giovedì 31 maggio 2018

#MorenoForTheWin

Ci sono momenti destinati ad entrare nella storia. Uno di questi si svolse durante i giri finali del Gran Premio di Montecarlo 1992, che a suo tempo ho commentato su questo blog circa due anni fa, in cui per 78 giri ci fu un epico duello per la prima posizione tra Senna e Mansell (no, durò, soltanto gli ultimi sette giri, dopo che Mansell aveva forato mentre era in testa con mezzo minuto di vantaggio, il che fa 71 giri senza duelli per la prima posizione).
Ora, senza nulla togliere a quel duello, bisogna ammettere che non era la prima volta che vedevamo Mansell e Senna in lotta per la vittoria di un gran premio.
Ciò che costituiva un'assoluta novità era *chi* era arrivato sulla griglia di partenza. ovvero Roberto Moreno, al volante di un'Andrea Moda.
Né prima né dopo il team si qualificò mai più e, anzi, finché non fallì qualche team e non furono eliminate le prequalifiche, non riuscì nemmeno mai più a prequalificarsi.
Purtroppo la gara non si concluse in un modo epico, dove "modo epico" sarebbe stato arrivare ultimo al traguardo. Moreno fu costretto al ritiro per un guasto al motore. In seguito dichiarò che Monaco 1992 era stato il momento migliore della sua carriera in Formula 1.

Fonte dell'immagine: @1990sF1.

mercoledì 30 maggio 2018

Commento alla 102esima edizione della Indy 500

La SoVrApPoSiZiOn3 MoNaCo/iNdY formato Indianapolis /// 27 Maggio 2018

Quando il Gran Premio di Montecarlo finisce, non rimane altro da fare che guardare oltre, perché c'è qualcos'altro che ci aspetta. Si tratta della 500 Miglia di Indianapolis, la gara automobilistica più importante al mondo e forse una delle gare automobilistiche che danno più ansia quando le guardi.
Nelle edizioni più caotiche, tutto può cambiare da un momento all'altro, ma ogni volta hai l'illusione che le cose non cambieranno. Ti prepari a trattenere a stento gli one-one-one oppure ti metti il cuore in pace, a seconda di quello che sta succedendo, ma non pensi che da un momento all'altro potrebbe succesere qualsiasi cosa. Poi succede. E succede di nuovo. Continua a succedere. Funziona così per 200 giri: soltanto quando arriva il momento della bandiera a scacchi sai come andrà a finire, nel senso più letterale del termine. Quando sei a metà gara, sai che potrebbe vincere tanto il pilota che è in testa in quel momento quanto chi si trova doppiato. Dipende da tante cose che, non potendo prevedere il futuro, non puoi prevedere. C'è chi farà un sorpasso impossibile, c'è chi finirà la benzina nel momento meno opportuno e chi finirà a muro. Oppure c'è chi farà un sorpasso impossibile, finirà la benzina nel momento meno opportno e poi finirà a muro.
L'anno scorso abbiamo assistito alla vittoria di Takuma Sato, che è diventato il giapponese più altolocato della storia del motorsport, in cu*o a quelli che sostenevano che in Indycar si era sempre rivelato un flop. Se ne era stato tranquillo tra la top-5 e la top-10 per tutto il tempo, pronto a sfoderare la zampata finale, per poi presentarsi in victory lane con una bandiera giapponese al seguito, cosa che non è andata giù ai fanboy americani: il Memorial Weekend è una ricorrenza in cui si commemorano i militari morti in guerra e il Giappone e gli Stati Uniti erano avversari durante la seconda guerra mondiale!!!11!!1!! <--- punteggiatura scelta in base al livello intellettivo della gente che faceva queste affermazioni scandalizzandosi per la bandiera che un pilota si è portato sul podio.
Ogni anno, tuttavia, viene scritta una storia diversa, quindi è opportuno passare oltre e parlare un po' del 2018, iniziando dalla entry list, nella quale siamo stati purtroppo sprovvisti della presenza illuminante di Buddy Lazier (pilota cinquantenne che vinse l'edizione del 1996 e che ha gareggiato a Indy, seppure non in tutte le edizioni, fino al 2017), di cui ci eravamo quasi illusi all'inizio della stagione, ma ne è venuto fuori che di vetture ce n'erano anche troppe, con diversi team che hanno schierato più vetture rispetto alla media, con un picco massimo di sei vetture del team Andretti, se consideriamo anche quella in partnership Andretti/Herta.
Nello specifico, l'entry list era la seguente:

PENSKE: Josef Newgarden, Simon Pagenaud, Will Power, Helio Castroneves ---> tre piloti titolari, più l'ultimo ex pilota titolare che è stato appiedato dal suo volante full season;
ANDRETTI: Ryan Hunter-Reay, Alexander Rossi, Zach Veach, Stefan Wilson, Carlos Muñoz, Marco Andretti ---> i tre titolari, due guest star e una palla al piede;
GANASSI: Scott Dixon, Ed Jones ---> solo i due titolari, nessuna vettura aggiuntiva;
FOYT: Tony Kanan, Matheus Leist, James Davison ---> il vecchio titolare, il giovane titolare e una guest star;
SCHMIDT: James Hinchcliffe, Robert Wickens, Jay Howard, Jack Harvey ---> un pilota di ormai vecchia data, il rookie iper-promettente e due versioni formato Indy di Who's that Guy;
CARPENTER: Ed Carpenter, Spencer Pigot, Danica Patrick ---> il pilota vecchio ma non troppo, il pilota giovane ma non troppo e la donna più chiacchierata del paddock;
RAHAL: Graham Rahal, Takuma Sato, Oriol Servià ---> i due titolari e uno talmente importante nel contesto della Indycar che non si è parlato d'altro che delle sue presunte opinioni politiche a proposito dell'indipendenza catalana;
COYNE: Sebastien Bourdais, Conor Daly, Zachary Claman De Melo, Pippa Mann ---> il pilota che porta gli occhiali sotto al casco, uno che il casco se lo mette raramente perché per tutto il resto dell'anno non ha un volante, quello con il cognome interminabile che non doveva nemmeno essere lì (il titolare era Pietro Fittipaldi, ma si è fratturato le gambe nell'endurance a Spa) e la guest star eletta a precious cinnamon roll del paddock;
CARLIN: Charlie Kimball, Max Chilton ---> i due ex Ganassi Boyssss;
DREYER & REINHBOLD: Sage Karam, J.R. Hildebrand ---> il Verstappino formato Indycar e il secondo classificato del 2011 (meglio non spiegare in che modo sia arrivato secondo);
JUNCOS: Kyle Kaiser ---> uno che gareggia per un team pittoresco;
HARDING: Gabby Chaves ---> uno che gareggia per un altro team pittoresco...
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...sì, anche in Indycar ci sono dei team pittoreschi, con il dettaglio ancora più pittoresco che talvolta compaiono a caso, disputando solo una certa parte della stagione.

BUMP DAY: Il Month of May giunge al culmine ben prima che arrivi il grande giorno e, nello specifico, il weekend prima della gara si svolgono le qualifiche. Il sistema, in apparenza complesso, è abbastanza semplice. Il risultato è la velocità media di alcuni giri lanciati e, in base alla velocità, viene stilata la classifica. Al sabato ciascun pilota ha più di un tentativo e, all'occorrenza, può abortire il proprio tentativo e riprovarci.
Quella del sabato non è la classifica definitiva. I piloti vengono ripartiti in due gruppi: quelli della top-9 la domenica andranno a lottare per la pole position, sulla base di una sessione in cui ciascuno dei nove ha a disposizione un tentativo con quattro giri, e quella sessione assegnerà le prime nove posizioni sulla griglia, mentre i piloti che al sabato hanno ottenuto i tempi dal decimo al trentatreesimo prenderanno parte a una sessione per assegnare le posizioni dalla decima alla trentatreesima in griglia. Il problema è che a volte ci sono più di trentatré vetture, che vanno per qualificarsi. Non accadeva dal 2011, ma è accaduto quest'anno: di vetture ce n'erano trentacinque, il che significava che sarebbe tornato il "bump day", il che tradotto vuole dire che, sabato 19 maggio, i primi nove si qualificavano per andare a lottare per la pole, i piloti dal decimo al trentatreesimo si qualificavano per andare a occupare le caselle dalla decima in poi, mentre gli ultimi due se ne tornavano a casa.
Non mi era mai capitato di assistere a un "bump day" (e in realtà ho visto solo gli ultimi venti minuti a tratti perché lo streaming non funzionava molto bene) e non mi ero mai resa conto di quanto fosse un'esperienza terribile, da vedere: ci sono quelli che contano, ci sono quelli che entrano in griglia senza problemi e ci sono i backmarker che si aggrappano all'ultimo disperato tentativo di stare tra i primi trentatré.
Mentre i top-driver sognano la victory lane, ci sono dei poveri sfigati che corrono il rischio di non arrivare nemmeno sulla griglia. La loro qualificazione o no non dipende solo da loro e dalla loro vettura: non è come il 107%, in cui sei dentro o sei fuori ma solo in base al tempo che fai e non conta quello che fanno gli altri. Nel bump day c'è una graduatoria, i primi trentatré passano oltre e chi sta oltre non entra in griglia. Chi sta in fondo alla classifica corre il rischio di finire fuori, se non si migliora e invece si migliora qualcun altro...
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...e a peggiorare la situazione, ci sono rischi anche per chi si qualifica, a condizione che non si tratti di top-driver. Giusto a titolo di esempio, se Jay Howard (pilota "occasionale") si fosse qualificato e James Hinchcliffe (pilota titolare, altolocato in classifica) no, il team Schmidt avrebbe potuto decidere tranquillamente di cacciare via Howard a calci e di mettere Hinchcliffe sulla sua macchina, domenica 20. Non solo: se anche non l'avesse fatto, avrebbe potuto decidere in un momento qualsiasi, prima di domenica 27, di cacciare via a calci Howard anche dopo che si era qualificato per una posizione tra la decima e la trentatreesima e rimpiazzarlo con Hinchcliffe, a condizione di far partire Hinchcliffe dall'ultima posizione invece che da quella in cui Howard si era qualificato...
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...ma Howard non correva questo genere di rischi, dopotutto quante possibilità c'erano che Hinchcliffe non si qualificasse? Pochissime, direi.
Eppure, mentre nelle retrovie James Davison, Conor Daly e Pippa Mann si prendevano a spintoni per accedere all'ultima casella della griglia di partenza, si consumava il dramma: Hinchcliffe, che fino a quel momento aveva lottato con problemi alla vettura, rischiava seriamente di rimanere fuori.
Mancavano pochi minuti, poteva andare in pista... ma durante il bump day, non è così semplice. Si va in pista uno per volta e, arrivati a un certo punto, il cronometro dice che è finita.
Sono andati in pista Alex Non Sono Valentino Rossi e Grammo Reale, l'uno per tentare di entrare nel Fast Nine, l'altro per tentare di migliorarsi, dato che era nelle retrovie. A quel punto soltanto un pilota avrebbe avuto il tempo di fare l'ultimo tentativo. Pippa Mann, la più senza speranze dei backmarker senza speranze, è scesa in pista per un ultimo tentativo. Nemmeno per un attimo i suoi tempi hanno lasciato pensare che potesse arrivare sulla griglia di partenza. Intanto il cronometro continuava a scorrere e per Hinchcliffe, autore della pole position nel 2016, non rimaneva altro da fare che scendere dalla vettura.
Sui social erano tutte lamentele e recriminazioni: fanboy di Hinchcliffe, fanboy della Mann, gente che si disperava, gente che si chiedeva perché Rossi, Rahal e la stessa Mann fossero scesi in pista, quando ormai non cambiava nulla. Poi c'era Bruno Junqueira, che dichiarava che sperava che, se Hinchcliffe non si era qualificato, non gli venisse affidato il volante di nessun altro. Junqueira era nello stesso team di Hunter-Reay, nel 2011, quando Hunter-Reay non superò il bump day. Junqueira si qualificò, ma gli toccò di essere mandato via a calci nel cu*o ed essere rimpiazzato da RHR.
Nel weekend del 19/20 Maggio, nel pensare alla situazione Howard/Hinchcliffe, ho seriamente pensato, per la prima volta, che alla fine il trattamento non paritario di prime e seconde guide è una cosa da niente. Che cosa significa essere malvisti quando si batte il compagno di squadra e doversi sacrificare per i risultati di quest'ultimo, dopotutto? Mentre ci commuoviamo per le sorti di quelli a cui è consentito lottare solo per il podio e non per la vittoria, o a cui è consentito puntare ai punti quando i loro compagni di squdra possono salire sul podio, ci sono piloti che, in un'apparizione one-off, si conquistano il diritto di accedere alla griglia di partenza della gara automobilistica più prestigiosa al mondo e potrebbero ritrovarsi a farsi da parte per essere rimpiazzati da compagni di squadra non qualificati.
Ad ogni modo Howard è andato avanti, Domenica 20 Maggio si è qualificato e, per l'esattezza, si è classificato in 28esima posizione, solo cinque posizioni più avanti di quella che avrebbe occupato Hinchcliffe se l'avesse rimpiazzato nei giorni a venire. Però ho iniziato a vedere la luce, perché sembrava che potesse davvero conservare il posto per la gara.

QUALIFICHE: la qualifica delle ultime ventiquattro posizioni non l'ho vista, ma il migliore di loro era Kanaan e il più arretrato di tutti era Daly, con un paio di "outsider" delle retrovie come Grammo Reale e Alex Non Sono Valentino Rossi.
Poi è venuto il momento dei primi nove e quella parte di qualifica l'ho seguita. Ciascuno faceva quattro giri e la media della velocità dei quattro giri andava a costituire l'ordine di partenza. Sulla chat di Youtube c'erano dei simpaticoni che commentavano le porformance di Danica Patrick con osservazioni del calibro di "women belong to the kitchen", perché sono troppo lente per guidare monoposto di Indycar. Infatti, essendo troppo lenta per guidare una indycar, la Patrick è andata ad affiancare, in terza fila, Scott Dixon, uno che ha vinto quattro titoli, e H3lio Castroneves, uno che sostiene testualmente di non avere mai vinto un titolo perché tutte le volte in cui poteva riuscirci è stato battuto da Dixon. Però H3lio ha vinto la Indy 500 tre volte, il che fa più notizia che avere vinto quattro titoli.
In seconda fila c'era Nuovo Giardino davanti a Bourdeeeeeyyyyyy e a Spencer Maialotto, il che implica che c'erano rimaste soltanto due Penske, quelle di Saimon e quella di Willpowaaaahhhhh, in prima fila. Nessuno dei due ha portato a casa la pole position. Quella è andata a Ed Carpentahhhhhh, che è la terza volta che otteneva la pole alla Indy 500. Peccato che la pole alla Indy 500 voglia dire tutto e niente, ma generalmente niente, ma nevermind. Carpentahhhh è Carpentahhhh e sarebbe un po' come vedere Petra Ecclestone in pole position in un gran premio di Formula 1, dato che è il figlio del Bernie della Indycar.

GRIGLIA DI PARTENZA:
1^ fila: Carpenter - Pagenaud - Power
2^ fila: Newgarden - Bourdais - Pigot
3^ fila: Patrick - Castroneves - Dixon
4^ fila: Kanaan - Leist - Andretti
5^ fila: De Melo - Hunter-Reay - Kimball
6^ fila: Sato - Kaiser - Wickens
7^ fila: Davison - Chilton - Muñoz
8^ fila: Chaves - Wilson - Karam
9^ fila: Veach - Servia - Hildebrand
10^ fila: Howard - Jones - Rahal
11^ fila: Harvey - Rossi - Daly

LADIES AND GENTLEMEN, START YOUR ENGINES: lo "scattano le vetture" Made in USA è stato dato dal Bernie della Indycar in persona, mentre dopo vari giri di formazione la bandiera verde è stata sventolata nientemeno che dall'attore che interpretava James Hunt in "Rush".
La gara è partita in modo calmo. Ed Carpentahhhh è rimasto in testa e nulla è cambiato nella top-5. Dietro di loro, invece, Kanaan ha recuperato qualche posizione, mentre io mi sentivo mooooolto sollevata per la presenza di Howard in pista.
Tutto è stato estremamente tranquillo più a lungo di quanto pensassi: davanti la top-5 è rimasta invariata per un bel po', il che ha dato modo alla gente che commentava la gara in chat di scatenarsi scrivendo tutte le peggiori porcherie che aveva per la testa, compreso augurarsi che ci fossero incidenti mortali. Sarò sincera, trovo che gran parte di quello che veniva scritto in chat fosse più di cattivo gusto del solito.
Dopo il primo pitstop, la top5 era Carpentahhhh, Kanaan, Nuovo Giardino, Saimon e Helio e si sono susseguiti alcuni giri di calma piatta.

BANZAAAAAAIIIIII: al 49° giro è arrivato il momento del primo crash. Guess what? Il Grande Samurai Taku è stato uno dei piloti coinvolti. Noooooooohhhhhhhh!!!!! ç___ç L'altro pilota era James Davison... e non Anthony Davidson come diceva la gente della chat. Lo streaming precedente non era di qualità particolarmente elevata, quindi ero su un altro streaming e su un'altra chat. C'era la telecronaca spagnola e sia in telecronaca sia in chat la gente parlava di Servià. Poi, ogni tanto, avevo l'impressione di avere allucinazioni sonore, perché i telecronisti stavano pronunciando un po' troppo spesso il nome "Fernando".
Zachary Claman Hanno Disboscato La Foresta Amazzonica Per Le Venti Pagine Dell'Elenco Telefonico Che Servono Per Il Mio Nome si è ritrovato in testa non essendosi fermato ai box, pronto a farsi superare like a boss dai piloti che sopraggiungevano alle sue spalle. Risultato: al restart Carpentahhhhh si è riportato in testa alla gara.
Un giro più tardi Ed Jones ha crashato ed è entrata di nuovo la safety car. I telecronisti spagnoli hanno parlato del suo terzo posto dell'anno scorso e delle polemiche per il fatto che non sia stato eletto Rookie of the Year nonostante il risultato. Sono certa che non vedevano l'ora di poterne parlare: Rookie of the Year 2017 è stato votato Alonso e non potevano lasciarsi sfuggire l'occasione di menzionarlo.
Poi c'è stato di nuovo il restart.
Kanaan ha superato Carpentahhhh.
Poi Carpentahhhh si è ripreso la posizione un giro dopo.

UNHAPPY ENDING: a volte succedono cose di un certo livello. Una delle cose di un certo livello che sono accadute in questa Indy 500 era il ritorno di Danica Patrick, per la sua ultima gara in carriera, ancora con la vettura verde fluo sponsorizzata GoDaddy. Ho trovato molto romantico fin dal primo momento il suo ritorno: dopo anni passati a combinare poco e niente in NASCAR, tornava finalmente a gareggiare in una serie in cui ha ottenuto in passato risultati positivi. Ho trovato molto bello il fatto che decidesse di chiudere tutto a Indianapolis in cu*o a quelli che, sulla base dei suoi risultati in NASCAR, sostenevano che fosse incapace di guidare una indycar.
Penso che sia abbastanza evidente che Danica ha molti difetti, quello di essere acida come uno yogurt scaduto compreso, così come quello di essere stata un'inequivocabile backmarker in NASCAR, ma considerando che in Indycar ha ottenuto a suo tempo una vittoria, alcuni piazzamenti sul podio, delle pole position e ha chiuso in top-ten all'incirca la metà delle gare che ha disputato, non vedo come la si possa definire incapace di guidare in Indycar. Dal punto di vista generale, non mi sembra tanto inferiore alla media e sono certa che è vero che se fosse stata un uomo non sarebbe stata così in vista, ma è altrettanto vero che se fosse stata un uomo nessuno avrebbe nemmeno fatto caso al suo ritorno sostenendo che non meritava di stare dov'era e, dopo la mancata qualificazione di Hinchcliffe, che rubava il posto di Hinchcliffe. Mi dispiace che costui non sia riuscito a qualificarsi, nonostante sia un pilota di un certo livello, questo sì...
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...ma se sulla griglia di partenza ci sono trentatré posti, com'è possibile che chi si piazza in SETTIMA posizione sulla griglia di partenza non meriti di stare su quella griglia di partenza? Allo stesso modo sperare che avesse un incidente mortale perché non si riusciva ad accettare l'idea che una persona che non possiede un pene si permettesse di stare in pista ma non in ultima posizione come Pippa Mann quando c'era, mi sembra abbastanza trash. Dove sono andate a finire le mezze misure e il contegno? C'era anche chi ha scritto nello specifico che si augurava che Danica si ribaltasse contro un muretto, come successe a Wheldon. Detta come va detta, trovo questo commento DISGUSTOSO, perché va bene, puoi fare l'hater finché vuoi e scrivere ca**ate, ma descrivere la dinamica di un VERO incidente mortale e trovare figo il fatto che potrebbe ripetersi dice molte cose su di te come persona.
Fine dell'invettiva, torniamo a Danica: quando correva in Indycar io non seguivo ancora la Indycar, seppure in seguito ho visto tutte le gare della sua epoca, le prime volte che l'ho vista gareggiare in diretta è capitato all'epoca della NASCAR. Di recente avevo l'abitudine di prendere per i fondelli lei e il suo fidanzato pilota (attualmente ex fidanzato), Ricky Stenhouse Jr, con la storia di "chi fa il peggior risultato, fa tutti i lavoro di casa fino alla prossima gara". Mi sono affezionata abbastanza agli Stenpatrick, anche se si trattava comunque di una serie in cui non avevo particolari simpatie (a parte Dale Jr).
Il fatto che la sua carriera terminasse questo weekend non è una cosa che mi ha lasciata indifferente. Volenti o nolenti, Danica Patrick è stata la migliore donna del motorsport di questo secolo, anche se non è una persona che brilla per simpatia, e anche grazie ai suoi risultati i team hanno iniziato a prendere sul serio anche altre donne. Il fatto che io preferisca di gran lunga i Castronaan a lei non significa che debba per forza augurarle il malehhhh assolutohhhh. Speravo che potesse finire in modo dignitoso la sua carriera...
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...e purtroppo la sua carriera è finita anzitempo, quando è finita in testacoda esattamente a un terzo di gara, andando a sbattere. Non era esattamente l'idea che avevo in mente. Ci sono rimasta abbastanza male, ma eravamo solo a un terzo di gara e c'erano tante altre cose destinate a farmi rimanere male: una di queste è stata la foratura di Kanaan.

SAMBA PARTY: Kanaan, dopo questa terza safety car, era passato in testa e lo è rimasto fino al momento dei successivi pitstop. Poi si è dovuto fermare un'altra volta. Alla fine della fiera, quando avevano appena superato metà gara, in testa c'era Willpowahhhh. Carpentahhhh era secondo, ma ben lontano. Seguivano Pagenaud, RHR e Helio.
Poi è arrivata la calma. Una fiammata si è alzata dalla vettura di Veach ma senza conseguenze, dopodiché al 116° si è visto Kyle Kaiser ai box, fuori dalla vettura, che abbracciava i meccanici.
In seguito si sono svolti nuovi pitstop in regime di green flag, con Nuovo Giardino, Grammo Reale, Wickens e qualcun altro che facevano i fighi davanti per qualche giro. A quel punto ho avuto il sospetto che non stessero semplicemente cercando di fare i fighi, ma che fossero su una strategia diversa e che potessero essere le schegge impazzite della gara. Nel frattempo ai box stavano spruzzando qualcosa che sembrava liquido per estintori sulla vettura di Veach e mi sono chiesta se fosse andato a fuoco un'altra volta.
A nessuno importava. Tutti aspettavano un colpo di scena. Il colpo di scena c'è stato al 139° giro: una vettura ha dato un bacio alla francese al muro. Bourdeeeeeeyyyyyy nooooooohhhhhhhh! ç_____ç Non mi restava che sperare che almeno si fosse sacrificato per una giusta causa, ovvero sabotare la gara di Willpowahhhh, per vendicarsi dei guanti che Willpowahhhh gli lanciò addosso diversi anni fa e che all'epoca del suo incidente dell'anno scorso tutti gli hanno augurato di guarire presto, mentre Willpowahhhhh non ha detto una sola parola su di lui.
Ad ogni modo dietro la safety car Willpowahhhh era ancora in testa, con a seguire Carpentahhhh, Saimon, RHR e H3lio. La grafica mi informava anche che Howard era sotto di sei giri e che probabilmente era fermo ai box. Però quello che conta è partecipare, quando rischi di essere messo a piedi dopo esserti qualificato. Peraltro la gara era destinato a finirla, seppureu ltimo.
Poi è arrivato il momento del restart e, al 146° giro, è stato il momento del colpo di grazia: giusto il tempo di eccitarmi nel vedere Castroneves recuperare una posizione risalendo al quarto posto, poi l'ho visto fare un gran botto. In quel momento ho fatto mente locale, mi sono chiesta se qualcuno dei miei piloti preferiti potesse ancora farmi un regalo per il mio imminente trentesimo compleanno e ho raggiunto la consapevolezza che quest'anno non avrei ricevuto nessun regalo motoristico.

NOOOOOOOOHHHHHHHHH: di nuovo la safety car, poi il restart. Alex Non Sono Valentino Rossi era quinto ed è risalito in terza posizione dietro a Willpowahhhh e a Carpentaaaahhhhh. Ho pensato che i miei *fave* erano impossibilitati a vincere, ma almeno c'era chi avrebbe portato un po' di verve e un po' di brio... ma il peggio doveva ancora venire ed è venuto un nanosecondo più tardi, quando ho visto qualcosa che mi ha traumatizzata al punto che ho pensato di chiudere quella pagina web e di smettere di seguire la gara.
Sage Karam ha strisciato contro un muro.
Una ruota si è staccata dalla sua vettura ed è finita in pista.
Non ho potuto fare a meno di pensare a quella volta in cui Karam finì a muro, perse un pezzo di macchina e quel pezzo di macchina finì sul casco di Justin Wilson.
In quel momento ho iniziato a pensare che quella che stavo guardando era la peggiore Indy 500 che avessi mai visto.
Mentre mi preparavo per andare fuori (dopo la gara sono andata a una sagra di paese dove c'era a cantare una compaesana di mio padre) ho fatto in tempo a vedere gente che in chat chiedeva se Rossi era italiano e gente che rispondeva di sì, piloti che rientravano ai box in regime di green flag... e al 188° mi sono persa l'incidente di Tony Kanaan. Ci mancava solo quello, ormai.

LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL: soltanto alla fine, mentre non vedevo l'ora che la gara terminasse perché dovevo andare fuori e volevo vedere almeno il momento della bandiera a scacchi prima di andare via, ho avuto la concreta sensazione che stesse per accadere qualcosa di epico.
C'erano piloti su strategie diverse e, quando ci sono strategie diverse, non è chiaro che cosa possa succedere, dipende tutto dal momento in cui i piloti su strategie anomale finiranno la benzina. Potrebbero finirla con qualche giro d'anticipo e rientrare. Oppure potrebbero essere agli sgoccioli e tentare di arrivare fino al traguardo.
Dietro la safety car c'era in testa Oriol Servià, con tanto di telecronsti spagnoli completamente su di giri. Non so se mi spiego, c'era in testa Servià, uno di cui fino a quel momento si era parlato solo per via della bandiera catalana dipinta sul suo casco, altrimenti nessuno se lo sarebbe proprio finato.
Servià, tuttavia, non era destinato a vedere la luce. È stato superato e affiancato da un'altra vettura. Quell'altra vettura era guidata da Stef Wilson, fratello minore di Justin, pilota occasionale in Indycar, che non vedevamo al volante dalla Indy 500 del 2016. Per intenderci: era uno su cui nessuno avrebbe scommesso un centesimo.
Mi si è riempito il cuore di gioia nel vederlo in testa alla gara e ho pensato che, se fosse arrivato in fondo, avrebbe stravolto completamente il senso della giornata.
Cinque giri alla fine, tutto okay: Willpowahhhh aveva ormai superato Servià, ma era lontano da Wilson.
Quattro giri alla fine, ancora tutto okay: Wilson davanti, Willpowahhhh secondo.
Tre giri alla fine, un destino già scritto: la benzina iniziava a calare al punto tale che Stef è stato costretto a rientrare a box per un'ultima sosta.
Willpowahhhh.
Servià.
Carpentaaaahhhhh.
Poi anche il catalano errante è rientrato ai box e a quel punto non c'era storia. O meglio, non c'era già storia neanche prima, ma i telecronisti spagnoli sono stati su di giri finché hanno potuto.
Meno due giri.
Meno un giro, bandiera bianca.
Un altro giro, poi la bandiera a scacchi, sotto alla quale Willpowaaaahhhh, campione del mondo di sventolamento del dito medio e di titoli persi all'ultima gara stagionale dopo essere stato in testa per tutto il campionato, è passato da vincitore.
Meh.
Poi, alla fine, un piccolissimo spiraglio di luce, quando i telecronisti mi hanno ricordato che Willpowahhhh ha trentasette anni. A quell'età, se fosse stato in Formula 1 sarebbe già stato appiedato per essere rimpiazzato da Sirotkin.

COCA COLA 600: la Indy 500 si SoVrApPoNe tradizionalmente, non in termini di orario, alla gara di NASCAR più lunga di tutto il campionato.
Wikipedia mi informa che è durata quattro re, ventitré minuti e ventidue secondi. Ha vinto Kyle Busch, che è rimasto in testa per quasi tutto il tempo.
Ricky Stenhouse, celebre per essere l'ex fidanzato di Danica, ha chiuso in 10^ posizione. Se Danica fosse stata a Charlotte, probabilmente le sarebbe toccato stirare...

RISULTATO INDY 500: 1. Will Power (Penske), 2. Ed Carpenter (Carpenter), 3. Scott Dixon (Ganassi), 4. Alexander Rossi (Andretti), 5. Ryan Hunter-Reay (Andretti), 6. Simon Pagenaud (Penske), 7. Carlos Muñoz (Andretti), 8. Josef Newgarden (Penske), 9. Robert Wickens (Schmidt), 10. Graham Rahal (Rahal), 11. J.R. Hildebrand (Dreyer & Reinbold), 12. Marco Andretti (Andretti/ Herta), 13. Matheus Leist (Foyt), 14. Gabby Chaves (Harding), 15. Stefan Wilson (Andretti), 16. Jack Harvey (Schmidt/ Shank), 17. Oriol Servià (Rahal), 18. Charlie Kimball (Carlin), 19. Zachary Claman De Melo (Coyne), 20. Spencer Pigot (Carpenter), 21. Conor Daly (Coyne), 22. Max Chilton (Carlin), 23. Zach Veach (Andretti), 24. Jay Howard (Schmidt), 25. Tony Kanaan (Foyt), 26. Sage Karam (Dreyer & Reinbold), 27. Helio Castroneves (Penske), 28. Sebastien Bourdais (Coyne), 29. Kyle Kaiser (Juncos), 30. Danica Patrick (Carpenter), 31. Ed Jones (Ganassi), 32. Takuma Sato (Rahal), 33. James Davison (Foyt).

martedì 29 maggio 2018

Commento al Gran Premio di Montecarlo

La SoVrApPoSiZiOn3 MoNaCo/iNdY formato Monaco /// 27 Maggio 2018

Qualche tempo fa una mia lettrice di Wattpad (E., parlo di te XD), mi chiese come avrei fatto quando fosse giunto il momento di ricapitolare la storia del Gran Premio di Montecarlo che, effettivamente, sarebbe un po' difficile approfondire nel corso di un commento a un gran premio, a meno di non scrivere un commento di venti pagine, di cui diciotto dedicate alla storia. No problem, a tutto c'è una soluzione e la mia soluzione è quella di limitarmi ad elencare alcuno fatti salienti che mi sono rimasti impressi, quelli più antichi chiaramente non dall'epoca, quelli più recenti sì.
1984: Senna ottenne il suo primo podio al volante di una Toleman, classificandosi in seconda posizione. Tra le sue foto di quel giorno ne viene spesso inserita anche una della Toleman di Cecotto vista da dietro, nella quale si intravede il casco rosso di Cecotto. Sul podio c'era anche un altro outsider, ovvero Bellof in terza posizione, ma successivamente perse quel risultato quando la Tyrrell fu squalificata dall'intero campionato per irregolarità commesse in altri gran premi. Se è possibile essere affranti per qualcosa che è accaduto quattro anni prima della mia nascita, allora posso dire di esserne affranta.
1988: Senna era in testa alla gara con un vantaggio abissale quando fu costretto al ritiro da un incidente. Questo episodio è stato narrato in lungo e in largo dalle telecronache di Mazzoni nel corso degli anni, così come il fatto che Senna vinse l'edizione del 1987 e poi cinque consecutive dal 1989 in poi, con un record di sei vittorie.
1992: il gran premio fu reso celebre da un duello per la vittoria tra Senna e Mansell, che nell'immaginario collettivo durò per tutta la gara, mentre nella realtà durò soltanto per i giri finali; l'evento più memorabile di Monaco 1992, tuttavia, la presenza dell'Andrea Moda di Roberto Moreno sulla griglia di partenza, il team più pittorescamente trash degli anni '90, infatti, in quell'unica occasione riuscì a superare con una vettura sia le prequalifiche sia le qualifiche e, in seguito, Moreno avrebbe affermato che il momento più altolocato della sua carriera in Formula 1 era per lui l'essersi qualificato su una carretta del genere e non essere salito sul podio quando correva per la Benetton.
1994: Schumacher ottenne pole, vittoria, giro veloce e gara condotta in testa dall'inizio alla fine, ovvero il suo primo grand chelem in carriera.
1995: durante una sessione di prove libere, Taki Inoue fu protagonista del primo dei suoi due bizzarri incidenti con la safety car; stavolta infatti era rimasto fermo sul tracciato mentre la safety car (non mi è chiaro perché) stava percorrendo un giro dimostrativo. Inoue si era già slacciato le cinture, ma non era ancora sceso dalla monoposto, quando fu colpito dalla safety car. Non esistono video dell'incidente, ma le cronache narrano che l'impatto fu sufficiente a far ribaltare la vettura e a procurargli un trauma cranico. Taki si sarebbe ripreso brillantemente facendosi investire dalla safety car alcuni mesi più tardi, per poi raggiungere l'apice della sua carriera a Monza, quando sarebbe stato accusato di avere provocato un incidente tra Schumacher e Hill, i due piloti che lottavano per il mondiale e in quel momento per la prima posizione in gara.
1996: Coulthard disputò la gara indossando un casco di proprietà di MSC in quanto quelli di cui disponeva si appannavano tutti a causa delle condizioni meteo avverse. In gara ci fu un attrition rate elevatissimo, con appena quattro vetture ancora in gara nel finale e una di queste costretta al rientro ai box all'ultimo giro, e Panis ottenne la sua unica vittoria in carriera al volante di una Ligier.
2001: nelle retrovie, Coulthard trascorse numerosi giri alle spalle del backmarker Bernoldi al volante di una Arrows.
2004: nel gran premio in cui Trulli ottenne l'unica vittoria in F1 accadde un curioso incidente che coinvolse MSC e Montoya, MSC infatti andò a sbattere sotto al tunnel mentre la gara era neutralizzata dalla safety car, cogliendo di sorpresa Montoya che lo seguiva e che gli andò addosso (dopo che MSC aveva già sbattuto - per intenderci, non è che in due fecero una cappellata sola, ma ne fecero una ciascuno).
2006: Barrichello disputò la gara indossando un casco con i colori di quello di Kanaan, mentre Kanaan disputava la Indy 500 indossando un casco dei colori di quello di Barrichello. Aaaaaaawwwwww! <3 Giusto per la cronaca, tuttavia, ci tengo a precisare che li shippo come fratelli o qualcosa del genere, perché l'ammmmmore di Kanaan è Castroneves e su questo non ci sono dubbi! :-P
2009: Button vinse la gara, ma per ragioni mai chiarite parcheggiò dalla parte opposta rispetto al parc fermé e si fece qualcosa come oltre un chilometro di corsa per raggiungere il podio...
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...che poi, a Montecarlo non c'è mai stato il podio, la premiazione è sempre avvenuta in modo abbastanza disorganizzato.
2012: Button, al volante di una McLaren, che in quell'anno aveva vinto delle gare e sulla quale lui stesso aveva vinto delle gare, trascorse gran parte del tempo in lotta con la Caterham di Kovalainen, rimanendogli dietro, con il quale ebbe due diverse collisioni, nel corso della gara, durante tentativi di attacco.
2013: una tortora sopravvisse a un contatto con la vettura di Nasr durante una sessione di prove libere di GP2, mentre un'altra tortora (anche se il mio sogno nel cassetto è scoprire che era sempre la stessa) sopravvisse a un contatto con la vettura di Rosberg durante il gran premio. Nello stesso anno Chilton spedì Maldonado a schiantarsi contro le barriere e provocò una bandiera rossa.
2014: Milly Sunshine vomitò arcobaleni, perché mentre davanti stavano facendo di tutto per farsi notare (ci fu il primo vero e proprio lancio di piatti tra i Rosbilton) l'eroe incontrastato del weekend fu Bianchi che ottenne punti su una Marussia, dopo avere fatto un sorpasso orgasmico su Kobayashi, che subito etichettai come il più bel sorpasso che avessi mai visto, cosa di cui sono convinta tuttora.
2002-2016: nessuna vittoria Ferrari, striscia negativa che fu interrotta nel 2017, anno in cui, per la prima volta, a Monaco si è visto un vero podio.
2002-2017: numerose verniciature di muretto della Sainte-Devote effettuate da Massa, striscia che il ritiro di Massa ha interrotto (ma nel 2019 correrà in Formula E e ci sarà l'eprix di Montecarlo).
Per l'approfondimento della storia delle prime 75 edizioni del GP di Monaco, non mi resta che riepilogare le vittorie ottenute da ciascun pilota:
6 VITTORIE - Ayrton Senna (1987, 1989, 1990, 1991, 1992, 1993)
5 VITTORIE - Graham Hill (1963, 1964, 1965, 1968, 1969)
5 VITTORIE - Michael Schumacher (1994, 1995, 1997, 1999, 2001)
4 VITTORIE - Alain Prost (1984, 1985, 1986, 1988)
3 VITTORIE - Stirling Moss (1956, 1960, 1961)
3 VITTORIE - Jackie Stewart (1966, 1971, 1973)
3 VITTORIE - Nico Rosberg (2013, 2014, 2015)
2 VITTORIE - Juan Manuel Fangio (1950, 1957)
2 VITTORIE - Maurice Trintignant (1955, 1958)
2 VITTORIE - Niki Lauda (1975, 1976)
2 VITTORIE - Jody Scheckter (1977, 1979)
2 VITTORIE - David Coulthard (2000, 2002)
2 VITTORIE - Fernando Alonso (2006, 2007)
2 VITTORIE - Mark Webber (2010, 2017)
2 VITTORIE - Lewis Hamilton (2008, 2016)
2 VITTORIE - Sebastian Vettel (2011, 2017)
1 VITTORIA: Jack Brabham (1959), Bruce McLaren (1962), Denny Hulme (1967), Jochen Rindt (1970), Jean-Pierre Beltoise (1972), Ronnie Peterson (1974), Patrick Depailler (1978), Carlos Reutemann (1980), Gilles Villeneuve (1981), Riccardo Patrese (1982), Keke Rosberg (1983), Olivier Panis (1996), Mika Hakkinen (1998), Juan Pablo Montoya (2003), Jarno Trulli (2004), Kimi Raikkonen (2005), Jenson Button (2009)
1 vittoria nell'epoca pre-F1 o gare non incluse nel campionato di F1: William Grover-Williams (1929), René Dreyfus (1930), Louis Chiron (1931), Tazio Nuvolari (1932), Achille Varzi (1933), Guy Moll (1934), Luigi Fagioli (1935), Rudolf Caracciola (1936), Manred Von Brauchitsch (1937), Giuseppe Farina (1948), Vittorio Marzotto (1952).

EVENTI DI CONTORNO: nelle due settimane che hanno separato Barcellona e Montecarlo si è svolto il Gala Amfar a Cannes, un evento a cui a quanto pare partecipano dei vip vestiti in modo molto elegante o, nel caso di una nostra vecchia conoscenza, in modo molto tamarro. Il Gangster Rapper si è presentato all'evento indossando un cappello old style, occhiali da vista simili a quelli di Harry Potter, camicia bianca a mezze maniche e pantaloni a righe bianche e nere con gilet in tinta.
All'interno della stessa foto c'erano anche il suo best friend forever Leo 2.0 e la moglie di quest'ultimo. Le tumblrere sono state molto soddisfatte di trovare questa foto, perché la maggior parte di loro non sono convinte che Bo77as sia figo abbastanza per diventare il nuovo ammmmore del fescion model. Allo stesso evento c'era anche Carmen Jordà, ma non andiamo off-topic, che stavo parlando di piloti...
Purtroppo il Gangster Rapper non è stato invitato da Leo 2.0 a diventare co-protagonista di un vlog, ma in questi giorni pare che Leo 2.0 avesse poco tempo per fare dei vlog, dato che martedì ha preso parte alla partita della Nazionale Piloti contro la squadra del principe di Monaco, alternandosi nelle due squadre (WTF?!), il che ha comunque il suo senso, perché nel suo DNA si fonde la sua identità di pilota con quella di principe. Intanto circolavano dei rumors sui social secondo cui a quella partita sarebbero stati presenti anche i Raikkonettel che, in realtà, non c'erano. Vista l'assenza di Iceman, che è il goleador d'eccezione delle partite a cui prendono parte i piloti, la Nazionale Piloti ha perso.
Due giorni più tardi, per non farsi mancare niente, Leo 2.0 è sceso in pista per un evento di contorno del GP di Monaco insieme a suo padre. Quest'ultimo guidava la propria monoposto del 1982 e obiettivamente parlando non ho la più pallida idea di come abbia fatto a infilarsi dentro l'abitacolo, dato che negli anni '80 era decisamente più magro di adesso.
Altri eventi di contorno non ne ricordo: la maggior parte riguardavano tutti la Indy 500. Io, come personale evento di contorno, mi sono messa a rileggere "Io Uccido" di Giorgio Faletti. All'inizio è ambientato a Montecarlo nei giorni successivi al gran premio.

IT'S THURSDAY, BITCHES: a Montecarlo le prove libere si svolgono il giovedì, come vuole la tradizione, perché al venerdì a Montecarlo le vetture non scendono in pista. O meglio, vanno in pista quelle di Formula 2 alle 11.30 di mattina, per onorare il fatto che a Monaco hanno tutti i big money, quindi la gente può permettersi di guardare la gara di venerdì, non avendo bisogno di andare a lavorare. L'avessero fatta alle 9.30 invee che alle 11.30 l'avrei potuta guardare anch'io, ma questi sono dettagli.
La prima sessione di prove libere è stata accennata a grandi linee al notiziario delle 15.00 alla radio, si è parlato delle Redbull che andavano più forte di tutti, di Gangster Hammi terzo e delle Ferrari in quarta e quinta posizione. Sesto, davanti a Bo77as, c'era Carlito Fanboyz, ma questo l'ho scoperto più avanti, alla sera, andando a verificare il risultato completo. Dani-Smile e Verstappino si sono ripetuti nelle libere del pomeriggio, i Vettelton si sono invertiti di posizione e a seguire c'erano i Finnish Bros, con Bo77as entrato finalmente in top-6. A quel punto non restava altro da fare che attendere l'arrivo del sabato...
...
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...in cui c'è stata un'altra doppietta Redbull in prima e seconda posizione nella terza sessione di libere. Dietro c'erano le Ferrari e le Mercedes, ma era meglio essere dietro con una vettura intatta che secondi con una vettura fatta a pezzi. Autore della performance era Verstappino, che era da quasi un mese che non ne combinava una veramente grossa, quindi doveva subito correre ai ripari. Se non altro in qualifica non ha potuto esibirsi in ulteriori perle, dato che la vettura non era pronta per appoggiarvi sopra il fondoschiena.

IT'S SATURDAY, BITCHES: alle 15.00 stavo aiutando mia mamma a cucinare la cena, il che una volta avrebbe significato dovermi perdere una sessione di qualifiche per il semplice fatto che non veniva trasmessa in TV. Un tempo, però, l'avrei potuta guardare su Raiuno, mentre negli ultimi giorni TV8 è sparito dal televisore in soggiorno e, come da tradizione, si vede solo a tratti sul televisore in cucina. E poi i miei quasi trent'anni mi hanno resa più smart di un tempo.
"Non ti scoccia, vero, se porto il computer in cucina e cerco un canale su cui vedere le qualifiche? Tanto l'ho caricato ieri sera e dovrebbe reggere tranquillamente per un'ora."
"No, non c'è problema."
Tunz-tunz-tunz, si guardano le qualifiche cucinando, come succedeva ai vecchi tempi. <3
Il primo sito che ho provato non funzionava.
Il secondo trasmetteva un video in cui si vedeva il duello tra Senna e Mansell del 1992, di cui ho parlato all'inizio di questo commento. Erano le 14.50 e ho pensato che fosse normale. Poi si avvicinavano le 15.00 e mi sono resa conto che no, c'era qualcosa che non andava, e che quel canale era in differita di brutto.
Il terzo sito che ho provato funzionava alla grande, l'immagine era anche molto più nitida di quanto mi sia successo di recente sugli altri siti di streaming. #EpicWin.
La Q1 è stata tranquilla e indolore, anche se Kmag probabilmente l'ha interpretata in diversa maniera. Il Pokemon è passato oltre, idem per Leclerc. *-* Leclerc, Leclerc, Leclerc, quel ragazzo vuole davvero farmi commuovere. Ha fatto un bel balletto alla Sainte-Devote, senza colpire niente. Croft e Brundle si sono messi a parlare di Massa. È meraviglioso potere paragonare Leclerc a Massa: è stato l'unico pilota Sauber promosso in Ferrari in questo secolo e spero che la storia si ripeta.
La Q2 è stata tranquilla e indolore, con le Mercedes che sono state nelle retrovie per buona parte del tempo, prima di fare il loro exploit finale per raggiungere la top-5, ma senza mai dare segno di potersi avvicinare alla vetta. Per i poteri gufatori nei confronti del suo ex team #RosbergIsTheNewWebber, o almeno l'impressione è questa. Deve avere imparato bene dal maestro, quando erano compagni di squadra millemila anni fa. Parlando di cose serie, Leclerc ha abbandonato le qualifiche, il Pokemon no. Solo uno dei Vandonso ha avuto accesso alla top-10 e, mentre l'altro andava a dormire in un van.
In Q3 Dani-Smile ha confermato di essere il più veloce in classifica, con i Vettelton e i Raikkottas a completare a top-5. Dietro sopraggiungevano gli altri cinque un po' sparsi, con il Pokemon purtroppo in ultima piazza.
Il risultato è stato il seguente: RIC VET HAM RAI BOT OKI ALO SAI PER GAS / Fuori in Q2 HUL VAN SIR LEC GRO / Fuori in Q1 HAT ERI STR MAG VES. Per RoGro erano in arrivo tre posizioni di penalità per il caos dell'altra volta. Oserei dire che, visti i danni che ha prodotto, gli è andata di lusso, così come gli è andata di lusso che il suo setto nasale non abbia cambiato forma nel frattempo.
Dopo le qualifiche non era charo che fine avesse fatto Sebby: per le interviste con il Mascellone si sono presentati solo i Riccilton. Vista la presenza di Dani-Smile, stavolta era Gangster Hammi quello al quale sono state fatte delle domande serie.

TROLL-SATURDAY: dopo l'intervista, probabilmente le cose sono andate così:
Gangster Rapper: "Dov'è Sebby? Per caso è scappato disperato, perché ha scoperto che qualche giorno fa ho passato una notte di fuoco con Leo 2.0?"
Dani-Smile: "Davvero???222???222?? E cos'avete fatto durante la vostra notte di fuoco?"
Gangster Rapper: "Abbiamo scritto una fanfic su Niki Lauda."
Dani-Smile: "BeLiXiMo KoNtInUa!!!11!!!1"
Gangster Rapper: "Continueremo soltanto dopo avere ricevuto tanti like. L'abbiamo postata su Trashpad con un account che abbiamo denominato 'Rio Haryanto' nel tentativo di farci votare dagli smapbot indonesiani."
Sebby: "Non vi voteranno mai."
Gangster Rapper: "Dov'eri finito?"
Sebby: "Stavo spingendo la mia vettura perché l'avevo parcheggiata nel posto sbagliato."
Gangster Rapper: "K0M3 TY Xm3tTy???2222??? Sei spagnolo, da metterti a spingere la tua vettura? E il motore della tua vettura per caso è giapponese???222???22?"
Sebby: "No, il motore della mia vettura non ha bombardato Pearl Harbor a Indianapolis nel giorno del Memorial Weekend."
Gangster Rapper: "Basta con queste citazioni colte sulla Indycar, questo è il Commento al Gran Premio di Montecarlo."
Sebby: "Ma presto verrà anche il Commento alla 500 Miglia di Indianapolis, quindi le citazioni colte avranno il loro spazio."
Gangster Rapper: "Vorrei essere l'ombrellino di Danica Patrick."
Leo 2.0: "Orrorehhhhhh! Non puoi tradire la nostra Susina!"
Gangster Rapper: "Hai ragione sulla nostra Susina, ma adesso levati di torno, che porti più sfortuna del gatto nero che attraversa la strada di Webbiiii."
Leo 2.0: "Quel bullo mi ha rubato tanti ciucci quando eravamo compagni di squadra."
Gangster Rapper: "Ferniiii ha fatto la stessa cosa con me, è proprio vero che chi si somiglia si piglia."
Leo 2.0: "Smettila di fare la fungirl dei Webbonso. Nessuno di loro ha gli occhi azzurri. E io in questo momento sto andando in giro a braccetto con Kubiiii, mentre tu te ne stai lì da solo."
Gangster Rapper: "Tanto sono più figo io di Kubiiii e so benissimo che ami me."
Leo 2.0: "Aaaaaawwwwww."
Sebby: "Oh my Dani-Smile, siete BeLiXiMy InZiEmE!!111!11!!!!1!! Ho deciso, da questo momento in poi siete la mia OTP e vi shipperò dalla mattina alla sera, allo stesso modo in cui Verstappino shippa se stesso con i muretti."
Gangster Rapper: "TUNZ TUNZ TUNZ!!111!!11"
Leo 2.0: "Sono io che ti faccio questo effetto? Senza offesa, capisco che la mia figaggine sia smisurata, ma dovresti eccitarti molto di più nel vedere Verstappino che crasha. Ora scusate, ma devo andare a puntualizzare ai microfoni di Sky Uk che Verstappino ne ha combinata un'altra delle sue. Con tutte le volte che me lo sono ritrovato sulla mia strada, ho sempre desiderato che arrivasse questo momento."
Sebby: "Finalmente siamo rimasti soli, mio dolcissimo Prosciuttello Gangster. Che cosa ne dici se, per vendicarci della pole ottenuta da Dani-Smile, ci consoliamo l'uno con l'altro mangiando prosciutto e melone?"
Gangster Rapper: "Prima il dovere dell'alimentazione. Voglio farti una proposta folle e aaaaawwwww."
Sebby: "Organizzare un incontro sulla denuclearizzazione tra Bernie Ecclestone e il presidente di Liberty Media a Singapore, nella speranza che rimangano intossicati?"
Gangster Rapper: "No, scrivere una trash-ficcyna insieme. *-* Ho tante idee molto trash."
RoGro: "Anch'io ho delle idee trash, dato che con la mia penalità partirò esattamente dietro al Pollo Gigante."
Sonyericsson: "Noooooooohhhhhh, Kmag, ti prego, salvami tu."
Kmag: "Va bene, ma solo se mi prometti di non lasciarmi il segno dei tuoi denti storti sul DRS."
Voce fuori campo: "Okay, va bene, linea alla regia prima che diventi tutto troppo trash."

IT'S SUNDAY, BITCHES: ho provato molta ansia e il fatto che la partenza fosse alle 15.10 mi metteva ancora più ansia.
Finalmente le 15.10 sono arrivate e non mi restava che sperare che il Piccolo Chilli non buttasse Pastorone contro le barriere, per evitare bandiere rosse che prolungassero le cose facendo SoVrApPoSiZiOnE con la Indy 500 e con il rifornimento di metano che dovevo andare a fare dopo Monaco e prima di Indy, ma né il Piccolo Chilli né Pastorone erano presenti.
La partenza, nel frattempo, p stata tranquilla, solo una sportellata tra Strollino e Brendon Bitch, con danni contenuti, e RoGro che via radio si lamentava che Kmag aveva tentato di buttarlo fuori.
Kmag: "Tu ne sai qualcosa, vero?"
RoGro: "Taci, usurpatore! Non lo sai che sulla macchina dove stai ora doveva sedersi Giuseppe Nuovo Giardino, uno dei pochi campioni di Indycar che meritano un volante in Formula 1 perché sono americani e non neozelandesi, australiani o francesi?"
Kmag: "Potresti lasciare tu il volante a Giuseppe Nuovo Giardino."
Nuovo Giardino: "Non posso venire a guidare la Haas. Nel Memorial Weekend noi americani possiamo girare solo in oale e in senso antiorario."
RoGro: "Anch'io, se volessi, potrei farlo senza avere bisogno di venire a Indy."
Nel frattempo, superata indenne la prima curva, Croft e Brundle parlavano del potenziale undercut nei confronti della Redbull che i suoi inseguitori avrebbero potuto tentare di mettere in opera. Era il primo giro, la gara era probabilmente su una sola sosta, e già si parlava di undercut. Poi è arrivato Sirotkin, eroe delle folle: accusato di avere hackerato la partenza perché le ruote non sono state montate entro i tre minuti dal segnale, è stato penalizzato con uno stop and go. Sbaglio o qualcosa del genere successe anche a Iceman nel 2008?
Voce fuori campo: "Quindi, per la legge dei grandi numeri, Kubica andrà sul podio, rendendo un Pole Day anche la domenica."
In Williams sembrava che le cose non potessero andare peggio, ma in realtà c'erano delle ulteriori novità: Strollino, infatti, al 10° giro ha forato dopo un contatto con Ericsson(?), ritrovandosi ultimo e doppiato, mentre poco dopo Sirotkin è stato messo sotto investigazione perché i suoi meccanici avevano hackerato lo stop and go intervenendo sulla su vettura durante i secondi della sosta.
Poi Gangster Hammi è rientrato ai box per passare dalle hypersoft alle ultrasoft: era il 12°, ne mancavano 66 al finale e ho iniziato a nutrire seri dubbi sul fatto che la strategia fosse a una sosta sola. Nei giri successivi il resto della top-5 è rientrato in branco, senza che venisse attuato nessun undercut. Chi ci ha rimesso è stato Bo77as, che si è ritrovato dietro ai best of the rest (Ocon e Alonso) allontanandosi ulteriormente dalla vetta. Nel frattempo mi stavo arrangiando con la concorrenza spagnola, dato che lo streaming sul quale avevo iniziato a seguire la gara non funzionava più. Poi ho trovato un altro sito con un canale britannico: non c'era nessun banner fisso in alto a sinistra, in corrispondenza del numero dei giri. Era il 24° e Brendon Bitch era appena stato penalizzato per "speeding in the pitlane". Verstappino, nel frattempo, stazionava in decima piazza.
Lo streaming è saltato nuovamente poco dopo, mentre Dani-Smile si lamentava di "losing power". Il tempo di arrangiarmi in un altro modo ed ecco che Vettel era essenzialmente in zona DRS. Eravamo all'incirca al trentesimo giro. Croft e Brundle, nel frattempo, erano ancora convinti che la top-5 fosse su una sola sosta e ho iniziato a dare credito alle loro supposizioni, per poi rendermi conto che secondo loro l'unico che non si sarebbe più fermato era Bo77as, in quanto su gomme supersoft e non sulle ultrasoft.
Poi non ho capito che cosa sia successo esattamente: tutti i siti di streaming andavano malissimo, in quei frangenti, quindi ho dovuto andarne a scoprire uno nuovo. Mi sono accertata che le posizioni della top-5 fossero ancora tali e quali, e lo erano. Mi sono accertata che le Williams fossero ancora ultime e, guess what, lo erano. Verstappino, nel frattempo, si lamentava via radio che le sue gomme erano ormai andate: non si era ancora fermato.
Ferniiii: "Ma quindi niente più problemi di loss of power per Dani-Smile?"
Dani-Smile: "No, non sono te. E poi non dovresti intervenire in questo commento, non stai facendo nulla di particolare, quest'anno. Avresti dovuto andare a Indianapolis, se volevi essere la star del GP di Montecarlo!"
Werly: "No, per cortesia, Ferniiii, non andartene mai più e non osare lasciarmi tra le mani di Jensinho!"
Jensinho: "Ma corri nel DTM, adesso."
Werly: "Ovunque io sia, non sarò mai lontano abbastanza da te."
Poi al 53° giro Ferniiii si è fermato alla Sainte Devote, mentre era in lotta con il Pokemon: dalla sua vettura ha iniziato a uscire del fumo.
Ferniiii: "Autrice(C), me l'hai tirata! Non potevi tirarla a Verstappino?"
Verstappino: "Perché proprio a me? Sono un bambino innocente e sto per asfaltare le Renault!!111!!1!"
Hulk: "Io, intanto, asfalto il fanboy di Ferniiii! E poi lo lascio tra le mani di Verstappino!"
Ci sono voluti un paio di giri perché succedesse. Nel frattempo Hulk, su gomme fresche, cercava di fuggire. Frattanto tra Fanboyz e Verstappino c'erano reciproche accuse di avere tagliato delle chicane. La grafica, nel replay, li ha ribattezzati "last name" e "last name".
La fuga di Hulk è durata meno di quanto lui stesso sperasse: pochi giri dopo l'abbiamo ritrovato in trenino dietro al Pokemon e davanti a Verstappino.
Il best of the rest era l'Oki. Si stava avvicinando a Bo77as e, a dieci giri dalla fine, fermarsi per una nuova sosta significava uscire dai box dietro di lui, che non doveva fermarsi più. Quindi non solo per Bo77as, ma anche per gli altri, l'obiettivo sembrava essere diventato quello di terminare la gara sulle gomme che avevano.
Poi, a sei giri dalla fine, ho avuto le prove che non avrei ricevuto nessun regalo per il mio trentesimo compleanno imminente, quando ho visto Leclerc tamponare Brendon Bitch mentre erano in lotta per l'11^ posizione. C'è stata una virtual safety car, davanti nessuno si è fermato, quindi non potevo nemmeno consolarmi con un podio composto da Ocon, Gasly e Hulkenberg, e l'unico che si è fermato ai box è stato Stoffy che dorme in un van. Tornato in pista doppiato, si è installato tra Dani-Smile e Sebby, con quest'ultimo che ha perso definitivamente terreno arrivando a ruote bloccate al terzultimo giro.
Voce fuori campo: "Adesso puoi rallentare, il Gangster Rapper sta cercando di scapare via dai Finnish Bros."
Gangster Rapper: "Certo, ci sono due finlandesi assetati di vodka, tanto vale sperare che sia qualcuno di loro a bere dalle scarpe di Dani-Smile!"
Il Mascellone: "Io, invece, non corro rischi, dato che l'intervista del podio si svolgerà sotto al podio."
Sebby: "E io sarò premiato dalla Principessa Charlene. Posso dire che la trovo più affascinante degli uomini che premieranno l'altra gente presente o è un commento sessista?"
Gangster Rapper: "Posso dire che levarsi le scarpe al cospetto di una signora è poco elegante, o è sessista anche quello?"
Sebby: "No, non è sessista, è l'unica speranza che abbiamo di salvarci dalla scarpa di Dani-Smile."
Per il secondo anno consecutivo c'era il podio. Sono stati consegnati i trofei per prima cosa perché Montecarlo rimane pur sempre Montecarlo. Il Gangster Rapper ha portato la bottiglia alla bocca, a quel punto, ma ha dovuto desistere, perché dovevano iniziare gli inni nazionali. Poi tutto si è concluso senza che l'untore ufficiale del paddock tentasse di spargere bacilli in giro per il podio.
A quel punto è partito il #RaceRecap, perché #MurricaRules.
E poi il plot-twist: quando è finito il Race Recap, c'era Dani-Smile che portava una scarpa alla bocca, quindi non avremmo mai scoperto che cosa fosse successo in quei momenti (in realtà sì, si vedono delle scene inedite nel vlog di Rosberg, ma ci arriviamo nel prossimo paragrafo).
Poi sono andata a fare metano.
Quando sono tornata a casa erano più o meno le 18.00 italie, le 12.00 ora di Indianapolis. Mi aspettavano un tardo pomeriggio e una prima serata piuttosto ricchi di delusione, che racconterò a breve nell'apposito commento.

IT'S BRITNEY, BITCH: come da tradizione Leo 2.0 ha fatto un vlog sul gran premio di Monaco, strutturato nella seguente maniera. 1) Giro su un elicottero insieme a uno youtuber, nel quale lo youtuber gli indica il proprio yacht, 2) pronostico sulla pole position di Verstappino fatto al sabato mattina, 3) incidente di Verstappino e inquadrature di Herbert e di Di Resta, 4) Leo 2.0 inquadra la propria ex scuola affacciata sul circuito dalle finestre della quale ai tempi della scuola osservava i meccanici lavorare, 5) un gabbiano svolazza nel cielo monegasco (in seguito più avanti se ne vedrà anche un altro, quindi entrambi i Vettelton hanno fatto la loro apparizione in forma di pennuto), 6) inquadratura di Prost, ma non propriamente di profilo, 7) breve scena di un'intervista di Leo 2.0 agli Alonsainz e inquadratura del Pokemon, 8) Leo 2.0 e la sua consorte ballano a un party, 9) brevi inquadrature di RoGro e Massa, 10) Vettel gironzola e Dani-Smile fa lo stesso prima della gara, 11) inquadratura random di Lauda, 12) sul podio il Gangster Rapper tiene in mano qualcosa di non identificabile che non sembra uno smartphone rivolto verso Dani-Smile mentre beve dalla scarpa e dall'altro lato c'è Sebby che guarda la scena, 13) inquadrature random di Leclerc e del Gangster Rapper, 14) Dani-Smile festeggia tuffandosi in piscina, 15) finale con il botto, dato che Leo 2.0 tiene in mano una rosa rossa che racconta essergli stata regalata da una donna messicana.

RISULTATO: 1. Daniel Ricciardo (Redbull), 2. Sebastian Vettel (Ferrari), 3. Lewis Hamilton (Mercedes), 4. Kimi Raikkonen (Ferrari), 5. Valtteri Bottas (Mercedes), 6. Esteban Ocon (Force India), 7. Pierre Gasly (Toro Rosso), 8. Nico Hulkenberg (Renault), 9. Max Verstappen (Redbull), 10. Carlos Sainz (Renault), 11. Marcus Ericsson (Sauber), 12. Sergio Perez (Force India), 13. Kevin Magnussen (Haas), 14. Stoffel Vandoorne (McLaren), 15. Romain Grosjean (Haas), 16. Sergey Sirotkin (Williams), 17. Lance Stroll (Williams), Rit. Brendon Hartley (Toro Rosso), Rit. Charles Leclerc (Sauber), Rit. Fernando Alonso (McLaren).

lunedì 28 maggio 2018

Viviamo in un mondo dei motori in cui le donne del motorsport sono viste come decorazioni (e parlo di quelle che guidano)

Per il weekend appena trascorso, speravo di assistere a qualcosa di positivo, ma la realtà dei fatti è una sola: se guardiamo al mio lato di tifosa, posso affermare senza mezzi termini che i miei piloti preferiti non hanno cavato un ragno dal buco, ma dal punto di vista di appassionata le cose non sono andate molto meglio. Rimango convinta che il gran premio di Montecarlo non sia così tanto brutto così come lo si descrive (anche se ci sono state edizioni senza dubbio migliori), così come sono convinta di avere assistito a edizioni della Indy 500 più movimentate e meno prevedibili, ma non tutte le gare vengono per trasmettere emozioni positive. Quando ho visto Karam andare a sbattere e qualcosa di grosso staccarsi dalla sua macchina ho pensato che non sarei riuscita a finire di guardare la gara, ed è raro che io abbia questo genere di pensieri.
Tuttavia questo weekend mi ha lasciata molto scoraggiata anche come donna, per via dei commenti a cui sono stata sottoposta più di quanto avrei voluto e che mi hanno fatto comprendere una realtà che si nasconde molto bene dietro tanta ipocrisia.

Vorrei fare una premessa: non sono una persona che sostiene che le donne debbano andare difese a tutti i costi, ma allo stesso tempo penso che le critiche che si rivolgono nei confronti delle donne debbano essere il più possibile obiettive, tanto quanto dovrebbe succedere per gli uomini. Non ho mai sentito nessuno commentare con un "vattene a casa a cucinare!!!11!!11!!!!" una performance negativa di un pilota uomo, nonostante ce ne sia peraltro uno che si dichiara grande appassionato di cucina e che, volenti o nolenti, pare anche un grande appassionato di testacoda e incidenti.
Non ho nemmeno mai sentito nessuno rivolgere l'accusa di "vendere sesso" a piloti uomini che abbiano posato in biancheria intima, né nel valutarne i loro risultati si tiene conto del fatto che in certi scatti in mutande venisse lasciato ben poco spazio all'immaginazione...
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...Ma veniamo alle cose serie. Oserei dire che nutrivo una certa preoccupazione nei confronti di come sarebbe stato trattato l'argomento "donne nel mondo dell'automobilismo" in questi giorni. Ero convinta che il bump subito da Pippa Mann durante le qualifiche della Indy 500 venisse strumentalizzato per affermare che quelli che sostengono che le donne sono inferiori a TUTTI gli uomini contro i quali gareggiano, dal migliore al più scarso, ma non è accaduto. Anzi, ho letto di molte persone che l'hanno difesa o che hanno espresso dispiacere per la sua mancata qualificazione. Non erano solo fungirl, c'erano anche persone che dimostravano di capirne qualcosa di motori. Non avevano tutti i torti, a mio parere: Pippa Mann è una backmarker, ma non vedo in lei nulla di peggio che in altri backmarker. Ho pensato che ci fossimo salvati da commenti decontestualizzati, per una volta... invece non era destino che andasse così e dovrò girare un po' intorno alla questione per farmi capire.

A suo tempo ho ricevuto le mie critiche per avere espresso troppa poca attenzioni nei confronti del concetto di "donna decorativa" relativo alle grid girl e non intendo dilungarmi in proposito. L'ho già detto: non vedo il senso di avere persone "decorative" su una griglia di partenza, e anche se ci sono non vedo perché dovrebbero essere solo donne e nessun uomo, così come vedrei più azzeccata la scelta di abiti tradizionali locali (quindi grid boy con il turbante e grid girl con il velo in Bahrein, per esempio), ma non intendo mettermi problemi esistenziali per l'utilizzo a scopo decorativo di persone che hanno scelto liberamente di intraprendere una professione "decorativa".
Ciò che ho notato, e che ha iniziato davvero a infastidirmi, è che dietro all'obsolescenza della figura della grid girl utilizzata a scopo decorativo si nasconda solo l'obsolescenza *della grid girl come decorazione*, non della *donna come decorazione*. I tempi cambiano e cambia ciò la *decorazione* mainstream: non più una gnocca che regge un cartello, quanto una ragazza che sta al volante...
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...perché è così che vengono viste quelle come Pippa Mann e colleghe delle retrovie: un addobbo, non nella figura di una gnocca che sta a fare da contorno, ma nella figura di una ragazza, preferibilmente acqua e sapone, che sta al volante in una posizione che non dà fastidio a nessuno. Un backmarker, dopotutto, a meno che non abbia la malsana abitudine di ostacolare chi lo sta doppiando, è un precious cinnamon roll, giusto per far capire cosa intendo.

So che il mio discorso può sembrare campato in aria, ma questo weekend è stata la prova definitiva che non lo è.
Qualche tempo fa, quando nell'ARCA ci fu una ragazza, tale Natalie Decker, che ottenne una pole position, ci fu *indignazione*, da parte anche di molte donne, perché "vendeva sesso" (uno scatto promozionale in cui indossa un abito da sera con un ampio spacco, abbinate a foto personali in costume da bagno nei pressi di una piscina), perché aveva i capelli troppo in ordine e perché di conseguenza i suoi risultati erano immeritati e rubava il volante a ragazze più meritevoli.
Questa era l'accoglienza che veniva riservata all'autrice di una pole position, che ha concluso la gara in top-5 e che non sta ottenendo risultati inferiori a quelli della concorrenza maschile (anzi, ha ottenuto sia l'anno scorso sia quest'anno varie top-ten). Peraltro non mi pare nemmeno che questa Decker sia così tanto appariscente come la descrivono, ad ogni modo non mi pare che vada oltre il livello Susie Wolff.
Questa è stata la prima volta in cui, in tempi recenti, ho notato un atteggiamento negativo nei confronti della donna che sta almeno a centro gruppo, accostata alla solita santificazione della donna backmarker, perché quelle ci mettono l'anima.
Ora, sicuramente le donne backmarker ci mettono l'anima quanto tutti gli altri e molte di loro, un po' ovunque, non hanno mai avuto qualcuno che credesse in loro abbastanza da affidare loro un volante che non fosse per eventi one-off o che non fosse in una squadra dei bassifondi, ma i commenti ai quali sono stata sottoposta mi hanno definitivamente aperto gli occhi sul fatto che le donne backmarker vengono santificate *proprio per via della loro funzione decorativa*: non quella tradizionale che non piace alle donne e che non piace alle nuove generazioni, ma una funzione decorativa più moderna, in cui lo scopo decorativo a prima vista non si vede, ma lo si nota soltanto dopo anni di esposizione a certe dinamiche.

Questa è, di base, la ragione per cui l'incapacità delle donne al volante non viene dimostrata, come temevo, dalla mancata qualificazione di Pippa Mann per la Indy 500, quanto piuttosto dal fatto che Danica Patrick sia entrata in top-9 "rubando il posto a piloti più meritevoli" o "provocando l'esclusione della Mann" (che, avendo il 35° tempo, sarebbe stata esclusa anche se la Patrick a Indianapolis non ci fosse andata).
Non parliamo poi della gara e dei commenti che ho letto in chat: "women belong to the kitchen" a non finire, gente che si augurava che fosse vittima di un incidente mortale per terminare in bellezza la sua carriera, gente che sosteneva che stesse dimostrando di non essere in grado di guidare una indycar mentre era a metà gruppo e a pieni giri...
...
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...ma non perché fosse donna, sia chiaro, solo perché non è simpatica e perché in NASCAR non ha cavato un ragno dal buco, questa è la giustificazione.
Solo che se sei uomo, non sei simpatico e non cavi un ragno dal buco in NASCAR vieni offeso sulla base della tua poca simpatia e sulla base dei tuoi risultati in NASCAR, se sei donna non è così che funziona, con l'approvazione degli uomini e di una buona parte delle donne, che vogliono vedere donne nel motorsport solo ed esclusivamente perché possano aggirarsi intorno alla ventesima posizione e far parlare di sé più perché sono delle cinnamon roll, che perché si fanno vedere in top-ten e ogni tanto addirittura in top-5, che portano su un piedistallo quelle che non si qualificano perché ci hanno provato, mentre danno contro a quelle che la qualificazione l'hanno superata, perché come si permettono?! adesso anche le altre dovranno qualificarsi, per essere prese in considerazione.
Poi sì, è vero: Danica Patrick un tempo e Natalie Decker nel prossimo futuro hanno sfruttato/ sfrutteranno la propria immagine per guadagnare più soldi di quanti ne avrebbero potuti guadagnare se fossero stati uomini, questo è vero... ma siamo così sicuri che funzioni in senso univoco?
Pensate solo alla rilevanza mediatica che il campionato di Indycar ha ricevuto nel resto del mondo all'epoca della Patrick: a titolo di esempio, prima del boom dei social media, in Italia si sentiva parlare di Indycar soltanto in due circostanze, 1) risultati di alto livello da parte di Danica Patrick, 2) incidenti mortali.
Oppure pensate a quanta gente, nel mondo, avrà guardato la Indy 500, ieri sera, oppure highlight della Indy 500, al solo scopo di vedere che cos'avrebbe combinato Danica Patrick, fosse anche solo per prenderla per i fondelli. Quindi sì, "she's a marketing machine", ma non mi pare né che l'unica donna che ha vinto una gara di Indycar possa essere considerata a cuore leggero un soggetto irrilevante al punto tale da non giustificarne almeno in parte il clamore mediatico, né che sia stata l'unica, nel corso degli anni, a guadagnarci.
A volte bisogna accettare dei compromessi, specie laddove non l'audience non ruota tutta intorno a un team. In questo caso piloti attira-click non servirebbero, basterebbe solo il diritto di veto...


Scritto per doppia pubblicazione
sul mio blog e sul forum F1GC.

domenica 27 maggio 2018

Formula Renault Eurocup @ Monaco

A quanto pare, mentre la Formula 2 non gareggia assolutamente di domenica a Montecarlo e la GP3 non vi gareggia affatto, la Formula Renault Eurocup ha questo onore.
Ci eravamo lasciati con Le Castellet, Monza e Silverstone, eventi che si sono svolti tra Aprile e Maggio, e Monaco è stata la gara conclusiva della stagione primaverile (che discorso contorto). Per intenderci, non vedremo la Formula Renault Eurocup fino al weekend del 21/22 Luglio, date storiche in cui dovremmo tutti provare a imparare.

Ci eravamo lasciati con Ye Yifei in testa alla classifica e ce lo ritroviamo ancora in testa alla classifica, dove ha allungato su CHristian Lundgaard: in Gara 1 infatti il cinese è arrivato quarto e il danese quinto... e idem in Gara 2.
Gara 1 è stata vinta dall'australiano Alex Peroni davanti al francese Charles Milesi. In Gara 2 è successo l'esatto opposto.
Il francese Victor Martins ha colto due piazzamenti sul podio, arrivando terzo in entrambe le occasioni.
Weekend senza punti per l'unico italiano presente in pista: Lorenzo Colombo è infatti giunto 12° in Gara 1 e si è ritirato in Gara 2.

Formula 2 @ Monaco

Pare che Montecarlo sia l'unico luogo al mondo in cui la feature race della Formula 2 viene disputata di venerdì. La sprint race, invece, si svolge al sabato pomeriggio, ovvero quando nelle altre occasioni si svolge la feature race.

Venerdì mattina pare esserci stata una feature race ricca di ritiri, nella quale è stato Artem Markelov, pilota russo del team Russian Time, a portare a casa la vittoria, con un buon margine (oltre dieci secondi) nei confronti del secondo classificato.
Quest'ultimo era un outsider, uno che sul podio in Formula 2 non c'era mai salito: si tratta dell'indonesiano Sean Gelael, pilota di Prema Racing. Infine, incredibile ma vero, sul podio c'era anche una nostra vecchia conoscenza, Roberto Merhi, che finora si era fatto notare per non avere concluso più di tanto, dopo essere andato ad accasarsi in Formula 2.
Giù dal podio, quarto, c'era Louis Deetraz, mentre seguivano Arjun Maini, Lando Norris, Jack Aitken e Antonio Fuoco nella top-8, quella parte di classifica che va a costituire la reverse-grid.

Della sprint race ho visto i giri finali, in realtà avvenuti quasi all'intero dietro safety car.
Partito dalla pole position, Antonio Fuoco ha vinto la gara, ottenendo la prima vittoria del team Charouz, dopo avere contenuto la Carlin di Lando Norris.
Per Charouz si è trattato di una doppia presenza sul podio: terzo ha chiuso infatti Deletraz Jr, al primo podio nella categoria.
Dietro di lui c'era la Russian Time di Markelov, che però ha commesso un errore così descritto dal profilo Twitter ufficiale di Sky Sport: "Attempting to overtake around the outside of Sainte Devote - that is just ridiculous even by your standards Markelov!"...
...
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...Sorry, what? Prima che mi si accusi di fangirlismo, ci tengo a specificare che non so nemmeno che faccia abbia questo Markelov (sì, adesso lo so, ma solo perché, incuriosita, sono andata a googlarlo) e che dei suoi risultati me ne importa meno di niente. So che l'anno scorso era uno dei pretendenti al titolo, ma che tra Leclerc e gli altri pretendenti al titolo c'era un abisso. Per il resto, per me Markelov rappresenta il vuoto cosmico. Però, ecco, che un profilo ufficiale di un canale televisivo commenti un suo errore dicendo che è "ridicolo perfino per i suoi standard" mi sembra *abbastanza* fuori luogo.

Tornando a noi, il podio - sotto al quale c'era Grosjean - è stato composto dal trio Fuoco / Norris / Deletraz, mentre il pilota che è stato ridicolo per i suoi standard è arrivato quarto.
Scusate un attimo che vado a ballare il flamenco per festeggiare, poi torno per annunciare che "Bloody Merhi" ha completato la top-5!
Ancora punti per Arjun Maini, mentre nelle ultime due posizioni della top-8, che assegna punti nella sprint race, hanno concluso Maximilian Gunther e Nicholas Latifi.
Fuori dalla zona punti c'erano pochissimi altri individui che risultavano classificati. Il resto, tutti ritirati, con un attrition rate molto elevato.
Norris ha approfittato di questo weekend per allungare in classifica.

EDIT. Norris è stato arretrato per una penalità in Gara 2, scivolando in terza posizione.

sabato 26 maggio 2018

ARCA Update: Toledo & Charlotte

Ci eravamo lasciati un po' di tempo fa parlando di Leilani Munter, che avevamo visto in pista a Talladega, location menzionata nel film "Ricky Bobby", nel quale il protagonista ad un certo punto si ritrovava a consegnare pizze, un po' come Schumacher e Barrichello nelle fan fiction che scriveva il mio amico di scuola alle superiori (il fan di Button e Barrichello) e che io scrivevo a mia volta in quegli anni.

Ci sono stati due eventi moooooolto ravvicinati, in questi giorni, uno intitolato "Menards 200", il 20 Maggio a Toledo, l'altro denominanto "General Tire 150" a Charlotte il 24 Maggio. Di conseguenza, quando Vegan Leilani affermava che sarebbe tornata in pista il 27 Maggio aveva definitivamente sbagliato data e credeva che la General Tire 150 si svolgesse a Montecarlo (non avete idea di quanto sia suggestiva questa ipotesi).

A Toledo ha vinto Zane Smith. Il podio è stato completato da Chase Purdy e Joe Graf Jr, in caso esista il podio come entità fisica, nell'ARCA, cosa di cui non sono affatto sicura. Non so nemmeno se i primi classificati abbiano la possibilità di sbevazzare champagne like a boss, vista la presenza anche di qualche bambino piccolo che, avendo meno di 21 anni, potrebbe bere champagne solo se fosse sposato con una over-21 che gli desse il permesso di bere. La Verstappina dell'ARCA, Natalie Decker, ha portato a casa un settimo posto e, in caso lei e la sua compagna di squadra si siano sfidate in stile Danica vs Ricky, a Charlotte a stirare per entrambe è stata Vegan Leilani. Nessuna delle due, tuttavia, ha ottenuto un risultati di particolare spessore, pertanto mi auguro che la Decker non sia fidanzata con nessuno dei quattordici piloti che le sono finiti davanti.

Ha vinto Brandon Jones, davant a Riley Herbst e Sheldon Creed.
Secondo il sito ufficiale dell'ARCA, Smith è in testa alla classifica, ma la classifica non è aggiornata all'ultima gara disputata. Non avendo idea di quanti punti ottengano i piloti, non saprei dire se Creed, che figura secondo, l'abbia sopravanzato. #DubbiEsistenziali.
A proposito di dubbi esistenziali, la Verstappina dell'ARCA mi ha fatto ripensare a Taylor Ferns che, giovanissima, gareggiava nell'ARCA nel 2013.
Ho fatto qualche ricerca per scoprire che ine avesse fatto, scoprendo grazie a linkedin che si è ritirata(?) dalle competizioni per studiare economia e finanza e che lavora nel settore delle auto.

I prossimi due mesi saranno molto intensi, per l'ARCA: si gareggerà ogni weekend.

venerdì 25 maggio 2018

25.05.2014: un momento indimenticabile

Nello scrivere questo post, devo mettere in chiaro una cosa: sono convinta che certe cose possano essere molto difficili da capire... e non pretendo di essere capita. E' raro che io abbia trovato qualcuno in grado di capire fino in fondo e, per ironia della sorte, il luogo virtuale in cui sentivo di essere maggiormente compresa da questo punto di vista era proprio quello che più di ogni altro è pieno di gente che ha un'idea soltanto approssimativa di quello che scrive e che ha molte probabilità di fare discorsi che non c'entrano niente con quello che stanno dicendo: Tumblr. La ragione per cui sono stata tanto a lungo su quel sito (Dicembre 2014 - Marzo 2017) è molto connessa con questo post.
Tumblr è un ambiente molto fungirl-friendly. Finché non ti macchi di qualche colpa orribilehhhh (come ad esempio vieni accusato di omofobia perché affermi che non ti è mai passato per la testa che il facocero e la scimmia del Re Leone avessero una relazione erotica - il fatto che quando hai visto il Re Leone potessi avere un'età per la quale il concetto di relazione erotica non ti era chiaro, che tu non ti sia mai interrogato sul genere biologico di quei due personaggi, che non te ne freghi un accidente del Re Leone o che non ti sia mai passato per la testa di immaginarti un facocero che fa sesso con una scimmia è totalmente irrilevante) vieni amato e rispettato da tutti, i tuoi post vengono rebloggati e likati a ogni soffio di vento e, se riesci a sopravvivere alla consapevolezza che la maggior parte degli utenti che si trovano da quelle parti smetteranno di seguire la Formula 1 non appena troveranno un lavoro o un/una partner, non è così terribile. Certo, ti darà un po' di assuefazione e, prima di renderti conto di quanto sia malato quel posto, penserai che sia normale riferirti a qualsiasi pilota chiamandolo "dear baby" o cose del genere, ma avrai sempre la consapevolezza di essere in un luogo in cui c'era gente che tifava per D'Ambrosio all'epoca in cui D'Ambrosio correva in Formula 1, ovvero l'epoca in cui la maggior parte degli appassionati di F1 si rendeva a malapena conto dell'esistenza di D'Ambrosio. Questo ti apre un mondo completamente diverso. Al giorno d'oggi potrei andare su Tumblr a dire che tifo per Charles Leclerc senza che nessuno mi chieda: "okay, va bene, Leclerc è il tuo backmarker preferito, ma per chi tifi *davvero*?"

Non è facile sopravvivere in certi contesti, quando si tifa per qualcuno o quando non si tifa per nessuno. Tumblr offre una via d'uscita, dove in altri ambienti potresti essere ridicolizzato, esiste la possibilità di trovare qualcuno che ti capisce e che forse si trova nella stessa situazione in cui ti trovi tu.
Ci fu un periodo in cui, su Tumblr, aprii un side-blog dedicato alla Marussia, nel quale postavo e rebloggavo immagini del team. Avevo dei follower anche tra persone che non seguivano il mio blog principale. Nessuno trovava ridicolo tutto ciò. Altrove c'era gente che osservava che una persona come me, che tifava o aveva tifato anche per gente seria, non avrebbe dovuto perdere tempo parlando della Marussia.
Non saprei dire come nacque questo mio interesse. I nuovi team, all'inizio, mi sembravano pittoreschi, ma non avrei mai pensato di avere una visione incentrata *anche* su di loro. Nel 2010, 2011, quell'epoca lì, era l'ultimo dei pensieri. Erano le lumache della F1, da prendere per i fondelli per scherzare, in particolare in presenza di piloti pittoreschi.
Nel 2012 mi sembrava che la Caterham avesse fatto qualche passo avanti e che fosse sul punto di avvicinarsi di più agli altri team, di quanto non potesse accadere a HRT e Marussia. Mi sbagliavo, dato che anche dopo l'uscita di scena la Caterham rimase al livello della Marussia, se non peggio.
Il duello epico tra Glock e Pic al GP del Belgio 2012 fu una visione mistica: non mi ero mai accorta davvero che cosa succedesse nelle retrovie, dove arrivare penultimo invece che ultimo poteva significare tutto. Non mi ero mai posta delle domande, pensavo che in fondo alla griglia di partenza ci fossero solo dei tipi anonimi che dopo un anno o due venivano rimpiazzati da altri tipi anonimi. Quel giorno notai per la prima volta che non c'erano piloti veramente anonimi, quando smettevamo noi, in prima persona, di vederli come tali. Il duello Petrov vs Pic per il decimo posto in classifica costruttori fu eroico, all'ultimo gran premio stagionale, anche se ci sono teorie del complotto che lo renderebbero meno allettante di quanto mi fosse sembrato (ci fu chi sosteneva che Pic avesse deliberatamente evitato di superare Petrov per favorire la Caterham, visto il suo imminente cambio di team).
Quel duello fu l'inizio di tutto e la cosa si intensificò con il cambio di line-up. Quando mi ritrovai con Bianchi e Chilton al posto di Glock e Pic tutto iniziò ad andare in quel senso, sempre più di prima. A poco a poco iniziai ad affezionarmi sempre di più alla squadra e, da un certo momento in poi, iniziai ad affermare che preferivo la Marussia alla Caterham (feci anche un sondaggio sul forum su chi fosse #TeamMarussia e #TeamCaterham, e se non sbaglio in quel sondaggio uscì fuori qualche tormentone del forum tipo il cassonetto d'oro o la carriola trainata dai chihuahua).

Terminò il 2013 con la Marussia davanti alla Caterham in classifica e iniziò il 2014 con gli stessi piloti. Era più di quanto potessi desiderare, non restava che sperare che accadesse qualcosa di epico.
Ammetto di essere una persona di mentalità aperta, da questo punto di vista: se qualcosa di epico fosse riuscita a farlo la Caterham invece che la Marussia, sarei stata felice per loro e avrei pensato che se l'erano meritato, così come l'avevo sempre pensato a ogni passaggio in Q2. Tuttavia mi ero accorta che il passaggio in Q2 non garantiva nulla e che il sabato conta di meno della domenica. Fin da Singapore 2012 ero certa che un giorno avremmo visto una Marussia o una Caterham ottenere un punto. Singapore mi sembrava la location più plausibile...
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...invece niente, scrissi addirittura una parodia in cui ironizzavo sul fatto che le speranze di fare punti approfittando di un elevato attrition rate a Marina Bay non erano destinate a diventare realtà.
Poi venne Monaco 2014 e, a sorpresa, venne doppiamente il giorno che stavo aspettando. Dico che venne doppiamente perché nel corso degli anni non mi era neanche mai balenata per la testa l'idea che potessero realizzarsi due miei grandi desideri: il primo, quello di vedere una vettura di un "nuovo team" in zona punti, il secondo, quello di vedere il RaKkOmAnDaTo!!!11!!!1!! che stava in Formula 1 SoLo X NiKoLaS ToDt!!!11!!!11! mettere a tacere i suoi hater, che si erano sempre riprodotti velocemente come cavallette addirittura anni prima che Bianchi debuttasse in Formula 1.
Si realizzò tutto e, davvero, non sto romanticizzando la cosa se dico che quel giorno non me ne fregava assolutamente del risultato di nessun altro. Alla fine, molti mesi più tardi, si sarebbe rivelata la cosa giusta da fare: per quanto i risultati di tutti gli altri piloti e gli altri team finirono per delineare la classifica, il risultato finale degli altri non fu necessario le altre squadre per salvarsi dal fallimento. Invece a fine 2014 la Caterham fallì e la Marussia sopravvisse, grazie alla posizione in classifica. Se quel giorno a Montecarlo Bianchi non si fosse infilato di forza tra Kobayashi e la barriera della Rascasse, forse l'outcome finale sarebbe stato diverso.
Ma al di là di questo, se Raikkonen non fosse stato proprio lì davanti, avremmo mai visto quello che era successo? Se l'inquadratura non fosse stata lì per un caso fortuito, avremmo mai visto quel sorpasso di Bianchi su Kobayashi? Avrei mai pensato, nel momento stesso in cui lo vedevo, che quello era il sorpasso più bello che avessi mai visto? Di questo non ne ho idea, ma quello che so è che quel giorno mi sentii al settimo cielo e che il risultato di nessun altro pilota avrebbe potuto farmi cambiare idea sul fatto di desiderare un ordine d'arrivo diverso.

24.05.2015: emozioni sull'orlo dei tombini

Ci sono due tipi di gare: quelle in cui ti importa qualcosa di chi conquisterà l'ultimo punto disponibile e speri che possa farlo qualcuno che ottenendo un punto farebbe qualcosa di epico e quelle in cui non ti importa niente di tutto il resto della classifica che va oltre la prima posizione. Non ho dubbi ad affermare che ci sono poche gare che appartengono all'ultima categoria e che la Indy 500 è indiscutibilmente una di queste.
La Indy 500, inoltre, ha qualcosa che, mentre la guardi, ti prosciuga il fondo dell'anima. Non è la questione di essere lunga ed estenuante (le gare di NASCAR non è che siano più corte, anzi...), quanto piuttosto che ti lascia senza respiro, per quanti possono essere i colpi di scena.
Non credo che si possano fare paragoni tra la Formula 1 e la Indy 500: penso che quando guardiamo una gara di Formula 1 la guardiamo con certe aspettative e che quando guardiamo la Indy 500 abbiamo aspettative diverse. Guardare la Formula 1 pensando a una cinquantina di cambi di leadership nel corso della gara è impensabile, mentre allo stesso modo è impensabile sperare che il pilota partito in pole position alla Indy 500 possa dominare e vincere la gara, mentre tu te ne sbatti e tieni le dita incrociate per il backmarker risalito miracolosamente in top-ten.
Con questo non voglio dire che una cosa sia *meglio* dell'altra. Sarebbe un po' come chiedersi se sia meglio mangiare un piatto di tortellini alla panna o un gelato alla stracciatella. Sono confronti che lasciano il tempo che trovano e che, a mio parere, non ha tutto questo senso fare. Non sono sicura che chi afferma di desiderare gare di Formula 1 come la Indy 500 desidererebbe davvero vedere una gara di Formula 1 in cui al minimo intoppo entra la safety car, in cui le strategie possono stravolgere il risultato della gara (non fare arrivare secondo chi era in testa e viceversa, ma anche di far vincere chi era ultimo e viceversa) e in cui Hartley è sul punto di vincere ma finisce la benzina a un metro dal traguardo lasciando la vittoria a Magnussen, il tutto mentre i Vettelton partiti dalla prima fila si trovano oltre la 15esima posizione. O meglio, è probabile che i fan di Vettel vorrebbero vedere Hamilton arrivare 15esimo e viceversa, ma non tutte le altre cose che ho ipotizzato.

24 Maggio 2015: era un momento della mia vita in cui, per quanto ferocemente appassionata di motori, non stavo vivendo il mio momento migliore come appassionata. Vedevo le gare e pensavo che certe fossero molto belle, ma non mi restavano nel cuore come prima. Vedevo le gare per inerzia, le commentavo ed ero sincera quando dicevo di avere visto una bella gara, ma c'era qualcosa che non andava, c'era la sensazione che difficilmente avrei provato le stesse emozioni di un tempo.
Anche la Formula 1 nei mesi a venire mi avrebbe riservato qualche emozione intensa, fino a culminare nell'eroico Gran Premio degli Stati Uniti in cui ne successero di tutti i colori e in cui mi sentii finalmente di nuovo vicina come un tempo all'automobilismo, ma quella sera di tre anni fa ero destinata a vivere qualcosa di molto intenso.
Strano a dirsi, ci sono edizioni della Indy 500 nelle quali ci sono stati episodi che ricordo con maggiore chiarezza, quella del 2015 non è una di queste, ma qualcosa mi fa pensare che molto dipenda dallo stato mentale con cui vissi quella gara. Ci fu un momento in cui non mi sentii veramente in me e credo che quella sia stata una delle emozioni più marcate che io abbia mai provato guardando una gara.
Non so se avete presente quei momenti in cui a qualche pilota "importante" accade qualche genere di intoppo e lo date per spacciato, pensate che, vada come vada, finirà la gara nelle retrovie. Di norma funziona così, ma la Indy 500 è la Indy 500 e può succedere di tutto. Un pilota che si è ritrovato in ultima posizione può ritrovarsi a lottare per la top-5 o giù di lì. Certo, a seconda dell'identità del pilota è più o meno probabile, ma sta di fatto che quel giorno non pensavo minimamente, ad un certo punto della gara, che avremmo più sentito parlare di Montoya fino al termine della gara.

Il risultato fu che passai l'ultima mezz'ora convinta che Montoya avrebbe vinto. Era risalito tantissimo, stava stabilmente in top-3 e le posizioni cambiavano alla velocità del suono.
Fino a pochi mesi prima lo detestavo. Non so cosa sia successo: il giorno del GP di St.Pete, il primo del 2015, mentre andava a vincere la gara, mi ritrovai a tifare per lui. È difficile da spiegare, non fu una scelta. La mente mi diceva "che palle, JPM, levati di torno" e il cuore mi diceva "aaaaaaawwwwww, Montoya sta per vincere questo gran premio, sto vomitando arcobaleni". È una delle cose più strane che mi siano mai successe nella mia storia di appassionata di motori, ma l'ho presa come un dato di fatto. Forse è normale a 26 anni avere opinioni diverse da quando se ne hanno 12.
St.Pete fu una cosa, la Indy 500 fu una cosa completamente diversa. Quella mezz'ora trascorsa a pensare che Montoya avrebbe vinto fu una mezz'ora strana da vivere. Ero sola, verso la fine della gara, e non saprei dire se quello che mi passava per la testa lo pensavo oppure lo urlavo.
Non so se avete presente quando nei libri o nei film si parla della sensazione di rivedersi la propria vita scorrere davanti agli occhi. Ecco, io in quel momento non stavo rivedendo la mia vita scorrermi davanti agli occhi, ma stavo vedendo i duelli tra Montoya e i fratelli Schumacher, stavo immaginando in modo più vivido che mai Montoya che superava MSC al GP del Brasile 2001, portandosi in testa alla gara. Ho capito che, se quel giorno di tanti anni fa, era un rookie che in pochi si filavano e aveva superato il campione del mondo in carica portandosi in prima posizione in una gara di Formula 1, lì a Indianapolis poteva succedere di tutto, ma alla fine avrebbe tirato fuori la zampata fatale.

Mentre avevo questi pensieri, la gara si apprestava a finire e ormai in testa c'era Power. Era finita, mi dissi, quel giorno Montoya non avrebbe vinto e tutto sarebbe rimasto come prima.
O forse no. Forse nulla era destinato a rimanere come prima. Non era una cosa che mi succedeva tanto di frequente, ma assistere a un duello per la leadership di una gara poteva farmi quell'effetto... e quell'effetto poteva aiutarmi a prendere ancora una volta gli eventi motoristici come li prendevo una volta, con quel coinvolgimento di cui in un certo senso sentivo la mancanza.
Poi, a tre giri dalla fine, Montoya superò Power. Ce l'aveva negli scarichi e sarebbe stata un'incognita fino alla fine. Lo streaming era di bassa qualità, con il video e l'audio leggermente sfasati. Un attimo prima di vedere JPM vincere la gara sentii dire che JPM aveva vinto la gara.
Scoppiai a piangere a dirotto. Forse mi misi addirittura ad urlare. In pratica feci tutto quello che nel 2001 avrei trovato ridicolo, ma al cuore non si comanda.
Quella di tre anni fa è stata sicuramente una delle emozioni più grandi che una gara mi abbia mai riservato, derivata non solo dal fatto di avere capito, mentre vedevo JPM vincere la gara, che era proprio quello che desideravo, ma anche dal fatto che non era stato per niente un risultato scontato, visto come si erano messe le cose in un momento molto precedente, e per il fatto che non era per niente scontato che un quasi-quarantenne, ritornato in Indycar da poco più di un anno, potesse ottenere una vittoria dovuta al 99% al modo in cui aveva guidato invece che a intuizioni strategiche (senza nulla togliere alle intuizioni strategiche, ma da sole non bastano, per vincere la Indy 500 una gara senza sbavature è d'obbligo.
Vedere che Montoya, che avrebbe potuto puntare a diventare uno dei piloti di Indycar più vincenti della sua epoca, se non avesse trascorso i suoi anni migliori a gareggiare altrove (scelta che, come ho detto di Danica Patrick nel precedente post, spettava a lui e non a chi commenta i suoi risultati, probabilmente JPM voleva la F1 e la NASCAR, invece che una carriera di maggiore successo in Indycar), e che alla sua età vinceva a mani basse la Indy 500 fu un pensiero che mi diede speranza. Pensavo che anche noi, nel nostro piccolo, presto o tardi troveremo la nostra strada e saremo davvero noi stessi.
Tante ragioni si accumularono, per rendere tutto più emozionante di quanto pensavo, quel giorno, e ad oggi sono felice che quel giorno ci sia stato e che mi abbia ricordato che, per quanto a volte nel mondo dei motori ci sembri tutto nero, ci sia qualcosa che inaspettatamente ci restituisce la luce.
A ripensarci oggi, mi dico che JPM ha fatto benissimo a tornare in Indycar, nel 2014, e che se il prezzo di quella vittoria alla Indy 500 era essere messo a piedi un anno e mezzo più tardi perché i suoi compagni di squadra sono tutti dei campioni, ma sono anche tutti più giovani di lui, allora valeva la pena di pagarlo, anche se quest'anno non sarà presente nemmeno alla sola Indy 500, perché adesso la vettura in più per Indy è stata affidata a Castroneves, che a un anno di distanza è stato messo a piedi per ragioni simili a quelle di Montoya. Morale della favola: in Indycar, quando hai 40+ anni, hai ancora delle speranze di procacciarti un volante, a condizione che tu non stia in un team di primissimo piano.

giovedì 24 maggio 2018

Un pezzo di storia che se ne va

Avendo seguito i campionati di automobilismo fin da quando ero molto piccola, è passato del tempo prima che sapessi distinguere i piloti dall'auto che guidavano. Per intenderci, quando ero molto piccola mi immaginavo Alesi come una macchina rossa, Senna come una macchina bianca e rossa, e cose del genere. Soltanto in un secondo momento ho iniziato a identificarli come persone, allo stesso modo in cui magari identificavo come persone i calciatori o altri sportivi più "visibili".

Quando si parlava molto dell'argomento grid girls, c'erano molte ragazze che sostenevano che fosse diseducativo per le bambine, perché queste sono propense a credere che nell'automobilismo solo gli uomini possano guidare e le donne abbiano funzione "decorativa". Ora, al di là del fatto che da bambina non avevo la più pallida idea di cosa fossero le grid girl (pre-gara e dopo-gara visti in casa mia durante la mia infanzia: siamo a ridosso dello zero) e che sono sicura che in qualche momento della mia infanzia mio padre mi disse che c'erano state delle donne, peraltro italiane, in Formula 1, il pensiero che *solo gli uomini possono diventare piloti* non mi ha mai sfiorata minimamente... nel senso, non mi sono MAI minimamente posta il problema, allo stesso modo in cui quando guardavo "Quelli che il calcio" insieme a mio padre, da bambina, non mi sfiorava mai minimamente il pensiero che esistessero squadre di calcio femminili.
Sarà che non ho mai avuto il desiderio di diventare una sportiva, in nessun ambito, ma tbh le donne nel motorsport le ho prese come una rarità e tale rarità è stato un dato di fatto, non ho mai pensato che non esistessero, semplicemente che fossero di meno. Non è che quando ero bambina o ragazzina attendessi con ansia l'arrivo di una donna o cose del genere. Semplicemente era l'ultimo dei miei pensieri, guardavo le gare e non mi importava chi guidasse. Anzi, in realtà penso che tutti i piloti che non si chiamavano Schumacher, Hakkinen, Montoya e altri pochi eletti fossero l'ultimo dei miei pensieri. Avere sulle vetture restanti degli uomini o delle donne non mi avrebbe fatto differenza.

Poi venne il 2005. Venne una copia della Repubblica su cui lessi un trafiletto sulla 500 miglia di Indianapolis. Non mi era MAI capitato di sentire parlare della 500 miglia di Indianapolis da fonti di informazione italiane. Parlava di una ragazza che era arrivata quarta. Quella ragazza era Danica Patrick.
Ho iniziato a seguire la Indycar nel 2012/2013 e, sebbene in un secondo momento abbia visto praticamente tutte le gare della sua carriera, avendo visto quasi tutte le gare dallo split CART/IRL in poi eccetto quelle poche mai trovate su Youtube, nell'epoca in cui ho seguito i campionati in tempo reale o quasi la Patrick non c'era più (andò via a fine 2011). L'ho vista gareggiare in NASCAR e obiettivamente parlando mi è bastato, pochi giorni fa, vederla qualificarsi per la Indy 500 per chiedermi perché sia rimasta così tanti anni in NASCAR a non cavare un ragno dal buco, quando in Indycar avrebbe potuto verosimilmente puntare a risultati di migliore livello e puntare almeno a piazzamenti in top-10 o addirittura sul podio.

Al di là di questo, mi rendo conto che ciascun pilota sa quello che desidera davvero e che non spetta a noi decidere chi deve gareggiare dove, fino a che età e se un pilota sia pronto per il ritiro oppure no.
Al di là di questo, non direi che Danica Patrick sia mai stata in cima alle mie preferenze, nemmeno tra le donne. Come personalità, Bia Figueiredo per tutta la vita.
Il punto è che, in qualche modo, suo malgrado la Patrick è stata "rivoluzionaria". E' stata forse la prima ragazza femminile a non essere una backmarker, almeno nella nostra epoca. E' stata la prima che in questo secolo ha dimostrato che le donne possono arrivare ai risultati ottenuti mediamente dagli uomini (dove vorrei ricordare che non solo Schumacher e Franchitti sono uomini) e questo ha aperto la strada a tante altre ragazze che forse avrebbero avuto maggiori difficoltà ad emergere.
Non è un caso che negli anni in cui la Patrick gareggiava in Indycar ci sia stato un boom di presenze femminili in molte serie e che le ragazze della sua generazione o poco più giovani siano emerse di più di quelle della generazione precedente e della generazione successiva.

E' brutto che il futuro di tutto il genere femminile nel motorsport debba dipendere dai risultati di una singola donna, ma è anche vero che la "representation" può dare il suo contributo.
Per questa ragione, così come per il fatto che all'epoca delle prese per i fondelli mie a Danica e al suo ex (Ricky Stenhouse, suo collega ai tempi della NASCAR - cfr. il commento ricorrente secondo cui chi otteneva il risultato peggiore in gara doveva stirare per entrambi fino alla gara successiva) alla fine mi ci sono affezionata e che a vederla su una indycar mi sembri tutto tranne che una pensionata, nonostante le critiche che ha ricevuto (mentre seguivo le qualifiche in streaming su Youtube c'erano commenti del calibro di "le donne dovrebbero stare in cucina perché non sono veloci abbastanza per stare in pista", quando si è classificata settima, peraltro davanti a gente tipo Castroneves e Dixon), che mi fa un effetto un po' diverso (e poco piacevole) da come avevo pensato.
Trovo bellissimo il fatto che abbia deciso di correre la Indy 500 per l'ultima volta, dopo anni, prima del ritiro definitivo dalle competizioni, ma l'impressione è quella di assistere a un pezzo di storia che se ne va.