martedì 11 ottobre 2022

Maria De Villota, la ragazza della Superleague (13.01.1979?? - 11.10.2013)

11 ottobre 2013: è venerdì e sono circa le sette del mattino quando l'assistente personale di Maria De Villota entra nella stanza d'albergo in cui si trova a Siviglia, città dove nei giorni successivi dovrà presentare la sua autobiografia. La trova morta. Inizialmente viene diffusa dai familiari la notizia che il decesso dell'ex tester sia avvenuto per cause naturali, ma in un secondo momento viene dichiarato che la sua vita è stata stroncata dai danni al cervello riportati nell'incidente di Duxford.
Nel frattempo il mondo della Formula 1 va avanti: nel corso del weekend si sta svolgendo il GP del Giappone, che verrà vinto da Sebastian Vettel davanti a Mark Webber e Romain Grosjean. Il pilota della Lotus (l'attuale team Alpine) in questa occasione sarà il pilota che più di ogni altro si avvicinerà a interrompere la lunga striscia vincente del pilota della Redbull, nove vittorie consecutive. Il mondo della Formula 1 va avanti, certo, ma la storia di Maria De Villota rimane. Chi era? Come si è arrivati alla sua morte? Se siete neofiti, andiamo a scoprirlo. Se già la conoscete, ricordiamola insieme.


Maria De Villota Comba nasce a Madrid il 13 gennaio, non risulta chiaro se del 1979 (data indicata sul sito web postumo legadomariadevillota.com) o del 1980 (anno di nascita presente nelle sue biografie quando era in vita), figlia primogenita del pilota Emilio De Villota e della moglie Maria Isabel Comba, sorella maggiore di Isabel ed Emilio Jr, quest'ultimo a sua volta pilota.
Il padre Emilio è stato pilota con partecipazioni occasionali in Formula 1 tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 con entry varie a bordo di vetture di team privati. Frattanto prendeva parte, con molto più successo, al campionato di Formula Aurora (serie che si svolgeva in Gran Bretagna a bordo di vetture di Formula 1), con numerose vittorie e la conquista del campionato nel 1980.
Maria segue le orme del padre divenendo a sua volta pilota. La sua carriera sembra iniziare non troppo presto e ha già più di vent'anni quando inizia a gareggiare sulle monoposto e tra il 2001 e il 2005 prende parte alla Formula 3 spagnola, sembra come compagna di squadra del fratello Emilio Jr e non in maniera continuativa.
A partire dal 2005 la sua carriera prosegue in campionati a ruote coperte, ma tornerà a bordo di monoposto qualche anno più tardi, ancora una volta prendendo parte a campionati vari come one-off o come pilota part-time. Disputa un evento di Euroseries Formula, parte del campionato di Formula Palmer (serie nella quale, nella stagione gareggia anche un'altra ragazza, con risultati decisamente più altisonanti, ovvero Emma Kimilainen che chiuderà il campionato al quinto posto), ma soprattutto fa il proprio esordio nella Superleague.
Questo campionato, nato nel 2008 e cancellato nel 2011 poco dopo l'inizio della stagione, ha una peculiarità: una sorta di fusione tra motorsport e calcio! Abbastanza di nicchia da non essere conosciuto dai fanboy del calcio, che comunque non avrebbero la possibilità di fare polemica in proposito sui social vista l'epoca, questo campionato prevede la presenza di vetture sponsorizzate da squadre di calcio.
Nella seconda metà del 2009 e fino all'inizio del 2011 Maria gareggia per il team dell'Atletico Madrid, che tra parentesi è anche la sua squadra del cuore. Il suo miglior risultato è un quarto posto al Nurburgring nel 2010, risultato non particolarmente altisonante, al quale fa da contorno una carriera non altrettanto altisonante - stessa cosa per il fratello Emilio Jr, a sua volta pilota dal palmares tutt'altro che memorabile.

I due, parallelamente alla loro carriera di piloti, sono anche coach presso la De Villota Racing School e coinvolti nella carriera dei piloti emergenti. Sembra che uno degli "allievi" di Maria sia nientemeno che Carlos Sainz Jr, attualmente uno degli ambasciatori del Legado Maria De Villota, l'associazione nata in sua memoria.
In un secondo momento, quando si avvicina al mondo della Formula 1, Maria diviene anche opinionista per la televisione spagnola, presso la quale commenta la Formula 1 prima del suo incidente e, in seguito, occasionalmente anche nei suoi ultimi mesi di vita.
Nell'estate del 2011 Maria guida per la prima volta una Formula 1: il team in questione è la Lotus (la Renault... sempre quella che adesso è Alpine). Il tutto sembra avvenire per ragioni promozionali, tanto che i tempi fatti registrare nel test non vengono divulgati, come del resto è tipico dei demo run. Ci sono voci a proposito di una futura collaborazione con il team come tester, ma non se ne farà niente.
Prima dell'inizio della stagione 2012 viene annunciato dalla Marussia il suo ingaggio come tester. Spesso compare al fianco di Timo Glock e Charles Pic, i piloti titolari, ma il suo non è un vero e proprio ruolo di riserva o terzo pilota. Anzi, non avendo la superlicenza, non può nemmeno essere presa in considerazione per la sostituzione di Glock quando quest'ultimo deve saltare un gran premio per motivi di salute (e anzi, la Marussia viene anche criticata per non avere un terzo pilota dotato di superlicenza - in seguito verrà ingaggiato Max Chilton, poi promosso a titolare nel 2013).
Il 3 luglio 2012 è il giorno in cui Maria De Villota guiderà per la prima volta una Marussia, in un test aerodinamico a Duxford. Sono le 9.30 del mattino quando all'improvviso Maria esce di pista a bassa velocità, apparentemente a causa dell'attivazione accidentale del sistema anti-stallo. Va a impattare contro un camion del team, per qualche assurda ragione parcheggiato con il portellone aperto in una via di fuga, e colpisce proprio il portellone.

L'incidente è molto grave, serve parecchio tempo per estrarla da quello che resta della monoposto. Ha il casco spezzato e ha riportato gravi ferite alla testa. Viene trasferita in ospedale e le notizie non sono incoraggianti: sembra sia rimasta cosciente, ma al momento è in pericolo di vita.
Maria sopravvive, ma il giorno dopo viene annunciato che ha perso l'occhio destro. Nei giorni successivi viene annunciato che a seguito di un intervento alla testa, le sue condizioni sono migliorate. Rimane in ospedale in Inghilterra per oltre due settimane, prima di ritornare in Spagna.
La sua prima apparizione pubblica avviene l'11 ottobre 2012, con la benda sull'occhio destro e i capelli tagliati cortissimi a seguito della rasatura per l'operazione alla testa. Non farà mai mistero delle proprie condizioni: afferma di avere riportato conseguenze permanenti, di soffrire di forti mal di testa e di avere perso gusto e olfatto.
Al GP di Spagna 2013, nel quale ci sarà quella che è ad oggi l'ultima vittoria di Fernando Alonso nella massima categoria, è presente al circuito: quella di Barcellona resterà la sua ultima presenza a un evento di Formula 1. Il 28 luglio dello stesso anno si sposa con il personal trainer Rodrigo Garcia Millan.
Pubblica un'autobiografia, intitolata "La vita è un regalo". La presentazione del libro è pianificata per il 14 ottobre. Per questa ragione Maria si trova a Siviglia. Non ci sarà alcuna presentazione: Maria viene appunto trovata morta la mattina dell'11 ottobre, esattamente un anno dopo la sua prima apparizione pubblica.
Nel GP del Giappone che si svolge nel corso del weekend, vari piloti applicano sui propri caschi il suo logo, una stella rossa asimmetrica. Anch'io, ai tempi, ho scelto di ricordarla così, con la sua stella nella grafica di questo blog, che è ormai diventata definitiva (e che, per ragioni estranee alla mia volontà, Blogger fa vedere di default in modo piuttosto diverso dalla versione desktop alla versione mobile).


È il 2022, è di nuovo l'11 ottobre. Sono passati nove anni da quel giorno, nove anni da questa triste storia da sempre considerata un po' come di secondo piano. Maria non era un grande nome della Formula 1 o del motorsport in generale, il suo incidente è avvenuto lontano dai circuiti tradizionali, lontano dagli eventi ufficiali e perfino lontano dai semplici test ufficiali. La sua morte, avvenuta molto tempo dopo, seppure per effetto dei danni neurologici riportati nell'impatto, generalmente non è inserita tra quelli di piloti di Formula 1.
C'è stato anche chi, per screditare tutte le tester, a un certo punto ha dichiarato che nessuna donna ha mai effettivamente testato una monoposto di Formula 1, tra tutte quelle che sono state tester nell'epoca moderna/ contemporanea. Nel fanbase contemporaneo della Formula 1 ci sarà sicuramente gente che non sa nemmeno chi fosse e quanto, a suo tempo, la sua scomparsa abbia potuto turbarci, quanto il suo palmares non eccezionale sia divenuto qualcosa di totale secondo piano, di fronte a una vita che si spezzava. Per noi che c'eravamo, Maria De Villota è stata una delle tante pagine di sofferenza della storia del motorsport.



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