Visualizzazione post con etichetta GP Australia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta GP Australia. Mostra tutti i post

domenica 16 marzo 2025

Formula 1 2025: #1 Commento al Gran Premio d'Australia

16.03.2025 - il mondiale è ufficialmente iniziato, con l'Albert Park e con il dominio incontrastato e inconfutabile della Ferrar-... ah no. Dopo un inverno pieno di titoloni e affermazioni secondo cui questo sarà l'anno giusto, potrebbe essere arrivato il momento di tornare con i piedi per terra e affermare che forse sarebbe stato meglio, anziché elogiare risultati ancora non avvenuti, dedicarsi a qualche altra attività, tipo inventare una parodia motoristica di "Tuta Gold" di Mahmood.
Una voce fuori campo mi chiede se io invece mi sia dedicata a tale attività, ma preferisco soprassedere e informarvi che non mi sono dedicata nemmeno ad altre attività quali parlare a ogni soffio di vento dei rookie e delle loro prospettive. A tale proposito ho solo una cosa da dire ai commentatori British che ho sentito venerdì nella sintesi ufficiale delle prove libere, ovvero che usare la pronuncia "AISAK" per il first name di un pilota franco-algerino potrebbe essere giusto leggermente random.
Detto questo possiamo passare oltre: dopo un venerdì di mondiali in tasca sono arrivate le qualifiche che hanno condotto a una prima fila tutta papaya, con Norris in pole davanti a Piastri, con Verstappen e Russell in seconda fila nonostante i loro compagni di squadra fossero stati messi fuori in Q1 da Bortoleto. Ci sono state alcune sorprese, tra cui lo scoprire che Antonelli aveva rimediato danni al fondo in un'uscita di pista e che l'ormai dimenticato Checo Perez non era al volante, ma Lawson lo stava sostituendo degnamente. In tutto ciò una Toro Rosso di Faenzahhhh era la migliore qualificata tra le monoposto italiane e c'era chi si stupiva di vedere la Williams con due piloti in Q3. C'era anche chi si stupiva di vedere la Williams con due piloti e nel mentre le bimbe di Albon implodevano invocando podi e vittorie.
Poi c'era una distesa di struzzi con la testa nascosta sotto la sabbia. Però non si erano sepolti la testa proprio del tutto e si intravedevano numerosi cappellini della Ferrari.
Questa è stata la griglia di partenza:

Norris - Piastri
Verstappen - Russell
Tsunoda - Albon
Leclerc - Hamilton
Gasly - Sainz
Hadjar - Alonso
Stroll - Doohan
Bortoleto - Antonelli
Hulkenberg - Ocon
Lawson (PL - 18°) - Bearman (PL - 20°)

La gara doveva partire alle 5.00 ora italiana ma si vociferava che potesse esserci un cambio di orario per via delle previsioni meteo avverse. Per noi che vediamo le gare alla TV dei Povery non ci sarebbe stato in ogni caso alcun cambiamento e alle 14.00 in punto ci aspettava la differita, quindi innumerevoli ore in cui evitare spoiler. E in cui canticchiare "Tuta Rossa", la parodia di "Tuta Gold" dedicata al nostro Prosciuttello preferito, perché why not?

Se arriverò, a Budapest ti ricorderai
Di Massa in testa, motore on fire
Fumando a fine gara, non cambierai
E a Marina Bay, fottendosi la testa in the night,
Soffrire può sembrare un po' fake
Ora che amano me e non Felipe Babe.

Dani-Smile ha l'oro sui denti Oral B,
Non paragonarlo a una Bitch così,
Non era abbastanza io solo insieme a Brit,
Sebby e Verstappino a rincorrere.

Cinque cellulari nella tuta rossa,
Toto, non richiamerò
Ballavamo nella curva Copse
Quando incontravo Max,
Con i tori, tori su mescola hard,
Ne era dispersa la metà,
Mi passerà, ricorderò
Gli occhi tuoi dolci pieni di zucchero,
Cambio il numero,
Cinque cellulari nella tuta rossa,
Toto non richiamerò.

Dov'è la Force India? Diventata rosa
E senza più lo sponsor Sahara,
Mi raccontavi storie di soldi senza dire
Mai il nome, nome, nome,
Il portafoglio di Strollone,
Ma a stare a centro griglia serve fottuta personalità,
Se partirò, dimmi Fernando chi lo consolerà?

Dani-Smile ha l'oro sui denti Oral B,
Non paragonarlo a una Bitch così,
Non era abbastanza io solo insieme a Brit,
Sebby e Verstappino a rincorrere.

Cinque cellulari nella tuta rossa
Toto, non richiamerò,
Ballavamo nella curva Copse
Quando incontravo Max,
Con i tori, tori su mescola hard,
Ne era dispersa la metà,
Mi passerà, ricorderò
Gli occhi tuoi dolci pieni di zucchero,
Cambio il numero,
Cinque cellulari nella tuta rossa,
Toto non richiamerò.

Sono stato bene in Mercedes,
Ma fuori dalle medie hai preso Anto,
Dicevo: "lo sai che è un bimbo, è palese",
Il mio rosso è un gran bel colore,
Anche se il fanbase mi criticherà
Davanti al panettone.

Ballavamo nella curva Copse
Quando incontravo Max,
Con i tori, tori su mescola hard,
Ne era dispersa la metà,
Mi passerà, ricorderò
Gli occhi tuoi dolci pieni di zucchero,
Cambio il numero,
Cinque cellulari nella tuta rossa,
Toto non richiamerò,
Cinque cellulari nella tuta rossa,
Toto non richiamerò.


Poi, dopo paziente attesa, sono arrivate le fatidiche ore 14.00 e abbiamo scoperto che in Australia la partenza non era stata rimandata ma era abbondantemente piovuto, oltre che anche i piloti che partono dalla pitlane quest'anno devono fare il giro di formazione.
Su TV8 erano un po' in ritardo con i lavori, quindi la partenza sarebbe stata alle 14.10 o giù di lì, se Hadjar non fosse finito sulle barriere subito dopo la partenza del giro di formazione. Lo si è visto sconsolato fuori dalla vettura, venire rincuorato a random prima dal padre di Hamilton e poi da Stefano Domenicali. Cosa gli avranno detto? Forse qualcosa tipo: "Tranquillo, è successo anche a Grosjean".
Quando la gara è finalmente partita, è entrata subito la safety car per un botto di Doohan... e anche questo è successo sicuramente a Romain in passato! Le vetture si sono allineate dietro la vettura di sicurezza mentre veniva rimossa la pink panther. Giusto per non farci mancare niente, Sainz ha perso il posteriore ed è andato a sbattere contro le barriere in regime di safety car. Guess what, RoGro a suo tempo ci aveva deliziati anche di questo, e l'ha anche fatto due volte!
Dietro la safety car i primi dieci erano Norris, Verstappen, Piastri, Leclerc, Tsunoda, Albon, Hamilton, Gasly e Alonso, per effetto di quanto accaduto nelle poche curve in cui non vi erano bandiere gialle. Al restart, avvenuto non proprio nell'immediato, la pista sembrava essere andata asciugandosi rispetto alle condizioni di inizio gara.
Non sono capitate altre azioni alla RoGro, si segnala solo che in corso d'opera, dopo un sorpasso su Hulkenberg, Antonelli ha fatto un trecentosessanta gradi completo perdendo la posizione. In seguito avrebbe rimontato superando anche Stroll e andando a mettersi alle spalle di Alonso all'inseguimento della top-ten.
Il momento clou, tuttavia, è arrivato quando Verstappen ha fatto un bloccaggio e Piastri si è portato secondo. Eravamo a quel punto a circa un terzo di gara e la situazione si è consolidata con i due Papaya che allungavano, Verstappen che perdeva terreno, Russell e Leclerc a debita distanza, poi Tsunoda, dopodiché Albon con Hamilton destinato a restargli a lungo negli scarichi.
Siccome in corso d'opera era scesa occasionale pioggia, proseguire sulle gomme intermedie montate a inizio gara non era impossibile per il momento, quindi non ci sono stati pitstop e le due McLaren nel frattempo si sono avvicinate molto l'una all'altra. Via radio hanno detto ai piloti di mantenere le posizioni. Piastri prima si è lamentato che Norris era lento, poi ha fatto uno svarione e si è rimesso diligentemente in carreggiata, più lontano di prima.
Poi Alonso è finito in testacoda ed è andato a sbattere... ma niente problema, ai rookie si perdona tutto. E in caso lo status di rookie sia messo in discussione, torna la carta: l'ha fatto anche Grosjean.
In regime di safety car tutti tranne gli Haas hanno montato le slick, i Papaya le hard, Verstappen le medium. Si completavano i due terzi di gara, in quei frangenti, e subito dopo avere messo tutti le slick si è iniziato a parlare di pioggia imminente. Nonostante ciò, dopo essersi sdoppiati gli Haas sono andati a montare le slick con effetto che Bearman si è dovuto sdoppiare una seconda volta.
Dopo qualche giro di tregua, la pioggia ha iniziato a scendere. I piloti con le hard faticavano di più di chi stava sulle medium e i Papaya hanno rischiato di finire entrambi a novanta nello stesso momento. Norris ha proseguito ed è scappato ai box, sommerso dalle critiche. Piastri povero cucciolo è finito impantanato e dopo essere ripartito si è ritrovato ultimo, il mondo è ingiustohhhh. Verstappen ha tentato il colpaccio andando avanti sulle slick, ma un giro dopo ha dovuto rinunciarvi. In Ferrari hanno tentato anche più a lungo di andare sulle slick, perché la strategia era talmente sbagliata che bisognava seguirla il piùa lungo possibile. Un testacoda di Leclerc più tardi, i due piloti sono rientrati entrambi in regime di safety car, dopo uno svarione anche di Tsunoda: Lawson era andato a sbattere, come anche Bortoleto a dire il vero ma who kers di Bortoleto.
Norris, Verstappen, Russell, Albon!!!11!!!11!! e nientemeno che Antonelli erano i primi cinque dietro la safety car. Dietro di loro c'erano Strollino e Hulkenberg. Ho invocato che ci fossero quattro ritiri che provocassero il Podio Mistico, ma non è accaduto. In compenso Leclerc ha superato Hamilton, ma i frutti da raccogliere erano talmente scadenti che le loro tifoserie hanno pensato che litigare per questo fosse una polemica da morti di fame. Piastri ne ha approfittato per superare almeno una delle rosse, mentre Norris si teneva dietro a fatica Verstappen. Però se l'è tenuto dietro ed è andato a vincere e questo ha messo fine al gran premio odierno.
A dire il vero nel frattempo è capitato che Antonelli strappasse la quarta piazza ad Albon, per poi perderla per un presunto unsafe release e ritrovarla quando si è deciso che non c'era unsafe release. Una Williams al quinto posto era tanta roba e dal team ci hanno tenuto a far sapere che è anche merito di Sainz, che ha avuto l'intuizione di uscire in pitlane a vedere se pioveva. Più che genio Sainz direi rimbambiti tutti quelli che non ci hanno pensato (cioè ogni singolo presente a parte lui), ma nevermind.


RISULTATO:
1. Lando Norris/ McLaren
2. Max Verstappen/ Redbull
3. George Russell/ Mercedes
4. Kimi Antonelli/ Mercedes
5. Alexander Albon/ Williams
6. Lance Stroll/ Aston Martin
7. Nico Hulkenberg/ Kick Sauber
8. Charles Leclerc/ Ferrari
9. Oscar Piastri/ McLaren
10. Lewis Hamilton/ Ferrari
11. Pierre Gasly/ Alpine
12. Yuki Tsunoda/ Racing Bulls
13. Esteban Ocon/ Haas
14. Oliver Bearman/ Haas.
Rit. Liam Lawson/ Redbull
Rit. Gabriel Bortoleto/ Kick Sauber
Rit. Fernando Alonso/ Aston Martin
Rit. Carlos Sainz/ Williams
Rit. Jack Doohan/ Alpine
DNS. Isack Hadjar/ Racing Bulls


venerdì 14 marzo 2025

Vent'anni di 2005: la Renault stupisce in Australia, ma in Malesia è già conferma

In questo fine settimana si gareggia all'Albert Park, quindi mi sembra il momento migliore per iniziare a rievocare il mondiale di vent'anni fa. Correva l'anno 2005 e il mondiale di Formula 1 iniziava dal GP d'Australia, con la vittoria della Renault di Giancarlo Fisichella. Il compagno di squadra Fernando Alonso, scattato dalla tredicesima piazza, ha concluso invece la gara sul gradino più alto del podio. Sicuramente un buon biglietto da visita per la Renault, bisognava vedere soltanto se se sarebbe riuscita a ripetersi. Due settimane più tardi, sarà Alonso a imporsi a Sepang, esame superato, direi!

AUSTRALIA: la stagione di vent'anni fa è iniziata con due grossi cambiamenti. Uno di questi è stata la qualifica con tentativo singolo, con ordine di uscita dei piloti basato sulla gara precedente (in questo caso GP del Brasile 2004), un sistema che avrebbe provocato griglie creative in caso di condizioni meteo variabili. Un altro enorme cambiamento è stato il divieto di cambi gomme in gara (eccetto la singola gomma, in caso di foratura), che ha portato gli equilibri verso le squadre gommate Michelin.
La prima fila è stata tutta italiana, con la Toyota di Jarno Trulli in seconda piazza ad affiancare la Renault di Fisichella. Mark Webber su Williams e Jacques Villeneuve su Sauber erano terzo e quarto, mentre in terza fila vi erano due sorprendenti Redbull, guidate da David Coulthard e Christian Klien. Per la scuderia "bibitara" era l'esordio in Formula 1 dopo essere succeduta alla Jaguar. Il mascellone scozzese, addirittura, al via - attardato da un aborted start perché Kimi Raikkonen aveva stallato in griglia - si è procacciato la terza posizione, davanti alle Williams di Webber e del compagno di squadra Nick Heidfeld.
Nel primo stint c'è stato un 1/2 tutto italiano, ma Trulli è stato in seguito attardato da problemi di passo gara. Rubens Barrichello, partito appena fuori dalla top-ten, è riuscito a risalire fino alle zone che contavano, installandosi in uno stabile secondo posto. È stata l'unica nota positiva in un weekend complicato per la Ferrari, unico top-team gommato Bridgestone. Partito dalle retrovie dopo una sostituzione del motore, Michael Schumacher non ha terminato la gara, protagonista di un incidente con Heidfeld che è costato il ritiro a entrambi.



Con Alonso risalito terzo, Coulthard ha mantenuto almeno il quarto posto, dopo essersi tenuto dietro per tutta la gara Webber. Klien ha portato a casa un ottimo risultato, giungendo settimo alle spalle di Juan Pablo Montoya alla prima apparizione su McLaren. La zona punti è stata completata dall'altra McLaren, quella di Raikkonen. Trulli ha concluso nono, fuori dai punti, mentre la top-ten è stata chiusa dalla Sauber di Felipe Massa. I rispettivi compagni di squadra Ralf Schumacher e Villeneuve hanno chiuso 12/13, con Platinum Jacques sprofondato dopo l'ottim qualifica.
Le due B.A.R. di Jenson Button e Takuma Sato si sono ritirate entrambe a un giro dalla fine, classificate 11° e 14° senza variazioni rispetto alla posizione che occupavano in precedenza, per aggirare la regola che obbligava a usare lo stesso motore per due eventi, a meno che non ci si ritrasse. Dietro a costoro sono giunte le Jordan di Narain Karthikeyan e Tiago Monteiro, nonché la Minardi di Patrick Friesacher. Christijan Albers, compagno di squadra di costui, era stato invece il primo dei ritirati a causa di un guasto.

MALESIA: due settimane dopo, Alonso ha conquistato la pole davanti a Trulli e a Fisichella, seguiti da Webber, Ralf Schumacher, Raikkonen e, ancora una volta, due ottime Redbull con Klien e Coulthard affiancati in quarta fila. Le primissime posizioni sono rimaste invariate, mentre le "lattine" hanno perso una posizione o due nelle prime fasi della gara.
Alonso ha fatto gara a sé staccando Trulli, mentre Fisichella era terzo seguito da Webber. A due terzi di gara, tuttavia, i due sono stati coinvolti in un incidente che ha messo out tutti e due, mentre Heidfeld ha approfittato del fatto per risalire sul gradino più basso del podio. Fisichella e Webber sono andati ad aggiungersi a un nutrito gruppo di ritirati, che includeva Friesacher per un'uscita di pista nelle prime fasi, così come Villeneuve dopo un testacoda in corso d'opera. L'apoteosi, tuttavia, la si è raggiunta in occasione del terzo giro, quando due compagni di squadra sono stati abbandonati dal motore nello stesso giro!


Ricordate le B.A.R.? Ricordate che nella gara precedente erano rientrate ai box per potere cambiare motore? La cosa non ha avuto grandi frutti, sono usciti di scena sia Button sia Anthony Davidson, questo con tanto di fiamme dal retrotreno. Già presente in griglia per due eventi del 2002, con la Minardi, quando aveva sostituito Alex Yoong, stavolta è stato chiamato a gareggiare al posto di Sato, al quale i medici hanno sconsigliato di gareggiare a causa di sintomi influenzali.
L'ultimo ritirato della gara è stato Barrichello per un problema tecnico. La Ferrari stavolta ha raccolto ancora meno che in Australia, con Michael Schumacher soltanto settimo. Il terzetto Alonso/ Trulli/ Heidfeld è andato a podio, con Montoya e Ralf Schumacher a completare la top-5. Le Redbull hanno concluso ancora una volta entrambe a punti, con Coulthard e Klien sesto e ottavo. Fuori dai punti si sono classificati Raikkonen, che si trovava in bassa top-8 quando aveva forato, Massa, Karthikeyan, Monteiro e Albers.



domenica 24 marzo 2024

Commento al Gran Premio d'Australia 2024

24.03.2024 - Albert Park // DATE UNA PADELLA A QUESTO TEAM PRINCIPAL (che suona decisamente meglio di "lasciate cucinare Vasseur")

Inizio questo commento con una frase motivazionale: se sentite di non avere un ruolo ben preciso nel mondo, non preoccupatevi, perché non siete soli, è esattamente quello che prova anche Sargeant. Però, senza dubbio, vi va meglio che al "povero" Slogan, che paga per correre e invece all'Albert Park ha pagato per fare lo spettatore: al venerdì Albon è diventato Alboff, ha distrutto la macchina e quella di Sargeant è servita per trovare un telaio sostitutivo.
Su "Xwitter" sono stata coinvolta in un dibattito con una pagina internazionale che, quando ho commentato osservando che era una cosa molto old style, mi è stato risposto che nel passato della Formula 1 non succedeva tutto ciò. Ho fatto notare che fino agli anni '70 poteva capitare e mi è stato risposto "ma negli ultimi trentacinque anni no", avevo dimenticato che la Formula 1 non esisteva fino al 1989/90.
Alle 10.00 di sabato mattina sono andate in onda per noi comuni mortali senza paytv le qualifiche che sono terminate con Perez terzo retrocesso di tre posizioni per avere ostacolato Hulkenberg, un po' come se dovesse spingerlo via dal podio. La gara è stata trasmessa alle 14.00 di domenica su TV8 e fin dalla mattina ci ho messo il massimo impegno per evitare ogni possibile spoiler. Non ho aperto i social e ho passato la mattinata a un mercatino dell'antiquariato dove un mio caro amico ha una bancarella e dove ho passato più tempo a parlare con il mio amico che non a guardare le bancarelle, poi sono tornata a casa per pranzo.
Mio padre ha messo la TV su un canale locale e mi sono detta: "bene, qui non parleranno mai di Formula 1 facendo spoiler". Poi alle 13.30 ci sono state le anticipazioni del telegiornale locale e hanno esordito con un "iniziamo dalla Formula 1, in Australia doppietta Ferrari". E lì mi sono detta: ma mi state trollando? Non perché io voglia dubitare di una doppietta Ferrari, sia chiaro, ma perché mancava pochissimo... e niente, ho scoperto il vincitore, il secondo classificato e pure i problemi avuti dalla Redbull. Pensavo entrambe, da come avevano impostato la frase ed effettivamente non sono così convinta che Checo in pista ci fosse, forse il suo nome veniva scritto per abbellire la grafica.
Voce fuori campo: "Di grazia, Autrice(C), che cosa ne pensi di elencarci la griglia di partenza?"
Effettivamente sarebbe una buona idea, quindi procediamo:

Verstappen - Sainz
Norris - Leclerc
Piastri - Perez
Russell - Tsunoda
Stroll - Alonso
Hamilton - Albon
Bottas - Magnussen
Ocon - Hulkenberg
Gasly - Ricciardo
Dalla pitlane Zhou

La partenza è stata vedere i Versainz mantenere le posizioni e gli altri accodarsi, ma Verstappen è durato in testa appena un giro. Incurante dei laureati in medicina all'università del Xwitter, che sostenevano che fosse unfit per l'intervento di sedici giorni fa, Sainz ha spalancato l'ala e ha dimostrato di avercela enormehhhh, tanto che ha superato Verstappino facendogli una pernacchia e ricordandogli: "so che dieci anni fa mi hai rubato il ciuccio!"
Verstappino ha proseguito in seconda posizione, mentre Perez...
...
...
...va beh, non parliamo di Perez che era stato superato da Russell e cercava di farsi strada tra tutte le -L, parliamo della fumana sospetta che un paio di minuti più tardi ha iniziato ad alzarsi dal retro della monoposto di Verstappino. Il verdetto? Problema di freni, con tanto del posteriore della macchina che mostrava timide fiamme.
Mentre parcheggiava ai box, Sainz ha iniziato ad allungare, mentre dietro di lui il suo partner in crime metteva i colori papaya in seconda posizione, con Leclerc terzo tra i due piloti della McLaren.

Il primo stint è stato molto veloce, i piloti sono rientrati molto presto per la prima delle due soste. Leclerc e Piastri sono entrati prima di Norris che ha subito undercut. Le stelle si sono allineate, venendo a generare una situazione rarissima: 1) le Ferrari erano prima e seconda, 2) la distanza tra le Ferrari era si svariati secondi, quindi esisteva la concreta possibilità che non ci fossero polemiche a proposito di chi dovesse vincere la gara.
Norris: "Levati, Impiastro. Sono più veloce di te, devi farti da parte affinché possa andare a prendere il Predestinato."
Piastri: "Scusa, ma questo flashforward improvviso? No, perché mi risulta che non siano stati citati eventi come il ritiro di Hamilton per un guasto con virtual safety car durante la quale Alonso è andato ai box perdendo molto meno tempo... e perfino il sorpasso di Perez su Russell."
Norris: "Il sorpasso di chi?"
Piastri: "Non ha alcuna importanza, tutto quello che conta è che tu sappia che il terzo posto non ti renderà idolo dei canguri e dei koala, come invece lo sono io."

La situazione di stelle allineate è continuata, due Ferrari nelle prime due posizioni, sei/ sette secondi di gap e la totale impossibilità di fare polemica, a condizione di essere piloti e non bimbiminchia dei social. La seconda sosta non ha cambiato le cose, tranne un undercut di Russell e delle sue -L su Perez che però si è ripreso la posizione. Norris cercava di avvicinarsi a Leclerc, ma invano il gap era di tre o quattro secondi e non c'era molto da fare.
Chi aveva da fare, invece, erano Tsunoda, le Haas e Albon, che sgomitavano per le posizioni basse della top-ten. Albon è stato superato da Kmag per l'undicesimo posto, niente da fare.
La sua risposta deve essere stata qualcosa del tipo: "Va beh, non fa niente, sarebbe peggio essere un pilota della Sauber e stare fermo millemila anni ai box, come accaduto a entrambi i piloti."
Poi, a due giri dalla fine, il colpo di scena, che ha portato *entrambe* le Haas a chiudere in top-ten.

Mi rendo conto che parlare delle Haas in questa circostanza non dà la giusta rilevanza al fatto, quindi caliamoci nell'atmosfera. Sainz non vinceva da Singapore 2023, gara terminata con Russell nelle barriere a un giro dalla fine. Quale modo migliore per celebrare la vittoria di Sainz, da parte di tutte le -L, se non andare a sbattere di nuovo in grande stile, atterrando quasi in bilico di lato?
Russell ha terminato così la propria gara, mentre stava inseguendo Alonso, che poi si è preso venti secondi di penalità (da sesto che era è scivolato ottavo) per dangerous driving dato che pare avergli frenato davanti. Se da un lato posso comprendere le ragioni, tuttavia dall'altro non posso fare a meno di chiedermelo: i piloti che devono difendere una posizione, possono ancora fare alcunché che non sia stendere il tappeto rosso?
E soprattutto, se Russell non fosse andato a sbattere, Alonso sarebbe stato penalizzato in qualche modo? Ciò che è consentito lo è in base al fatto che chi sta dietro rimanga in pista o si vada a spalmare contro un muro? Credo che una visione più lineare delle cose non guasterebbe.

RISULTATO:
1. Carlos Sainz/ Ferrari
2. Charles Leclerc/ Ferrari
3. Lando Norris/ McLaren
4. Oscar Piastri/ McLaren
5. Sergio Perez/ Redbull
6. Lance Stroll/ Aston Martin
7. Yuki Tsunoda/ Visa Cash App RB
8. Fernando Alonso/ Aston Martin
9. Nico Hulkenberg/ Haas
10. Kevin Magnussen/ Haas
11. Alex Albon/ Williams
12. Daniel Ricciardo/ Visa Cash App RB
13. Pierre Gasly/ Alpine
14. Valtteri Bottas/ Kick Sauber
15. Zhou Guanyu/ Kick Sauber
16. Esteban Ocon/ Alpine
17. George Russell/ Mercedes
Rit. Lewis Hamilton/ Mercedes
Rit. Max Verstappen/ Redbull


giovedì 7 marzo 2024

Al via il 2004: Australia, Malesia e Bahrein, una tripletta facile

Oggi è il 7 marzo 2024 e mi sembra il giorno migliore per fare un viaggio nel passato. Non il passato lontano della "Formula 1 dei very uominy", ma quello che per un certo periodo è stato la nostra normalità: il 7 marzo si svolgeva il GP d'Australia 2004, che sarebbe stato seguito rispettivamente due e quattro settimane più tardi da Malesia e Bahrein, per la parte pre-europea del campionato. Sono già passati vent'anni ed effettivamente non mi sentirei di dire "sembra ieri". Ci sono fatti addirittura più retrostanti che mi sembrano ieri o che vorrei avere vissuto da adulta e ammetto che il 2004 non è uno di questi. Tuttavia in occasione del suo ventennale mi sembra doveroso parlarne e chissà, può essere che più avanti quest'anno vi racconterò anche altro di quella stagione. Prima, però, andiamo con Albert Park, Sepang e Sakhir, di cui per l'occasione ho visto extended highlights con il commento di James Allen e Martin Brundle.

GP AUSTRALIA - non è una qualifica falsata, le Ferrari di Michael Schumacher e Rubens Barrichello fanno 1/2 e alla partenza mantengono le posizioni. Juan Pablo Montoya su Williams inizia con una sbinnata, mentre impegnato in un duello con Fernando Alonso su Renault e Jenson Button su B.A.R; sulle vetture gemelle nel frattempo Jarno Trulli è speronato da Takuma Sato.
La gara non è particolarmente ricca di colpi di scena. La maggior parte dei piloti sono su tre soste, con gli Schumachello stabilmente 1/2 e Alonso stabilmente terzo. Le Williams di Ralf Schumacher e Montoya completano la top-5, dopo che Juan Pablo in corso d'opera supera Button, sesto al traguardo.
Trulli chiude in settima posizione, mentre David Coulthard, ottavo, porta a casa l'ultimo punto, una piccolissima gioia per la McLaren che ha visto invece Kimi Raikkonen ritirarsi per un guasto al motore come se fosse stato un Jacques Villeneuve qualsiasi al volante di una B.A.R.; incredibile ma vero nessuna B.A.R. si ritira per problemi tecnici, mentre si segnala l'assenza dalla griglia del platinato campione del mondo 1997.

GP MALESIA - colpo di scena in qualifica! tra gli Schumachello si piazza seconda una sagoma verde. È una Jaguar e parte al rallentatore, un po' come se a guidarla fosse un Mark Webber qualsiasi al volante di una Redbull. La Jaguar infatti diventerà Redbull, un anno più tardi. Il pilota non bisogno di diventarlo, è già Webber e di lì a qualche giro si becca anche una bella tamponata da Ralf Schumacher, forando, andando ai box e avendo l'accortezza di superare anche i limiti di velocità nella pitlane venendo penalizzato. Lo ritroveremo decisamente più avanti, quando si ritirerà dopo un testacoda, ma questa è una storyline secondaria.
La gara è stata preceduta da uno scroscio di pioggia, ma tutti partono con gomme da asciutto il che non sembra essere un danno così enorme dato che la pista va progressivamente ad asciugarsi. Rubinho tuttavia perde posizioni nelle prime fasi e tutto lascia pensare che non farà doppietta con il compagno di squadra.
Michael Schumacher deve vedersela con un Montoya che sembra più vicino di quanto chiunque non lo fosse in Australia, con un duello tuttavia a distanza specie nel secondo stint. Una gara a tre soste non stravolge le cose per nessuno dei due, con Montoya che tuttavia giungendo secondo è l'unica gioia della Williams, visto il ritiro di Ralf Schumacher per un problema tecnico.
Se in precedenza la lotta per il terzo posto è stata Raikkonen vs Button vs Trulli, Kimi è messo fuori gioco prima da una sosta problematica, poi dal ritiro per un guasto. Jenson sale sul podio, mentre Jarno giunge quinto alle spalle di un Barrichello in rimonta. Coulthard giunge sesto davanti ad Alonso mentre a due giri dalla fine vediamo una B.A.R.(beque) ritirarsi con il motore in fumo: è Sato, che era ottavo e deve cedere l'ultimo punto a Felipe Massa sulla Sauber.
Oscar come miglior attore non protagonista a Olivier Panis che, rientrato ai box senza che i meccanici Toyota fossero pronti e facendo un passaggio a vuoto in pitlane un po' come se stesse scontando un drive through, supera anche i limiti di velocità nella pitlane dovendoci tornare per scontare un drive through!

GP BAHREIN - sul circuito nuovo di zecca gli Schumachello fanno 1/2 in qualifica e precendono il duo Williams Montoya/Ralf e il duo B.A.R. Sato/Button, con un duello Sato vs Ralf Schumacher dopo qualche giro, che si tramuta in un contatto, con Ralf costretto ai box e Sato che resta lì a fare altri danni, come più avanti danneggiare la propria ala anteriore su un cordolo.
Nel mentre le Ferrari sono 1/2 e Raikkonen, partito dalle retrovie per retrocessione dovuta alla sostituzione del motore, è costretto al ritiro... per una nuova rottura del motore! Le Rosse rimangono 1/2 anche dopo i tre giri di soste, con Michael Schumacher destinato alla terza vittoria stagionale. Montoya, che trascorre buona parte della gara al terzo posto, ha un problema tecnico ed è Button ad andare di nuovo a podio, mentre dietro di lui Coulthard si ritira per un guasto al motore.
Trulli e Sato si piazzano quindi a fine top-5 mentre Alonso, rimontando dal fondo dopo un contatto al via, protagonista di duelli notevoli specie con Massa e con Webber - al quale ha rivolto anche un cenno di "saluto" - chiude sesto, davanti a Ralf Schumacher e proprio alla Jaguar di Webber.

In sintesi: tre gare vinte da Michael Schumacher, McLaren con seri problemi di affidabilità, Button a podio per la prima volta in carriera che si ripete due settimane dopo andando di nuovo a podio... addirittura un momento di Angry Webbonso. <3 Però, ecco, sembra ormai palese che ci sia poco da fare, per piloti che sono al volante di vetture non rosse e che anche tra quelli al volante di vetture rosse solo uno sia un candidato al titolo mondiale.
La stagione europea alle porte - neanche troppo, Imola è tre settimane dopo il Bahrein, verso la fine di aprile - ci dirà se abbiamo qualche chance di vedere un mondiale ricco di sorprese o se ci toccherà vedere processioni noiose in luoghi a caso tipo l'Hungaroring salvo poi sentire di lì a vent'anni commenti tipo "che spettacolo il GP d'Ungheria 2004 con il grand chelem di Schumacher". Ma questo è spingersi decisamente molto in là, mancano mesi all'Hungaroring - e dovete perdonarmi, ma mi sento di dire per fortuna!


martedì 7 novembre 2023

L'ultimo podio della Royal Couple trent'anni dopo

7 Novembre 1993: il mondiale arriva alle sue ultime battute, è il giorno del GP d'Australia. Il campionato ha visto una netta supremazia della Williams e Alain Prost ha vinto il titolo con un certo numero di gran premi d'anticipo, collezionando anche le ultime vittorie della sua carriera, arrivando in totale a 51, un numero che sembra inarrivabile. Ad Adelaide è il suo ultimo gran premio, ma gli tocca inseguire e non uno qualsiasi, ma il suo avversario storico, Ayrton Senna, che vince la numero 41, nella sua ultima gara con la McLaren, la stagione seguente andrà a prendere proprio il posto di Prost alla Williams.
È il loro ultimo gran premio insieme, i due arrivano dal Giappone dove già Senna ha vinto la sua numero 40. Sul podio, tra i due, regnava il gelo più totale... e dopotutto Suzuka era Suzuka! Fossimo stati in epoca Drive to Survive chissà cos'avrebbero combinato i loro tifosi. Sto provando a immaginare le prese per i fondelli, i tifosi dell'uno dare all'altro dello scarso... che orrore!
Dopo anni di tensione e feroci scontri per il titolo, dove scontri è da intendersi in senso letterale. Eppure, questa loro ultima volta insieme, sul podio non c'è più alcuna tensione e i due si scambiano addirittura un abbraccio, quando Senna invita Prost insieme a lui sul gradino più alto del podio.
Io sono troppo giovane per ricordarmi di loro come avversari - qualche gran premio quando ancora c'era Prost l'ho sicuramente visto, ma ero troppo piccola per capirne le dinamiche - però devo ammettere che questa scena la trovo molto dolce e commovente. <3 Davvero un ottimo finale per i loro lunghissimi anni in Formula 1 insieme! 🇧🇷🇧🇷🇧🇷🇫🇷🇫🇷🇫🇷🇫🇷


Quello che non potevamo sapere, quel giorno, era che anche per Senna quello era l'ultimo podio in Formula 1, che la numero 41 sarebbe rimasta la sua ultima vittoria, che non avrebbe mai raggiunto Prost, ma che altri avrebbero raggiunto loro, nel corso degli anni.
All'inizio è stato Michael Schumacher, poi Sebastian Vettel, dopodiché Lewis Hamilton, infine al giorno d'oggi Max Verstappen.
Questa è la statistica, aggiornata all'ultimo gran premio:

Hamilton 103
Schumacher 91
Vettel 53
Verstappen 52
Prost 51
Senna 41

Ebbene, chiunque abbia superato quota 41, frapponendosi tra Prost e Senna, poi ha superato anche quota 51. È quello che Max ha fatto due giorni fa, vincere la numero 52, passare oltre. Solo due giorni fa, mentre oggi si celebra il trentesimo anniversario dell'ultimo podio insieme, per la Royal Couple.
I due, sono di nuovo vicini, senza più nessuno in mezzo a loro e trovo meraviglioso che sia successo proprio ora. Per quanto non mi faccia impazzire l'idea di Verstappen che scala le statistiche, ciò che succede a fin di bene va sempre visto anche da una luce positiva!

lunedì 3 aprile 2023

Formula 1 2023: #3 Gran Premio d'Australia - il commento del lunedì

Nel giorno che sarebbe stato il compleanno di Jack Brabham si è svolto il suo gran premio di casa, onorand-... onorando un cazzo, perché è stato un casino immane e tutto ciò che ci trovo di positivo è che credo di avere scritto il termine "immane" per la prima volta nella mia vita. Non che fosse una cosa che aspettavo con ansia, ma ce la facciamo andare bene.
Siamo al terzo gran premio della stagione ed è già la seconda volta che la direzione gara si trasforma in animazione, non con esiti positivi. Abbiamo anche raggiunto un record: per la prima volta nella storia della Formula 1 c'è stata una gara con tre bandiere rosse. Ci sono stati anche altri primati, come quello di avere un restart al quale è stato applicato il regolamento che si applicava nella Formula 1 vintage per bandiera rossa al via e ripartenza da distanza originale, infine di avere una procedura per restart dietro la safety car senza però il restart perché al momento in cui terminava quel giro finiva anche la gara per il raggiungimento del finale. Adesso che ci penso c'è stato anche un 58° giro valido senza che fosse valido il 57° e tutto ciò lascia pensare a una Formula 1 sul punto di implodere. Però c'è di peggio nella vita, ovvero che a causa dell'ultima bandiera rossa e dell'annullamento del restart appena avvenuto siamo ancora intrappolati nel nostro piccolo mondo crudele invece di avere visto una luce mistica.
Se fosse stata data safety car prima della bandiera rossa, come ormai da decenni avviene qualora non si tema di essere di fronte a un incidente mortale, il giro 57 sarebbe stato valido e, dietro al duo di testa, terzo al traguardo sarebbe stato Carlos Sainz. Però, per effetto dell'incidente che aveva innescato al restart appena avvenuto, sarebbe scivolato indietro per penalità perdendo la terza piazza a favore del pilota che stava al momento in quarta posizione. Ieri, 2 aprile 2023, la direzione gara è riuscita nella memorabile impresa di innescare alla cazzum le condizioni che avrebbero portato alla trionfale salita di Nico Hulkenberg sul podio, per poi impedire un istante più tardi che questo glorioso evento avvenisse.
Peccato, perché sarebbe stata l'unica cosa capace di salvare una giornata che, come prassi di questa stagione, vi racconterò con la cronaca che ho scritto ieri per il forum, contornata da riflessioni finali. Ci sarà molto da dire, e io che ingenuamente sabato pensavo avrei incentrato il finale del commento sui Leclainz immortalati sabato dopo le qualifiche mentre avevano un teso scambio di battute dopo che c'era stato un presunto rallentamento in pista dovuto al fatto che via radio a uno avessero detto di prendere scia dall'altro e all'altro non avessero detto di dargli la scia...

LA CRONACA PER F1GC - Nel weekend del 2 aprile si svolge il GP d'Australia, terzo della stagione. Max Verstappen ottiene la pole position precedendo i due piloti della Mercedes, mentre il compagno di squadra Checo Perez parte dall'ultima posizione per essere uscito di pista ed essersi insabbiato all'inizio della prima manche di qualifica.
L'Aston Martin si rivela ancora una volta competitiva con Fernando Alonso che scatta dalla quarta casella della griglia, mentre la Ferrari si rivela ancora una volta caotica, pasticciando con scie, condizioni meteo (a Charles Leclerc viene comunicato l'arrivo imminente della pioggia, ma non viene a piovere) e quant'altro, conunque la monoposto di per sé non sembra particolarmente competitiva.
Sorprende in positivo soprattutto Alex Albon sulla Williams che inaspettatamente ottiene la top-ten e centra un ottavo posto. Non figurano retrocessioni in griglia, pertanto l'ordine di partenza è il seguente:

Verstappen - Russell
Hamilton - Alonso
Sainz - Stroll
Leclerc - Albon
Gasly - Hulkenberg
Ocon - Tsunoda
Norris - Magnussen
De Vries - Piastri
Zhou - Sargeant
Bottas - Perez

George Russell si porta in testa al via davanti al poleman, venendo seguito da Lewis Hamilton in seconda posizione di lì a poche curve. Nel frattempo c'è un lieve contatto Leclerc/ Stroll, con il pilota della Ferrari che finisce in testacoda e si insabbia, provocando un breve ingresso della safety car. Stroll perde invece un paio di posizioni, Alonso invece al momento si trova quinto alle spalle di Sainz.
Al 7° giro il weekend di Albon - al momento sesto posto davanti a Stroll - finisce decisamente male, in quanto va a sbattere violentemente, riversando sabbia sulla pista. Russell e Sainz ne approfittano per andare ai box, mentre un giro più tardi viene data bandiera rossa. I piloti che non si sono ancora fermati ai box possono cambiare gomme durante l'interruzione e Hamilton si ritrova a ripartire in testa, seguito da Verstappen e Alonso.

Dopo un out lap dietro la safety car, si riparte con standing start e dopo un paio di giri Verstappen risale agevolmente in testa non appena può attivare il DRS, Russell si porta quarto superando Gasly alcuni giri dopo per poi ritirarsi al 18° per un guasto. Il pilota della Alpine si ritrova di nuovo quarto fino al sorpasso subito da Sainz sette giri più tardi. Nel frattempo Perez risalito dal fondo si trova in bassa zona punti.
Verstappen in testa alla gara allunga e al 47° ha un lieve fuori pista, ma il suo vantaggio rimane comunque abbondante. Nel frattempo prosegue abbastanza piatta, con Perez ormai settimo - i primi sei Verstappen, Hamilton, Alonso, Sainz, Gasly e Stroll - e Hulkenberg e Norris a lottare per l'ottava piazza.
Al 53° poi Magnussen sbatte e sparge detriti. La gara, inizialmente messa in regime di safety car, viene redflaggata un'altra volta, un po' a scoppio ritardato. Si fa di nuovo out lap dietro la safety car, vale come 56° giro su un totale di 58. Il restart sarà di appena due giri.

Verstappen e Hamilton mantengono le posizioni, dietro c'è un accenno di duello per il terzo posto, che si conclude con un contatto tra Sainz e Alonso. Alonso si gira e dietro si innesca il caos, con le Alpine che finiscono l'una contro l'altra e poi a muro, mentre anche anche Sargeant e De Vries risultano coinvolti nell'incidente.
Stroll frattanto risale terzo, ma finisce fuori pista e perde posizioni. Sainz torna terzo, seguito da Hulkenberg, Tsunoda, Norris, Piastri, Zhou e Perez, con Stroll e Alonso nelle ultime due posizioni.
Viene tuttavia esposta bandiera rossa nell'immediato (senza safety car) e si giunge a una situazione caotica di restart nullo, con le vetture che alla fine del giro vanno a rientrare in pitlane. Per effetto di ciò, si torna alle posizioni del restart precedente, ma manca solo un giro, quindi si fa procedura di restart dietro alla safety car, ma al momento di quello che dovrebbe essere il restart, la gara finisce. L'unica variazione sul risultato finale è che Sainz per i cinque secondi di penalità già annunciati slitta dalla terza all'ultima posizione. /// Milly Sunshine per F1GC

RISULTATO: 1. Max Verstappen (Redbull), 2. Lewis Hamilton (Mercedes), 3. Fernando Alonso (Aston Martin), 4. Lance Stroll (Aston Martin), 5. Sergio Perez (Redbull), 6. Lando Norris (McLaren), 7. Nico Hulkenberg (Haas), 8. Oscar Piastri (McLaren), 9. Zhou Guanyu (Alfa Romeo), 10. Yuki Tsunoda (Alpha Tauri), 11. Valtteri Bottas (Alfa Romeo), 12. Carlos Sainz (Ferrari), Rit. Pierre Gasly (Alpine), Rit. Esteban Ocon (Alpine), Rit. Nyck De Vries (Alpha Tauri), Rit. Logan Sargeant (Williams), Rit. Kevin Magnussen (Haas), Rit. George Russell (Mercedes), Rit. Alex Albon (Williams), Rit. Charles Leclerc (Ferrari).

LA MIA VISIONE SULLE BANDIERE ROSSE E IL "NON RESTART" - non voglio convincere nessuno a pensare che il mio parere sia vincolante, tuttavia dando un'occhiata al regolamento e facendo un ripasso sulle vicende passate ho maturato alcune convinzioni. Quindi vi spiegherò che cosa, a mio parere, sia stato fatto bene e cosa no. Partirei dalla prima bandiera rossa, per l'incidente di Albon: premesso che il regolamento prevede che la gara vada redflaggata solo se non è possibile proseguire dietro safety car (sì, c'è scritto così) si può anche considerarla accettabile per la barriera potenzialmente danneggiata. Tuttavia le tempistiche sono abbastanza sospette: il leader della gara Russell era appena entrato ai box e guess what? Ci si ritrovava con un duello Hamilton vs Verstappen per la leadership.
La seconda a mio parere è un no assoluto: una sola vettura ferma, quello che restava di una gomma esplosa... la safety car in pista per un paio di giri e poi la bandiera rossa, palesemente messa per un finale di gara ad alta tensione, con la speranza di innescare caos. Sainz ha risposto a questa esigenza mandando Alonso a girarsi, il che ha innescato anche gli altri contatti dietro. Si fa per dire, perché Sargeant senza ostacoli di sorta si è lanciato a cannone contro De Vries al grido di "ha stato Sainz" e neanche è stato messo sotto investigazione.
A quel punto la gara è stata immediatamente redflaggata, con un reattività mai vista prima, applicando il concetto di restart da distanza originaria, solo con il giro 56 preso come distanza. C'è stato chi ha contestato di conseguenza la penalità a Sainz e il restart senza le Alpine. Tuttavia non mi sento di contestare nessuna delle due cose: immaginate sia una partenza, non un restart. Chi innesca il caos può essere penalizzato anche se si dà subito bandiera rossa e si fa restart da distanza originaria (il problema è casomai che il concetto di "distanza originaria" non sembra esistere più come esisteva una volta). Idem l'assenza di piloti incidentati nella partenza "nulla" non rende ovviamente nulla la gara. È tutto il resto che è da contestare.
L'ultima bandiera rossa, come principio, è stata sicuramente quella più legittima, c'erano ben quattro vetture ferme ed era giustificabile che la gara venisse interrotta. Tuttavia, essendo il penultimo giro, un restart era di fatto impossibile, perché prima della ripartenza ci deve essere un giro di formazione dietro la safety car, che conta come giro di gara (e se non contasse andrebbe comunque stornato dal conteggio, perché le vetture hanno carburante per fare i giri regolamentari, non di più) e si poteva fare solo quello.
A mio vedere le uniche soluzioni possibili erano o non far riprendere la gara (anche se non oso immaginare che casino ne sarebbe uscito, perché in tal caso si applicava la regola del risultato stilato sulla classifica di due giri prima e non mi fiderei a mettere il concetto di "due giri prima" in mano a gente con una smisurata immaginazione) o semplicemente mettere prima la safety car, specie considerato che tutti i piloti ancora in pista avano superato indenni il luogo dell'incidente e non vi era alcuna ragione per agire come se fosse una questione di vita o di morte.
In tal caso il giro numero 57 sarebbe stato completato docilmente alle spalle di Bernd Maylander e qualunque cosa fosse successa dopo non ci sarebbe stato il teatrino finale, perché anche se fosse stata redflaggata la gara a quel punto, le vetture avrebbero completato il 58° mentre andavano a rientrare ai box.
In sintesi, a mio parere ieri si sono usate le bandiere rosse per la specifica volontà di ravvivare la gara sperando che arrivasse il pivello di turno a fare strike e la cosa che trovo più irritante di tutte è che dopo il palesemente desiderato incidente si sia verosimilmente pensato di poterlo ripetere di nuovo con un ulteriore restart: a mio parere la direzione gara (o animazione gara) nella concitazione del momento non ha notato che un nuovo standing start era impossibile, quindi ha dato subito bandiera rossa.
Tutto ciò somiglia molto al mio racconto "Il Paradosso del 27", un mix tra fan fiction e original fiction (i personaggi sono fittizi, ma alcuni di quelli che fanno apparizioni brevi sono ispirati a veri piloti, anche se i nomi sono fittizi, scelta dettata dal desiderio di pubblicarla sul sito EFP, che vieta le fan fiction su sportivi) ambientato in un alternate universe e ispirato a un mio vecchio lavoro. Considerato che il racconto tratta di una categoria motoristica in mano a due pazzi assetati di sangue che hanno come principio l'intrattenimento a tutti i costi basato sull'innescare incidenti potenzialmente gravi per colpire l'immaginario dei "nuovi fan", non si tratta esattamente di un complimento.

L'ANGOLO DEI LECLAINZ - penso sia doveroso lasciare un po' di spazio alla leggerezza, quindi a un dialogo immaginario per capire cosa potrebbe essere successo sabato:
"Charles, dove hai messo i passaporti falsi?"
"Credo di averli dimenticati a casa."
"Sei un irresponsabile! Come facciamo adesso a scappare in Messico per non dovere guidare questa carriola?"
"Non saprei, domani troverò un modo. Magari potrei sbinnarla come un Vettel qualsiasi e andare a dormire come fa l'europeo medio alle sette della domenica mattina."
"Cra cra cra."
"Cosa ci fa la rana di Sebastian? Perché gliel'hai rubata?"
"Non è la rana di Sebastian. L'ho incontrata mentre facevo una track walk. Mi ha chiesto se potevo portarla in giro dandole un passaggio nel cestino della bicicletta, dato che saltellare era troppo faticoso per lei, ma essendo vietate le biciclette nelle track walk ho dovuto metterla nel taschino della tuta."
"Cra cra cra."
"Taschino da cui è uscita per infilarsi nella tua."
"Mi stai trollando."
"Non mi permetterei mai. Secondo me dovremmo baciare entrambi la rana."
"Così si trasforma in un principe?"
"Così si trasforma in un team owner che ha un squadra organizzata e una vettura competitiva."
"Non avrei mai pensato che potessi formulare un pensiero così ardito. Ero convinto che tutto ciò che desideravi fosse ballare con il tuo YdOlO!!!111!!!11!!!"
"Fernando? Ci ballerò la conga domani. Sarà molto aaaawwww."
"Adesso ti riconosco, sei il Carlito che ho avuto accanto a me in tutti questi anni, quello a cui mi sono affezionato e..."
"La gente che ci guarda da casa ha deciso che in questo momento stiamo litigando. Perché queste dichiarazioni sdolcinate?"
"Tanto questo weekend non c'è stata una sola cosa coerente - compreso il fatto che in questo dialogo è sabato ma sto già commentando la domenica - quindi non vedo perché dobbiamo cambiare noi questo ineluttabile destino."
"Hai ragione. Quello che conta è che l'abbiamo scampata: se Hulkenberg avesse fatto podio, la Formula 1 per come la conosciamo non esistereb-... ah già, non esiste già più."

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO - dato che tra le tante cose che ho letto ieri c'è anche che continuare a seguire la Formula 1 non è da veri appassionati e significa apprezzare questa deriva, o che bisognerebbe smettere di guardarla per dare un segnale forte, ci tengo a dire la mia anche su questo.
La Formula 1 è forse una delle poche cose che mi hanno appassionata per *tutta* la vita. Ho altri interessi, ovviamente, ma nessuno che abbia le sue origini fin dalla mia primissima infanzia. Non sono affatto felice della deriva presa soprattutto dal 2021 inoltrato in poi, ma credo di avere il diritto di vivere le mie passioni e magari di sperare che il campionato possa ritrovare la retta via, anche se la vedo dura. La vivo sicuramente in modo più distaccato rispetto a solo pochi anni fa, ma non intendo smettere di seguirla per protesta o cose simili.
La Formula 1 difficilmente tornerà sulla retta via perché la blogger amatoriale Milly Sunshine, che segue le gare in differita su TV8, tiene la TV spenta. Alla luce di ciò, la blogger amatoriale Milly Sunshine ha il sacrosanto diritto di continuare a guardarsi le gare e magari a criticarle come ha fatto in questa occasione. Anzi, continuare a seguire la Formula 1 è il modo migliore per ricordarsi quella di un tempo, quella che aveva dei problemi ma che era in primo luogo sport, invece che reality show.


domenica 12 marzo 2023

Australia, Brasile e San Marino 2000: il trittico di Michael Schumacher a inizio stagione

Carissimi motori Mercedes che vanno in fumo sulle McLaren, vi auguro una buona domenica e vi segnalo che anche ventitré anni fa, nel lontano 2000, il 12 marzo cadeva di domenica ed era il giorno in cui si gareggiava in Australia. L'Albert Park era il circuito che apriva la stagione e venivamo da due mondiali vinti da Mika Hakkinen che, ancora una volta, scattava dalla pole affiancato dal compagno di squadra David Coulthard. Fin dalla partenza dietro alle due vetture grigio-nere si sono messe in fila le Ferrari e le Jordan alternate: Michael Schumacher, Heinz-Harald Frentzen, Rubens Barrichello e Jarno Trulli. Dietro di loro una sagoma bianca, la B.A.R. di Jacques Villeneuve. Ventidue vetture erano presenti al via, ma sono diminuite in tempi molto brevi, fuori sia le Jaguar sia le Arrows. Johnny Herbert si è ritirato per un guasto, Eddie Irvine alla prima in verde nel tentativo di evitare Pedro De La Rosa finito a muro per la rottura di una sospensione, incidente che ha provocato l'ingresso della safety car. Anche Jos Verstappen, sull'altra vettura sponsorozzata Orange, ha sbattuto per un problema a una sospensione, ha raggiunto i box ma è stato comunque costretto al ritiro.
I ritiri più altisonanti, tuttavia, dovevano ancora venire e prima che Coulthard poi Hakkinen sono stati costretti a fermarsi da guasti al motore. A quel punto la strada per la Ferrari era abbastanza spianata e gli Schumachello hanno finito per fare doppietta alla loro prima uscita da compagni di squadra. I piloti della Jordan invece sono stati costretti al ritiro, come tanti altri in corso d'opera. Rubinho era su due soste invece che una, ma ha conservato agevolmente la seconda piazza.
Sul gradino più basso del podio ha chiuso Ralf Schumacher sull'unica Williams giunta al traguardo - il debuttante Jenson Button fermato da un guasto al motore. Villeneuve frattanto teneva dietro un trenino di vetture, composto dalla Benetton di Giancarlo Fisichella, dalla Sauber di Mika Salo, dall'altra B.A.R. di Ricardo Zonta e dall'altra Benetton di Alez Wurz. Dopo la squalifica di Salo per irregolarità tecniche, Zonta è risalito sesto e la B.A.R. ha messo due vetture a punti.

Le cose frattanto per la Sauber erano solo destinate ad andare peggio: sia Salo sia il compagno di squadra Pedro Diniz non avrebbero disputato la gara di lì a due settimane più tardi in Brasile, per ragioni di sicurezza a seguito di un cedimento avvenuto sulla vettura di Salo. A proposito di sicurezza, a Interlagos in varie occasioni pannelli pubblicitari si sono staccati durante le qualifiche, in una delle occasioni venendo evitati per un soffio da Jean Alesi, all'epoca pilota della Prost.
I due piloti McLaren erano ancora in prima fila, ma Schumacher si è messo tra di loro alla partenza, McLaren/ Ferrari/ McLaren/ Ferrari, almeno finché Schumacher e Barrichello, in tempi brevi, non hanno superato ciascuno la McLaren che aveva davanti. Rubinho ha anche strappato in seguito la seconda piazza a Hakkinen, venendo tuttavia costretti entrambi al ritiro in corso d'opera. A quel punto M.Schumacher e Coulthard erano i candidati più probabili per la vittoria e per il secondo posto. Dopo una gara con vari ritirati per guasti vari - e il solo Irvine per incidente - Schumacher ha preceduto Coulthard sul traguardo ed è andato a ritirare il trofeo del vincitore consegnato sul podio da Pelé.
La successiva squalifica di Coulthard per irregolarità tecniche (di cui ricordo avere appreso a suo tempo al lunedì mattina davanti all'entrata della scuola da una certa Gessica con la G della 1^B, che poi si è trasferita in corso d'opera cambiando scuola prima della fine dell'anno scolastico) ha consacrato Fisichella come secondo classificato e fatto risalire tutti gli altri piloti giunti al traguardo in classifica. Le Jordan di Frentzen e Trulli e le Williams di R.Schumacher e Button hanno completato la zona punti. Jenson, uscito vincente da un duello per quello che sembrava il settimo posto con JVes, ha portato a casa un punto, diventando per i tempi il più giovane pilota a punti in Formula 1. Nel frattempo, a proposito di punti, la McLaren si ritrovava ancora a secco, non il migliore degli inizi per la scuderia di Woking, che non poteva fare altro che sperare in una svolta positiva con il ritorno in Europa.

Il 9 aprile si è svolto il GP di San Marino, con McLaren e Ferrari alternate sulla griglia di partenza: Hakkinen, Schumacher, Coulthard, Barrichello. Rubinho si è procacciato la terza piazza, mentre davanti è rimasto del tutto inalterato, con Hakkinen in testa con qualche secondo di vantaggio. In entrambi i casi la situazione si è decisa con il secondo rifornimento: Barrichello e Coulthard sono rientrati nello stesso giro, la sosta per il pilota McLaren è stata più breve ed eccolo uscire terzo davanti al ferrarista.
Il caso Hakkinen vs Schumacher è stato un po' diverso, con Michael che ha proseguito un giro o due in più dell'avversario, riuscendo a passare davanti di overcut. In tale maniera è andato a vincere per la terza volta consecutiva nelle prime tre gare stagionali, mentre con il duo Hakkinen/ Coulthard la McLaren ha quantomeno potuto consolarsi con un doppio podio, un risultato non certo scontato visto l'andazzo nei due gran premi precedenti. Barrichello, invece, ha dovuto accontentarsi del quarto posto.
Nonostante quanto sostengano i suoi detrattori, troppo focalizzati sul fatto che passare alla B.A.R. non sia stata un'idea saggia da non vedere minimamente che certi risultati erano decisamente altisonanti quantomeno nel confronto con Zonta, Villeneuve ha sfoderato un'altra buona performance, trascorrendo tutta la gara al quinto posto e chiudendola appunto in quella posizione.
Tra i papabili per il sesto posto Trulli e Ralf Schumacher, entrambi però costretti al ritiro esattamente come i loro compagni di squadra nelle prime fasi, a portare a casa il punto finale è stato Salo. La gara non ha avuto un numero di ritirati elevato tanto quanto quelle precedenti e si segnalano due incidenti, uno con protagonista Marc Gené su Minardi nella prima fase, uno a gara inoltrata con la Arrows di De La Rosa contro le barriere.

giovedì 9 marzo 2023

09.03.2003: l'ultima vittoria di David Coulthard

Buongiorno a tutti, oggi è il 9 marzo 2023 e vi parlerò di quello che succedeva esattamente vent'anni fa, il 9 marzo 2003, giorno in cui si gareggiava in Australia, prima gara della stagione. La Ferrari aveva dominato il mondiale precedente e Michael Schumacher e Rubens Barrichello erano 1/2 sulla griglia di partenza.
Tutto poteva lasciar pensare a un risultato facile per la Rossa, ma in un momento storico inconsueto hanno optato per la tipica strategia ferrarista: "abbiamo due vetture in testa, come facciamo a non vincere questa gara?" Su una pista ancora umida, ma che andava asciugandosi, è stato Barrichello il primo ad aprire le danze, facendo jump start sotto l'occhio vigile dei commissari.
Di lì a qualche giro gli sarebbe stato comunicato un drive through che non avrebbe mai scontato: vi posso anticipare che è andato a sbattere e la sua gara è terminata dopo poche tornate. Schumacher frattanto era in testa, ma su gomme intermedie e la pista andava asciugandosi molto in fretta.

Kimi Raikkonen, che doveva partire 15°, era partito dalla pitlane avendo cambiato gomme dopo il giro di formazione e viaggiava su buoni tempi tanto che il compagno di squadra David Coulthard, partito invece 11°, è stato uno dei primi a rientrare ai box per passare alle slick. Le Williams, invece, erano partite già su gomme da asciutto.
Juan Pablo Montoya si è portato in testa con le soste altrui per cambiare gomme, le ultime avvenute in concomitanza con la safety car entrata per incidente della Toyota di Cristiano Da Matta. Dopo un altro incidente innescato da un cedimento sulla Jaguar di Mark Webber, un'altra safety car ha sancito il momento del primo rifornimento per chi era ancora a zero soste, incluse le Williams. Montoya è tornato in pista alle spalle di Raikkonen, Michael Schumacher, Coulthard e delle B.A.R., mentre l'altra Williams, guidata da Ralf Schumacher è precipitata decisamente indietro a seguito di un testacoda.

Le B.A.R., guidate da Jenson Button e Jacques Villeneuve, hanno perso terreno dopo una sosta concomitante, Montoya è risalito quarto e nel frattempo abbiamo assistito a un duello Raikkonen vs Schumacher. Kimi era su una strategia a un solo rifornimento, quindi mantenere la posizione poteva significare molto.
Quando però è stato il momento di rientrare, si procacciato un drive through per eccesso di velocità in pitlane.
Montoya, a soste ultimate, si trovava davanti a Coulthard, quindi secondo alle spalle del solo Schumacher, che doveva comunque fermarsi per un'ulteriore sosta, che è stato costretto ad anticipare.
Il fattaccio è accaduto a seguito di un salto su un cordolo, quando un'appendice della sua vettura si è staccato e ha iniziato a penzolare. La direzione gara gli ha esposto bandiera nera con cerchio arancione, Schumacher ha anticipato la sosta ed è tornato in pista quarto dietro a Raikkonen, con il quale ha ripreso a duellare.

Montoya viaggiava verso la vittoria ma, quando ormai la gara era già piuttosto inoltrata, ha commesso un errore ed è finito in testacoda. Ha perso solo una posizione, ma comunque la possibilità di vincere era andata. Si è ritrovato secondo, con Raikkonen e M.Schumacher che lo inseguivano da vicino.
La zona punti, estesa all'ottava piazza, è stata completata dalle Renault di Jarno Trulli e Fernando Alonso quinto e settimo con in mezzo la Sauber di Heinz-Harald Frentzen, infine Ralf Schumacher ottavo. Seguivano le B.A.R. di Villeneuve e Button infine undicesimo Jos Verstappen sulla Minardi.
David Coulthard andava nel frattempo a tagliare il traguardo da vincitore per la tredicesima volta in Formula 1, primo vincitore di una stagione che ne avrebbe avuti ben otto (i piloti McLaren, i piloti Ferrari, i piloti Williams, più Giancarlo Fisichella sulla Jordan e Fernando Alonso sulla Renault). Tagliava il traguardo da vincitore per l'ultima volta, ma esattamente vent'anni fa non lo potevamo sapere.


mercoledì 8 marzo 2023

25 anni dopo: 1998 (AUS/ BRA/ ARG/ SMR), l'ascesa di Mika Hakkinen

Carissimi lettori, mi sembra giunto il momento di partire per un lungo viaggio nel 1998, un mondiale che a primo impatto avrebbe potuto sembrare uno di quelli assegnati già a luglio, ma che nella realtà dei fatti 1) a posteriori non ci rendiamo conto che il pilota che poi ha vinto, al momento di iniziare la stagione aveva all'attivo una sola vittoria, 2) si è rivelato meno prevedibile di quanto poteva sembrare inizialmente. Quel mondiale iniziava nel weekend dell'8 marzo, esattamente 25 anni fa.
Sarà un viaggio piuttosto lungo e per oggi abbiamo in programma la prima tappa di questa carrellata di 1998. Direi che per prima cosa è opportuno rievocare i fatti che hanno messo fine alla stagione precedente: Jacques Villeneuve vs Michael Schumacher, devo davvero aggiungere altro? Forse che tra i due sembra non esserci mai stato un chiarimento per i fatti di Jerez de la Frontera. Si prospetta quindi una stagione scoppiettante.
O meglio, lo sarebbe se la McLaren non avesse tirato fuori la vettura più competitiva del lotto, con Mika Hakkinen e David Coulthard pronti a svettare su tutto e su tutti iniziando con un 1/2 in griglia. Schumacher è relegato a inseguire il terzo gradino del podio, mentre Villeneuve guida una Williams non più motorizzata Renault ma Mecachrome, che non ha più livrea Rothmans ma Winfield. Dal bianco-blu è passata al rosso caotico, il che non sarebbe neanche tanto grave, il punto è che il nuovo sponsor inizia per Win- e questo tendenzialmente non è di grande auspicio.

L'1/2 in griglia degli Hakoulthard non è prerogativa del GP d'Australia, ma si ripete anche in Brasile, con le Ferrari, le Williams e altri aspiranti comprimari nelle file immediatamente successive. In entrambe le occasioni per gli avversari della scuderia di Woking sembra esserci ben poco da fare, con la McLaren destinata a una facile doppietta, Hakkinen destinato a una facile vittoria e Coulthard a inseguirlo da vicino senza metterlo in difficoltà.
La realtà dei fatti non è così semplice, in McLaren tra gli Hakoulthard e Ron Dennis vige un accordo in base alla quale i piloti non devono lottare tra di loro in gara. Tuttavia chi ha il migliore spunto in partenza e si trova davanti all'altro, ha il diritto a mantenere la posizione senza essere attaccato, chiunque esso sia tra i due. In questo contesto si inserisce l'evento anomalo dell'Albert Park, l'ordine di scuderia destinato a ristabilire il presunto ordine naturale delle cose.
Tutto a posto al via, Hakkinen prende la testa della gara, Coulthard gli rimane dietro senza mai infastidirlo, mentre gli altri piloti non possono fare nulla per infastidirli, quei pochi piloti che rimangono in pista nonostante l'elevato attrition rate. Si inizia dalle Stewart, fuori entrambe al primo giro: Rubens Barrichello per un guasto, Jan Magnussen colto in un incidente con la Jordan di Ralf Schumacher e la Arrows di Toranosuke Takagi. Tra i big, tuttavia, esce di scena solo Michael Schumacher, nelle prime fasi e dal terzo posto, per un guasto al motore, lasciando la terza piazza al vecchio rivale Villeneuve.
La Williams fa podio con Heinz-Harald Frentzen uscito "vincente" dalla differenziazione delle strategie. Il campione in carica deve accontentarsi del quinto posto alle spalle della Ferrari di Eddie Irvine, mentre l'ultimo punto se lo aggiudica Johnny Herbert su Sauber. Sono tutti doppiati.

Cosa succede tra Hakkinen e Coulthard, vi chiederete. Tra di loro, di per sé, niente. Alla prima sosta tutto va bene, alla seconda Hakkinen rientra... e niente, non è il momento della seconda sosta. Percorre la pitlane e torna fuori, in seconda piazza adesso e abbondantemente alle spalle del compagno di scuderia. È rientrato perché l'hanno chiamato dai box, pare. Non è così, non gli hanno mai detto di rientrare.
Dopo la seconda sosta, quella vera, Coulthard è davanti a Hakkinen di svariati secondi e in casa McLaren sembra che le posizioni - quelle che dovevano essere consolidate fin dal via - siano state invertite da un errore del team. Da quel presupposto si decide per l'ordine di scuderia "anomalo": Coulthard rallenta e cede la leadership a Hakkinen.
La cosa non passa inosservata, ai tempi perfino gli organizzatori del GP d'Australia non sono soddisfatti dell'accaduto e la McLaren viene tacciata più o meno velatamente di avere manipolato il risultato della gara. Non accade nulla dal punto di vista del regolamento, quanto successo non è formalmente vietato, frattanto permane il mistero sulla chiamata fantasma.
Nel 2007 Ron Dennis affermerà che qualcuno da un altro team abbia intercettato la frequenza della radio della McLaren e ordinato a Hakkinen di rientrare, ma sussistono dubbi sulla credibilità di Ron Dennis nello specifico nel 2007. Forse non sapremo mai cosa sia accaduto e chi abbia ordinato a Hakkinen di rientrare. Resta tuttavia un dato di fatto che nel terribile schianto del 1995 il pilota finlandese abbia riportato danni permanenti all'udito, quindi una teoria esistente è che questo abbia innescato una mancata comprensione di ciò che gli veniva comunicato dai box.

In Brasile va tutto bene, gli Hakoulthard fanno doppietta senza controversie, con Coulthard che relegato in seconda posizione in qualifica e nelle prime battute altro non può fare che parare il fondoschiena a Hakkinen, dove "parare il fondoschiena" serve per abbellire la frase in quanto implica che qualcuno possa impensierire il duo McLaren.
Non è così: Frentzen è terzo a debita distanza davanti alle Ferrari e dopo il primo pitstop si ritrova dietro alle Ferrari. Le Benetton di Alex Wurz e Giancarlo Fisichella sono su una strategia a una sosta sola, in questo modo riescono a risalire. Hakkinen, Coulthard, Schumacher, Wurz, Frentzen, Fisichella, questa la zona punti, con Villeneuve relegato al settimo posto quindi a secco, così come Irvine ottavo.
Ancora una volta l'attrition rate è elevato, con Ralf Schumacher ad aprire le danze con un testacoda già alla partenza. Il suo compagno di squadra Damon Hill invece arriva in fondo, per poi essere squalificato a causa della vettura sottopeso. Oltre a Ralf, l'unico altro ritirato per incidente è Shinji Nakano: il pilota della Minardi finisce in testacoda dopo pochi giri. Per il resto è tutta questione di problemi al motore, al cambio o affini, eccetto Herbert che verso fine gara si ritira per indisposizione fisica dovuta a un infortunio riportato in una precedente sessione.

Il terzo gran premio della stagione si corre a Buenos Aires e vede Coulthard partire dalla pole position accanto a Michael Schumacher, dietro di loro i rispettivi compagni di squadra. Causa rischio pioggia, quasi tutti i team optano per una strategia prevista a una sola sosta, ma non la Ferrari.
Hakkinen supera Schumacher al via e si porta secondo, ma Michael ha la vettura più scarica e leggera e lo supera in breve tempo andando poi all'inseguimento di Coulthard. David, da parte sua, qualche giro più tardi commette una sbavatura e Schumacher si infila. Più o meno. I due si toccano, Coulthard finisce in testacoda, ma procedono entrambi, Schumacher in testa, Coulthard in bassa zona punti.
Il nuovo leader deve fermarsi due volte, Hakkinen sono una. Andando più leggero a carburante, comunque, riesce a girare più veloce di Hakkinen dopo la sosta del pilota McLaren e al momento del secondo pitstop gli esce davanti. Irvine frattanto è terzo, mentre dal cielo inizia a cadere qualche goccia. La gara, che ha già visto vari piloti (tra cui Ralf Schumacher, di nuovo incidentato) guidare in maniera caotica - Coulthard frattanto è stato protagonista di un incidente con Villeneuve che ha messo fine alla gara del canadese - vede molti di loro andare per prati e combinare casini.
Wurz supera Irvine approfittando di un problema tecnico sulla Ferrari, ma una successiva sbinnata mentre è nei pressi del doppiato Takagi gli fa perdere la terza piazza appena conquistata. Fisichella commette una sbavatura perdendo la sesta piazza a vantaggio di Coulthard che risale quindi alle spalle della Sauber di Jean Alesi. Schumacher mette le ruote sull'erba, ma ritrova la via dell'asfalto mantiene la leadership su Hakkinen, a sua volta vittima di un giro sullo sterrato.
Schumacher, Hakkinen, Irvine, Wurz, Alesi e Coulthard, sono questi i piloti che si aggiudicano la zona punti. Dopo due gran premi con dominio totale da parte della McLaren, adesso qualcosa sembra cambiato. Bisogna vedere cosa succederà di ritorno in Europa, dove si inizierà con il GP di San Marino.

A Imola, comunque, il sentore è che Buenos Aires sia stata una gara dal risultato anomalo: Coulthard ottiene la pole davanti a Hakkinen e i due iniziano a staccare i loro colleghi. Quando sulla vettura di Mika il cambio si rompe, è il solo David a proseguire, ma pur sempre di McLaren imprendibile si tratta. Michael Schumacher deve accontentarsi del secondo posto e anche ringraziare per il ritiro di Hakkinen.
Rallentato dalla Tyrrell del doppiato Ricardo Rosset, Villeneuve perde terreno quando avrebbe potuto giocarsi il terzo posto e non riesce a fare meglio che quarto, dietro a Irvine e davanti al compagno di squadra Frentzen. Alesi chiude ancora una volta sesto.
Hill viaggiava verso il settimo posto nella parte finale della gara, ma è costretto al ritiro per un guasto a pochi giri dalla fine, lasciando la posizione a Ralf Schumacherz stavolta in grado di evitare il caos. La gara, comunque, ha ancora una volta elevato attrition rate, momento più eclatante il ritiro simultaneo delle Benetton, Fisichella per incidente e Wurz per problemi al motore.
Per il momento ci fermiamo qui: Hakkinen 26, Coulthard 23, M.Schumacher 20, la classifica piloti è meno marcata di quanto potrebbe sembrare. Ce la farà Hakkinen ad allungare? O Schumacher a rimontare? E quale sarà il destino di Coulthard? Lo scopriremo nel prossimo appuntamento.

sabato 4 marzo 2023

04.03.2001: un tragico GP d'Australia

Sabato 4 marzo 2023, oggi sarà giornata di qualifiche in Bahrein, ma vi porterò in questo post in viaggio nel passato, a ventidue anni fa, la domenica in cui per la prima volta, al volante di una Minardi, il diciannovenne Fernando Alonso si trovava sulla griglia di partenza di un gran premio di Formula 1. Era in buona compagnia: in quel fine settimana facevano il proprio debutto anche Kimi Raikkonen su Sauber e Juan Pablo Montoya su Williams. Frattanto, dopo la vittoria di titolo piloti (dopo ventun anni) e costruttori, la Ferrari iniziava bene la stagione mettendo entrambe le proprie vetture in prima fila con Michael Schumacher in pole position e Rubens Barrichello al suo fianco.
Il circuito era l'Albert Park, che dal 1996 apriva il mondiale come primo evento stagionale, tradizione che sarebbe proseguita inalterata negli anni a venire, per poi essere ultimamente spesso e volentieri rimpiazzato dal Bahrein come primo gran premio dell'anno. Sarebbe stata una gara da ricordare... e purtroppo non in positivo.

Se M.Schumacher ha mantenuto la posizione al via, Barrichello invece ne ha persr alcune e Mika Hakkinen su McLaren si è installato in seconda posizione. Rubinho ha tentato la rimonta, superando la Williams di Ralf Schumacher approfittando del fatto che avesse messo le ruote sull'erba, ma finendo poi per speronare la Jordan di Heinz-Harald Frentzen, facendolo scivolare nelle retrovie e costringendolo a una lunga rimonta dalle ultime posizioni.
Barrichello si è comunque portato terzo (era un'epoca in cui le penalità per incidenti in gara venivano applicate solo in casi gravi o in caso di piloti che innescavano incidenti troppo di frequente), mentre dietro di lui c'erano la McLaren di David Coulthard e la Jordan di Jarno Trulli. R.Schumacher era sesto dopo il suo svarione, a "leaderare" un trenino compatto nel quale la vettura seguente era la B.A.R. di Jacques Villeneuve.

Poi è arrivato il 5° giro ed è arrivata quell'improvvisa frenata di Ralf. Villeneuve ha cozzato contro il posteriore della Williams, alzandosi in volo, una dinamica che ricorda un po' quella di Fernando Alonso con Esteban Gutierrez sempre in Australia parecchi anni più tardi, all'inizio del mondiale 2016.
La B.A.R. ha terminato il proprio volo contro un muro, la gara della Williams è terminata nella sabbia. I due piloti ne sono usciti entrambi illesi, ma fin da subito è stato chiaro che un commissario fosse rimasto gravemente ferito. Mentre entravano i mezzi di soccorso, la gara è proseguita a lungo dietro la safety car. Solo dopo la fine del gran premio è stato riportato che l'uomo, tale Graham Beveridge, era morto a causa di un trauma cranico dopo essere stato colpito da una ruota, dinamica molto simile a quella già vista solo pochi mesi prima a Monza, dove già era morto un commissario di percorso.

La gara ha successivamente visto M.Schumacher mantenere la leadership fino alla fine, giri di pitstop esclusi. Hakkinen, alle sue spalle, invece poco prima di metà gara ha visto la propria gara anzitempo a causa della rottura di una sospensione ed è andato a sbattere violentemente contro le barriere, incidente che ricordava vagamente per dinamica quello in cui era rimasto gravemente ferito ad Adelaide nel 1995.
Hakkinen ha in seguito rivelato che proprio quell'incidente è stato ciò che ha innescato la sua decisione di ritirarsi. Ha in seguito comunicato a Ron Dennis la sua intenzione di lasciare a fine stagione nel corso del weekend del GP di Montecarlo e poi, in vista del GP d'Italia diversi mesi dopo ha diffuso una versione ufficiale molto edulcorata nella quale non parlava di ritiro, bensì della scelta di prendersi un anno di pausa dalle competizioni, ma questa è un'altra storia.

Torniamo alla gara e andiamo a occuparci del secondo gradino del podio: avevamo lasciato Barrichello davanti a Coulthard, ma a soste ultimate era David a stare davanti, Rubinho ha dovuto accontentarsi della terza piazza. Montoya, invece, che a inizio gara aveva vagato per prati perdendo posizioni e poi aveva rimontato arrivando a un certo punto a occupare posizioni interessanti, è stato messo out da un problema al motore.
Dopo il ritiro di Trulli a causa di un guasto, è risalito al quarto posto Olivier Panis sulla B.A.R. superstite, posizione conservata fino al traguardo ma persa per una penalità dovuta a un sorpasso con bandiere gialle(?) che l'ha fatto slittare settimo. Sono risaliti quindi Nick Heidfeld sulla Sauber e anche H.H. Frentzen che contro il concittadino Heidfeld ha anche duellato nel corso della gara. A sorpresa, al sesto posto, ha chiuso il debuttante Raikkonen, mettendo fine alle polemiche legate alla sua scarsa esperienza.

domenica 6 novembre 2022

In un mondo di gufi travestiti da gatti neri, siate piloti della Stewart in testa al GP del Brasile

Ci sono stagioni in cui fin dalle prime battute si capisce quale sarà l'andazzo. Ce ne sono altre, invece, in cui non appena le vetture scendono in pista in Australia si iniziano a vedere cose strane, che con tutta probabilità non si ripeteranno per il resto della stagione. Al 1999 non saprei trovare una collocazione precisa. La gara inizia con le McLaren di Mika Hakkinen e David Coulthard che dominano la prima fila e sembrano involarsi verso una giornata di gloria. Dietro di loro, in terza posizione Michael Schumacher su Ferrari e in quarta Rubens Barrichello su Stewart, una griglia che sembra sorridere agli outsider. Barrichello, tuttavia, non riceve sorrisi, ma una mazzata sui denti: mentre scatta il giro di formazione, dalla sua vettura esce una fumata tutt'altro che positiva. Non solo: anche il compagno di squadra Johnny Herbert ha un problema. Tra i due, Rubinho sarà quello che prenderà il via con il muletto dalla pitlane.

La seconda fila rimane vuota, dato che quando si va a ripetere il giro di formazione Schumacher rimane fermo sulla griglia, un po' come se fosse ancora il GP del Giappone dell'anno precedente. Riesce a partire, ma ormai è tardi: può prendere parte alla gara, ma dalla seconda casella della griglia. Le McLaren si involano quindi verso la loro giornata di non-gloria, seguite da Eddie Irvine che su Ferrari riesce a mantenere la posizione nei confronti di Heinz-Harald Frentzen alla sua prima gara con la Jordan. Il compagno di squadra di quest'ultimo, Damon Hill, finisce invece in testacoda dopo un contatto subito alla partenza, che simboleggia un po' la stagione travagliata che avrà nei mesi successivi. Hakkinen e Coulthard sembrano incontrastati, ma le cose iniziano ad andare male già dopo un quarto di gara. Coulthard parcheggia ai box per un guasto, Hakkinen viene sfilato da varie vetture dopo un restart per una safety car.

La safety car è entrata per un incidente di Jacques Villeneuve, innescato dall'ala anteriore della B.A.R. che si è rotta. Hakkinen prova a rientrare ai box sperando di potere rimanere in gara, ma non funziona, viene costretto in tempi brevi al ritiro. Irvine nel frattempo è in testa davanti a Frentzen e alla Williams di Ralf Schumacher. Tra una cosa e l'altra Michael Schumacher si è portato quarto dietro al terzetto di testa e grazie alla safety car sono tutti ricompattati. La gara del pilota della Ferrari numero 3, tuttavia, sta per trasformarsi in un caos. Fora, rientra ai box ai due all'ora, deve sostituire l'ala anteriore danneggiata (gliene mettono una con il numero 4 di Irvine!), torna in pista, ha in seguito problemi al cambio per i quali deve passare più di una volta dalla corsia dei box e quant'altro, con la certezza quasi matematica che arriverà ultimo. Il punto è che chiunque si sta ritirando.

Oltre a quella per l'incidente di Villeneuve, c'è un'altra safety car di lì a poco, quando Alessandro Zanardi va a sbattere. Ci sono poi incidenti minori, tra cui uno tra le due Minardi che si conclude con il ritiro di Marc Gené, nonché numerosi abbandoni per problemi tecnici. Irvine/ Frentzen/ R.Schumacher, questo rimane il trio di testa, mentre al quarto posto risale Giancarlo Fisichella su Benetton. Giungerà in quarta posizione, appunto, che si è procacciato anche grazie a uno stop and go piovuto sulla gara di Barrichello per eccesso di velocità nella pitlane quando questo era già risalito parecchio avanti. La iella di Barrichello, comunque, finalmente ha un po' di tregua, Rubens riesce a finire la gara e visto che ci sono solo otto vetture ancora in pista, anche ad arrivare quinto. Dietro di lui l'esordiente Pedro De La Rosa su Arrows precede il compagno di squadra Toranosuke Takagi.

Irvine ottiene la prima vittoria in Formula 1 proprio in quella che diventerà la sua stagione più altisonante, precedendo un presunto outsider che si rivelerà il vero outsider della stagione. Ralf Schumacher, alla prima gara sulla Williams, coglie il podio, l'inizio di una partnership che, nel suo piccolo, avrà un certo successo. Ottima gara anche per Fisichella, che sta sempre a metà tra l'essere un protagonista e il non esserlo affatto. In casa Stewart, nel frattempo, il bilancio è abbastanza altalenante. La gara di Barrichello poteva andare meglio, ma la stagione è ancora lunga: chissà, magari alla prossima andrà meglio. C'è perfino un dettaglio di un certo livello: il prossimo gran premio si correrà proprio "a casa" di Barrichello! E vi ricordo che siamo nel 1999 e siamo ancora anime innocenti che non sono state costrette ad assistere al devasto e che possono avere la speranza, destinata a frantumarsi, che tutto andrà bene.

Il problema è proprio che va tutto bene, anzi benissimo: Rubens si qualifica terzo, alle spalle delle McLaren! E non solo, quando è il momento di partire la monoposto di Coulthard si rifiuta di farlo. Tutti gli altri piloti, fino al ventunesimo, riescono a schivarlo (numero non a caso, c'è un pilota mancante ed è Ricardo Zonta, che si trova in ospedale dove ha subito un intervento chirurgico a seguito di un infortunio riportato in un incidente in una delle sessioni del fine settimana). La McLaren viene portata ai box da dove riuscirà a partire con qualche giro di ritardo, sbucando nei pressi del terzetto di testa, Hakkinen/ Barrichello/ Schumacher. Poi, dopo pochi giri, succede qualcosa di eroico, anche se Hakkinen non sarà d'accordo con le mie parole. Il cambio della McLaren ha un problema, non di quelli gravi, ma comunque che gli fa perdere qualche secondo. Passano due vetture. Barrichello è in testa nel suo gran premio di casa.

Inseguito dagli Schukkinen mantiene la leadership fino a poco oltre un terzo di gara, quando deve rientrare ai box. Diversamente dagli altri due, sembra sia su una strategia a due soste e quindi non papabile per la vittoria, ma lo vediamo tornare in pista quarto alle spalle di Eddie Irvine. Pur essendo più pesante, si avvicina alla Ferrari e dopo qualche giro lo supera ritrovandosi terzo. Si ferma Michael Schumacher diversi giri dopo e lo overcutta, si ferma anche Hakkinen che overcutta Schumacher portandosi in testa. Per Rubinho non ci sono più speranze effettive di vittoria, dobbiamo ammetterlo, però si trova terzo e un podio è assolutamente alla sua portata. Ci stiamo avvicinando a metà gara, mentre ogni tanto perdiamo protagonisti per strada: dopo un cedimento sulla Minardi, lo one-off Stephane Sarrazin, chiamato a sostituire Luca Badoer che si è fratturato una mano in una sessione di test con la Ferrari, ha anche un incidente di un certo livello.

Anche Coulthard è già ritirato da tempo dopo essere rientrato ai box, mentre Hakkinen mantiene un certo gap nei confronti di Schumahcer, senza tuttavia riuscire a fuggire nel vero senso della parola. Poi arriva il momento del dramma: la metà gara è già stata superata da qualche giro quando ecco che vediamo una vettura bianca con il motore in fumo. La gara di Barrichello è finita, come in precedenza quella di Herbert. Il giovane Rubinho scende e viene acclamato dal pubblico. Da parte sua agita al vento una bandiera brasiliana e non ho capito se se la sua procacciata sul momento o se ce l'avesse dentro l'abitacolo per ogni evenienza. Mi piace pensare alla seconda opzione, così mi piace pensare che in questo momento sogni a occhi aperti il giorno in cui finalmente vincerà a casa sua. Se non altro, i sogni sono l'unico momento in cui può accadere. Frattanto Irvine si è quindi portato in terza posizione, ma non arriverà a podio.

Il ferrarista numero 4, infatti, ha un problema ed è costretto a una seconda sosta non pianificata, che fa risalire Frentzen al terzo posto. Sarà proprio Frentzen ad andare sul podio con Hakkinen e Schumacher. A fine gara sarà l'ultimo pilota a pieni giri e, pur finendo la benzina prima del traguardo, riuscirà di conseguenza ad essere classificato in terza posizione. Sul podio si siederà stremato sui gradini venendo sommerso di champagne da Schumacher, mentre Hakkinen fa la stessa cosa con Viviane Senna che gli ha consegnato il trofeo del vincitore, dopo averla opportunamente inseguita mentre stava scappando dal podio. Viviane non sembra prenderla molto male, nel senso che si limita a ridere invece di strappargli di mano la bottiglia e sbattergliela in testa, ma di lì a tredici anni verrà vendicata dal figlio Bruno che, per il mondiale 2012, si procaccerà un volante a discapito proprio di Barrichello.

Ci siamo lasciati con Irvine che rientrava ai box perdendo la terza piazza, quindi ritorniamo su Irvine: è quinto, alle spalle della Williams di Ralf Schumacher. Lo insegue sperando di prendersi almeno il quarto posto, ma non c'è niente da fare, arriva quinto e porta a casa due punti. In una gara con un attrition rate quasi paragonabile a quella precedente all'Albert Park, l'ultimo punto disponibile va a Olivier Panis: il pilota della Prost mancava la zona punti da oltre un anno. Alexander Wurz su Benetton giunge settimo (dopo avere superato indenne un incidente con Hill nella prima fase di gara), mentre il suo compagno di squadra si è già ritirato da tempo per problemi tecnici, seguono poi Takagi e Gené. Rispetto a quanto accaduto in Australia, la McLaren ha un certo progresso riuscendo a portare almeno una vettura al traguardo in prima posizione, mentre la Ferrari si conferma front-runner.

Svettano ancora Frentzen e Ralf Schumacher, potenziali co-protagonisti in questa stagione. Continua ad andare male ai rispettivi compagni di squadra, tuttavia: Hill risulta ritirato per l'incidente con Wurz, mentre Zanardi viene appiedato da un guasto alla propria monoposto. Nel frattempo è molto probabile che in casa Stewart stiano sperando con tutte le loro forze di riuscire finalmente a concretizzare. Tra parentesi, questo gran premio di Interlagos ricordo di averlo visto in diretta. Avevo undici anni (anzi, ne avevo ancora dieci) e non ho potuto fare a meno di simpatizzare per Barrichello, per tutto il tempo in cui era in testa alla gara. Sarebbe stato bello se fosse riuscito a vincerla con la Stewart, anche se devo ammettere che sarebbe stato bello se fosse riuscito a vincere il GP del Brasile con qualsiasi team, prima o poi. Non siamo più nel 1999, quindi possiamo accettare l'amara realtà: non è mai successo.

giovedì 3 novembre 2022

20 anni di 2002: il caos e l'exploit di Webber

Correva l'anno 2002 e il mondiale iniziava dall'Albert Park, con ventidue vetture pronte a involtarsi verso la prima gara stagionale. Qualcosa, però, andava storto già dalla griglia: entrambe le Arrows rimanevano ferme e venivano condotte ai box, da dove Heinz-Harald Frentzen ed Enrique Bernoldi avrebbero preso il via. Rubens Barrichello si apprestava a scattare dalla pole position affiancato dal compagno di squadra Michael Schumacher. Dietro alle due Ferrari c'erano le Williams e le McLaren in ordine sparso, con Kimi Raikkonen appena passato alla scuderia di Woking a fare coppia con David Coulthard. La gara è partita e Barrichello ha avuto un buono spunto. Dietro di lui Ralf Schumacher ha cercato di infilarsi tra le due Ferrari e c'è pure riuscito. Poi il caos.

Il pilota della Williams ha impattato contro il posteriore della monoposto di Barrichello, si è alzato da terra e, senza fare un trecentosessanta gradi completo, è uscito di pista con un gran volo. Dietro, frattanto, si scatenava il caos, con Coulthard che riusciva a portarsi al comando vedendo accodarsi vetutre a caso. C'era la Renault di Jarno Trulli in seconda posizione, la Williams di Juan Pablo Montoya in terza, poi la Ferrari di Michael Schumacher e le Jaguar. Questo per quanto riguarda chi aveva evitato il caos. Dietro c'era un macello pazzesco, colti di sorpresa vari piloti avevano cozzato l'uno contro l'altro. Erano fuori definitivamente la Jordan di Giancarlo Fisichella, Sauber di Felipe Massa e Nick Heidfeld, la Renault di Jenson Button, la B.A.R. di Olivier Panis e la Toyota di Allan McNish.

Anche Raikkonen sembrava coinvolto a qualche titolo nell'incidente (così come altri), l'abbiamo visto zigzagare un po' per evitare le vetture ferme e poi andare a riaccodarsi. Mentre vari piloti ritirati rientravano ai box di corsa nella speranza di potere prendere parte al restart con la vettura di riserva, la direzione gara ha optato per non redflaggare la gara e far entrare in pista alla safety car. In regime di safety car, Raikkonen è rientrato ai box tornando in pista nelle retrovie. Sono nel frattempo occorsi alcuni giri per ripulire la pista, poi finalmente ecco che la safety car si è levata di torno. Coulthard si è subito involato in testa alla gara, mentre Montoya ha fatto una traiettoria strana venendo immediatamente trollato da Schumacher, che si è portato terzo all'inseguimento di Trulli.

Il pilota della Renault ha mantenuto la posizione per pochi giri, poi è finito in testacoda da solo, rimanendo in una posizione alquanto pericolosa, tanto che è entrata di nuovo in pista la safety car. Coulthard, Schumacher e Montoya si sono accodati e, al momento del restart, Coulthard è finito per prati perdendo diverse posizioni. Montoya, invece, da parte sua ha superato Schumacher e gli è rimasto davanti per qualche giro. C'erano tredici vetture in pista al momento, ma erano destinate a diminuire: fuori la Jordan di Takuma Sato per un guasto, bandiera nera a entrambi i piloti della Arrows, Bernoldi per essere salito sul muletto fuori tempo massimo e avere gareggiato con quello, Frentzen per essere uscito dalla pitlane con il semaforo rosso per il caos presente in pista (come accaduto a Massa e Fisichella in Canada 2007).

Schumacher ha superato Montoya per la leadership e da quel momento in poi è rimasto leader, mentre Montoya si doveva accontentare della seconda posizione, inseguito da Raikkonen. Coulthard nel frattempo ogni tanto metteva le ruote sull'erba e sembrava in serie difficoltà, come confermato dal fatto che la monoposto l'abbia poi lasciato a piedi, a un certo punto. Si era già ritirato nel frattempo anche Jacques Villeneuve. Con il pilota della B.A.R. fuori per incidente e Coulthard appiedato c'erano solo otto vetture in pista, con la Jaguar di Pedro De La Rosa inquadrata ai box in difficoltà, ma in grado di tornare in pista, mentre il suo compagno di squadra Eddie Irvine era al momento quarto ed era destinato a rimanerci. Anche il podio era ormai delineato: seppure uscito dai box dietro a Raikkonen dopo il rifornimento, Montoya è riuscito a superarlo subito dopo.

Schumacher, Montoya e Raikkonen i piloti destinati al podio, Irvine in quarta posizione e De La Rosa relegato ultimo. Non c'è altro da fare a questo punto che parlare di chi fossero gli altri tre piloti ancora in pista. Uno di loro era Mika Salo: l'ex ferrarista, al volante di una Toyota, doveva essere rimasto coinvolto a qualche titolo nel caos a inizio gara, dato che era stato per lungo tempo ultimo. Solo una volta ultimate le soste era riuscito a portarsi sesto, dietro all'una e davanti all'altra Minardi. Il debuttante Mark Webber era destinato quel giorno a giungere quinto nel suo evento di casa e alla sua prima gara in assoluto in Formula 1, mentre Alex Yoong avrebbe terminato settimo, fuori dai punti ma miglior risultato della sua non particolarmente brillante carriera nella massima categoria, dopo una gara trascorsa senza fare danni.

Mentre l'evento si avvicinava alle sue ultime battute, Salo ha riservato un ultimo sussulto, quando l'ha sbinnata. Le inquadrature sono andate sul box, dove si è visto un tizio nella posa del facepalm. Salo tuttavia si è rimesso nel giusto senso e ha proseguito in sesta piazza senza problemi, regalando alla Toyota il primo punto nella gara d'esordio del team. I primi tre sono andati sul podio, con un giovanissimo Raikkonen alla sua prima sbevazzata ufficiale... però Schumacher, Montoya e Raikkonen levatevi e fate spazio ai veri eroi! Esistono infatti foto di un'invasione di podio fatta da Paul Stoddart, Mark Webber e un pupazzo a forma di canguro, perché non sempre i veri eroi sono quelli che finiscono in top-3. Alcuni si limitano a fare punti con una monoposto faentina, perché da un lato c'è la storia dei front runner, dall'altro c'è la poesia!



domenica 16 ottobre 2022

Lola Mastercard: storia di un flop da masterclass

Marzo 1997: all'Albert Park di Melbourne si apre la stagione, per il secondo anno consecutivo iniziando dall'Australia, con la Williams convincente che dopo essersi imposta nelle qualifiche schiera Jacques Villeneuve e Heinz-Harald Frentzen sulla prima fila. Sembra il mondiale della Williams e lo sarà, anche se a onore di cronaca non inizia tanto bene. Villeneuve toppa la partenza, ma c'è chi sembra fare più danni di lui: è il caso di Eddie Irvine che cerca di mettersi in mezzo like a boss ma fa sì che la gara di Platinum Jacques termini cozzando contro la Sauber di Johnny Herbert. Anche il ferrarista si ritira, causa foratura, raggiungendo Villeneuve e Herbert in questo triste destino. A questo punto le McLaren di David Coulthard e Mika Hakkinen sono 2/4 con la Ferrari di Michael Schumacher in mezzo, mentre Frentzen è leader. Stacca il duo Coulthard/ Schumacher, mentre Hakkinen si trova più distanziato seguito dalle Benetton di Jean Alesi e Gerhard Berger che completano al momento i primi sei, con i valori che di fatto non sembrano neanche essere cambiati tantissimo rispetto alla stagione precedente. Ci saranno altri protagonisti con sprazzi di competitività nel corso della stagione, ma nevermind.

La gara di Frentzen viene complicata dall'essere su due soste e dal fatto che nella seconda perda parecchio tempo. Invece di mantenere la leadership deve accodarsi a Coulthard e Schumacher. Potrebbe andare avanti puntando alla seconda piazza, visto che verso fine gara Schumacher deve effettuare uno splash and go causa mancanza di sufficiente carburante per andare alla fine, ma finisce malamente in testacoda dopo un guasto ai freni: Coulthard, Schumacher, Hakkinen a podio, con la McLaren che torna alla vittoria che le mancava dal GP d'Australia 1993. Alesi si è ritirato verso metà gara: è rimasto senza radio e non ha capito le indicazioni del team che gli segnalava di rientrare per non rimanere senza benzina (storiella di Mazzoni: è stato mandato Nick Wirth a mostrargli il cartello perché potesse sporgersi di più essendo il più alto del team). Berger chiude quarto, la zona punti completata dalla Prost di Olivier Panis e dalla Sauber di Nicola Larini, poi via via gente lontana dalla gloria della zona punti. Anche essere in griglia a mostrare i colori tamarri della propria monoposto, tuttavia, è talvolta sintomo di gloria: non tutti hanno questo onore, chiedere alla Lola!


Fondata da Eric Broadley qualche decennio prima, la Lola è stata fornitrice di telai in Formula 1 non più tardi dei primi anni '90, prima con Larrousse e poi con la Scuderia Italia nel 1993, quando a guidarla erano Michele Alboreto e Luca Badoer. Nel 1996 sembra concretizzarsi un progetto ben più corposo: basta fornire telai, Broadley vuole entrare in Formula 1 con il proprio team, un po' come sta facendo Jackie Stewart. Tutto ciò è reso possibile dall'entrata in scena di un main sponsor, Mastercard. Il progetto prevede un ingresso nel mondiale 1998, con un anno per prepararsi allo scopo e per permettere a tecnici e meccanici abituati a lavorare in Indycar di adattarsi alla Formula 1. Vengono effettuati vari test, con al volante Allan McNish, colui che nel 2002 guiderà la Toyota sulla quale una famigerata rottura di motore spargerà olio per la pista mandando in vacca la potenziale prima vittoria in Formula 1 per Kimi Raikkonen. Tutto potrebbe funzionare, ma Mastercard non ci sta: porta big money per avere visibilità, quindi vuole dubito visibilità. Nel mese di novembre 1996 viene presa quindi la decisione che verosimilmente si rivela fatale alla squadra nascente: anticipare il debutto al 1997.

Mancano pochissimi mesi, non c'è materialmente il tempo di fare qualcosa che abbia senso, ma si continua così, su questa strada. Tra i potenziali piloti ci sono rumour a proposito di Martin Brundle (che invece lascia fuori dalla Formula 1 una volta che la Jordan ingaggia Ralf Schumacher e Giancarlo Fisichella - entrambi ritirati in Australia 1997, il primo per un guasto alla vettura, il secondo finendo in testacoda tentando un sorpasso sulla Stewart di Rubens Barrichello), Jos Verstappen (che invece si accasa alla Stewart e nella gara inaugurale esce di pista sbattendo dopo pochi giri), nientemeno che Tom Kristensen, dopodiché il tester Allan McNish e addirittura un giovanissimo Ricardo Zonta. Il volante non va a nessuno di loro: vengono scelti l'esordiente Vincenzo Sospiri, tester della Benetton e campione di Formula 3000, nonché Ricardo Rosset che ha già gareggiato in Formula 1 nella stagione precedente. Terzo pilota è Andrea Montermini, ex Simtek, ex Pacific, ex Forti. Il team arriva quindi in Australia senza avere effettuato test su pista a parte uno shakedown e senza prove in galleria del vento. Non è la migliore delle partenze, ma sarà la pista a parlare, invece dei detrattori!


A onore del vero non so se qualcuno si preoccupi di fare il detrattore. Il fondatore da parte sua, secondo alcuni articoli che ho letto, declama di 1) puntare a lottare alla pari con la Stewart, 2) vincere il mondiale entro il 2000. Di fronte ad obiettivi così altisonanti, sembra sfuggire un dettaglio: prima bisogna almeno andare in griglia e per andare in griglia bisogna stare entro il 107%. Nelle prove libere, quindi, mentre tutti vanno in pista pieni di benzina per fare simulazioni di gara, ecco l'escamotage di girare quasi scarichi per fare tempi che siano in apparenza almeno presentabili. Poi, però, arriva il sabato e arrivano le qualifiche. Il risultato è disastroso, ma nel vero senso della parola. Distacchi abissali per entrambi i piloti dalla vetta della classifica ma anche dal terzultimo, che è Pedro Diniz sulla Arrows e che sta a sua volta fuori dal 107% e neanche avendo guidato al massimo delle possibilità ma dopo avere dovuto dare forfait a sessione in corso a causa di una rottura. Sulla base dei tempi delle prove libere Diniz viene ammesso regolarmente in griglia in quanto viene reputato possa girare su tempi tali da non generare pericolo, mentre il weekend delle Mastercard Lola finisce lì.

È solo la punta dell'iceberg: prima di iniziare la stagione sono stati contratti debiti ingenti e chiaramente altri sponsor non sono desiderosi di investire in un simile progetto. Il team riesce a prendere parte a un test collettivo nelle settimane successive, continuando a girare su tempi pietosi, e le vetture vengono mandare in Brasile al successivo gran premio per tentare la qualificazione. O almeno è quello che si progetta di fare: le monoposto non scenderanno mai in pista a Interlagos, visto che all'improvviso a ritirarsi è proprio Mastercard! Perso il main sponsor che aveva insistito per il debutto con un anno d'anticipo, il team non può fare altro che dare definitivo forfait, uscendo di scena dopo appena un evento e una mancata qualificazione. La carriera in Formula 1 di Vincenzo Sospiri termina di fatto senza essere mai iniziata, Ricardo Rosset invece lo rivedremo in pista anche l'anno seguente, senza ottenere risultati di particolare rilievo. Broadley vende il team e i beni del team stesso: questi ultimi vengono acquistati da Zoran Stefanovic, che punta a entrare in Formula 1 nel 1998 con la propria scuderia, la Stefan GP: sì, è sempre lui, e questo è il primo tentativo.