martedì 31 dicembre 2019

I tampax e le Leclettel war: inizio a pensare che Answers Yahoo ai tempi del trolleggio 24/7 fosse un sito serio

Pensavo di chiudere l'anno in bellezza con il "what's your penis' name", invece dobbiamo rimandare la chiusura dell'anno al termine di questo post, in cui parliamo del legame che ho scoperto oggi tra le mestruazioni e il motorsport (o, nello specifico, nella Leclettel war). Chi di voi è nato sprovvisto di ovaie e di utero non deve spaventarsi: non scenderò in dettagli che potrebbero risultare disgustosi.
Prima di addentrarci nel vivo di questo argomento, tuttavia, vorrei fare una breve(?) ma intensa introduzione al ciclo da un punto di vista femminile. Servirà per comprendere meglio il punto.
Come ben saprete, chi possiede un corpo femminile ed è in età fertile (che inizia approssimativamente all'epoca delle medie, per qualcuna un po' prima e per qualcuna un po' dopo e dura approssimativamente per i tre decenni seguenti) ha il ciclo. Ciò avviene, indicativamente, a scadenza mensile. Ciò dura indicativamente cinque giorni o giù di lì.
Come potrete immaginare, si tratta di una cosa abbastanza fastidiosa. Ci sono donne per cui lo è molto e ci sono donne per cui lo è poco. Va a fortuna. Come potrete immaginare, esistendo diverse soluzioni mestruali, c'è ha preferenze diverse in termini di assorbenti e/o cose simili: assorbenti esterni, assorbenti interni, coppette... Tale argomento può essere occasionalmente oggetto di dibattito.
Come potreste tranquillamente immaginare facendo uno sforzo di immaginazione, che però non tutti fanno, se nascete in un corpo che è biologicamente predisposto ad avere le mestruazioni, arriverà il giorno in cui considererete le mestruazioni come una cosa NORMALE. Per spiegare meglio quello che intendo: le mestruazioni sono fastidiose, si sta meglio in tutto il resto del mese, ma non è una cosa vergognosa, che lede la nostra immagine. Parlare di mestruazioni o di assorbenti in termini denigratori allo scopo di sbeffeggiare una persona è una cosa estremamente infantile, che mi aspetterei al massimo da un bambino delle elementari che vede una compagna di scuola che si è accidentalmente macchiata i pantaloni di sangue, che ha ancora tanti anni a disposizione per crescere e per capire che quello che a lui pare una cosa strana, per chi ha utero e ovaie è una cosa che capita ogni mese e che fa parte della natura.
Qualora il messaggio non vi sia chiaro, sarò più chiara. Il concetto del "non devi vergognarti delle ciclo" è un concetto che è stato inculcato nella mente di molte ragazzine, spesso fin da quando non avevano ancora il ciclo, da soggetti per loro rilevanti e degni di attenzione, tra cui le pagine di "Cioè".

Per il resto, visto che viviamo in un mondo social e certe cose non vi saranno passate inosservate, aggiungerei che dal punto di vista delle tematiche sociali c'è chi cita le mestruazioni anche in dibattiti a stampo femminista e chi no. Dal mio personale punto di vista la cosa ha senso quando è legata a questioni relative al ciclo: questioni relative all'abbassamento dell'IVA sugli assorbenti, per esempio, o legate al prezzo di farmaci che combattono i dolori mestruali. Per quanto riguarda le mestruazioni come elemento di "empowerment", per me è un anche no: non vedo molto il senso del citare come propria principale caratteristica quella di avere una vagina e anche il concetto del "vali come donna perché hai le mestruazioni" lascia il tempo che trova. Senza andare ad addentrarci nella questione del sesso biologico vs identità di genere, in una frase di questo tipo a mio parere il concetto che passa è che dopo la menopausa non vali più niente in quanto vecchia e inutile.
Altra questione non tanto social stavolta, da persona a persona la reazione alla domanda "sei molto nervosa oggi, hai il ciclo?" potrebbe essere diversa. C'è chi ci ride su, c'è chi non ama l'idea stereotipata che il ciclo mestruale ti renda psicolabile. Quindi suggerisco piuttosto di chiedere "sei molto nervosa oggi, per caso hai la febbre/ non hai dormito/ ti è morto il pesce rosso/ ecc...", insomma, cose che non dovrebbero ripetersi puntualmente ogni mese: personalmente non la troverei una domanda particolarmente offensiva, se fatta da una persona con cui ho confidenza, tuttavia non vi riconoscerei doti di discrezione ed educazione che potrebbero rendervi maggiormente onore.

Dai paragrafi soprastanti dovreste avere capito che per noi avere il ciclo è una cosa normale, utilizzare gli assorbenti è una cosa normale e che le prese per i fondelli legate a questi argomenti dovrebbero essere superate quantomeno già ai tempi in cui per una ragazza avere le mestruazioni è la norma. Come ho già detto, intorno all'epoca delle scuole medie, quando sono di più le ragazzine sviluppate che quelle che non lo sono ancora.
Poi che prendere per i fondelli le "precoci" perché hanno già le mestruazioni o le meno precoci perché in terza media sono ancora biologicamente bambine sia segno di essere moooooolto infantili è un dato di fatto, però comportarsi in modo infantile quando si è bambini o ragazzini quando si cazzeggia a scuola è qualcosa da cui ci si può evolvere, farlo a trenta o quarant'anni per prendere per il cu*o della gente sconosciuta in un fandom motoristico non lascia tanto sperare per il futuro.
Se non vi è chiaro quanto sto affermando, lo ribadisco in altri termini: se siete persone adulte, dovreste avere l'accortezza di capire che insultare per il ciclo non denigra l'immagine di chi insultate, ma la vostra.

Venendo ai motori, oggi su Twitter ho scoperto che (ho voglia di mettermi le mani tra i capelli soltanto a pensarci) è stato coniato dai guru del fandom nientemeno che il termine "tampaxina".
Questo è un "umbrella term", dal significato letterale di persona che indossa un noto marchio di assorbenti interni, che raccoglie le seguenti categorie:
1) le donne tacciate di seguire la Formula 1 solo per i piloti fighi;
2) le donne tacciate di non capire niente di Formula 1 anche solo dopo avere detto "oggi ho guardato il gran premio";
3) le donne tacciate di essere traditricihhhh della kausahhhh ferraristahhhh in quanto equamente tifose di entrambi i piloti Ferrari, siano esse sostenitrici di entrambi, oppure si limitino al "ne preferisco uno, ma da ferrista non avrei problemi se vincesse l'altro, basta che si vinca";
4) le donne tacciate di essere traditricihhhh della kausahhhh ferraristahhhh in quanto preferiscono San Bollito dell'Ala di Toro a San Predestinato Martire da Montecarlo;
5) le donne tacciate di essere traditricihhhh della kausahhhh ferraristahhhh in quanto preferiscono San Predestinato Martire da Montecarlo ma esprimono il loro tifo in una modalità più civile e rispettosa di quella dell'ultrà;
6) le donne non ferrariste tacciate di appartenere alle categorie 3/4/5;
7) la controparte maschile delle donne al punto 3/4/5/6 in quanto i comportamenti soprastanti sono considerati non da vero uomo, di conseguenza anche tali uomini vengono sbeffeggiati come indossatori onorari di assorbenti interni.

Cultura allo stato puro, non trovate? Questi sono i momenti in cui penso che se un meteorite grosjeanizzasse la Terra, avremmo trovato finalmente una soluzione utile per risolvere questo problema.
Parlando seriamente, a parte il fatto che questa continua guerra Leclerc vs Vettel mi sembra dai discorsi una conseguenza diretta della guerra Alonso vs Vettel. Solo che, se la guerra Alonso vs Vettel trova il suo senso, se espressa entro certi limiti, tra due scuole di pensiero entrambe sensate, ovvero "quando c'era Alonso vincevamo di più" vs "il mio dovere di ferrarista è tifare per i piloti che guidano attualmente la Ferrari e non per quelli che l'hanno lasciata", quella Leclerc vs Vettel spesso viene posta in termini quasi paradossali.
Mi spiego meglio: spesso la questione Leclerc vs Vettel non riguarda il chi dovrebbe essere prima guida e chi seconda, oppure se dovrebbe esserci uno status paritario che si evolve nel tempo a seconda delle dinamiche del campionato (situazione che in passato avrebbe portato alla Sindrome della Santificazione Alternata, che ho recentemente rivalutato elevandola a comportamento quasi sensato, in confronto agli standard odierni), ma chi dovrebbe stare dentro e chi dovrebbe stare fuori... spesso non perché si voglia un sostituto ben preciso o si sappia citare una serie di candidati preferibili, ma proprio considerando la Ferrari come se dovesse schierare una sola monoposto. Adesso la situazione sta degenerando verso un nuovo orizzonte, quello in cui Leclerc, in qualità di salvatore della patria, viene fatto coincidere con la figura mistica e sacra di Alonso. A quanto pare al giorno d'oggi il non essere ultrà sfegatati di Leclerc viene fatto passare come essere tifosi di Vettel (coerente con il fatto con la visione ferrari-centrica di un mondo in cui esistono soltanto due piloti) e hater di Alonso (correlazione zero, anzi, mi sembra che nel 2017 fossero avversari piuttosto accaniti dato che erano sempre fianco a fianco).
Quindi, in sintesi, il concetto di fondo è questo: chi non è un tifoso di Leclerc, chi è un tifoso di Vettel o chi viene riconosciuto erroneamente come appartenente a queste due categorie, non capisce un cavolo di Formula 1, ha le ovaie e in quanto tale è uno scarto del fandom.

Suggerimento di fondo, per un certo tipo di soggettoni, da parte mia ovvero di una donna che ha raggiunto l'età fertile nel 2003, che ha dolori mediamente sopportabili nei primi giorni di ciclo combattuti nei casi più intensi con antidolorifici, che utilizza assorbenti esterni, che non si identifica come tifosa Ferrarista, che non si identifica attualmente come tifosa di Leclerc, che non si identifica come tifosa di Vettel, che riconosce l'esistenza di una minima fetta del fandom composta da persone che parlano in primis della figaggine dei piloti (comportamento stile Tumblr, dove è tipico da gran parte delle ragazze e dei ragazzi presenti), che riconosce che il problema del tacciare le donne a priori di non capirne niente è ugualmente tipico di una minima parte del fandom: è normale trovarsi di fronte, di tanto in tanto, persone che si comportano in modo fuori dagli schemi, oppure gente che sbava. C'è gente, tuttavia, per cui la figaggine di un pilota non è data in primis dall'essere figo, ma dall'essere un pilota, quindi uno che pratica uno sport amato da chi lo segue. Se vi trovate di fronte a ragazze o ragazzi che sembrano in calore di fronte ai piloti, non prendetevela con altre persone che magari ne condividono sesso biologico e/o identità di genere, ma soprattutto, se proprio dovete prendervela con i diretti interessati, prendetevela con loro per quello che dicono, non per quello che sono.
Se l'utente Piccola Principessa Glitter dice che smetterà di seguire la Formula 1 se il pilota figo di turno di cui è innamorata si ritira ed è convinta che la Caterham da esso guidata sia una vettura degna del titolo mondiale, ditele che non è una vera appassionata, usate elementi come le classifiche o i tempi sul giro per stroncare le sue convinzioni... Insomma, stroncate Piccola Principessa Glitter come tifosa di Formula 1 poco seria o poco competente, ma non stroncatela perché donna e non stroncate altre donne a priori in quanto tali solo perché, proprio come Piccola Principessa Glitter, ogni mese hanno le mestruazioni.

lunedì 30 dicembre 2019

Cos'è più grande tra un salame gigante e un grande fucile?

Che cosa ne dite di chiudere l'anno in bellezza? Per l'occasione ho trovato un tweet dal contenuto molto culturale (si ringrazia l'utente @Helenmarchant9 per avere postato tutto ciò) e oggi ci occupiamo di tutto ciò. Il nome del gioco è "what is your penis name?", di traduzione intuitiva. Il nome è così costituito: prima lettera del nome + prima lettera del cognome.
Dai miei commenti più trash sappiamo che la Formula 1 serve solo a fare da contorno a un campionato di dimensioni del pene (in quelli meno trash il campionato era di briscola), ora possiamo anche occuparci del nome che, secondo questo gioco, avrebbe il membro di ciascun pilota! Quindi benvenuti nel mio post più serio di tutti i tempi e preparatevi a farvi quattro risate.

Lewis Hamilton: Sex stick
Valtteri Bottas: Hulk sword (scambio di membri?)
Charles Leclerc: Big gun (in Ferrari ce l'hanno più grande di tutti!!11!!11!)
Sebastian Vettel: Giant salami (ecco un'altra conferma)
Max Verstappen: Purple salami
Alex Albon: Long wand
Carlos Sainz: Big meat
Lando Norris: Love tube
Daniel Ricciardo: Girthy tool
Nico Hulkenberg: Mister stick (meno male che non è rimasto sprovvisto per colpa di Bottas!)
Esteban Ocon: Pleasure machine
Pierre Gasly: Pussy punch
Daniil Kvyat: Girthy flute
Kimi Raikkonen: Love tool
Antonio Giovinazzi: Long punch
Kevin Magnussen: Love pole
Romain Grosjean: Dangling punch
Sergio Perez: Giant beef
Lance Stroll: Sex meat
Robert Kubica: Dangling flute
George Russell: Monster tool
Nicholas Latifi: Mister gun

Bonus:
Fernando Alonso: Fun wand
Felipe Massa: Fun pole (questo è inquietante... mi ricorda Kubica)
Nico Rosberg: Mister tool
Jenson Button: Man sword

Doppio bonus:
It's Olivahhhh Penis (cit): Fuck beef




venerdì 27 dicembre 2019

I sondaggi di Chandhok

Quando non commenta alla moviola tagli di chicane controversi venendo considerato una prova nuova e sconosciuta ai commissari, l'ex pilota della HRT Karun Chandhok si dedica occasionalmente a sondaggi via social.
In quello di oggi chiedeva che cosa, all'inizio del 2010, ci sarebbe sembrato più improbabile per il decennio a venire, con le seguenti opzioni: nessun titolo vinto da Ferrari e McLaren, quattro titoli consecutivi vinti da Vettel, Alonso di ritorno in McLaren oppure nessuna vittoria ulteriore per Schumacher. Personalmente dubito di essermi mai interrogata su cose del genere nel 2010, perché è facile pensarci una volta che le cose sono già accadute, ma la risposta, per me è immediata.

Siamo agli albori del mondiale 2010, Schumacher si sta apprestando a rientrare al volante della Mercedes e non abbiamo garanzie sulla competitività del team. In più Schumacher ha avuto un pesante infortunio in moto e qualche mese fa ha dovuto rinunciare a gareggiare in corso d'opera per problemi fisici dovuti al suddetto incidente.
Qualcuno mi dice che Schumacher non vincerà più nemmeno una gara. Realisticamente parlando, gli rispondo che è probabile.

Siamo ancora agli albori del mondiale 2010, Brawn GP e Redbull si sono contese il mondiale 2009, diventando all'improvviso top-team, con Ferrari e McLaren relegate a posizioni di secondo piano, ma con la voglia di riemergere.
Qualcuno mi dice che nei prossimi dieci anni Ferrari e McLaren non vinceranno mondiali. La cosa mi sembra strana, ma gli stravolgimenti del 2009 mi fanno pensare che possa essere plausibile, così come può essere plausibile il non ritorno alla vittoria della Renault.
Qualcun altro mi dice che Vettel vincerà quattro mondiali di fila. Anche questa non è la cosa più probabile del mondo, ma il 2009 è finito con la Redbull in crescita e tra i piloti Redbull è Vettel quello che ha fatto più punti. Non gli dico che è probabile, però mi sembra più plausibile al giorno d'oggi che un anno fa, alla fine del 2008.

Alonso in McLaren, invece... siamo all'inizio del 2010, sono passati poco più di due anni da quando Alonso è andato via, dopo una stagione di polemiche feroci con Ron Dennis, la dichiarazione che il suo obiettivo è vincere un terzo mondiale e poi dedicarsi ad altro, la dichiarazione che non tornerà mai in McLaren...
Insomma, il quadro generale non fa pensare che la partnership Alonso/Ferrari sia destinata a svanire in tempi brevi, che Alonso voglia continuare a gareggiare in F1 oltre la Ferrari e che, se si accaserà in un altro team, questo sarà la McLaren. Anzi, al momento attuale, inizio 2010, sono altri i top-team che potrebbe scegliere in caso di abbandono della Ferrari: in Mercedes c'è Schumacher che ha 40+ anni, in Redbull c'è Webber che è il più vecchio dei top-driver, insomma, tutti scenari che al momento attuale rendono più plausibile che Alonso possa trovare posto in un altro team che non sia la McLaren, tra qualche anno.
Ho votato il ritorno di Alonso in McLaren, senza ombra di dubbio, perché quel mondiale 2007, che ora viene dipinto un po' come i lanci di piatti tra i Rosbilton, è stato mille volte più caotico dei lanci di piatti tra i Rosbilton.


giovedì 26 dicembre 2019

I Rosbilton sono due uomini romantici!

Ladies, gentlemen and unicorns, stasera sono in vena di romanticismo quindi ho deciso di regalarvi questo post. Non preoccupatevi, non intendo parlare della *ship* tra i Rosbilton (AnK Se Sn TrPp BeLlY iNsYeMe!!!111!!!111 - non potevo non arricchire questo post con una simile affermazione), quanto piuttosto di come entrambi, in modo diverso, abbiano omaggiato le loro signore.
Partiamo dal nostro prosciuttello gangster, con il suo casco epico di Monaco 2013, con una caricatura di sé stesso insieme alla Scherzy (e a Roscoe, erano i tempi in cui Coco non c'era ancora). Un casco vistoso, tamarro, appariscente... insomma, nel pieno de suo stile seppure ai tempi fosse ancora un sobrio ragazzo semirasato, senza le sue gloriose treccine.
Un casco con quello stile sarebbe difficile immaginarlo sulla testa del suo best friend forever, ma sotto sotto i Rosbilton sono sempre stati un po' due lati della stessa medaglia. Il principe azzurro, nel suo casco nero, aveva come unica decorazione un VI metallico, il suo numero di gara in cifre romane. Ma accanto al più grande, se ne nota uno più piccolo, essenzialmente VIvi... ovvero il nome di sua moglie!
Due uomini romantici, ciascuno a suo modo. Mi raccomando, correte a sposare quello che è ancora celibe! ;-)

martedì 24 dicembre 2019

Anni 2010, bilancio di fine decennio

Mentre anche l'anno solare è sempre più vicino a raggiungere la propria fine, capita sempre più spesso di girarsi indietro e guardare quello che questo 2019 ci ha lasciato.
Non si chiude soltanto un anno, tuttavia, ma anche un intero decennio, quindi credo che sia l'occasione giusta per ripercorrere questi anni 2010 e vedere che cosa ci hanno lasciato.

Venivamo da un decennio 2009 che si era concluso con una stagione caratterizzata da un improvviso capovolgimento dei valori in pista, dopo il cambio regolamentare.
A partire dal 2010 abbiamo rivisto anche team storici come Ferrari e McLaren lottare per posizioni di rilievo e per le vittorie, con McLaren che tuttavia è stata vincente soltanto agli inizi del decennio.
Abbiamo assistito alla vera e propria ascesa della Redbull e al suo declino, che in realtà non è un vero e proprio declino. Abbiamo assistito alla crescita progressiva della Mercedes, divenuta la forza dominante di questi ultimi campionati.

Venivamo da un decennio che ci aveva regalato occasionali soddisfazioni e attendevamo forse con ansia il futuro.
Questi ultimi dieci anni di Formula 1 sono stati mediamente belli, forse più belli di quelli del decennio precedente, con le sue qualifiche "falsate" dai quantitativi di carburante, con outsider del sabato che si rivelavano semplicemente piloti che intendevano effettuare un rifornimento di benzina in più, oppure farlo dieci giri prima degli altri.
Sono stati dieci bellissimi anni, con i loro difetti, con la loro spazzatura da nascondere sotto ai tappeti, ma ancora troppo vicini per essere visti nel loro lato più splendente.

Abbiamo assistito a una griglia di partenza con ventiquattro vetture, con tanti piloti emergenti, seppure tanti confinati nelle retrovie e destinati a un rapido rimpiazzo nella stagione a venire. Abbiamo assistito alla lotta per la vittoria, a quella per non essere gli ultimi dei presentabili, a quella per la decima posizione nella classifica costruttori e i relativi big money del campionato costruttori... Il 2010 ci ha portato una realtà diversa, distinta da quella degli anni precedenti, con una Formula 1 sopravvissuta alla tanto vociferata scissione di cui si parlava negli ultimi tempi di Max Mosley.

Abbiamo vissuto uno scontro a quattro tra Alonso, Webber, Vettel e Hamlton per il titolo all'ultimo gran premio stagionale, cosa inedita almeno per quelli della mia generazione (ma che come gli scontri a tre si è concluso con il mondiale assegnato al pilota che era arrivato lì terzo in classifica), alla completa ascesa della generazione anni '80 e soprattutto seconda metà degli anni '80, mentre nel frattempo sopravvivevano ancora in Formula 1 piloti di dieci o quindici anni più vecchi, seppure a centro gruppo o nelle retrovie.
Abbiamo assistito a scene iconiche, in quel 2010, anno di fuoco tanto quanto la Lotus Team Malaysia di Kovalainen lungo le buie strade di Singapore: che cosa c'è di più iconico di un backmarker che, anni e anni dopo, viene ricordato più per quell'evento che per quella vittoria in McLaren?

E poi il 2011, l'anno in cui certe convinzioni ormai marcate si sono definitivamente ribaltate, con il povero Button tacciato di non potere competere con il compagno di squadra Hamilton e di avere vinto solo perché guidava una BrawnGP, ha dimostrato finalmente il proprio valore. Non che nell'anno precedente e in quello successivo sia andato male, ma per mettere a tacere certe voci era meglio avere almeno una classifica stagionale a proprio favore.
A un 2011 non troppo competitivo, con soltanto due team che puntavano alla vittoria, nel 2012 la situazione si è ribaltata, con tanto di teorie del complotto contro certi vincitori molto di nicchia, prima che la situazione si stabilizzasse.
Fun fact: nel 2012 Vettel è diventato il primo pilota della storia della Formula 1 a vincere un mondiale durante il quale non aveva vinto nessun gran premio europeo.

Arrivato il 2013, abbiamo assistito a una delle dinamiche più contorte della storia: dopo avere parlato per metà stagione di quanto fosse bello assistere a un mondiale in cui ogni gran premio non veniva mai vinto dal vincitore della gara precedente, quei commenti si sono ritorti contro di noi.
Pazienza, una nuova era ci aspettava... ed è iniziata con un 2014 dominato dalla Mercedes, senza una vera e propria seconda forza del mondiale, con Redbull, Ferrari e Williams che a vario titolo si appropriavano dei gradini più bassi del podio. Una volta ci è riuscita anche la Force India, ma non quella di Hulkenberg.
Sarebbero seguite due stagioni sullo stesso stampo, ma con Ferrari e Redbull ad alternarsi uno scalino al di sopra della gente random di turno.
Il 2014 ha anche portato a una nuova numerazione, che ha i suoi effetti positivi come i numeri personalizzato, e anche quelli negativi, ovvero che di lì a qualche anno abbiamo visto un pilota ritirarsi da campione del mondo senza che l'anno seguente ci fosse una vettura numero 0 (dite quello che volete, ma il numero 0 è pittoresco).

Il 2014 e il 2016 ci hanno riservato sorprese anche nella parte bassa della griglia di partenza.
Monaco 2014 è entrata nella storia come la prima gara in cui una vettura dei "nuovi team" è arrivata in zona punti, con il nono posto di Bianchi, avvenuto in una gara in cui aveva eroicamente superato Kobayashi infilandosi tra la sua vettura e le barriere della Rascasse (stessa cosa fatta da qualcun altro anni dopo al volante di una Ferrari, semplicemente senza essere preso in considerazione). Se Monaco 2014 è stata rocambolesca, Austria 2016, con il decimo posto di Wehrlein, è stata un'altra storia: il numero di vetture che il pilota della Manor si è tenuto dietro per arrivare a punti è impressionante.

Il 2017 con le sue ruotate tra Vettel e Hamilton dietro la safety car è stato un'ennesima variazione alla storia precedentemente conosciuta, con uno scontro tra due team, in cui sono stati in gran parte i risultati dei piloti ad essere fondamentali per l'assegnazione del titolo (compresi i risultati dei compagni di squadra dei piloti che lottavano per il mondiale).
Il 2018 è stato un ripetersi del 2017, mentre il 2019 ha visto la storia cambiare ulteriormente, con la Mercedes che faceva solo doppiette nei primi mesi della stagione, poi nel corso del campionato Mercedes, Redbull e Ferrari alternarsi in momenti diversi sul gradino più alto del podio.

A proposito di podio, abbiamo assistito a Hulkenberg, simbolo di questa epoca avendola vissuta tutta, senza un prima e forse anche senza un dopo, nella sua inarrestabile ricerca, senza frutti, della top-3. Divenuto il pilota con più partenze senza un podio, ha ottenuto invece una pole position, l'esatto contrario del suo ex compagno di squadra Perez, autore di varie top-3 ma pilota con il maggior numero di partenze senza una pole.

In questo decennio abbiamo assistito anche al debutto del pilota più giovane della storia, che con le regole attuali rimarrà sempre il più giovane. Dopo cinque stagioni in F1, Verstappen ha 22 anni ma è quasi un veterano. Si discute del momento in cui vincerà il suo primo titolo... e deve sbrigarsi, se vuole avere la possibilità di diventare il più giovane campione del mondo di sempre, dato che gli è rimasto un solo tentativo disponibile.
Stessa età di Verstappen, Leclerc è arrivato in Formula 1 molto dopo, ma è già il pilota più amato, complice anche la vettura che guida e i suoi risultati.
Come si dice qualcuno, il prossimo decennio della F1 è in buone mani.

Purtroppo. Già, perché all'incrementare dei piloti con una personalità molto forte, incrementa il numero di ultrà e, purtroppo, in questo decennio abbiamo assistito anche a una crescita del fenomeno dell'ultrà formato web, frutto della diffusione dei social network e del fatto che basti un semplice cellulare per accedervi e scrivere tutto ciò che si desidera.
Questo, tuttavia, non vuole demonizzare i social network: quando agli inizi del decennio non potevamo guardare un gran premio, ci struggevamo nel dubbio. Adesso possiamo seguire agevolmente commenti live, grazie anche ai profili ufficiali su Twitter. Se non altro, mentre la TV rende la F1 sempre meno accessibile, con le Pay TV in prima linea, almeno internet accompagna noi poveri sprovveduti nel nostro cammino di dolore...

Post per doppia pubblicazione
per il mio blog e per F1GC

lunedì 23 dicembre 2019

Vanziners o non vanziners, questo è il dilemma

Per l'argomento di oggi mi sono ispirata a dei post che ho letto su Twitter stamattina, a proposito di... *profondo respiro* telecronisti televisivi. Nello specifico, una certa fetta di fandom ha la convinzione che sia eticamente sbagliato non apprezzare le telecronache dei Vanzené. Precisazione: non parlo di chi insulta, parlo proprio di chi dice "Vanzini non mi piace perché [motivo espresso in termini civili e rispettosi della sua persona e del suo lavoro]", comportamento che, a mio vedere, non lede l'immagine di nessuno. Se si può non apprezzare un pilota o un team principal, allora deve essere lecito anche non apprezzare un telecronista, giusto?
Obiezione tipica, la più soft, è: "ma ti ricordi quando c'era Mazzoni??222???222 Era così perfetto??222???" Credo che da questo punto di vista ci sia un enorme problema di fondo, anzi due. Il primo, il minore, è la necessità di dovere confrontare i due. Non è che uno debba per forza essere il benehhhh assolutohhhh e uno il malehhhh assolutohhhh. In altre parole, a me piaceva Murray Walker e nessuno di loro somiglia a Murray Walker. Tra i due, quello che ha più punti di contatto con la mia idea di telecronaca ideale, seppure limitati alle telecronache entusiaste ma senza urli da stadio e occasionale auto-ironia, non è Vanzini. Per questa ragione, seppure con i suoi difetti, ho apprezzato maggiormente Mazzoni piuttosto che Vanzini. Altra ragione è che mi piace di più la parlata di Mazzoni che quella di Vanzini.
Il secondo, già più importante, è che mi ricordo quando c'era Mazzoni: riceveva quasi costantemente critiche, la poca imparzialità che mostrava in certe circostanze veniva criticata, idem certe osservazioni poco accurate e il fatto che si perdesse a parlare di cose che c'entravano poco. Non ho mai sentito o letto di una sola persona che, nel corso degli anni delle cronache di Mazzoni, si mettesse a insultare chi lo criticava, oppure a insinuare che fossero dei tifosi da stadio a cui non stava bene quello che Mazzoni diceva dei propri *fave*. Provate a criticare Vanzini e vedrete che ci sarà chi insinuerà che il vostro non apprezzamento alla telecronaca abbia dei "secondi fini".

A questo aggiunto altre cose: non è che ogni critica debba essere presa come un insulto. Sinceramente trovo più grave che un telecronista dica schiettamente, sull'unica TV che trasmette la Formula 1 sul territorio italiano, "se non vi piace la mia cronaca, andate a seguire la F1 da un'altra parte", piuttosto che qualsiasi critica civile e argomentata fatta da chi segue le suddette telecronache.
Credo che purtroppo lo stile di Vanzini sia frutto di una precisa linea editoriale e, in questo, probabilmente non differisce dai telecronisti precedenti: ciascuno commentava/ commenta con le caratteristiche di un telecronista dei propri tempi. Sfortunatamente le cronache attuali sono quelle urlate, che personalmente non ho mai gradito non solo da Vanzini, ma nemmeno da altri: "tutti in piedi sul divano, Rossi c'è, Rossi c'è!", questo non era certo Vanzini.
Entro certi limiti è normale che un professionista debba rispettare certi schemi e questi schemi cambiano nel tempo. Il fatto che, da parte di una certa fetta di pubblico, le cronache di Vanzini vengano apprezzate come ad altri prima di lui difficilmente capitava, mi fa pensare che le cronache attuali siano studiate prevalentemente per colpire l'immaginario di un certo tipo di tifoso e che questo tipo di tifoso non sia esattamente quello che segue la F1 in modo più pacato e informato.
Se Mazzoni era il telecronista che doveva commentare la Formula 1 non facendo cadere la palpebra a chi tendeva ad annoiarsi, Vanzini è perfetto per guardare la Formula 1 al bar, per sentire una frase urlata e poi commentare l'accaduto in una decina di persone, urlando per farsi sentire dagli altri, oppure per chi guarda la Formula 1 da casa rimpiangendo di non poterla vedere al bar insieme ad altri tifosi di quello stampo.
Non appartenendo a tale categoria, comprendo a pieno perché a chi non è abituato a seguire la F1 così possa non piacere, dato che anch'io mi ritrovo in quest'ultima scuola di pensiero.

Una cosa che trovo irritante, che trascende un po' dal modo in cui Vanzini parla, è il modo in cui sui social l'apprezzamento o il non apprezzamento per Vanzini viene percepito. Non è un mistero che le telecronache di Vanzini siano orientate a mettere su un piedistallo Leclerc qualunque cosa succeda e a fare il contrario con Vettel qualunque cosa succeda. La mia principale rimostranza, a questo proposito, è un concetto molto semplice: in pista ci vanno venti piloti di dieci scuderie, in un weekend si dovrebbe valutare sì il confronto tra compagni di squadra, ma anche tante cose, come le performance delle vetture su una certa pista, le performance del singolo pilota (come individuo a sé stante, e nel confronto con sé stesso nelle gare precedenti) e quant'altro. Dedicare gran parte del tempo a parlare del fatto che tra i Leclettel c'è uno che ce l'ha enorme e uno che ce l'ha piccolo (non in questi termini) è a mio vedere molto riduttivo. Se poi è fatto andando basandosi solo ed esclusivamente sui tempi effettuati in un unico giro random di prove libere in uno specifico settore, è ancora più riduttivo.
Questa storia del "se non apprezzi Vanzini, sei un tifoso di Vettel e in quanto tale sei un traditorehhhh della kausahhhh ferraristahhhh", sinceramente, mi ha stancato e anche molto. Parte da presupposti sbagliati, prima di tutto quello che chiunque sia ferrarista, che non esistano tifosi di altre squadre o altri piloti, oppure spettatori neutrali, perché magari i loro veri piloti preferiti sono ritirati da anni. Poi parte dal presupposto che l'essere ferrarista significhi schierarsi dalla parte di uno o dell'altro pilota, portare su un piedistallo uno e dare contro all'altro. Dov'è andata a finire la storia del "le gare sono noiose, perché non ci sono duelli e sorpassi, ma sarebbero bellissime se la Ferrari facesse doppietta?" Mi sembrava un'idea molto più di buon senso. Altra cosa a mio vedere sbagliata, è la convinzione che il non apprezzare il portare qualcuno su un piedistallo a livelli esagerati debba provenire da un detrattore invidioso del successo altrui, oppure che il criticare abitualmente qualcuno ancora prima che le vetture scendano in pista debba provenire da un fanboy indignato.

Proprio stamattina leggevo che, secondo lo spassionato parere di un utente di Twitter, quelli che tra Mazzoni e Vanzini avrebbero preferito Mazzoni, sono degli hater di Vanzini incoerenti, perché ai tempi in cui Vettel vinceva mondiali in Redbull, Vanzini lo elogiava/ non lo criticava pesantemente e quindi a loro la cosa stava bene.
Ma... quanta ignoranza plateale c'è in una simile osservazione? E giusto per chiarire il concetto, perché pararsi il cu*o in certe circostanze è d'obbligo, da simpatizzante della Toro Rosso credo che Vettel abbia esaurito la propria utilità quando l'ha lasciata al termine del 2008, stagione in cui diversamente dal suo collega Bourdeeeyyyy non correva con la nuvola di Fantozzi infilata in tasca accanto alla custodia degli occhiali. Da allora in poi ha raggiunto lo status di "pilota di scuderia generica non particolarmente pittoresca" e in quanto tale l'ho sempre considerato, al pari di tutti gli altri piloti presenti. Diversamente da chi fa questi commenti, quindi, non penso affatto che la Formula 1 e le telecronache gli girino intorno come se non ci fosse un domani.
Venendo alle cose più serie, fino al 2017 compreso molte persone non abbonate a PayTV hanno guardato le gare sulla Rai, in diretta quando c'erano, oppure in differita, questa è probabilmente la ragione principale per cui Vanzini aveva meno critici, essendo "confinato" a una televisione che si poteva guardare soltanto sottoscrivendo un abbonamento. In più, cosa significa "non criticare"? tutto e niente. A fine telecronaca perché dovrei lamentarmi se il telecronista *non ha criticato* qualcuno? E per elogi cosa si intende? Perché finché non si raggiunge l'esagerazione, mi sembra che elogiare performance positive sia una cosa totalmente sensata. Certo è che se ripeti il termine "predestinatohhhh" ogni tre per due, magari a lungo andare qualcuno si stanca.
Infine avrei un'ultima osservazione a questo proposito: i ferraristi sostenitori di Vettel, difficilmente erano suoi sostenitori quando vinceva mondiali sulla Redbull. In più c'è gente che ai tempi in cui Vettel vinceva mondiali in Redbull non guardava la Formula 1. Last but not least (sedetevi, perché potreste non reggere il colpo), ai tempi in cui Vettel vinceva mondiali in Redbull, Sky non trasmetteva la Formula 1, Vanzini era il telecronista delle gare di Indycar.


sabato 21 dicembre 2019

La Formula 1 odierna con i numeri pre-1996: Leclerc nuovo Villeneuve? ...no, correrebbe con il 28!

Oggi diamo i numeri e, nello specifico, ci occupiamo di cercare di capire quello che sarebbe successo se fosse rimasta la numerazione presente fino al 1995, per intenderci, quella con i numeri fissi per team e con la Ferrari che portava i numeri 27 e 28.
Le regole che dominavano quell'universo erano semplici e indolori:

- i numeri restavano fissi, ma il team per cui gareggiava il campione del mondo in carica aveva i numeri 1/2;
- il team che prendeva i numeri 1/2 dava al team da cui li aveva presi i suoi numeri, con tutti gli altri team che rimanevano a numeri invariati;
- se il campione del mondo in carica correva in Indycar, stava a casa o faceva lo youtuber, il team che aveva vinto il titolo costruttori portava i numeri 0/2;
- ciascun team poteva apparentemente attribuire i numeri come voleva ai propri piloti in fase di iscrizione al campionato, con i piloti che spesso ereditavano il numero da chi li aveva preceduti, senza questioni legate al punteggio dell'anno precedente;
- il numero 13 non veniva assegnato per questioni scaramantiche;
- i numeri venivano raramente redistribuiti in occasione di fallimenti di team, più plausibile che un team neo-entrante prendesse la prima coppia di numeri disponibili (ce n'era stata una nel 1995, perché nel 1994 c'erano ventotto vetture in pista con numeri che arrivavano al 35);
- visto che negli anni '80/primi '90 c'erano team con una sola vettura, a volte restava qualche numero vacante per questione di incastri legata al punto soprastante (per esempio nel 1995, ultima stagione con questa numerazione, non c'era il 18).

Questi erano i numeri così come erano assegnati nella stagione 1996, dove per comodità ho inserito le denominazioni assunte in seguito dalle stesse squadre:

1/2 - Benetton (poi Renault, Lotus, Renault)
3/4 - Tyrrell (poi B.A.R., Honda, Brawn, Mercedes)
5/6 - Williams
7/8 - McLaren
9/10 - Arrows (presente fino al 2002)
11/12 - Simtek (presente fino al 1995)
14/15 - Jordan (poi Midland, Spyker, Force India, Racing Point)
16/17 - Pacific (presente fino al 1995)
19/20 - Larrousse (presente fino al 1995)
21/22 - Forti (presente fino al 1996)
23/24 - Minardi (poi Toro Rosso)
25/26 - Ligier (poi Prost, presente fino al 2001)
27/28 - Ferrari
29/30 - Sauber (poi BMW, poi Sauber, poi Alfa Romeo)

Team entrati in seguito:
1997 - Stewart (poi Jaguar, poi Redbull)
2002 - Toyota (presente fino al 2009)
2006 - Super Aguri (presente fino al 2008)
2010 - Campos Meta (con il nome di Hispania Racing e poi HRT, presente fino al 2012)
2010 - Manor (presente come Virgin, Marussia e poi Manor, fino al 2016)
2010 - Lotus Malaysia (poi Caterham, fino al 2014)
2016 - Haas

Andiamo adesso a verificare che cosa sarebbe potuto succedere negli anni a venire:

1996 - Michael Schumacher, campione del mondo in carica, lascia la Benetton per la Ferrari, in Ferrari ci sono i numeri 1/2, in Benetton i numeri 27/28.

1997 - Damon Hill passa in Arrows dopo avere vinto il titolo, Arrows prende i numeri 1/2 dalla Ferrari, Ferrari ha i numeri 9/10.
Stewart gareggia con i numeri 11/12, prima coppia disponibile.

1998 - Jacques Villeneuve guida la Williams con cui ha vinto il titolo, Williams ha i numeri 1/2 presi dalla Arrows, la Arrows gareggia con i numeri 5/6 che manterrà fino al proprio fallimento.

1999 e 2000 - il campione del mondo in carica è Mika Hakkinen, con i numeri 1/2 sulla McLaren, ereditati dalla Williams, che a sua volta prende i numeri 7/8 dalla McLaren. I numeri 7/8 diventeranno un'eredità fissa, perdurando fino ai giorni nostri.

Dal 2001 al 2005 - Michael Schumacher è campione del mondo in carica per cinque anni di fila, con i numeri 1/2 in Ferrari, ereditati dalla McLaren. Ferrari portava i numeri 9/10 fin dal 1997 e li cede alla McLaren.
Nel frattempo nel 2002 Toyota entra nei mondiale con i primi numeri disponibili, ovvero 16/17.

2006 - preparatevi che arriva la cosa veramente interessante! Fernando Alonso, campione del mondo in carica, porta i numeri 1/2 in Renault, lasciando alla Ferrari i numeri che la Renault portava fin dal 1996... ovvero nientemeno che 27 e 28!
Super Aguri, nel frattempo, sorge a scoppio molto ritardato sulle ceneri della Arrows ed esordisce con la prima coppia di numeri disponibile, 5/6, curiosamente gli stessi numeri che portava la Arrows.

2007 - stesso campione del mondo, altro team, i numeri 1/2 stavolta sono in McLaren, che cede alla Renault i numeri 9/10. I numeri 9/10 arriveranno fino alla Renault dei giorni nostri.

2008 - con Kimi Raikkonen campione, la Ferrari ritorna ai numeri 1/2, ereditati dalla McLaren, alla quale cede gli storici 27/28.

2009 e 2010 - continuamo con le cose interessanti. Lewis Hamilton porta i numeri 1/2 in McLaren, numeri che vi rimarranno nel 2010 con il passaggio in McLaren del campione del mondo in carica Jenson Button. 27/28 tornano in Ferrari con il mondiale 2009... destinati a rimanervi fino all'epoca attuale! (ma vi darò una pessima notizia, più avanti, quindi preparatevi psicologicamente).
Con l'esordio dei nuovi team, è plausibile che i numeri siano stati riallocati per ordine di iscrizione: quindi 5/6 (ex Super Aguri) alla HRT, 16/17 alla Marussia, 18/19 o 19/20 alla Caterham (preferisco pensare al 19/20 in onore alla Larrousse).

Dal 2011 al 2014 - Sebastian Vettel, campione del mondo in carica, porta i numeri 1/2 sulla Redbull, ereditandoli dalla McLaren. La McLaren prende i numeri 11/12, quelli che la Redbull portava fin dai tempi in cui si chiamava Stewart, e li mantiene fino ai giorni nostri.

Dal 2015 ai giorni nostri - con la vittoria del mondiale da parte di Lewis Hamilton, Mercedes cede i numeri 3/4 alla Redbull per prendere i numeri 1/2, che porterà nel 2020 compreso, con la sola eccezione del 2017, quando con il ritiro di Nico Rosberg da campione del mondo in carica porta i numeri 0/2, probabilmente distribuiti internamente in base a criteri scaramantici.
Nel 2016 Haas fa il proprio esordio, prendendo i numeri 5/6, i primi disponibili.

Parlando di Ferrari, e qui veniamo alla cosa grave, siamo rimasti al 27/28 e dobbiamo fare un passo indietro fino al 2006.
In quella stagione è verosimile il 27 per Schumacher e il 28 per Massa, con Raikkonen che eredita il 27 da Schumacher. Dopo il 2008 con 1/2, tornano il 27 a Raikkonen e il 28 a Massa e vengono a loro volta sostituiti con i successivi cambi.
Quindi Alonso succede a Raikkonen prendendo il 27, Raikkonen torna al posto di Massa e stavolta corre con il 28, Vettel prende il posto di Alonso e gareggia con il 27... quindi, mi spiace dirvelo, Leclerc correrebbe con il 28 e non con il 27 di Gilles Villeneuve!
A meno che nel nostro alternate universe non si sia verificata una di queste due situazioni:
1) al momento in cui Raikkonen prende il posto di Schumacher, la Ferrari per non dare l'idea di prima/seconda guida assegna il 27 a Massa per anzianità, quindi tutto il resto del ragionamento funziona al contrario;
2) Raikkonen prende il 27 con il passaggio in Ferrari nel 2007 e tutto procede come ipotizzato fino al 2013, poi, con il ritorno di Raikkonen nel 2014, Raikkonen chiede cortesemente di riavere il 27 con cui ha vinto il mondiale, quindi corre con il 27 e Alonso con il 28, di conseguenza Vettel prende il 28 con l'arrivo in Ferrari e in seguito Leclerc prende il 27 nel sostituire Raikkonen.

Abbandonando questo aspetto strettamente ferraricentrico e passando a una visione più globale, i numeri della stagione 2020 saranno tali e quali a quelli del 2019 e, proprio come nel 2019, mancheranno alcune coppie di numeri, ovvero 16/17 (usciti di scena con il fallimento della Manor), 18/19 o 19/20 (usciti di scena con il fallimento della Caterham) 21/22 (mai riassegnati dopo il fallimento della Forti), 25/26 (mai riassegnati dopo il fallimento della Prost).
Nello specifico, avremmo questa numerazione:

1/2 - Mercedes
3/4 - Redbull
5/6 - Haas
7/8 - Williams
9/10 - Renault
11/12 - McLaren
14/15 - Racing Point
23/24 - Toro Rosso
27/28 - Ferrari
29/30 - Alfa Romeo

A questo punto sono doverose due precisazioni, una relativa alla Racing Point e una relativa ai numeri 16/17 e bonus al numero 18 vacante fin dalla notte dei tempi. Curiosamente le due precisazioni non hanno nulla a che vedere l'una con l'altra, ma finiscono per incrociarsi.
Iniziamo quindi dalla Racing Point, per questioni di praticità: nel 2018 ha preso il posto della Force India, ma come NUOVO TEAM, non come Force India, da cui la cancellazione dei punti ottenuti nella prima parte della stagione. Questo significa che non avrebbe potuto, in linea teorica, gareggiare con gli stessi numeri già appartenuti, nello stesso anno, alla Force India, quindi avrebbe dovuto correre con un'altra coppia di numeri, che porterebbe fino ai giorni nostri. La prima coppia disponibile era quella composta dai numeri 16/17, numeri che verosimilmente la Racing Point avrebbe preso nell'iscriversi a stagione in corso nel mondiale 2018, da cui il collegamento indiretto tra le due questioni.
Il punto dei numeri 16/17, portati in questo universo dalla Manor, è che uno dei due sarebbe stato il numero di Jules Bianchi e, in quanto tale, probabilmente ugualmente ritirato dopo la sua morte o addirittura sostituito da un altro numero già al momento dell'iscrizione formale di Alex Rossi al GP della Russia 2014. Se Bianchi aveva il 16, sarebbe stato tutto molto facile, con la coppia 17/18 dato che il 18 non c'era, se fosse stato il 17, una coppia 16/18 la vedrei un po' stonata, ma non sarebbe a mio parere da escludere (in F2, dove i numeri sono lineari e basati sulla classifica costruttori dell'anno precedente, quest'anno Markelov ha gareggiato con un numero diverso da quello di Hubert, quando è passato alla Arden, anche se i numeri delle due vetture non fanno coppia).
Tornando alla Racing Point, quindi, la sua coppia di numeri potrebbe essere una di queste tre: 16/17, 17/18, 16/18.

venerdì 20 dicembre 2019

WEC 2019/2020: tra le Toyota e Yacaman... ehi, un attimo, cosa c'entra Yacaman?

Yacaman?!?!
Miei carissimi diffusori della Brawn, è giunto il momento di andare a recuperare qualcos'altro che mi sono persa nel corso di questo 2019 che volge verso il termine e, nello specifico, di occuparci del WEC.
Non stiamo andando a cercare qualcosa di lontano nel tempo, i primi quattro eventi del campionato 2019/2020 si sono svolti in settembre, ottobre, novembre e dicembre, l'ultimo di fatto la settimana scorsa.

La serie, caratterizzata da un breve interesse collettivo ai tempi di Fernando Alonso, poi svanito nel nulla da quando ha lasciato il campionato per lasciare posto a un certo #MaiUnaGioia stella della musica pop e stalla dei bovini faentini (scusa, Brendon Bitch, sai che ti voglio bene), è iniziata a Silverstone, con una doppietta Toyota e con la vittoria della numero 7, guidata dagli ormai habitué José Lopez, Mike Conway e Kamui Kobayashi.
Al Fuji, invece, è arrivato il momento d'oro dell'altra Toyota, la numero 8 di Sebastien Buemi, Kazuki Nakajima e, appunto, Brendon Hartley.

Poi è accaduto qualcosa. Mi pare di avere capito un cambio regolamentare in corso d'opera, che ha fatto sì che la gente che si era indignata per il dominio Toyota si indignasse perché Toyota ha smesso di vincere a Shanghai.
In Cina deve girare erba di notevole entità, dato che il profilo ufficiale del WEC ha clamorosamente sbagliato l'identità di uno dei piloti vincitori, citando a caso Gustavo Yacaman al posto di Gustavo Menezes.
A completare il trio di Rebellion, c'erano anche Norman Nato e Bruno Senna. L'ex pilota della HRT è diventato, curiosamente, il primo pilota nella storia del WEC ad avere ottenuto almeno una vittoria in tutte le attuali classi, LMP1, LMP2, GTPro e GTAm.

Curiosità: nell'occasione poco propizia alla Toyota era il compleanno di #MaiUnaGioia, il che mi sembra perfetto per incrementare il suo status di #MaiUnaGioia!
Comunque le Toyota (o le Toyote, come disse una volta Mazzoni ai tempi della Formula 1), sono tornate al successo in Bahrein, seppure in una gara in cui la Rebellion aveva iniziato bene. A vincere sono stati il trio numero 7, ovvero Lopez/ Conway/ Kobayashi.

Il campionato, giunto al giro di boa, riprenderà in febbraio, con il Circuit of the Americas che ha rimpiazzato l'evento brasiliano originariamente previsto. Poi ci sarà Sebring in marzo, seguirà Spa Francorschamps in aprile e, infine, la stagione terminerà in giugno con la 24 Ore di Le Mans.
Non preoccupatevi in alcun modo, non ci saranno sovrapposizioni con il GP dell'Azerbaijan, quindi il motorsport non morirà. Non per quella ragione, almeno, sono certa che di ragioni per decretarne la morte ne troveremo molte altre.

mercoledì 18 dicembre 2019

Dan Ticktum: the villain is back!

Ci sono giorni in cui, nel mondo del motorsport, esplodono delle bombe che distolgono l'attenzione da tutto il resto. Quindi, a partire da ieri, la grossa fetta di popolazione che parlava di argomenti come Hamilton in Ferrari, Vettel in McLaren, Verstappen in Mercedes (tutte cose che dovrebbero accadere nel 2021, con i piloti probabilmente trasportati su un portapacchi, dato che quelle vetture, nessuna esclusa, dovrà guidarle al contempo anche Alonso), ha accantonato i suddetti argomenti per parlare di lui, il villain che il motorsport europeo sta disperatamente cercando: Daniel Ticktum, soprannominato gentilmente Dicktum dalla gente che in altri momenti sostiene che insultare gente just for fun sul web sia cyberbullismo e che sia da combattere a tutti i costi.

Su Ticktum esistono numerose leggende metropolitane, favorite dal fatto che non esista un video di quanto ha fatto a Silverstone quattro anni fa. Le ricostruzioni dell'epoca sono abbastanza chiare, ma siamo abituati a cose più soft, quindi siamo portati a pensare ad azioni analoghe.
Il problema è che non ci sono azioni analoghe. La safety car fa pensare a Vettel a Baku, il contatto volontario con il pilota da cui è stato speronato fa pensare a Kanaan con Hornish, oppure al peggio accaduto tra Ferrucci e Maini. Qualcuno paragona anche l'accaduto a Schumacher con Hill nel 1994. Ieri ho visto in un commento sul web qualcuno che paragonava la cosa agli incidenti avuti nel corso della loro carriera da "Verstappen, Vettel, Hamilton e Alonso" (anche il semplice andare a sbattere da soli). Oppure c'è chi l'ha paragonato a Mazepin, perché quest'ultimo una volta ha picchiato un altro pilota nel dopo-qualifiche.

No. Sommando tutte le azioni sopra citate, ne verrebbe fuori un pilota meno disturbato di Ticktum. Il fenomeno, nel lontano 2015, mentre lottava per il titolo contro un giovanissimo Trollando Norris (in Formula 4, non sui tricicli), è stato speronato da un certo Ricky Collard, successivamente divenuto telecronista del DTM.
All'ingresso della safety car, Ticktum, che era finito fuori pista, ha superato IN REGIME DI SAFETY CAR, INCONTRANDO SUL PROPRIO PERCORSO UNA QUINDICINA DI BANDIERE GIALLE O DOPPIE BANDIERE GIALLE, un numero di vetture stimato in dieci, per andare a speronare di proposito Collard. Voci di corridoio narrano che abbia innescato un incidente che ha messo fuori gioco un numero di vetture stimato intorno a sei, dai racconti che esistono online.
Insomma, se ha ricevuto una squalifica di un anno da tutti i campionati FIA invece che una tirata d'orecchie, c'erano ragioni che fanno sfumare affermazioni del tipo "si è comportato come Ferrucci". No, Ferrucci si è comportato da co***one, sia dentro sia fuori dalla pista, ma ciò che ha fatto potrebbe essere considerato quasi all'ordine del giorno nelle competizioni americane. Quello che ha fatto Ticktum, invece, non penso che sia normale nemmeno in un demolition derby.

Scontata la squalifica, Ticktum è tornato alle competizioni, ricostruendo la propria carriera. Entrato nel junior team Redbull, ha vinto a Macao nel 2017, è stato runner-up in F3 europea nel 2018 e subito dopo ha vinto un'altra volta a Macao. In Superformula non è andato altrettanto bene e ha perso il volante.
C'è chi lo accusa di non essere cambiato, perché nel 2018 ha accusato in maniera assolutamente imprecisata Prema e Mick Schumacher di barare, genericamente, dopo essere stato superato in classifica piloti da quest'ultimo, oppure perché in Superformula ha dato la colpa al team delle performance scadenti.
Non so se mi spiego: uno che ha provocato un devasto degno dello spirito di uno psicopatico entrato nel corpo di Yuji Ide, è vittima di hate per avere detto "OMG, i miei avversari baranohhhh!!!11!!11!" o "che macchinahhhh di m**da!!!11!!!"... la gravità delle cose viene vista come simile.

Uscito dal programma junior della Redbull, non è stato santificato come qualsiasi altro pilota vittima dello stesso destino, né descritto come uno che aveva subito una terribilehhhh ingiustiziahhhh (descrizione che è stata appioppata anche a Patricio O'Ward, uscito dal programma della Redbull per andare a vivere di stenti in Indycar in un team che ha appiedato Hinchcliffe per fargli posto), ma è stato deriso per la stessa ragione, dando un perfetto esempio di come il mondo dei tifosi sia governato dai double standard.
Uscito dalla porta è rientrato dalla finestra, gareggerà in Formula 2 con Dams nel 2018, tentando un'altra volta di ricostruire il suo percorso verso la Formula 1. In più ieri è stato annunciato come development driver della Williams.
Orrorehhhh, come si permettehhhh un team come la Williams di dare spazio a questo personaggiohhhh? Al rogohhhh tuttihhhh!!11!!!1!! insomma, c'è spazio per una sola categoria di bimbiminchia, quelli che commentano le gare sui social, i piloti bimbiminchia non hanno senso di esistere...

PS. Il mio post non vuole in alcun modo giustificare il comportamento passato di Ticktum, ma semplicemente puntare il dito contro chi utilizza qualsiasi scusa per criticarlo e mette allo stesso livello cose che non lo sono. Accusare senza prove concrete e senza entrare nello specifico gli avversari di barare è una cosa che hanno fatto in tanti (Verstappen con la Ferrari dopo il GP degli Stati Uniti, a titolo di esempio) senza che le critiche perdurassero per anni. Criticare il team è qualcosa che, da parte di altri, ha suscitato anche ilarità, basti pensare ai "GP2 engine!" di Alonso, che invece di generare indignazione (se non alla Honda stessa che gli ha sbattuto la porta sul naso in Indycar), ha generato meme. Nei confronti di Ticktum vedo tanti hater incalliti, molti dei quali a conti fatti sono convinti che abbia commesso un'azione molto meno grave di quella da lui effettivamente commessa (a titolo di esempio, c'è perfino chi ha confrontato il caos di Silverstone 2015 con il crash del tutto accidentale avvenuto tra Stroll e Vettel nel giro d'onore in Malesia 2016 - quello dopo il quale Stroll disse ai microfoni Rai che è normale non guardare gli specchietti in tale circostanza).

martedì 17 dicembre 2019

F4 SEA 2019: Lucca Allen vince il titolo

Nello scorso weekend, mentre erano già in corso alcuni dei campionati minori che si svolgeranno nell'inverno 2019/2020, terminava un campionato iniziato molti mesi fa, la Formula 4 del Sud-Est Asiatico.
Si sono svolti in totale dieci eventi, ciascuno dei quali comprendeva quattro gare, per un totale di quaranta. A fine stagione, solo i risultati delle trentadue migliori gare contavano per la classifica.
Il campionato è iniziato con Sepang I e Sepang II, per poi passare a Cheng I e Cheng II, a Madras I e Madras II, poi di nuovo a Sepang, negli ultimi mesi, con Sepang III, Sepang IV, Sepang V e Sepang VI.

Non sono stati molti i piloti che hanno preso parte all'intero campionato, tra essi spiccano i due championship contenders, Elias Seppanen e Lucca Allen, quest'ultimo già visto negli anni scorsi, in genere in qualità di backmarker, nella F4 britannica.
Oltre ai due, rispettivamente un finlandese e un irlandese, l'altro pilota full-time era il malese Muizz Musyaffa.
Altri piloti che hanno preso parte a oltre metà del campionato sono Josh Smith, Alister Yoong (il figlio del Sommo Yoong), Sneha Sharma (un'esclusa della prima selezione della W Series).
Accanto a loro qualche pilota che ha disputato soltanto pochi eventi, tra loro spiccano Malthe Jakobsen della F4 danese e Hadrien David della F4 francese.

Numero Vittorie:
Lucca Allen - 12
Elias Seppanen - 11
Hadrien David - 6 (su 8 gare disputate)
Shiab Al-Habsi - 4
Josh Smith - 3
Muizz Musyaffa - 2
Alister Yoong - 1
Emil Skaras - 1

Alla fine la questione delle trentadue gare con punteggio migliore valide per la classifica finale ha avuto la sua importanza in quanto Seppanen ha totalizzato più punti, in generale, ma il titolo l'ha vinto Allen per effetto dello "scarto".
Pilota irlandese che vince il titolo contro pilota finlandese = Irvine è stato finalmente vendicato!
La cosa, comunque, ha generato qualche polemica via social, con Seppanen che ha dichiarato sul suo profilo twitter che non vede l'ora di gareggiare in Europa il prossimo anno, dove i regolamenti sono più chiari (pare che soltanto a campionato finito sia stato ufficializzato il numero di eventi validi per la classifica piloti). Qualcuno ha mosso dei dubbi sulla squalifica di Seppanen in una delle gare, nella quale aveva innescato una collisione proprio con Allen. Insomma, il "drama" non è mancato, ma a noi, in Europa, non è arrivato nel suo massimo splendore.

domenica 15 dicembre 2019

Generazione SMS e Vettonso War: ma non c'è niente di meglio da fare, tipo pensare alla maestosa grazia della tortora di Montecarlo?

Non ci sono proprio portata, per i messaggi SMS, nonostante quindici anni fa fossero il principale mezzo di comunicazione della mia generazione. Noi clienti Vodafone aspettavamo con ansia quei periodi dell'anno in cui c'erano promozioni in cui pagando qualche euro si poteva andare vicino ai messaggi illimitati, che noi usavamo prontamente per le catene di Sant'Antonio (non Giovinazzi futura prima guida in Ferrari). Cose che i giovani di oggi non conoscono, con Wattsapp o con piani tariffari che includono centinaia di messaggi compresi nel prezzo ogni mese.
Salvo i lettori da lunghe notti insonni, di fatto facendoli addormentare, quindi i miei post sono sempre monologhi, ma non fa niente. Non sono fatta per la sintesi, a parte a suo tempo per le materie universitarie. Una volta, siccome mi era d'aiuto mentre studiavo, sintetizzai due libri di 300+ pagine ciascuno in 15 pagine Word. Le misi a disposizione dei miei compagni di corso. Alcuni ebbero il coraggio di chiedermi se, secondo me, bastava studiare da quelle 15 pagine di sintesi per passare l'esame. Sintesi scritte perché la prima volta in cui avevo studiato i due libri di 300+ pagine senza prendere appunti, non avevo passato l'esame.

Non preoccupatevi, non siamo qui per parlare della mia carriera universitaria, ma di argomenti di maggiore spessore. Ultimamente la mia bacheca è tappezzata da post a proposito della contrapposizione tra tifosi di Alonso e tifosi di Vettel e credo che sia arrivato il momento di dire la mia.
Purtroppo la cosa non vi piacerà, ma la mia opinione è che il confronto tra i tifosi di Alonso e i tifosi di Vettel venga messo in mezzo anche quando è ben lontano dall'essere l'intento originario di chi ha osato scrivere qualcosa che citasse uno dei due. Mi spiego meglio, chi scrive un post in cui cita l'uno o l'altro o li confonta, li sta confrontando. Chiunque scriva un post a favore o critico nei confronti di uno dei due senza citare l'altro, con tutta probabilità sta semplicemente facendo un discorso a proposito di UN pilota, senza che sia necessario andare a leggerci significati che non esistono.

A titolo di esempio, una volta mi capitò di leggere un post in cui c'era scritto che Leclerc era il favorito della Ferrari perché il suo manager è Nicolas Todt. Chi mi segue da anni, immagino che saprà che sto combattendo un'inutile crociata contro questa mentalità Nicolas Todt-centrica.
Quel post mi ha lasciato l'amaro in bocca. Ho cercato di ignorarlo, ma non ce l'ho fatta. Ho deciso di rispondere e, siccome non volevo scrivere cose che andassero oltre il buon senso, ho trovato una risposta a mio parere sensata: ai tempi di Massa e Alonso, il manager di Massa era Nicolas Todt, ma Massa non era favorito nei confronti di Alonso (lo aggiungo solo qui: anche se alcuni membri della Ice-nation l'hanno scritto in modo random, in seguito, avendo iniziato a seguire la F1 nel momento stesso in cui scrivevano quei post).
Il mio non era un giudizio sul fatto che fosse giusto o sbagliato, era un semplice giudizio sul fatto che, ai tempi di Alonso e Massa, per vedere favoritismi nei confronti di Massa bisognava essere di vedute molto larghe, nella fattispecie vedere tutto quello che c'era intorno alla F1 tranne la F1 stessa.
Sapete che risposta ho ottenuto? Quel tizio mi ha risposto testualmente che, se pensavo che Alonso fosse migliore di Vettel, avrei potuto scriverlo esplicitamente invece di nascondermi. WTF?! Un discorso su Massa e Leclerc, si era trasformato in modo totalmente random, in un confronto Alonso vs Vettel. Per la cronaca, quando poi gli ho risposto di nuovo che sì, Alonso era stato un pilota Ferrari migliore di Vettel, cosa che ero stata invitata ad affermare quando per me aveva rilevanza zero in quel contesto, mi ha detto che non era necessario che esprimessi il mio parere.

Ve lo confesso, a volte quando scrivo qualcosa sui social mi viene da pensare che sarà l'errore più grande della mia vita ma che, al contempo, non scrivere nulla verrà interpretato in un modo diverso dal volere ignorare la questione.
Il problema di fondo, relativo alla questione Alonso vs Vettel, è che secondo me al giorno d'oggi si vuole ingigantire una questione che non esiste. Aprite gli occhi, gente, questi due hanno lottato per il titolo l'uno contro l'altro per l'ultima volta *nel 2012*: sette anni fa.
L'ultimo duello per una posizione che ricordo tra i due è quello di Messico 2017, quando Vettel era stato protagonista al primo giro d un incidente con Verstappen e Hamilton e stava risalendo dalle ultime posizioni alla top-ten. Poi magari ce ne sono stati altri, simili, ma sul momento non mi sovvengono.
Ne è passata di acqua sotto ai ponti nel frattempo, non vedo perché far ruotare tutta la Formula 1 intorno a un ipotetico duello Alonso vs Vettel, qualcosa che ormai è lontano del tempo e che, a mio parere, non ha significato di più di quanto abbiano significato in altri momenti altre contrapposizioni tra piloti.

Da parte mia reclamo il diritto di potere dire cose che siano negative o neutrali nei confronti dell'uno o dell'altro senza essere accusata di leccare il cu*o all'uno solo perché non lecco il cu*o all'altro.
A suo tempo non apprezzavo certi atteggiamenti di Alonso, il suo essere un po' troppo mediatico, certe sue prese di posizione nei confronti delle squadre per cui ha gareggiato, che di fatto, a un certo punto, gli si sono ritorte contro. Al di là del fatto che i team radio inca**ati contro la Honda sono forse la cosa che ho trovato più divertente del suo atteggiamento, al giorno d'oggi la Honda boicotta la sua presenza in buona parte dei team Indycar, in quanto la metà sono motorizzati Honda. Non è una cosa che mi sto inventando dal nulla. Far presente questa cosa a proposito di Alonso, non significa che io stia parlando a favore di Vettel, che da parte sua non si è mai distinto particolarmente nello spargere me**a nei confronti delle squadre per le quali gareggiava. Anzi, in tutta onestà, a uno che commenta con un "krande skuadra" una gara in cui ha avuto un pitstop problematico, mi verrebbe quasi da chiedergli: scusa, ma ti droghi?
Sono due piloti che, da questo punto di vista sono inconfrontabili, molto diversi l'uno dall'altro in apparenza, che non si sono trovati nelle stesse situazioni quindi ogni confronto lascia un po' il tempo che trova. Rimane solo la considerazione che, come personalità, sembrano molto diversi l'uno dall'altro. E questo non vuole dire che uno sia un santohhhh subitohhhh e l'altro un traditorehhhh della patriahhhh, né che io tifi l'uno o l'altro, né che detesti l'uno o l'altro. Semplicemente sono due piloti diversi e non vedo la necessità di confrontarli anche in situazioni che non prevedono il confronto l'uno con l'altro.

Reclamo inoltre il diritto di potere criticare i risultati di chicchesia senza essere tacciata di farlo per parlare a favore di qualcun altro. Se qualcuno mi chiede che cosa ne penso dei risultati ottenuti da Vettel negli ultimi anni, penso di potere esprimere liberamente un parere critico su alcuni episodi. Questo però non è un attacco personale, a mio parere. Non so se Vettel arriva fino lì e basta, non so se qualche anno fa ha sbattuto la testa contro un mobile riportando danni permanenti, non so se ha difetti di vista e porta lenti a contatto che si muovono a causa della forza G... Dire "ha fatto una gara di me**a" in una circoscritta occasione non significa dire "è una me**a", né significa che stia usando l'argomento a favore di Alonso. Anche perché in fin dei conti hanno guidato entrambi per lo stesso team in momenti diversi e, tbh, nessuno dei due era il pilota che preferivo in Ferrari (team di cui peraltro non sono mai riuscita sul serio a identficarmi come tifosa) nel momento storico in cui è stato ingaggiato.

In più reclamo il diritto di non vedere la Formula 1 e i top-team come qualcosa che ruota intorno all'uno o all'altro. Alonso non tornerà in Formula 1? Se tornerà non sarà in un top-team? Vettel si ritirerà a fine del 2020? Oppure nel 2021 gareggerà per un team da metà classifica?
Sappiate una cosa: non ci perdo il sonno. La Formula 1 ci riserverà sempre e comunque qualcosa di interessante da vedere e, se da un lato sono un po' "disturbata" (per questioni di età) dalla rapida ascesa del 1990 e dalla prospettiva di vedere presto del 2000 in F1, dall'altro non mi attacco all'uno o all'altro pilota a questo punto.
In più il concetto di top-team è sopravvalutato. Non esiste solo la top-5, non esiste solo la top-6, esistono tante storie interessanti, ciascuna a suo livello. Magari tra tre anni Alonso e Vettel non saranno in Formula 1, oppure faranno un'inattesa doppietta al volante delle Williams. Oppure saranno in Williams e non caveranno un ragno dal buco, venendo prontamente ignorati da chi al giorno d'oggi sta in prima linea della Vettonso War.

Sappiamo che cosa ci ha riservato il passato, e da parte mia lo scontro Alonso vs Vettel non ha nulla di più significativo di tutti gli altri scontri a cui ho assistito da quando seguo la Formula 1, ma non sappiamo che cosa ci riserverà il futuro.
Sappiamo che esistono tifosi dell'uno o dell'altro, ma sappiamo che il mondo del motorsport non ruota né intorno all'uno né intorno all'altro, come dimostra il fatto che il mondo non si sia fermato perché sono passati rispettivamente tredici e sei anni dai loro ultimi titoli mondiali.
Tutto il resto sono numeri e spetta a noi decidere qual è l'importanza che vogliamo dare a questi numeri. Con un po' di impegno sono certa che saprei scrivere una stroncatura di entrambi, anche se le ragioni sarebbero in gran parte diverse. Però non ho alcuna ragione per farlo. Hanno entrambi fatto parte di una Formula 1 che ho amato e che continuerò ad amare, con loro o senza di loro. Non vedo ragioni per cui essere una hater dell'uno oppure dell'altro e, se dovessi fare uno sforzo di immaginazione, non vedrei ragioni per cui essere hater dell'uno *in funzione dell'altro*. Stiamo parlando di due ex avversari che ai tempi non sembravano andare molto d'accordo l'uno con l'altro, ma senza che siano accadute grandi polemiche tra di loro, nei limiti del vivi e lascia vivere. A maggior ragione, da spettatrice neutrale del loro confronto in Williams, vivo e lascio vivere. Ovvio che gli insulti tra tifosi mi danno fastidio, ma fintanto che non si tratta di insultare ma di esprimere opinioni civili e nel rispetto dei piloti e degli altri tifosi, state sicuri che non ci perderò il sonno.

sabato 14 dicembre 2019

Cose che mi sono persa: IMSA & tombini

Siamo in dicembre e non c'è periodo dell'anno migliore per andare a ripescare quello che mi sono persa nei mesi precedenti.
Oggi ho deciso di dedicare un po' di spazio al WeatherTech Sportscar Champioship, per intenderci l'IMSA, campionato iniziato lo scorso gennaio con la 24 Ore di Daytona, che si è concluso nel mese di ottobre.

Come probabilmente ricorderete, a Daytona ha vinto un team composto anche da alcune nostre vecchie conoscenze, come Jordan Taylor e Renger Van Der Zande.
"Chi?" - cit. uomo della strada.
Insieme a loro c'erano Kamui Kobayashi e soprattutto Fernando Alonso, il pilota più discusso della storia del motorsport.

A proposito di nostre vecchie conoscenze, a vincere il titolo è stata una delle vetture del team Acura Penske, guidata da Dane Cameron, pilota californiano classe 1988, e soprattutto da un'altra nostra vecchia conoscenza, che ha un retrogusto di tombini scoperchiati: si tratta di Juan Pablo Montoya.

I due hanno battuto per pochi punti il team di Pipo Derani e Felipe Nasr, mentre al terzo posto si sono piazzati Helio Castroneves e Ricky Taylor, piloti Acura Penske.
Va da sé che il mio sogno nel cassetto è un rimescolamento dei Penske Bros, perché troverei stupendo vedere Montoya e Castroneves come compagni di squadra. *-*

Citazioni random, perché meritano, il team tutto femminile Heinricher Racing/ Shank in classe GT, con al volante Katherine Legge, Christina Nielsen e Ana Beatriz Figueiredo.
In questo team hanno fatto la loro comparsa occasionale Simona De Silvestro a Daytona e, verso la fine della stagione, anche Alice Powell per un evento one-off.


venerdì 13 dicembre 2019

Doug Solter - SKID

Carissimi lettori, oggi parliamo di "Skid", romanzo di tale Doug Solter, ambientato in Formula 1.
Solter ha 40+ anni, viene dall'Oklahoma, scrive romanzi young adult, oppure fan fiction young adult trasformate in romanzi, "Skid" è stata in passato pubblicata su Wattpad, poi pare che l'autore si sia autopubblicato tramite Amazon e che la sua storia sia divenuta un libro. Al giorno d'oggi non è più disponibile su Wattpad, ma l'avevo scaricata a suo tempo per leggermela con calma, quindi ho recuperato il mio pdf e in questi giorni me lo sono letta.
Esiste soltanto in lingua inglese e su amazon ha avuto molte recensioni positive, del calibro di "non seguo il motorsport, però ho trovato la storia molto avvincente".
Lo ammetto, se non avessi mai seguito una gara di Formula 1 in vita mia, probabilmente avrei apprezzato la storia molto di più, perché a mio parere, nonostante i cliché classici degli young adult americani, potrebbe avere il suo fascino. Il problema è tutto il resto, che ora vi racconterò.

Samantha è una diciassettenne americana, vive con madre, sorella maggiore con annesso figlio, sorella minore. Il padre, ex pilota, è morto in un incidente stradale. In futuro si scoprirà che era lei che guidava e stava prendendo parte a una corsa clandestina sotto la pioggia, cosa sulla quale ha mentito e per la quale la sua famiglia chiuderà i rapporti con lei per buona parte del romanzo.
Mangia schifezze, frequenta una scuola dove viene occasionalmente bullizzata da una ragazza con capelli dorati e dai ragazzi che praticano sport. Come tutte le ragazze che si sentono speciali, pensa che quelle che si vestono da donna siano tro*e e che i ragazzi che apprezzano le ragazze femminili siano dei maiali pervertiti. Ha una simpatia paragonabile a quella di Danica Patrick mescolata con una tumblr baby tredicenne.
Pilota amatoriale, gareggia su vetture da lei definite mini stock car, i suoi avversari la odiano perché è una donna giovane e vincente, come da migliore cliché, e la troviamo che rischia di bruciare viva per avere voluto tagliare il traguardo di una gara con l'auto in fiamme.
Poi, un bel giorno, la sua vita cambia: scopre che la Porsche ha deciso di fornire motori a un team di Formula 1, il quale cerca un test driver facendo una selezione tra i migliori piloti americani. La selezione si svolgerà a Indianapolis e decide di partecipare, pur non essendo in lista.

Si imbuca like a boss spacciandosi per uno dei piloti in lista e va a parlare con il fondatore del team e con suo nipote Manny. Pretende di partecipare al test e quando il tipo le chiede chi sia esattamente per pretendere tutto ciò, si mette a urlargli contro che è un orribilehhhh sessistahhhh che ce l'ha con le donne. Anche il cliché delle tematiche sociali trattate a caso c'è.
Le viene offerto un test, si rivela una dei più veloci e va di nuovo a sbraitare con il titolare del team perché lo vede parlare con un altro pilota ed è ingiustohhhh che qualcuno diverso da lei possa essere ingaggiato.
Il titolare ha una crisi mistica, ingaggia Samantha che lascia gli States per trasferirsi in Germania, dove vivrà presso una famiglia ospitante, prenderà il diploma e guadagnerà tanti big money.
Ci vengono presentati i membri del team: un certo Benito Marcello, ingegnere di gara/team principal(?) palermitano, un certo Scott, capo dei meccanici(?), un "meccanico inglese", un "meccanico francese" e tanta gente con nomi tedeschi troppo difficili affinché Samantha li memorizzi.

Ci ritroviamo catapultati in una Formula 1 che in teoria dovrebbe essere (nonostante in copertina ci sia palesemente una McLaren dei tempi di Raikkonen e Montoya) all'incirca quella dell'epoca dell'ascesa di Brawn GP e Redbull.
Veniamo a scoprire che il campione del mondo in carica è un certo Emilio Ronaldo, ferrarista brasiliano. Ha vinto sette titoli ed è l'idolo della protagonista.
I piloti titolari del team motorizzato Porsche sono lo scozzese Jonathan Stewart (non sappiamo se sia parente di Jackie) e un certo Nelson Cognome Scandinavo. Sono due uomini adulti che bullizzano la protagonista e Nelson si rivela fin da subito uno str***o dato che il suo scopo è prevedibile: essere appiedato in corso d'opera per la protagonista, senza che nessuno lo rimpianga.
Oltre a loro viene citato un certo Fernando Alvaro, che non si sa per quale team gareggi. Non si sa neanche quali siano i team, in realtà, anche se occasionalmente viene menzionata la Toyota.
In questa F1 succedono cose che succedono solo nelle corse americane, la gara inizia con la green flag, all'ultimo giro viene esposta la white flag, i piloti vanno in victory lane invece che al parc fermé... e rassegnatevi, la questione della drinking age non sarà minimamente presa in considerazione. Neanche le gare, in realtà, saranno molto considerate, ma nevermind.

In Australia, Malesia, Cina e Turchia vince Emilio Ronaldo, Nelson Cognome Scandinavo combina casini random e il GP di Turchia, descritto in due righe, culmina con i due piloti titolari Porsche che litigano tra di loro a causa di un incidente che li ha coinvolti.
Incidente tra compagni di squadra in Turchia - mi ricorda qualcosa.
Porsche non cava un ragno dal buco, o almeno così pare, mentre a Montecarlo Nelson Cognome Scandinavo viene appiedato dall'oggi al domani e la protagonista gareggia al posto suo, così come in Spagna: risultati, un quinto e un sesto posto. Ronaldo vince anche a Monaco, mentre in Spagna vince Alvaro.
In Gran Bretagna Emilio Ronaldo si infortuna: incidente di un pilota Ferrari con infortunio a Silverstone - mi ricorda qualcosa.
Samantha vince Gran Bretagna, Canada, Indianapolis e Francia. Mentre nessuno continua a battere ciglio per una minorenne al volante (ricordate quando è accaduto nella realtà con Verstappen?), nessuna rilevanza né perché sia la prima donna vincente, né la più giovane ad avere vinto, né alle quattro vittorie di fila.
In compenso viene costretta contro la sua volontà da uno sponsor a fare foto sexy per una rivista (sponsor che chiede foto sexy di una minorenne, dato che compie 18 anni nel capitolo seguente - molto credibile), contrattano un po' e la cosa finisce a tarallucci e vino con scatti un po' osé ma non troppo.

Nel frattempo si avvicina il GP di Germania, che è il GP di casa della Porsche ma a nessuno importa un fico secco. Manny si sta innamorando di Samantha e picchia Jonathan Stewart dopo che l'ha insultata, in una scena che trabocca di totale assenza di originalità.
Quinta vittoria consecutiva per la nostra cara donzella, ormai leader della classifica. Ma l'imprevisto è dietro l'angolo. Due settimane dopo, al GP del Giappone (non fatevi venire i capelli bianchi ora, l'autore a questo punto ha appena iniziato a sbizzarrirsi con il calendario) Samantha ha un grave incidente sotto la pioggia, esce illesa ma le sue condizioni di salute non importano a nessuno, dato che Benito Marcello si mette a sbraitare contro di lei minacciandola di licenziarla. Vorrei ricordargli che è una rookie vincitrice di cinque gran premi consecutivi senza avere mai fatto nemmeno la Formula 4, so che è nonsense in sé, ma piloti così non se ne trovano tutti i giorni.

Nonostante un pitstop caotico a Singapore dove investe Scott - pitstop caotico a Singapore, mi ricorda qualcosa - Samantha vince anche lì, sesta vittoria stagionale.
Emilio Ronaldo si appresta a rientrare al GP del Brasile, rilascia un'intervista in cui elogia Samantha, per poi rivelarle a un evento di beneficienza organizzato nella sua casa brasiliana, di non credere in quello che ha detto. La definisce anche l'unica donna di successo del motorsport e, senza andare troppo indietro nel tempo, la storia è ambientata più o meno ai tempi di massima esplosione della Danica-mania.
Emilio vince il GP di casa e quello successivo d'Olanda (vi avevo detto di prepararvi a un calendario anomalo) e Samantha arriva seconda, ma il peggio deve ancora venire.
Fernando Alvaro e un certo Jensen Kinkade vincono i GP successivi, ovvero in Ungheria e in Italia, mentre la nostra donzella è coinvolta in incidenti random, uno dei quali con Emilio Ronaldo. Segue rissa con spruzzo di liquido per estintori.

Si arriva in lotta per il titolo all'ultimo GP in Belgio, dove viene detto che il meteo è pazzo e c'è rischio pioggia costante. Poi se fanno il gran premio in novembre invece che in agosto, siamo messi bene.
Piove e Samantha ha incubi a occhi aperti sulla morte del padre, decide di fermarsi in modo random durante la gara e via radio un po' chiunque sia presente nel box la istiga per due capitoli a ripartire.
Non si sa come, Samantha non ha perso giri, ma è solo scivolata dalla seconda(?) alla sesta posizione. Rimonterà arrivando a ridosso di Emilio, seppure ostacolata dal doppiato Jonathan Stewart, gli sarà negli scarichi quando la bandiera bianca annuncia l'inizio dell'ultimo giro (bianca come i miei capelli dopo la lettura), lo supererà, ma si vedrà portare via la leadership proprio al photofinish.
Nonostante Emilio Ronaldo abbia vinto nientemeno che il suo ottavo mondiale, Samantha viene acclamata da tutti, perché ha mostrato di essere una rookie promettente e di essersela cavata. La cosa è in contrasto con i fatti del Giappone, ma non importa tanto è fentasi. Ah, no, non è fantasy, ma facciamocelo andare bene.

Finisce tutto con un happy ending: la riconciliazione con la famiglia e il fidanzamento con Manny, che lei aveva in precedenza rifiutato perché aveva deciso di abbandonarla frequentando un college (aka università americana) in un'altra città della Germania. Per una che passa il proprio tempo in giro per il mondo non dovrebbe essere così complicato incontrare uno che vive nella sua stessa nazione, dato che riesce a incontrare la madre, le sorelle e il nipote in Oklahoma, ma evidentemente serviva per generare un po' di pathos, quello che non c'è mai stato nelle parti relative alle gare, se non per il GP del Belgio, l'unico in cui gli eventi vengono dettagliati abbastanza bene, fermo restando che non sappiamo chi siano gli altri piloti e per quali squadre corrano.

In conclusione, "Skid" è una fan fiction abbastanza avvincente, ma il giudizio sui contenuti non può che cambiare considerandola come romanzo.
Mi dispiace anche un po' che sia uscita fuori così, perché penso che, con qualche accorgimento, l'autore avrebbe potuto fare un lavoro migliore.
Innanzi tutto il background motoristico di Samantha è inverosimile per una rookie in Formula 1. Fosse stata pilota di Indylights o Indypro, magari rimasta senza sponsor, e avesse avuto accesso al test in un modo più credibile, questo problema sarebbe stato agevolmente risolto. Oppure, invece di ambientarla in Formula 1, poteva scegliere di ambientarla in Formula 3 o Indylights.

Inoltre capisco che parte del pubblico target non era interessato alla parte sui motori, ma sarebbe stato più indicato approfondire almeno alcuni degli eventi. Le vittorie di Samantha vengono spesso riassunte in poche righe, con pochissimo approfondimento anche delle sue sensazioni.
Altra cosa, vista la poca simpatia di Samantha, per spingere i lettori a parteggiare per lei, i suoi avversari sono tutti, nessuno escluso, degli str***i. Possibile che tutti costoro si comportino come bulli delle scuole medie? Nella realtà esistono anche piloti trolloni e inoffensivi. E quelli che non sono trolloni, probabilmente non passano la loro esistenza a prendere per il cu*o le ragazzine, al di là di tutto.

VALUTAZIONE: siccome non mi piacciono i voti numerici, ho deciso di utilizzare paragoni motoristici.

Scorrevolezza del testo - Jenson Button 2009
Struttura dei capitoli - Fernando Alonso su McLaren Honda
Credibilità della trama motoristica - Romain Grosjean che si lamenta di essere stato buttato fuori pista da Ericsson
Approfondimento delle vicente motoristiche - Esteban Gutierrez
Credibilità delle vicende familiari - Pastor Maldonado
Credibilità delle vicende sentimentali - Pastor Maldonado in Spagna 2012
Approfondimento dei personaggi secondari - Marcus Ericsson

mercoledì 11 dicembre 2019

Se i piloti lavorassero come corrieri...

Ho deciso di fare un mashup tra la mia vita professionale e il motorsport, immaginando come sarebbero i piloti se lavorassero nel settore del trasporto merci.
Siccome l'obiettivo di molti corrieri non è essere i primi a finire le consegne e i ritiri, ma essere gli ultimi, in modo da non vedersi appioppare consegne o ritiri urgenti extra pianificati in un secondo momento della giornata, l'unico ordine con cui li elencherò sarà quello alfabetico.

Albon - nessuno conosce il suo nome, lo identificano solo come asiatico, una volta guidava un furgone scassato, ma i suoi datori di lavoro hanno deciso che doveva fare scambio mezzo con Gasly.

Bottas - alcuni pensano che sia segretamente un boscaiolo, indossa solo camicie a quadri, non parla e guarda impiegati, magazzinieri e altri autisti con sguardo da vampiro famelico.

Gasly - guidava un furgone piuttosto moderno e performante, ma è stato costretto a scambiarlo con il catorcio di Albon. Nonostante ciò, si trova molto meglio ed effettua consegne più efficienti.

Giovinazzi - subito dopo l'assunzione i suoi datori di lavoro si lamentavano perché era troppo lento nelle consegne, ma a lungo andare è diventato efficiente, purtroppo come ricompensa il suo capo gli ha tagliato delle ciocche di capelli a caso.

Grosjean - una volta ha investito un animale mentre era alla guida ed è rimasto traumatizzato a vita. Un'altra volta, invece, ha travolto il furgone di Alonso, senza provare alcuna emozione particolare.

Hamilton - ha il furgone tappezzato dalle foto dei suoi cani, gira per il magazzino con aria spaesata, ma è sempre il primo a terminare ritiri e consegne e festeggia offrendo a tutti il tè ai distributori automatici alle 17.00 in punto.

Hulkenberg - ha un furgone giallo che sarà costretto a lasciare a Ocon, nei tornei organizzati nel gruppo Wattsapp degli autisti, per proclamare l'autista più cool, si classifica sempre al quarto posto.

Kubica - rientra sempre in magazzino con i ritiri alle nove di sera a causa del suo furgone poco performante e viene costantemente insultato per questa ragione.

Kvyat - viene definito "torpedo" perché rischia di falciare la gente che gira per la strada ogni volta in cui si mette al volante, ha perso diverse volte il lavoro ma è sempre stato richiamato perché non esistevano degni sostituti.

Leclerc - si vanta di essere l'autista più figo avendo il furgone più bello, va sempre a fare le consegne a casa di Vanzini che, nel vederlo, lo accoglie con urla da ultrà.

Magnussen - tutti lo odiano, litiga sempre con i colleghi, ruba le chiavette dei distributori automatici e le rivende di contrabbando. Diversamente da Hulkenberg, una volta è arrivato nella top-3 dei piloti più cool.

Norris - qualcuno dubita che abbia davvero la patente perché in apparenza sembra minorenne, quando Hamilton gli offre il tè delle 17.00 rifiuta sempre perché beve solo latte.

Perez - in gioventù veniva criticato per il suo scarso rispetto del codice della strada e perché litigava con tutti, nel corso degli anni è diventato un autista amato, rispettato e un po' ignorato.

Raikkonen - ha l'aria spaesata, ma sa che cosa sta facendo, a volte si perde lungo le strade di campagna, il suo sogno è lasciare il suo attuale lavoro e dedicarsi al trasporto dei surgelati.

Ricciardo - sorride sempre, non sa mai dire esattamente dove e cosa abbia ritirato o consegnato, fa battute volgari di cui tutti ridono ed è il più amato di tutti gli autisti.

Russell - quando rientra non si fa mai vedere negli uffici, facendo recapitare i suoi documenti da altri autisti, tanto che in molti pensano che non esista davvero.

Sainz - nonostante suo padre facesse il corriere, non ha scelto questa professione per il padre, ma per il suo vicino di casa Alonso, che ha il sogno di aprire un'azienda di trasporti a Indianapolis.

Stroll - il suo sogno d'infanzia era diventare corriere e guidare un furgone rosa, quindi suo padre gli ha comprato un'intera azienda.

Verstappen - tutti i dipendenti di vecchia data lo conoscono perché vent'anni fa anche suo padre faceva il corriere e lavorava per la stessa azienda. Ha un furgone più stylish e performante rispetto a quello del padre.

Vettel - lungo la strada rallenta per evitare tortore e piccioni, negli uffici racconta barzellette vecchie di trent'anni, impreca contro i magazzinieri se gli caricano male la merce sul furgone.

BONUS: Raghunathan - gli è stata ritirata la patente per via della sua palese incapacità di guidare, dopo avere fatto domanda di lavoro come magazziniere è stato assunto, seminando il panico quando è alla guida del muletto.

Post per doppia pubblicazione
per forum F1GC e per il mio blog

lunedì 9 dicembre 2019

Che traditrice della kausahhhh che sono, non mi sono ancora tagliata le vene per l'assenza di Alonso

Cari analfabeti funzionali / cari complessati che interpretano qualsiasi affermazione come un attacco personale, oggi voglio parlarvi di una tematica che sta facendo molto discutere quelli come voi negli spazi web.
In questi ultimi giorni, mentre curiosamente rimbalzano prepotentemente voci di Hamilton in Ferrari nel 2021, c'è un'altra cosa di cui si dibatte. La domanda "rivorresti Alonso in Ferrari?" o "vorresti che Alonso tornasse in un top team?" è dilagante e non è tollerata qualsiasi altra risposta che non sia "certo che sì, ci penso 24/7 e intendo suicidarmi qualora non si concretizzi".

Naturalmente non intendo suicidarmi qualora la cosa non si concretizzi (sarete costretti a uccidermi) e, in realtà, non ci penso più di tanto. Allo stesso modo in cui Alonso ha lasciato la Formula 1, l'hanno lasciata anche tanti altri.
Sì, ad un certo livello sento la mancanza dei piloti che non sono più in Formula 1, ma allo stesso modo mi rendo conto che il tempo passa, sarà che seguo la Formula 1 dalla prima metà degli anni '90 e ho visto passare per la F1 tanti piloti che hanno avuto lunghe carriere, di cui ho assistito sia all'inizio sia alla fine. Non è una cosa per cui perdo il sonno. Semplicemente il percorso di certi piloti, quando lasciano la F1, mi sembra meno completo di quello di altri.

Che ci crediate o no, mentre rispondo che la presenza di Alonso in F1 non è la mia principale ragione di vita, mi passano per la testa delle cose che, con tutta probabilità, sono ben diverse da quelle che pensate voi. In questi giorni ho visto tacciare quelli con la mia mentalità di essere degli hater, degli invidiosi del suo successo, della gente che non ha chiaro chi siano i migliori piloti, o addirittura di non essere veri appassionati di Formula 1. Non preoccupatevi, appena avrò finito questo post andrò a buttarmi nel fuoco per liberare l'umanità dalla feccia come me... prima però vi svelo un segreto: Alonso non sta vivendo di stenti, ha vinto due 24 Ore di Le Mans che erano il suo obiettivo e il suo sogno è vincere la Indy 500.

Quando dite che la priorità di Alonso *deve* essere la Formula 1 o che i suoi obiettivi prioritari sono feccia, state sminuendo delle competizioni alle quali Alonso stesso è ben lieto di partecipare. E se dite che tanto nel 2021 avrà già vinto la Indy 500, vi ricordo che stavate dicendo la stessa cosa anche del 2020. Vi ricordo cos'è successo: Alonso e la McLaren sono andati a Indy, il team McLaren Indy faceva ca*are e Alonso non si è qualificato, pur avendo dimostrato due anni prima di cavarsela bene sugli ovali. Ogni volta in cui date per scontata la vittoria di Alonso a Indianapolis nel 2020, sminuite i suoi stessi obiettivi, oltre che i piloti e i team della Indycar, che a quanto pare tacciate di essere degli incompetenti la cui sconfitta è assicurata.
Solo perché *per voi* esiste solo la Formula 1, non significa che debba essere così anche per i piloti e, ogni volta in cui dite che Alonso è sprecato altrove, sembra che non ve ne freghi un ca**o nemmeno di quello che, stando alle sue parole, è importante per lui.

Andiamo a parlare del soggetto in sé. Personalmente non ho niente contro Alonso, sarei apertissima a una griglia con tredici o quattordici team, con sei/otto piloti in più di quelli che ci sono ai giorni nostri, così ci sarebbe spazio sia per i veterani sia per i piloti emergenti. Semplicemente non vedo perché la sua presenza dovrebbe essere così salvifica come la si descrive. È un pilota. Un pilota che ha vinto dei mondiali, ma pur sempre un pilota. Se dieci anni fa non avessi fatto i salti di gioia per il ritorno di Schumacher in Formula 1, la gente avrebbe capito le mie ragioni. Invece no, adesso le ragioni di chi non stia strepitando come un pazzo per l'avvento del Messia, è trattato come un miserabile che non è davvero appassionato di Formula 1.

Poi, lo ammetto, penso anche a quello che potrebbe accadere ad alcuni di voi. Vi immagino, con Alonso e Leclerc affiancati in Ferrari, voi che magari leccate il cu*o a Leclerc dalla mattina alla sera e poi, magicamente, lo mettete da parte perché non sarà mai come il vostro eroe.
Oppure vi immagino, con Alonso in Mercedes (si parla di un'unione tra Hamilton e la Ferrari, dopotutto) e voi che eravate ferraristi convinti e al contempo alonsisti convinti fino al giorno prima.
Cosa farete? Rigetterete la Ferrari che avete tanto amato? Oppure rigetterete Alonso e gli darete del traditore come a Schumacher quando stava in Mercedes peraltro senza cavare un ragno dal buco e senza fare nulla che infastidisse la Ferrari? cosa che avete continuato a fare anche dopo il ritiro di Schumacher, smettendo magicamente e ricominciando a idolatrarlo in concomitanza con il suo incidente sugli sci?

Il non ritorno di Alonso potrebbe dimostrare che esistono altre competizioni motoristiche degne di attenzione, potrebbe salvare la fetta più ultrà degli appassionati di Formula 1 dallo sprofondare nella nebbia dell'ignoranza, potrebbe dare spazio a piloti emergenti che faticano a trovare uno spazio nella Formula 1 odierna.
Perché dovrei preferire per partito preso il ritorno di Alonso in Formula 1 piuttosto che la promozione di gente tipo Norris o Sainz in un top-team? O vedere piloti come Gasly e Kvyat avere una seconda chance?
Con quale logica Alonso a quarant'anni sarà ancora un giovane promettente, mentre tutti gli altri arrivati a quell'età si dovevano ritirare già da anni?

E soprattutto... quale sarebbe la vostra reazione se Alonso dovesse mostrarsi un po' arrugginito o non rendere tanto quanto voi ultrà vi aspettate?
Ho sempre avuto l'impressione che l'accanimento contro Schumacher non derivasse tanto dai colori che vestiva, quanto dal fatto che lo stesse prendendo in quel posto. È una storia che si sta ripetendo nel motomondiale, con sempre meno fanboy di Valentino Rossi, con sempre meno suoi critici presi di mira e silenziati.
È una storia che, nel suo risvolto più trash, si è ripetuta per tutta questa stagione, potete tranquillamente intuire nei confronti di chi. Fino allo scorso inverno, tutti tifosi di Kubica, non appena è sceso in pista, tutti suoi detrattori.

PS. Dato che è accaduto anche durante una conversazione alquanto rispettabile, non ho dubbi che verrò scambiata di essere una detrattrice di Alonso per avere scritto un post sul perché non considero il suo ritorno come la mia principale priorità relativa al motorsport. Giustamente, qualcuno potrebbe non capire come mai ho "perso tempo" a scrivere un post in proposito. Il motivo è molto semplice: sono una blogger, siamo in dicembre, non ci sono tantissimi argomenti di cui parlare in questo periodo dell'anno, quindi ho tutto il tempo per scrivere un post su questa tematica. Lo ripeto, sono una blogger, quindi la mia principale fonte di comunicazione con il mondo, da questo punto di vista, continua ad essere il post di blog e non il messaggio SMS.
Qualora non vi sia chiaro, sintetizzo tutto in formato SMS:

Se Alo krede ke la indy500 sia +importante d tt, xk dovreb avere f1 km priorità? Xke Alo+Lec e nn Lec+Sai?x me sareb 1belixima koppia largo ai giovani! Oppure hulk in Ferrari spakka di brutto ank se dite d no vvtrb lo stss.

Ammetto di sentirmi un po' sporca, dopo avere scritto una simile perla, ma è stato divertente quindi ne è valsa la pena (per perla, mi riferisco al finto SMS).

domenica 8 dicembre 2019

Una questione di genere

Dopo i test della Formula 1, ad Abu Dhabi si sono svolti anche quelli della Formula 2, con alcuni piloti che hanno cambiato team in vista del 2020 e altri promossi dalla Formula 3. A questi test non c'era Tatiana Calderon, emersa dal campionato 2019 come fanalino di coda (anche se meritava di arrivare davanti a Raghunathan, a mio parere), che ha affermato che difficilmente sarà al via della prossima stagione.
In compenso ha annunciato la propria partecipazione alla stagione della Formula 3 Asiatica, che si svolgerà come campionato invernale. In quella serie gareggerà anche Jamie Chadwick, tra i piloti junior forse una dei più discussi. Guess what? Ieri ho letto di un tizio che affermava che il futuro della Chadwick potrebbe dipendere dal suo confronto con la Calderon. Non l'ha detto esplicitamente, ma suonava come: se la Chadwick non dovesse battere la Calderon, la sua carriera sarebbe finita (e, peggio ancora, anche quella delle sue colleghe della W Series).

C'è qualcosa che stona, a mio vedere, in questo discorso, e anche di parecchio. Parliamoci chiaro: la Calderon ha fatto una stagione pessima in F2, un po' in linea con le aspettative visto che non era tra i migliori in GP3 nel 2018, ma è stata promossa a gareggiare con piloti che in quella serie erano andati bene o con veterani random. Certo, forse le ha anche superate le aspettative negative, non avendo ottenuto nemmeno un punto ed essendosi sempre qualificata tra gli ultimi, ma rimane un dato di fatto importante: Tatiana Calderon HA GAREGGIATO IN FORMULA 2.
Jamie Chadwick ha raggiunto come campionato d'apice finora la Formula 3 britannica. Dopo la F3 britannica vengono la Formula 3 Europea/ Regional, la F3 internazionale (ex GP3) e, a quel punto, la F2. La Chadwick è, dal punto di vista della propria carriera, ancora tre scalini sotto, in termini di esperienza e di campionati disputati, rispetto alla Calderon. Non c'è nessuna ragione per cui dovremmo dare per scontato che la Chadwick, che gareggiava a buon livello in una F3 nazionale, abbia già l'esperienza necessaria per tenere testa a una che, per quanto poco prestante in F2, è già arrivata tre scalini più in su.

Oserei dire che, casomai, è proprio la Calderon che dovrebbe preoccuparsi. Tra la F3 Asiatica e la F2 ci sono all'incirca quei tre scalini di cui abbiamo parlato poco fa, o quantomeno due e mezzo. È lei che deve andare nei paesi asiatici per dimostrare che in F2 è andata male, ma che può almeno battere i pilotini che sperano di arrivarci tra qualche anno. È lei che se si fa battere da gente che ha sette o otto anni di meno in termini di esperienza fa sorgere molti dubbi sul proprio potenziale, non viceversa.
Se la Chadwick si fa battere dalla Calderon ha sicuramente dalla sua parte delle scusanti, magari la possibilità di una seconda stagione prima di un giudizio definitivo. Non dimostra che la sua carriera sia finita, né dimostra che le ragazze contro cui ha gareggiato nella W Series non valgano nulla. Questa, purtroppo, è propaganda degli anti-W Series che non hanno ancora capito che si può criticare la W Series senza trattare le sue partecipanti come se fossero delle appestate o delle traditrici della kausahhhh.

A proposito di traditricihhhh della kausahhhh, vorrei segnalare che qualche giorno fa, in concomitanza con l'annuncio della presenza della Chadwick in F3 Asiatica, si è risvegliata la Racing Queen, con tanto di polemiche avvenute via social.
Tutto è iniziato quando un tizio ha taggato un po' a sproposito la Florsch in una riflessione a proposito del fatto che la Chadwick, grazie alla partecipazione nella W Series, si sia fatta conoscere e le sia stata offerta una possibilità nella F3 Asiatica. Anche la considerazione, di per sé, è un po' a caso, dato che ci aveva già gareggiato part-time, ma nevermind.
La Florsch è intervenuta affermando che gareggiare contro altre donne è sbagliato in quanto l'obiettivo deve essere gareggiare contro "i migliori". La Chadwick ha precisato che può gareggiare contro entrambi e la Florsch ha replicato che in F3 non ci sono donne competitive (cosa che, visto l'andazzo delle ultime due stagioni, potrebbe non cambiare quando ci gareggerà lei stessa), quindi vuole gareggiare solo contro uomini.
In seguito la Powell è intervenuta consigliando ironicamente alla Chadwick di ritirarsi perché troppo scarsa e un tizio sconosciuto ha taggato Marta Garcia, sostenendo che sia in cattivi rapporti con la Powell, cosa smentita dalla Powell stessa.
Il dramahhhh non manca. Peccato che derivi dal volere mettere tutte le donne che gareggiano nello stesso calderone (sì, suona strano concludere così, considerando l'assonanza con il cognome di una di loro, ma non mi veniva in mente nulla di meglio), come se non fossero individui a sé stanti. Quanto ci mancano le Danilka, almeno a quei tempi nessuno insinuava che i risultati di una donna dovessero essere tali e quali a quelli delle altre donne...