domenica 30 ottobre 2022

Se le canzoni parlassero di Formula 1...

Avete mai pensato che una canzone di quarant'anni fa, letta in chiave motoristica, possa rappresentare bene lo stato della Formula 1 contemporanea?
Se non vi è mai venuto questo pensiero, oggi vi invito a seguirmi nel mio viaggio nel motorsport immaginato dove in realtà non c'è e a scoprire citazioni adatte alla Formula 1 degli anni 2020 nel mezzo del testo di "Bravi ragazzi" di Miguel Bosé, canzone uscita nel 1982, che inizia con delle profetiche parole:

Bravi ragazzi siamo, amici miei
Tutti poeti noi del '56
A spasso in un mondo che si dà via
La vita è solo acrobazia

Il 1956 potrebbe rappresentare una sorta di anno simbolico. La Formula 1 non è più gestita da gente nata negli anni '30 come un certo elfo di nostra conoscenza. Con il passaggio a Liberty Media, il controllo ne è esercitato da persone decisamente più giovani, quindi nei mid-60s invece che ultranovantenni come Bernie.
Quindi sono sulla sessantina, ma al contempo sono "poeti", quindi orientati a farci credere che tutto ciò che vogliano fare sia rendere il loro prodotto più interessante per noi consumatori. Il tutto, mentre esattamente come accadeva primi, il campionato ruota intorno a interessi economici e si vende ai migliori offerenti.
Però ci danno lo spettakolohhhh, ci danno le vetture che si superano ogni cinque secondi e soprattutto ci chiedono se vogliamo che si impegnino per aumentare gli incidenti spettacolari. L'acrobazia ci circonda, con anche dei richiami ai cappottamenti:

Camminiamo sul filo nel cielo
A più di cento metri dall'asfalto
Siamo un punto là in alto
Bandiere nel vento di città
Restare in piedi è quasi una magia
Tra tanti imbrogli, tra tanta ipocrisia
Andiamo avanti senza mai guardare giù
Tornare indietro non si può più

Ed ecco che i cappottamenti diventano una metafora che si perde tra circuiti improvvisati e trash ("nel vento di città") e soprattutto nelle dinamiche del motorsport, tra "tanti imbrogli e tanta ipocrisia" che ben si addicono alla Formula 1 contemporanea. Non solo a quella contemporanea, va bene, però quella contemporanea fa tutto alla luce del sole senza cercare di darsi una parvenza di decenza.
Viviamo inoltre in una situazione di ormai totale distacco dal passato - "senza mai guardare giù" - in cui ormai "tornare indietro non si può più". Non c'è neanche bisogno di parafrasi o di interpretazione, mi sembra tutto decisamente chiaro.

Camminiamo allo sbando in un mondo
Che sta quasi per toccare il fondo
Sospesi nel tempo
In crisi da un'eternità
Io vivo come posso, amica mia
Non so chi sono, né di me che sarà
Il mio futuro è qualche metro più in là
Seguo soltanto la mia vita

Obiettivamente parlando, credo che si spieghi tutto da solo: assistiamo a una situazione in cui può succedere di tutto e il contrario di tutto, a noi fan di vecchia data sembra appunto di "toccare il fondo", in un campionato che è indubbiamente in crisi e che, invece di cercare di uscirne, non fa altro che sprofondarvi sempre di più.
Il campionato vive come può, non ha più una sua connotazione ("non so chi sono") né un vero e proprio orientamento al futuro ("né di me che sarà") e va a inseguire un altro tipo di pubblico ("il mio futuro è qualche metro più in là") che sembra al momento quello più redditizio ("seguo soltanto la mia vita").

Camminiamo allo sbando in un mondo
Che sta quasi per toccare il fondo
Sospesi nel tempo
In crisi da un'eternità
Noi siamo altrove
Lontani chissà dove
Venuti da un lungo inverno
Direttamente dall'inferno

Invece di cercare un riavvicinamento al suo vecchio pubblico, ormai la Formula 1 vorrebbe rimpiazzarlo con quello nuovo e, se anche non è questo l'intento, è probabilmente l'effetto che ci sarà. Al contempo proliferano le gare, perché il tifoso medio contemporaneo non può permettersi di vivere e di respirare quando la Formula 1 non c'è: "noi siamo altrove, lontani chissà dove".
Ma ecco che per fortuna il winter break giunge al termine: "venuti da un lungo inverno" che è sempre più corto in realtà, ma viene percepito sempre come pià lungo. E comunque anche il fatto che siano venuti "direttamente dall'inferno" mi sembra abbastanza in linea con quello che ci tocca vedere.

Tutti noi bravi ragazzi
Tutti noi che stiamo a pezzi
Su queste strade tanta gente
Strade che non portano a niente
Mezzi brilli, mezzi tristi
Tutti noi poveri cristi
In questi anni senza cuore
In questa vita sempre uguale

Mentre il campionato sembra sempre più "a pezzi" e disposto a percorrere "strade che non portano a niente" ecco che mi ritrovo di fronte a un punto della canzone che è un palese sober-washing di quello che accade nella realtà. "Mezzi brilli" dovrebbero essere questi? Mezzi??!! A me sinceramente sembrano ubriachi fradici.
Poi però ecco che le parole riprendono ad assumere un senso, la Formula 1 contemporanea viene descritta come quello che effettivamente è: "anni senza cuore". Sul fatto che sia "sempre uguale" ho ugualmente dei dubbi, comunque: a me sembra che peggiori giorno dopo giorno, ma non siamo qui per sparare sulla croce rossa, quindi ci possiamo accontentare.


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