giovedì 30 novembre 2023

Formula 2: il finale di stagione ad Abu Dhabi

Il campionato di Formula 2, che poteva apparire ormai impacchettato e dimenticato, prevedeva ancora l'evento di Yas Marina, che si è svolto nel weekend del GP di Abu Dhabi, con due debuttanti, Franco Colapinto che esordiva in MP al fianco di Dennis Hauger (ha sostituito Jehan Daruvala, passato in Formula E) e Paul Aron, nuovo compagno di squadra di Roman Stanek in Trident (al posto di Clement Novalak). In questo fine settimana si sarebbero giocati il titolo Theo Pourchaire, che fa coppia con Victor Martins in ART, e Frederik Vesti, pilota Prema così come Oliver Bearman. Breve ripasso dei piloti degli altri team: in Rodin Carlin Zane Maloney ed Enzo Fittipaldi, in Hitech Jak Crawford e Isack Hadjar, in Dams Ayumu Iwasa e Arthur Leclerc, in Virtuosi Jack Doohan e Amaury Cordeel, in PHM Roy Nissany e Josh Mason, in Van Amersfoort Richard Verschoor e Juan Manuel Correa, in Campos Kush Maini e Ralph Boschung.

QUALIFICHE: Doohan, Martins, Maini, Maloney, Iwasa, Hauger, Verschoor, Hadjar, Vesti, Fittipaldi... quest'ultimo in pole da reverse grid nella sprint. Pourchaire, leader della classifica, si è qualificato solo quattordicesimo.

SPRINT: Vesti ha accennato a prendere la leadership a inizio gara per poi scivolare dietro a Fittipaldi, Hauger e Verschoor, mentre nella fase di gara è entrata la safety car a seguito di un incidente di Correa.
Fittipaldi ha leaderato quasi fino alla fine, venendo passato da uno scatenato Vesti ad appena tre giri dalla fine, dopo che aveva già effettuato altri sorpassi, rimontando qualche punto su Pourchaire, che tuttavia poteva gestire nella gara della domenica.
RISULTATO: Vesti, Fittipaldi, Verschoor, Hadjar, Hauger, Doohan, Pourchaire, Iwasa, Maloney, Bearman.

FEATURE: l'indomani, mentre Doohan leaderava incontrastato, i due championship contenders non si sono fatti mancare nulla, con diverse tempistiche nell'effettuare la sosta obbligatoria, i due si sono ritrovati a tu per tu e ingaggiati in un duello piuttosto acceso.
Vesti, alle spalle di Pourchaire dopo la sosta, alla fine l'ha spuntata e ha staccato l'avversario, andando a duellare con altri... nella fattispecie, verso fine gara, con Maloney con il quale c'è stato anche un contatto. Maloney si è di fatto auto-eliminato, spianando la strada di Vesti per il podio, dove è salito insieme a Doohan e Martin.
RISULTATO: Doohan, Martins, Vesti, Iwasa, Pourchaire, Leclerc, Hauger, Hadjar, Maini, Crawford.

CLASSIFICA: Pourchaire 203, Vesti 192, Doohan 168, Iwasa 165, Martin 150, Bearman 130, Fittipaldi 124, Hauger 113, Verschor 108, Maloney 96...


mercoledì 29 novembre 2023

500 miglia di Indianapolis 1953, 1954, 1955: l'ascesa e la fine di Vukovich

Tutti commettiamo dei gravi errori nella vita. Ne ho fatto uno enorme e adesso sto rimediando. Potete rimediare anche voi, perché sto parlando di essere vissuti in una bolla in cui la Formula 1 vintage non si incrocia mai con la Indycar vintage, nemmeno quando la Indy 500 era parte di entrambi i campionati. So che Indianapolis c'entra poco e niente con la Formula 1 e che le storie di Indy non si incrociano per niente con quelle europee, ma ci sono filmati meravigliosi facilmente reperibili su Youtube e vi consiglio vivamente di vederli e di ampliare i vostri orizzonti. L'ultima edizione che ho narrato finora è quella del 1952, con la vittoria di Troy Ruttman, arrivata quando Bill Vukovich è stato costretto al ritiro a poche tornate dalla fine, dopo avere trascorso innumerevoli giri al comando. Oggi vi parlo della storia di Vukovich a Indianapolis dopo, andando quindi nel 1953, di cui ho visto una bella sintesi d'epoca... in cui a onore del vero viene rimosso il non proprio insignificante dettaglio di un incidente mortale in una sessione di prove, il pilota coinvolto Chet Miller, ufficialmente il primo pilota a morire in un evento valido per il mondiale di Formula 1.


La gara del 1953 inizia con 33 vetture che si accodano dietro la pace car, con un numero improponibile di non qualificati (oltre 80 entries) e un buon numero di piloti che hanno una concreta chance di guidare: è la Cinquecento Miglia più calda di sempre e una buona quantità di piloti vengono rimpiazzati in corso d'opera con shared drives.
Sembra che addirittura ben nove piloti finiscano in ospedale a causa di colpi di calore, tra cui Pat Flaerthy che, svenendo al volante per le alte temperature, finisce contro un muro riportando lievi ferite. Il caso peggiore, tuttavia, è quello di Carl Scarborough, che dopo circa un terzo di gara, al momento della sosta, si sente male e viene inquadrato mentre scende a fatica dalla vettura - sarà sostituito da Bob Scott che chiuderà la gara dodicesimo. Ricoverato in ospedale per ipertermia, Scarborough morirà alcune ore dopo. A seguito di questo evento, verranno imposte regole sulla ventilazione delle vetture a partire dalla stagione successiva.
Nel frattempo la gara viene dominata dal poleman Vukovich, che di fatto sembra non avere avversari in grado di infastidirlo. Effettua tre pitstop, due dei quali al di sotto del minuto di durata - quarantasette secondi il migliore, il top dei top per quei tempi. Va a vincere, davanti a una sfilza di Kurtis Kraft, stessa squadra per la quale gareggia lui stesso sulla vettura numero 14. Art Cross chiude secondo, mentre il terzo posto è condiviso da Sam Hanks e Duane Carter che l'ha sostituito in corso d'opera.


Nel 1954 - di cui ugualmente ho trovato un ottimo filmato su Youtube, Vukovich si qualifica solo diciannovesimo e la pole position va a Jack Grath, il quale è leader per circa un quarto di gara, nella sua prima parte. Tuttavia Grath e Vukovich non sono nella stessa pitstop window e il vincitore dell'edizione dell'anno precedente ne approfitta per portarsi in testa.
Un problema di Grath durante la sosta si rivela un duro colpo per le sue chance di vittoria e infatti eccolo ritrovarsi a terminare sul gradino più basso del podio, alle spalle di Jimmy Bryan, pilota della Kuzma, che ha leaderato qualche giro dopo l'ultima sosta di Vukovich e prima di fermarsi a propria volta.
Seppure meno dominante della precedente la vittoria di Bill - sempre al volante di una Kurtis Kraft numero 14, ma con una livrea chiara in questa stagione, mentre era sul nero nel 1953 - non passa certo inosservata, essendo peraltro la seconda vittoria consecutiva a Indianapolis... cose che non si vedono tutti i giorni. E potrebbero addirittura essere tre, se non fosse stato per il ritiro verso fine gara nel 1952.


Potrebbero essere quattro, perché in realtà, nel 1955 - edizione nei cui test è morto Manuel Ayulo - partito dalla quinta piazza, una volta uscito di scena il poleman Jerry Hoyt, si lancia ben presto all'inseguimento di McGrath, leader iniziale, superandolo dopo pochi giri e involandosi verso una leadership che sembra incontrastata proprio quando la vettura di McGrath, dalla quale usciva fumo sospetto, decide di dare forfait, con tanto di inquadrature del pilota che, sceso dalla monoposto ai box, tenta di ripararla lui stesso insieme ai meccanici.
Siamo a poco più di un terzo di gara e il vantaggio di Vukovich nei confronti del diretto inseguitore Bryan(?) è ampio abbastanza da far pensare a una nuova vittoria.
Non è così che deve andare, ma soprattutto non ha molto senso parlare di potenziale vittoria. Quando il doppiato Rodger Ward, a causa di un cedimento, sbatte e prende il volo, pur atterrando girato dalla parte giusta dopo un doppio cappottamento, Al Keller per evitarlo colpisce la vettura di John Boyd, che finisce sulla traiettoria di Vukovich. L'impatto fa cappottare Boyd, mentre anche la vettura di Vukovich prende il volo, oltrepassando le barriere e finendo in un parcheggio dove colpisce diversi veicoli prima di prendere fuoco.
Ed Elisian, che riesce a evitare di colpire altre vetture, sembra tenti di aiutare Vukovich a uscire dall'abitacolo, ma non c'è nulla da fare: Bill è morto sul colpo. Fortunatamente almeno gli altri piloti coinvolti non riportano ferite gravi. Due spettatori sono rimasti feriti, ma pare non gravemente.
Dopo sedici giri di bandiere gialle la gara riprende a pieno, con Bryan in testa, ma la vettura che dà problemi e lo costringe al ritiro dopo pochi giri. Bob Sweikert prende la testa della gara e la mantiene fino alla fine, conquistando la vittoria davanto a Tony Bettenhausen/ Paul Russo (shared drive) e Jimmy Davies, tutti su Kurtis Kraft.

Bill Vukovich aveva trentasei anni al momento della morte. Tecnicamente è stato il primo pilota a morire durante una *gara* valevole per il mondiale di Formula 1.
Suo figlio Bill II, all'epoca undicenne (e recentemente deceduto nel 2023 all'età di settantanove anni), è divenuto pilota negli anni '60 e ha gareggiato in USAC/CART tra il 1967 e il 1983, ottenendo una vittoria al Michigan International Speedway nel 1973. Anche il nipote Bill III ha gareggiato occasionalmente nella CART sul finire degli anni '80, prima della sua morte nel 1990 in un incidente di gara in un evento a ruote coperte. Aveva ventisette anni.


martedì 28 novembre 2023

S5000 stagione 2023: Aaron Cameron vince il titolo

Tra i campionati terminati lo scorso fine settimana c'è quello di S5000, campionato open wheel australiano vinto nelle stagioni 2021 e 2022 da Joey Mawson, che nei primi anni delle serie minori si era distinto per avere puntualmente battuto Mick Schumacher in ogni campionato in cui avevano a che fare l'uno con l'altro. A un certo punto, tuttavia, le loro strade si sono divise. Schumacher fece una seconda stagione in Formula 3 Europea, dopo una prima non esaltante, diventando campione, mentre invece Mawson passò in GP3 e il suo percorso nelle formule minori andò a picco. Una volta uscito di scena dal panorama degli aspiranti piloti di Formula 1 (o di gente verosimilmente stipendiata per stare accanto a Toto Wolff nel box della Mercedes), Mawson è tornato in Australia, dove si è costruito una carriera in questo campionato open wheel, appunto.

Dopo due stagioni vincenti, ha iniziato benissimo quella del 2023. Nei primi tre eventi, con un totale di tre gare ciascuno, ne ha vinte ben sette su nove, arrivando sempre a podio negli altri casi, con le due restanti che sono andate a Cooper Webster. Insomma, sembrava tutto favorevole a un suo nuovo successo, eppure è sparito di punto in bianco dal campionato. Facendo qualche ricerca, è venuto fuori che è stato sospeso dal campionato, per avere fallito un test antidroga.
Da quel punto in poi tutto è girato a favore di Aaron Cameron, che nei tre eventi restanti ha fatto quanto Mawson aveva fatto nella prima metà della stagione: sette vittorie su nove anche per lui, con Webster che ha vinto le due gare restanti. Anzi, meglio di Mawson, i risultati restanti due secondi posti, Joey aveva una seconda e una terza piazza.

Webster ha disputato cinque eventi su sei e ciò non gli ha consentito di accaparrarsi la seconda posizione in classifica. Quella è andata a Jordan Boys, che nella seconda parte della stagione ha fatto ciò che non era riuscito a fare nella prima: ha inanellato una serie di piazzamenti sul podio.
Blake Purdie, quinto in classifica alle spalle di Mawson, è stato l'altro full time giunto qualche volta a podio, con qualche piazzamento occasionale in top-3 da parte di piloti one-off o part-time, tra cui una nostra vecchia conoscenza che ha gareggiato in Formula 1 qualche anno fa e più recentemente in Formula 2!
Roberto Mehri, presente al primo evento stagionale, ha un terzo posto all'attivo. Avrebbe dovuto disputare anche l'ultimo evento della stagione, ma ha dovuto dare forfait, pare per causa di problemi intestinali.


lunedì 27 novembre 2023

Formula 1 2023: #22 Gran Premio di Abu Dhabi - il commento del lunedì

Carissimi lettori, siamo giunti all'ultima gara della stagione, quindi all'ultimo commento, ma non temete, ci sarà quello di fine stagione, come già successo la maggior parte degli altri anni, in cui cercherò di sbizzarrirmi, che uscirà indicativamente verso la fine dell'anno, come da buona tradizione. Non so ancora come sarà strutturato, ma intendo non venire meno a questo proposito, vada come vada. Nella data del 26 novembre si concludono sia il campionato a quattro sia quello a due ruote, ma accadono anche tante altre cose, quindi vi informo che sono molto contenta di com'è andata questa domenica, perché certi amori motoristici non si dimenticano mai, quindi vi anticipo solo una cosa, ovvero che sono molto felice della prima vittoria di un mio idolo passato dopo millemila anni. *-*
Quindi per prima cosa passiamo dalla cronaca scritta per Formula 1 Grand Chelem, poi procediamo con tutto quello che ne conseguirà, compreso quanto appena citato.

CRONACA PER IL FORUM - 22^ e ultima prova del mondiale di Formula 1, sul circuito di Yas Marina arriva la pole position di Max Verstappen, che punta alla diciannovesima vittoria della stagione. La gara si svolgerà alle 14.00 italiane di domenica, mentre alle 15.00 inizierà quella del motomondiale a Valencia, con i due campionati che paradossalmente termineranno più o meno nello stesso momento: il ritorno della famigerata SoVrApPoSiZiOn3!
Mentre sulle due ruote il ducatista Pecco Bagnaia deve gestire il margine nei confronti della Ducati non ufficiale di Jorge Martin per conquistare il secondo titolo consecutivo, ad Abu Dhabi non c'è più nulla da assegnare, se non la seconda posizione nel mondiale costruttori con Mercedes che precede di pochi punti Ferrari. La seconda posizione in griglia di Charles Leclerc potrebbe essere utile allo scopo, ma in qualifica in realtà entrambi i team non sono nel massimo dello splendore.
Se Carlos Sainz, che ha iniziato il fine settimana con un incidente nelle prove libere, esce in Q1, le sorprese non mancano nemmeno in Q2 quando esce Lewis Hamilton. George Russell strappa una quarta piazza, infilandosi tra le McLaren di Oscar Piastri e Lando Norris, mentre va segnalato il sesto tempo di Yuki Tsunoda. Checo Perez è solo nono, dopo che si è visto annullare un tempo.
La griglia di partenza è la seguente:

1^ fila: Verstappen - Leclerc
2^ fila: Piastri - Russell
3^ fila: Norris - Tsunoda
4^ fila: Alonso - Hulkenberg
5^ fila: Perez - Gasly
6^ fila: Hamilton - Ocon
7^ fila: Stroll - Albon
8^ fila: Ricciardo - Sainz
9^ fila: Magnussen - Bottas
10^ fila: Zhou - Sargeant

La partenza della gara - della durata di 58 giri - vede le posizioni rimanere invariate davanti a parte Russell che scivola dietro entrambe le McLaren, mentre Perez perde inizialmente una posizione a vantaggio di Hamilton, che riuscirà poi a superare. Norris dopo pochi giri supera poi Piastri, che si ritrova inseguito da Russell, da cui riesce a difendersi per vari giri prima di essere costretto ad arrendersi.
La maggior parte dei piloti sono partiti su gomme medium e il primo stint è piuttosto breve, è Fernando Alonso il primo a fermarsi ai box tra i piloti della top-ten, imitato nei giri seguenti dalle McLaren. Russell rientra un giro dopo rispetto a Norris che, avendo avuto un pitstop lento, si trova dietro al pilota della Mercedes. Non ci sono altri cambiamenti di nota con il primo giro di soste, si segnala solo in precedenza un contatto senza grosse conseguenze tra Hamilton e l'Alpine di Pierre Gasly, il quale peraltro subisce undercut da Esteban Ocon. Perez, nel frattempo, si trova alle spalle delle McLaren e riesce a sopravanzare Piastri, puntando per il momento alla top-5.
Il secondo giro di soste vede la situazione non cambiare molto, assistiamo a un duello Alonso vs Hamilton con Lewis che supera Fernando per poi subire un contrappasso. I due vengono messi sotto indagine per "driving erratically" (WTF?!) anche se tutto finisce in un nulla di fatto. Questo giro di soste viene rimandato dalle Redbull, che ormai hanno accumulato un certo vantaggio. Perez si ritrova alle spalle di Tsunoda - seguirà spiegazione in merito - e dopo averlo passato si lancia all'inseguimento di Norris. Tra i due c'è un contatto senza conseguenze durante un tentativo di sorpasso, che Checo porterà a termine un giro più tardi. Riceverà penalità di cinque secondi, ma andrà nel frattempo a superare Russell portandosi terzo dietro a Leclerc.
Ci sono piloti su strategie diverse, uno dei quali è Tsunoda che, dopo avere allungato molto il primo stint, percorrendo ben cinque giri in testa in corso d'opera, riesce a effettuare una sola sosta, seppure perdendo terreno nel finale e chiudendo ottavo, dopo essere riuscito a riprendersi la posizione su Hamilton da cui aveva subito un sorpasso.
Poi ci sono Stroll e Sainz, partiti sulle hard, che fanno i primi due stint sulle gomme dure per passare alle medium... o meglio, questo è quanto fa Lance, dato che Sainz in entrambi gli stint viene tenuto in pista fino all'ultimo, in quanto la strategia pare incentrata sull'aspettare una safety car o una virtual safety car che puntualmente non arriva, perdendo terreno con addirittura Stroll che riesce a superarlo prima che rientri per la sosta. A un giro dalla fine mette le soft, ma sembra non esca mai dai box, dato che chiude ritirato a un giro.
Nel finale Leclerc lascia passare Perez, nella speranza che possa allungare di oltre cinque secondi su Russell: con George quarto, la Mercedes chiuderebbe dietro alla Ferrari nel costruttori. Ciò non succede, Perez scivola al quarto posto e la Mercedes è seconda nel mondiale costruttori.

RISULTATO: 1. Max Verstappen (Redbull), 2. Charles Leclerc (Ferrari), 3. George Russell (Mercedes), 4. Sergio Perez (Redbull), 5. Lando Norris (McLaren), 6. Oscar Piastri (McLaren), 7. Fernando Alonso (Aston Martin), 8. Yuki Tsunoda (Alpha Tauri), 9. Lewis Hamilton (Mercedes), 10. Lance Stroll (Aston Martin), 11. Daniel Ricciardo (Alpha Tauri), 12. Esteban Ocon (Alpine), 13. Pierre Gasly (Alpine), 14. Alex Albon (Williams), 15. Nico Hulkenberg (Haas), 16. Logan Sargeant (Williams), 17. Zhou Guanyu (Alfa Romeo), 18. Carlos Sainz (Ferrari), 19. Valtteri Bottas (Alfa Romeo), 20. Kevin Magnussen (Haas).

MOTOGP: il mondiale si decide anzitempo quando, mentre Bagnaia è in testa, Martin esce di scena stendendo Marc Marquez e cadendo a propria volta. Bagnaia, che in un primo momento scivola dietro alle KTM di Jack Miller e Brad Binder, recupera di nuovo la prima posizione grazie a un errore di Binder e alla caduta dell'omonimo del Dr Miller (il celebre Racing Dentist della Indycar anni '90), andando quindi a vincere la gara oltre che il mondiale. // (Milly Sunshine per F1GC)

RIFLESSIONI SEMISERIE DEL LUNEDÌ: per prima cosa vorrei chiarire quanto detto nella cronaca relativamente al finale do gara di Sainz. Facendo qualche ricerca sembra era decimo al termine del 56° giro, quindicesimo al termine del 57° e diciottesimo e doppiato al 58°. Ciò significa che al penultimo giro si è fermato ai box, ne è uscito in quindicesima piazza (come effettivamente sembrava dalla grafica), poi verosimilmente vi è entrato di nuovo, per motivi non meglio specificati (ho visto un tweet che parlava di ritiro un guasto dei tweet che parlano di guasto alla power unit).
Veniamo a me. Mi sono vista la gara su TV8, dopo essermi guardata in precedenza quella di MotoGP. Come probabilmente saprete, non sono un'enorme appassionata di due ruote, però l'ultima della stagione me la volevo guardare. La Formula 1 è stata trasmessa alle 19,00 passate, quando dalle 14,00 non entravo più sui social per evitare spoiler. Non sono entrata su Twitter se non verso le 20,45, quando è finita la differita della gara.
In bacheca mi sono ritrovata la notizia della vittoria di Felipe Massa a Cascavel in Stock Car Brasil. È la sua prima vittoria nella categoria, la prima vittoria in generale dopo quindici anni, il GP Brasile 2008. Sono passati 5502 tra le due vittorie e tante cose sono cambiate. Non ho apprezzato la sua svolta negli ultimi anni, il suo comportarsi come se un mondiale che non ha vinto gli fosse dovuto. Però certi "amori" non si dimenticano mai, ho sentito le lacrime pizzicarmi gli occhi e per non so quanto tempo sono stata estasiata da quello che avevo appena letto, al punto che ho visto le interviste e il podio ma è stato praticamente come non vederli. Quindici anni di attesa, speranze ormai del tutto inesistenti... ed è successo, quando ormai non ci credevo più.


domenica 26 novembre 2023

Formula Regional Japanese 2023: Sota Ogawa vince il titolo

La Formula Regional Japan è un campionato con una presenza molto minimalista, c'è stato un evento con un massimo di undici vetture, ma si solito erano nove. Un di ventiquattro piloti hanno gareggiato nella categoria, il che significa una cosa sola, ovvero che non vi hanno gareggiato in maniera continuativa. Soltanto due sono i piloti che hanno partecipato a tutti e sei gli eventi della stagione, per un totale di sedici gare disputate e, senza poche sorprese, due hanno rispettivamente vinto il titolo e chiuso il campionato in seconda posizione.
Sota Ogawa è letteralmente finito sul podio in tutte le gare che ha terminato, tranne le ultime due della stagione nelle quali è giunto quarto. Ha vinto il titolo con quattro vittorie all'attivo, una in più rispetto a quelle conquistate dell'avversario neozelandese Liam Sceats.

Tre vittorie le ha ottenute anche Jiei Okuzumi, che ha chiuso al terzo posto la stagione con tre eventi disputati sui sei totali, precedendo un altro part-time, Ryunosuke Sawa (quello della scorsa stagione, forse vi ricorderete di lui - pare che la sua presenza abbia generato controversia, anche se il team sostiene che le accuse nei suoi confronti siano cadute), che di eventi ne ha disputati in totale due, vincendo due volte.
Yugo Iwasawa ha chiuso quinto in classifica disputando la prima metà della stagione senza vittorie, precedendo lo svizzero part-time Michael che ha vinto una gara, tante quante ne hanno vinte i tre piloti alle sue spalle in classifica, tutti partecipanti in maniera occasionale alla stagione: Kazuki Oki, Yuya Hiraki e Yu Kanamaru, settimo, ottavo e nono nella classifica piloti.

Decimo ha concluso un nostro connazionale, Enzo Trulli, che al contempo ha gareggiato full-time in Superformula Lights in questa stagione, concludendo quel campionato al quinto posto con due vittorie. Non ha invece vinto nessuna gara nelle sue due partecipazioni stagionali, tuttavia ha ottenuto tre podi e una pole position.
Dietro di lui essenzialmente solo giapponesi, eccetto lo one-off neozelandese Kaleb Ngatoa, già visto in passato nella Toyota Racing Series, e due cinesi. Tra i giapponesi presenti c'erano anche alcuni di quei piloti pittoreschi della categoria Masters, che corrono in parte sotto pseudonimo. Purtroppo nessuno di loro era Dragon.
Unica presenza femminile, Anna Inotsume, al via del penultimo evento, in cui ha ottenuto un quinto e un quarto posto.

venerdì 24 novembre 2023

Formula 1 2023: #21 Gran Premio di Las Vegas // il commento della settimana dopo

Credo sia bene iniziare questo commento con una grande premessa: sono profondamente convinta che i circuiti cittadini abbiano un senso, se ben fatti o significativi. Sono anche convinta che l'occhio vuole la sua parte e che un circuito non bello come layout possa fare la sua figura se rende bene televisivamente. Las Vegas non ha niente di tutto questo. Sembra che si sia voluta fare a tutti i costi una replica di Montecarlo e Singapore insieme, senza una scenografia altisonante. Montecarlo ha un bel paesaggio, Singapore ha un bel contorno. Questo circuito dava l'impressione di essere circondato un'accozzaglia di luci a caso di varia natura, con una sfera luminosa sul quale venivano proiettate immagini pacchiane come tutto il suo contorno. Non era nemmeno un kitsch ricercato, era semplicemente una pomposa ostentazione del pessimo gusto, senza né l'eleganza che contraddistingue certe location, né l'anonimato di quei circuiti cittadini che non hanno scenografia, ma non viene fatta una campagna pubblicitaria basata interamente sull'essere al centro dei mondo perché "noi siamo meglio". Siamo ben lontani, a mio vedere, anche dai circuiti cittadini americani degli anni '80/90, quando gli States erano visti come un mercato in cui espandersi e non come il mercato che doveva interamente risucchiare la Formula 1 e adeguarla agli standard americani. Detto questo, vorrei precisare che i piloti e i team principal non hanno il dovere morale di contestare il GP di Las Vegas per il semplice motivo che è disprezzato dal tifoso medio acculturato. In Formula 1 sono successe cose ben peggiori che andare a correre su un circuito brutto. Ricordo semplicemente il gareggiare talora in condizioni di sicurezza insufficienti, o il gareggiare a pochi chilometri da un attacco missilistico. Troverei anzi fuori luogo che un pilota o un team decidano di boicottare un gran premio semplicemente perché "è brutto". Teniamo presente che gareggiare è il loro lavoro... quanti di noi nella vita decidono a random che non andranno a lavorare "perché sì?" Andare via perché "il circuito ha la forma di maiale rovesciato" sarebbe segno di rispetto per il pubblico pagante? O per quello che guarda la gara da casa? A me non pare. Detto questo, è bene che ci sia qualcuno che trova assurde certe pagliacciate di contorno, ma allo stesso modo non ritengo che i piloti siano obbligati a denunciare ciò come se fossero davanti al più grande problema della storia del motorsport.
Allo stesso modo, ho visto molto accanimento da parte di certi tifosi che peraltro HANNO COMMENTATO OGNI SESSIONE DANDO SEGNO DI AVERE SEGUITO TUTTO contro chi non rifiutava a priori di guardare la gara. Ho visto gente che esortava chi aveva guardato il gran premio a cambiare sport da seguire perché non sono veri appassionati e queste cose qui. Scusate, tutto bene?! Vi pare normale volere imporre a degli sconosciuti di non guardare un gran premio per avere il vostro rispetto? E farlo mentre voi stessi avete guardato e commentato il gran premio, come se voi foste al di sopra del giudizio che ci tenete a divulgare?
Vi ricordo che nessuno deve rendervi conto di quello che guarda e che non guarda. Vi ricordo anche che, fino a non troppo tempo fa, il vero appassionato era considerato quello che guardava tutte le gare, indipendentemente dal circuito o dalla noiahhhh percepita o dal potenziale risultato. Adesso siete entrati nella logica secondo cui i very fighy vedono solo un numero specifico di gran premi e tutto il resto deve essere snobbato. Non vorrei dirvelo, ma è esattamente la mentalità Drive to Survive, semplicemente avete gusto migliore in fatto di gran premi e circuiti rispetto al drivertosurviver medio.
Detto questo, è arrivato il momento di passare oltre e di andare avanti nel commento: ecco quindi a voi la cronaca che ho scritto per Formula 1 Grand Chelem e a seguire il commento semiserio del lunedì... sì, insomma, del venerdì dopo.

CRONACA IL FORUM - Promosso da tempo come l'evento più importante della stagione, il GP di Las Vegas è il ventunesimo del mondiale 2023 e penultimo in calendario. Il tracciato cittadino, inaugurato in questa occasione, non inizia la propria carriera nel migliore dei modi: dopo appena otto minuti di prove libere, la prima sessione del giovedì sera viene interrotta per un incidente di Carlos Sainz dovuto a un tombino uscito dalla propria sede - problematica già conosciuta dopo il giro della safety car in precedenza - in uno dei tratti veloci della pista. Per la Ferrari il bilancio è pesante, i danni sono ingenti e a causa della sostituzione di componenti, dovrà scontare una retrocessione di dieci posizioni in griglia. Anche l'Alpine di Esteban Ocon, seppure in misura minore, riporta danni dovuti al tombino scoperchiato.
Per mettere in sicurezza la pista, la sessione viene cancellata, quella seguente allungata a un'ora e mezza per recuperare il tempo perduto, ma rimandata di ore. Si svolge nella notte, dopo che il pubblico che ha sborsato ingenti quantità di denaro per i biglietti viene mandato via adducendo a presunte ragioni di sicurezza. In sintesi: il pubblico della giornata delle prove libere assiste a otto minuti con le vetture in pista.

Se non altro la giornata del venerdì si svolge senza intoppi, con le libere e poi le qualifiche a mezzanotte (le nove di sabato mattina in Italia), dove ci sono sorprese di un certo livello, tra cui l'eliminazione di Lewis Hamilton in Q2, così come quella, per la nona volta nella stagione, di Checo Perez. Seppure la Redbull sembri più in difficoltà del solito, Max Verstappen ottiene comunque il terzo tempo, che diventerà secondo posto in griglia vista la retrocessione di Sainz secondo classificato in Q3.
La pole position va a Charles Leclerc in una sessione in cui un sorprendente Pierre Gasly si aggiudica il quinto tempo alle spalle di George Russell, ma soprattutto dietro all'Alpine ci sono le due Williams di Alex Albon e Logan Sargeant. Si segnala la presenza in top-ten dell'Alfa Romeo di Valtteri Bottas, così come della Haas di Kevin Magnussen. Qualifica da dimenticare, invece, per la McLaren, con entrambe le monoposto fuori in Q1. Per Aston Martin tutto torna nella loro norma: Lance Stroll delude, Fernando Alonso salva il salvabile.
Questa è la griglia di partenza:

Leclerc - Verstappen
Russell - Gasly
Albon - Sargeant
Bottas - Magnussen
Alonso - Hamilton
Perez - Sainz
Hulkenberg - Ricciardo
Norris - Ocon
Zhou - Piastri
Stroll - Tsunoda

La gara prevede 50 giri e si inizia con un attacco di Verstappen nei confronti di Leclerc, con i due che escono dalla linea della pista. Per "forcing another driver off the track", Verstappen guadagnerà cinque secondi di penalità. Nel frattempo c'è una collisione multipla a centro gruppo, coinvolti Alonso, Bottas, Perez, Sainz e Hamilton. Nessuno di loro sparge detriti sulla pista, ma alcuni sono costretti a fermarsi ai box, altri lo faranno nel momento in cui entra la safety car per un incidente di Lando Norris.
Verstappen inizialmente sembra allungare, mentre Leclerc stacca Russell, Gasly e le Williams, ma sulle gomme medium Max sembra accusare precocemente degrado: subito dopo avere subito il sorpasso di Leclerc, al 16° giro rientra ai box e sconta anche la penalità, uscendo alle spalle di Russell che a sua volta si è già fermato. Con i due imbottigliati nel traffico, Leclerc fermandosi sei giri più tardi mantiene la posizione su di loro nonostante una sosta lunga, in mezzo a loro c'è nel frattempo Sainz che deve fermarsi per la seconda sosta - la prima è stata con la safety car per incidente di Norris.
Hamilton nel frattempo ha un contatto con Piastri, sia lui sia Oscar riportano delle forature e sono costretti ai box, ma al momento si prosegue senza problemi. Non sarà così quando Verstappen cerca il sorpasso su Russell e completa la manovra, ma George gli tira una sportellata: siamo a metà gara, i due non riportano danni, ma per i detriti sparsi entra la safety car. Perez, che si trova in testa non essendosi fermato che nelle fasi iniziali, effettua il pitstop in regime di safety car e si ritrova secondo dietro a Leclerc che, ancora abbastanza fresco di sosta, non si ferma ai box, diversamente da vari inseguitori tra cui Verstappen.
Al restart le posizioni sono: Leclerc, Perez, Gasly, Piastri, Verstappen, Ocon, Stroll, Albon, Russell, Sainz, Sargeant, Alonso, Zhou, Magnussen, Ricciardo, Hulkenberg, Hamilton, Bottas e Tsunoda. Piastri supera subito Gasly, che poi subirà qualche giro dopo anche il sorpasso di Verstappen. Poco prima Perez si è portato in testa con un sorpasso su Leclerc - 32° giro - ma quattro giri più tardi Charles lo riprende e si porta in testa, con Perez che un giro dopo viene superato anche dal compagno di squadra.
Non passerà molto prima che Verstappen si porti in testa alla gara, con Leclerc che deve difendersi su Perez. Dopo un duello piuttosto acceso tra le Alpine, Ocon si porta quarto mentre Gasly a poco a poco inizia a sprofondare più indietro. Se Sargeant è precipitato già da tempo nelle retrovie, Albon in un primo momento si tiene dietro Russell, Sainz, Alonso e Hamilton, tutti molto vicini tra loro. Al 38° tuttavia, viene superato da Russell e poi a seguire, anche dagli altri, con Hamilton che a seguire prenderà anche la posizione su Alonso.
Passato davanti a Leclerc al 43° dopo un errore di Charles, Perez sembra viaggiare verso la seconda piazza, ma all'ultimo giro subisce il sorpasso che lo relega in terza posizione. Dopo l'ultima sosta di Piastri - al 44° mette le medium dopo due stint sulle hard e, dopo la sosta, rimonta fino alla decima piazza e ottiene il giro più veloce - Ocon si ritrova quarto, subendo ugualmente il sorpasso di Russell all'ultimo giro. Il pilota Mercedes scivola tuttavia indietro di diverse posizioni causa penalità di cinque secondi applicata post-gara per incidente con Verstappen, ritrovandosi ottavo. Si segnalano due ritiri, nelle fasi conclusive, con Hulkenberg e Tsunoda che dopo dei guasti si ritirano nelle ampie vie di fuga. // (Milly Sunshine per F1GC)

RISULTATO: 1. Max Verstappen (Redbull), 2. Charles Leclerc (Ferrari), 3. Sergio Perez (Redbull), 4. Esteban Ocon (Alpine), 5. Lance Stroll (Aston Martin), 6. Carlos Sainz (Ferrari), 7. Lewis Hamilton (Mercedes), 8. George Russell (Mercedes), 9. Fernando Alonso (Aston Martin), 10. Oscar Piastri (McLaren), 11. Pierre Gasly (Alpine), 12. Alex Albon (Williams), 13. Kevin Magnussen (Haas), 14. Daniel Ricciardo (Alpha Tauri), 15. Zhou Guanyu (Alfa Romeo), 16. Logan Sargeant (Williams), 17. Valtteri Bottas (Alfa Romeo), 18. Yuki Tsunoda (Alpha Tauri), 19. Nico Hulkenberg (Haas), Rit. Lando Norris.

RIFLESSIONI SEMISERIE DELLA SETTIMANA DOPO - innanzi tutto mi voglio scusare per il ritardo e informarvi, qualora non lo sappiate, che prima che iniziasse il weekend del gran premio, Jacques Villeneuve e la sua signora, un'italiana di nome Giulia, si sono sposati all'interno del paddock. A questo proposito vorrei segnalare che ho visto gente che li criticava per questo, quindi a costoro ci terrei a ricordare che, mentre il gran premio era un evento pubblico, il matrimonio dei coniugi Villeneuve era una cerimonia privata e, da che mi risulti, spetta alla coppia che si sposa decidere dove sposarsi, non alla persona random che commenta la gara sui social.
Vorrei fare inoltre una precisazione su quanto accaduto a centro gruppo al via: pare che alcuni piloti, dopo la fine della gara, abbiano detto che un lato della pista era sporco d'olio e scivoloso, quindi sarebbe stato questo a innescare testacoda vari e occasionali contatti di conseguenza, al via della gara.
Aggiungo che nei giorni seguenti è circolata la "notizia" secondo cui la Ferrari non avrebbe gareggiato ad Abu Dhabi per non uscire dal budget cap. Per qualche strana ragione, questa non notizia è diventata virale sui social e a questo proposito vorrei esortare gli appassionati a non riportare costantemente spacciandolo per vero qualunque cosa venga pubblicata da profili social con nomi tipo "Cuggino Insaider".
Eccoci, intanto, all'inizio del weekend di Abu Dhabi, appunto, che nel fine settimana di Las Vegas veniva atteso con ansia perché si tratta di un verohhhh gran premiohhhh, ma una volta che ci siamo messi alle spalle la sfera luminosa che proiettava immagini random tra cui quelle di Spongebob (no comment) la collettività sembra essersi ricordata che Yas Marina è un circuito brutto e che il fatto che la Ferrari non ci abbia mai vinto nonostante vi si corra dal 2009 lo rende ancora più brutto.
Quindi, signori, un ultimo sforzo: sta per scattare il gran premio numero 22 del mondiale 2023, poi ci saranno mesi di tranquillit-... ci saranno mesi di polemiche tra leclerchini, sainzini e quant'altro. State pronti, perché sarà un lungo inverno!



giovedì 23 novembre 2023

Formula 4 Cinese 2023: Tiago Rodrigues vince il titolo

Tra il mese di maggio e il fine settimana passato si è svolto, soltanto su circuiti nazionali, ma non su quello di Shanghai, il campionato di Formula 4 Cinese, con un totale di cinque eventi disputati per un totale di venti gare, quattro per ciascun evento.
C'erano in totale una quindicina di vetture al via di ogni evento, ma sono pochissimi i piloti che hanno disputato l'intero campionato, in totale soltanto cinque, di cui i primi tre classificati... e due piloti che si sono classificati rispettivamente diciassettesimo (Marco Lau) e addirittura ventinovesimo (Han Yingfu).
Quasi solo piloti asiatici hanno disputato il campionato, con una presenza one-off di uno statunitense (Michael Farrens) nell'evento di esordio, per il resto solo piloti cinesi, oppure di Hong Kong o di Macao.

E' di Macao il vincitore del campionato, tale Tiago Rodrigues sul quale si trovano poche informazioni, quantomeno in inglese o in lingue occidentali. Pare abbia debuttato in questa stagione sulle monoposto e in questa categoria ha conquistato sette vittorie, nonché numerosi piazzamenti a podio e a punti.
Il campionato l'ha vinto con quindici punti di vantaggio su Liu Kaishun, pilota di Hong Kong, il quale ha ottenuto ugualmente sette vittorie nel corso della stagione, mentre si è classificato un centinaio di punti più indietro il cinese Jing Zefeng, che di vittorie ne ha conquistata una soltanto, e a dire il vero il numero dei suoi quarti posti ha superato di gran lunga quello dei suoi arrivi a podio.
Il connazionale Liu Ruiqi, che ha disputato due eventi in totale, ha conquistato tre vittorie in otto gare disputate, classificandosi al quarto posto in classifica, mentre i due one-off Jiang Fukang e Xu Yingjie, entrambi cinesi, nono e decimo in classifica, hanno ottenuto una vittoria ciascuno.

A questo campionato ha preso parte, nei primi due eventi, anche una ragazza (o almeno, l'unica che sono riuscita a identificare come tale, essendoci nomi orientali è spesso difficile intuire il genere dei piloti), Vivian Siu, altresì nota come Vivian Siu Wing Man, che ha preso parte anche alla Formula 4 SEA nel non championship event di Macao (la gara di F4 che si è svolta a Guia la domenica precedente a quella della Formula 3), ottenendo un decimo posto in gara come migliore risultato.


mercoledì 22 novembre 2023

500 miglia di Indianapolis 1952: Rattman vincitore a ventidue anni

Esistono due modi di conteggiare i record e le statistiche della storia della Formula 1 e quello più convenzionale è l'attribuire il record storico di pilota più giovane a vincere in Formula 1 a Bruce McLaren, ovviamente più giovane prima che il record fosse battuto da Fernando Alonso nel 2003 (e poi successivamente da Sebastian Vettel nel 2008 e Max Verstappen nel 2016). Di per sé è corretto, McLaren è stato il più vincitore di un gran premio, ma torniamo sempre al solito vecchio discorso: tra il 1950 e il 1960 non hanno fatto parte del campionato solo i gran premi, ma anche le edizioni della Cinquecento Miglia, e proprio in una di queste abbiamo avuto quello che, considerando tutte le gare del campionato, Indianapolis inclusa, è stato per oltre cinquant'anni il più giovane vincitore della storia della Formula 1.
Sull'edizione che ha vinto - quella del 1952 - ho visto un filmato che ne narra la storia, sia di quella gara, sia del pilota in questione, Troy Ruttman, classe 1930, che scattava dalla settima posizione al volante di una Kuzma.

Prima di parlare di Ruttman, della sua storia e della sua vittoria, vorrei segnalare come a questa edizione della Indy 500 abbia preso parte anche la Ferrari. Secondo l'entry list, nella quale sono presenti almeno il doppio dei piloti ammessi alla griglia, ci avrebbe provato con ben quattro piloti.
Tre di loro non hanno visto la gloria della griglia. Uno era Walt Faulkner, il poleman di Indianapolis 1950, che poi ha tentato di qualificarsi, fallendo, anche con un altro team. Un altro era Bobby Ball, che ugualmente ha tentato senza riuscirvi di qualificarsi con un'altra squadra. Un altro ancora era Johnny Mauro, che già aveva una mancata qualificazione all'attivo su una monoposto italiana, in quanto nel 1950 non si era qualificato con l'Alfa Romeo - questo parlando solo ed esclusivamente di Formula 1, nel 1948 aveva chiuso in top-ten la gara sempre con l'Alfa.
L'altro ferrarista presente era Alberto Ascari, che per partecipare a questo evento aveva saltato il GP della Svizzera, e in griglia c'è andato in diciannovesima posizione. Purtroppo per lui la sua gara non è durata molto, dato che è stato uno dei primi ritirati, ma avrebbe avuto modo di riprendersi al ritorno in Europa, inanellando una lunga serie di gran premi vinti.

Veniamo a Ruttman, appena ventiduenne, la cui carriera di pilota automobilistico è iniziata ad appena quindici anni, la prassi ai giorni nostri, ma non negli anni '40. Pare che, qualche anno prima della sua vittoria a Indianapolis, abbia usato un'età fasulla in occasione di eventi che richiedevano di avere raggiunto i ventun anni.
Nel 1952 partiva settimo. Dalla pole scattava Fred Agabashian, ma a prendere la testa della gara al via è stato John McGrath, per poi essere soppiantato da Bill Vukovich, partito secondo e, al volante di una Kurtis Kraft, destinato a svettare in quel giorno di fine maggio. Tuttavia Ruttman puntava sul fare una sola sosta, il che gli ha permesso di leaderare diversi giri a un certo punto della gara. La strategia, però, non ha funzionato, costretto a fermarsi nuovamente ha lasciato di nuovo la testa della gara a Vukovich.
Quest'ultimo ha passato in testa ben 150 giri, tre quarti della percorrenza totale, quando la sua vettura ha dato forfait facendolo uscire di pista. Mancavano appena nove giri al termine della gara, a quel punto. Passato in testa, Rattman è andato a vincere ed è tuttora il più giovane nella storia ad avere vinto la Cinquecento Miglia di Indianapolis, precedendo Rathmann e Sam Hanks.

Enfant prodige della sua epoca, ha ottenuto poco tempo dopo un'altra vittoria valevole per il campionato USAC (l'Indycar di quei tempi, per la quale era ugualmente valevole anche la Indy 500), la sua carriera è stata duramente condizionata da un infortunio solo di lì a qualche mese, che l'ha tenuto fuori dalle competizioni per quasi due anni.
Dopo il ritorno alle gare, fuori forma dopo il periodo di stop, non ha mai raggiunto i livelli precedenti, e anche le sue successive numerose partecipazioni alla Indy 500 non hanno dato grandi frutti. Frattanto nel 1958 ha partecipato anche a due gran premi di Formula 1 con la Scuderia Centro Sud, arrivando decimo in Francia e non partendo per un guasto in Germania.
Un quarto posto condiviso con Duane Carter (shared drive) nel 1954 è stato il miglior risultato ottenuto a Indy dopo il ritorno, con anche alcune mancate qualificazioni prima della sua ultima partecipazione nel 1964. Ha preso la di ritirarsi dalle competizioni proprio quando in quest'ultima edizione ha mancato di poco di finire coinvolto in un incidente tra diverse vetture, incidente costato la vita a Dave McDonald e Eddie Sachs. A ciò è seguito anche l'assistere nella successiva gara a Milwaukee a un altro grabe incidente, in cui Jim Hurtubise ha riportato gravi ustioni.
All'età di trentaquattro anni, Troy ha lasciato le competizioni e, a quanto pare, ha aperto una concessionaria di motociclette, dedicandosi a questa professione fino alla morte, avvenuta nel 1997 a causa di un tumore ai polmoni. Uno dei suoi fratelli, Jim Rattman, ha gareggiato in NASCAR ottenendo diverse vittorie nella Truck Series. Anche uno dei suoi cinque figli, Troy Jr, è divenuto pilota, ma ha perso la vita in un incidente di gara nel 1969 all'età di diciannove anni.


lunedì 20 novembre 2023

Super Formula Lights 2023: Iori Kimura vince il titolo

Nel corso del weekend del 18/19 Novembre è terminato il campionato di Superformula Lights, in Giappone, dopo una stagione che quest'anno ha avuto solo parzialmente il calendario condiviso con la Superformula. Si sono svolti un totale di sei eventi, ciascuno dei quali composto da tre gare, sui seguenti circuiti: Autopolis, Sporsland SUGO, Suzuka, Fuji, Okayama e Motegi, con una griglia di partenza composta mediamente da una dozzina di vetture, che è tanto, ma questo campionato ha visto anche giorni peggiori.

Il titolo se l'è aggiudicato Iori Kimura, che ha preceduto di un decina di punti Hibiki Taira: i due hanno conquistato rispettivamente sei e due vittorie, con un terzo classificato che ha vinto in ben quattro occasioni, si tratta di Syun Koide, con un trittico di piloti giapponesi nelle prime tre posizioni della classifica piloti.
Quarto è giunto il brasiliano Igor Fraga, che è salito una volta sul gradino più alto del podio, mentre ha ottenuto due vittorie il nostro connazionale Enzo Trulli, che ha chiuso la stagione in quinta posizione.
L'unico altro pilota a conquistare vittorie, nello specifico due, è stato Togo Suganami, che ha disputato soltanto la metà della stagione.
Seguivano in classifica Yuga Furutani, David Vidales, Yuui Tsutsumi, lo one-off Sota Ogawa, Nobuhiro Imada, Dragon e Takashi Hata.
Vidales, insieme a Fraga e Trulli, era l'unico altro pilota non giapponese a prendere parte al campionato. Il suo miglior risultato stagionale è stato un terzo posto in gara.

domenica 19 novembre 2023

Gran Premio di Macao: Luke Browning vince la 70^ edizione

La 70^ edizione del Gran Premio di Macao, la 38^ per vetture di Formula 3 e la quinta con vetture, nello specifico, della Formula 3 che un tempo si chiamava Formula 3, vede nove team prendere parte all'evento. Ci sono, nello specifico, Trident con Richard Verschoor (vincitore 2019), Roman Stanek e Ugo Ugochukwu, Jenzer con Max Esterson, Charlie Wurz e Matias Zagazeta, Theodore/Prema con Dino Beganovic, Gabriele Minì e Paul Aron, Hitech con Luke Browning, Isack Hadjar e Alex Dunne, Campos con Pepe Martì, Sebastian Montoya e Oliver Goethe, Van Amersfort con Noel Leon, Tommy Smith e Sophia Florsch, ART con Laurens Von Hoepen, Christian Mansell (che per chi non lo conoscesse, NON ha alcuna parentela con un certo pilota di Formula 1 con i baffi) e Nikola Tsolov, Carlin con le due sole vetture di Zane Maloney e Dan Ticktum (vincitore 2017 e 2018), infine MP con Dennis Hauger, Mari Boya e Marcus Armstrong.
Le qualifiche del venerdì parlano a favore di Browning, che ottiene la pole position davanti a Minì, Beganovic, Hadjar, Armstrong, Dunne, Goethe, Hauger, Ugochukwu, Boya, Martì, Verschoor, Ticktum, Aron, Tsolov, Maloney, Florsch, Wurz, Leon, Stanek, Esterson, Van Hoepen, Montoya, Mansell, Zagazeta e Smith.


La qualifying race di sabato, che si svolge quando da noi sono da poco passate le nove di mattina - dovevano essere le 8.50, ma ci sono stati ritardi nelle gare precedenti, vede Browning mantenere la posizione al via nonostante l'attacco di Beganovic, che viene relegato alle sue spalle, seguito da Dunne e Beganovic.
Le inquadrature non sono ben chiare su cosa succeda esattamente ad Armstrong: uno dei piloti più altolocati della griglia (corre in Indycar, gli altri nelle formule minori) lo ritroviamo incidentato insieme a Zagazeta. I due ripartono, ma sono nelle retrovie. Va peggio a Ticktum, che speronato da Ugochukwu al secondo giro finisce con quest'ultimo nelle barriere alla Lisboa, provocando l'ingresso della safety car.
Al restart, Browning continua a mantenere la posizione su Minì, il quale si vede scivolare al terzo posto alle spalle di un ottimo Dunne, che viene dalla GB3 ed è all'esordio nella Formula 3 che un tempo si chiamava GP3. Il podio sarà appunto Browning/ Dunne/ Minì, con Beganovic in quarta posizione seguito da Hauger e da Boya autore di un sorpasso su Aron. Completano i primi dieci Martì, Hadjar e Maloney.
Chiude la gara fuori top-ten il passato vincitore Verschoor, dodicesimo alle spalle del figlio di Alex Wurz. Lo seguono Tsolov, Van Hoepen, Florsch, Esterson, Noel, Montoya, Stanek, Mansell, Goethe, Armstrong, Smith e Zagazeta, con la gara della domenica che scatterà puntuale alle 8.30.


Dopo il formation lap, mentre le vetture sono ferme in griglia che aspettano la procedura di partenza, si vede una bandiera gialla sventolare, che lascia pensare a un aborted start. La main race, di quindici giri, tuttavia, parte normalmente, anche se sembra che Montoya sia rimasto fermo in griglia - portato in pitlane, partirà con cinque giri di ritardo.
Browning mantiene la prima posizione, si accoda dietro di lui Minì, mentre Dunne finisce a sbattere alla Lisboa. La sua gara è finita, si va in virtual safety car, la monoposto incidentata viene rimossa con la gru stile Montecarlo, tempo una tornata e tutto è sistemato.
Browning allunga, Minì deve vedersela con Beganovic, che gli è negli scarichi e compie quello che sarebbe un ottimo sorpasso, se non lo terminasse finendo nelle barriere della Lisboa: nuova virtual safety car, nuova rimozione in tempi record della vettura, Aron risalito in terza posizione... dove comunque non resterà troppo a lungo, venendo infatti superato da Hauger e poi anche da Boya.
A questo punto la gara procede tranquilla per diversi giri, con Browning sempre davanti indisturbato. È solo la quiete prima della tempesta, siamo ormai a metà percorrenza quando ecco apparire Armstrong in testacoda, dopo un contatto con Noel. Questo è niente, i due ripartono. Poco dopo è Aron che, in un incidente di cui le inquadrature mostrano solo la conclusione, sbatte di posteriore, dal quale si innalzano fiamme. È un sollievo vedere Paul uscire da solo dalla vettura. Entra la safety car, dietro la quale si vedono danni sulla vettura di Wurz e anche su quella di Boya. Non si procede così per molto, viene esposta la bandiera rossa e quando le monoposto tornano in pitlane mancano sei giri da percorrere.


Alle 9.50 si riparte dietro safety car, che resterà per due giri, senza Charlie Wurz, il quale ha riportato danni sulla vettura che non gli consentono di prendere il restart. Quando la SC si toglie di mezzo, Minì e Hauger tentano di affiancare Browning, con Hauger che quasi la spunta, ma non c'è niente da fare, Browning mantiene la leadership e Hauger si deve accodare.
Nel frattempo, ripartita dalla decima piazza, Florsch riesce a risalire in nona posizione, per poi uscire perdente da un duello a tre con Van Hoepen e Goethe, ritrovandosi undicesima. In quei frangenti ci troviamo con Tsolov contro le barriere e, vista la posizione che rende più difficile la rimozione della monoposto, viene mandata in pista la safety car.
Mancano ormai due tornate alla conclusione e non è possibile concludere le operazioni in un giro soltanto. La gara, quindi, è destinata a terminare in regime di safety car, con questo ordine d'arrivo: Browning, Hauger, Minì, Boya, Martì, Verschoor, Hadjar, Maloney, Goethe, Van Hoepen, Florsch, Stanek, Ticktum, Smith, Ugochukwu, Mansell, Zagazeta, Armstrong, Leon, Esterson.
È stato un weekend perfetto, quello di Browning, che arriva dopo una stagione difficile in Formula 3, dove ha chiuso il campionato quindicesimo, con un solo podio all'attivo: il più veloce fino dalle prove libere, dopodiché ha ottenuto la pole position e la vittoria di entrambe le gare.

***

NOTE PERSONALI: quest'anno ho voluto vedere il GP di Macao in versione integrale e in diretta, sia la qualifying race sia la vera e propria gara. Non sono riuscita a trovare nulla su Youtube, ma devo ammettere che ho smesso di cercare non appena ho scoperto che il sito ufficiale dell'evento trasmetteva la gara in diretta, gratuitamente e con telecronaca in inglese.
Questo succedeva ieri mattina, per la gara di qualifica, e ovviamente stamattina non ho cercato fonti diverse, ma sono tornata sul sito ufficiale. Non mi sono guardata il periodo di stallo durante la bandiera rossa, perché mi sono messa a scrivere questo resoconto: essendo da cellulare, dovevo scegliere se tenere aperto il sito con il video, oppure usare il programma per le note per mettermi a scrivere, quindi solo occasionalmente tornavo per vedere a che punto fossero le operazioni.
Mi è parso di capire da quello che diceva il telecronista quando ho ripreso a guardare, che durante la bandiera rossa sia comparso Alex Wurz e sia stato intervistato in merito al ritiro del figlio, quindi mi pento amaramente di essermi persa quei momenti! Anche se, lo ammetto, nessuna intervista a Wurz sarà mai epica come quelle di Ettore Giovannelli che aveva l'abitudine di parlargli in tedesco anziché in inglese.
Dopo non avere assolutamente nascosto le mie simpatie per Wurz padre, non nascondo nemmeno il fatto che, tutto sommato, sia stato positivo vedere la gara dove non c'era una chat, tipo canali Youtube: eravamo in piena SoVrApPoSiZiOn3 con il GP di Las Vegas, di cui mentre scrivo queste parole non so ancora il risultato (sono le 12,45, pubblicherò dopo la differita su TV8, così da condividere questo post anche su twittelon e zuckenbook senza anticiparmi il risultato anzitempo), una chat avrebbe voluto dire spoiler.
Ammetto di avere temuto molto quando il telecronista ha nominato "Carlos Sainz, attuale pilota Ferrari", salvo poi rendermi conto che, avendo menzionato anche Felix Rosenqvist, stava per mettersi a parlare di qualche edizione passata del GP di Macao e non dei fatti di Las Vegas.


sabato 18 novembre 2023

500 miglia di Indianapolis 1951: il breve lieto fine di Wallard

Così come nel 1950, anche nel 1951 la Cinquecento Miglia è inclusa nel calendario della Formula 1. Il tentativo di mescolare i due mondi, tuttavia, continua a non andare in porto, e il fatto che ci sia una SoVrApPoSiZiOn3 con il GP della Svizzera non è d'aiuto. L'evento elvetico si svolge il 27 maggio, domenica, quello dell'Indiana il 30 maggio, mercoledì. Come ho già spiegato a suo tempo, la Indy 500 non si correva nel Memorial Sunday, negli anni '50. Trentatré posti sulla griglia per una sessantina di entranti che tentano di qualificarsi, una Kurtis Kraft in pole position, è quella di Duke Nalon. Tutta la prima fila è composta da Kurtis Kraft, dietro di lui ci sono Lee Wallard e Jack McGrath, i quali passeranno entrambi davanti a Nalon alla partenza, uno dei momenti immortalati della gara, della quale si può trovare su Youtube una sintesi di dieci minuti con i momenti salienti.


Wallard e McGrath sono 1/2 per un bel tratto, con il secondo che tuttavia in seguito scivola alle spalle di Cecil Green, il quale dopo un giro di soste salirà anche in testa alla gara, dove rimarrà fino al momento del suo ritiro per un problema tecnico.
McGrath, invece, è in seguito costretto a dare forfait indisposizione fisica: siamo negli anni '50, quindi shared drive, lo sostituisce Manuel Ayulo, che non si era qualificato, il quale si ritrova terzo alle spalle della Kuzma di Walt Faulkner, che poi sarà costretto al ritiro. Ayulo, nel frattempo, si trova dietro a Mike Nazaruk e Mauri Rose.
Quest'ultimo, vincitore di tre edizioni nel passato e podium finisher nell'edizione del 1950, ha una violenta uscita di pista, inquadrata dalle telecamere. Esce da quello che resta della vettura con le proprie gambe, sporco di fango.


I ritiri si susseguono e taluni sono anche inquadrati. Perfino un'invasione animale è immortalata, una lepre (non proprio ben definita nello screenshot qui sopra) che corre nella direzione opposta alle monoposto, pare. Figura tra i ritirati anche il poleman Nalon, di cui in realtà non si è più detto nulla, verosimilmente sprofondato ben presto nella bassa classifica.
Di classifica bassa a fine gara di fatto non ce n'è, al traguardo arrivano appena otto vetture, un record negativo. Wallard vince, come ormai prevedibile, mentre Nazaruk arriva secondo, il terzo posto è condiviso dal duo McGrath/ Ayulo, dato che hanno guidato prima l'uno e poi l'altro la stessa vettura: tutte Kurtis Kraft sul podio.

La vittoria dominata di Wallard, dopo una precedente carriera non particolarmente altisonante, è un lieto fine dalla durata molto breve. Appena una settimana più tardi è impegnato in un'altra gara, durante la quale la sua vettura prende fuoco.
Nel tentativo di portare la macchina laddove non possa fare gravi danni, rimane gravemente ustionato. Dopo un lungo stop ritorna al volante tre stagioni dopo, con l'intento di gareggiare a Indianapolis, ma è costretto a ritirarsi prima delle qualifiche in quanto debilitato in maniera permanente dall'incidente.
Morirà prematuramente nel 1963, per problemi di salute che, secondo alcune fonti, sono ancora una volta diretta conseguenza dell'incendio del 1951.

martedì 14 novembre 2023

Eurocup3 2023: Esteban Masson vince il titolo

Il campionato Eurocup3, terminato nel fine settimana del 11/12 novembre dopo un totale di otto eventi composti da due gare ciascuno, è una sorta di Formula 3 regionale, alla prima stagione nel 2023. Nonostante sia agli esordi è riuscito comunque ad avere un numero di entry di gran lunga maggiore dell'Euroformula Open di cui ho già parlato a suo tempo. Con 15 vetture a inizio stagione, ha visto incrementare la propria griglia fino a 18, che è comunque un numero rispettabile. Di otto eventi, quattro sono stati disputati su circuiti spagnoli - ho la vaga sensazione che prima o poi l'EF Open potrebbe confluire in questa categoria - mentre gli altri quattro sono stati disputati a Spa Francorschamps, Monza, Zandvoort ed Estoril.

Il titolo è stato conquistato da Esteban Masson, che ha vinto in totale otto gare, la metà di quelle disputate nel corso della stagione, e ha preceduto in classifica di una trentina di punti il runner-up Mari Boya, il quale oltre alle sue cinque vittorie ha ottenuto diversi piazzamenti a podio.
A seguire si è classificato al terzo posto Sebastian Ogaard, che ha vinto una gara nel corso della stagione e ha preceduto in classifica José Garfias, che si è salito più di una volta sul podio, ma mai sul gradino più alto.
L'unico italiano presente nella categoria, Francesco Braschi, ha vinto due volte e ha portato a casa una quinta piazza in campionato, precedendo Tasanapol Intraphuvasak (sono certa che qualcuno di voi si ricorderà il suo nome!), autore di due pole position e di vari piazzamenti sul podio, ma di nessuna vittoria.

Piccola curiosità: Nick Gilkes, fratello di Megan della W Series e della F1 Academy, ha disputato l'intera stagione ottenendo alcuni piazzamenti a punti, ma senza mai andare oltre il quinto posto.
Tra i piloti che hanno gareggiato sporadicamente nella categoria, inoltre, c'era Emmo Jr, figlio sedicenne di Emerson Fittipaldi, che ha disputato due eventi ottenendo come miglior risultato una decima posizione.


lunedì 13 novembre 2023

Formula 4 spagnola 2023: Theophile Nael vince il titolo

In questo fine settimana è terminato il campionato spagnolo di Formula 4, disputato su un totale di sette eventi, ciascuno dei quali composto da tre gare, due di trenta minuti e una di venticinque, tutte quante con la griglia di partenza stilata sulla base delle sessioni di qualifiche - per dirla in parole povere, non sono contemplate reverse grid. La presenza di vetture al via è stata piuttosto ampia, sulle 29/30 vetture nelle occasioni in cui ce n'erano di meno, ma specie nella parte conclusiva della stagione vi erano spesso entry di guest drivers e ciò ha incrementato il numero dei presenti al via facendolo salire anche intorno ai 35/36.
Una buona parte dei piloti hanno disputato l'intera stagione, ma non sono mancati partecipanti one-off oppure che hanno gareggiato part time.

Il primo evento della stagione si è svolto in Belgio e si è aperto con due vittorie di Pedro Clerot, seguite da una da parte di Matteo De Palo. Ad Aragon, invece, è stata la volta di Enzo Deligny, seguito da Christian Ho e poi, ultima vittoria del fine settimana, ottenuta da Theophile Nael.
Quest'ultimo è tornato alla vittoria nelle prime due gare di Navarra, per vedere la sua striscia vincente interrotta da Valerio Rinicella. A seguire, a Jerez, si è imposto nuovamenre in due gare, la prima e la terza, mentre a portare a il gradino più alto del podio nella seconda è stato Andres Cardenas.
Il successivo evento è avvenuto, per la seconda e ultima volta nel corso della stagione, fuori dalla Spagna, precisamente in Portogallo, e ha visto Nael imporsi ancora due volte, per poi terminare con una vittoria di Deligny.
A Valencia (circuito Ricardo Tormo) Rinicella ha vinto la gara inaugurale, dopodiche è stata la volta di Nael e di Ho. Quest'ultimo è stato l'unico pilota a conquistare tutte le vittorie di un fine settimana e l'ha fatto in questi ultimi giorni a Montmelò.

Nael ha comunque conquistato il titolo già nella giornata di sabato, quando mancavano ancora due gare al termine della stagione, precedendo proprio Ho. Eccetto uno, i piloti con almeno una vittoria all'attivo, ovvero Rinicella, Deligny, De Palo e Clerot, si sono classificati, nell'ordine, tra la terza e la sesta posizione. L'altro vincitore, Cardenas, che ha disputato soltanto sei eventi sui sette della stagione, ha chiuso invece in ottava piazza alle spalle di Noah Stormsted, che ha ottenuto solo qualche piazzamento a podio.
Gli unici altri due piloti ad avere ottenuto delle top-3 sono stati Keanu Al Azhari e Alex Ninovic, un terzo posto ciascuno, che hanno completato la top-ten nella classifica piloti.

Piccola curiosità, in questo campionato hanno gareggiato ben tre piloti imparentati con delle nostre vecchie conoscenze:
- Fernando Barrichello, figlio di Rubens, che ha conquistato punti in un'occasione, con un settimo posto;
- Pedro Sarrazin, figlio di Stephane, miglior risultato un nono posto;
- Eric Gené, nipote di Marc (nonché figlio di Jordi) che non ha conquistato punti e ha ottenuto un tredicesima piazza come migliore prestazione.


domenica 12 novembre 2023

Il GP di Macao prima del GP di Macao: la Formula 4 SEA con i suoi guest driver

La Formula 3 a Macao mancava dal 2019, ma quest'anno tornerà. Nelle stagioni senza Formula 3, hanno comunque girato delle monoposto, quelle di Formula 4. Quest'anno il weekend di Macao dura due weekend, nel prossimo ci sarà la Formula 3, in questo, per quanto riguarda le monoposto, c'è stata la Formula 4 (è un non championship event del campionato South East Asia, con molti guest driver rispetto alla loro solita griglia), trasmessa in diretta, come tutte le altre gare del fine settimana, da Parc Fermé TV su Youtube. Vorrei complimentarmi con loro per il lavoro svolto alla telecronaca, personalmente ho visto solo la qualifying race della F4 di stanotte (disputata all'una) e la main race di stamattina (iniziata poco dopo le nove, con un po' di ritardo rispetto all'orario fissato per i ritardi accumulati nelle gare precedenti.

La qualifying race, che prevedeva otto giri (o venticinque minuti) è stata fortemente condizionata dalla pioggia, è partita dietro safety car ed è stata abbastanza caotica nel suo essere comunque quasi interamente svolta in regime neutrale, con Liu Kaishun incidentato quando ancora c'era la safety car, che è rimasta in pista per tre giri.
Al restart è stata la volta di Kai Daryanani a incidentarsi, con nuovo ingresso della safety car, per poi avere un ulteriore restart con incidente di uno dei front runner, Hadrian David, che ha fatto entrare la vettura di sicurezza un'altra volta, nonché accorciare la gara a soli sette giri, visto l'accendersi del cronometro con il countdown ai venticinque minuti.
Il poleman Arvid Lindblad ha vinto la gara dalla pole position, davanti a Freddie Slater e Charles Leong (che come molti piloti locali usa uno pseudonimo occidentale - dato che lo fanno loro stessi, li userò per praticità per evitare misspelling), con a seguire Rashid Al Dhaheri che ha preceduto il primo dei piloti della F4 SEA Jack Beeton.
Ethan Ho precedeva Raphael Narac che, con l'ultima SC e l'accorciarsi della gara si è risparmiato una fermata ai box per l'esposizione della bandiera nera con cerchio arancione a causa della vettura rimasta danneggiata. Completavano la top-ten Tiago Rodrigues, Bianca Bustamante ed Enzo Yeh.

La main race - dodici giri - si è svolta con l'asciutto e ha visto tuttavia una grande presenza della safety car. Proprio al primo giro, alla curva Lisboa, quella in cui una ventina d'anni fa Nico Rosberg andò a sbattere mentre era in testa venendo tamponato da Lewis Hamilton, c'è stato - come abbastanza di consueto - un incidente simile.
Miki Koyama, ex W Series, è andata a cozzare contro le barriere, venendo tamponata proprio dalla Bustamante, con un paio di altre vetture che tuttavia sono riuscite a ripartire. Con le due ragazze più celebri ritirate, l'unica presenza femminile della gara restava Vivian Siu, nome completo Vivian Siu Wing Man.
Al restart Lindblad leaderava seguito da Slater e Leong, almeno finché Slater non ha avuto un momento che ricordava un po' Hamilton in Brasile 2007. Un problema momentaneo l'ha fatto rallentare e precipitare nelle retrovie, dove in seguito avrebbe ripreso a girare su tempi normali. Nel frattempo altro incidente: Marco Lau, che non sarebbe stato l'ultimo a uscire di scena, vedi Thomas Leung e di nuovo Liu anche oggi.

Martinius Stenshorne nel frattempo, partito dalle retrovie sia in qualifying race sia in gara a causa di un incidente nelle qualifiche, era risalito fino alla settima piazza approfittando del caos. Uno dei telecronisti ha profetizzato che sarebbe finito sul podio, ma in quel momento hanno riecheggiato le trombe dell'apocalisse!
L'abbiamo infatti trovato incidentato nelle fasi finali, ma non è stato nemmeno lui l'ultimo, visto che al decimo giro è stata la volta di Kevin Xiao, che ha provocato l'ingresso di una "safety car fantasma", nel senso che non si vedeva dove fosse e le vetture si accodavano praticamente da sole senza che la vettura di sicurezza fosse fisicamente lì presente. Narac nel frattempo ha rallentato e perso posizioni, risulta essersi ritirato.
Lindblad ha preceduto sul traguardo Leong e Al Dahaeri a completare il podio, con Beeton che in precedenza era molto vicino agli ultimi due a chiudere quarto, precedendo Ho, Rodrigues, David, Yeh, Slater e Darayanani. Fuori dalla top-ten sono giunti Chui Ka Kam, Marcus Cheong, Ryuji Kumita altresì noto come Dragon, infine fanalino di coda Vivian Siu.

Qua sotto metto un po' di screenshot della gara:





Appuntamento alla prossima settimana per la Formula 3, che sarà nuovamente trasmessa sullo stesso canale. Sto già pensando a come fare per vederla evitandomi al contempo gli spoiler sul GP di Las Vegas!

sabato 11 novembre 2023

Quando Parkes e Scarfiotti conclusero un gran premio non ufficiale in pareggio

Qualche tempo fa, parlando con l'autore del canale youtube MotorStories (che ha anche un blog su questa piattaforma e vi invito a visitarlo a questo link: LINK) al di sotto di un suo post, è uscito il discorso di Ludovico Scarfiotti e Mike Parkes, autori di una doppietta Ferrari al GP d'Italia 1966 - l'ultimo gran premio d'Italia vinto da un italiano, come ci ricordava Gianfranco Mazzoni all'epoca delle telecronache della Formula 1 sulla Rai. Ricordavo un dettaglio curioso su questo duo, che mi ero sempre ripromessa di approfondire, prima o poi. Il dettaglio in questione è che Scarfiotti e Parkes sono, per quanto ne so, l'unica coppia di piloti ad avere vinto un gran premio ex-equo, seppure non ufficiale, dove per gran premio vinto ex-equo non intendo a bordo di una vettura condivisa, come per esempio accadeva nella Formula 1 vintage quando occasionalmente un secondo pilota doveva cedere la monoposto al compagno di squadra in corso d'opera. I due erano infatti a bordo di due diverse monoposto e hanno tagliato il traguardo con un gap ufficiale di 0,0.

L'evento in questione era il GP di Siracusa 1967, ultima edizione disputata di questo evento, svolta il 21 maggio di quell'anno, con una griglia di partenza decisamente ridotta. C'erano solo sette piloti al via, Parkes in pole seguito da Scarfiotti, poi Jo Siffert (Cooper), Mike Spence (BRM), Jo Bonnier (Cooper), Silvio Moser (Cooper) e Chris Irwin (Lotus), dopo che Jo Schlesser (Matra) aveva dovuto rinunciare a prendere il via per un incidente in una sessione di prove libere(?).
Non si riesce a trovare molto sulla dinamica di questa gara, avvenuta a sole due settimanedi distanza dal GP di Montecarlo in cui aveva perso la vita Lorenzo Bandini, ci sono articoli che ne parlano, così come un breve video che ho trovato su Youtube con qualche scena dell'evento, ma è difficile arrivare a una cronaca dettagliata, anzi, al momento sembra a dir poco impossibile. Perfino il sito Motorsport Memorial, nella biografia di Parkes, si limita a menzionare il gran premio concluso in parità.

Parkes portava il numero 28, Scarfiotti il numero 16. Facendo qualche ricerca, pare che all'inglese fosse stato assegnato il numero 18, ma che avesse chiesto agli organizzatori che fosse cambiato, in quanto il 18 era il numero che Bandini portava nel GP di Montecarlo.
I due piloti Ferrari sono stati gli unici a concludere a pieni giri, con Siffert a due tornate di distanza, Irwin e Bonnier a tre e gli altri due piloti ritirati a causa di guasti vari. Andando verso il traguardo, Parkes ha rallentato e si è fatto affiancare da Scarfiotti, il pareggio non è stato casuale, ma assolutamente deliberato.
All'epoca i cronometri erano meno precisi che in epoca moderna e contemporanea, quindi mentre Rubens Barrichello e Michael Schumacher a Indianapolis nel 2002 sono arrivati separati da 14 millesimi, a quel tempo Parkes e Scarfiotti si sono visti assegnare entrambi la vittoria, separati appunto da 0,0. Se non altro, una curiosità di cui non si parla tutti i giorni.

Altri pareggi nel motorsport non ne conosco. Se ne avete notizia, fatemi sapere, è un argomento che approfondirei molto volentieri!


venerdì 10 novembre 2023

500 miglia di Indianapolis 1950, un mash-up incompiuto tra la Formula 1 e gli States

Oggi parliamo di Formula 1 e Stati Uniti e, nello specifico, del primo incontro tra i due mondi, dove incontro è una parola molto grossa inserita per dare profondità alla frase. Correva infatti l'anno 1950, prima stagione ufficiale, e la Cinquecento Miglia di Indianapolis era inclusa come terzo evento del campionato, dopo Gran Bretagna e Montecarlo. In realtà la Indy 500 faceva parte non solo del campionato di Formula 1, ma anche di quello americano, di fatto era valevole per due diversi campionati, anche se in Europa non sembravano molto convinti. Infatti ad andare a gareggiare sull'ovale sono stati solo i team americani, Indianapolis era in calendario per la Formula 1, ma nessuno dei team e dei piloti vi gareggiava. Anche perché la gara si svolgeva, il 30 maggio, a soli nove giorni di distanza dal GP di Montecarlo - non si correva di domenica, a Indy.

Non sembrano esistere ricostruzioni molto dettagliate della gara, quindi bisogna un po' arrangiarsi con quello che si ha a disposizione. Ciò che abbiamo a disposizione è una entry list a dir poco interminabile, con una settantina di piloti che hanno tentato la qualificazione. In griglia, però, c'erano solo trentatré posti, con Walt Faulkner che ha ottenuto la pole position al volante di una Kurtis Kraft.
Pare che non abbia leaderato nemmeno il primo giro, ma abbia perso diverse posizioni: avrebbe chiuso la gara al settimo posto, nel caso siate interessati al suo risultato finale - questo, tuttavia, sarebbe accaduto dopo 138 giri di gara, al posto dei canonici 200.
La gara è infatti terminata in anticipo, quando è stata redflaggata a causa della pioggia, sancendo la vittoria di Johnnie Parsons, davanti a Bill Holland (vincitore della precedente edizione) e Mauri Rose (vincitore delle due annate precedenti alla vittoria di Holland).
Oltre a Parsons, Holland e Rose sono stati gli unici altri piloti che hanno leaderato dei giri, con Johnnie il pilota che ne ha leaderati di più. Una leggenda metropolitana, che pare essere stata smentita, narra che Parsons - che come il poleman guidava una Kurtis Kraft - sapesse di avere problemi di motore e che abbia puntato al disputare il maggior numero si giri in testa, per via del premio economico destinato a chi otteneva questo record, ma che poi l'arrivo della pioggia e la consistente diminuzione della durata della gara gli abbiano permesso di ottenere la vittoria.

Piccola curiosità per i gossippari impenitenti quanto me: Johnnie Parsons era stato in precedenza sposato con tale Arza, poi divenuta dopo il loro divorzio moglie del pilota Duane Carter, che disputava a sua volta la Indy 500 del 1950 e si è classificato dodicesimo.
Secondo il sito findagrave.com, Arza Parsons - che ha avuto in totale sei figli, di cui tre con ciascuno dei due mariti - è morta all'età di 95 anni il 29 maggio 2016, giorno in cui si è svolta la centesima edizione della Cinquecento Miglia di Indianapolis.


giovedì 9 novembre 2023

Le stagioni 2023 della Formula Regional Americas e della Formula 4 USA

Oltre alle categorie minori della Road to Indy, negli States ci sono anche due serie FIA, la Formula Regional Americas e la Formula 4 USA, due serie con il calendario condiviso che si sono concluse entrambe nello scorso fine settimana, dopo una stagione di sei eventi composti da tre gare ciascuno, per un totale di diciotto per ambedue le categorie.

F.R.AMERICAS - il campionato ha visto una presenza abbastanza ridotta, circa una decina di vetture al via degli eventi, e risultati molto definiti, con il pilota neozelandese Callum Hedge vincitore del titolo con un vantaggio abbondante nei confronti dei due diretti inseguitori, gli statunitensi Ryan Shehan e Cooper Becklin.
Su un totale di diciotto gare disputate, Hedge ne ha vinte ben tredici, con Shehan e Becklin praticamente "abbonati" al podio. In ben nove gare stagionali i tre si sono classificati nell'esatto ordine Hedge/ Shehan/ Becklin, di cui sei volte di fila, arrivando sul podio insieme anche in diverso ordine in occasione di una vittoria di Shehan, che ha vinto le prime due gare della stagione.
Autore di addirittura undici terzi posti dietro fila, Becklin ha interrotto questa striscia con la sua unica vittoria stagionale, mentre ha vinto due volte lo svedese Oliver Westling, quarto in classifica finale, dopo molti quarti e quinti posti e rarissimi piazzamenti a podio, il quale era di fatto monopolizzato quasi sempre dai primi tre.

F4 USA - in un campionato la cui griglia era mediamente più del doppio e occasionalmente quasi il triplo della Formula Regional, il canadese Patrick Woods-Toth ha vinto il titolo con quattro vittorie all'attivo, precedendo di parecchi punti lo statunitense Titus Sherlock, che di gare ne ha vinte due e ha preceduto il connazionale Augusto Soto-Schirripa che ha disputato solo quattro eventi, ma con ottimi risultati, vincendo ben quattro volte.
L'australiano Jesse Lacey ha vinto una gara concludendo in quarta posizione la stagione, davanti allo statunitense Michael Costello, vincitore di tre gare, mentre non è mai salito sul gradino più alto del podio il brasiliano Daniel Carà, sesto in classifica piloti.
Alexander Berg, canadese, settimo in classifica con cinque eventi disputati su sei, è stato l'unico altro pilota ad avere vinto una gara tra quelli che hanno disputato quasi tutta la stagione. Hanno vinto due e una gara ciascuno lo one-off statunitense Jimmie Lockhart e il thailandese Carl Bennet.
Si segnala che, tra le presenze femminili, l'esordiente statunitense Hannah Greenemeier ha ottenuto quattro top-ten, tutte consecutive, con un sesto posto come miglior risultato, con numerosi altri piazzamenti non molto lontani dalla zona punti.


mercoledì 8 novembre 2023

Formula 4 giapponese 2023: Rikuto Kobayashi vince il titolo

Nello scorso fine settimana si è concluso il campionato di Formula 4 giapponese, che ha previsto un totale di sette eventi, ciascuno composto da due gare, un format diverso a quello a cui siamo abituati con la Formula 4, di composta da eventi con tre gare e in varie serie a un certo punto c'è una gara con la reverse grid. In Formula 4 giapponese non ci sono reverse grid e la griglia di partenza è composta sulla base di sessioni di qualifiche. È un campionato che ha sempre avuto griglie molto ricche e anche in questa stagione non ha fatto eccezione, c'erano eventi con anche una quarantina di vetture al via.
La maggior parte dei piloti erano full time, ma ci sono state presenze one-off per un di cinquantenni piloti che hanno preso parte ad almeno un evento del campionato. Tra essi non c'erano solo pilotini junior, ma anche qualche soggetto stylish, tipo Dragon (classe 1967, divenuto pilota all'età di oltre quarant'anni) che ha concluso il campionato in quarantesima piazza.

La stagione è iniziata al Fuji con la vittoria di Rikuto Kobayashi (nessuna parentela, da quanto mi risulta, è un cognome molto diffuso in Giappone), il pilota che a fine stagione avrebbe vinto il campionato, subito seguita dalla vittoria nella gara seguente di Jin Nakamura, runner up al termine della stagione.
Yusuke Mitsui, terzo in classifica piloti, ha conquistato entrambe le vittorie del secondo evento stagionale a Suzuka, mentre con il ritorno al Fuji per il terzo round è stato Kobayashi a conquistare doppia vittoria. Mitsui si è ripetuto vincendo ancora due volte, proprio quando il campionato è tornato a Suzuka per il quarto evento.
A Sportsland Sugo gli unici altri due piloti a salire sul gradino più alto del podio hanno ottenuto le loro vittorie. Prima è stata la volta di Yuto Nomura, con una sfilza di podi all'attivo e una quarta posizione finale nel campionato. Successivamente l'altro vincitore è stato Kazuhisa Urabe - ottavo nel campionato piloti dietro a Kobayashi, Nakamura, Mitsui, Nomura, Tosei Moriyama, Rin Arakawa e Yuki Sano.
Gli ultimi due eventi si sono svolti ad Autopolis e Motegi e hanno visto i due championship contenders spartirsi equamente le vittorie: Kobayashi ha vinto la prima gara di Autopolis, Nakamura la seconda, mentre a Motegi si è verificata la situazione opposta, con un 221 vs 209 nella classifica finale.

Segnalo una presenza femminile, da parte di Rio Shimono, la quale si è classificata diciannovesima nella classifica piloti, iniziando la stagione con un settimo posto, al quale non sono seguiti altri piazzamenti a punti.
Classe 2000, proveniente da categorie a ruote coperte, è stata la sua seconda stagione in monoposto e si è trattato comunque di un miglioramento rispetto allo scorso anno, dove non si era mai avvicinata alla top-ten.


martedì 7 novembre 2023

L'ultimo podio della Royal Couple trent'anni dopo

7 Novembre 1993: il mondiale arriva alle sue ultime battute, è il giorno del GP d'Australia. Il campionato ha visto una netta supremazia della Williams e Alain Prost ha vinto il titolo con un certo numero di gran premi d'anticipo, collezionando anche le ultime vittorie della sua carriera, arrivando in totale a 51, un numero che sembra inarrivabile. Ad Adelaide è il suo ultimo gran premio, ma gli tocca inseguire e non uno qualsiasi, ma il suo avversario storico, Ayrton Senna, che vince la numero 41, nella sua ultima gara con la McLaren, la stagione seguente andrà a prendere proprio il posto di Prost alla Williams.
È il loro ultimo gran premio insieme, i due arrivano dal Giappone dove già Senna ha vinto la sua numero 40. Sul podio, tra i due, regnava il gelo più totale... e dopotutto Suzuka era Suzuka! Fossimo stati in epoca Drive to Survive chissà cos'avrebbero combinato i loro tifosi. Sto provando a immaginare le prese per i fondelli, i tifosi dell'uno dare all'altro dello scarso... che orrore!
Dopo anni di tensione e feroci scontri per il titolo, dove scontri è da intendersi in senso letterale. Eppure, questa loro ultima volta insieme, sul podio non c'è più alcuna tensione e i due si scambiano addirittura un abbraccio, quando Senna invita Prost insieme a lui sul gradino più alto del podio.
Io sono troppo giovane per ricordarmi di loro come avversari - qualche gran premio quando ancora c'era Prost l'ho sicuramente visto, ma ero troppo piccola per capirne le dinamiche - però devo ammettere che questa scena la trovo molto dolce e commovente. <3 Davvero un ottimo finale per i loro lunghissimi anni in Formula 1 insieme! 🇧🇷🇧🇷🇧🇷🇫🇷🇫🇷🇫🇷🇫🇷


Quello che non potevamo sapere, quel giorno, era che anche per Senna quello era l'ultimo podio in Formula 1, che la numero 41 sarebbe rimasta la sua ultima vittoria, che non avrebbe mai raggiunto Prost, ma che altri avrebbero raggiunto loro, nel corso degli anni.
All'inizio è stato Michael Schumacher, poi Sebastian Vettel, dopodiché Lewis Hamilton, infine al giorno d'oggi Max Verstappen.
Questa è la statistica, aggiornata all'ultimo gran premio:

Hamilton 103
Schumacher 91
Vettel 53
Verstappen 52
Prost 51
Senna 41

Ebbene, chiunque abbia superato quota 41, frapponendosi tra Prost e Senna, poi ha superato anche quota 51. È quello che Max ha fatto due giorni fa, vincere la numero 52, passare oltre. Solo due giorni fa, mentre oggi si celebra il trentesimo anniversario dell'ultimo podio insieme, per la Royal Couple.
I due, sono di nuovo vicini, senza più nessuno in mezzo a loro e trovo meraviglioso che sia successo proprio ora. Per quanto non mi faccia impazzire l'idea di Verstappen che scala le statistiche, ciò che succede a fin di bene va sempre visto anche da una luce positiva!

lunedì 6 novembre 2023

Formula 1 2023: #20 Gran Premio del Brasile // il commento del lunedì

Carissime rane nascoste nel taschino della tuta dei piloti dell'Aston Martin, sono i primi di novembre, il mondiale un tempo sarebbe già stato finito da un pezzo in questo periodo dell'anno, ma c'è un mondiale ancora in corso e il dovere di un'Autrice(C) che si rispetti è commentarlo. Quindi allacciatevi le cinture che vi porto a fare un tour del GP del Brasile, che in realtà si chiama da alcuni anni GP di Sao Paulo, ma a noi non importa nulla e continuamo a chiamarlo GP del Brasile. Come d'abitudine, il commento sarà così strutturato: la cronaca che ho scritto per il forum Formula 1 Grand Chelem, poi il commento semi-serio, dove finirò per sbizzarrirmi parlando dei vecchi tempi in cui Mark Webber faceva a ruotate con Sebastian Vettel, ma andava d'accordissimo con un certo loro comune avversario che, diversamente da loro che hanno lasciato questo mondo, l'aveva lasciato per poi ritornare qualche anno fa dal regno dei morti.
So che è un po' macabro esordire così, ma in fondo è stato di recente il 2 novembre, che peraltro è stato anche anniversario del GP del Brasile 2008, quello in cui Felipe Massa sfiorò un mondiale che adesso reclama. Per questa ragione si diceva che non sarebbe stato presente a Interlagos, anche se poi pare abbia cambiato idea dato che era presente. Sempre ammesso che abbia espresso in prima persona l'intenzione di non recarsi a Interlagos e che non fosse un rumour infondato, cosa non improbabile visto l'andazzo degli ultimi giorni.

CRONACA PER IL FORUM - A Interlagos si svolge il ventesimo evento della stagione, l'ultimo con gara sprint al sabato, a precedere quella principale della domenica.
Al venerdì si svolge una sessione di prove libere nelle quali Carlos Sainz ottiene il miglior tempo, precedendo il compagno di squadra: i due piloti Ferrari sono stati tra i pochi a girare sulle soft e infatti le Rosse non sembrano affatto essere le favorite per la qualifica.
Al venerdì si svolge la qualifica per la gara della domenica, rimandata di un quarto d'ora per ripulire la pista dai detriti e poi terminata anzitempo quando viene esposta bandiera rossa nella Q3 a causa delle condizioni meteo avverse. Max Verstappen e Charles Leclerc, nelle prime due posizioni, riescono a fare tempi degni di nota prima che si alzi un vento ingestibile e le fitte nubi provochino un buio quasi serale, con una tribuna praticamente scoperchiata. Dietro di loro, terza e quarta, le Aston Martin di Lance Stroll e Fernando Alonso.
Quest'ultimo, invece, è protagonista di un incidente con Ocon nella prima manche delle qualifiche sprint: Fernando procede lento, Esteban lo colpisce e finisce rovinosamente fuori pista e contro le barriere. La qualifica del sabato termina con la pole-non pole di Lando Norris, che precede Verstappen.

SPRINT (24 giri) - Griglia di partenza: Norris, Verstappen, Perez, Russell, Hamilton, Tsunoda, Leclerc, Ricciardo, Sainz, Piastri, Magnussen, Hulkenberg, Gasly, Bottas, Alonso, Ocon, Stroll, Zhou, Albon, Sargeant. Quasi tutti partono con soft usate, mentre le Alpha Tauri hanno a disposizione un set di soft nuove non avendo disputato Q2 e Q3 del venerdì.
Verstappen supera Norris già alla partenza, con il pilota McLaren che si vede superare anche da George Russell. In questa prima fase Lewis Hamilton supera Checo Perez e si porta in quarta posizione, ma il pilota Redbull si riprende dopo pochi giri la posizione, così come Norris nei confronti di Russell, lasciandolo a duellare con Perez - tra i due sarà Checo a portarsi terzo, staccando Russell, mentre solo Norris, seppure a qualche secondo di distacco, sembra tenere il passo di Verstappen.
Dietro vanno in scena numerose battaglie, con un ottimo Daniel Ricciardo che, dopo sorpassi e contrappassi con Sainz, deve accodarsi definitivamente e vedersela con Oscar Piastri, un po' deludente nelle fasi di partenza.
Yuki Tsunoda è frattanto un ottimo settimo alle spalle di Leclerc, con i due che, a seguito di un rallentamento di Hamilton nelle fasi finali, riusciranno entrambi a superarlo, con Lewis che manterrà di pochi decimi la settima piazza su Sainz e Ricciardo, con Daniel uscito vincente da un duello con Piastri, che prima l'aveva superato.
Si segnalano dei bei duelli fuori dalla top ten, con sorpassi vari tra le Aston Martin e le Alpine: sono le monoposto verdi a uscirne vincenti, ma non sarà abbastanza per la zona punti, che è limitata in gara sprint ai soli primi otto. Non paga la scelta delle medium per cui hanno optato in casa Haas, con i piloti che, dopo la buona qualifica, perdono nella gara sprint diverse posizioni.
Risultato: Verstappen, Norris, Perez, Russell, Leclerc, Tsunoda, Hamilton, Sainz, Ricciardo, Piastri, Alonso, Stroll, Gasly, Ocon, Albon, Magnussen, Zhou, Hulkenberg, Bottas, Sargeant.

GARA (71 giri) - Griglia di partenza, già corretta per le penalità di due posizioni causa impeeding ricevute da Russell ed entrambi i piloti Alpine: Verstappen, Leclerc, Stroll, Alonso, Hamilton, Norris, Sainz, Russell, Perez, Piastri, Hulkenberg, Magnussen, Albon, Ocon, Gasly, Tsunoda, Ricciardo, Bottas, Sargeant, Zhou. Leclerc perde il posteriore della monoposto nel giro di formazione e finisce a sbattere contro al muro. Solo diciannove vetture vanno in griglia.
Alla partenza Verstappen mantiene la prima posizione mentre Norris e Hamilton riescono a sopravanzare le due Aston Martin. Dietro, tuttavia, è il caos con Alex Albon a contatto con Nico Hulkenberg, che perde il controllo e colpisce Kevin Magnussen, prima di andare a schiantarsi contro le barriere. Sia Albon sia Magnussen sono fuori gara, entra la safety car con le vetture che passano per la pitlane dietro la vettura di sicurezza. Dopo un giro, tuttavia, viene esposta bandiera rossa. Piastri e Ricciardo, il primo con problemi tecnici, il secondo colpito sulla vettura da una ruota, effettuano riparazioni ai box, dovranno ripartire dalla pitlane, doppiati di un giro. Dalla griglia ripartiranno con standing start nell'ordine Verstappen, Norris, Hamilton, Alonso, Stroll, Russell, Perez, Sainz, Ocon, Tsunoda, Gasly, Bottas, Zhou, Sargeant e Hulkenberg.

Verstappen mantiene di nuovo la leadership, con Norris secondo, mentre Alonso riesce a superare Hamilton portandosi terzo. Stroll invece è scivolato settimo dietro a Russell e Perez, segue Sainz inseguito da Gasly e Ocon.
Ripartito su soft nuove, mentre gran parte della griglia ha gomme usate, Norris in un primo momento è vicinissimo a Verstappen e tenta addirittura un attacco, ma poi perde terreno. Frattanto da Hamilton in poi c'è un lungo trenino con molti piloti in zona DRS, vicinanza che rende difficili i sorpassi. Tutto resta invariato fino al 14° quando c'è un duello tra Perez e Russell dal quale Perez esce vincente, per poi andare a prendere Hamilton quattro giri dopo e superarlo dopo un nuovo duello piuttosto acceso. Subito dopo Hamilton sarà il primo dei piloti di testa a rientrare per passare alle gomme medium, seguito un giro dopo da Russell e due dopo da Perez, in quale subirà undercut dallo stesso Hamilton, per poi riuscire a superarlo nuovamente poco dopo, al 23°. Nel frattempo Zhou si ritira ai box per un guasto.
Stroll riesce a superare Russell e successivamente farà lo stesso anche con Hamilton, Alonso si ferma e resta davanti a Perez, Sainz si ferma e si ritrova nono alle spalle di Ocon, superandolo poco dopo, con Verstappen e Norris gli ultimi a fermarsi ai box. Gasly frattanto è scivolato fuori top-ten alle spalle del compagno di squadra, di Bottas e di Sargeant che si sono fermati tutti molto prima di lui - questi sono tuttavia su una strategia a tre soste, o almeno così dovrebbe essere, perché Valtteri al 40° giro si ritirerà ai box come il compagno di squadra in precedenza.
Intorno a metà gara Sainz riesce a superare Russell, per poi sopravanzare qualche giro dopo anche Hamilton. Al 46°, dopo il sorpasso di Gasly, Russell si ferma ai box per la seconda sosta, montando soft usate. Seguono nei giri immediatamente successivi le soste di Perez, Hamilton, Gasly e Alonso, con Fernando a montare soft nuove e con Pierre che va a prendersi la Mercedes là davanti, superando Hamilton al 50° giro. Quando è il turno di Sainz e Stroll, le posizioni tra i due rimangono invariate, con Lance che perde tuttavia un paio di secondi per una sosta lunga.
Al 59° giro Russell si ritira ai box per un problema tecnico e poco dopo Norris effettua la seconda sosta, con alcuni giri di ritardo rispetto a Verstappen. Nel frattempo Perez è giunto in zona DRS ad Alonso, ma l'attacco non va a buon fine. Sarà al penultimo giro che Checo coglie di sorpresa il pilota dell'Aston Martin con un gran sorpasso... per poi essere sopravanzato un giro più tardi. Tra i due, un finale al photofinish quando Perez torna a farsi vicino ad Alonso: arrivano al traguardo affiancati ed è Fernando, pee appena 53 millesimi, a conquistare il gradino più basso del podio. // Milly Sunshine per F1GC

RISULTATO: 1. Max Verstappen (Redbull), 2. Lando Norris (McLaren), 3. Fernando Alonso (Aston Martin), 4. Sergio Perez (Redbull), 5. Lance Stroll (Aston Martin), 6. Carlos Sainz (Ferrari), 7. Pierre Gasly (Alpine), 8. Lewis Hamilton (Mercedes), 9. Yuki Tsunoda (Alpha Tauri), 10. Esteban Ocon (Alpine), 11. Logan Sargeant (Williams), 12. Nico Hulkenberg (Haas), 13. Daniel Ricciardo (Alpha Tauri), 14. Oscar Piastri (McLaren), Rit. George Russell (Mercedes), Rit. Valtteri Bottas (Alfa Romeo), Rit. Zhou Guanyu (Alfa Romeo), Rit. Kevin Magnussen (Haas), Rit. Alex Albon (Williams), DNS. Charles Leclerc (Ferrari).

COMMENTO SEMI-SERIO DEL LUNEDÌ - era da un po' che non scrivevo commenti trash, quindi ho pensato, perché non farlo oggi? Quindi eccomi pronta a ricostruire il fine settimana con un dialogo immaginario... ne sentivate la mancanza, vero?
CL: "La gara non è ancora partita e sono già fermo, se fossi acculturato sul passato del motorsport, mi sentirei come Jarier."
Voce fuori campo: "Veramente ci sarebbe anche la sprint di sabato."
CL: "Ah, quella in cui ho risparmiato un set di soft, che adesso mi porterò a casa come soprammobile."
AA: "Credo che farò strike con le Haas."
KM: "Credo di essere fermo in una situazione da bandiera rossa, perché le Haas e le bandiere rosse vanno di pari passo."
MV: "Io comunque sarei in testa alla gara."
LN: "Sì, ma questa è routine e non importa a nessuno. Sarebbe interessante se ti trollassi."
Vanz: "in classifica costruttori, con le Hamilton e Russell davanti a Sainz, Mercedes allunga di dieci punti sulla Ferrari."
Voce fuori campo: "Visto quello che accadrà nei prossimi venti minuti, oserei dire che hai avuto un momento molto mazzoniano. Peccato che tu non ci abbia raccontato delle case popolari del Progetto Singapura che sorgono laddove un tempo c'era una favela. E non hai neanche menzionato la casa dei nonni paterni di Barrichello dietro l'Arquibancadas, ai tempi in cui il piccolo Rubens si arrampicava sui muretti del circuito in compagnia di Alex Barros."
LS: "Cra, cra, cra."
FA: "Prova a prendermi, Checo!"
SP: "Sono qui!"
FA: "Ma io ce l'ho più enormehhhh. E dato che ci sarà il mio amico Webbi alle interviste post-gara, andrò assolutamente sul podio!"
Il weekend è finito così, con i Webbonso a tu per tu e i driverstosurvivers che non avevano sicuramente idea della poesia di un simile momento!