martedì 31 maggio 2022

Indycar 2022: #6 Indianapolis 500

Avete presente quella sensazione che si prova nel sapere che presto si svolgerà una delle gare automobilistiche più importanti e prestigiose al mondo e che solo i primi 33 qualificati avranno accesso alla griglia di partenza, mentre qualche povero sprovveduto la gara se la guarderà dall'esterno? Ecco, questa sensazione, quest'anno, non si può provare: il mese di maggio è già iniziato e non si arriva nemmeno ancora a 33, in un primo momento è difficile addirittura pensare a una griglia completa. Poi arriva il team Dragonspeed, che all'ultimo momento porta il pilota numero 33: si tratta di Stefan Wilson. Restano come facilmente prevedibile 33 e c'è la certezza che tutti quanti potranno andare sulla griglia. Credo ci siano sia lati negativi sia lati positivi in tutto ciò. Da un lato, quello negativo, non si raggiungerà mai quel turbine di emozioni provate nel vedere il confronto decisivo tra Kyle Kaiser e Fernando Alonso qualche anno fa, ma dall'altro è positivo sapere che appunto nessuno sarà escluso. Tutte le entry saranno in pista e le entry sono, nello specifico, queste:

- Penske: presente con tre vetture, guidate dai piloti titolari Josef Newgarden, Will Power e Scott McLaughlin;
- Chip Ganassi: oltre ai full time Alex Palou, Scott Dixon, Marcus Ericsson e Jimmie Johnson schiera una quinta vettura per Tony Kanaan;
- Andretti Autosport: oltre alle quattro vetture dei titolari Colton Herta, Alexander Rossi, Romain Grosjean e Devlin DeFrancesco, schiera una quinta vettura guidata da Marco Andretti;
- Arrow McLaren: porta tre vetture, guidate dai full time Felix Rosenqvist e Patricio O'Ward e da Juan Pablo Montoya che ha già preso parte anche al GP di Indianapolis Road Course;
- Carpenter: oltre alle due vetture di Conor Daly e Rinus Veekay è presente una terza vettura guidata da Ed Carpenter;
- Rahal Letterman: porta tre vetture guidate dai piloti titolari Graham Rahal, Jack Harvey e Christian Lundgaard;
- Meyer Shank: come da line-up full time schiera Helio Castroneves, quattro volte vincitore della Indy 500, e Simon Pagenaud;
- A.J.Foyt: oltre alle due vetture guidate dai titolari Dalton Kellett e Kyle Kirkwood, porta una terza vettura guidata da J.R. Hildebrand;
- Dale Coyne: è presente con due vetture, guidate dai piloti titolari Takuma Sato e David Malukas;
- Juncos: porta una sola vettura, guidata da Callum Ilott;
- come team one-off, Dreyer & Reinbold porta due vetture guidate da Sage Karam e Santino Ferrucci, mentre Dragonspeed ne porta una guidata da Stefan Wilson.

21/22 Maggio - è il fine settimana delle qualifiche, che hanno subito qualche modifica rispetto alle stagioni precedenti. Nello specifico al sabato vengono definite le posizioni della griglia eccetto le prime quattro file. Poi, la "Fast 12", alla domenica si qualifica di nuovo, per definire le prime quattro file della griglia. Veekay, O'Ward, Rosenqvist, Palou, Kanaan, Johnson, Carpenter, Ericsson, Grosjean, Dixon, Power e Sato sono i dodici piloti che conquistano questo onore e che sabato non sanno ancora da che casella della griglia partiranno otto giorni più tardi. La qualifica della Fast 12 in realtà è successivamente divisa in Fast 6, ma questo è un altro discorso. Quello che conta, alla fine, è che Dixon conquista la pole, la più veloce della storia della Cinquecento Miglia e che sono in tanti ad affermare che meriterebbe di vincere una seconda volta. Probabilmente qualcuno che fino a pochi giorni prima pensava che Dixon sia un V3KkYaCçY0 che dovrebbe ritirarsi cambia improvvisamente idea, in attesa che accada qualcosa che gli possa permettere di screditarlo ulteriormente.
Nel frattempo, nel weekend delle qualifiche, un simpaticone scredita la Indy 500 su Twitter, sostenendo che se "un backmarker della Formula 1" può classificarsi così avanti, allora deve essere una serie per piloti scarsi. Il suddetto backmarker della Formula 1 ne approfitta per rispondergli su Twitter, ricordandogli che tipo di monoposto guidava e che, nello stesso team, il suo ex compagno di squadra sta ottenendo grandi risultati. Mi piace questa ship Grosjean/ Magnussen, sarebbe bello prima o poi rivederli nello stesso team, anche se dubito che accadrà. In più credo che la carriera di RoGro abbia preso una svolta di un certo livello, rispetto a quando stava alla Haas. Ora però, credi sia meglio tornare a noi e occuparci della griglia di partenza:

1^ fila: Dixon, Palou, Veekay
2^ fila: Carpenter, Ericsson, Kanaan
3^ fila: O'Ward, Rosenqvist, Grosjean
4^ fila: Sato, Power, Johnson
5^ fila: Malukas, Newgarden, Ferrucci
6^ fila: Pagenaud, Hildebrand, Daly
7^ fila: Ilott, Rossi, Rahal
8^ fila: Karam, Andretti, DeFrancesco
9^ fila: Herta, McLaughlin, Castroneves
10^ fila: Kyrkwood, Kellett, Montoya
11^ fila: Lundgaard, Harvey, Wilson

29 Maggio - è il giorno della gara, che inizia nel tardo pomeriggio italiano (o primissima serata, a seconda di quale sia la nostra percezione del pomeriggio/ sera). Dixon parte dalla pole position e nella prima parte di gara sono lui e il compagno di squadra Palou ad alternarsi in prima posizione, con Veekay che cerca di inserirsi. Dopo la prima sosta sembra anche davanti ai due, ma sarà il primo pilota a uscire di scena. Ci si avvicina a un quarto di gara quando va a sbattere, provocando il primo ingresso della safety car (pare guidata da Sarah Fisher).
Quando la gara riprende ci sono ancora Palou e Dixon nelle zone alte della classifica, ma la gara di Palou sta per prendere una piega poco positiva. Certo, è meno positiva la piega che prende la gara di Ilott, il secondo pilota a uscire di scena a causa di un incidente, che provoca il secondo ingresso della safety car. Ciò avviene nel bel mezzo di un giro di soste, quando Dixon è già rientrato ai box e Palou non ancora. La pitlane è chiusa ed è costretto a rientrare prima che riapra, per non finire la benzina. Dopo la sosta dovrà quindi scontare una penalità, il tutto mentre Dixon si trova in prima posizione, davanti adesso a Daly. Quest'ultimo risale brevemente in testa per poi essere passato nuovamente da Dixon.
Quando la gara arriva all'halfway point, i primi cinque sono Dixon, Daly, O'Ward, Ericsson e Kanaan.
Pochi giri più tardi Grosjean è protagonista del terzo incidente che provoca l'ingresso della safety car. In questo momento Daly è già rientrato ai box per il pitstop, mentre Dixon è uno dei piloti che rientrano in regime di safety car. Si deve accodare a Daly, ma al restart si porta di nuovo in testa, con Daly che perde la posizione anche a vantaggio di O'Ward. Quest'ultimo giunge anche a insidiare la posizione di Dixon e si porta in testa dopo un successivo giro di soste mentre la gara si avvia verso i tre quarti del proprio completamento. Nel frattempo risulta essersi ritirato Herta per un guasto: stava prendendo parte alla gara sulla vettura di riserva dopo un violento cappottamento due giorni prima nel Carb Day.
Siamo esattamente a tre quarti di gara quando McLaughlin sbatte, rischiando di essere colpito anche da una vettura che sopraggiunge ma che riesce a evitarlo. Entra di nuovo la safety car e al restart Dixon si porta in testa davanti a O'Ward, seguono Rosenqvist, Daly ed Ericsson a completare la top-5 prima dell'ultimo giro di pitstop, quando mancano circa venticinque giri alla fine della gara. In questo momento avviene un ennesimo colpo di scena: dopo avere leaderato la maggior parte della gara, Dixon arriva a ruote bloccate in pitlane, errore che si rivela fatale in quanto supera il limite consentito di velocità e viene penalizzato per questo.
Dal giro di pitstop sembrano uscirne vincenti le Arrow McLaren, ma non è detta l'ultima parola, perché in breve tempo Ericsson supera sia Rosenqvist sia O'Ward portandosi in testa alla gara. A quel punto, quando mancano sei giri alla conclusione, anche Johnson - che dopo una brutta partenza non è mai stato nelle zone alte della classifica nonostante la buona qualifica - finisce la propria gara a muro. Per evitare che la gara finisca in regime di safety car, viene data di lì a poco bandiera rossa. Dopo una serie di interminabili minuti finalmente le vetture, che sono in precedenza rientrate in pitlane, si riportano in pista alle spalle della safety car. Ericsson, O'Ward, Kanaan, Rosenqvist e Rossi sono i primi cinque in questo momento e alla bandiera verde ci saranno due giri da percorrere.
Ericsson sembra mantenere la posizione, mentre dietro di lui si vedono le due Arrow McLaren affiancate. Tra di loro la spunta O'Ward, che rimane il più vicino al leader. Un giro più tardi, quando passano sotto la bandiera bianca, O'Ward sembra affiancare Ericsson, ma è il pilota svedese a rimanere davanti e sembra anche allungare. A mettere definitivamente fine a ogni dubbio è Karam: sbatte nel corso dell'ultimo giro, congelando di fatto le posizioni: l'edizione numero 106 della Cinquecento Miglia di Indianapolis la vince Marcus Ericsson!
O'Ward, Kanaan, Rosenqvist, Rossi, Daly, Castroneves, Pagenaud, Palou e Ferrucci completano la top-ten, mentre dietro di loro si classificano Montoya, Hildebrand, Newgarden, Rahal, Power, Malukas, Kirkwood, Lundgaard, Carpenter e DeFrancesco nei primi venti. Seguono Dixon, Andretti e Karam, che viene classificato come ultimo pilota a pieni giri, mentre sono doppiati di uno o due giri Harvey, Sato, Wilson e Kellett. Il migliore dei rookie è Malukas, ma vedo che ci sono polemiche perché non è lui ad essere votato come Rookie of the Year, ma piuttosto Johnson.
Preferisco concentrarmi non sulle polemiche ma su ciò che c'è di positivo... e di spunti positivi ce ne sono tanti. Nel vedere Ericsson tagliare il traguardo da vincitore (sono riuscita a vedermi gli ultimi giri in diretta su uno streaming non ufficiale su Youtube - il resto l'ho recuperato tramite extended highlights) mi sono commossa. Quando era in Formula 1 veniva considerato una nullità, perché non era brillante abbastanza per piacere alla gente. Adesso ha vinto una delle gare automobilistiche più importanti al mondo dopo essersi costruito una carriera di successo. In un mondo in cui la tifoseria motoristica e gli addetti ai lavori sembrano dividere sempre più i piloti in predestinati e falliti, Ericsson è la dimostrazione che c'è qualcosa di più.

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