mercoledì 31 maggio 2017

Commento al Gran Premio di Montecarlo... e non solo, 28 Maggio 2017

Spettabili Lettori, credo che sia doveroso, ad un certo punto, prendere certe decisioni che possono apparire dolorose, ma che allo stesso tempo hanno un senso. Da anni mi batto per mixare la cultura e l’ignoranza nei miei Commenti ai Gran Premi, pertanto ho deciso che per portare un po’ di cultura in mezzo alla nebbia dell’ignoranza c’è solo una cosa da fare: contrastare sia la visione Alonso-centrica sia quella anti-Alonso-centrica della Indy 500 e, in parallelo al Gran Premio di Montecarlo, narrarvi anche, con il mio solito stile, che cosa sia accaduto a Indianapolis nello stesso periodo. Per intenderci, per la prima volta mi appresto a scrivere un commento unico in cui si fondono due diversi eventi motoristici (di cui comunque avrei scritto in alternativa due commenti separati), in modo da mostrare quando due universi possano essere diversi l’uno dall’altro e soprattutto quanti aspetti della Indy 500 vengono persi per strada nel vederla come alonso-centrica o anti-alonsocentrica piuttosto che nell’avere una visione Indianapolis-centrica della situazione.
Ovviamente non mancherà il mio stile classico, con le solite doverose ca**ate e con i soliti doverosi dialoghi immaginari, però quello che vorrei è che, quando avrete ultimato la lettura, abbiate della Cinquecento Miglia di Indianapolis un’idea diversa da “è una gara bellissimahhhh perché ci corre Alonso!!111!!11!” o “è una gara orribilehhhh perché ci corre Alonso!!!!11!!!!” Sapere che oltre ad Alonso c’erano anche altri trentadue piloti sarebbe il minimo. Magari riuscirne a elencare qualcuno potrebbe essere addirittura un’idea migliore.
Vi consolerò comunque da una premessa: io stessa, in passato, diversi anni fa, ho iniziato a seguire la Indycar perché c’era un pilota che mi piaceva (ex ferrarista, si chiama uguale al padre e al nonno, se volete farvi un’idea di chi fosse) e, di per sé, seppure al giorno d’oggi mi renda conto che non sia stato il motivo migliore per iniziare a seguire la IRL, sono felice che sia accaduto perché ho scoperto una serie che mi piace molto. Nel 2012 ammetto di essermi persa varie gare che poi ho recuperato in seguito grazie a Youtube, ma dal 2013 in poi l’ho seguita con regolarità, vedendo le gare in diretta quando potevo oppure nei giorni successivi sul Tubo. Il pilota per cui avevo iniziato a seguirla era nel frattempo andato via, ma la cosa non mi disturbava particolarmente. Anzi, già nel 2012 non era nemmeno il mio preferito in assoluto.
Quello che voglio dire è che, per quanto seguire la Cinquecento Miglia di Indianapolis per Alonso possa non essere il massimo a cui un motorsport-fan potrebbe aspirare, a volte il fine (vedere Alonso in gara) viene giustificato dai mezzi (vedere la gara). Faccio un esempio: comprare una lattina di Redbull Cola perché la lattina ha gli stessi colori della Toro Rosso potrebbe sembrare un’idea un po’ campata in aria, ma potrebbe essere un modo valido per scoprire o meno se ci piace la Redbull Cola. Allo stesso modo chi non aveva mai visto la Cinquecento Miglia e l’ha guardata per Alonso, ora si sarà verosimilmente fatto un’idea di come si gareggia sugli ovali e se il format gli piace oppure no. Dal punto di vista del marketing, inoltre, vedo dei risvolti positivi: è la dimostrazione che, tecnicamente, per rendere popolare una serie anche tra chi non è molto propenso a prenderla in considerazione basta piazzarci un nome altisonante. Sembra poco, ma credo che sia esattamente quello che dovrebbe cercare di fare la Formula E, che sicuramente ha più problemi di popolarità della Indycar. Rimane il fatto che non è il motivo migliore per interessarsi a qualcosa, ma se vogliamo dire le cose come stanno affermazioni tipo “ho smesso di guardare la Formula 1 perché Schumacher si è ritirato” mi sembrano altrettanto, se non di più, campate in aria. Eppure è comunemente accettata l’idea che smettere di guardare la Formula 1 per via del ritiro di Schumacher sia stata una cosa addirittura apprezzabile.
Al di là del fatto che non amo l’ignoranza dei fanboy, che magari vanno in giro a fare affermazioni sulla Indy 500 di cui talvolta non sanno niente, ritengo di potere dire che amo ancora di meno l’ignoranza degli hater (e sulla mia bacheca di Twitter ne ho visti parecchi, e non scrivevano tutti nella stessa lingua) che facendo 2+2 decretava che la Indy 500 è una gara orribilehhhh perché ci corre Alonso, che tutti quelli che la seguono hanno iniziato a guardarla quest’anno solo per Alonso, che i veri appassionati non esistono e che, di conseguenza, chiunque veda la Indy 500 sia un fanboy che non ne capisce niente di automobilismo “vero”. Già il fatto che la gara più celebre storica al mondo sia vista come qualcosa che non fa parte dell’“automobilismo vero” mi preoccupa profondamente, ma l’assunzione che nessuno la apprezzi per quello che è mi lascia alquanto costernata. Tra parentesi, tutti questi commenti sono basati solo ed esclusivamente su UN PILOTA, che viene fatto coincidere con UN’INTERA SERIE e con UNA GARA CHE ESISTE DAL 1911, settant’anni prima della sua nascita. Di fatto sarebbe come se Scott Dixon partecipasse a un gran premio di Formula 1 e una gran massa di detrattori di Dixon iniziasse ad accusare tutti gli appassionati di Formula 1, anche quelli storici, di guardare la Formula 1 solo per Dixon e la Formula 1 di essere una serie orribilehhhh solo per la sua presenza. Non so se mi spiego, ma credo che gli appassionati di Formula 1 lo troverebbero un comportamento molto irritante, quindi non vedo perché gli appassionati di Indycar non dovrebbero avere la stessa reazione. È già difficile convivere con i fanboy, ma quando poi ti trovi sul tuo dashboard di Twitter gente che afferma che tutti quelli che guardano la Indy 500 sono dei fanboy di Alonso che guardano una gara di m*rda, insultando la Indy 500 solo perché non gradiscono uno dei trentatré piloti che vi prendono parte, e che non prendono minimamente in considerazione l'idea che ci fosse molta gente che la Indy 500 se l'è guardata anche l'anno scorso o quello precedente o quello prima ancora, ti inizi a chiedere chi te lo fa fare di tenere i social network aperti. Ho beccato anche gente che commentava il fatto che fosse inutile guardare la Indy 500 perché "c'è Alonso e non Hamilton che è migliore" o "c'è Alonso e non Vettel che è migliore". Seriamente, se non vi rendete conto voi, in prima persona, che Alonso è un pilota che prende parte alla Indy 500 e non è la gara stessa, e ne parlate più voi di quanto non facciano i suoi fan o la gente che sta guardando la gara, forse avete più problemi voi della gente che guarda la Indycar magari da anni e che magari da altrettanti anni scrive sintesi o commenti di ogni gara... e forse, e lo ribadisco, forse, c’è anche caso che abbiate addirittura più problemi voi dei fanboy stessi, specie se commentate per ore una gara che non state nemmeno guardando.
Ora comunque mettiamo da parte questo discorso e procediamo, perché dobbiamo apprestarci a vivere il GP di Monaco e la Indy 500 e, per partire, dobbiamo mettere nero su bianco un po’ di faccende che potrebbero apparirvi oscure.

[L’INIZIO: SPIEGARE COS’È LA INDY 500 A CHI NON LO SA...]
La Indy 500 è una gara che si svolge su un ovale, in cui si gira in senso antiorario a una velocità di circa 400 km all'ora, e prevede duecento giri. Si svolge nel Memorial Weekend: si tratta del fine settimana che precede il Memorial Day, l'ultimo lunedì di maggio, ed è una festa per commemorare i militari deceduti in guerra o comunque servizio. La Indy 500 si svolge la domenica del Memorial Weekend, che può cadere tra il 24 e il 30 Maggio. Ciò significa che, essendo le date della Indy 500 fisse, nessuno si può lamentare della loro scelta e del fatto che si sovrapponga con altre competizioni. Di fatto anche una celebre gara di Nascar, la Coca Cola 600, si svolge nello stesso weekend, anche se diverse ore più tardi, tanto che esiste la possibilità che ci siano piloti che, salendo su un aereo subito dopo la fine della Indy 500 per recarsi a Charlotte, partecipano a entrambe (l’ha fatto Kurt Busch nel 2014). Le qualifiche si svolgono nel weekend precedente (in questo caso quello del 20/21 Maggio, mentre la gara si è svolta il 28 Maggio, lo stesso giorno del GP di Montecarlo).
Nella Indy 500 ci sono una lunga serie di tradizioni che si svolgono nei vari giorni in cui non ci sono né le qualifiche né la gara, ma vi svelo un segreto: gran parte di queste non contribuiscono a comprendere quale sia il funzionamento della gara, pertanto non è necessario approfondirle in questa sede. Se qualcuno vi parla del Carb Day e non avete idea di che cosa sia, rispondete "sì, sì" e farete senza ombra di dubbio una bella figura. Ad ogni modo è molto probabile che chi avete di fronte non sappia cos'è il Carb Day, quindi è difficile che ve ne parli. Al momento vi basta sapere che le qualifiche si svolgono nel weekend precedente alla gara e che al sabato viene decretato il gruppo dei nove piloti più veloci e quello di tutti gli altri. Tutti gli altri, la domenica pomeriggio (la sera, da noi), si qualificano per le posizioni dalla decima in poi, mentre il gruppo dei fast-nine si contendono la pole position e vanno a occupare le prime nove posizioni sulla griglia di partenza. La classifica della griglia di partenza viene stilata su una media della velocità ottenuta in tre giri lanciati consecutivi. Se un pilota per qualche ragione non può prendere parte alla gara dopo essersi qualificato, il suo posto non rimane vuoto come accadrebbe in Formula 1, ma il suo sostituto parte dall'ultima posizione sulla griglia di partenza, perché il numero delle vetture al via non cambia MAI, sono sempre trentatré. In caso ci siano più piloti entranti, rimane qualcuno che risulta non qualificato.
La gara inizia alle 12.00 locali (o meglio, verso le 12.20 locali) e, come da tradizione, prima c'è sempre qualche personalità importante che dà il comando "ladies and gentlemen, start your engines" (o semplicemente "gentlemen, start your engines" in cui non ci siano presenze femminili, ma dato che è fin dai tempi di Sarah Fisher in cui tutti gli anni c'è sempre stata almeno una donna, ciò è irrilevante). A quel punto le vetture scendono in pista. La partenza è lanciata, ovvero dietro la safety-car, e le vetture sono allineate tre per tre come da griglia di partenza. Sebbene nessuno abbia mai vinto dalla 33esima e ultima posizione, molto raramente la griglia di partenza rispecchia l'ordine d'arrivo e non è da escludersi che, nelle oltre tre ore di gara ci siano colpi di scena tali da portare alla vittoria qualcuno che si è ritrovato nelle retrovie ad un certo punto della gara. L'imprevedibilità è all'ordine del giorno. Inoltre è la gara che forse meglio può essere descritta dalla citazione "il secondo è il primo dei perdenti": diversamente da quanto succede in molte altre gare, nessuno gareggia per il podio o per i punti e chiunque ne intraveda la possibilità punta alla vittoria. Vincere la Indy 500 dà mooooolto più prestigio che vincere il campionato di Indycar. Per fare un paragone, se per il GP di Monaco funzionasse come per la Indy 500, in termini di prestigio, piloti come Panis e Trulli sarebbero portati su un piedistallo e sarebbero considerati molto di più di gente tipo Piquet Sr o Mansell.

[INDY 500: MAKING OF]
Sabato 21 il Sommo Ferniiii si è qualificato nella top-9 ed è stato acclamato. Domenica 22 il Sommo Ferniiii è andato in pole provvisoria ed è stato acclamato. Purtroppo per lui in quattro hanno battuto il suo tempo, ma una quinta posizione era comunque considerata meritevole delle acclamazioni generali... e non dico solo da parte del classico uomo della strada, almeno a giudicare dall’espressione contrariata di Tony Kanaan, che stava due posizioni più indietro. E Kanaan è un trollone, è difficile vederlo contrariato.
La pole position l'ha conquistata il neozelandese Scott Dixon, che gli americani chiamano Iceman, che i telecronisti latinoamericani chiamano kiwi e che secondo Sportmediaset ha un nome “da detersivo” (caratteristica che condivide con un altro). Qualcuno potrebbe chiedersi se ha qualche similarità con il "nostro" Iceman. Direi di no, a parte il fatto di avere superato i trent'anni già da un po' e a dire la verità anche i trentacinque. Il secondo posto l'ha conquistato "nonno" Ed Carpenter, titolare di un team (che in passato ha posseduto in partnership con Sarah Fisher), come pilota gareggia soltanto sugli ovali e per il resto dell'anno sta lì a gironzolare mentre altri guidano al posto suo. Sua madre è sposata con Tony George, il Bernie Ecclestone della Indycar. Il terzo posto sulla griglia di partenza è andato ad Alexander Rossi, quello della Manor, che tra parentesi ha vinto la Indy 500 l'anno scorso. In seconda fila, al quarto posto, si è qualificato il Grande Samurai Takuma Sato, e non credo di avere altro da aggiungere, dopodiché quinto Ferniiii e sesto JR Hildebrand, uno che alcuni anni fa era in testa alla Cinquecento Miglia e lo è rimasto fino a un attimo prima di tagliare il traguardo. Per salvaguardare la sua immagine, preferisco non citare che cosa sia accaduto dopo. Gli ultimi tre della top-9 sono stati: al settimo posto l'ultraquarantenne brasiliano Tony Kanaan (il best friend forever di Barrichello), ottavo l'americano Marco Andretti (figlio di Michael e nipote di Mario, che per dirla come va detta è uno che non cava un ragno dal buco da anni), nono l'australiano Will Power (professione sventolatore di dito medio, molto abile nel perdere campionati all'ultima gara, anche se anni fa è finalmente riuscito a vincerne uno), l’altro che ha un nome da detersivo secondo Sportmediaset.
Andiamo oltre la top-9, partendo dalla quarta fila: 10° Ryan Hunter-Reay, altrimenti noto come RHR, uno dei pochi americani che in questo secolo hanno vinto la Indy 500, 11° Ed Jones, cittadino degli Emirati Arabi Uniti, di origine britannica, probabile fanboy di Montoya in quanto alcuni giorni fa su Instagram ha messo un like a un mio post a proposito della vittoria di Juan-Tombino nel 2015, 12° Oriol Servià, ultraquarantenne spagnolo, che curiosamente è nato lo stesso identico giorno di Trulli (a rendere tutto ancora più pittoresco i due hanno anche gareggiato nello stesso campionato, per breve periodo, agli albori della Formula E), il cui accento sul finale del suo cognome viene costantemente ignorato da tutti, nel mondo, a parte i telecronisti latinoamericani. Quinta fila: 13° Mikhael Aleshin, di nazionalità russa, alcuni anni fa è stato definito come scarso da alcuni fanboy italiani solo ed esclusivamente per la sua nazionalità, 14° Graham Rahal, figlio d'arte americano di origini libanesi, la cui moglie Courtney Force è pilota NHRA, 15° Max Chilton... il piccolo Chilli! AAAAAAAWWWWWWW! Sesta fila: 16° Charlie Kimball, che è americano ed è diabetico, 17° il canadese James Hinchcliffe che in passato ha portato anche il numero 27 e ciò ha avuto rilievo prevalentemente perché oltre ad essere un connazionale delle marmotte è anche un connazionale di Gilles Villeneuve, 18° l'ultraquarantenne colombiano Juan Pablo Montoya su cui spero vivamente di non dovere aggiungere altro perché mi auguro che i miei lettori siano al corrente della sua identità e del fatto che la sua eterna sfida contro i tombini non sia ancora terminata. Settima fila: 19° Helio Castroneves, ultraquarantenne brasiliano vincitore peraltro di un'edizione americana di Dancing With The Stars alcuni anni fa (tra parentesi, è l'altro best friend forever del best friend forever di Barrichello, e diversamente da Kanaan che è calvo, ha capelli sempre perfetti e non è mai spettinato, nemmeno dopo tre ore di gara - ma non come Leo 2.0 che ha i capelli che sembrano pettinati ad arte con effetto spettinato anche quando è effettivamente spettinato, H3lio ha proprio i capelli old style tirati all'indietro, un po' come i piloti degli anni '60), 20° Jay Howard, britannico con qualche partecipazione all'attivo nella Indy Racing League risalente ad anni fa, 21° Sage Karam, pilota biondo con gli occhi azzurri che piaceva molto alle fungirl di Tumblahhhhh appassionate di Indycar che seguivo su Tumblahhhh molto tempo fa. Ottava fila: 22° Josef Newgarden, americano biondo con gli occhi azzurri, ricorda vagamente Raikkonen, decisamente più giovane e decisamente più pieno di brufoli (anche se negli ultimi anni i brufoli sono significativamente calati), 23° Simon Pagenaud, francese di cui per qualche strana ragione i telecronisti US pronunciano il nome "saimon" all'inglese e che sul musetto della sua vettura porta il numero 1 per ovvie ragioni, 24° Carlos Muñoz, che credevo argentino e nato nel 1987, ma ho scoperto googlandolo nello scrivere questo commento che è colombiano e che è del 1992. Nona fila: 25° Gabby Chavez, che è anche lui colombiano, o per meglio dire "Colombian-American", di cui Wikipedia mi informa che ha gareggiato sia con licenza americana sia con licenza colombiana (quindi, Gabby, non venire mai a gareggiare in Formula 1, perché di piloti con nazionalità particolari ne abbiamo già avuti abbastanza e, vista la presenza di un certo franco-svizzero al volante della Haas, non li abbiamo ancora esauriti), 26° Conor Daly, che è il figlio di nazionalità statunitense dell'irlandese Derek Daly che gareggiava in Formula 1 negli anni '80, 27° Jack Harvey, britannico, proveniente dalla Indylights. Decima fila: 28° Pippa Mann, che si distingue dagli altri piloti per essere donna, è britannica ed è sposata con un uomo dai capelli rasati da lei definito semplicemente "him" su Instagram, il nome di questo individuo è destinato a non essere svelato ed è sorprendente che non se ne vada in giro con il sacchetto di carta in testa, diversamente dalle bambine senza nome di Vettel, 29° Spencer Pigot, da me ribattezzato Spencer Maialotto, vincitore del campionato Indylights nel 2015, 30° Buddy Lazier, vincitore della Indy 500 nel 1996, il pilota più vecchio presente sulla griglia di partenza, dati i suoi 49 anni. Undicesima fila: 31° Sebastian Saavedra, colombiano, che ho scoperto nel googlarlo essere nato nel 1990 (OMG, pensavo che fosse uno sui 35 anni o più!), 32° Zach Veach, giovane debuttante americano, infine 33°, prendendo il posto lasciato vacante da Bourdais (uscito con diverse fratture da un brutto incidente nella sessione di qualifiche del sabato), è stato annunciato l'australiano James Davison, che qualche tempo fa mi ha messo un like su Instagram a una foto in cui fingevo di bere da una scarpa per celebrare l'imminente inizio del campionato di Formula 1.
Parlando delle conseguenze fanboy-friendly del quinto tempo di Alonso, c’è da dire che una parte di suoi hater sono diventati seduta stante suoi fanboy (magari hanno avuto lo stesso effetto che io ho avuto anni fa con Juan-Tombino, non ne ho idea... per gli appassionati di Formula 1 che guardano già la Indycar, di solito l’arrivo di piloti provenienti dalla F1 è abbastanza entusiasmante, anche se si tratta di gente tipo Chilton o Rossi che quando erano in F1 nessuno prendeva in considerazione) e si sono rimangiati tantissime loro affermazioni di un tempo.
Nel 2005 non c’è stato nessun campionato vinto per cu*o e non per merito rendendo il mondiale falsato, con conseguenza che il 2005 è stato tolto dalla black list del motorsport.
Nel 2006 idem, non c’è stato nessun campionato vinto per cu*o e non per merito rendendo il mondiale falsato. Anche il 2006 è stato tolto dalla black list del motorsport.
Dato che in quel periodo storico non c’è più niente di falsato, se vogliamo continuare a vivere in un alternate universe di vittorie falsate, dobbiamo guardarci intorno e cercarlo con molta cura altrove (più lontano di quanto in molti hanno fatto fino a poco tempo fa, oserei dire, ed è meglio se mi fermo qui), quindi proporrei di rendere falsata così, d’ufficio, la Indy 500 del 2006, in quanto Sam Hornish ha rubatohhhh una vittoriahhhh a Marco e Michael Andretti!!!11!!!1!! Peraltro Hornish richiama “horn” quindi le corna, quindi i tori, quindi la Redbull, e casualmente quella gara è stata disputata proprio nel giorno stesso in cui la Redbull aveva ottenuto il primo podio! Coincidenze? Io credo di no...

[GP MONACO: MAKING OF]
Mentre negli States succedeva quanto vi ho appena raccontato, da questa parte dell'oceano era già da una settimana che, andando a curiosare su Tumblr, avevo scoperto di pettegolezzi a proposito di un ipotetico Piccolo Principe in arrivo. Ragione di questi pettegolezzi, di cui non ho trovato traccia in nessun altro sito, era che Leo 2.0 e sua moglie erano stati visti uscire dall'ospedale di Monaco qualche giorno prima. Naturalmente qualche fonte non meglio precisata ha fatto partire il rumor di una gravidanza... perché si sa, nessuno va mai all'ospedale per altre ragioni, che ne so, per una visita oculistica.
Curiosamente il rumor era azzeccato e alcuni giorni più tardi Leo 2.0 ha annunciato su Twitter e su Instagram l'arrivo di un Piccolo Principe, che un giorno chissà, potrebbe fare coppia con la piccola Rianna Raikkonen che ha visto la luce poco dopo il Gran Premio di Spagna. La cosa che più mi lascia sconvolta è che anche quando Jensinho divorziò da Jessica Michibata lessi la notizia su Tumblr, non ne trovai conferma da nessun'altra parte, e poi il giorno dopo venne fuori che effettivamente Jensinho e sua moglie avevano divorziato.
A proposito di Jensinho, come da buona tradizione, si sa che non appena Ferniiii lascia un team questo inizia ad ottenere risultati leggermente più presentabili come un curioso per quanto pittoresco doppio approdo in Q3.
Voce fuori campo: "Non dimentichi niente?"
L'Autrice(C): "Del tipo?"
Voce fuori campo: "Le prove libere."
L'Autrice(C): "Ah, già..."
Giovedì pomeriggio, mentre ero al lavoro, per radio ho sentito al notiziario una news a proposito della prima sessione di prove libere. Informava che Hamilton aveva ottenuto il miglior tempo davanti a Vettel, Verstappen, Bottas, Ricciardo e che Raikkonen aveva ottenuto soltanto il settimo tempo. Mi sono chiesta lungamente chi fosse arrivato sesto e perché non meritasse una menzione. In realtà non avrei dovuto lamentarmi, perché generalmente per radio di piloti contemplati ce ne sono sempre stati soltanto quattro, che peraltro sono rimasti solo tre, dato che uno di costoro era quello che quest'anno sta a casa a gironzolare e a ingravidare la moglie, e che già B077as e i due torelli sono soltanto dei signori nessuno. Curiosità, il signore nessuno che aveva ottenuto il sesto tempo è proprio quello che un tempo rappresentava il Malehhhh Assolutohhhh e che, in attesa di scappare in Messico sotto il falso nome di J.Mirtillo [cit. Gio] attualmente gareggia in F1 con il nome di Dany Vodkvyat. Le "Toro Rosso di Faenza" [cit. mio padre] hanno raggiunto entrambe la top-5 nelle libere 2, ma quello l'avrei scoperto soltanto molto più tardi, perché nonostante io abbia lavorato fino alle otto di sera, a quanto pare la notizia non era ancora giunta in redazione. Specifichiamo: non credo che avrebbero comunque parlato dei vitellini rossi... ma almeno un po' di interesse per il miglior tempo di Sebby me lo aspettavo.
Curiosità: se ne è parlato venerdì pomeriggio, durante un programma di intrattenimento (lo stesso in cui un anno fa lo speaker criticò per due giorni consecutivi Rosberg per avere suggerito di dividere il conto di quella famosa cena di gruppo invece di pagare il conto lui stesso), nel corso del quale non si è accennato minimamente al fatto che fossero già passate ventiquattro ore da quell'evento. Dietro a Vettel c'erano Ricciardo, Raikkonen e appunto le Toro Rosso. Lo speaker, per nulla impressionato dalla presenza di Ricciardo e delle Toro Rosso, e forse neanche da quella del "bollitohhhh", ha fatto un commento che suonava come: si dice che il gran premio di Montecarlo è il più bello del campionato, ma in realtà è quello in cui le vetture vanno più lente e in cui non ci sono duellihhhh e sorpassihhhh perché sorpassare è impossibile, ma appunto se la Ferrari dovesse partire davanti, la difficoltà di effettuare sorpassi renderebbe più facile una potenziale vittoria, pertanto in tal caso il GP di Montecarlo sarebbe davvero il più bello di tutto il campionato...
Al di là del discorso vagamente nonsense, devo ammettere che ho provato una certa ammirazione per quello speaker radiofonico: ha dichiarato senza giri di parole che cos'è che per lui rende un gran premio avvincente, senza nascondersi dietro ai duellihhhh, ai sorpassihhhh, ai tempi di Senna e Schumacher, al kers, al DRS e al cupolino della Redbull. In realtà dubito fortemente che sia al corrente dell'esistenza del cupolino della Redbull, del kers e del DRS, ma non soffermiamoci su queste sottigliezze.
Sebby: "Possiamo soffermarci sul fatto che, deluso dal #GrandeAmmmmore della mia vita, ho deciso di fare il miglior tempo nelle prove libere di sabato mattina e di portare Iceman al mio seguito. AAAWWW!"
Facendo un giro su Tumblaaaaahhhhh ho infatti scoperto che nella giornata di giovedì o di venerdì, a qualche evento di contorno, indossando una giacca con delle borchie(?), il Gangster Rapper è stato immortalato mentre faceva conversazione con Leo 2.0 e con la moglie di quest'ultimo. Deve essere la delusione per il fatto che Gangster Prosciuttello continui a preferire il suo ex ammmmore al suo attuale ammmmore che ha fatto andare Sebby così veloce. L'altra alternativa possibile è che l'ex ammmmore del Gangster Rapper abbia un potere gufico paragonabile a quello di Webber, in presenza del quale improvvisamente le Redbull iniziavano a rompersi a ogni soffio di vento, e che lui faccia lo stesso effetto sulla Mercedes. Dopotutto nel 2006 erano compagni di squadra, quindi probabilmente, se anche il mondiale non è più falsato per via di Ferniiii, possiamo ipotizzare che lo sia stato comunque per via della coppia Webber/Rosberg (non in senso slash, non li vedo bene insieme).
Il Gangster Rapper: "Orrorehhhhhh! La mia macchina va già più lenta di quella di B077as e ho il terrore che le gufate possano incrementare."
Sebby: "Non è la macchina di B077as che va più veloce, è lui che ha la motivazione giusta per andare veloce."
B077as: "Esatto, Iceman mi ha rubato la vodka e ora lo sto inseguendo per andare a riprendermela."
Sebby: "E tu, Gangster? Perché non mi insegui allo stesso modo in cui B077as insegue Iceman?"
Il Gangster Rapper: "Non ti inseguo perché non sei figo né tanto quanto Leo 2.0, né tanto quanto Iceman che ha dato a sua figlia un nome di elevato spicco e che soltanto per l'assenza di un'H si distingue da quello di una delle mie tante fiamme. Ora, però, occupiamoci di cose serie. La Q1 è già terminata, sono usciti di scena Oki, Palmahhhh, Strollface e i Wehrlicson e l'Autrice(C) non ha ancora speso una parola su di loro. Diversamente dalla telecronaca Rai, inoltre, non ha ancora speso una parola per informare i suoi lettori che..."
L'anta dell'armadio: "Scusate per la dimenticanza, ma su questo circuito il record di vittorie appartiene ad Ayrton Senna ed è di sei. Al secondo posto ci sono Graham Hill e Michael Schumacher con cinque. Su questo circuito il record di vittorie appartiene ad Ayrton Senna ed è di sei. Al secondo posto ci sono Graham Hill e Michael Schumacher con cinque. Su questo circuito il record di vittorie appartiene ad Ayrton Senna ed è di sei. Al secondo posto ci sono Graham Hill e Michael Schumacher con cinque. Moltiplicato per infinito."
Ora che l'anta dell'armadio ha provveduto a sopperire alla mia mancanza di contestualizzazione, possiamo passare in Q2, dove Gangster Hammy nel primo tentativo è andato vicino a verniciare un muretto e si è ritrovato nei bassifondi della classifica. Niente paura, c'era ancora il secondo tentativo, dove aveva due giri a disposizione. Nel primo ha avuto una sbavatura mentre si accingeva ad intingere il pennello nella vernice dopo avere già adocchiato il muretto. C'era rimasto solo un giro e Mazzoni ha osservato che doveva fare un giro eccezionale e sperare che nessuno andasse a muro e che non uscisse nessuna bandiera gialla.
Tre.
Due.
Uno.
Stoffy, desideroso di andare a dormire in un van dato che non era abituato a passare in Q2 e in quel momento era addirittura qualificato per la Q3, è finito a muro. Sono uscite le bandiere gialle e al Gangster Rapper non è rimasto null'altro da fare che rientrare mestamente ai box, con la consolazione di avere fatto registrare almeno il penultimo tempo, dato che fino a quel momento Feliiii era verosimilmente stato impegnato a cercare di recuperare la rana, che doveva essere scappata saltandogli fuori dal taschino della tuta, e che non aveva ancora cavato una rana dal buco.
Il primo degli esclusi è stato Vodkvyat, impossibilitato a migliorarsi vista la presenza delle bandiere gialle, davanti a Hulk e a Kmag. La Renault aveva rimediato un 12° tempo, niente di eccezionale per il momento. A proposito di Renault, ha celebrato i propri quarant'anni di storia in Formula 1, e l'ha fatto facendo fare un giro su due vetture degli anni '70 ad Alain Prost e a Jean-Pierre Jabouille (aiutohhhh! come si scrive?). Alla fine del giro quando Jabouille si è sfilato il casco ho notato che indossava un paio di occhiali, mentre Prost ha provveduto immediatamente a girarsi di profilo come sua abitudine mettendo in mostra il suo naso alla francese che tanto fa impazzire le fungirl di Tumblahhhhh. In realtà no, credo che sia la nazionalità francese a renderlo attraente per i loro standard, dato che tutti i francesi sono fighi secondo loro, anche se sprovvisti degli occhi azzurro shocking di Cevert, ma questo è un altro discorso.
Prima di proseguire parlando della Q3 vorrei soffermarmi un attimo su un discorso che riguarda Prost anche se alla lontana. Mercoledì scorso sono stata dalla parrucchiera e mi sono messa a sfogliare una rivista di pettegolezzi (credo fosse "Chi"), che ho trovato decisamente poco interessante, dato che peraltro, oltre a non parlare d'altro che di fidanzamenti, matrimoni, separazioni e divorzi di personaggi del mondo dello spettacolo, gran parte di quei personaggi non sapevo neanche chi fossero (non sono un'aliena, non vengo da un altro mondo, ma buona parte di quei personaggi sono soggetti random che hanno partecipato a qualche edizione random passata di qualche reality show). Poi ho visto la luce: c'era un articolo sull'eprix di Montecarlo che si era svolto una decina di giorni prima! *________* In realtà no, non era esattamente un articolo sull'eprix di Montecarlo, ma un articolo su Naomi Campbell, che era stata presente a quell'evento e che avendo visto l'evento in diretta sapevo che era stata inquadrata per gran parte del tempo proprio accanto a Prost. Quest'ultimo era stato accuratamente escluso da ogni foto e non era minimamente menzionato (probabilmente non era fotogenico abbastanza o forse il suo naso avrebbe distratto l'attenzione dalla Campbell). C'erano foto di Naomi, di Valeria Mazza, del marito di Valeria Mazza e di Alejandro Agag, ce n'era addirittura una in cui compariva Mark Webber, che era esplicitamente menzionato (ed è stata una notevole conquista, per me, dato che la didascalia citava addirittura che era un ex pilota di Formula 1), poi c'era una foto di gruppo dei piloti di Formula E vestiti eleganti a un evento di contorno dell'eprix di Montecarlo, ed erano indicati generalmente come "piloti di Formula E", nel senso che non era citato il nome di nessuno. Per quanto abbia trovato molto più interesssante quella pagina di tutto il resto del giornale, non si può dire che io abbia avuto davvero molte ragioni di essere soddisfatta.
Okay, torniamo a Stoffy, che è andato a dormire in un van dopo che gli era stata assegnata d'ufficio la decima posizione (per il momento, dato che lo aspettava una retrocessione di tre posizioni per incidente nello scorso gran premio). In pista per la Q3 c'erano soltanto in nove, di cui uno era Jensinho! Si è qualificato in nona posizione...
Jensinho: "Tunz tunz tunz, io sono figo e voi no!!111!!!11"
Il suo motore: "Ma io sono nuovo. Dovrai partire in ultima fila ugualmente."
Jensinho: "Oh my Ferniiii."
Incredibile ma vero, per il terzo gran premio consecutivo una McLaren sarebbe stata retrocessa, stavolta le posizioni erano 15, per sostituzione di componenti del motore.
Come prevedibile la top-5 era composta dalle Ferrari-Mercedes-Redbull presenti, mentre sesto...
Carlito Fanboyz: "AAAAAAWWWWWW! Sono in pistahhhh anche senza il miohhhh idolohhhh!"
Si è posizionato davanti a Checo e a RoGro, in terza fila accanto a Dani-Smile. In seconda fila c'erano Bo77as e Verstappino. In prima fila c'erano le Ferrari.
Sulla casella della pole position c'era...
...
...
...
...Siamo stati risucchiati tutti quanti da un buco nero. Non lo scopriremo mai.
Voce fuori campo: "Era da 128 tentativi che non ottenevi la pole. Come ti senti in questo momento?"
Iceman: "Bwoah."
Voce fuori campo: "Hai battuto Sebby. Che effetto ti fa?"
Iceman: "Lo batto sempre durante le nostre sfide."
Sebby: "Sì, ma non vale. Quelle sfide sono, nello specifico, dei drinking game. Non ho speranze di vittoria."
Voce fuori campo: "OMG!!111!!11!!1 Ci sono le Ferrari in primahhhh filahhhh! Se fanno doppietta può succedere di tutto. Perfino Marco Sonniferetti potrebbe vincere la Cinquecento Miglia."
L'Autrice(C): "Sì, va beh, adesso non esageriamo."

[GP MONACO: RACE DAY]
RACE DAY! RACE DAY! RACE DAY! Tutto era molto soddisfacente, per esempio il fatto che a pranzo alla sagra del paese insieme ai miei genitori e a mia nonna si fosse deciso, vista la presenza di quest'ultima, di andare a pranzo alle 12.00 in punto. Alle 13.30 ero già a casa ed ero pronta ad immergermi nella visione di quello che poteva essere un gran premio bellissimo e movimentatissimo vista la presenza in prima fila di entrambe le Ferrari, cosa che non succedeva esattamente da... mhm... Sochi.
Prima di pensare alla prima fila tutta Ferrari, era però doveroso occuparsi di una questione di una certa importanza, casomai qualcuno se ne fosse dimenticato: le sei vit-...
...
...
...Okay, basta, niente discorsi che tutti sanno già a memoria (propongo che le telecronache della Indy 500 esordiscano menzionando le quattro vittorie di A.J. Foyt e di Al Unser, oltre che le tre di Johnny Rutherford, Rick Mears, Helio Castroneves e Dario Franchitti, che anche il fratello e il figlio di Al Unser siano entrambi plurivincitori e che il figlio di Al Unser si chiami Al Unser Jr), meglio concentrarci sul presente, per esempio la brillante performance che avremmo visto da parte di Jensinho.
Infatti Jensinho avrebbe avuto modo di mettersi in mostra mentre davanti non accadeva nulla di serio, se non qualche sorpasso ai box e la velata osservazione che è comunque molto curioso che, se ci sono sorpassi ai box che riguardano le Ferrari, generalmente riguardino Sebby che supera Iceman mentre non si è mai verificato viceversa, oltre che la velata osservazione che un ordine di scuderia si sarebbe potuto tradurre in un "leave me alone, I know what I'm doing" o, giusto perché qualcuno doveva fare il Ferniiii della situazione in assenza di Ferniiii, "dite che dovrei farlo passare? Siete proprio dei geni", con il conseguente dubbio sul fatto che avesse detto geni o scemi.
Sebby davanti a tutti, Iceman secondo, Dani-Smile terzo superando brillantemente Bo77as e Verstappino tramite pit-stop, il Gangster Rapper che si era fermato dopo rispetto a tutti gli altri, risalendo dalla decima piazza alla settima (ne aveva superati un paio alla partenza e Hulk si era già ritirato per problemi tecnici)...
...
...
...poi il caos. Partito ultimo, in un gran premio in cui si recuperava fermandosi più tardi del previsto, Jensinho aveva avuto la bella idea di fermarsi al primo giro (mi sorprende che non sia partita la storiella ormai decontestualizzata di quella volta che Rosberg spiattellò le gomme al primo giro, fece un pitstop al termine del primo giro e riuscì a terminare la gara nella stessa posizione da cui era partito, cosa che curiosamente, anche se la posizione iniziale era molto diversa, anche Button avrebbe potuto fare senza troppe difficoltà, se fosse arrivato in fondo). Anche Werly aveva avuto la stessa idea di rientrare e si era guadagnato nel frattempo uno stop and go post-gara per un unsafe release proprio ai danni dello stesso Jensinho.
Era da tutta la gara che erano penultimo e ultimo a litigare per i fatti loro, perché si sa che "a Montecarlo non si sorpassa", poi sì, anche se a Montecarlo non si sorpassa in teoria gente tipo Stroll e Palmer rimane sempre gente tipo Stroll e Palmer ed era abbastanza preoccupante che nessuno guadagnasse neanche su di loro, ma quello che conta è che Jensinho sia finalmente riuscito ad aprirmi gli occhi.
A quel punto ho capito che la simpatia, in fondo, è tutto.
Sabato Jensinho stava girando più lento di Stoffy, prima che quest'ultimo andasse a dormire in un van. Parlo di Stoffy, quello che in genere viene portato su un piedistallo perché cosa importa se è più lento di Ferniiii, dopotutto Ferniiii è Ferniiii. Jensinho invece non è Ferniiii e in realtà non è che sembri neanche più se stesso. Forse quando dicevo che il suo nome viene scritto solo per abbellire la grafica, già anni fa, non mi sbagliavo più di tanto. In gara è partito ultimo ed è rimasto ultimo senza tentare di avvicinarsi a Werly per un potenziale sorpasso. Quando l'ha fatto, era meglio se non l'avesse fatto e ha spedito Werly parallelo alle barriere, con un mezzo cappottamento.
Perché ho parlato di simpatia? Mhm... forse perché il fatto che Jensinho sia decisamente più simpatico di Platinum Jacques fa sì che tutti quanti in branco chiudiamo un occhio e con quell'altro guardiamo altrove, mentre in passato stavamo con gli occhi puntati su Platinum Jacques, che sulla BAR infangava la propria reputazione, a nostro dire, e che sulla Sauber è meglio non parlarne. Almeno Platinum Jacques la Sauber la guidava e una volta è anche salito sul podio, Jensinho una Sauber l'ha usata come giavellotto...
Il momento più eroico del weekend di Jensinho è stato senz'altro quello in cui usciva dalla corsia dei box, da cui si apprestava a partire per la gara e per andare a fare danni.
Ironia della sorte ha voluto che Ferniiii, seppure a Indianapolis, riuscisse a intromettersi anche nei team radio di questo gran premio.
Qualcosa del tipo:
"Buona fortuna, Jensinho."
"Aaaawwww, grazie."
"Tratta bene la mia macchina."
"Sì, piscerò sul sedile."
Non è chiaro se Jensinho abbia pisciato sul sedile (per la cronaca, la conversazione sopra riportata è, con poche varianti, accaduta anche nella realtà), frase che Ivan Capelli si è rifiutato di tradurre, ma se non altro ha trattato abbastanza bene la vettura: quando è stato il momento di distruggerne una, ha optato per distruggere quella di un altro!
A questo punto credo che sia doveroso fare una piccola precisazione: non ho niente contro Jensinho e quello che ho detto "contro" di lui non vuole essere un'offesa. L'ho ripetuto decine di volte ma mi sembra il caso di ripetersi un'altra volta: non è che perché certi piloti hanno più di altri la tendenza ad essere messi su un piedistallo (curiosamente neanche sempre nei momenti migliori della loro carriera) io abbia il dovere di astenermi dal commentare le loro performance. Se Feliiii fosse andato a sbattere alla Sainte-Devote e l'avessi preso per i fondelli per quella ragione, nessuno avrebbe avuto nulla da ridire, giusto per chiarire il concetto, quindi dovrebbe essere doveroso aspettarsi lo stesso trattamento anche per altri, specie considerando che Feliiii, non è andato a sbattere... ma in compenso per non fare sfigurare troppo Jensinho c'è andato Stoffy che dorme in un van, desideroso di abbandonare la sua decima piazza per andare a dormire in un van.
Prima, però, erano accaduti alcuni fatti di un certo livello: safety car + crash di Sonyericsson dietro la safety car. Al restart, nel frattempo, Dani-Smile rischiava di verniciare muretti. Non l'ha fatto, o almeno è riuscito a salvare la macchina. È arrivato terzo, dopo che altri eventi random erano accaduti nelle retrovie: contatto Checo/Vodkvyat, Vodkvyat ritirato, Checo ai box e poi in pista a ottenere il giro più veloce, Feliiii che risaliva in nona posizione e la Williams che portava a casa due punti abbastanza insperati alla vigilia della gara, Strollino che andava a parcheggiare ai box...
Nel frattempo c'è stato un attimo in cui ho visto l'avvicinarsi della luce.
Bastava uno.
Bastava uno dei primi dieci che si sacrificasse per la causa.
Nessuno l'ha fatto.
Nessuno l'ha fatto e poco più di un secondo ha separato Jolly Palmahhhh dalla zona punti, una zona punti a cui, per la prima volta nella storia, hanno avuto accesso entrambe le Haas.

Riassumiamo. Il risultato è stato il seguente: 1. Sebastian Vettel (Ferrari), 2. Kimi Raikkonen (Ferrari), 3. Daniel Ricciardo (Redbull), 4. Valtteri Bottas (Mercedes), 5. Max Verstappen (Redbull), 6. Carlos Sainz (Toro Rosso), 7. Lewis Hamilton (Mercedes), 8. Romain Grosjean (Haas), 9. Felipe Massa (Williams), 10. Kevin Magnussen (Haas), 11. Jolyon Palmer (Renault), 12. Esteban Ocon (Force India), 13. Sergio Perez (Force India), 14. Lance Stroll (Williams), 15. Daniil Kvyat (Toro Rosso), Rit. Stoffel Vandoorne (McLaren), Rit. Marcus Ericsson (Sauber), Rit. Pascal Wehrlein (Sauber), Rit. Jenson Button (McLaren), Rit. Nico Hulkenberg (Renault).

[UN DOPOGARA MOLTO DISORGANIZZATO...]
Finora mi sono trattenuta e ci sono andata abbastanza piano con i dialoghi immaginari, ma credo di non poterne più fare a meno.
Le fungirl di Tumblahhhh, da mesi: "Sarebbe bellissimo se Leo 2.0 facesse le interviste sul podio e ci fosse una scena di #tantoammmmore tra lui e il Gangster Rapper. Aaaaaawwwwww!"
Il Gangster Rapper: "Che bello se sul podio io fossi presente. Aaaaaawwwww! Invece la gara è appena finita e me ne sto già andando a casa, attorniato da belle gnocche."
Le belle gnocche lì nei pressi: "Scusa, Hammy, ma almeno ti sei fatto una doccia?"
Il Gangster Rapper: "Mhm... effettivamente no, adesso che mi ci fate pensare."
Gianfriiii: "Mentre il Gangster Rapper lascia il circuito, i primi tre classificati si dirigono verso il podio, e quest'anno c'è finalmente un vero podio, non come gli anni scorsi in cui la premiazione avveniva a caso, lì dove c'era posto. Sebby è raggiante, mentre Iceman è chiaramente deluso dal secondo posto: se ne sta immobile e impalato come una statua greca, non parla e non sorride. Se avesse vinto come minimo si metterebbe a festeggiare ballando Gangnam Style e riderebbe in modo sguaiato."
Iceman: "Esatto. Per il momento sto aspettando pazientemente che gli inni nazionali finiscano per potermi impossessare della bottiglia di champagne."
Voce fuori campo: "E sbatterla in testa a Sebby?"
Iceman: "Stica**i, lo champagne me lo scolo. Poi magari ne conservo un po' da portare a Bo77as, mio adorato compagno di sventure."
Sebby: "Io sono figo e Iceman no. Sei d'accordo, Dani?"
Dani-Smile: "Sì, sei così kawaii. Ho voglia di ballare con te come ho fatto con Vodkvyat."
Sebby: "Okay, ma non in pubblico, lo sai che sono timido."
Gianfriiii: "Ora arriverà a fare le interviste sul podio Leo 2.0, che l'anno scorso ha deciso di lasciare questo mondo."
Leo 2.0: "Okay, facciamo che mi gratto."
Gianfriiii: "Non puoi! Sei un principe! Non sarebbe un comportamento principesco!"
Leo 2.0: "Non è principesco farmi attendere. Dove sono quei perdigiorno dei miei ex colleghi?"
Gianfriiii: "Nessuno sta andando a fare le interviste sul podio e a quanto pare nessuno ha detto ai piloti che devono scendere giù."
Voce fuori campo: "Glielo dico io. Scendete."
Così Dani-Smile è finalmente andato a raggiungere Leo 2.0, mentre Iceman stava a debita distanza da tutto e da tutti e Sebby festeggiava cambiandosi cappellino e lanciando il cappellino che si era tolto ai membri del suo team.
L'Autrice(C): "Che delusione... avrebbe dovuto lanciarlo a Iceman e Iceman avrebbe dovuto tirarglielo indietro."
Leo 2.0: "Dani, dove sono i tuoi colleghi, tanto per curiosità?"
Dani-Smile: "Boh, comunque non sono necessari. Ti trovo così hot che ti salterei addosso. Posso procedere?"
Leo 2.0: "Volentieri, ma anch'io sono timido e preferisco non fare certe cose in pubblico."
Iceman: "Potete fare un po' di silenzio? C'è troppa confusione."
Sebby: "Tunz tunz tunz, ho vinto, in cu*o al mio amore glaciale e al mio amore fescion. A proposito, principe, anche tu sei piuttosto fescion. Ho una gran voglia di auto-invitarmi a cena con te."
Leo 2.0: "A proposito, dove si festeggia stasera?"
Sebby: "Non saprei. Dimmi tu il nome del locale e tira fuori i soldi, perché scrocchiamo tutti da te!"
Iceman: "Io non vengo."
Leo 2.0: "A proposito, che cosa ne pensi del tuo risultato?"
Iceman: "Bwoah."
Leo 2.0: "Scusa, ma la gente che ti ascolta non conosce il finlandese. Potresti tradurre?"
Iceman: "Non sono soddisfatto."
Leo 2.0: "Ti capisco. Se tu indossassi una tuta grigia, il mondo si mobiliterebbe per te parlando di un complotto ai tuoi danni."
Iceman: "Come sei gentile a rincuorarmi. Se io fossi un cyborg programmabile per sorridere di tanto in tanto, credo che sorriderei."
Leo 2.0: "Parlando di cose serie, mia moglie aspetta un Piccolo Principe. Mi piacerebbe moltissimo che un giorno diventasse il marito della Piccola Lady Ice."
Iceman: "Okay, ma ora dimmi una cosa. Quel ragazzo che esultava in tribuna per la mia prima pole secoli fa indossando un cappellino della Mercedes con il mio numero di gara che curiosamente è diventato anche il tuo e una bandiera della Finlandia, definito come 'Finnish fan' dai telecronisti British, uguale spiccicato a te, eri tu?"
Leo 2.0: "Questo nessuno lo scoprirà mai. Ora le interviste sono finite. Andiamo tutti in branco a festeggiare bevendo litri e litri di alcool, avendo l'accortezza di scrivere un tweet o due sulla Indy 500 in modo che la gente pensi che ci stiamo dedicando all'attività culturalmente elevata di guardare la Indy 500, quando invece ci stiamo semplicemente ubriacando."
Icemaan: "Bwoah, questa prospettiva mi piace, ma non ho bisogno di fingere di guardare la Indy 500. Mi ritiro sul mio yacht e, per la precisione, nella mia piscina riempita di vodka."
Leo 2.0: "Oh my Kimi never smile."

[LADIES AND GENTLEMEN, START YOUR ENGINES]
Finita la maledizione della Ferrari a Montecarlo, non bastava fare altro che armarsi di pazienza e attendere diverse ore per scoprire se Marco Sonniferetti poteva mettere fine al digiuno di vittorie della Andretti family risalente al 1969 nonostante le numerosissime partecipazioni di membri di quella famiglia.
Naturalmente Sonniferetti era ben lontano dall'essere considerato uno dei favoriti, anzi, era considerato probabilmente il meno favorito di tutti i presenti. Si parlava dell'imminente trionfo del detersivo Dixan. C'era anche chi avrebbe scommesso qualche centesimo su Carpiiii e qualcuno che sosteneva che RHR fosse il favorito, limitandoci al mio dashboard di Twitter.
Poi la gara è iniziata e dopo poco era già lotta per la leadership tra Alexander Non Sono Valentino Rossi e Fernando Non Sono Marc Marquez Anche Se Ne Condivido La Nazionalità.
Non significava niente, in quel momento il vincitore poteva essere sia qualcuno lì nei pressi, dove c'era anche il Grande Samurai, peraltro, o addirittura qualcuno che stava nelle retrovie. Per intenderci, poteva succedere di tutto...
...
...
...
...e il "tutto" si è concretizzato (dopo un inizio molto tranquillo con tutte le vetture ancora in pista e un giro di pitstop in regime di bandiera verde) in un innocente verniciata di muretto da parte di Howard.
L'innocente verniciata di muretto ha avuto l'innocente effetto di sbalzarlo in pista, dove transitava in quel momento il Detersivo. Purtroppo, per leggi della fisica paragonabili a quelle di "Driven", la vettura del Detersivo, colpita dall'altra, ha spiccato il volo e, dopo un cappottamento multiplo, ha rimbalzato contro le reti di protezione ed è ricaduto sulla pista.
Tra una cosa e l'altra, per uno scarto di qualche metro non è ricaduto travolgendo la vettura di Castroneves. Per la seconda volta nel corso della giornata, dopo l'incidente di Wehrlein, ho pensato che qualcuno fosse morto e mi sono sentita sollevata nel rendermi conto che non era così.
La pista era piena di detriti. La gara è stata redflaggata quando aveva appena superato il primo quarto e lo è rimasta per una mezz’oretta. Al restart Fernando Non Sono Marc Marquez, Alexander Non Sono Valentino Rossi e Takuma Non Sono Hiroshi Aoyama erano i primi tre, dietro di loro c’era Carpiiii, ma il suo momento di gloria ha avuto breve durata e a quel punto è arrivato RHR pronto ad asfaltare tutti. Tra una cosa e l’altra il Grande Samurai Taku era in testa, in quel momento, e RHR si è ritrovato terzo dietro a NSVR. Poi Daly è finito a muro e, nel tentativo di evitarlo, anche Harvey è finito fuori: safety car. Tra un restart toppato dal Samurai, un’altra safety car per detriti, un giro di pitstop a favore e quant’altro, RHR è risalito in testa. Dietro di lui era lotta per la seconda posizione ancora tra Alexander Non Sono Valentino Rossi e Fernando Non Sono Marc Marquez. Mentre davanti RHR prendeva il largo e poco più indietro NSVR si arrendeva a Ferniiii, il 49enne Buddy Lazier ha verniciato muretti. In Indycar quando gente di età avanzata per gli standard dei piloti vernicia muretti NESSUNO ha da ridire sulla loro età. È entrata di nuovo la safety car, intanto anche Karam era fermo, c’è stato un nuovo restart e c’è stato un duello per la vittoria tra RHR e Ferniiii, Ferniiii è passato in testa e, dopo un’altra safety car per detriti, plot-twist: Ryan Hunter-Reay si è ritirato con il motore in fumo, cosa che ha portato i telecronisti a interrogarsi se tutte le altre vetture del team Andretti avrebbero fatto la stessa fine. Al momento non lo sapevamo ancora, ma su altre quattro vetture tre erano destinate ad andare fino in fondo e una no.
Credo che sia opportuno, a questo punto, chiarire un concetto: quando su un ovale una vettura inizia a rallentare con il motore in fumo, entra SEMPRE la safety car per questioni di sicurezza. È, di conseguenza, entrata di nuovo la safety car. Dato che ha molta rilevanza quello che è successo dopo, aggiungerei anche che, quando entra la safety car, si può assistere a una differenziazione marcata di strategie. È infatti accaduto che i piloti di testa (quindi Alonso, Rossi e quelli che li seguivano) sono rientrati ai box, dove peraltro NSVR ha avuto problemi durante la sosta, mentre piloti che in quel momento si trovavano a centro gruppo ed era da poco che si erano fermati ai box sono rimasti in pista. Mancavano in quel momento tra i 60 e i 70 giri di gara.
A quel punto avrebbero potuto realizzarsi tre diversi scenari ipotetici:
1) la strategia vincente poteva essere quella dei piloti che erano stati tra le prime posizioni fino a quel momento della gara, in quanto avevano fatto una sosta in più rispetto a quelli che non si erano fermati, pertanto avrebbero fatto una sosta in meno, da strategia;
2) la strategia vincente poteva essere quella dei piloti che invece non si erano fermati, se ci fossero state safety car che consentissero loro di risparmiare carburante per tentare di arrivare in fondo senza fermarsi una volta in più degli altri ma con il rischio di rimanere senza benzina prima di vedere il traguardo (ciò aveva portato, nel 2016, alla vittoria di NSVR);
3) poteva accadere qualcosa, per esempio un ingresso della safety car dopo che i piloti del gruppo 2 si erano fermati ai box e i piloti del gruppo 1 potevano fermarsi durante la SC, il che avrebbe riallineato le strategie.
Quello che conta, però, per cui chiedo una standing ovation, è questo: in quel momento in testa alla Cinquecento Miglia c’era Max Chilton.
Persa la leadership a favore di Kimball al restart, l’ha ripresa dopo un altro restart, in quanto la safety car era tornata subito per via della vettura danneggiata di Carpiiii. Chilliiii è rientrato ai box a 23 giri dal termine e subito dopo, plot-twist!
Davison era fermo, con la vettura in fumo.
Anche Veach era fermo.
L'ingresso della safety car mentre Chilton usciva dalla pitlane mi ha fatta rabbrividire. Significava che, strategia vincente o meno che fosse quella di cui ho parlato al punto 2, i piloti di cui ho parlato al punto 1 sarebbero rientrati tutti ai box in branco un giro dopo rispetto a Chilton e che sarebbero stati dietro a Chilton. In conclusione Chilton era in testa e c'era solo un giro di gap tra lui e i piloti che lo seguivano e di fatto erano su strategie pressoché allineate.
La Indy 500 significa anche questo: un outsider che nessuno avrebbe mai preso sul serio stava in testa alla gara davanti a Castroneves (che, tra parentesi, ad un tratto era precipitato più o meno in ventesima posizione dopo una penalità, e che in un modo o nell’altro era risalito fino alle posizioni che contavano davvero) ed era improvvisamente diventato uno dei favoriti per la vittoria. In quel momento, esattamente, ho avuto la sensazione che potesse accadere qualcosa di epico.
Vorrei soffermarmi un attimo, appunto, a parlare di questo aspetto: la Indy 500 è una gara lunga ed estenuante anche da guardare, ma seppure il telespettatore sappia che cosa sta guardando, la sensazione costante è quella di andare a cercare delle certezze. Quando le certezze decadono, all'improvviso arriva un'altra certezza, che può svanire da un momento all'altro. Vorrei precisare che non è una questione di tifo, ma piuttosto una questione di sensazioni. A volte più che contentezza può essere rassegnazione e, nel più probabile caso che la convinzione riguardi qualcuno che non ti fa né caldo né freddo, semplice accettazione. Dopo metà gara passata a pensare che tutto dovesse decidersi tra Rossi e Alonso, avevo rivalutato Hunter-reay, prima di passare di nuovo a credere che i favoriti fossero Rossi e Alonso. Poi li avevo ritrovati nelle posizioni più basse della top-ten mentre davanti c'erano altri e in quel momento, con Chilton davanti a Castroneves e Sato, le mie sensazioni erano molto diverse. Al di là del fatto che ero molto soddisfatta dall'eventualità che la vittoria potesse decidersi tra tre piloti che per me hanno il loro perché, pur sapendo che tutto poteva cambiare, al momento non prendevo in considerazione altre ipotesi. In realtà non prendevo in considerazione più di tanto nemmeno Sato che era terzo, in realtà, ma quello è un altro discorso.
Poi, all'improvviso, è arrivato il momento in cui ho dovuto smettere per un attimo di pensare alle sensazioni: così, a sorpresa, a 21 giri dalla fine, un istante dopo il restart, c'era un'altra safety car. C'era una vettura in fumo...
...
...
...non so se avete presente quei momenti in cui non riuscite a capacitarvi che quello che sta succedendo stia succedendo davvero. Ecco, è quello che ho provato in quel momento.
Gli speaker hanno pronunciato il nome di Alonso.
Ho pensato che fosse un po' come in Formula 1, con i motori Honda della McLaren.
Poi ho realizzato che anche quella specifica vettura si chiamava McLaren Honda.
Vorrei specificare che a quel punto l'asfalto non si è aperto risucchiando tutte le altre vetture né tanto meno che in quel momento la gara abbia smesso di essere avvincente. In realtà in quel momento Ferniiii era nella seconda parte della top-ten e #SorryNotSorry, quando guardi la Indy 500 non te ne importa proprio niente di scoprire se ad arrivare sesto o settimo sarà Rossi o Alonso. A meno che Rossi o Alonso non superino tutte le vetture che hanno davanti andando a prendersi la vittoria, rimangono due dei tanti, anche se un’ora prima stavano battagliando per la leadership. In quel momento a non essere uno dei tanti era Chilton. Bisognava solo vedere quanto a lungo sarebbe durata prima che precipitasse nel dimenticatoio.
Via la safety car, la gara è ripartita. Proprio in quel momento, purtroppo, ho dovuto allontanarmi dal PC e gli ultimi giri della gara me li sono guardati "in differita", quando già sapevo com'era andata a finire. Le cronache, tuttavia, narrano che nonostante la mia assenza ci siano stati vari piloti che hanno fatto un po' di casino e che in mezzo al crash ci sia finito anche Willpowahhhh (tra gli altri Hinchcliffe e Servià), secondo classificato in campionato nel 2016 dietro a "Saimon" Pagenaud, che condivideva con il vecchio avversario il fatto di non avere cavato un ragno dal buco fino a quel momento.
Poi, dopo il caos e la safety car, è stata la volta del delirio finale, per intenderci, quello che contava DAVVERO per l'assegnazione della vittoria.
Le speranze del falsomaggiorenne Chilliiii sono sfumate.
In testa è passato Castroneves, che inseguiva la quarta vittoria in carriera a Indianapolis, che gli avrebbe consentito di eguagliare il record di A.J. Foyt e Al Unser.
Chilton era ormai fuori dai giochi, precipitato prima in terza e poi in quarta posizione, superato dal rookie Ed Jones, che a quanto pare ha gareggiato anche con licenza britannica, oppure lo sta facendo ora... non ho le idee molto chiare. Comunque sia ci è stato narrato che è cresciuto a Dubai.
Chilton era fuori dai giochi, ma H3lio doveva vedersela con un avversario ben più temibile, il Samurai errante, Takuma Sato, il signore e padrone del caos.
Premesso che è stato senz'altro uno dei giorni più fortunati dell'esistenza di Castroneves, visto che avrebbe potuto essere centrato in pieno dalla vettura di Dixon qualcosa come due o tre ore prima, non era il suo giorno fortunato dal punto di vista del risultato e dell'obiettivo che sta ancora inseguendo. A cinque giri dalla fine Taku l'ha sfilato portandosi in testa. È stato quello il momento decisivo ed è stato quello in cui una nuova pagina del motorsport è stata scritta e Takuma Sato è diventato uno dei pochi eletti che hanno vinto la gara automobilistica più importante al mondo. La prossima volta in cui qualcuno farà battute contro i piloti giapponesi, saprò cosa rispondere.
Curiosità: Sato ha vinto a 40 anni senza che nessuno battesse ciglio o che facesse caso all'età. Secondo è arrivato un 42enne. Poi terzo e quarto sono arrivati due ragazzi, mentre a chiudere la top-5 c'era Kanaan, anche lui di 42 anni. Fuori top-5 il primo era Juan-Tombino, che va per i 42. Mi verrebbe da dire #OldIsGold. E dato che nell'ultimo mese c'è stata una dimostrazione del fatto che se lo merita, mi auguro che qualcuno dia un volante full time a Montoya.

Concludo questa parte del commento con il risultato: 1. Takuma Sato (Andretti), 2. Helio Castroneves (Penske), 3. Ed Jones (Coyne), 4. Max Chilton (Ganassi), 5. Tony Kanaan (Ganassi), 6. Juan Pablo Montoya (Penske), 7. Alexander Rossi (Andretti/Herta), 8. Marco Andretti (Andretti), 9. Gabby Chavez (Harding), 10. Carlos Muñoz (Foyt), 11. Ed Carpenter (Carpenter), 12. Graham Rahal (Rahal), 13. Mikhael Aleshin (Schmidt), 14. Simon Pagenaud (Penske), 15. Sebastian Saavedra (Juncos), 16. J.R. Hildebrand (Carpenter), 17. Pippa Mann (Coyne), 18. Spencer Pigot (Juncos), 19. Josef Newgarden (Penske), 20. James Davison (Coyne), 21. Oriol Servià (Rahal), 22. James Hinchcliffe (Schmidt), 23. Will Power (Penske), 24. Fernando Alonso (Andretti/McLaren), 25. Charlie Kimball (Ganassi), 26. Zach Veach (Foyt), 27. Ryan Hunter-Reay (Andretti), 28. Sage Karam (Dreyer & Reinbold), 29. Buddy Lazier (Lazier), 30. Conor Daly (Foyt), 31. Jack Harvey (Andretti/Shank), 32. Scott Dixon (Ganassi), 33. Jay Howard (Schmidt).

[CONSIDERAZIONI FINALI: COSA RESTERÀ DEL WEEKEND]
- La Ferrari può vincere a Montecarlo, mentre nessuno che porta il cognome Andretti può vincere a Indianapolis. Mi verrebbe da chiedermi anche se effettivamente ci fosse qualcuno che porta il cognome Andretti in pista, ma a guardare il risultato della gara, e addirittura della top-10, sembrerebbe proprio di sì.
- Le doppiette della Ferrari a quanto pare sono stregate, era dall'epoca di Fernando is faster than you che non ce n'era una e anche questa non è che sia andata proprio nel migliore dei modi, dal punto di vista dei fatti. Parlo dello scalpore che hanno suscitato gli eventi, che è innegabile. Poi i fan di Vettel ne sono stati contenti e, incredibilmente, ne sono stati contenti anche i fan di Raikkonen, ma tant'è: c'è chi non ha visto bene la faccenda e mi limito a riportarlo.
- Mai avrei potuto immaginare, dopo sedici anni, che qualcuno si sconcertasse nel vedere Raikkonen silenzioso, serio e imbambolato, ma è successo anche questo. C'è anche chi lo accusa di essersi comportato male nei confronti della Ferrari sostenendo di non essere soddisfatto del risultato.
- Rosberg che faceva le interviste sul podio... sì, insomma, da qualche parte lì intorno, è stato stylish, tanto che ho sperato che lo chiamassero anche a fare le interviste sul podio del GP di Germania. Poi mi sono ricordata che non ci saranno le interviste sul podio, non ci sarà un podio e non ci sarà nemmeno il gran premio di Germania.
- Con tutto quello scrivere #JBisBack (non ho capito questa mania di usare le iniziali, pensavo che si facesse solo con Coulthard, una volta)... Button was back anche nel senso che più back che ultimo non si può. Ha coronato il weekend guadagnandosi una retrocessione sulla griglia di partenza per il prossimo evento, che probabilmente non ci sarà mai. C'è chi dice che è stato al livello delle aspettative e che non ha sfigurato. Io rimango del parere che se ci fosse stato Ferniiii al posto suo avrebbe dovuto impegnarsi parecchio per fare così tanti danni, ma che sarebbe stato meno dannoso per chi gli stava di fianco: c'è chi vola e chi fa volare gli altri e i Buttonso appartengono a due categorie contrapposte.
- Non è che i nomi McLaren e Honda non siano degni di stare sulla stessa vettura, ma per scaramanzia credo che sia più opportuno evitarlo.
- #JapanCaputMundi e, come avviene spesso, a Indianapolis si sono visti in azione nelle posizioni che contavano vecchi, rookie e outsider, invece che i favoriti. Se non accadesse, credo che ne resterei profondamente sorpresa.
- Ci sono rimasta male quando ho letto e sentito commenti poco positivi nei confronti del Piccolo Chilliiii. Ammetto che finora, a parte quella vittoria in Indylights che gli è valsa l'interessamento di "tutti i team di Indycar tranne uno" a suo tempo, non l'avevo mai visto fare performance particolarmente elevate. Però se a recuperare posizioni grazie alla strategia fosse stato qualcuno tipo Dixon o Hunter-Reay, immagino che avremmo sentito degli elogi. Tra parentesi, c'è stato un momento mi ero illusa che Chilton potesse vincere. Per quanto io abbia apprezzato parecchio la vittoria di Sato, mi sarebbe piaciuto di più se avesse vinto contro ALTRI piloti.
- Dall’altra parte dell’oceano si discute di chi, tra Fernando Alonso ed Ed Jones, meritasse effettivamente il titolo di Rookie of the Year andato ad Alonso. Non è la prima volta che va a finire così, visto che, invece di assegnare il titolo al rookie meglio classificato affidano a una giuria di esperti l’incarico di votare a loro piacimento rendendolo una sorta di #RookieDriverOfTheDay, e diversamente dal #DriverOfTheDay è una cosa che conta per le statistiche. Se invece di polemizzare a proposito di Alonso e Jones polemizzassero a proposito del meccanismo in sé, forse sarebbe meglio.
- Nello stesso weekend c'è stata anche la NASCAR: la Coca Cola 600 è stata vinta da Austin Dillon, classe 1990, che ha un fratello minore di nome Ty che gareggia a sua volt nella Sprint Cup. Secondo è arrivato Kyle Busch, che mesi fa è stato coinvolto in una rissa post-gara dopo un incidente, rissa che ha coinvolto lui, l’altro pilota coinvolto nell’incidente e diversi membri della pit-crew di quest’ultimo. Terzo Martin Truex Jr, uno che si chiama Junior senza che si sappia effettivamente di chi sia figlio. A seguire hanno completato la top-ten Matt Kenseth, Danny Hamlin (uno che veniva insultato dai fanboy americani di Answers Yahoo in passato), Kurt Busch (il fratello di Kyle), Erik Jones (che non è parente di Ed Jones e che due giorni dopo la gara ha compiuto 21 anni raggiungendo quindi la drinking age), Kevin Harvick (uno che una volta ha preso un paio di sberle da Montoya, all’epoca in cui Montoya gareggiava in NASCAR-), Ryan Newman e Dale Earnhardt Jr.
- Martedì sera Sebby e Iceman sono stati spediti allo Juventus Stadium a giocare la Partita del Cuore insieme a gente random. Iceman ha fatto tre goal e ha sorriso in tutte e tre le occasioni. Dopo avere sbagliato un tiro in porta, inoltre, si è messo a ridere insieme al portiere della Nazionale Cantanti. Probabilmente quello non era il vero Iceman, ma un cyborg che si fingeva lui. La Partita del Cuore ha varcato i confini nazionali, in quanto le Tumblrere vi hanno dato un certo peso, dato che si sono visti i Simi scambiarsi parole e sorrisi. Certo che un cappellino se lo potevano anche lanciare... o hanno paura di essere definiti una “problematic ship” come i fescion model?
- Ritengo plausibile che in molti non abbiano letto questo commento fino in fondo, dato che mi sono messa a parlare di Indycar più di una volta. Qualora l’abbiate fatto complimenti, avete letto il mio Commento più lungo di sempre!

EDIT. Arrivati a questo punto vorrei rivolgere le mie più sentite scuse a Rick Mears, vincitore di QUATTRO Indy 500, non tre come ho scritto nel commento. Peraltro ha vinto anche quella che fu disputata il giorno stesso della mia nascita.
EDIT II. Sono entrata un po' in confusione, Ed Jones non ha messo un like a un mio post su Montoya, ma a un post su Barrichello. E' stato invece il team Newman Haas a mettere due like a due miei post su Montoya.

martedì 30 maggio 2017

La GP2 a Monaco [sintesi per il forum]

La GP3 è rimasta ferma a Monaco, mentre invece è entrata in azione la GP2, altresì nota come Formula 2.
Charles Leclerc, leader del campionato, ha ottenuto la pole position ed è scattato davanti a tutti in una gara 1, condizionata dall'ingresso di due safety car (ritiro di Latifi per problemi tecnici sotto al tunnel / incidente Deletraz/Visoiu). Leclerc quella gara non l'ha finita e, messo fuori gioco da un guasto che l'ha costretto a parcheggiare ai box, ha visto Oliver Rowland recuperare nei suoi confronti in classifica grazie alla vittoria nella feature race, davanti al russo Artem Markelov e al giapponese Nobu Matsushita.

In una sprint race decisamente più tranquilla, le Rapax del venezuelano Johnny Cecotto Jr e dell'olandese Nick De Vries partivano dalla prima fila grazie all'inversione della griglia di partenza e De Vries ha subito strappato la prima posizione al compagno di squadra, mantenendola fino al termine della gara. Lo svedese Gustav Malja si è classificato terzo.
Leclerc ha conservato i tre punti di vantaggio in classifica nei confronti di Rowland in quanto, nonostante il ritiro (incidente con Nato) il suo diretto inseguitore ha concluso la gara fuori dalla zona punti.

lunedì 29 maggio 2017

101esima Cinquecento Miglia di Indianapolis [Indycar 2017 #6]

Race day! *________* La Cinquecento Miglia è partita dopo che Tony George in persona ha pronunciato le rituali parole "ladies and gentlemen start your engines", con la seguente griglia di partenza:

1^ fila: 1. Dixon, 2. Carpenter, 3. Rossi
2^ fila: 4. Sato, 5. Alonso, 6. Hildebrand
3^ fila: 7. Kanaan, 8. Andretti, 9. Power
4^ fila: 10. Hunter-Reay, 11. Jones, 12. Servià
5^ fila: 13. Aleshin, 14. Rahal, 15. Chilton
6^ fila: 16. Kimball, 17. Hinchcliffe, 18. Montoya
7^ fila: 19. Castroneves, 20. Howard, 21. Karam
8^ fila: 22. Newgarden, 23. Pagenaud, 24. Muñoz
9^ fila: 25. Chavez, 26. Daly, 27. Harvey
10^ fila: 28. Mann, 29. Pigot, 30. Lazier
11^ fila: 31. Saavedra, 32. Veach, 33. Davison

Dixon ha conservato la posizione su Carpenter all'inizio della gara, per conservarla per appena sei giri: è passato in seguito in testa Kanaan, che aveva recuperato nel frattempo alcune posizioni, con top-3 Kanaan, Dixon, Rossi per diversi giri. Alonso, che aveva perso alcune posizioni al via, ne ha nel frattempo recuperate, fintanto che al 30° giro sono iniziati i pitstop in regime di bandiera verde. Si segnalano problemi al pitstop per Montoya: il motore si è spento e la sosta è durata più a lungo del previsto.
Carpenter era in testa a quel punto della gara, seguito da Rossi e Alonso.
Anche per Carpenter la prima posizione non è durata a lungo e pochi giri più tardi è stata lotta per la leadership tra Alonso e Rossi, con i due che si sono alternati e con Rossi che, in seconda posizione, ha poi dovuto difendersi dagli attacchi di Sato che era terzo.
Plot-twist al 53° giro, che ha portato la gara ad essere redflaggata al 56°. Howard è finito a muro, sbalzato in pista ha travolto la vettura di Dixon, che ha spiccato il volo con una serie di cappottamenti e, mentre era in aria, Castroneves gli è letteralmente passato di sotto. Incredibilmente entrambi i piloti sono usciti dalle vetture sulle proprie gambe. Al momento i primi tre erano Alonso, Rossi e Sato.

Quando la gara è ripartita, sono stati effettuati pitstop dietro la safety car, posizioni invariate in testa alla classifica: Alonso, Rossi, Sato, Carpenter.
Quest'ultimo ha perso posizioni, cos' come Alonso ritrovato alcuni giri più tardi al quarto posto, mentre davanti era lotta per la prima posizione tra Rossi e Sato, con Huner-Reay terzo che si è avvicinato a Rossi mentre il pilota giapponese era in testa alla gara.
Subito dopo (66° giro) Daly è finito a muro provocando l'ingresso della safety car. Anche Harvey era fermo, finito in testacoda per evitare i detriti dell'incidente di Daly. Alcuni piloti sono rientrati ai box, tra quelli che stavano nelle retrovie. Castroneves inoltre è stato penalizzato con un drive-through per "jumped restart".
Al restart Sato ha perso la leadership venendo superato da tutti e tre i piloti che lo seguivano, dopodiché la gara è stata nuovamente neutralizzata per "debris" all'80°. Tutti ai box, a parte alcuni piloti che si trovavano indietro. Chilton si è ritrovato in testa, ma era più lento dei piloti che lo seguivano su gomme fresche ed è stato a poco a poco superato dagli altri piloti di testa. Rossi si è ritrovato di nuovo al comando, anche se poi al 95° è stato superato da Hunter-Reay. Si avvicinava nel frattempo Castroneves che, nel giro di poche tornate, si è portato in testa alla gara, davanti a Hunter-Reay, Alonso e Rossi, con quest'ultimo che era stato superato dallo spagnolo.
Castroneves era in testa al limitare della metà della gara, ma cinque giri più tardi è rientrato ai box, lasciando la testa della gara a Rossi. Quest'ultimo si è fermato vari giri dopo, ritrovandosi di nuovo in lotta con Hunter-Reay e Alonso, ma davanti a Castroneves al 115 giro, terminato il giro di pit-stop, quando HR è tornato in testa dopo le soste dei "ritardatari", con un certo margine nei confronti di Rossi e Alonso.
Mentre HR era leader incontrastato della gara e Alonso aveva da poco superato Rossi per la seconda posizione, Lazier è andato a sbattere provocando un ulteriore ingresso della safety car. Pagenaud sembrava essere finito sui detriti dell'incidente e nel frattempo anche Karam era fermo.
Al 130° giro la gara è ripartita con un duello per la prima posizione tra Hunter-Reay e Alonso con quest'ultimo che è passato in testa. Dietro c'erano Rossi, Castroneves e Kanaan a completare la top-5, quando subito dopo c'è stata un'altra caution, stavolta per detriti. C'era un pezzo piuttosto grande in pista, stavolta.
Nel frattempo Davison aveva scontato un drive through, per "not obeying race control". Soltanto alcuni doppiati hanno approfittato della neutralizzazione per fermarsi ai box.
Rimasto in testa al restart, Alonso era ancora davanti a Hunter-Reay, ma quest'ultimo ha terminato la gara anzitempo quando, alcuni giri più tardi, ha iniziato a rallentre per un guasto al motore, provocando un nuovo ingresso della safety car.
Piloti di testa ai box: Alonso ancora davanti ai suoi diretti inseguitori (con Rossi precipitato indietro per problemi durante la sosta), ma alcuni piloti che in pista si trovavano attardati sono rimasti fuori, con Chilton al momento in testa alla gara, per poi essere superato da Kimball al momento del restart, così come Alonso ha perso un paio di posizioni. Tutto è durato molto poco: Carpenter aveva l'ala anteriore rotta.
Al successivo restart Chilton è ritornato in testa, davanti a Kimball e Davison in lotta tra di loro per la seconda posizione. In quarta posizione c'era Castroneves, primo dei piloti sull'altra finestra di soste.
Chilton è rientrato ai box al 167° giro, con ancora molti dubbi sulla possibilità di finire la gare senza doversi fermare per un'altra sosta. Mentre usciva dai box, Davison si è ritirato con il motore in fumo, mentre anche Veach procedeva lentamente. Safety car: tutti ai box, con Chilton e Jones che si erano appena fermati in prima e seconda posizione davanti a Castroneves, Davison e Sato a completare la top-5, quando mancavano trenta giri al termine della gara. Castroneves ha poco dopo superato Jones, con i due subito inseguiti da Sato. Il duello ruota contro ruota tra Castroneves e Jones ha visto il veterano brasiliano vincente, in quanto ha conservato la seconda posizione, mentre Jones doveva vedersela anche con Sato. Il giapponese ha superato anche Castroneves e a 21 giri dal termine era a ridosso di Chilton. A quel punto c'è stata un'altra bandiera gialla...
...
...
...
...
...Alonso era fermo con il motore in fumo.
Quando la gara è ripartita, è stato il caos: incidente con varie vetture coinvolte, incidente innescato da un contatto tra Davison e Servià, nel quale sono rimasti coinvolti anche Hinchcliffe e Power.
Entrata la safety car, il restart è stato a 11 giri dalla fine, con Chilton, Castroneves e Sato molto vicini. A sei giri dalla fine Castroneves si è portato in testa, ma sua leadership è drata soltanto un giro. A cinque giri dalla fine il leader era Takuma Sato e non ha più lasciato il primo posto, diventando il primo pilota asiatico a vincere la Indy 500!
Il miglior rookie è stato Ed Jones, che negli ultimi giri ha superato Chilton per il terzo posto.
Complimenti ai "vecchi": oltre a un vincitore di 40 anni e a un secondo classificato ultraquarantenne, altri due ultraquarantenni, Kanaan e Montoya, hanno chiuso in quinta e sesta posizione.

RISULTATO:
1. #26 Takuma Sato [JAP] - Andretti Honda 200 Laps
2. #3 Helio Castroneves [BRA] - Penske Chevrolet 200 Laps
3. #19 Ed Jones [EAU] - Coyne Honda 200 Laps
4. #8 Max Chilton [GBR] - Ganassi Honda 200 Laps
5. #10 Tony Kanaan [BRA] - Ganassi Honda 200 Laps
6. #22 Juan Pablo Montoya [COL] - Penske Chevrolet 200 Laps
7. #98 Alexander Rossi [USA] - Andretti/Herta Honda 200 Laps
8. #27 Marco Andretti [USA] - Andretti Honda 200 Laps
9. #88 Gabby Chavez [COL] - Harding Chevrolet 200 Laps
10. #14 Carlos Muñoz [COL] - Foyt Chevrolet 200 Laps
11. #20 Ed Carpenter [USA] - Carpenter Chevrolet 200 Laps
12. #15 Graham Rahal [USA] - Rahal Honda 200 Laps
13. #7 Mikhael Aleshin [RUS] - Schmidt Honda 200 Laps
14. #1 Simon Pagenaud [FRA] - Penske Chevrolet 200 Laps
15. #17 Sebastian Saavedra [COL] - Juncos Chevrolet 200 Laps
16. #21 J.R. Hildebrand [USA] - Carpenter Chevrolet 200 Laps
17. #63 Pippa Mann [GBR] - Coyne Honda 199 Laps
18. #11 Spencer Pigot [USA] - Juncos Chevrolet 194 Laps
19. #2 Josef Newgarden [USA] - Penske Chevrolet 186 Laps
20. #18 James Davison [AUS] - Coyne Honda 183 Laps
21. #14 Oriol Servia [ESP] - Rahal Honda 183 Laps
22. #5 James Hinchcliffe [CAN] - Schmidt Honda 183 Laps
23. #12 Will Power [AUS] - Penske Chevrolet 183 Laps
24. #29 Fernando Alonso [ESP] - Andretti/McLaren Honda 176 Laps
25. #83 Charlie Kimball [USA] - Ganassi Honda 166 Laps
26. #40 Zach Veach [USA] - Foyt Chevrolet 155 Laps
27. #28 Ryan Hunter-Reay [USA] - Andretti Honda 136 Laps
28. #24 Sage Karam [USA] - Dreyer & Reinbold Chevrolet 125 Laps
29. #49 Buddy Lazier [USA] - Lazier Chevrolet 188 Laps
30. #4 Conor Daly [USA] - Foyt Chevrolet 65 Laps
31. #50 Jack Harvey [GBR] - Andretti/Shank Honda 65 Laps
32. #9 Scott Dixon [NZE] - Ganassi Honda 52 Laps
33. #77 Jay Howard [GBR] - Schmidt Honda 45 Laps

[Sintesi postata anche su F1GC.]

domenica 28 maggio 2017

Gran Premio di Monaco: GARA

Griglia di partenza: RAI VET BOT VES RIC SAI PER GRO KVY HUL MAG VAN HAM MAS OKI PAL STR WEH ERI, BUT è partito dalla pitlane.

La gara è partita senza particolari colpi di scena e senza che le posizioni cambiassero particolarmente né che ci fossero contatti: gli unici cambiamenti sono avvenuti ai margini della top-ten, Magnussen ha superato Hulkenberg e Kvyat e Hamilton è risalito in 12^ posizione alle spalle del pilota della Toro Rosso e davanti a Vandoorne. Nelle retrovie sia Wehrlein sia Button sono rientrati ai box dopo un giro, puntando ad andare fino in fondo passando dalle ultrasoft alle supersoft. Ai box c’è stato un unsafe release da parte della Sauber, per cui Wehrlein è stato penalizzato con 5 secondi di stop and go.
Al 16° giro, a posizioni invariate, Hulkenberg che era 10° si è ritirato parcheggiando in una via di fuga per un guasto al cambio e la vettura che perdeva fumo. Subito dopo Perez è rientrato ai box per sostituire l’ala anteriore, rimasta danneggiata nel contatto con un cordolo. Ciò ha fatto risalire Hamilton in 10^ posizione.

Tutto è rimasto invariato fino ai pitstop, con Verstappen che è stato il primo a rientrare al 33° giro nel tentativo di un undercut nei confronti di Bottas. Quando quest’ultimo è rientrato un giro più tardi, però, ha mantenuto la posizione. Al giro successivo è rientrato anche Raikkonen, rimanendo decisamente davanti ai due piloti che lo seguivano e che già erano rientrati. Rimanere fuori più a lungo era comunque la strategia vincente, in quanto Ricciardo rientrato al 38° è rimasto davanti sia a Bottas sia a Verstappen (in sottofondo vari “beep” per radio da parte di quest’ultimo) e un giro più tardi è rientrato anche Vettel, tornando in pista in prima posizione e iniziando a guadagnare anche sul compagno di squadra.
I piloti della top-ten si erano già fermati quasi tutti, nel frattempo, e Hamilton era il meglio piazzato tra i piloti che si dovevano ancora fermare: 6° e con l’intenzione, dichiarata precedentemente via radio, di prolungare il primo pitstop il più a lungo possibile. È rientrato al 47° giro ritrovandosi settimo. Sesto era Sainz.

Il momento più sconvolgente della gara è arrivato dopo una sessantina di giri, quando Button ha attaccato Wehrlein per la penultima posizione cercando di passare all’interno. I due si sono toccati e Wehrlein è decollato, ribaltandosi di novanta gradi contro le barriere e rimanendo incastrato nell’abitacolo. È uscito dall’incidente senza evidenti conseguenze fisiche, mentre la safety car è rimasta in pista per diversi giri. Tra i piloti di testa soltanto Verstappen è rientrato ai box senza perdere posizioni, mentre alcune vetture si sono fermati nelle retrovie.
Mentre ai doppiati era data la possibilità di superare la safety car e di sdoppiarsi, Ericsson è finito a muro, ritirandosi a sua volta.

Quando la safety car è uscita di scena le due Ferrari hanno iniziato a distanziare gli altri fin da subito, distanziandosi l’uno dall’altro. Vandoorne nel frattempo è finito subito a muro, ma la vettura è stata rimossa senza null’altro che una bandiera gialla. Ricciardo, Bottas e Verstappen erano molto vicini in quel momento, ma le posizioni sono rimaste invariate.
A sei giri dalla fine mentre erano in lotta per la nona posizione Perez e Kvyat sono venuti a contatto quando quest’ultimo ha speronato il pilota della Force India: Perez è stato costretto a rientrare ai box, precipitando nelle retrovie, mentre Kvyat si è ritirato fermandosi in una via di fuga. Subito dopo Stroll è andato a parcheggiare ai box per problemi tecnici. A quel punto soltanto tredici vetture erano rimaste in pista e quelle tredici vetture sono arrivate al traguardo.

Top: la Ferrari ha vinto a Monaco, cosa che non accadeva dal 2001, e ha ottenuto una doppietta che mancava dal gran premio di “Felipe, box this lap”. Ah, no, era “Fernando is faster than you”, chissà come mai mi sono confusa... *Roll eyes* La vettura questo weekend è andata benissimo sia sul giro secco, sia sul passo gara. Vettel è andato a incrementare il proprio vantaggio in classifica e la Ferrari si è portata, grazie alla doppietta, in testa al campionato costruttori.
Flop: Ericsson che è andato a sbattere mentre si sdoppiava dietro la safety car non è che abbia fatto proprio una gran bella figura...

Premio Montoya d’oro: Ocon intorno a metà gara ha forato su un tombino uscito dalla propria sede.
Menzioni speciali: grande Mazzoni. *inchino* In qualifica ha parlato della nascita della piccola Rianna Raikkonen, in gara ha menzionato la gravidanza della moglie di Rosberg durante un’inquadratura di lei e del suo consorte durata un nanosecondo. #GossipRules. Peraltro in attesa delle interviste sul podio che in realtà sono state realizzate giù dal podio, Mazzoni ha dichiarato che Rosberg “ha deciso di lasciare questo mondo”.

RISULTATO:
1. Sebastian Vettel - Ferrari 1:44:44.340 
2. Kimi Raikkonen - Ferrari +3.175
3. Daniel Ricciardo - Redbull +3.745
4. Valtteri Bottas - Mercedes +5.517
5. Max Verstappen - Redbull +6.199
6. Carlos Sainz - Toro Rosso +12.038
7. Lewis Hamilton - Mercedes +15.801
8. Romain Grosjean - Haas +18.150
9. Felipe Massa - Williams +19.445
10. Kevin Magnussen - Haas +21.443
11. Jolyon Palmer - Renault +22.737
12. Esteban Ocon - Force India +23.725
13. Sergio Perez - Force India +39.089
14. Lance Stroll - Williams +7 Giri
15. Daniil Kvyat - Toro Rosso +7 Giri
Rit. Stoffel Vandoorne - McLaren +12 Giri
Rit. Marcus Ericsson - Sauber +15 Giri
Rit. Jenson Button - McLaren +21 Giri
Rit. Pascal Wehrlein - Sauber +21 Giri
Rit. Nico Hulkenberg - Renault +63 Giri

[Cronaca scritta per F1GC.]

sabato 27 maggio 2017

Gran Premio di Monaco: prove libere e qualifiche

Nell'ultimo weekend di maggio, lo stesso in cui si svolge anche la Cinquecento Miglia di Indianapolis, sulle "anguste stradine del Principato di Monaco" [cit. Mazzoni] si sta svolgendo il 75esimo Gran Premio di Montecarlo.
Sesto appuntamento del campionato 2017, è il secondo gran premio europeo (Sochi rimane sul territorio asiatico, quindi il primo è stato Montmelò). Al momento Sebastian Vettel, vincitore di due gran premi, è leader della classifica piloti, mentre la Mercedes, che conta tre vittorie, due di Hamilton e una di Bottas, è in testa alla classifica costruttori.

Le prove libere, che come da tradizione si sono svolte di giovedì (GPUpdate versione italiana narra che nel 1929, anno della prima edizione, le vetture non fossero andate in pista di venerdì perché in quel giorno cadeva una festività religiosa, la tradizione di non andare in pista di venerdì rimase anche in tutte le edizioni successive) e, mentre nella prima sessione il più veloce è stato Hamilton, nella seconda sessione il più veloce è stato Vettel.
I primi cinque nella FP1 erano Hamilton, Vettel, Verstappen, Bottas e Ricciardo. Svettava il sesto tempo di Kvyat: il pilota della Toro Rosso aveva ottenuto quel tempo (al pari del decimo tempo di Sainz) addirittura su gomme supersoft, mentre tutti gli altri l'avevano ottenuto con gomme ultrasoft.
I primi cinque nella FP2 erano invece Vettel, Ricciardo, Raikkonen, Kvyat e Sainz, a parità di mescole; soltanto ottavo e decimo Hamilton e Bottas.
La terza sessione di prove libere, che si è svolta sabato mattina, ha visto ancora una volta la Ferrari svettare, stavolta con Vettel e Raikkonen primo e secondo davanti a tutti. A seguire Bottas, Verstappen, Hamilton, Ricciardo e ancora una volta le Toro Rosso, che apparivano piuttosto performanti su questo tracciato.

Argomento clou del Gran Premio di Montecarlo era e sarà ovviamente il ritorno di Jenson Button, al volante in McLaren al posto di Alonso impegnato nella Indy 500.
Il risultato, per la McLaren, è difficile da giudicare positivo o negativo: entrambe le vetture hanno raggiunto la Q3, ma Vandoorne era già fuori per incidente, Button invece si è qualificato nono, ma dovrà scontare 15 posizioni di retrocessione per sostituzione di componenti del motore e partirà ultimo. Anche Vandoorne dovrà scontare una penalità di tre posizioni per l'incidente con Massa della volta scorsa: qualora sulla sua vettura non fosse necessario sostituire niente in seguito all'incidente, esiste la possibilità che parta 13°... anzi, 12° visto che anche Button è stato retrocesso.

Facendo un passo indietro, la Q1 è terminata senza eccessive sorprese, con l'escluso più illustre Ocon, primo degli esclusi davanti a Palmer, Stroll e le Sauber.
Vandoorne, approdato alla Q2 per la prima volta in carriera, è stato grande protagonista, nel più negativo senso del termine, della seconda manche: finito a muro nelle fasi conclusive, ha provocato l'esposizione delle bandiere gialle e ha mandato alle ortiche la possibilità, per molti piloti, di migliorare i propri tempi. Uno di questi era Hamilton, che a causa di un errore nel primo tentativo si era ritrovato nelle zone basse della classifica e che, al ritorno in pista, aveva commesso una sbavatura che l'aveva lasciato con un solo tentativo possibile: svanita questa possibilità, si è ritrovato 14° davanti al solo Massa, che era andato in pista ma che probabilmente non era nemmeno riuscito a fare un giro lanciato. Il primo degli esclusi era una delle Toro Rosso, quella di Kvyat, ed erano fuori anche Hulkenberg e Magnussen.

Le Ferrari si erano già dimostrate le vetture più veloci presenti in pista: anche se in realtà in Q1 il più veloce di tutti era stato Verstappen su Redbull, in Q2 si era imposto Raikkonen... e l'ha fatto anche in Q3, andando a conquistare la pole position che gli mancava dal GP di Francia 2008. Considerando soltanto le sue partecipazioni (ovvero non includendo il 2010 e il 2011 e le due gare che saltò per infortunio ai tempi della Lotus Renault) era da 128 gran premi che non otteneva la pole. Secondo Vettel, davanti a Bottas e alle Redbull.

Risultato (penalità non incluse):
1. Raikkonen Ferrari - 2. Vettel Ferrari
3. Bottas Mercedes - 4. Verstappen Redbull
5. Ricciardo Redbull - 6. Sainz Toro Rosso
7. Perez Force India - 8. Grosjean Haas
9. Button McLaren - 10. Vandoorne McLaren
11. Kvyat Toro Rosso - 12. Hulkenberg Renault
13. Magnussen Haas - 14. Hamilton Mercedes
15. Massa Williams - 16. Ocon Force India
17. Palmer Renault - 18. Stroll Williams
19. Wehrlein Sauber - 20. Ericsson Sauber

venerdì 26 maggio 2017

La tortora di Montecarlo

E' il 26 Maggio e, dato che in questo giorno del 2013 avvenne una scena iconica della Formula 1 contemporanea, mi sembrava doveroso dedicarvi un post.
Come tutti ben saprete, le presenze di animali nei pressi della pista non mancano mai, come dimostra questo scatto che mostra un piccione una tortora che sta bellamente in posa a pochi metri di distanza dal circuito:
Vista la presenza di una Williams sul circuito come sfondo e visto che quella vettura era molto probabilmente quella di Pastorone Nostro, questo simpatico pennuto, che probabilmente aveva gli stessi pregiudizi di certi motorsport fan, decise di rimanere a debita distanza a fare il fotomodello per le telecamere.
Ma non tutte le tortore si accontentano di mettersi in posa fuori dal circuito... Ce n'era una (sarebbe bellissimo se si fosse trattato sempre della stessa, ma purtroppo non lo sapremo mai) che a un certo punto decise di mettersi in posa proprio nel bel mezzo del circuito. Piccolo dettaglio: lo fece nel momento in cui Rosberg stava transitando. E si allontanò per tempo? Naturalmente no!

Rimasto fermo sull'asfalto decisamente fino all'ultimo, il grazioso volatile finalmente ebbe l'accortezza di volare via e credo che si possa affermare che sopravvisse per cu*o e non per merito rendendo il gran premio falsato!
Proporrei, per riequilibrare il risultato, di assegnare la vittoria a tavolino a Felipe Nasr, che all'epoca correva in GP2...
...
...
...
...e non gli si può attribuire la vittoria a tavolino, in quanto lui era stato impegnato nei giorni precedenti a falsare, in compagnia di un'altra tortora (o magari era sempre la stessa, chissà...), il risultato di una sessione di prove libere.
Non scopriremo mai se la tortora era sempre la stessa, ma la sua abitudine di mettersi al centro della scena era quantomeno sempre la stessa:

Ormai la vettura era vicina... ma erano soltanto sottigliezze, dopotutto, quello era il luogo più sicuro per una tortora.

Se l'amica di Rosberg riuscì a prendere il volo per tempo per non essere colpita, non si può dire che accadde lo stesso all'amica di Nasr alcuni giorni prima. Anzi, dai video sembra proprio che fosse stata colpita di striscio.
Ma andò via indenne ed è questo che conta. Mi piace pensare, come si sarà sicuramente intuito, che fosse sempre la stessa e che durante le prove libere della GP2 si stesse semplicemente allenando per il grande evento della domenica!

giovedì 25 maggio 2017

Questione di stelle allineate

Ci sono momenti in cui le stelle sono allineate nel verso giusto. Magari stanno lì, tutte in fila, ad assistere allo spettacolo, perché certi spettacoli meritano che qualcuno vi assista.
Uno di questi spettacoli che meritano che tutti vi assistano si concretizzò tre anni fa, il 25 Maggio 2014.
Era una di quelle occasioni in cui tutto sembrava girare per il verso giusto, insomma, per intenderci una di quelle occasioni che non capitano tanto spesso. Il 12° posto di Glock a Singapore 2012 sulla Marussia, l'11° posto di Petrov a Interlagos 2012 sulla Caterham difendendo la posizione nei confronti della Marussia di Pic... tutti episodi che suggerivano che prima o poi, forse, sarebbe arrivato il momento giusto, ma che allo stesso tempo lasciavano intendere che non c'erano poi così tante speranze.

Sarò sincera, avevo sempre pensato che, se un giorno una carretta avesse raggiunto la luce della zona punti, sarebbe accaduto in un altro continente e, in particolare, su un altro circuito cittadino.
Nell'aprile del 2014 scrissi una parodia sulla Marussia in cui si accennava al fatto di attendere con ansia una gara con un alto attrition rate a Singapore.

Non fu Singapore, fu Monaco.
Ci speravo, come ci speravo ogni volta, e per quanto non abbia mai fatto mistero di avere preferito la Marussia alla Caterham almeno fino dall'epoca del duello epico tra Pic e Glock e dall'uscita di scena della HRT, ammetto che sarei stata molto felice, quel giorno, anche se i punti li avesse conquistati la Caterham. Il top dei top sarebbe stato se fossero finite a punti sia la Marussia sia la Caterham, ma non potevo essere così tanto ottimista.
Fino al momento in cui Sutil non andò a muro facendo entrare la safety car, ricompattando le vetture e dando il via a un lungo susseguirsi di colpi di scena, sembrava una gara normale.
Non era una gara normale.
Era la gara dell'Elevazione, ma ancora non lo sapevamo.
Era una gara di un certo livello, in generale. Quello che accadeva davanti magari non era così intrigante, ma quello che accadeva dietro dimostrava che valeva la pena di guardare quella gara.
Quando Bianchi superò Kobayashi pensai che, se al posto loro, ci fossero stati Alonso e Vettel, quello sarebbe stato probabilmente messo di diritto nella classifica dei più bei sorpassi di tutti i tempi, classifica in cui svetta da anni, per plebiscito popolare, quel famoso sorpasso con Zonta in mezzo.
Il secondo pensiero fu che, con Alonso e Vettel, probabilmente non ci sarebbe stato comunque nessun cambiamento nella classifica dei migliori sorpassi di sempre, perché al posto del sorpasso ci sarebbero state semplicemente delle lamentele del tipo "you have to leave the space, you have always to leave the space".
Sia chiaro, questa non vuole essere una critica nei confronti di Alonso o di Vettel. Sono profondamente convinta che ciascun pilota possa decidere come gestire la propria gara. Se vuole tentare un sorpasso, che tenti il sorpasso. Se vuole lamentarsi, che si lamenti e basta. Magari apprezzo di più, sul momento, l'atteggiamento di chi invece di lamentarsi si rigira i pollici (che peraltro il 2009 e il 2016 hanno dimostrato che sono più produttivi) in quanto molto meno irritante, ma mi rendo conto che c'è chi certi azzardi non sempre se li può permettere e che talvolta è decisamente più saggio tentare un undercut piuttosto che infilarsi tra un avversario e una barriera rischiando di mandare punti preziosi alle ortiche.

Davanti ci sono questo genere di problemi, dietro no.
Quel 25 maggio 2014 nessuno poteva saperlo, ma quel sorpasso fu determinante non solo per il risultato e per la classifica, ma anche per determinare quale team che metteva in pista carrette sarebbe stato presente sulla griglia di partenza nei due anni a venire.
Nessuno sapeva quanto fosse significativo quel momento, ma fu comunque emozionante, almeno per me.
Ad un certo punto si arrivò che in pista c'erano solo dieci vetture non dei nuovi team. Ricordo di avere pensato che, se uno di loro si fosse ritirato, una Marussia o una Caterham sarebbe arrivata a punti quel giorno.
Nessuno si ritirò, ma alla fine non fu nemmeno necessario.
Fu una soddisfazione.
Fu un'enorme soddisfazione.
Tutto sembrava essere contro la realizzazione del grande obiettivo, ma evidentemente era proprio come dicevo io: le stelle erano tutte allineate al punto giusto.

#MarussiaForTheWin <3

Il vuoto cosmico, le scene da One-One-One!!!111!!!11!!! e il trionfo di Juan-Juan-Juan!!!11!!!!

Nella vita di un'appassionata/o di motorsport può capitare che, all'improvviso, ci sia una sensazione di vuoto cosmico.
Sforzatevi di seguire il mio ragionamento. A volte capita che ci siano gare che abbiamo guardato e che magari ci sono anche piaciute, ma delle quali, a distanza, ci è rimasto poco. Parlo di quelle volte in cui affermiamo che la gara è stata emozionante, ma quello che vogliamo dire in realtà è semplicemente che è stata una gara ricca di colpi di scena, che avrebbe potuto effettivamente emozionarci, se solo l'avessimo vissuta in modo diverso.
C'è stato un momento, durato peraltro anche abbastanza a lungo, in cui è stato questo il mio approccio al motorsport. In quel periodo ho scritto cronache serie e commenti ironici, ma se ripenso a quegli eventi ci ripenso in modo diverso rispetto ad altri eventi.
Non parlo tanto della distinzione tifosa / appassionata, né del fatto che penso che talvolta sia inevitabile lasciarsi travolgere di più del dovuto da questo o quell'altro, nonostante non sia qualcosa che desideriamo. Quando approdai in rete, nel lontano 2009, affermavo di non essere tifosa di nessuno dei piloti dell'epoca. Non era solo l'immagine che volevo dare di me, era anche quello che aspiravo ad essere. Purtroppo ci ho messo un po' di tempo, prima di riuscirci. Purtroppo ho attraversato l'epoca in cui era consentito adorare e idolatrare Alonso in rosso ed era altrettanto consentito detestare Alonso in rosso, ma era vietato essere troppo positivi o troppo negativi nei confronti di chiunque altro, se non in funzione di portare su un piedistallo gente tipo Hamilton o Button perché all'epoca la McLaren era ritenuta irrilevante (per gli standard dell'epoca lo sembrava...) o criticare gente vista come inconcludente, tipo Grosjean o Maldonado, o in alternativa Perez o Gutierrez.

Quell'epoca è passata, ma credo che abbia lasciato qualche strascico.
E' passata tanta acqua sotto ai ponti, ma provate ad avere l'atteggiamento di idolatria nei confronti di qualcun altro e non verrete considerati altro che dei fanboy, mentre provate ad avere quello stesso grado di avversione e verrete visti come degli hater incalliti.
L'epoca di Ferniiii ferrarista credo che sia stata al contempo la più semplice e la più complicata in cui allacciare rapporti con gli altri fanatici di motori della rete.

Poi c'era, c'è e ci sarà la Indycar, la serie in cui agli occhi di noi europei non conta niente il colore delle monoposto, il colore della tuta di questo e il colore della tuta di quest'altro.
C'è la serie in cui quando accade qualcosa che ti fa piacere anche come tifosa e non solo come appassionata non ti senti nemmeno in colpa, perché non ci sarà nessuno a farti sentire in colpa. Non è Formula 1, nessuno dà e nessuno toglie nulla alla Ferrari... E' così che funziona, ma appunto per questo ti senti libera di vivere le emozioni che stai vivendo, senza chiederti se sono giuste o sbagliate. Non sono né giuste né sbagliate, è quello che ti senti dentro.
Poi magari va a finire così, che a mettere fine, almeno per una sera, alla tua sensazione di vuoto cosmico altri non è che un pilota che quando correva in Formula 1 ti stava anche abbastanza sulle scatole, ma che all'improvviso ti fa provare quello che in tanti altri non ti hanno mai fatto provare. Non puoi farci niente, perché non sei tu a scegliere di provare quelle sensazioni, ma l'impressione è che quelle sensazioni abbiano scelto te.
Davanti al computer, davanti alla gara che stai vedendo in streaming e in low quality, con l'audio leggermente sfasato dal video, ti viene quasi da urlare. Ti viene da pensare che c'è una cosa che desideri con tutta te stessa e che quella cosa che desideri con tutta te stessa è che a tagliare il traguardo da vincitore sia Juan Pablo Montoya. Ne manca ancora, di tempo. Ci saranno almeno altri venti o trenta minuti di gara, venti o trenta minuti che passi in gran parte a dirti che non accadrà mai.
Poi, all'improvviso, tutto inizia ad esserti chiaro. Questa è la volta buona, è la volta in cui sta per succedere l'ultima cosa che desideravi che succedesse.
Il finale è al cardiopalma, uno dei finali più al cardiopalma che tu abbia mai visto, perché la Indy 500 è così, non è come in Formula 1, dove chi non vince porta comunque a casa qualcosa. La Indy 500 non può essere paragonata a nessun gran premio di Formula 1, nonostante i parallelismi con Montecarlo. Chi vince la Indy 500 è in automatico uno dei grandi del motorsport. Chi vince il GP di Montecarlo e magari di cognome fa Panis o Trulli è e resterà uno dei tanti. La Indy 500 è vissuta come tutto o niente e l'impressione, per te che la guardi, è che davvero sia tutto o niente. E' passato molto tempo dall'ultima volta in cui tifavo qualcuno che poteva puntare regolarmente al podio e occasionalmente alla vittoria, in Formula 1. Era l'epoca in cui arrivare sul podio era sempre meglio che non arrivarci e che arrivare secondo era meglio che arrivare terzo. Era l'epoca in cui non tutte le gare potevano concludersi con una vittoria e anche i secondi e i terzi posti, o anche dei miseri punti, potevano essere significativi per il campionato. Di fatto l'ultima volta in cui ho davvero tifato per un pilota che poteva puntare alla vittoria, a fine anno ha perso il mondiale per un punto, dimostrazione che tutti i punti erano preziosi. Guardando la Indy 500 i punti sono l'ultima cosa a cui pensi. Un secondo posto è ancora più deludente di un ritiro o di un arrivo nelle retrovie. Al ritiro e all'arrivo nelle retrovie ci si rassegna. Vedere l'obiettivo lì davanti e non vederlo concretizzare è un po' come il Malehhhh Assolutohhhh.

Questa è la traduzione in italiano del primo commento che feci (su Tumblr) dopo che Montoya tagliò il traguardo da vincitore:

Okay, ho iniziato a sentire qualcosa mezz'ora fa e non più tardi di quindici minuti fa pensavo davvero che fosse impossibile, poi Juan Pablo è andato in testa di nuovo a tre giri dalla fine ed ero piuttosto scioccata, ho iniziato a urlare "per favore, vinci, tu sei quello che ha tenuto testa a Michael Schumacher nella tua seconda gara in F1, devi vincere questa."
OMG, il mio cuore batteva così forte, non ricordo quando sono stata altrettanto eccitata guardando una gara di automobilismo e quando l'ho sentito urlare alla radio mi sono chiesta come potessi essere un'hater di questo ragazzo adorabile.
Oh, aspetta, sto davvero dicendo che Montoya è un ragazzo adorabile? Okay, la mia vita è già fottuta!


Credo che renda abbastanza bene le idee a proposito di come mi sentissi in quel momento. Non sono certa che una simile emozione si potrà mai ripetere, qualunque cosa accada.