La gara di Frentzen viene complicata dall'essere su due soste e dal fatto che nella seconda perda parecchio tempo. Invece di mantenere la leadership deve accodarsi a Coulthard e Schumacher. Potrebbe andare avanti puntando alla seconda piazza, visto che verso fine gara Schumacher deve effettuare uno splash and go causa mancanza di sufficiente carburante per andare alla fine, ma finisce malamente in testacoda dopo un guasto ai freni: Coulthard, Schumacher, Hakkinen a podio, con la McLaren che torna alla vittoria che le mancava dal GP d'Australia 1993. Alesi si è ritirato verso metà gara: è rimasto senza radio e non ha capito le indicazioni del team che gli segnalava di rientrare per non rimanere senza benzina (storiella di Mazzoni: è stato mandato Nick Wirth a mostrargli il cartello perché potesse sporgersi di più essendo il più alto del team). Berger chiude quarto, la zona punti completata dalla Prost di Olivier Panis e dalla Sauber di Nicola Larini, poi via via gente lontana dalla gloria della zona punti. Anche essere in griglia a mostrare i colori tamarri della propria monoposto, tuttavia, è talvolta sintomo di gloria: non tutti hanno questo onore, chiedere alla Lola!
Fondata da Eric Broadley qualche decennio prima, la Lola è stata fornitrice di telai in Formula 1 non più tardi dei primi anni '90, prima con Larrousse e poi con la Scuderia Italia nel 1993, quando a guidarla erano Michele Alboreto e Luca Badoer. Nel 1996 sembra concretizzarsi un progetto ben più corposo: basta fornire telai, Broadley vuole entrare in Formula 1 con il proprio team, un po' come sta facendo Jackie Stewart. Tutto ciò è reso possibile dall'entrata in scena di un main sponsor, Mastercard. Il progetto prevede un ingresso nel mondiale 1998, con un anno per prepararsi allo scopo e per permettere a tecnici e meccanici abituati a lavorare in Indycar di adattarsi alla Formula 1. Vengono effettuati vari test, con al volante Allan McNish, colui che nel 2002 guiderà la Toyota sulla quale una famigerata rottura di motore spargerà olio per la pista mandando in vacca la potenziale prima vittoria in Formula 1 per Kimi Raikkonen. Tutto potrebbe funzionare, ma Mastercard non ci sta: porta big money per avere visibilità, quindi vuole dubito visibilità. Nel mese di novembre 1996 viene presa quindi la decisione che verosimilmente si rivela fatale alla squadra nascente: anticipare il debutto al 1997.
Mancano pochissimi mesi, non c'è materialmente il tempo di fare qualcosa che abbia senso, ma si continua così, su questa strada. Tra i potenziali piloti ci sono rumour a proposito di Martin Brundle (che invece lascia fuori dalla Formula 1 una volta che la Jordan ingaggia Ralf Schumacher e Giancarlo Fisichella - entrambi ritirati in Australia 1997, il primo per un guasto alla vettura, il secondo finendo in testacoda tentando un sorpasso sulla Stewart di Rubens Barrichello), Jos Verstappen (che invece si accasa alla Stewart e nella gara inaugurale esce di pista sbattendo dopo pochi giri), nientemeno che Tom Kristensen, dopodiché il tester Allan McNish e addirittura un giovanissimo Ricardo Zonta. Il volante non va a nessuno di loro: vengono scelti l'esordiente Vincenzo Sospiri, tester della Benetton e campione di Formula 3000, nonché Ricardo Rosset che ha già gareggiato in Formula 1 nella stagione precedente. Terzo pilota è Andrea Montermini, ex Simtek, ex Pacific, ex Forti. Il team arriva quindi in Australia senza avere effettuato test su pista a parte uno shakedown e senza prove in galleria del vento. Non è la migliore delle partenze, ma sarà la pista a parlare, invece dei detrattori!
A onore del vero non so se qualcuno si preoccupi di fare il detrattore. Il fondatore da parte sua, secondo alcuni articoli che ho letto, declama di 1) puntare a lottare alla pari con la Stewart, 2) vincere il mondiale entro il 2000. Di fronte ad obiettivi così altisonanti, sembra sfuggire un dettaglio: prima bisogna almeno andare in griglia e per andare in griglia bisogna stare entro il 107%. Nelle prove libere, quindi, mentre tutti vanno in pista pieni di benzina per fare simulazioni di gara, ecco l'escamotage di girare quasi scarichi per fare tempi che siano in apparenza almeno presentabili. Poi, però, arriva il sabato e arrivano le qualifiche. Il risultato è disastroso, ma nel vero senso della parola. Distacchi abissali per entrambi i piloti dalla vetta della classifica ma anche dal terzultimo, che è Pedro Diniz sulla Arrows e che sta a sua volta fuori dal 107% e neanche avendo guidato al massimo delle possibilità ma dopo avere dovuto dare forfait a sessione in corso a causa di una rottura. Sulla base dei tempi delle prove libere Diniz viene ammesso regolarmente in griglia in quanto viene reputato possa girare su tempi tali da non generare pericolo, mentre il weekend delle Mastercard Lola finisce lì.
È solo la punta dell'iceberg: prima di iniziare la stagione sono stati contratti debiti ingenti e chiaramente altri sponsor non sono desiderosi di investire in un simile progetto. Il team riesce a prendere parte a un test collettivo nelle settimane successive, continuando a girare su tempi pietosi, e le vetture vengono mandare in Brasile al successivo gran premio per tentare la qualificazione. O almeno è quello che si progetta di fare: le monoposto non scenderanno mai in pista a Interlagos, visto che all'improvviso a ritirarsi è proprio Mastercard! Perso il main sponsor che aveva insistito per il debutto con un anno d'anticipo, il team non può fare altro che dare definitivo forfait, uscendo di scena dopo appena un evento e una mancata qualificazione. La carriera in Formula 1 di Vincenzo Sospiri termina di fatto senza essere mai iniziata, Ricardo Rosset invece lo rivedremo in pista anche l'anno seguente, senza ottenere risultati di particolare rilievo. Broadley vende il team e i beni del team stesso: questi ultimi vengono acquistati da Zoran Stefanovic, che punta a entrare in Formula 1 nel 1998 con la propria scuderia, la Stefan GP: sì, è sempre lui, e questo è il primo tentativo.
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