è un'altra disgrazia imminente. Più o meno nel momento in cui Prost si porta davanti a Mansell, Berger in terza posizione ha problemi a contenere gli attacchi del pilota che lo segue, la sua vettura non sembra più essere particolarmente performante e ne approfitta quindi Capelli sulla Leyton House che si porta in terza posizione. Le trombe dell'apocalisse, di fronte a questo scenario, convocano quindi un consiglio straordinario, per decretare quanti giri debbano passare dal momento in cui Capelli si è portato in zona podio a quello in cui sarà costretto al ritiro per un problema tecnico. Gli lasciano cinque giri, dopo i quali Berger ritorna al terzo posto, che diventerà secondo con il ritiro di una delle due Ferrari - al quale arriverò tra poco - ma che non si tradurrà in un effettivo risultato in quanto anche lo stesso Berger sarà costretto al ritiro, con la Williams di Thierry Boutsen che risalirà al secondo posto.


Il ferrarista costretto al ritiro è Mansell, quando il cambio decide di lasciarlo definitivamente a piedi. A salire sul podio saranno quindi Prost, Boutsen e Senna, quest'ultimo risalito in terza posizione dopo i problemi avuti nella prima fase della gara. Sulla Lola Larrousse, Eric Bernard supera la Benetton di Nelson Piquet per il quarto posto a due giri dalla fine, mentre sesto giunge Aguri Suzuki, il compagno di squadra di Bernard: con i quattro punti del quarto e sesto posto, i due salvano la squadra dal dovere affrontare le prequalifiche nella seconda parte di stagione e condannano la Ligier a questo triste destino. Ciò viene citato nel post-gara della TV italiana, perché evidentemente nel 1990 si parlava anche della gente che faceva le prequalifiche, anche in caso di vittoria della Ferrari. A proposito, nel video della TV italiana viene mostrato il pre-podio e poi il podio, con grande gioia delle fungirl.

Dico grande gioia delle fungirl perché nel 1990 non esistono ancora né Tumblr né gli altri social, ma la mentalità della fungirl media deve essere più o meno la stessa, secondo cui chiunque sia francese è un uomo sexy a prescindere. E nella sala dietro al podio (si chiama cool down room al giorno d'oggi, o qualcosa del genere) Prost si denuda parzialmente, slacciandosi la tuta e togliendosi la maglia che porta sotto, prima di tirarsi di nuovo su la tuta. Bene, adesso care fungirl asciugatevi la bava e mettete via il fazzoletto. Anzi, se shippate i Prosenna tenetelo ben stretto, perché vi servirà per asciugarsi le lacrime di disperazione, i due sul podio non solo non si prendono minimamente in considerazione, ma si piazzano anche in modo tale da stare il più lontani possibile l'uno dall'altro anche quando sono in piedi sui gradini! Da notare, peraltro, che Prost sul gradino più alto del podio raggiunge all'incirca l'altezza di Boutsen su quello del secondo posto.

Nel frattempo come un fulmine a cielo sereno sta per arrivare una notizia bomba. Mansell è piuttosto scoraggiato da come sta volgendo la situazione, oltre dal fatto che la Ferrari sembri desiderosa di metterlo alla porta per la stagione successiva e di ingaggiare al suo posto Jean Alesi. È scoraggiato, dicevo, e prende una decisione radicale e irreversibile: ritirarsi dalla Formula 1 alla fine della stagione. Manca comunque ancora mezza stagione al suo "pensionamento irreversibile" ed ecco che al GP di Germania, che si svolge due settimane più tardi a Hockenheim (e di cui esiste una sintesi della durata di circa mezz'ora sul canale Youtube che ho menzionato prima) ha finalmente un'occasione di riscat-... ah, no. Anche stavolta finisce tutto con un ritiro, pare dopo avere danneggiato in precedenza la vettura saltando su un cordolo. La gara non era neanche iniziata malissimo, dato che nella prima fase era quarto alle spalle delle McLaren e Prost.

La gara vede la prima posizione di Senna per la sua prima parte, ma quando il pilota della McLaren come la maggior parte dei piloti di testa si ferma ai box per cambiare gomme, si porta in testa Alessandro Nannini su Benetton, con una strategia in stile Leyton House al GP di Francia. Sulla stessa strategia si trova anche il suo compagno di squadra Piquet che in tal modo riesce a sua volta a recuperare alcune posizioni, prima di ritirarsi per un guasto al motore. Nannini però non ha problemi e rimane in prima posizione inseguito da Senna per circa un terzo della totale percorrenza. Poi il pilota della McLaren riesce a passare davanti, riportandosi in testa. Nannini si accontenta quindi di gestire la seconda posizione, che mantiene fino al traguardo. L'altra McLaren di Berger giunge in terza posizione, mentre Prost è solo quarto. Seguono le Williams di Riccardo Patrese e Thierry Boutsen.


Segnalo la presenza di Capelli in sesta posizione fino a sei/sette giri dalla fine, quando sembra essere stato superato da Boutsen, arrivando quindi al traguardo settimo e fuori dai punti. Tornando invece ai primi classificati, negli highlight non ci sono immagini del podio, ma non credo ci fosse nessuno che stava a debita distanza dagli altri. Anzi, i primi tre vengono anche immortalati mentre gironzolano insieme, probabilmente dopo il podio stesso mentre si dirigono verso la conferenza stampa. Segnalo infine che la data di questo gran premio è il 29 luglio, quindi il nono compleanno di un certo bambino che non gioca con le macchinine rosse ma solo con quelle bianco-rosse. Immagino quindi che sarà stato piuttosto soddisfatto di assistere alla vittoria del suo pilota preferito, anche se dai Grill the Grid sembra non conosca nemmeno le date dei suoi titoli... come del resto la maggior parte dei piloti durante i Grill the Grid.

Capitolo Lola Larrousse, giusto perché prima ho parlato della faccenda delle prequalifiche: entrambi i piloti finiscono la gara anzitempo. Nessun problema a qualificarsi per le Ligier, nonostante la faccenda prequalifiche, ma la gara di Philippe Alliot finisce abbastanza malamente, quando al via è coinvolto in un incidente con la Dallara di Emanuele Pirro, che pare a sua volta avere cozzato contro una vettura o rimasta ferma in griglia oppure partita al rallenty. Mentre Pirro veniva estratto dalla vettura dai soccorritori - sembra non avere riportato comunque ferite - Alliot è stato rimesso in pista a spinta dai commissari e rientrato ai box. Dopo una sosta è tornato in pista con il solo risultato che è stato squalificato per push start. Sull'altra Ligier, invece, Nicola Larini giunge fino alla fine della gara, seppure solo in decima posizione in un periodo in cui arrivare decimo non offre alcun tipo di vantaggio per la classifica.



venerdì 27 maggio 2022

Una gara pittoresca su un circuito poco pittoresco // GP Ungheria 1989

Oggi andiamo a scoprire un gran premio vintage abbastanza conosciuto e apprezzato - già anni fa mi era stato segnalato come "must watch" degli anni '80/'90 - il quale inserito nel proprio contesto mi sembra anche un po' strano da trovare tra i gran premi molto apprezzati. Infatti quello immediatamente successivo mi sembra molto più in linea con quello che tendenzialmente viene apprezzato e glorificato. Caliamoci comunque nella parte, siamo già nella seconda metà del campionato e il campionato è nuovamente una questione interna alla McLaren. Alain Prost è leader della classifica piloti, ma si trova a scattare dalla terza fila. Riccardo Patrese, su Williams, parte dalla pole position, mentre Ayrton Senna è al suo fianco in seconda posizione... ma who kers di tutto ciò, acclamate la vettura rossa che in questa domenica pomeriggio, sotto qualche lieve goccia di pioggia, sta per scattare dalla terza casella della griglia all'Hungaroring... e acclamatela soprattutto perché è la Dallara di Alex Caffi.

Il pilota italiano riesce anche a conservare la terza posizione alle spalle di Patrese e Senna in un primo momento, seppure venendo staccato e non di poco. Tuttavia arriva Gerhard Berger che, al volante di una vettura rossa, gli fa notare che la sua vettura è più rossa e si prende la terza piazza. Non solo, Prost si appropria del quarto posto di lì a pochi giri... e niente, per il povero Caffi non c'è molto da fare, adesso è solo quinto e il peggio deve ancora venire. Nel frattempo la lieve pioggia non è mai stata di disturbo e anzi, sembra essere del tutto terminata, mentre non si ferma neanche da lontano la gloriosa rimonta di Nigel Mansell. Il pilota della Ferrari, infatti, è partito dodicesimo, ma si sta facendo largo tra chiunque gli capiti a tiro. Uno di questi è Caffi, che scivola in sesta posizione, per poi fermarsi in seguito a cambiare gomme e cadendo definitivamente nel dimenticatoio. Mansell, nel frattempo, è a caccia di piloti più altolocati di Caffi.

Caffi non è il solo pilota a rientrare ai box, tra quelli della zona punti virtuale, anche Berger rientra e ciò fa sì che Mansell si ritrovi quarto. Non vi rimane molto a lungo, dato che supera Prost e inizia a staccarlo senza problemi. Adesso non gli resta che lanciarsi all'inseguimento dei piloti di testa e in poco tempo lo ritroviamo negli scarichi di Senna che a sua volta è negli scarichi di Patrese. Il pilota della Williams è stato leader fin dal via, ma non è destinato a rimanerci fino alla fine della gara. Quando siamo all'incirca a due terzi, infatti, inizia ad avere dei problemi e fatica a tenersi dietro gli inseguitori, ma le cose sono destinate a peggiorare, infatti è costretto al ritiro da un guasto al motore. Adesso Senna è in testa, con Mansell negli scarichi. Più indietro Prost e Berger lottano per la terza posizione, che non porterà a casa nessuno dei due: Berger infatti è costretto al ritiro da un guasto, mentre Prost successivamente si fermerà a cambiare gomme.

Nel frattempo i Sensell si apprestano a doppiare la Onyx di Stefan Johansson, quando che Mansell supera Senna like a boss e si porta in testa. Vi resterà fino alla fine, andando a vincere la gara, mentre Senna sarà costretto ad accontentarsi del secondo posto. La terza posizione se la porta a casa Thierry Boutsen sulla Williams, mentre Prost riesce ad arrivare quarto superando la Arrows di Eddie Cheever. Nelson Piquet su Benetton si classifica al sesto posto, mentre settimo resta fuori dai punti Alex Caffi. Purtroppo sembra essere nato nell'epoca sbagliata, oggi un pilota di una squadra stile Dallara potrebbe essere ben lieto di classificarsi in settima posizione. Finisce comunque così la parentesi ungherese, mentre ci si appresta a vivere, nel successivo appuntamento, il gran premio che tipicamente piace al tifoso medio e verosimilmente non piace per nulla ai piloti: si va in Belgio con un clima simile a quello del 2021, con la sola differenza che nel 1989 viene disputato il gran premio.

La gara inizia con le McLaren 1/2, le Ferrari 3/4, le Williams 5/6: Senna, Prost, Berger, Mansell, Boutsen e Patrese. Ne rimarranno solo cinque, di questi: Berger si ritira a causa di un testacoda. Anzi, a metà gara ne resteranno solo quattro: Patrese viene a contatto con la Lola Larrousse di Michele Alboreto, mentre questo viene doppiato sembra da due vetture contemporaneamente e non se ne rende conto. Murray Walker ne approfitta per anticipare i tempi calandosi nello stile Drive to Survive e raccontando di un'intensa rivalità tra i due che non avrebbero alcuna simpatia l'uno per l'altro. Considerato che nella pagina wikipedia di Patrese è citata la sua amicizia con Alboreto, è abbastanza legittimo pensare che Walker abbia deciso di ingigantire l'incidente e le sue conseguenze, specie quando sembra insinuare - senza vedere le immagini - che Alboreto abbia deliberatamente ostacolato Patrese... come se non fosse una gara con elevato attrition rate e visibilità nulla in cui esce qualcuno ogni tre per due.

Piccola precisazione: in realtà l'attrition rate non è tanto più elevato della media, ma va segnalato come i ritiri per guasti siano pochi e, di fatto, quasi chiunque si ritiri abbia terminato la gara anzitempo per via di testacoda o contatti con altre vetture. Davanti nel frattempo i primi tre sono molto vicini e, quando giunge il momento di tagliare il traguardo, Senna ha poco più di un secondo di vantaggio su Prost, che a sua volta ha Mansell letteralmente negli scarichi: l'eroe dell'Ungheria stavolta deve accontentarsi del gradino più basso del podio. Boutsen, da parte sua, conclude la gara quarto lontanissimo da chi lo precede ma anche da chi lo segue. Quinto e sesto si classificano Alessandro Nannini su Benetton e Derek Warwick su Arrows. Nel frattempo mancano solo cinque gran premi alla fine della stagione: Italia, Portogallo e Spagna, che non vi ho ancora raccontato, dopodiché Giappone (narrato con 1988 e 1990 qui sul blog) e Australia (gara a cui avevo dedicato un post anni fa).



giovedì 26 maggio 2022

Il Principato di Monaco ai tempi di Senna e Schumacher // GP Montecarlo 1993

Che cosa ne dite di calarci nell'atmosfera del GP di Montecarlo ripercorrendone un'edizione storica? Nello specifico ho scelto quella del 1993, un'edizione di cui a mio parere si parla troppo poco. C'è perfino una sorta di duello a distanza per la vittoria tra Ayrton Senna e Michael Schumacher, cosa che tutti sostengono di avere sempre desiderato vedere. E c'è perfino un contatto - seppure di lieve entità - tra Jean Alesi e Gerhard Berger, compagni di squadra in Ferrari. Tutto ciò, ovviamente, nel 1993 in cui la Williams sembra decisamente più avanti rispetto alla concorrenza. I piloti, Alain Prost e Damon Hill, si procacciano rispettivamente la pole position e la quarta piazza in griglia. Il primo è seguito da Schumacher e Senna, il secondo da Alesi e Berger. Le posizioni rimangono inviariate quando le venticinque vetture partono. Anzi, quando ventiquattro vetture partono e quella di Prost è già partita da qualche secondo, con il semaforo ancora rosso.

Piccola parentesi, siamo nel 1993 e ci sono tredici scuderie che prendono parte al mondiale, quindi un totale di ventisei vetture. A seconda dei circuiti, ne vengono ammesse sulla griglia ventisei, oppure solo venticinque. Quando ci sono solo venticinque vetture in griglia, quella esclusa è essenzialmente sempre una Lola-Scuderia Italia. I piloti della gloriosa scuderia sono Michele Alboreto e Luca Badoer. Quest'ultimo, esordiente, ha il poco piacevole onore di essere il pilota con l'ultimo tempo e di conseguenza di non andare in griglia. Adesso, però, credo sia opportuno tornare davanti: Prost viene riconosciuto colpevole del crimine di jump start... che apparentemente è stato depenalizzato di recente! La penalità non è più un minuto da aggiungere al tempo di gara, quanto piuttosto uno stop and go di dieci secondi, che però non si svolge nella propria piazzola, ma sempre in pitlane sotto gli occhi vigili dei commissari.


Prost viene chiamato a scontare la penalità dopo una decina di giri di gara, lasciando la leadership a Schumacher, che conta nel frattempo già un certo vantaggio nei confronti di Senna. Dopo avere scontato la penalità, Prost riparte... o meglio, ci prova. Sembra avere dei grossi problemi, ma alla fine riesce a tornare in pista, già doppiato. Riuscirà a sdoppiarsi solo molto più tardi, a gara inoltrata, quando Senna si fermerà ai box per cambiare gomme. Queste parole potrebbero lasciare intendere che Senna più avanti, nel corso della gara, si trovi in testa... ed è esattamente così. Adesso però non siamo ancora arrivati a quel momento, della top-6 originale sono rimasti in cinque e in sesta piazza è risalita la Benetton di Riccardo Patrese. A proposito di Benetton, torniamo a Schumacher, perché la sua gara finisce in una nuvola di fumo a Loews al 33° giro, quindi qualche giro prima di arrivare a metà percorrenza. La vettura viene rimossa e la pista viene ripulita.

Nel frattempo Senna è in testa e viaggia verso quella che diventerà la sua sesta vittoria sulle stradine di Montecarlo, un record assoluto che per il momento a quota cinque condivideva ex-equo con Graham Hill. Il figlio di quest'ultimo si trova adesso in seconda posizione, poi ci sono le Ferrari terza e quarta, dopodiché Patrese e poi Prost, risalito in sesta piazza, che diventerà in seguito quinta. La posizione di Patrese invece diventerà quella di ritirato, diversi giri dopo rispetto al compagno di squadra, anche lui a causa di un guasto. A lottare per l'ultimo punto disponibile a questo punto dovrebbero essere Erik Comas su Larrousse e Martin Brundle su Ligier, ma il duello finisce in un contatto. A Brundle sembra andare meglio che a Comas, ma perde comunque qualche posizione. Non si tratta comunque dell'unico momento rovente della gara... anzi, ce n'è uno tutto in rosso tra i Bergesi.

I due sono in lotta per la terza posizione, con Alesi davanti a Berger. Berger però non sembra minimamente intenzionato ad arrivare dietro al compagno di squadra e tenta un attacco... che si traduce in una lieve toccata. I due riescono a proseguire senza troppi problemi, quantomeno per il momento, visto il caratterino di Alesi sempre pronto a imprecare contro i doppiati, non mi stupirebbe se dopo la fine della gara inseguisse Berger armato di baguette. Ad ogni modo la gara prosegue con Berger che in seguito gli strappa di mano la baguette portandosi in terza posizione e poi si lancia all'inseguimento di Hill, che stava facendo la sua gara da solo, ignaro di tutte le cose sgradevoli che succedono nel mondo, senza immaginare che nel 2021 i fanboy americani di Hamilton lo tormenteranno su Twitter perché colpevole di usare i social per parlare con humor talora di dubbio gusto di argomenti che non siano minimamente correlati al giro finale del GP di Abu Dhabi, tacciandolo di essere complicehhhh del motorsport corrotto.


Hill non sa neanche che qualcosa di sgradevole rischia di accadere di lì a pochi minuti, ma ecco che Berger gli arriva alle spalle e fa un'altra manovra azzardata a Loews. Hill si gira in un senso, Berger nell'altro, si viene a formare un ingorgo, arriva Alesi che deve rallentare sensibilmente per non sbattere addosso al compagno di squadra. Poi Hill riesce a ripartire, ancora secondo, mentre Berger è costretto al ritiro. Alesi riesce a passare, adesso è di nuovo terzo, ma sensibilmente vicino a Hill, che riuscirà comunque ad allungare prima della fine della gara. Con l'uscita di scena di Berger, Prost risale in quarta piazza. Si trova al momento a seguire Senna come un'ombra: dopo essersi in precedenza sdoppiato per la sosta del pilota McLaren, è stato doppiato da Senna sotto al tunnel. Christian Fittipaldi sulla Minardi è nel frattempo quinto a debita distanza, mentre Brundle si è riportato in zona punti e si trova sesto, posizioni che non cambieranno più fino al traguardo.

La gara si conclude con un podio sul quale Senna sembra piuttosto soddisfatto, si sommerge di champagne insieme a Hill e poi si sommerge da solo rovesciandosi la bottiglia in testa. C'è anche Alesi lì nei pressi, anzi no, non è chiaro dove sia perché gli inseguimenti con lo champagne a Montecarlo non avvengono sul podio vero e proprio ma giù dal podio circondati da gente varia. Nel frattempo le fungirl del 1993 innamorate dei Prosenna, che non aspettano altro che di vedere interazioni tra i loro amati venendo prontamente deluse, non possono nemmeno consolarsi con la visione di un podio Prosenna, visto il quarto posto del pilota della Williams. Tornando ai giorni nostri e al mio pensiero su questa gara, non mi è dispiaciuta per niente, è stata una di quelle che tenevano incollata allo schermo, pur non essendoci un sorpasso ogni cinque secondi come vorrebbero molti tifosi odierni, dandomi modo, ancora una volta, di pensare che le gare siano noiose fintanto che non ci sforziamo di comprendere la loro dinamica.


mercoledì 25 maggio 2022

Il capolavoro - e la iella - della Leyton House // GP Francia 1990

Prima di iniziare la lettura di questo post assicuratevi di mettere a letto i bambini, perché non voglio generare traumi infantili a nessuno. In questo post, infatti, intendo narrarvi di una volta in cui una scuderia al massimo di medio livello stava facendo un garone epico e di come quel garone epico sia terminato in maniera che, a ripensarci al giorno d'oggi, può essere considerata assolutamente traumatica. Quindi preparatevi psicologicamente, perché ci spostiamo nel tempo all'8 luglio 1990 a Le Castellet. Avrete sicuramente ben presente l'epoca, avrete presente che erano i tempi della Royal Couple, avrete ben presente che c'era Gerhard Berger in McLaren... ma tutto ciò non ha la benché minima rilevanza. Anzi sì, costui ce l'ha perché partito dalla seconda posizione si è appropriato immediatamente della leadership, seguito dal compagno di squadra Ayrton Senna, insieme al quale ha preceduto la Ferrari di Nigel Mansell, partito invece dalla pole.

L'altra Ferrari, guidata da Alain Prost, si trovava solo in sesta posizione, dietro alla Benetton di Alessandro Nannini e alla Williams di Riccardo Patrese. Dietro a Prost, a completare la top-ten, c'erano la Williams di Thierry Boutsen, la Benetton di Nelson Piquet, la Tyrrell di Jean Alesi nonché un'elegante sagoma verde acqua di cui andremo a parlare in un secondo momento. Le posizioni sembravano piuttosto statiche, ma la gara si prospettava lunga, ben 80 giri. Era lecito aspettarsi che qualcuno si perdesse per strada, ma in effetti tra i piloti della top-ten fino a gara inoltrata non ci sono neanche stati tanti ritiri, Boutsen e Alesi, con la top-6 che addirittura è rimasta immutata per ben 26 giri. La maggior parte dei piloti, tuttavia, erano su una strategia che prevedeva una sosta ai box per cambiare gomme ed ecco, appunto, che tutti hanno iniziato a rientrare, uno dopo l'altro.

Però non prevedevano proprio *tutti* quella strategia, c'era un team che faceva eccezione, quello delle vetture verde acqua di cui sopra, la Leyton House. Il pilota che inizialmente si trovava decimo è Ivan Capelli che, mentre si fermavano tutti gli altri, si portava sempre più nelle posizioni di spessore, inseguito a una certa distanza dal compagno di squadra Mauricio Gugelmin. Erano già andati ai box Prost, Berger, Senna, Nannini, Mansell... in pratica tutti tranne Patrese, che è stato superato da Capelli prima di rientrare a propria volta. Al 33° giro Capelli si è portato quindi in testa alla gara e di lì a poco Gugelmin si è portato in seconda posizione e se la doveva vedere con il più vicino degli inseguitori che avevano invece effettuato la sosta. Dalle posizioni occupate in quel momento dai piloti che si erano fermati, tutto lascia pensare che molta gente avesse subito un undercut di Prost.

Capelli e Gugelmin sono stati 1/2 per circa una ventina di giri, con a seguire Prost, Nannini, Mansell, Senna, Piquet, Berger, Patrese e poi le Lola Larrousse. Capelli aveva circa sette o otto secondi di vantaggio sul compagno di squadra, il quale era seguito a meno di un secondo da Prost. Questo è durato venti giri, poi ecco che Prost ha superato Gugelmin relegandolo al terzo posto. Voi direte, poco male, poteva andare peggio. E infatti quattro giri più tardi è andata molto peggio, con il pilota brasiliano costretto al ritiro da un guasto al motore. Subito dopo essersi liberato di lui, nel frattempo, Prost si era avvicinato tantissimo a Capelli, tanto da ritrovarsi ad avere meno di due secondi di svantaggio dal leader, se non in certi momenti scendendo anche a meno di un secondo, l'attuale zona DRS. Però ai tempi non esisteva ancora il DRS e Capelli sembrava riuscire a difendersi abbastanza bene, per il momento, sembrava tutto sotto controllo.

Va bene, in realtà non è esattamente una situazione che si potrebbe definire "tutto sotto controllo", Capelli inseguito da Prost doveva sentirsi più o meno come se fosse stato inseguito da un branco di facoceri a digiuno da una settimana, però non aveva alcuna intenzione di stendere il tappeto rosso. Nel frattempo più indietro continuava a succedere qualcosa, tipo Mansell che perdeva posizioni, poi si trovava a duellare con Patrese, poi veniva anche costretto al ritiro. Poi i telecronisti di Rede Globo facevano congetture su quale sarebbe stato il gap in classifica tra i Prosenna dopo la gara, alla luce del quarto posto di Senna. Poi Senna è risalito in terza posizione quando Nannini, non inquadrato, si è ritirato nel corso del 76° giro. La gara si stava avviando sempre di più verso il finale e Capelli continuava a contrastare gli attacchi di Prost, che ormai sembrava destinato alla seconda posizione.

Non c'è che dire, quando era in stato di grazia anche la Leyton House poteva permettere ai piloti di lottare per le posizioni di spessore, addirittura evidentemente per la vittoria. Il problema è che lo stato di grazia della Leyton House di solito non durava a lungo abbastanza da vedere la fine della gara. Il dramma si è consumato nel corso del 78° e terzultimo giro, quando Capelli ha dovuto arrendersi e rallentare. Prost si è preso la testa della gara e al povero Ivan non è rimasto altro da fare che amministrare il proprio secondo posto, cosa che quantomeno è riuscito a fare. Senna ha chiuso terzo, precedendo Piquet, Berger e Patrese a completare la zona punti, con le Lola Larrousse di Aguri Suzuki ed Eric Bernard a seguire, in una gara che ha avuto un buon numero di piloti giunti al traguardo (in totale sembra ci siano stati solo nove ritirati).

Quella di Prost è stata la 100^ vittoria nella storia della Ferrari, che ogni tanto veniva citata da Mazzoni durante le telecronache, quando parlava di statistiche della storia della Rossa, aggiungendo che non era sicuramente un buon ricordo per Capelli. In realtà sembra che il caro Ivan non l'abbia neanche presa tanto male, in quel giorno di luglio del 1990, ma certo non sapeva che quella era destinata ad essere la sua ultima occasione di potenziale vittoria, nonché il suo ultimo podio. Però almeno, quando da anziano racconterà ai conoscenti aneddoti della sua gioventù, almeno potrà vantarsi di essere salito sul podio in compagnia di entrambi i membri della Royal Couple, che non è una cosa esattamente da poco. I membri della Royal Couple, invece, probabilmente non erano affatto felici di essere sul podio insieme (essere una loro fangirl che li shippava sarebbe stato traumatico) e Senna non si è neanche curato di nasconderlo.

Se n'è infatti andato via dal podio in anticipo, ignorando lo champagne e quasi ignorando del tutto anche Capelli, il quale ha festeggiato insieme a Prost la propria seconda posizione. Secondo quanto narra statsf1 c'erano anche dei tifosi della Ferrari che gli avrebbero urlato abbastanza forte da farsi sentire che lo volevano alla Rossa. Mi piace pensare che poi quella sera l'ultima cosa a cui abbia pensato Capelli prima di addormentarsi sia stata quella di essere un giorno lui stesso un pilota della Ferrari e di essere lui a infrangere i sogni di gloria di qualche sprovveduto che al volante di una vettura pittoresca puntava alla vittoria di un gran premio. Purtroppo l'unica parte destinata ad avverarsi, nel 1992, è stato il passaggio in Ferrari, dov'è andata purtroppo come sappiamo. Lo capite, adesso, perché dovevate mettere a letto i bambini? Quando saranno più grandi, però, vi raccomando di narrare loro questa storia.

PS. È passata mezzanotte da pochi minuti, ma se consideriamo che sia ancora il 24/05, oggi è il compleanno di Ivan Capelli. *-*


martedì 24 maggio 2022

La vittoria di Ellen Lohr nel DTM

Credo non ci sia giorno migliore di oggi, 24.05.2022, per parlare di un evento del motorsport che risale a esattamente trent'anni fa. Per una volta non parlerò di Formula 1, quanto piuttosto di DTM, perché il 24 maggio 1992 accadeva un evento storico che mi sembra doveroso andare a ripercorrere. La protagonista è Ellen Lohr, una delle più prominenti donne del motorsport degli scorsi decenni. Nata nel 1965 a Monchengladbach, stessa città in cui sono nati anche Heinz-Harald Frentzen e Nick Heidfeld, ha avuto negli anni '80 una carriera di buon livello nelle serie minori open wheel. Ha vinto un campionato di Formula Ford (l'antenata della Formula 4) e ha gareggiato per un paio di stagioni in Formula 3.

Ha un'unica partecipazione all'attivo in Formula 3000, che si è conclusa con un DNQ dovuto a un guasto al motore, e pare che gareggiasse - o meglio, che avrebbe dovuto gareggiare - per un team gestito da una nostra vecchia conoscenza, ovvero Helmut Marko. La sua carriera open wheel, tuttavia, non è proseguita in quanto ha avuto l'opportunità di gareggiare stabilmente nel DTM (il che in genere per i piloti significa essere pagati per gareggiare, invece che essere loro a pagare per finanziarsi la carriera). Nel 1987 aveva disputato tre gare nel DTM, ottenendo come miglior risultato una seconda posizione, mentre dal 1991 al 1995 ha gareggiato come pilota full time. Il suo esordio nel 1987 era avvenuto con la BMW, le sue stagioni full time le ha disputate tutte con Mercedes.

Il 24 maggio si correva a Hockenheim e al momento la Lohr aveva all'attivo un podio con la Mercedes conquistato proprio nell'evento precedente, in cui si era classificata seconda al circuito di AVUS. Nella gara di Hockenheim partiva dalla pole position uno dei suoi compagni di squadra, Klaus Ludwig, che tuttavia si è ritirato per incidente. A ereditarne la leadership è stato uno degli altri compagni di squadra di Ellen Lohr, ovvero nientemeno che una nostra vecchia conoscenza, Keke Rosberg. Sexy Baffo era in testa fino a un paio di giri dalla fine, quando la Lohr l'ha superato like a boss prendendosi la prima posizione. Rosberg ha poi chiuso terzo, venendo superato anche da Bernd Schneider (noto anche per avere ispirato il casco che Sebastian Vettel indossava al GP di Germania 2019).

Tornando alla Lohr, si è trattata della sua prima e unica vittoria nella categoria - in seguito ha ottenuto altri due piazzamenti a podio con due terzi posti. Non solo, è stata anche la prima e finora unica donna a vincere una gara nel DTM, un piccolo pezzo della storia del motorsport al femminile che a mio parere non bisognerebbe dimenticare, anche se fa parte di una categoria che molti considerano un po' di nicchia. Cos'altro dire? Forse che trent'anni sono un periodo abbastanza lungo e che nonostante tutto sembra che al momento attuale non ci sia nessun'altra vicina alla possibilità di emulare Ellen Lohr. Non ci resta altro da fare che non perdere le speranze. Ci sono già state donne che hanno gareggiato ad alto livello con risultati di livello medio-alto, speriamo che prima o poi la storia possa ripetersi!



lunedì 23 maggio 2022

Commento al Gran Premio di Spagna 2022

Nel weekend appena passato la Formula 1 è tornata in Europa e l'ha fatto passando dal Circuit de Catalunya, solo una settimana prima di triggerare definitivamente i driverstosurvivers. Ai driverstosurvivers comunque ci penseremo al momento più opportuno, adesso focalizziamoci sul fatto che siamo arrivati a un momento di svolta del campionato. Fino a qualche giorno fa, infatti, la Ferrari era in testa al mondiale, di conseguenza si sentivano in dovere di commentare la Formula 1 anche tutti quelli che di solito non la seguono, ma che si svegliano ogni tanto per parlare della Ferrari. Fortunatamente la rottura del motore sulla monoposto di Leclerc mentre era in testa al gran premio ha fatto svanire nel nulla la leadership del campionato e probabilmente ciò contribuirà all'allontanamento di questi soggetti. Azz, mi rendo conto che vi ho parzialmente spoilerato il fatto che Leclerc si è ritirato, ci mancava solo che vi dicessi anche che la Redbull ha fatto doppietta e poi avrei stroncato definitivamente la vostra innocenza: vi ricordo infatti che il fondamento dei miei commenti ai gran premi è che i miei lettori non sappiano minimamente com'è andato il gran premio che si è svolto a casa degli Alonsainz.
Divino Ferni: "Da quando io e Carlito condividiamo una casa?"
Carlito: "Non lo so nemmeno io, ma sono molto felice di tutto ciò. Yd0l0 Ty LoWo TrOpYxYm0!!111!!11!!!1"
Divino Ferni: "Non hai delle cose più importanti a cui pensare, piuttosto che seguirmi 24/7?"
Carlito: "Sì, tantissime. Per esempio, così come tutti erano convinti che a Imola io e il Predestinato avremmo fatto doppietta e doppiato il terzo classificato perché era il gran premio di casa del team, tutti si sono automaticamente convinti che questo fine settimana vincerò il mio gran premio di casa. Quando le loro aspettative altissime non verranno rispettate, si lamenteranno che cerco di ostacolare il Predestinato e che dovrei limitarmi a fare la seconda guida e che ogni mio risultato dovrà essere ceduto al Predestinato. Poi arriveranno i vettelini indignati perché il loro povero idolohhhh è stato bullizzato per i risultati e tutto ciò era sbagliatissimo e bullizzare i piloti era da personehhhh orribilihhhh, mentre è ingiusto che io non venga altrettanto bullizzato."
Divino Ferni: "Alla fine vedi, il fanbase più saggio è il mio. I miei tifosi hanno sempre affermato che bisogna idolatrarmi e trattare come delle m*rde tutti gli altri piloti, non si sono mai atteggiati a salvatori dell'universo fintanto che era il loro idolohhhh ad essere preso di mira mentre adesso vorrebbero riservare lo stesso trattamento se non peggio a chiunque sia colpevole di non essere figohhhh come il loro idolo."
Carlito: "Hai detto che il tuo fanbase è composto da tifosi saggi, quindi di conseguenza sono una persona saggia. Non mi resta altro da fare che essere io in prima persona ad annunciare l'inizio del weekend motoristico. Che la Q1 abbia inizio! e che la tua qualifica abbia subito fine!"
Il Divino si è guardato intorno con tanti wtf che gli ronzavano nella testa, non capendo esattamente cosa stesse succedendo. Poi si è reso conto di avere battuto Vettel e ha capito che tutto andava bene. Non appena ho scritto questa frase ho iniziato ad avvertire un intero branco di rane che gracidava a squarciagola e mi sono chiesta se avessi sbagliato qualcosa, quindi sono andata a controllare ed effettivamente era l'esatto contrario, Vettel aveva battuto Alonso. Purtroppo per loro erano stati battuti da altri quindici piloti quindi sono andati immediatamente a giocare a briscola.

Vettel
Alonso
Stroll
Albon
Latifi

Non saprei dire come sia terminato il torneo di briscola, forse con Latifi che ribaltava le carte, perché ultimamente in pista va piano quindi va sano e va lontano invece di fare entrare bandiere rosse e safety car a caso, quindi immagino che debba fare danni da qualche parte giusto per non perdere l'allenamento. Mentre loro giocavano a briscola, comunque, si svolgeva la Q2 nella quale si iniziava a parlare delle condizioni fisiche non proprio ottimali di Norris che comunque stava battendo Ricciardo perché lui è un bambino grande e può, specie quando non sono le 22.00 perché a quell'ora deve andare a letto come tutti i bravi bambini, dopo avere bevuto un biberon pieno di latte pastorizzato.
Trollando: "Perché proprio latte pastorizzato?"
Dani-Smile: "Per vincere il GP di Spagna come Maldonado dieci anni fa."
Trollando: "Aaaawwww."
Dani-Smile: "Invece di fare gli occhi dolci pensando a Pastorone, pensa al fatto che lui è riuscito a partire dalla pole position e a vincere un gran premio, non mi pare che tu abbia fatto altrettanto quando sei stato tu a partire dalla pole."
Trollando: "Adesso che mi dici queste cose, per ripicca mi comporterò da bambino cattivo. Quindi calpesterò l'erba."
Dani-Smile: "Credo che tu stia calpestando i track limits e che questo ti condurrà direttamente fuori dalla qualifica per annullamento del tempo con cui sei passato in top-ten. Sei sicuro di essere un bambino grande? Secondo me hai ancora il quoziente intellettivo di un neonato."
Trollando: "Pensa al tuo quoziente intellettivo da V3KkYaCçY0 e ritirati come dice il Vanz, che non fa altro che ripetere che tu e il Piccolo Principe verrete cacciati via a calci nel cu*o perché siete degli SkArSy."
Piccolo Principe: "Taci, bimbo, che non sei neanche riuscito a cacciarmi fuori dalla top-ten... e non tornare a rompere le scatole finché non sarai adulto."
Trollando: "Wait, wait, wait, da quando voi principi vi esprimete in maniera così rozza?"
Piccolo Principe: "Noi principi di base non ci esprimiamo in maniera così rozza, a meno che prima non abbiamo raggiunto la pace dei sensi. Io l'ho raggiunta prima della qualifica quando i miei occhi azzurro shocking si sono specchiati negli occhi azzurri del mio idolohhhh e ripensando al nostro incidente di Miami abbiamo urlato dei 'f*ck' per mandare giù la delusione."
Dani-Smile: "Quindi, Trollando, vai immediatamente ai box a giocare a briscola, invece di stare qui ad ascoltare queste parole. E mi raccomando, prima di andare a letto mettiti il pigiama e bevi il latte. E dopo avere bevuto il latte, lavati i denti."

Norris
Ocon
Tsunoda
Gasly
Zhou

La Q3 è iniziata con un piccolo fanboy di Vettel che voleva a tutti i costi emulare Vettel... e no, non mi riferisco a Schumacher che ha fatto una normale qualifica da decimo posto, il massimo a cui poteva ambire in una simile situazione, quanto a Leclerc che si è esibito in un testacoda. Però ha dimostrato di valere molto più di Vettel, nel caso di quest'ultimo i testacoda servivano solo per farsi prendere per i fondelli, nel caso di Leclerc è servito per rendere mistico e divino quello che è accaduto dopo: ottenere la pole position nel tentativo successivo, alla fine della sessione. Il Vanz si è messo a urlare più o meno in cui immagino possa avere fatto l'indomani Tiziano Crudeli su Italia7 Gold nel momento in cui il Milan ha vinto lo scudetto, coprendo il team radio di Verstappino in cui segnalava un "no power" e si rintanava ai box invece di tentare di procacciarsi la pole position.

Leclerc
Verstappen
Sainz
Russell
Perez
Hamilton
Bottas
Magnussen
Ricciardo
Schumacher

A questo punto non restava altro da fare che aspettare che arrivassero le 15.00 della domenica e una delle poche dirette su TV8. Nel frattempo è successo un unico accadimento andato a impattare sulla composizione della griglia di partenza, nello specifico la sostituzione del motore sulla vettura di Alonso che è quindi partito dalla pitlane, in modo che ci fosse qualcos'altro da mistificare qualora fosse riuscito a risalire fino alla zona punti. Al momento però nessuno prendeva in considerazione Alonso, per via della predestinazione che dominava su Montmelò, dato che non siamo più nel 2012, tempi bui in cui c'era un pilota Ferrari idolatrato e l'altro non considerato, in cui la Redbull vinceva per cu*o e non per merito rendendo il mondiale falsato e in cui un V3KkYaCçY0 sette volte campione del mondo su una Mercedes veniva criticato perché non era veloce come il suo giovane compagno di squadra e si lasciava intuire che dovesse ritirarsi perché ce l'aveva piccolo.
Bene, dal 2012 è tutto (a parte l'inquadratura di Pastorone ospite nel box della Williams), anzi no, non è affatto tutto, siamo precipitati esattamente dentro al 2012 e non sappiamo più come uscirne. Nel dubbio Leclerc si è mantenuto in testa alla gara non appena questa è partita, mentre Verstappino si accodava a dietro Verstappino c'era... mhm... non c'era il fanboy dell'idolo locale divenuto a sua volta idolo locale, quanto piuttosto Russell con tutte le sue -L perché Sainz era partito male e si era fatto sfilare un po' di gente, ma quantomeno la sua partenza era andata meglio di quella dei Kmag-gangster, che si sono spalmati l'uno contro l'altro precipitando nelle retrovie e poi precipitandosi ai box. In quei frangenti Hamilton ha osato insinuare via radio che non aveva senso continuare la gara. Però, non essendo Alonso al volante di una McLaren Honda che ripeteva frasi del genere ogni tre per due provocando erezioni immediate a tutti i suoi fan, nel caso del Prosciuttello il fatto che abbia pensato che il ritiro fosse la scelta migliore significa che non ha mai saputo guidare, che dovrebbe ritirarsi e soprattutto che se per caso fosse riuscito a risalire dalle retrovie fino alla top-5 sarebbe stato perché la Mercedes è la miglior macchina.
In linea teorica nello stesso universo Russell e tutte le sue -L allora sarebbero stati in terza posizione al volante di un missile, il che era in contrapposizione con il metterlo su un piedistallo in quel momento, ma in questo preciso momento storico il ruolo di vettura scadente o di vettura molto più competitiva della concorrenza a seconda di che cosa sia doveroso affermare sembra essere toccato alla Mercedes.
Nel frattempo Sainz ha fatto un testacoda provocando orgasmi a tutti i tifosi di Vettel che si sono vantati che quando c'era il loro idolo non era mai successo nulla di tutto ciò e che sarebbero ben lieti se ci fosse ancora il loro idolo a prenderlo in quel posto da Leclerc ogni singolo giorno del campionato e anche quelli in cui non ci sono le gare. Qualcuno che invece era più accorto, ha anche ripensato a quando i Versainz erano compagni di squadra in Toro Rosso e già si intuiva che Verstappino non sarebbe mai potuto uscire nello stesso punto di pista di Sain-... oh, wait. Verstappino ha comunque limitato i danni ed è rientrato in pista alle spalle di Russell e Perez. Naturalmente come da buona tradizione a Perez è toccato fare il secondo pilota e levarsi di torno con una strategia costruita ad hoc affinché rimanesse il meno possibile sulla strada di Verstappino. Verstappino, intanto, aveva problemi nell'aprire il DRS (quello della macchina, non sto insinuando difficoltà di erezione), ma a un certo punto l'abbiamo visto comunque lottare ferocemente con Russell e tutte le sue -L. Le -L di Russell si sono anche riprese la posizione, ma non era destino, prima o poi il pilota della Mercedes si sarebbe arreso a entrambe le Redbull e il tentativo di strategia diversa per Perez si sarebbe arreso al fatto che la Redbull aveva meno intenzione di rinunciare a una vittoria di Verstappino di quanto Perez avesse intenzione a rinunciare a una vittoria propria.
Predestinato: "Perché vittoria? Ci sono io in testa alla gara."
Il motore della sua monoposto: "La gara di GP2 è finita di un pezzo, credo che dovresti arrenderti all'evidenza e portarmi a dormire."
Predestinato: "WTF?!?!?! Qui in Spagna?!?!?! Pensavo come minimo che avresti aspettato il mio gran premio di casa a Montecarlo."
Il motore della sua monoposto: "Non darmi delle strane idee su quello che potrei fare tra una settimana."
Leclerc: "Azz, lo sapevo, avrei dovuto stare zitto. Va beh, me ne torno ai box e mi metto a pomiciare con tutti i meccanici, perché in fondo la predestinazione non mi ha cambiato, sono ancora un ragazzo gentile ed educato e pieno di buoni sentimenti, come quelli nei confronti di Gasly, nonostante sia più indietro rispetto a Tsunoda e tempo un paio di gare anche lui inizierà ad essere considerato un V3KkYaCçY0 che dovrebbe ritirarsi da quelli che fino all'altro ieri lo volevano di nuovo in Redbull."
In ritiro di Leclerc ha portato la gara verso una svolta inaspettata: Schumacher, che fin dall'inizio oscillava tra quella zona che delimita chi si porta a casa l'ultimo punto e chi sta a secco, con una buona strategia avrebbe addirittura potuto vedere la zona punti.
Team Haas: "Dobbiamo assolutamente portare a casa questo risultato. Fare una sosta in meno su una pista con un degrado gomme altissimo e in cui la maggior parte dei piloti fanno tre soste è sicuramente il modo migliore per ottenere una top-ten. E nel frattempo facciamo fare una sosta in meno anche a Kmag, però lui mettiamolo sulle hard, giusto perché è la mescola migliore per chi sta passando la gara messo a novanta."
La gara degli Schumagnussen è precipitata negli ultimi giri, tanto che Kmag, che aveva in precedenza superato le Williams, è stato superato da nientemeno che Latifi, mentre il Piccolo Principe con la sua strategia a sole due soste è risalito fino al nono posto... prima di perdere qualcosa tipo cinque posizioni negli ultimi giri, quando girava sui cerchioni, mentre Bo77as scuoteva la testa con disappunto, non perché non fosse ugualmente sui cerchioni, quanto piuttosto perché lui, essendo già stato superato dai Gangstersainz dopo una gara passata in gran parte intorno alla quarta posizione, non aveva nessuno dietro che potesse superarlo quindi poteva permettersi di andare piano. Alla fine ha chiuso sesto, il che è una vera prestazione da maschio alfa. Il suo compare, invece, non ha neanche avuto modo di provare a dimostrarsi un apprendista maschio alfa, in quanto è stato costretto al ritiro dopo metà gara per un guasto per la seconda volta dietro fila. Veniamo adesso a Hamilton e Sainz, che si trovavano al momento quarto e quinto: Hamilton aveva infatti superato l'ex compagno di squadra, imitato da Sainz, poi aveva superato anche Sainz, quando a pochi giri dalla fine gli hanno citofonato dai box avvertendolo che stava per finire la benzina e che doveva rallentare. Simile messaggio è arrivato anche nelle orecchie di Russell che però dietro di lui aveva solo le sue -L che facevano un balletto per celebrare il podio imminente, quindi se l'è cavata senza perdere posizioni. Hamilton, invece, aveva Sainz non tanto lontano, quindi ha perso la quarta piazza arrivando quinto. Però entrambi sono arrivati e non sono neanche rimasti a piedi nel giro d'onore tipo Vettel in Ungheria. A proposito di Vettel, era su una strategia che prevedeva due soste ma con un timing sensato e soprattutto che guidasse la rana al posto suo, pertanto è riuscito a risalire fino a ridosso della zona punti.
Divino Ferni: "Io però sono più figo, sono partito in pitlane e a punti ci sono andato davvero, saranno sicuramente felici i miei connazionali, Carlito, i miei vedovi che sostengono che se fossi ancora in Ferrari vincerei il mondiale a luglio e soprattutto il Vanz che ogni volta in cui capitava che mi inquadrassero nelle vicinanze di Vettel osservava che abbiamo vinto sei titoli in due."
Crazy Frog: "Quindi hai vinto il terzo titolo per media e non per merito rendendo l'albo d'oro falsato."
Divino Ferni: "Esatto, adesso è un Albon d'oro e invece che campioni del mondo include piloti che hanno sfigurato nei top team ma ottenuto buoni risultati nelle squadre di media classifica."
Crazy Frog: "Non esaltare tanto Albon, che oggi è diventato Alboff e ha passato la gara dietro alla marmotta del Quebec."
Divino Ferni: "Qualche gioia dovrà averla anche la marmotta del Quebec, ogni tanto, non credi? O dobbiamo parlare solo dei rumour secondo cui è destinato a perdere il volante ogni tre per due?"
Crazy Frog: "Hai ragione, che siamo in coda al commento quindi per ultima cosa sarebbe anche doveroso parlare di Latifi, però credo che l'Autrice(C) abbia altri programmi, tipo mettere fine a questo commento."
Divino Ferni: "Mi pare una decisione saggia, specie alla luce del fatto che tra solo una settimana c'è Montecarlo e che ci saranno le prove libere già gioved-... che ci saranno le prove libere di venerdì per non triggerare gli americani, che hanno talmente poca autostima che si sentono messi in pericolo dal fatto che in Europa ci sia un gran premio storico in cui le prove libere si svolgono di giovedì invece che di venerdì."
Intanto c'è chi insinua che questa sarà l'ultima edizione che si svolgerà sulle anguste e tortuose stradine del Principato e si comportano come se questa eventualità fosse il trionfo della giustizia divina. Nel frattempo c'è chi non ha questi problemi, ma pensa piuttosto alla possibilità di ottenere almeno qualche punto sul suolo di casa. Si tratta ovviamente di Leclerc, che finora non ha mai avuto grandi risultati tra le anguste mura domestiche. Giusto per iniziare bene la settimana che si concluderà con il gran premio monegasco, ci terrei anche a ricordare, per non farci mancare niente, che oggi è lunedì 23 maggio e che il 23 maggio di esattamente cinquant'anni fa nasceva Rubens Barrichello, che non assisteva al proprio gran premio casalingo dal balcone degli amici, ma da casa dei nonni da dietro l'Arquibancadas, ma in quanto a sfortuna nel proprio gran premio di casa sembra avere trovato per ora un proprio discendente. Se fossi nel Predestinato inizierei a darmi una doverosa e predestinata grattata là dove non batte il sole, specie alla luce del fatto che non solo oggi compie cinquant'anni Barrichello, ma è anche il quarantesimo anniversario del gran premio di Montecarlo 1982, quando negli ultimi ben cinque piloti ebbero incidenti o guasti quando si trovavano o in prima posizione o in quella che avrebbe potuto diventare una prima posizione per via dei ritiri di altri. Quindi Charles ci siamo capiti, ti conviene davvero iniziare a grattarti subito. Concludo con un saluto a Jarno Trulli che sempre il 23 maggio, ma di diciotto anni fa, vinceva a Montecarlo.

RISULTATO: 1. Max Verstappen (Redbull), 2. Sergio Perez (Redbull), 3. George Russell (Mercedes), 4. Carlos Sainz (Ferrari), 5. Lewis Hamilton (Mercedes), 6. Valtteri Bottas (Alfa Romeo), 7. Esteban Ocon (Alpine), 8. Lando Norris (McLaren), 9. Fernando Alonso (Alpine), 10. Yuki Tsunoda (Alpha Tauri), 11. Sebastian Vettel (Aston Martin), 12. Daniel Ricciardo (McLaren), 13. Pierre Gasly (Alpha Tauri), 14. Mick Schumacher (Haas), 15. Lance Stroll (Aston Martin), 16. Nicholas Latifi (Williams), 17. Kevin Magnussen (Haas), 18. Alex Albon (Williams), Rit. Guanyu Zhou (Alfa Romeo), Rit. Charles Leclerc (Ferrari).


domenica 22 maggio 2022

W Series 2022: Circuit de Catalunya

A sole due settimane di distanza dal primo evento double header della stagione si è svolto in questo fine settimana il secondo evento, a Barcellona, strutturato con prove libere e qualifiche al venerdì e poi gara al sabato. Si è svolta nel primo pomeriggio, prima delle qualifiche della Formula 1 e l'ho seguita tramite livetiming/ commenti in diretta sui social, in attesa degli highlights. Facendo un passo indietro, venerdì nelle qualifiche ancora una volta la campionessa in carica è stata davanti a tutte, ottenendo la pole position. In generale tutte quelle di "vecchia data" eccetto Eaton si sono aggiudicate la prima parte della griglia, mentre la rookie più veloce è stata Babickova 12^ ma retrocessa per l'incidente innescato con Noda nella scorsa gara. Noda è stata quindi la prima delle rookie in griglia.

Chadwick - Powell
Pulling - Visser
Kimilainen - Belen Garcia
Marta Garcia - Moore
Hawkins - Wohlwend
Martì - Tomaselli
Noda - De Heus
Chambers - Babickova
Bustamante - Eaton

La gara sembra essere stata abbastanza piatta e povera di duellihhhh e sorpassihhhh tanto che sui social c'era chi si lamentava della mancanza del DRS (perché funziona così, dove c'è lo si critica, dove non c'è lo si vorrebbe), ma Pulling ha recuperato la seconda posizione al via a spese della sua mentore Powell e in certi momenti è stata negli scarichi della leader. Le prime tre, in ogni caso, sembravano avere un certo vantaggio sul gruppetto delle inseguitrici, dove c'erano Kimilainen, Visser e poi Marta Garcia.
Moore sembra avere avuto una brutta partenza, ma poi avere rimontato chiudendo in zona punti con un sorpasso su Hawkins, mentre si è avuto poco più indietro un duello Tomaselli vs Noda dopo che quest'ultima aveva inizialmente superato la Tomaselli al via. Noda è stata la migliore delle rookie in gara, alla faccia dei suoi hater. Si è visto che non è una front runner, ma "molto più lenta di tutte le altre" non mi pare.
Chambers poteva puntare all'essere la seconda delle rookie, doveva essere al 14° posto nelle fasi finali della gara, quando è finita in testacoda all'ultimo giro.

1. Jamie Chadwick - Jenner Racing
2. Abbi Pulling - Racing X
3. Alice Powell - Click2Drive
4. Emma Kimilainen - Puma Team
5. Beitske Visser - Sirin Racing
6. Marta Garcia - Cortdao
7. Belen Garcia - Quantfury
8. Nerea Martì - Quantfury
9. Fabienne Wohlwend - Cortdao
10. Sarah Moore - Scuderia W
11. Jessica Hawkins - Click2Drive
12. Bruna Tomaselli - Racing X
13. Juju Noda - Academy
14. Emely De Heus - Sirin Racing
15. Bianca Bustamante - Academy
16. Abbie Eaton - Scuderia W
17. Tereza Babickova - Puma Team
18. Chloe Chambers - Jenner Racing

In sintesi, Chadwick ne ha già vinte tre su tre, a fine stagione si riempirà le tasche con i soldi destinati alla vincitrice e probabilmente cercherà di farlo a oltranza. Pulling nel frattempo va forte e tra le giovani è forse la migliore speranza, forse prima o poi arriverà il suo giorno.