Il team Sauber, analizzando le telemetrie, non ha alcun modo di comprendere che cos'abbia provocato l'incidente, quindi decide di ritirare anche l'altra vettura guidata da Heinz-Harald Frentzen per ragioni di sicurezza. Invece che le solite ventotto vetture, stavolta ce n'erano ventisei - dopo i tragici eventi imolesi sia la Williams sia la Simtek schierano ciascuno una sola vettura, guidate da Damon Hill e David Brabham - e sono rimaste ventiquattro, che è quindi al di sotto delle vetture massime ammesse alla griglia di partenza. Di conseguenza entrambe le Pacific di Bertrand Gachot e Paul Belmondo si qualificano e vanno in griglia. Durante la gara, vista con telecronaca italiana, il telecronista di Italia 1 sostiene che il team abbia pesanti problemi finanziari e che potrebbe doversi ritirare a breve - cosa che non accadrà.
La pole position se la aggiudica come già specificato Michael Schumacher, mentre il suo compagno di squadra J.J.Lehto è solo diciassettesimo, a oltre quattro secondi di distanza, a causa di problemi fisici ancora dovuti all'infortunio al collo rimediato nel pre-season e a un intervento chirurgico a cui ha dovuto sottoporsi per questa ragione. A fare coppia con Schumacher in prima fila c'è la McLaren di Mika Hakkinen, mentre seguono Gerhard Berger, Damon Hill, Jean Alesi, le Footwork di Christian Fittipaldi e Gianni Morbidelli nonché la McLaren di Martin Brundle a completare le prime quattro file. Seguono poi le Minardi e le Tyrrell in ordine sparso, ma direi che possiamo fermarci qui. Specifico che Jean Alesi è appena rientrato dal suo infortunio nei test dopo avere saltato le gare di Aida/Okayama e Imola. Dopo il lieve infortunio del GP di San Marino torna inoltre Rubens Barrichello sulla Jordan, affiancato ancora da Andrea De Cesaris.
La gara parte bene per Schumacher e parte malissimo per Hakkinen e Hill: il pilota della Williams infatti tampona quello della McLaren, il che mette fine alla gara di entrambi. In una successiva intervista, Hakkinen sostiene che chiunque l'abbia tamponato guidava da idiota, ma non sa chi sia il responsabile e, anzi, pensa sia stato Berger. Al via la gara parte malissimo anche per uno dei due piloti Minardi, ovvero Pierluigi Martini che va a contatto con Morbidelli, cosa che mette fine alla gara di entrambi. Le Ferrari sono nel frattempo in seconda e terza posizione, con Alesi inseguito molto da vicino da Christian Fittipaldi. Procede più lentamente di Schumacher e Berger, perché è su una strategia diversa, ha più carburante a bordo e intende effettuare una sosta in meno dei due piloti di testa. Da parte sua Schumacher inizia a fare il vuoto e a staccare sempre di più Berger, arrivando a doppiare anche Lehto.
Il finlandese sta palesemente faticando, si trova piuttosto indietro ed è in lotta con Olivier Beretta, il pilota di casa. Schumacher si trova improvvisamente rallentato dalla Larrousse: Beretta, infatti, non si avvede che si tratti di lui e, credendo che sia Lehto, cerca di sbarrargli la strada. Poco dopo sia Schumacher sia Berger rientrano per il primo rifornimento di carburante. Berger torna in pista alle spalle di Fittipaldi e vi rimane fintanto che sia Alesi sia il pilota della Footwork rientrano ai box. Questi due, dopo la sosta, tornano in pista quarto e quinto dietro alla McLaren di Brundle, che si trova quindi al momento al terzo posto... che diviene secondo quando, colto di sorpresa dopo il ritiro della Tyrrell di Mark Blundell per la rottura del motore, Berger scivola sull'olio. Ritorna in pista dietro a Brundle, con le posizioni che resteranno invariate anche dopo il secondo e ultimo rifornimento.
Schumacher, Brundle e Berger si classificheranno nelle prime tre posizioni, mentre andrà peggio ad Alesi e soprattutto a Fittipaldi. Quest'ultimo, infatti, si ritira nel corso della gara a seguito di un guasto, mentre Alesi è costretto a una seconda sosta per avere danneggiato l'ala anteriore in un contatto avvenuto con David Brabham mentre lo doppiava, contatto che provoca il ritiro del pilota della Simtek. Alesi dopo la sosta torna in pista in quinta posizione all'inseguimento di De Cesaris - che, per chi non ricordasse, sostituisce Eddie Irvine durante il lungo race-ban dovuto all'incidente innescato in Brasile - ma si tratta di un inseguimento vano e il pilota della Jordan chiude in un'ottima quarta posizione. Il sesto posto, nonché l'ultimo punto, va alla Minardi di Michele Alboreto. Con questa vittoria Schumacher fa quattro su quattro e ha un vantaggio abissale in classifica nei confronti del suo diretto inseguitore, Berger.
Due settimane più tardi, il 29/05, è la volta del GP di Spagna - di cui cade l'esatto anniversario, quindi parlerò in breve anche di quello in occasione di questo post. In questo gran premio sarà un nuovo protagonista a imporsi, ma direi di iniziare dall'inizio, ovvero dal fatto che questo gran premio inizia con pessime premesse: c'è stato infatti all'inizio della settimana, durante un test privato a Silverstone, un altro incidente abbastanza pesante, in cui il pilota della Lotus Pedro Lamy, a seguito di un cedimento della monoposto, ha riportato numerose fratture alle gambe. Si inizia seriamente a prendere in considerazione l'idea che la nuova generazione di monoposto non sia molto compatibile con i circuiti esistenti, quindi un tratto di Montmelò viene rallentato da una chicane fatta di pneumatici. Ad ogni modo anche a Montmelò le cose non vanno particolarmente bene: altro incidente serio in vista.
Il malcapitato è l'esordiente Andrea Montermini, al volante della Simtek, che in teoria dovrebbe prendere parte a due soli gran premi in sostituzione di Jean-Marc Gounon, che è già sotto contratto per gareggiare più avanti nella stagione con il team, ma al momento ha impegni in altre categorie. La vettura ne esce distrutta, fortunatamente Montermini se la cava con solo una frattura a un piede. Le vetture nel frattempo scendono da ventisette (la Sauber ha portato una sola vettura per Frentzen, nonostante abbia già ingaggiato De Cesaris come sostituto di Wendlinger per il resto della stagione) a ventisei, il che significa che ancora una volta le Pacific non usciranno di scena dopo le qualifiche. Si tratta dell'ultima volta nel corso della stagione in cui vedremo le vetture al via della gara e l'ultima volta in cui vedremo Belmondo prendere il via di un gran premio, che comunque non durerà molto a lungo.
Schumacher parte dalla pole davanti a Hill, Hakkinen, un ritrovato Lehto, Barrichello, Alesi, Berger e Brundle, con il nono tempo che va a David Coulthard, esordiente sulla Williams. La gara del giovane pilota dalla mascella abbondante, tuttavia, terminerà anzitempo a causa di un problema tecnico, proprio quando la gara di Hill prende una svolta inaspettata... o per meglio dire, la gara di Schumacher prende una svolta inaspettata, della quale Hill finisce per beneficiare! Infatti sulla Benetton c'è un serio problema al cambio che, dopo il primo stint, rallenta Schumacher al punto tale da far sì che perda la prima posizione. Solo quella però, purtroppo per i suoi avversari, nonostante abbia il cambio bloccato in quinta marcia, riesce a percorrere il resto della percorrenza mantenendo la seconda posizione. I potenziali candidati alla terza piazza sembrano essere prima Hakkinen, poi Lehto, poi Brundle...
Va male a tutti: Hakkinen ha una rottura del motore con tanto di fiamme, Lehto rientra per un'ulteriore sosta e poi rimane fermo all'uscita della pitlane per un guasto, Brundle rompe ugualmente il motore come il compagno di squadra Hakkinen. Alla fine la spunta Blundell. L'unica delle due Ferrari che giunge al traguardo è quella di Alesi, che arriva quarto - Berger ritirato per un problema al cambio. Va ancora a punti la Minardi grazie al quinto posto di Martini, mentre Irvine rientra in scena dopo la squalifica con un arrivo in zona punti, classificandosi sesto. Il suo compagno di squadra Barrichello, invece, è stato costretto al ritiro da un guasto al motore. Finisce così la quinta gara della stagione e, con la sua vittoria, Hill sembra candidarsi come un potenziale candidato al titolo. All'indomani del gran premio, giunge poi, finalmente, una buona notizia: dopo diciannove giorni, Karl Wendlinger si risveglia dal coma.
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