giovedì 30 aprile 2020

Sentite come suonano le trombe, perché i piloti di oggi sono stati catapultati nel GP d'Europa 1999 per questioni di fan fiction!

(C) Video press conference
Giovedì del non-GP Australia
Screenshot random
Che cosa c'è di meglio del GP d'Europa 1999? Poche cose, credo. Il desiderio di scrivere una fan fiction in proposito magari lo è, anche se poi la fanfic è solo una trollata. Però trolleggiare diverte, e se non lo fa tanto quanto rivedere il gran premio d'Europa stesso (oggetto del review ufficiale di oggi, sul quale se volete leggere un post che ne narri gli eventi, l'avevo già fatto in occasione del suo ventennale), permette comunque di svagarsi un po'. Non mi resta altro da fare che sperare che, come questa trollata ha svagato me mentre scrivevo, possa svagare anche voi mentre la leggete.
La trama? Essenzialmente il GP Europa 1999, ma con i piloti di oggi, ciascuno nel suo team del 2019, senza che i team del 1999 e quelli del 2019 coincidano: quindi sì a un'Alfa Romeo in testa, a una Mercedes su tre ruote, a un povero Kubica in Williams nei panni di Badoer su Minardi... Anche i piloti sono scelti in modo un po' casuale, per esempio ci sono i Vettelton al posto dei fratelli Schumacher, mentre Ricciardo... no, niente spoiler su quale ruolo gli tocchi!
Per chi ha visto il gran premio in review con cronaca inglese e non ha mai visto il gran premio in italiano o il video intitolato "Mazzoni gufa tutti", piuttosto celebre su Youtube e nelle community di Formula 1, la citazione delle trombe era, testualmente, "sentite come suonano le trombe, perché al comando c'è Ralf Schumacher"... finita di pronunciare nel momento stesso in cui ha forato.

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Dall'incidente di qualche mese prima, le percezioni sensoriali di Lewis erano incrementate a vista d'occhio. Per qualche assurda ragione, nonostante si fosse solo brillantemente ripreso da un infortunio a una gamba e passasse il proprio tempo a gironzolare per l'area hospitality in incognito, sorreggendosi a un paio di stampelle, gli sembrava di udire una voce inquietante, che usciva dalle viscere della Terra. Cose come "un cordialehhhh salutohhhh" e poi un urlo, "scattanohhhhh le vetturehhhhh!"
Le vetture scattarono, per il Gran Premio d'Europa, con nientemeno che Carlos Sainz Jr in pole position.
La sagoma della monoposto arancione dello spagnolo rimase davanti a tutti, in particolare davanti alle due Redbull di Max Verstappen e Alex Albon. La voce che proveniva dalle viscere della Terra dichiarò che la partenza era stata regolare. A quel punto si scatenò l'inferno, alcune vetture vennero a contatto e la Pink Panther di Lance Stroll iniziò a volteggiare in aria. Bernd Maylander fece il proprio ingresso trionfale e si piazzò davanti a tutti al volante della safety car. Peccato, perché Lewis aveva sperato di andare a raggiungerlo per un torneo di briscola improvvisato. Avrebbe dovuto attendere. Nel frattempo Kimi Raikkonen, coinvolto nell'incidente, se ne andava in giro a piedi nella sua tuta bianca e nelle sue scarpe spaiate.
Amava raccontare una storia piuttosto inquietante, in proposito: "Una volta, all'epoca dei kart, in occasione della mia prima ubriacatura, dovevo andare in pista per una gara, ma ero messo talmente male che non mi accorsi di essermi messo scarpe di colori diversi. Non mi è stata ritirata la licenza per guida in stato d'ebbrezza, quindi ho deciso di continuare per scaramanzia a mettermi sempre scarpe spaiate."
Va da sé che Lewis non aveva creduto a quella storia. Secondo il suo compagno di squadra Valtteri, Kimi ingigantiva il proprio rapporto con gli alcolici al solo scopo di apparire più affascinante e più in stile James Hunt, cosa che in realtà non gli serviva più di tanto, perché era felicemente sposato e non interessato alle relazioni occasionali, anche se Lewis sospettava che di tanto in tanto si fosse ritrovato in atteggiamenti intimi proprio con Valtteri durante i loro festini alcolici, che Valtteri sosteneva di non fare.
Nel frattempo Sainz seguiva la safety car, ancora in prima posizione, mentre il suo compagno di squadra Trollando Norris si era ritirato.
"Che palle questa safety car" si lamentò Lewis con la sua amica Winnie Harlow. "Negli anni '90 non sarebbe mai successo niente di tutto ciò."
"Hai ragione, questa gara è noiosissima" convenne Winnie. "Se ci fossi io ad azionare la bandiera a scacchi, sarebbe già finita da un pezzo!"
Meno male che Winnie aveva capito tutto dalla vita, lei sì che sarebbe stata un perfetto direttore di gara... purtroppo una simile prospettiva non sarebbe mai diventata reale, ma Lewis rimaneva fiducioso per il futuro.
Finalmente la safety car si levò di torno e Sainz riprese il proprio ruolo di leader del gran premio, davanti alle Redbull e alla Ferrari di Sebastian Vettel, mentre da parte sua Valtteri era in mezzo al nulla. Era così che inseguiva il mondiale?! Lewis scosse la testa, indispettito.
"Che ti sparissero le ruote! Non meriti di essere considerato un vero contendente al titolo! Se lo vincesse Verstappen, sono certo che ne sarei immensamente soddisfatto!"
Non si sentì in colpa nemmeno un po' per quel pensiero immorale. Anzi, si divertì a gufare un po', facendo un tifo smodato per Antonio Giovinazzi, che era quinto davanti alla freccia d'argento di Bottas.
Come gufo non era granché, dato che Valtteri superò Antonio, però venne a piovere, il che era comunque utile a rimescolare le carte in tavola e a rompere le scatole ai piloti che si trovavano in pista invece che nell'area hospitality.

Sebastian si sentiva sul tetto del mondo. Il suo compagno di squadra era fuori dai giochi e ormai toccava a lui tenere alti i colori del team.
Era quarto, come un Hulkenberg qualsiasi, ma vedeva bene il retrotreno della monoposto di Albon. Sapeva che sarebbe riuscito a passarlo senza difficoltà.
Alex provò a opporre resistenza e, come conseguenza, venne a piovere. Per fortuna Max ne approfittò per rientrare ai box, quindi Sebastian non fu costretto ad affiancarlo e ad attaccarlo. Se l'avesse fatto, sarebbe sicuramente finito in testacoda. Almeno per qualche tempo, invece, poteva sentirsi al sicuro.
"Oggi non pioverà" disse una voce che proveniva dalle viscere della Terra. Sembrava quella di Barrichello dalla cabina di commento di Rede Globo. Da quando Lewis si era fratturato la gamba mesi prima, stranamente Sebastian aveva iniziato a sentire le voci. Si era confidato con Kimi, che però non gli era stato d'aiuto. Si era limitato a informarlo che, dopo una serata alcolica, anche lui sentiva le voci.
Barrichello scrutava il cielo meglio della nonna e smise di piovere.
"In cu*o a Verstappino, che ha le gomme da pioggia!" esclamò Sebastian, alla radio.
Dal box non lo presero in considerazione, forse erano troppo impegnati a contemplare quello che accadeva al box della Mercedes.
Sebastian si sarebbe fatto raccontare in seguito gli incresciosi eventi: Esteban Ocon, rientrato ai box per una lunga sosta, era appena uscito quando Valtteri Bottas si era presentato al cospetto dei meccanici, che erano lì pronti con le ruote, tre in totale, perché credevano di essere nel bel mezzo di una corsa per apecar.
Mentre accadeva tutto ciò, Sebastian si sentiva sessualmente eccitato dalle peripezie che stavano accadendo a Max, che entrava e usciva dai box per cambiare gomme.

"And that's Sainz!" urlò una delle tante voci che provenivano dalle viscere della Terra, mentre Lewis stava cercando di convincere Winnie ad andare in vacanza con lui in novembre alla fine della stagione.
Carlos era fermo... e a peggiorare la situazione, Albon era in testa alla gara. Era qualcosa di imprevedibile, Lewis si sentiva male al solo pensiero dei tanti scommettitori che avrebbero perso i loro soldi in caso di vittoria di Alex.
In più il rischio dell'Apocalisse era sempre più imminente, con una cosa del genere. Sperò con tutte le sue forze che la grafica fosse errata, arrivando a sperare che quello fosse Verstappen... tanto c'era Ocon doppiato, da qualche parte, prima o poi avrebbe ristabilito la normalità.
Verstappen, comunque, era doppiato a sua volta...
"Oh my Feliiii-cry!" esclamò Lewis, in un improvviso slancio di ilarità.
Winnie lo guardò senza capire.
"Cosa succede?"
"Sebastian ha appena doppiato Max!"
"E allora?"
Lewis fece finta di niente. Possibile che Winnie non capisse assolutamente nulla di Formula 1? Avrebbe dovuto scegliere meglio le proprie amicizie, o quantomeno limitarsi a portare Winnie ai concerti di Rita Ora, invece di portarla con sé ai gran premi.
"Per caso Sebastian è quello?" chiese addirittura Winnie, indicando la vettura di Ocon.
"No, quello è Esteban."
"Ma è appena andato in testacoda!"
"Perché sta ricominciando a piovere. Sebastian sarebbe andato in testacoda anche se la pista non fosse stata bagnata."

Albon si era levato di torno!
Sebastian non riusciva a credere a quanto la legge del karma fosse stata di parola: Alex non poteva stare in testa a una gara così come se niente fosse, era più che opportuno che il fato intervenisse per ristabilire l'ordine naturale delle cose.
A quel punto, si trovò in testa.
In un modo o nell'altro sapeva che sarebbe comunque riuscito a risalire davanti ad Albon, ma il fatto che il destino si fosse deciso a dargli una mano non lo disturbava. Gente random avrebbe detto che aveva vinto per cu*o e non per merito rendendo il mondiale falsato, ma non li avrebbe presi in considerazione. Quale mondiale? Era ben lontano dalla possibilità di vincere un mondiale, quello lo lasciava fare al suo amico Lewis.
Si sentiva a proprio agio, perché dietro di lui, seppure a una certa distanza, c'era Giovinazzi. Antonio era un tipo tranquillo, sarebbe stato bello salire sul podio insieme a lui. Gli fece fare anche qualche giro in testa, quando si fermò ai box. Non restava che attendere che anche lui si fermasse... ma a proposito, si doveva fermare?
Sebastian chiese delucidazioni al proprio box, ma non ne fu molto soddisfatto.
"Antonio si ferma ancora?"
"Non abbiamo dei microfoni nel box dell'Alfa Romeo, in più siamo certi che, se li avessimo messi, troverebbero un modo per trollarci. Sono più furbi di noi, quando si tratta di strategia."
"Chissà perché, me lo aspettavo."
"Stai zitto e non lamentarti, che ci sono cose più gravi nella vita."
"Tipo?"
"Tipo che tu sei in pista e Charles è fuori. Non ti senti nemmeno un po' in colpa?"
"Basta con questo Charles, ormai mi sono rotto i cogl*oni!"
"Ereticohhhh, non osare mai più dire una cosa così atroce."
"Va bene, va bene, scusate, aspetterò in silenzio gufando Giovinazzi."
"Non ci pensare nemmeno! Ti rendi conto che, se vince lui, ci sarà tanta gente felice per l'Alfa Romeo, mentre se vinci tu ci sarà l'eterno rimpianto per quello che avrebbe potuto fare Charles?"
"La radio non funziona più. Non ti sento."
Non era una scusa, era vero, anche se forse non c'entrava la radio. Dalle viscere della Terra proveniva un'altra voce, quella di Gianfranco Mazzoni che tesseva le lodi di Antonio Giovinazzi.
Poi accadde qualcosa di epico.
Antonio andò a sbattere.
Allora fu l'inizio della fine, in quanto Mazzoni scandì a voce chiara e distinta le parole maledette: "Sentite come suonano le trombe, perché al comando c'è Sebastian Vettel."
Aveva la gomma posteriore destra a terra.
Si stava dirigendo verso i box con aria desolata, quando una Renault gli passò accanto.
"Qui a casa tua, qui a casa tuahhhhh!" urlò Daniel Ricciardo, facendogli subito dopo una pernacchia.
Quella storia delle voci iniziava ad essere ancora più fastidiosa del solito, adesso che gli toccava sentire Daniel che lo prendeva in giro.
"Che ti venisse un attacco di diarrea" sbottò Sebastian, "a te e a tutti quelli che saliranno sul podio con te."
Sebastian giunse ai box e riuscì a tornare in pista, ma era troppo tardi per avere un po' di gloria. In zona podio c'erano Daniel Ricciardo, Kevin Magnussen e... Nico Hulkenberg?! Che assurdità!
Gli tirò qualche accidente, sperando che rompesse, ma accadde una cosa terribile: quegli accidenti fecero il loro effetto sul pilota che in quel momento era al quarto posto, un Hulkenberg onorario. Robert Kubica, risalito miracolosamente al quarto posto, si ritirò per un problema al cambio così come se niente fosse.
Sebastian riuscì ad arrivare quarto, ma il pensiero del povero Robert era ancora più terribile del proprio personale fallimento. Oltre al danno si aggiunse anche la beffa, George Russell tagliò il traguardo al sesto posto alle spalle di Verstappen, ma precedendo Bottas. Al mondo non c'era più religione... per fortuna ci pensò almeno Kevin a riportare un po' di normalità, quando sul podio fece lo sgambetto a Nico facendolo cadere a terra. Un giorno Magnussen sarebbe stato ricordato come un benefattore.

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Ai piloti odierni sono stati attribuiti questi ruoli:
- Hamilton, Bottas & Ocon - Mercedes // M.Schumacher, Irvine & Salo - Ferrari
- Vettel, Leclerc - Ferrari // R.Schumacher, Zanardi - Williams
- Verstappen, Albon - Redbull // Hakkinen, Coulthard - McLaren
- Sainz, Norris - McLaren // Frentzen, Hill - Jordan
- Giovinazzi, Raikkonen - Alfa Romeo // Fisichella, Wurz - Benetton
- Ricciardo, Hulkenberg - Renault // Herbert, Barrichello - Stewart
- Magnussen - Haas // Trulli - Prost
- Stroll - Racing Point // Diniz - Sauber


martedì 28 aprile 2020

Un cordiale saluto dal Brasile del 2006

Ieri mi sono rivista il Gran Premio del Brasile 2006 trovato su Youtube con telecronaca italiana e inizio subito con una confessione random, che di sicuro non vi aspettate: adoro la tuta verde-oro di Felipe Massa. <3
Okay, va bene, lo ammetto, ve l'ho detto migliaia di volte, quindi iniziamo a dare un po' di contesto all'evento: avevo diciotto anni, era appena nato il più giovane dei miei cugini, al sabato pomeriggio avevo studiato storia dell'arte fino a poco prima delle qualifiche e, se non sbaglio, avevo acceso la TV con un'ora d'anticipo o giù di lì.
Ero abbastanza esaltata per l'ultimo GP stagionale, così come per il fatto che fosse il GP del Brasile, il GP di casa del pilota con cui ero entrata in fissa nel corso della stagione.
Ironia della sorte, la tuta verde era destinata a farmi entrare ancora maggiormente in fissa e, se non sbaglio, me ne sono accorta alla fine delle qualifiche.

Era il finale di stagione con il titolo ancora da assegnare, ma che veniva considerato come se fosse già stato assegnato: Fernando Alonso aveva al momento dieci punti di vantaggio su Michael Schumacher e quest'ultimo avrebbe potuto vincere il mondiale solo se avesse vinto il gran premio con Alonso fuori dalla top-8 o ritirato.
Quello scenario era destinato a non verificarsi, quindi si può dire che tutto sia andato come da previsioni, però a pensarci al giorno d'oggi trovo veramente folle che, di fatto, Alonso avesse già festeggiato al GP del Giappone come se avesse vinto il mondiale e che tutti dessero per scontato che avrebbe vinto. Il ritiro del leader della classifica in sovrapposizione con la vittoria del suo diretto avversario non è la cosa più probabile, questo è vero, ma è una condizione lontana anni luce dall'impossibilità.
Non si tratta solo del rischio di perdere il mondiale. Si tratta del rischio di essere perculato vita natural durante per avere festeggiato un mondiale poi perso. Al giorno d'oggi credo che qualunque team o pilota andrebbe molto più cauto.

Alla domenica, Mazzoni si è sbizzarrito: "scatta Felipe Massa", who kers delle altre ventuno vetture! In realtà era impegnato a cercare di capire in che posizione fosse Michael Schumacher, partito decimo dopo avere avuto un problema tecnico durante le qualifice del giorno precedente.
Nel frattempo nelle retrovie accadeva una cosa dai retroscena meravigliosi, purtroppo non approfonditi ai tempi: una gloriosissima collisione tra Mark Webber e Nico Rosberg, all'epoca compagni di squadra alla Williams, il che faceva sì che per il terzo GP del Brasile di seguito Webber finisse coinvolto in un incidente con il compagno di squadra (gli altri erano stati Klien e Pizzonia).
Webber girava senza l'ala posteriore, Rosberg girava senza l'ala anteriore, o almeno ci provava, dato che è andato a schiantarsi centrando in pieno un muro.
Il retroscena più pittoresco è che ciò sia apparentemente avvenuto mentre i due, con le vetture sfasciate, stavano spingendo al massimo per accaparrarsi la possibilità di entrare per primo ai box.

Webber ai box c'è arrivato, ma è stato costretto a parcheggiare e a scendere dalla vettura per poi presentarsi poco dopo ai microfoni della Rai. Il giovane australiano appena trentenne ai tempi ha affermato che era in lotta con De La Rosa e che dietro di lui a quanto pareva Rosberg non aveva frenato. Più tardi anche Rosberg si è presentato ai microfoni della Rai, con tanto di look da cantante di boyband anni '90, capelli lunghi e catenina nera di gomma al collo, che se Hartley che seguiva il gran premio da casa si sarà sentito come se avesse appena ritrovato il gemello separato alla nascita. Secondo Rosberg la colpa dell'incidente era di Webber, in quanto quest'ultimo aveva presumibilmente frenato durante il suo duello con De La Rosa.

Poco dopo sono arrivati alle interviste Rai anche Jarno Trulli e Ralf Schumacher, piloti della Toyota, ritirati per analoghi problemi tecnici a poca distanza l'uno dall'altro. Trulli aveva una chioma sbarazzina da cantante pop a sua volta, mentre Ralf è stato interpellato da Giovannelli in tedesco per poi rispondere in inglese. Se ci fosse stato Wurz, al posto suo, avrebbe dato una lunga e dettagliata risposta in tedesco permettendo a Giovannelli di esibirsi in una lunga traduzione.
Oltre ai piloti Williams e Toyota l'unico altro ritirato è stato David Coulthard, all'epoca pilota della Redbull, che ci ha deliziati con l'elegante forma della sua mascella quadrata, andando a parlare della rottura di motore che aveva messo fine alla sua gara.
Gara che, nel frattempo, proseguiva tranquilla, senza altri intoppi a parte la safety car iniziale.

No, andiamoci piano, senza altri intoppi non è proprio quello che penserebbe Michael Schumacher, dato che, dopo avere ultimato il suo sorpasso su Giancarlo Fisichella per la quinta piazza, si è visto rimanere su tre ruote: una è forata dopo una sfiorata quasi impercettibile con la Renault del pilota romano.
Schumacher si è avviato verso i box, ne è uscito doppiato dietro a Massa, che nel frattempo faceva gara a sé e, dopo essersi sdoppiato, è andato a superare una lunga serie di backmarker e piloti di centro classifica, recuperando in corso d'opera un giro a Fisichella e arrivando a superarlo ancora una volta quando mancavano sette o otto giri alla fine.
Nel frattempo soggetti random venivano intervistati sulla sua rimonta, tra essi Niki Lauda. *-* E poi Keke Rosberg che, prima di lasciare il circuito in modo random a metà gara, ha pronosticato che sarebbe arrivato a podio.

Felipe Massa, Fernando Alonso, Jenson Button, erano questi i piloti in zona podio, ben lontani l'uno dall'altro e destinati a non vedere le loro posizioni messe in discussione: top-3 erano e top-3 sarebbero rimasti fino alla fine, con i Buttonso che avevano in precedenza sopravanzato Kimi Raikkonen tra un pitstop e l'altro.
Raikkonen si apprestava a prendere il posto di Schumacher in Ferrari l'anno a venire, mentre Schumacher si apprestava a prendere il quarto posto di Raikkonen a tre giri dal termine, mostrando una delle sue migliori performance stagionali. Ivan Capelli sosteneva che era molto difficile immaginarlo non più al volante di una monoposto e che sicuramente l'avremmo rivisto al volante come tester o qualcosa del genere. Schumacher ha realizzato in pieno le aspettative di Capelli, anzi, si è addirittura spinto molto oltre.

Kimi Raikkonen, Giancarlo Fisichella, Rubens Barrichello e Pedro De La Rosa completavano la zona punti, mentre tutti gli occhi erano puntati un po' a caso su Schumacher che si ritirava, su Alonso che vinceva il suo secondo mondiale, su Massa che vinceva il gran premio... con i tifosi brasiliani ai quali, in realtà, con tutta probabilità interessava soltanto quest'ultima cosa.
Impossibile non fare paragoni: Massa vinceva il GP del Brasile al suo primo evento di Interlagos disputato al volante di una monoposto competitiva, mentre Barrichello non ce l'aveva mai fatta. Accomunati da tante cose, ma resi per sempre diversi dalla ben differente sorte sul suolo casalingo. Ironicamente Rubinho era destinato a disputare ancora quell'evento al volante di una monoposto competitiva, ma ancora una volta per averne ben poche soddisfazioni. Ad oggi, nonostante il discreto successo in Stock Car Brasil, non ha vinto a Interlagos nemmeno in quel campionato.

domenica 26 aprile 2020

Perché ho criticato Schumacher (per un'azione circoscritta durata un paio di minuti) per essersi unito ai festeggiamenti del terzo mondiale di Vettel

Oggi c'è stato il review del GP del Brasile 2012 sul profilo ufficiale della Formula 1 e, nonostante avessi rivisto la gara qualche tempo fa su un profilo non ufficiale, ho deciso di riguardarla, perché avevo tempo e perché Hulk in testa per quasi metà gara ha il suo perché. Non scriverò un post per commentare questa gara, perché su questo blog c'è la cronaca che avevo fatto a suo tempo.
Era il lontano 2012, era una vita fa e c'è una cosa che non mi aveva colpita ai tempi, ma che mi colpisce ora. Anche se non lo vorrei, perché dopotutto nessun legame tra team e pilota deve essere indissolubile ed è giusto che sia così. È sempre stato il mio punto di vista e, di fatto, questa opinione potrebbe andare un po' contro a quegli standard a cui mi sono sempre attenuta. Però, dopo che la mia opinione è sata definita "ridicola" da un soggetto che mi ha suggerito di smettere di scrivere in internet se non voglio che quello che scrivo sia definito tale, penso che, anche solo per schiarirmi le idee, scriverò qualche parola in proposito.

Oltre essere la gara in cui il signore e padrone del quarto posto non finì sul podio, Brasile 2012 era anche il finale di stagione in cui Fernando Alonso e Sebastian Vettel lottavano per il titolo e per diventare il tre volte campione del mondo più giovane di sempre. Alonso era stato in testa fino alla pausa estiva, in una prima parte di stagione in cui molti diversi piloti avevano potuto puntare alla vittoria. Le cose cambiarono quando Vettel vinse quattro gare di fila, durante la "stagione asiatica", tanto che arrivò all'ultimo evento della stagione in testa alla classifica.
La gara, all'inizio, sembrò evolversi a favore di Alonso: Vettel infatti fu tamponato da Bruno Senna dopo avere fatto una partenza discutibile ed essere stato ostacolato dal suo stesso compagno di squadra che aveva fatto una partenza altrettanto discutibile. Però in circa dieci minuti rimontò fino alle zone basse della top-ten e alla fine il secondo posto di Alonso e il sesto posto di Vettel parlarono a favore di quest'ultimo.

Michael Schumacher in quell'occasione disputava il suo ultimo gran premio in carriera, classificandosi settimo dopo una gara tormentata, nel corso della quale era inizialmente precipitato doppiato a causa di una foratura.
La Mercedes era ben lontana da quella di oggi e non prendeva punti da quando Rosberg era finito in top-ten a Singapore, quindi due mesi prima. Schumacher, a una decina di giri dal termine, oppose ben poca resistenza al sorpasso di Vettel, per una posizione che in ogni caso non aveva influenza sul titolo. La cosa fu criticata ai tempi ma, avendo visto la stessa cosa due volte di recente oserei dire che Schumacher non aveva la benché minima possibilità di finire la gara davanti a Vettel. Quindi ci può stare che si sia levato di torno senza rendergli le cose difficili.
Però, non appena finì la gara, andò a complimentarsi con Vettel per il mondiale che aveva appena vinto... e questo, di per sé, mi ha lasciato un po' con l'amaro in bocca.

Chiariamo un concetto, non ho assolutamente nulla contro il fatto che Vettel stesse celebrando il mondiale vinto da lui stesso, mi sembra una cosa mooooolto normale. Non ho neanche nulla, di per sé, contro il fatto che Schumacher volesse complimentarsi con lui. Però penso che ci sia modo e modo di fare le cose e quello che mi è apparso davanti agli occhi è stato questo: un pilota tacciato di essere un "traditore della Ferrari" che festeggiava un pilota che aveva appena vinto il mondiale contro la Ferrari, team presso il quale era stato per quattordici anni tra quelli spesi come pilota e quelli passati a gironzolare. Ci sta ancora, però visto il suo legame con la Ferrari, avrei trovato decisamente più accettabile qualche dichiarazione a sostegno del suo ex team. Sia chiaro, non dico che avrebbe dovuto parlare della Ferrari invece di complimentarsi con Vettel, quanto piuttosto che sarebbe stato meglio fare sia una cosa sia l'altra. Invece parole per la Ferrari, complimenti per avere comunque lottato fino alla fine, zero.

Non l'ho mai considerato un traditore della Ferrari, ho sempre pensato che avesse tutto il diritto di gareggiare per un altro team e che peraltro ogni discorso sulla rivalità con la Ferrari era totalmente insensato, in quanto ha fatto un podio in tre anni mentre la Ferrari ha lottato due volte per il mondiale in quegli anni. Però nel vederlo ignorare così la Ferrari, per la prima volta ho sentito l'aura del tradimento.
Perché in realtà non penso che dovesse per forza elogiare la Ferrari, poteva semplicemente limitarsi a dire qualche parola sul perché non lo faceva. Un "sono contento che il mio fanboy abbia vinto, perché la Ferrari non è più quella di una volta da quando non ci sono più io" sarebbe stato a mio parere preferibile al fingere che nulla fosse accaduto ed essere già lì al parc fermé ad abbracciare proprio l'avversario della sua vecchia squadra.

Questo non ha impatto su quello che posso pensare di Schumacher come pilota o dell'idea che mi sono fatta di lui come persona. Semplicemente penso che se fossi stata al posto suo mi sarei comportata diversamente nell'arco di quei due minuti. Non perché quello che fece Schumacher fosse sbagliato di per sé, ma perché Schumacher era Schumacher, colui che era stato il ferrarista per antonomasia, non uno qualsiasi. Se a parte Massa e Button nessuno sembrava filarsi minimamente Alonso, mentre tre o quattro piloti di passaggio si complimentavano con Vettel, potrei dedurne semplicemente che magari Vettel se la cavava meglio di Alonso nelle relazioni sociali con gli altri piloti.
Forse sono ingiusta nel pensare che, solo per avere gareggiato per la Ferrari per undici anni e per averci vinto cinque mondiali, Schumacher avesse una sorta di obbligo morale di essere o pro-Ferrari o contro la Ferrari, di prendere per forza una posizione netta, ma è una sensazione naturale, contro cui non posso fare niente, se non cercare di intavolare al massimo uno scambio di vedute civile. Cosa che, se mi viene detto che la mia opinione è ridicola, magari con argomentazioni su fatti estranei a quello di cui sto parlando, non mi pare tanto fattibile.

Mi è stato detto che Mick Schumacher nel 2019 ha dichiarato che considera Vettel il suo idolo. E con ciò?
Mi è stato detto che Vettel stava a Schumacher come Sainz Jr sta ad Alonso? E con ciò? Ho detto fin dall'inizio che se Schumacher avesse messo chiaro e tondo che era divenuto un fanboy del suo stesso fanboy non avrei avuto niente in contrario in proposito.
Mi è stato detto che anche Vettel ha abbracciato Hamilton quando quest'ultimo ha vinto il mondiale (in realtà è accaduto più volte e dopo molti mondiali), e che quindi anche questo dovrebbe essere irrispettoso nei confronti della Ferrari. Non scherziamo, sono due situazioni del tutto incorrelate. In Brasile 2012 un ex avversario diretto di Schumacher e l'ex team di Schumacher sono stati deliberatamente ignorati da quest'ultimo, che estraneo alla lotta per il titolo andava ad abbracciare proprio il loro avversario. Quando Vettel ha abbracciato Hamilton, ha abbracciato un proprio diretto avversario o, al più, nonché uno che gareggia contro di lui da quindici anni buoni. Due cose molto diverse, mi pare.

PS. Aggiungerei che, se al giorno d'oggi Schumacher non fosse verosimilmente paralizzato da anni, avrebbe tanti hater (tornati a dichiararsi suoi tifosi all'indomani del suo incidente sugli sci) che direbbero del suo abbraccio con Vettel tante cose ben peggiori di quelle che ho detto io, ed estenderebbero il loro giudizio non a quei due semplici minuti della sua esistenza, ma a tutto il resto della sua vita e della sua carriera.

giovedì 23 aprile 2020

Giappone 1994 tra la pioggia e le premonizioni

La gara del mercoledì, questa settimana, era ancora una volta uscita dal pieno degli anni '90 ed era Giappone 1994, quel penultimo appuntamento della stagione in cui, arrivato con cinque punti di svantaggio nei confronti di Michael Schumacher, Damon Hill vinceva davanti al suo avversario, portandosi a quota meno uno in vista del finale in Australia, mentre il mondo intero ignorava tutto il resto, compresa la grande premonizione del tredicesimo giro.
Si tratta di uno dei gran premi che ho visto negli scorsi mesi, su un profilo non ufficiale con telecronaca di RTL. A questo proposito, durante quella visione, ho scoperto che negli anni '90 sulla TV tedesca veniva trasmessa una canzone trash di quelle che al giorno d'oggi sarebbero perfette da condividere sui social. Si chiama "Hey Schumi gib gummi, hey Schumi gib gas" (che dovrebbe tradursi come "ehi Schumi brucia le gomme, ehi Schumi spingi sul gas") e pare perfino più trash dei pezzi di DJ Visage. Andate subito su Youtube ad ascoltarla, se non l'avete mai sentita e sappiate che, se mi ricordo ancora qualcosa di quello che ho studiato molti anni fa, ad un tratto la canzone afferma che Hill sia arrivato ancora secondo.

Non ho rivisto la gara durante il Rewatch ufficiale, avendola vista pochi mesi fa, ma credo sia giunto il momento di parlarne, così come tempo fa era giunto finalmente il momento di rivederla.
Si tratta di una delle prime gare che ho rivisto nel lontano 2011, ai tempi in cui, nonostante la mattina dopo dovessi alzarmi alle sei per andare all'università, spesso e volentieri passavo le prime ore della notte seduta sul letto guardando le gare con il portatile in bilico sulle ginocchia. Il 1994 era una delle stagioni di cui consideravo più importante vedere/rivedere qualche gara, perché ero confusa: la gente non faceva che dire che Schumacher non si era meritata quel mondiale ma che al contempo Hill era uno scarso, quindi il mio obiettivo era farmi un'idea mia, quella che la giovane età e la visione di qualche gara random senza un'idea del contesto non mi avevano mai permesso di maturare quando ero bambina. Ebbene, ho scoperto che Schumacher e Hill erano due championship contenders assolutamente normali. Non era gente uscita dai bassifondi del motorsport per andare a usurpare il posto che spettava ad altri. Semplicemente ai tempi non c'erano altri piloti che potessero lottare per il mondiale. Rappresentavano le due squadre più competitive dell'epoca, tutto qui. Poi non erano quelli del passato, ma questo è tipico di qualsiasi epoca. Se non vivessimo in un particolare momento in cui non esiste nulla che sia accaduto prima di novembre 2019, secondo il tifoso medio, probabilmente quei tempi al giorno d'oggi verrebbero glorificati in tutte le salse.

Giappone 1994 è famosa per essere stata una grande prova di maestria di Damon Hill sotto la pioggia. D'altronde ha vinto davanti a Michael Schumacher, colui che nel diluvio spagnolo di due stagioni più tardi si sarebbe mostrato capace di vincere, con una vettura palesemente inferiore alla Williams, con un vantaggio di circa un minuto e staccando Jacques Villeneuve di quattro secondi al giro. Va bene che Villeneuve era appena arrivato dalla Indycar e probabilmente non andava molto d'accordo con la pioggia, ma rimane il fatto che Schumacher, ai tempi, fosse verosimilmente il pilota che poteva ottenere performance migliori in caso di bagnato estremo. Ebbene, quel giorno, a Suzuka, in condizioni di bagnato estremo, ha dovuto accontentarsi di guardare, dopo essersi provvisto di un potente binocolo, il retrotreno della vettura di Hill. Niente male per quest'ultimo, più un numero uno quel giorno che un numero zero, quello che svettava sul musetto della sua monoposto.

Tre giapponesi al volante, tutti ritirati nei primi tre giri di gara: Hideki Noda (futuro padre di Juju), Ukyo Katayama (che nel GP successivo sarebbe stato descritto da Murray Walker come "il miglior pilota di tutti i tempi" invece che come "il miglior pilota giapponese di tutti i tempi") e, al volante di una Simtek, nientemeno che un esordiente di grande qualità, Taki Inoue. Quest'ultimo non è andato addosso a nessuna safety car, in compenso mentre si allontanava scavalcando un muretto, è praticamente finito addosso a Herbert, dimostrandosi pericoloso non solo come pilota ma anche come pedone.
Oltre a questo, la gara è famosa anche per essere stata l'ultima ad avere il proprio risultato stilato su tempi aggregati: dopo i primi tredici giri c'è stata bandiera rossa e il risultato finale è stato determinato sommando ai tempi dell'ultimo giro quelli della prima parte di gara. Ai tempi funzionava così per le gare che venivano redflaggate oltre il primo giro e che avevano un restart. Poi il regolamento è cambiato, con la prima parte di gara che determina solo l'ordine di partenza per il restart, modifica avvenuta dopo il 1994 e prima del 2001, anno in cui c'è stata la successiva bandiera rossa a gara in corso.
Per effetto dei tempi aggregati, accanto a Damon Hill e Michael Schumacher c'era sul gradino più basso del podio Jean Alesi, anche se di fatto era stato superato dopo un acceso duello da Nigel Mansell, che ha dovuto accontentarsi di arrivare quarto.

Eddie Irvine e Heinz-Harald Frentzen hanno concluso la gara nelle ultime due posizioni della zona punti e ben tredici vetture hanno visto il traguardo, anche grazie all'effetto della diminuzione della pioggia nella seconda metà della gara.
Dopo il restart ci sono stati solo un paio di ritiri per problemi tecnici, mentre i primi tredici giri, quelli disputati sotto la pioggia battente, avevano visto (al netto di due o tre ritiri dovuti a guasti random) parecchi piloti uscire di scena in anticipo a causa di incidenti: i tre giapponesi, ma non solo. Anche Herbert, poi investito a piedi da Inoue. Anche Alboreto, che ai tempi bazzicava ancora in Formula 1, veterano al volante di una Minardi. Anche Martini, anche Lagorce, tutti fuori per incidenti in quei giri con visibilità pressoché nulla e con rivoli d'acqua lungo il circuito. E poi loro, gli ultimi due, quelli che al tredicesimo giro hanno innescato la bandiera rossa.

Tutto è iniziato quando Gianni Morbidelli è finito in aquaplaning in uno dei punti più bagnati del circuito, tra le curve Degner e Dunlop, un punto dal quale, con le giuste inquadrature, si vede la ruota panoramica. Le immagini di cosa sia successo dopo non sono molto chiare, ma lo sono le parole di Martin Brundle nelle interviste d'epoca. Là dove era uscita la Footwork, è uscita anche la McLaren, nello stesso tratto.
C'erano in quel punto un trattore e dei commissari. In un'intervista del 1995 Brundle ha raccontato di avere visto il trattore e di avere creduto per qualche attimo che sarebbe andato a finire proprio lì, incastrato sotto al trattore, e di avere pensato sul momento di non avere possibilità di uscirne vivo. Ha raccontato di come, allo stesso modo in cui anni prima alla Race of Champions aveva frenato a inermittenza per cambiare la traiettoria della propria vettura dopo averne perso il controllo e non schiantarsi contro il muro della pitlane, ha cercato di fare la stessa cosa, un ultimo tentativo di evitare il trattore. Non ha evitato un commissario, che fortunatamente se l'è cavata con solo una frattura a una gamba. Solo allora è stata data bandiera rossa.

Per anni, in cabina di commento, Brundle ha parlato di quanto fosse pericoloso, in quelle condizioni meteo, rimuovere vetture con l'utilizzo di trattori a gara in corso, senza nemmeno la safety car in pista. Ironia della sorte, il 1994 era addirittura l'epoca in cui una vettura poteva rimanere a marcire nel punto in cui era uscita senza che nessuno si preoccupasse di rimuoverla.
I tempi cambiano e tutto si evolve, ma non sempre. Nonostante quanto accaduto in Giappone nel 1994, le cose non sono cambiate. In Brasile nel 2003 c'era un trattore che, per un tratto di gara, è rimasto PARCHEGGIATO A BORDO PISTA nel punto in cui le vetture uscivano a ripetizione per aquaplaning. In Europa 2007 abbiamo avuto addirittura Liuzzi che finiva con il posteriore contro le ruote di un trattore che attraversava la pista (un trattore venuto a recuperare la vettura di Hamilton in modo random, una delle scene più strane della Formula 1 moderna).
Ancora Brundle, vent'anni dopo il suo incidente, ha osservato in telecronaca come dovesse essere messa la safety car in pista, per rimuovere la vettura di Adrian Sutil, uscita di pista nello stesso tratto dell'incidente suo e di Morbidelli del 1994. Non tutto si evolve e, ogni volta in cui rileggo le dichiarazioni di Brundle di così tanti anni fa, mi rendo conto che ciò che Martin Brundle raccontava di avere visto e pensato nel 1994, è probabilmente l'ultima cosa che Jules Bianchi ha visto e pensato nella sua vita. Il tutto per evitare una safety car e una bandiera rossa che poi sono arrivate lo stesso: una leggerezza più da 1994 che da 2014.


mercoledì 22 aprile 2020

Ogni campione del mondo visto con gli occhi del tifoso medio

Carissimi buchi sul fondo della Williams con cui Nakajima non ottenne nemmeno un punto, qualche sera fa, mentre aspettavo che mi cadessero le palpebre, stavo chattando con un mio "compagno di forum motoristico" in tono semi-serio (in realtà per niente serio) del modo in cui tutti i campioni del mondo della Formula 1 dal 1950 ad oggi appaiono agli occhi del tifoso medio. Cliché ne abbiamo? Sì, tantissimi, specie considerato che il mio elenco citerà le UNICHE cose di cui si parla relativamente ai suddetti piloti...

Nino Farina - campione del mondo 1950
Il nulla cosmico.

Alberto Ascari - campione del mondo 1952 e 1953
Volo in mare a Montecarlo.

Juan Manuel Fangio - campione del mondo 1951, 1954, 1955, 1956 e 1957
Miglior pilota di sempre per gente colta e consapevole dell'esistenza della Formula 1 anche prima degli anni '90.

Mike Hawthorn - campione del mondo 1958
Il nulla cosmico.

Jack Brabham - campione del mondo 1959 e 1960
Unico campione del mondo australiano (anche se non lo è - unico, si intende) e trofei del GP d'Australia ispirati al suo volante.

Phil Hill - campione del mondo 1961
L'altro Hill.

Jim Clark - campione del mondo 1963 e 1965
Best friend forever di Graham Hill.

John Surtees - campione del mondo 1964
Motociclismo & Formula 1 = spettacolohhhh specie per il motociclismo.

Denny Hulme - campione del mondo 1967
Il nulla cosmico.

Graham Hill - campione del mondo 1962 e 1968
Best friend forever di Jim Clark.

Jochen Rindt - campione del mondo 1970
Campione del mondo postumo.

Jackie Stewart - campione del mondo 1969, 1971 e 1973
Pantaloni e berretto scozzesi & best friend forever di Cevert.

Emerson Fittipaldi - campione del mondo 1927 e 1974
Barba, basette e Copersucar.

James Hunt - campione del mondo 1976
Fumo, alcool, gnocca e Rush.

Mario Andretti - campione del mondo 1978
Murricano DOC.

Jody Schekter - campione del mondo 1979
Ultimo campione del mondo ferrarista per 20+ anni.

Alan Jones - campione del mondo 1980
L'apoteosi del nulla cosmico elevato per più infinito.

Keke Rosberg - campione del mondo 1982
Fumo e baffi all'ingiù.

Niki Lauda - campione del mondo 1975, 1977 e 1984
Orecchie bruciate e Rush.

Nelson Piquet - campione del mondo 1981, 1983 e 1987
Finto trollone.

Ayrton Senna - campione del mondo 1988, 1990 e 1991
Miglior pilota di tutti i tempi, nonostante abbia disputato un solo gran premio in carriera, ovvero Donington 1993.

Nigel Mansell - 1992
Baffi e manovre temerarie (che se fossero state fatte da altri, sarebbero state generalmente ricordate come vaccate).

Alain Prost - campione del mondo 1985, 1986, 1989 e 1993
Mondiale perso per mezzo punto e scuderia dagli sponsor trash.

Damon Hill - campione del mondo 1996
Campione del mondo scarso.

Jacques Villeneuve - campione del mondo 1997
Ex campione del mondo che annaspa al limitare della top ten su una carretta motorizzata Honda che va spesso in fumo, sinonimo di scarso.

Mika Hakkinen - campione del mondo 1998 e 1999
Come Raikkonen, però alcool free.

Michael Schumacher - campione del mondo 1994, 1995, 2000, 2001, 2002, 2003 e 2004
Miglior pilota di tutti i tempi per chi non ha idea del fatto che la F1 esistesse anche prima del 1990 / sposato con l'ex fidanzata di Frentzen / Jerez 1997 / pensionato che non distingue il giorno dalla notte.

Fernando Alonso - campione del mondo 2005 e 2006
Ex campione del mondo che annaspa al limitare della top ten su una carretta motorizzata Honda che va spesso in fumo, sinonimo di divinità ultraterrena.

Kimi Raikkonen - campione del mondo 2007
Come Hakkinen, ma alcolico / bwoah.

Jenson Button - campione del mondo 2009
Ex campione del mondo che annaspa al limitare della top ten su una carretta motorizzata Honda che va spesso in fumo, sinonimo di nulla cosmico.

Sebastian Vettel - campione del mondo 2010, 2011, 2012 e 2013
Mondiali vinti su un team tamarro / Multi21.

Nico Rosberg - campione del mondo 2016
Is [soggetto random] career over?

Lewis Hamilton - campione del mondo 2008, 2014, 2015, 2017, 2018 e 2019
Tatuaggi, look tamarro, Roscoe e Coco, veganesimo.


lunedì 20 aprile 2020

Sebastian Vettel a casa Hamilton vs Lewis Hamilton a casa Vettel

Carissimi Sewis shipper, oggi ho intenzione di illustrarvi, con una certa quantità di trash che non può mai mancare, quello che potrebbe succedere se Hamilton invitasse Vettel a casa sua o viceversa. Quindi ritenetevi liberi di immaginare Vettel che viene trascinato in una discoteca di Montecarlo, o Hamilton che viene coinvolto in una gara sui tosaerba nella tenuta di Vettel. Aggiungete un PR che somiglia a Palmer, una mucca in strada e un'anatra che veste i panni del direttore di gara. Se non immaginate nulla del genere, no problem, ci ho pensato io!

Buona lettura. <3
Naturalmente i fatti narrati non sono veramente accaduti. Però si spera che possano accadere!

******

SEBASTIAN A CASA HAMILTON

"Prego, benvenuto nella mia modesta dimora."
Sebastian sentì il cuore rimbalzargli nel petto. Era già pentito di avere accettato l'invito di Lewis.
Che cosa gli era venuto in mente? Quel posto non faceva per lui.
Il suo collega, del tutto ignaro dei suoi viaggi mentali, lo fissava con un sorrisetto piuttosto inquietante.
"Cosa ci fai lì incantato, Sebastian? Entra in casa."
A quanto pareva non c'era proprio la possibilità di scappare a gambe levate, nonostante tutto fosse andato male fin dal primo momento.
Alle spalle di Lewis apparvero due graziosi bulldog. Roscoe si mise ad abbaiare in modo piuttosto festoso.
Sebastian si sentì sollevato, almeno per un attimo: Roscoe era un cane piuttosto simpatico, era felice di rivederlo. Ultimamente Lewis non l'aveva portato con sé ai gran premi, quindi non lo vedeva da parecchio tempo.
Si fece coraggio.
Varcò la soglia, trascinando il proprio trolley, pensando all'imminente incontro che lo aspettava: una questione di sponsor, che l'aveva costretto a recarsi a Montecarlo. Purtroppo aveva fatto l'errore di informare Lewis dell'incontro che lo aspettava e il pilota della Mercedes aveva insistito per ospitarlo nella propria abitazione.
Non che fosse un brutto posto... anzi, era stupendo sapere che lì nei pressi abitavano tanti loro colleghi ed ex colleghi. Lewis aveva negato, ma Sebastian era certo che organizzasse eventi vari, come gare di nuoto nella piscina condominiale, chiamando Eddie Jordan a fare la telecronaca.
Sebastian, in ogni caso, non amava una vita così tanto sotto i riflettori. Preferiva di gran lunga vivere nelle campagne, circondato da mucche e galline che, all'occorrenza, sapevano rivelarsi una compagnia migliore di molte persone presenti nel paddock. Per esempio, nessuna mucca l'aveva mai intralciato come faceva Gutierrez a suo tempo, nonostante la presenza di bandiere blu, né tantomeno le galline volevano giocare con lui a pingpong come Ricciardo.
Gli venne a quel punto un dubbio.
"Dimmi, Lewis, per caso Daniel non abita in questo palazzo?"
"Sì, ma purtroppo non posso invitarlo a cena, perché questa sera deve uscire insieme a Hulkenberg."
"Danico vibes."
"Concordo in pieno. Peccato, se avessi potuto programmare le cose in anticipo, magari avrei invitato entrambi..."
Sebastian scosse la testa.
"No, per carità, niente invitati. E poi stasera devo andare a cena con i manager della Philip Morris."
"E cosa vogliono da te?"
"I miei occhi azzurro shocking per una loro campagna pubblicitaria che prevede un numero ristretto di pannelli pubblicitari da esporre nei pochi luoghi al mondo in cui è ancora consentito pubblicizzare il tabacco."
"Tutto ciò è terribile! Come osi prestare i tuoi occhi per una campagna pubblicitaria a base di nicotina?"
"Sai benissimo che non ho mai fumato in vita mia, nemmeno per imitare il mio idolo Michael che, quando si spegnevano le telecamere, fumava come una ciminiera. Però la Philip Morris ha minacciato il team di ritirare la sponsorizzazione di Mission Winnow e la squadra ha minacciato di appiedarmi in corso d'opera e di sostituirmi con Giovinazzi, che ha a sua volta gli occhi azzurri, se non avessi accettato la malsana pubblicità alla quale dovrò prestare i miei occhi."
"Cosa ne diranno le Tumblr baby?"
"Non lo so e non mi interessa. Penso che qualcuna mi difenderà dalle accuse più recenti, riferendo che ho fatto di peggio nel lontano 1995, una volta in cui ho fatto lo sgambetto a un mio compagno di classe che mi aveva fatto una linguaccia. Siccome quel mio ex compagno è diventato un coltivatore di cetrioli, verrò accusato per effetto della proprietà transitiva di discriminazione razziale nei confronti degli indiani e questo fa cadere nel dimenticatoio la Philip Morris."
"Quel tuo compagno di scuola è indiano?"
"No, ma lo è Karthikeyan, che è strettamente imparentato con i cetrioli."
"Questo, in effetti, non è un problema da poco. Ora, comunque, non preoccuparti più, almeno per un po'. Sono solo le quattro del pomeriggio. Hai tutto il tempo per andare a farti una doccia e a rilassarti in attesa di un importante evento che si terrà tra un'ora."
"Ovvero?"
"Ovvero l'ora del tè."
Sebastian fece come gli aveva suggerito Lewis e per un po' non pensò più a nulla. Soltanto mentre beveva la seconda tazza di tè, su insistenza di Lewis, ricevette un messaggio sul cellulare: era Binotto in persona, che lo informava che l'incontro con i manager della Philip Morris non esisteva e che si era inventato tutto su richiesta di quel trollone di Daniel, il nuovo compagno di squadra di Sebastian dopo che quel traditore di Charles aveva preso il posto di Bottas alla Mercedes. Secondo Ricciardo, Sebastian aveva una vita sociale piuttosto piatta e invitarlo a trascorrere un fine settimana a Montecarlo era la cosa migliore.
Sebastian non sapeva se sentirsi sollevato oppure preso in giro. Peccato che Ricciardo fosse fuori con Hulkenberg, altrimenti non gli sarebbe dispiaciuto andare a casa sua e urlargli dietro dei "f*ck".
Raccontò tutto a Lewis e ne venne fuori una cosa terribile: anche lui sapeva la verità.
Sebastian spalancò gli occhi.
"Perché l'hai fatto?! Che cosa ti hanno promesso in cambio di questa tua complicità? Vuoi per caso rubarmi il volante?"
"No, tanto a fine stagione tu e Daniel sarete a piedi e verrete rimpiazzati da Marcus Armstrong e Robert Shwartzman, in cu*o a quel brocco di Mick Schumacher."
"Perché il cu*o a Schumacher?"
"Perché è uno sbarbatello senza talento."
"Anche Armstrong e Shwartzman... non meritano il volante mio e di Daniel."
"Concordo in pieno, ma sono giovani ed è giusto che siano loro a portare avanti la nobile arte di impedire a Giovinazzi di appoggiare il fondoschiena su una Rossa. Parlando di cose serie, la Ferrari ha intenzione di concedere a entrambi una possibilità e di darvi un volante per la 24 Ore di Le Mans. Siccome Alonso si è rifiutato di prendere parte all'evento perché nel prossimo giugno intende prendere parte alla prima edizione del Triathlon motoristico, serve un terzo pilota da abbinare a te e a Daniel e spero di essere io."
"Bella cosa... a proposito, cos'è il Triathlon motoristico?"
"Una nuova competizione che prevede che i piloti svolgano diverse gare, a bordo di Formula 1, MotoGP e V8 australiane. Fernando si è messo in fissa con l'idea di battere a tutti i costi Valentino Rossi e Casey Stoner..."
"Ce la farà senz'altro, a meno che non provvediamo a gufarlo."
Lewis gli strizzò un occhio.
"Ma noi lo guferemo senz'altro... Adesso, però, basta perderci in chiacchiere. Vieni subito nella mia stanza."
Sebastian fu scosso da un brivido gelido.
"Nella tua... stanza?"
"Tranquillo, non voglio venire a letto con te. Non mi sono espresso bene, non è una stanza da letto quella in cui intendo portarti. Si tratta di una mega cabina-armadio."
"Vuoi fare sesso nell'armadio? No, perché al massimo avrei preferito un letto..."
Lewis ridacchiò.
"No. Stasera ti porto in una discoteca in cui suonerà dal vivo una boy-girl band appena fondata in cui cantano un sacco di miei amici... Ci saranno Rita Ora, Ariana Grande, Justin Bieber e tanti altri."
"Oh... e con ciò?
"Con ciò non penserai di venirci con lo smoking della Ferrari che ti eri portato per la riunione della Philip Morris."
"No..."
"E nemmeno con una camicia a quadri. Ti devo assolutamente prestare qualche indumento che non ti faccia sfigurare... Quindi togliti immediatamente quella camicia e quei pantaloni da tuta, che ho un sacco di roba da farti provare."
"Ho portato una camicia a quadri elegantissima..." cercò di protestare Sebastian. "Non avrai intenzione di farmi vestire in modo strano."
"No, figurati." Lewis gli fece gli occhi dolci. "Avanti, Sebby, vieni a indossare qualcosa di elegante."
Sebastian seguì Lewis controvoglia.
"La conosco, io, la tua eleganza..."
"No, mi hai visto solo con magliette rosa e catene da rapper, non conosci le sfaccettature del mio guardaroba."
Sebastian stava bene anche senza conoscerle, ma preferì non dire niente. In fondo, fino a quel momento, Lewis si era rivelato molto ospitale. Non era opportuno informarlo di non essere interessato né alla serata che gli aveva proposto né a Rita Ora. Non sapeva nemmeno chi fosse Rita Ora... e in realtà nemmeno gli altri personaggi citati da Lewis. Di sicuro era gente senza hobby interessanti, che non si dedicava né alla coltivazione di orti né all'allevamento di anatre come animali da compagnia.
Quello che accadde nelle ore successive lo fece rintronare completamente. Provò una lunga serie di felpe, t-shirt, camicie, giacche, tutte dai colori strani e imbarazzanti. Lewis gli scattò anche diverse foto, informandolo che intendeva mostrarle a tutto il vicinato.
"Perfino a quel principe Disney del tuo ex compagno di squadra?"
"Certo! Gli dovrò pur fare presente che, mentre lui si è sempre rifiutato di indossare i miei indumenti quando usciamo insieme, tu lo fai senza problemi."
"Tu e Rosberg uscite insieme?"
"Solo per eventi da family man, perché ha la malsana abitudine di andare a letto alle dieci di sera."
"È la stessa ora a cui vado a letto io."
"Non finché sarai mio ospite. Comunque un paio di settimane fa io e Nico siamo andati ad assistere a un torneo di lancio del cappellino. È stata un'esperienza meravigliosa. Alla fine il lanciatore per cui tifavo ha vinto, battendo in finale il preferito di Nico. Il principe c'è rimasto piuttosto male... mi ha accusato di avere gufato l'esito della gara, ma erano tutte assurdità senza fondamento."
"Capisco."
"Ora, però, andiamo a cucinare un piatto di spaghetti alla carbonara per cena."
"Tu mangi gli spaghetti alla carbonara?"
"Vegani, con uova di soia, formaggio di soia, guanciale di soia e soprattutto panna di soia."
"Che orrorehhhh!"
Lewis lo guardò malissimo.
"Non pensi ai poveri animali? Non pensi ai poveri maiali che soffrono perché tu possa mangiare guanciale? Alle galline a cui vengono sottratte le uova? A..."
Sebastian lo interruppe: "Non ho niente contro al veganesimo. Ho solo qualcosa contro la panna nella carbonara."
"Ma è di soia."
"Soia o non soia, non osare metterla."
"Va bene, ma solo per venire incontro alle tue esigenze."
Sebastian scoprì, nella mezz'ora che seguì, che Lewis era un ottimo cuoco. Se un giorno ci fosse stata un'edizione di Masterchef dedicata ai piloti, avrebbe potuto tranquillamente arrivare a giocarsi la finale con Grosjean.
Dopo cena guardarono alcuni video musicali su MTV. Lewis rimase parecchio impressionato da un video di Rihanna, definendola la donna più sexy del mondo. Se ne pentì immediatamente, dato che subito dopo fu trasmesso un video di Nicole Scherzinger.
I suoi occhi si riempirono di lacrime al pensiero della sua ex compagna perduta e Sebastian non sapeva se essere dispiaciuto per lui, oppure contento, perché se Lewis si sentiva così sottoterra, magari avrebbe annullato la loro serata...
Lewis, però, non annullò niente.
"Forza, andiamo a prepararci! Non vedo l'ora di vedere Rita Ora! Poi ci sarà anche Neymar Jr nello stesso locale. Gli ho promesso che un giorno o l'altro ce lo saremmo misurato per vedere chi ce l'ha più lungo. Potresti fare da giudice di gara..."
"Non ci tengo a vedere il membro di Neymar..."
"Il mio sì, quindi... buono a sapersi."
Sebastian avvampò.
"Non ho detto niente di tutto ciò."
"Non fa niente, quello che conta è il pensiero. Ora, però, preparati, che ho già deciso cosa devi metterti."
Non andò neanche troppo male. La giacca che Lewis scelse per Sebastian aveva qualche paillette, ma non sembrava particolarmente brutta.
Sotto quella giacca, avrebbe voluto fargli mettere un indumento strano che sembrava una vestaglia, ma Sebastian lo convinse a scegliere per lui una camicia bianca, promettendogli che, se fossero stati compagni di squadra a Le Mans, avrebbe passato tutto il tempo a dichiararsi soddisfatto di essere nello stesso team del pilota più forte di tutti i tempi.
L'estasi di Lewis nell'udire quelle parole era evidente, tanto che Sebastian temeva che potesse avere un'erezione.
Non accaddero incidenti particolari e, quando il bed time di Sebastian era già passato da un pezzo, uscirono di casa, non prima che Lewis l'avesse convinto a mettersi al collo una spessa catena da rapper. Sebastian non ne era molto soddisfatto, ma l'alternativa proposta da Lewis era una "sobria" cravatta fucsia, quindi accettò, con approvazione da parte del collega.
"Perfetto, Sebby, prima sembravi un becchino. A vederti, si sarebbe detto che eri il figlio di Frentzen."
"No, per carità, non voglio che Hanna mi lasci per mettersi insieme a Mick Schumacher. Abbiamo un sacco di bambini."
"Non succederà, non preoccuparti. Hanna ne ha abbastanza di bambini, non si fidanzerebbe mai con un poppante."
Salirono sull'elegantissima auto di Lewis e si diressero verso il locale.
Il PR all'ingresso, un tipo con gli occhi azzurri dall'aria vagamente familiare, fece un sacco di storie. Sosteneva di non avere mai visto Sebastian prima di quel momento e di non volerlo lasciare entrare, dato che non era né nella lista di Rita Ora, né in quella di Justin Bieber. Dopo un ulteriore controllo, osservò: "Nemmeno nella lista di Ariana Grande. Spiacente, se ne deve andare."
"Ma holy f*ck!" esclamò Sebastian, "lei non sa chi sono io."
"Esatto" convenne il PR. "Non l'ho mai vista prima. Si fosse trattato di un'importante personalità come Esteban Gutierrez avrei chiuso un occhio e accettato una mazzetta per farlo entrare... in fondo Gutierrez è stato tester della Ferrari."
"Io la Ferrari la guido da anni come titolare."
"Addirittura un visionario che si crede Sebastian Guido La Rossa Dal 2015 E Non Ho Ancora Vinto Un Mondiale."
Sebastian si sentì raggelare.
"Come ha detto?!"
"Ha sentito benissimo."
"Beh, sappia che si sbaglia di grosso. Prima di tutto sono esattamente Sebastian Guido La Rossa Dal 2015 E Bia Figueiredo Invidia La Lunghezza Del Mio Presunto Nome. In secondo luogo, cosa ancora più importante, sono il campione del mondo 2020 e sul musetto della mia vettura spicca un numero 1."
"Facile vincere quando Toto Wolff è in fissa con l'Aston Martin e con l'alleanza con Stroll e la Redbull non ha abbastanza cu*o..."
Tutto ciò era terribile. Sebastian non si aspettava che un campione del mondo con la Ferrari potesse essere oltraggiato a quella maniera. Stava per insultare il PR, ma per fortuna intervenne Lewis.
"Scusami, Sebby, stavo salutando Selena Gomez." Poi si rivolse al PR. "Il signore qui presente è il mio fidanzato, quindi caro Jolyon, fammi il piacere di farlo entrare."
Il PR, adesso, pareva imbarazzato.
"Sì, scusami Lewis, l'avevo scambiato per uno straccione qualsiasi che provava a imbucarsi. D'altronde è vestito proprio come un senzatetto..."
In un altro momento Sebastian si sarebbe compiaciuto del buon gusto del PR in fatto di abbigliamento, dopotutto gli indumenti che gli aveva prestato Lewis erano inguardabili, ma non poté fare a meno di soffermarsi sul nome pronunciato da Lewis: Jolyon. Ecco dove aveva già visto quel tizio. Mentre entrava nel locale, gli diede una spallata.
L'altro fece per protestare.
Sebastian ridacchiò.
"Karma."
"Ecco che si crede anche Alonso..." borbottò Jolyon.
"Giammai. Alonso non ha mai vinto un titolo con la Rossa."
"Smettila" lo supplicò Lewis. "Non compiacerti troppo di quel mondiale. Toto era ormai in fissa con l'Aston Martin, mentre la Redbull..."
"...non ha avuto abbastanza fondoschiena. Sei tu che hai messo in testa questa idea a Jolyon?"
"Adesso non lamentarti. Ti ricordo che, stando a quanto ho detto a Jolyon, io e te ci siamo fidanzati. Quindi comportati da bravo cavaliere, invece di fare polemica. Non siamo a una conferenza stampa del giovedì nel gran premio successivo a un incidente innescato da Verstappen. In più, non ho mai detto a Jolyon il mio vero pensiero."
"Ovvero?"
"Ovvero che, con il passaggio imminente di Leclerc in Mercedes, la Ferrari l'abbia deliberatamente sabotato per fargliela pagare. Essere battuto da te è stato un duro colpo per lui."
"Sarà un duro colpo per te quello che riceverai nelle pa**e se non la smetti."
Lewis fece un mezzo sorriso.
"Non scaldarti, Sebby. Altrimenti, se la situazione diventa troppo hot, sarò costretto a portarti in un bagno e a fare cose folli."
"Siamo venuti qui per stare imbambolati su un divanetto, non per fare cose folli."
"Te lo scordi. Siamo venuti qui per ballare... oh, guarda, c'è Neymar proprio qui vicino."
Sebastian abbassò lo sguardo.
"No, Neymar nooooohhhhh."
"Stai tranquillo, lo saluto e basta" lo rassicurò Lewis. "Questa serata la passo solo con te."
Sebastian si sentì improvvisamente sollevato. Era un bene che Lewis non lo abbandonasse a se stesso. Si sarebbe sentito molto spaesato... per fortuna, però, grazie alla vicinanza del suo collega, andò tutto bene. Alla fine della serata andarono perfino a scattarsi un selfie insieme ad Ariana Grande. Sebastian si abbassò, per sembrare alto un metro e un tappo ed essere scambiato per Sam Bird.
Quando uscirono dalla discoteca, diverse ore dopo, Lewis volle sapere: "Allora, ti sei divertito?"
Sebastian era tentato di dire di no, che era stata la serata peggiore della sua vita, ma non ebbe il coraggio di mentire.
"Sì, è stato bello. Comunque non c'era alcun complotto. Charles si era fissato con le gare virtuali e non si concentrava abbastanza su quelle vere. Per giunta non è nemmeno riuscito a contrastare la popolarità di Lando Norris. Uno spreco..."
Lewis alzò gli occhi al cielo.
"Ragazzini. Non avranno mai la nostra saggezza. Né saranno mai scelti per guidare la Ferrari a Le Mans al suo debutto in LMP1."
Sebastian se ne era quasi dimenticato. Quando gli tornò in mente, dichiarò: "Quando avremo vinto la 24 Ore portando in alto la Rossa, torneremo qui per festeggiare e porteremo con noi anche Daniel."
"Ottima cosa. Stai proponendo un perfetto menage-a-troix."

***

LEWIS A CASA VETTEL

La pazienza non era la principale dote di Lewis: era un pilota velocissimo e un uomo elegantissimo, ma di certo non si poteva dire che fosse paziente. Era passato ormai parecchio tempo da quando era salito sull'automobile che lo stava conducendo a destinazione. Sebastian gli aveva comunicato che avrebbe mandato un autista a prenderlo all'aeroporto a bordo di una Cinquecento vintage rossa e, in effetti, Lewis non aveva impiegato molto tempo a trovare il suo accompagnatore. Solo, contrariamente a quanto gli aveva comunicato il suo collega, non c'era un autista stipendiato da Sebastian, ma Sebastian stesso.
A quanto pareva, quella era la sua auto di servizio, che utilizzava per scorazzare per i campi e per andare a fare visita alle mucche della zona.
Di mucche, al momento, non se ne vedevano affatto, si vedevano solo strade interminabili, che conducevano verosimilmente verso l'abitazione del ferrarista.
"Ne abbiamo ancora per molto?" domandò Lewis, un po' intimorito per la risposta.
Per fortuna non gli andò male.
"No."
"Meno male."
"Solo una trentina di chilometri ancora, poi siamo a casa."
"Una... trentina di chilometri?! Ci metteremo un secolo."
"E allora?" obiettò Sebastian. "Ti ricordo che sei qui perché volevi trascorrere un fine settimana di calma, dopo la vita frenetica a cui sei stato costretto negli ultimi tempi."
"Sì, certo, non ho fretta... però su questa macchina non c'è nemmeno una radio. Non sono abituato a fare viaggi lunghi senza un po' di musica."
"Potresti ascoltarla sul cellulare."
"Con gli auricolari? No, grazie. La musica è condivisione. Non terrei mai Rita Ora soltanto per me. La sua musica deve essere un bene pubblico."
"Rita chi?"
"Niente, lascia stare, è una delle mie pseudo-ragazze."
"Se vuoi" azzardò Sebastian, "Posso mettermi a cantare io."
"Le canzoni di Rita Ora? Non so, magari non faresti lo stesso effetto..."
"Ma quale Rita Ora!"
Sebastian si mise a cantare una canzone incomprensibile.
Lewis gli chiese spiegazioni: "Cos'è? Non mi sembra né Rihanna né Camila Cabello."
"Infatti stavo cantando 'L'italiano' di Toto Cutugno. È la mia canzone italiana preferita. Casomai un giorno tu passassi in Ferrari, ti converrebbe impararla. Il pubblico impazzisce per queste cose. I ferraristi mi adorano quando canto quella canzone."
"Solo quando canti quella canzone" borbottò Lewis. "Non voglio andare in Ferrari. Mi fa paura il giudizio dei suoi tifosi."
"Paura del giudizio dei suoi tifosi? Tu?! Rifletti, Lewis, hai vinto sei mondiali, non hai niente di cui preoccuparti. Dovrebbe bastarti schioccare le dita per entrare nel loro cuore."
"E ottenere un misero secondo posto per essere messo sulla lista nera."
"Come sei esagerato!"
"No, non sto esagerando. È una cosa atroce. Non sono sicuro che lo sopporterei. Quando arrivo secondo, mi sento sempre distrutto. Figurati se dovessi ricevere minacce di morte e critiche pesanti. Non sono sicuro che ne uscirei vivo, finirei per morire di crepacuore. Sono un ragazzo sensibile, dopotutto."
"Non dire idiozie, Lewis, hai affrontato sicuramente situazioni peggiori nella vita" replicò Sebastian. "Credo che saresti l'uomo perfetto per la Ferrari. Senza te che vinci mondiali in Mercedes, la Ferrari dovrebbe vincere per forza."
Lewis azzardò: "E se la Mercedes decidesse di mettere in pista un dream team con i Leclestappen? Saremmo tutti quanti spacciati, non ce ne sarebbe per nessuno."
Sebastian si girò a guardarlo.
"Fai sul serio?"
"Sebby, guarda avanti!" gli intimò Lewis. "C'è una mucca in mezzo alla strada!"
Sebastian fermò di scatto.
"In effetti c'è proprio una mucca."
Era il primo bovino che vedevano.
Sebastian si mise giù di strada, il più vicino possibile al fosso, nel tentativo di passare evitandola.
"Aspetta, fermati un attimo" lo pregò Lewis.
"Perché, cosa devi fare?"
"Tu fermati!"
Sebastian accostò e mise le quattro frecce.
"Allora?"
Lewis aprì la portiera.
"Arrivo subito!"
Scese dalla macchina, le girò intorno e si avvicinò alla mucca.
Il bovino lo fissò senza fare nulla.
Lewis fece una linguaccia.
Anche la mucca tirò fuori la lingua.
Lewis allungò una mano e la accarezzò sulla testa.
Sebastian suonò il clacson.
"Ti dai una mossa? Eri tu che avevi fretta, se non sbaglio!"
Lewis tornò all'auto.
"Stavo facendo amicizia con un grazioso animale dagli stessi colori del dalmata dell'ex moglie di Valtteri" puntualizzò. "Mi sembra una mucca piuttosto simpatica. Sei d'accordo?"
"Non saprei. Sei tu quello che è andato a conoscerla."
"Tu comunichi con le mucche del luogo?"
"No, non ho ancora imparato a parlare con gli animali."
"Ma... cosa fai nel tempo libero?"
"Tante cose."
"Tipo?"
"Gioco con i miei bambini."
"I tuoi bambini, però, non ci sono, se non ricordo male" obiettò Lewis. "Non hai detto che tua moglie è andata con loro a trovare i tuoi suoceri?"
"Esatto" confermò Sebastian. "Adesso ho un sacco di tempo per me. Spesso lo passo con gli animali che ho in cortile."
"Che animali hai?"
"Galline, anatre, pecore, capre..."
"Fantastico!"
"Oppure cucino frittate con le uova delle mie galline e delle mie anatre..."
Lewis sentì una morsa allo stomaco.
"Ti prego, non parlarmi di queste cose traumatiche. E soprattutto, promettimi che non mi farai maigiare delle uova a tradimento spacciandole per altro."
"Non sai riconoscere un uovo?"
"Non voglio pensare alle uova cotte, altrimenti finirò per vomitare."
"Va bene, va bene, smettiamo di parlare di uova."
"Raccontami degli animali. Non hai mai avuto l'impressione che le galline, le anatre, le pecore e le capre starebbero meglio se vivessero libere?"
"No."
"Non ne sono del tutto convinto."
"Dai, Lewis, non preoccuparti, i miei animali stanno benissimo!"
"Se lo dici tu... A proposito, quanto manca? Mi piacerebbe conoscerli."
Per fortuna arrivarono a destinazione abbastanza in fretta.
Quando arrivarono, Lewis si guardò intorno.
C'era una certa differenza tra la tenuta di Sebastian e il suo appartamento di Monaco, Lewis non sarebbe mai riuscito a vivere in un luogo del genere, ma tutto sommato non era brutto. Sembrava un agriturismo di lusso, non una landa desolata come si era immaginato.
"Sai, Sebby" confessò, "Mi era venuto addirittura il timore che in casa tua non ci fosse la luce elettrica."
"Infatti non c'è."
"Davvero?"
"No, e nemmeno l'acqua corrente!"
Lewis raggelò.
"Perché non me l'hai detto? C'è qualche posto in cui posso farmi un bagno o una doccia?"
Sebastian si mise a ridere a crepapelle.
"Sebby, trovi così tanto divertente il fatto che io voglia lavarmi?"
"No, trovo divertente il fatto che tu ci abbia creduto. Secondo te vivo in una casa senza acqua e senza luce?"
"Sembravi così serio..."
"E l'idea non ti è sembrata nemmeno un po' strana, eh?"
"Sì, era strana... ma mi fido di te. Credo ciecamente a tutto quello che mi dici."
"Fai male. Tipo, ti ho detto un sacco di cose false, nel corso degli anni."
"Tipo?"
"Tipo che mi sono pentito di averti tirato quella ruotata a Baku. Non ne ero pentito affatto. Anzi, se potessi tornare indietro te la tirerei più forte."
"Va beh, questo non è grave" lo rassicurò Lewis. "A proposito di Baku, ti ricordi quando ti ho detto di essermi pentito di averti tirato due sberle, quando ci siamo incontrati dopo la gara?"
"Certo che me lo ricordo."
"Nemmeno io ne ero pentito. Anzi, se potessi tornare indietro, ti sberle te ne beccheresti almeno quattro."
Sebastian non parve affatto impressionato.
"Non ho paura di te, prosciuttello."
"Nemmeno io ho paura di te e delle tue ruotate."
"Perfetto, era proprio quello che volevo sentirti dire. In ogni caso, ti propongo un regolamento di conti."
"Ovvero?"
"Ovvero prendiamo due tosaerba e facciamo una gara."
Quell'idea era bellissima, ma Lewis decise di non mostrare troppo entusiasmo. Sarebbe stato terribile scoprire che Sebastian stava scherzando.
Sondò il terreno.
"Dici sul serio?"
"Certo che dico sul serio! Puoi scegliere tu stesso quale tosaerba guidare. Prima, però, se vuoi portare le valigie in casa... magari ti faccio anche vedere la casa."
"Ottima idea."
Si lasciò condurre all'interno e notò che Sebastian aveva un gusto piuttosto notevole, nonostante la sua casa non fosse elegante tanto quella di Lewis.
"Bel posto" osservò. "È proprio quello in cui avrei voluto vivere se non mi fosse venuta la fissa di essere una rockstar del mondo dei motori."
"Più che rockstar, una star del rap..."
"Hai ragione. Yo yo, I'm so gangsta!"
"Ora che hai visto tutta la casa, vuoi che ti offro qualcosa? Non saprei, un tè?"
"Non mi pare che siano le cinque. E poi ho una voglia matta di sfidarti al volante di un tosaerba. Sono certo che vincerò, anche se ho lo svantaggio di non conoscere il circuito."
"Io, invece, ho qualche dubbio."
"Naaaahhhhh, sei un pilota troppo sopravvalutato. Non vincerai mai contro di me, nemmeno correndo da solo."
"Se corressi da solo, non potresti vincere neanche tu."
"Azz, è vero."
"Va beh, vieni in garage. Ti mostro i nostri bolidi."
I due tosaerba erano piuttosto belli e, ironicamente, uno era rosso e l'altro era grigio.
"Io guiderò quello rosso" affermò Lewis. "Sarà divertente batterti al volante di un mezzo dello stesso colore della Rossa."
"Come vuoi. Però sarò io a scegliere quale cappello indossare."
"Cappello?"
"Sì, certo. Cosa vuoi indossare, un casco integrale? Non se ne parla. Per gareggiare sui tosaerba si indossano rigorosamente dei cappelli di paglia da contadino."
Il cappello non si addiceva per niente allo stile di Lewis, ma in compenso stava benissimo sulla testa di Sebastian.
"Wow, sei proprio figo. Se fossi una contadina, ti salterei addosso subito!"
"Mi fa piacere, ma vedi di non saltarmi addosso sui tosaerba."
"Non lo farò."
Andarono a fare un giro di ricognizione, stabilendo il percorso. Poi, quando ebbero terminato, Sebastian fece un fischio e un'anatra enorme si presentò al suo cospetto.
"Che bella!" esclamò Lewis. "È adorabile. Promettimi che non la metterai mai in pentola!"
"Non metterò mai in pentola nessuna delle mie anatre" protestò Sebastian, offeso. "Sono tutte delle care amiche, per me. Non mi nutro dei miei amici, siano essi anatre, oppure prosciutti di soia."
Lewis ebbe una breve visione di Sebastian che lo azzannava. Era certo di essere l'unico "prosciutto" amico suo.
"Quando l'anatra ci darà il via, partiremo. La gara consiste in cinque giri."
"Sono pronto."
"Anch'io" ribatté Sebastian, partendo con una sgommata non appena l'anatra si mise a fischiare.
Lewis lo seguì.
Sebastian aveva un'enorme padronanza del mezzo: quel tosaerba poteva anche essere grigio invece che viola-blu, ma era senz'altro la versione campagnola della Redbull del 2013. Lewis si pentì della scelta che aveva fatto, ma non si diede per vinto. Era certo che Sebastian gli avrebbe contemplato il fondoschiena ancora una volta: far ammirare il proprio posteriore al suo collega era il suo principale obiettivo di vita e non si sarebbe arreso fino alla fine.
"Non sono mica un paracarro come Jolyon Palmer" borbottò, tra sé e sé, continuando a inseguire e rendendosi conto che l'impresa non era tanto facile.
Sebastian continuava a staccarlo e ciò era profondamente ingiusto. Per fortuna un piccione intervenne in aiuto di Lewis, intralciando il ferrarista che fu costretto a una manovra strana per evitarlo. Lewis guadagnò un po' di terreno e fu più vicino al tosaerba grigio.
"Preparati a prenderlo in cu*o, Sebby!" gridò, all'indirizzo del suo avversario.
Il suo rivale alzò una mano.
Nello specifico, su quella mano alzò un dito, e non quello che utilizzava per celebrare le rare vittorie.
"Sei un brocco che vince solo per cu*o e non per merito" lo provocò Lewis.
Si accorse che l'altro lo stava aspettando, da come aveva rallentato.
Lo affiancò.
Peccato che il tosaerba di Sebastian non avesse i colori della Renault di fine anni '78: erano in Svizzera, dopotutto, il posto migliore per mettere in atto la versione contadina del famoso duello tra Gilles Villeneuve e René Arnoux. Essere il Villeneuve degli agricoltori era un'idea bellissima, anche se aveva i suoi lati negativi: avere un figlio tinto di biondo platino che passava tutto il tempo a criticare gli altri contadini durante le trasmissioni in stile Linea Verde sarebbe stato piuttosto brutto, quindi non valeva la pena di essere come Villeneuve.
Mentre procedevano affiancati, Sebastian urlava dei "f*ck" e, per distrarlo, anche qualche "come on, blue flags". Aveva delle chiare manie di protagonismo, se pensava di potere doppiare chiunque ovunque andasse. Sarebbe stato bellissimo andare talmente più veloce di lui al punto da doppiarlo, con il compito di sventolare la bandiera blu affidato all'anatra che Sebastian aveva eletto direttore di gara, ma nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile.
Però accadde qualcosa di piuttosto epico: Lewis riuscì a sopravanzare il suo nemico giurato e la prospettiva di essere in testa al gran premio per tosaerba di casa Vettel era ancora più bella dell'ipotetica vittoria di un settimo titolo, un giorno o l'altro.
In testa alla gara, si sentì tuttavia come sui carboni ardenti: Sebastian gli stava attaccato come un falco e - orrorehhhh! - i falchi non erano certo né vegetariani né vegani. Lewis temeva che l'avrebbe azzannato al collo, prima che potesse fare qualcosa per tutelarsi.
Per sua fortuna, invece, riuscì a mantenere la testa della gara fino a un metro prima del traguardo, alla fine dell'ultimo giro.
A quel punto, però, Sebastian lo affiancò.
Gli allungò una ruotata e si lanciò verso l'immaginaria bandiera a scacchi.
Infine alzò il dito per celebrare l'evento: era lo stesso che aveva alzato durante la gara...
Tutto ciò era intollerabile.
Non appena si fermarono, Lewis si fiondò verso di lui e cercò di trascinarlo giù dal tosaerba afferrandolo per il cappello di paglia. Gli rimase in mano solo il cappello.
Glielo lanciò addosso urlando "it's Britney Bitch!" e si sentì di nuovo a posto con se stesso, tuttavia c'era un solo modo per lavare quell'orribile offesa ed era una rissa nel fango.
Si lanciò addosso a Sebastian e lo trascinò a terra.
Sebastian lo afferrò per la coda e tirò. Per sfuggirgli, Lewis finì per rotolare a terra. I suoi indumenti da rapper erano ormai completamente inzaccherati. Anche ciò che indossava Sebastian era infangato, ma non portava capi di primo livello, la sua solita camicia a quadri e i suoi jeans potevano sopportare un simile destino. Fece ciò che non aveva mai preso in considerazione prima di quel momento, ovvero accettò una misera sconfitta a tavolino.
Non era tuttavia soddisfatto, perciò informò Sebastian che si sarebbe vendicato, in un modo o nell'altro.
"Ci sto" ribatté l'altro. "Andiamo a vedere chi è più bravo a zappare l'orto."
"Io non ho mai zappato un orto..."
"Sono sicuro che sarai un talento anche lì. E poi sono certo che vorrai almeno vedere i miei ortaggi."
"Sì, questo sì. Devo accertarmi che tu non mi lasci morire di fame, questo fine settimana. Da che parte è l'orto?"
Sebastian gli indicò una direzione.
Lewis iniziò a incamminarsi da quella parte, ma Sebastian lo trattenne.
"Perché vuoi andarci a piedi? Andiamoci con i tosaerba."
Era un'idea stupenda. Lewis non vedeva l'ora di salire di nuovo a bordo di quel mezzo. Chissà, magari avrebbe chiesto a Sebastian se sul tosaerba si poteva driftare...



sabato 18 aprile 2020

Il muro dei campioni e dintorni: rewatch fai da te di Canada 1999 e Canada 2000

Correva l'anno 1999: era l'epoca in cui attendevamo con impazienza la fine del Novecento, l'avvento del 2000 e quant'altro, senza renderci conto che saremmo passati soltanto da un anno all'altro e che, in realtà, la nostra vita non sarebbe cambiata affatto da un'annata a quella seguente: solo Eddie Irvine in Ferrari nel 1999 e Rubens Barrichello al suo posto nel 2000.
Dopo questa osservazione piuttosto profana, direi che possiamo sintonizzarci sul 1999 e sul mese di giugno, quando la Formula 1 faceva il suo arrivo a Montreal...

1999 - STORIA DEL MURO DEI CAMPIONI:
> si parte con un controllato Murray Walkahhhh meno su di giri che in altri momenti, con gli Schukkinen in prima fila seguiti dai rispettivi compagni di squadra;
> Coulthard da quarto che era si ritrova quinto, trollato da Fisichella, in grande spolvero sulla Benetton;
> Wurz invece non è più su una Benetton, ma è a piedi, in quanto coinvolto in un incidente al via con Trulli e Barrichello (quest'ultimo riesce a proseguire ma si ritirerà in corso d'opera per presunti problemi tecnici);
> entra la safety car e poco dopo il restart il centro dell'attenzione è su Ricardo Zonta, pilota della B.A.R. che si schianta sul muro della Curva 13;
> Damon Hill lo imita poco dopo al volante della Jordan e fa più scalpore, in quanto non parliamo più di uno sbarbatello rookie di cui la gente comune non conosce l'esistenza, ma di un campione del mondo;
> calma piatta con Michael Schumacher in testa, almeno finché a metà gara non tocca a lui uno schianto sul muro della Curva 13 (stava doppiando "Olivahhhh Penis" - cit. in quei frangenti);
> cinque minuti contati più tardi, dopo una B.A.R., una Jordan e una Ferrari, anche l'altra B.A.R. si schianta alla stessa curva, proprio mentre Walkahhhh ricapitola l'andamento della gara di Jacques Villeneuve (a questo punto entra la safety car - o almeno, ricordo di avere visto la SC dopo uno degli incidenti, credo sia stato per Platinum Jacques);
> di quattro campioni del mondo presenti, tre si sono già schiantati a quella che verrà ribattezzata "curva dei campioni", Mika Hakkinen invece si salva da questo triste destino e, dopo il ritiro di Schumacher, si ritrova in testa;
> Irvine e Coulthard a questo punto sono in lotta per la seconda posizione (Coulthard ha superato Fisichella subito a inizio gara riprendendosi la sua posizione di partenza) almeno finché non si toccano, ci rimettono entrambi, ma DC ci rimette di più di Irvine;
> ora c'è Frentzen secondo e, seppure Murray Walker non ci racconta del suo fidanzamento adolescenziale con Corinna, ci narra della professione di suo padre, impresario di pompe funebri;
> quando cedono i freni sulla vettura di Frentzen a quattro giri dalla fine (diventando la prima gara della storia della F1 a finire in regime di safety car), il nostro Fisi risale in seconda posizione e Irvine si trova sul gradino più basso del podio;
> per il resto le cose vanno male agli italiani, prima c'era Zanardi in lotta con Badoer, i due si sono procacciati in corso d'opera delle penalità e poi Zanardi è finito fuori a causa di un probabile problema tecnico;
> Top-6: Mika Hakkinen, Giancarlo Fisichella, Eddie Irvine, Ralf Schumacher, Johnny Herbert, Pedro Diniz.

Erano altri tempi, fatti di "Finlandia Vodka" come sponsor a caratteri cubitali, che bene si prestava alla vittoria di Hakkinen, anche se Hakkinen si asteneva dal consumo di alcolici durante il campionato. Altro sponsor che ho notato era Player's, quello della vettura di Greg Moore in Formula CART.
Si capisce che erano altri tempi dal fatto che Fisichella si sia dimenticato di togliersi il cappellino durante gli inni e che, invece di una polemica online interminabile, ci sia stato solo Hakkinen che gliel'ha tirato via dalla testa. Non contento, Fisi ha fatto per rimetterselo subito dopo l'inno finlandese, mentre doveva iniziare quello britannico in onore della McLaren, stavolta accorgendosi da solo dell'errore e provvedendo subito a toglierselo.

2000 - RIVINCITA UN ANNO DOPO:
> gara rintracciata con telecronaca brasiliana su Youtube, ancora una volta una Ferrari e una McLaren in prima fila, quelle di Schumacher e Coulthard stavolta, seguite dai rispettivi compagni di squadra, in una gara che si prospetta nuvolosa/ parzialmente bagnata;
> gli Schulthard rimangono 1-2 al via, Villeneuve risale al terzo posto, Barrichello e Hakkinen si accodano;
> la gara di Coulthard è destinata ad essere rovinata da uno stop and go perché i suoi meccanici hanno lavorato sulla sua vettura oltre i tempi consentiti, dopo lo ritroveremo nelle retrovie, al centro della scena solo per un testacoda dopo una collisione senza altre conseguenze con Verstappen;
> Villeneuve si ritrova secondo e fa "da tappo" a Barrichello e Hakkinen che tuttavia lo supereranno in un secondo momento;
> Barrichello si avvicina progressivamente a Schumacher che, a metà gara, si ferma ai box per la sosta e sembra che abbia un qualche genere di problema alla vettura, ma i telecronisti sono impegnati a parlare della vittoria di Alesi nel 1995 (ottimo argomento, in ogni caso);
> Barrichello prosegue in pista e dopo la sosta è ancora secondo dietro a Schumacher, staccato un po' meno di prima, ma comunque a 20+ secondi di distanza;
> il nostro Fisi ancora una volta dà il meglio di sé sulla pista canadese e, in questa occasione, fermandosi al momento giusto (quindi mette direttamente le gomme da bagnato al momento della sosta per il rifornimento, mentre gli altri si devono fermare una seconda volta) si appropria del della seconda piazza e, quando viene superato da Barrichello dopo essere finito con le ruote sull'erba, della terza tenendo a bada nientemeno che il campione del mondo in carica Hakkinen per tutto il resto della gara;
> nonostante la pioggia, sono più i giri per i prati che gli incidenti, tra i contatti "seri" si citano Pedro De La Rosa vs Pedro Diniz (con ritiro del solo spagnolo) e Jacques Villeneuve vs Ralf Schumacher (con ritiro di entrambi);
> nella parte finale della gara Barrichello è palesemente più veloce di Schumacher e il gap tra i piloti Ferrari viene quasi interamente bruciato, mentre tutto lascia pensare a un congelamento di posizioni con Schumacher che sta facendo una gara molto conservativa (per problemi tecnici o di assetto);
> Coulthard rimonta posizioni nelle fasi finali di gara, ma è protagonista di un contatto con Wurz e, pure uscendone senza danni(?), arriva settimo non portando a casa punti;
> Top-6: Michael Schumacher, Rubens Barrichello, Giancarlo Fisichella, Mika Hakkinen, Jos Verstappen, Jarno Trulli // fun fact, era da Ungheria 1999, quindi da dodici(?) gran premi, che il pilota partito dalla pole position non vinceva la gara (Mazzoni la chiamava "maledizione della pole").

Curiosità (sono consapevole di avere già accennato all'episodio, ma tanto vale ripetersi): quando ero bambina andavo spesso durante l'estate al mare ai Lidi Ferraresi insieme a mia madre e a mio nonno, andando via la mattina e venendo a casa la sera, perché i miei prozii (il fratello di mio nonno e sua moglie) che abitavano in un'altra regione, venivano ogni anno al mare lì durante il mese di agosto. Per varie settimane c'era anche una mia cugina più piccola di me di qualche anno e mi capitava di trascorrere del tempo con le sue amiche della spiaggia che mi aveva fatto conoscere, tanto che a volte passavo del tempo con alcune di loro anche quando lei non c'era. Un giorno, nell'estate del 2000, mentre facevo il bagno in mare insieme a una bambina di otto/ nove anni amica di mia cugina e al nonno di questa bambina, non so come andò a finire che ci mettemmo a parlare di Formula 1. La bambina e suo nonno a quanto pare erano ferraristi entrambi, però nessuno dei due apprezzava Schumacher, erano entrambi sostenitori di Barrichello, speravano che potesse prendersi qualche rivincita e avere qualche soddisfazione senza che il team finisse per "remargli contro". Come esempio di occasione in cui Barrichello era stato sacrificato per il team citai il GP del Canada, quando aveva di fatto parato il fondoschiena del suo compagno di squadra, nonostante fosse palesemente più veloce nei giri finali. Il nonno dell'amica di mia cugina commentò la mia analisi di quel gran premio sostenendo che si capiva che me ne intendevo di Formula 1. *-* Soddisfazioni infantili che perdurano fino in età adulta (comunque no, non ci capivo molto di Formula 1 ai tempi).

mercoledì 15 aprile 2020

Rewatch Fai Da Te: le prime vittorie di Michael Schumacher in Ferrari (Spagna - Belgio - Italia 1996)

Facciamo un viaggio nel 1996 e occupiamoci delle gare che sicuramente non riceveranno considerazione nei Rewatch ufficiali (o almeno così la pensavo quando ho visto la prima), in quanto non sono tifosi-British-friendly: andiamo a riscoprire le prime vittorie di Michael Schumacher in Ferrari, che sono state tre nel corso del 1996, la prima avvenuta subito dopo il disastroso (per lui, ma anche per tanti altri) GP di Montecarlo. Questa gara si trova su Youtube con telecronaca British, tuttavia suddivisa in vari video di dieci minuti ciascuno. Almeno quattro(?) parti sono mancanti e i giri finali si trovano in un altro video che non c'entra nulla, ma quello che si trova permette di farsi comunque una buona idea dell'accaduto (questa gara l'ho vista nel weekend, senza sapere che sarebbe stata messa in programma per il replay del mercoledì).
I gran premi di Belgio e Italia che si sono svolti più avanti, invece li ho trovati come video completi. Si tratta di gare avvenute in agosto/ settembre l'una dopo l'altra.

SPAGNA - Damon Hill e Jacques Villeneuve in prima fila, dietro di loro le Ferrari e le Benetton in ordine sparso: Michael Schumacher, Jean Alesi, Gerhard Berger, Eddie Irvine.
La pista è piena d'acqua, quindi nel 1996 c'erano Veri Piloti(C), che diversamente da quelli attuali gareggiavano senza problemi sotto al diluvio, non dovendo farlo con assetto d'asciutto.
Quando la gara è partita, Murray Walker ha dato il meglio di sé: "Damon Hill has got away well, behind him the Benetton of Michael Schumacher"... ma WHAT. THE. F*CK?!?!?!?!?! Walker, torna in te. Quello che è in testa è Villeneuve. E soprattutto, Schumacher non sta su una Benetton (era Alesi). Hill era terzo, davanti a Berger, Irvine e Schumacher, mentre Katayama(?) è andato a schiantarsi e Coulthard idem, dopo un probabile contatto con Lamy. Panis nel frattempo si + ritirato ai box, il che non mi soddisfa nemmeno un po', essendo la gara post-Montecarlo.
Irvine non è durato due giri, poi l'abbiamo ritrovato fuori in mezzo all'erba impantanato, mentre vari piloti andavano in giro per le vie di fuga dopo errori e testacoda vari: Hill ha passato vario tempo nelle campagne spagnole, perdendo progressivamente posizioni, quindi ci siamo ritrovati con le Benetton al secondo e terzo posto, almeno finché Schumacer non ha superato i Bergesi uno dopo l'altro e si è lanciato all'inseguimento di Platinum Jacques, che poi ha superato in SoVrApPoSiZiOn3 al ritiro di Hill per incidente, distogliendo l'attenzione da quest'ultimo.

Dopo il sorpasso il gap tra gli Schulleneuve ha iniziato a viaggiare su ritmi impensabili, nei giri immediatamente successivi, Schumacher girava QUATTRO SECONDI AL GIRO più veloce di Villeneuve e ha continuato così per un bel po' e di conseguenza era più veloce di così tanto anche rispetto alle Benetton, che seguivano una vicina e l'altra a distanza la Williams di Villeneuve. Ciò, ovviamente, comporta che, se qualcuno dovesse dirvi che ha amato il GP di Spagna 1996 perché a quei tempi le gare finivano al photofinish e tanti piloti potevano lottare per la vittoria visto il gap minimo tra l'uno e l'altro, ha scambiato il suddetto gran premio per un altro!
Nel frattempo abbiamo continuato a perdere qualcuno per strada, tipo Brundle che è rimasto fermo a bordo pista per un presunto problema tecnico, con i commissari che in mezzo alla pioggia battente spostavano la vettura rischiando verosimilmente di essere investiti.
Nel frattempo Alesi si era portato in seconda posizione, Berger era finito fuori pista, Barrichello si ritirava ai box e Jos The Boss Verstappen era nientemeno che in quinta posizione. Un incidente, più avanti, l'avrebbe messo fuori gioco e soltanto sei vetture sarebbero arrivate al traguardo, ironicamente addirittura meno classificati che a Monaco: Schumacher/ Alesi/ Villeneuve/ Frentzen/ Hakkinen/ Diniz. Ciò mi lascia pensare che anche i Veri Piloti(C) di un tempo finivano per fare delle cavolate in caso di pioggia torrenziale e che ogni tanto c'era qualcuno a sorpresa che di cavolate non ne faceva: parlo di Pedro Diniz, che ha visto il traguardo e la zona punti! *-* Al confronto di una simile considerazione, penso che il fatto che Schumacher sia arrivato ad avere un minuto di vantaggio su Alesi (sceso a quarantacinque secondi perché ha verosimilmente rallentato a fine gara) sia del tutto irrilevante.

BELGIO - questo gran premio si è svolto a mesi di distanza da quello precedente, con Villeneuve/ Hill ancora in prima fila, anche se a parti invertite. Seguivano Schumacher, poi le McLaren e le Benetton in ordine sparso. Mentre Schumacher e Coulthard superavano Hill, nelle retrovie c'è stato un contatto tra Herbert e Panis, che ha messo fuori gioco entrambi. Insomma, dopo Monaco, Panis = mai una gioia. Anche Frentzen risultava essere fuori, stando a quanto hanno detto i telecronisti tedeschi (la gara era un collage tra il canale tedesco RTL e quello inglese Eurosport live, presumo che l'autore del video abbia inserito le parti mancanti alla telecronaca tedesca con quella inglese), nel frattempo si è vista la safety car, la si è vista in qualche punto imprecisato della pista, poi non è ben chiaro cosa sia accaduto, perché le vetture sembravano in regime di virtual safety car, non essendoci la safety car davanti. Mentre nessuno si interrogava sulla safety car e Villeneuve faceva registrare il giro più veloce mentre i commissari estraevano una vettura dalle barriere, Frentzen è comparso al microfono di nientemeno che Kai Ebel!
Tutto è proseguito con una certa tranquillità, con Villeneuve e Schumacher nelle prime due posizioni, fino al momento del plot-twist. Dopo circa un quarto di gara, infatti, una Arrows è andata a schiantarsi piuttosto violentemente, era Verstappen appena uscito dalla pitlane, con una probabile ruota non imbullonata. Sono arrivati i soccorsi, è arrivata la safety car e stavolta era davvero presente!

Vari piloti sono rientrati ai box in corso d'opera, mentre altri non si sono fermati, è il caso di Coulthard e Hakkinen che si sono trovati quindi nelle prime due posizioni, davanti a Schumacher, Alesi e Villeneuve, con Alesi che immagino non si fosse fermato: Villeneuve ha perso la posizione nei confronti di Schumacher rientrando ai box un giro più tardi rispetto al ferrarista.
Per evitare che Hill perdesse terreno dopo quanto accaduto con Villeneuve, in Williams non l'hanno fatto rientrare e lo si è visto in giro in mezzo a dei paletti. Si sarebbe fermato ai box dopo il restart, precipitando indietro di parecchie posizioni. Anche Berger è precipitato indietro di diverse posizioni, ma per un errore da lui commesso, essendo finito in testacoda durante un duello con Irvine.
Il duo della McLaren si è fermato decisamente molto dopo rispetto a tutti gli altri, con i due destinati a precipitare indietro di diverse posizioni, mentre gli Schulleneuve erano piuttosto vicini l'uno all'altro. A proposito di Ferrari, le cose non sono andate tanto bene a Irvine, non è mai stato nelle posizioni che contavano, avevamo avuto sue notizie solo durante il suo duello con Berger, e poi l'abbiamo visto ritirarsi per un problema al cambio.
Nel frattempo gli Schulleneuve effettuavano il loro secondo pitstop, Villeneuve diversi giri più tardi rispetto a Schumacher, per poco non l'ha trollato, ma non c'è stato niente da fare, Schumacher è rimasto in testa, inizialmente con pochissimo gap, ma staccandolo di qualche secondo nell'ultimo quarto di gara che restava. Schumacher/ Villeneuve/ Hakkinen, questa era la top-3. Alesi era quarto davanti a Coulthard, ma un incidente di quest'ultimo a pochi giri dalla fine ha fatto risalire Hill e Berger al quino e sesto posto.

ITALIA - settembre, gran premio immediatamente successivo a quello del Belgio, Williams ancora in prima fila, con Hill in pole davanti a Villeneuve. Seguivano Schumacher, le McLaren e Alesi che, dal sesto posto, si è portato in testa al via, preparandosi a dominare per riprendersi dall'anno precedente (quando era in Ferrari e accadde il famoso fattaccio del camera car che si staccò dalla sua vettura colpendo quella di Berger e mandando al vento una potenziale doppietta).
Alesi è uscito perdente dal suo duello con Hill per la prima posizione, Coulthard è finito fuori durante un duello con Villeneuve(?), nelle retrovie delle gomme volavano senza destare particolare preoccupazione... e questi erano due giri di gara. Nel frattempo Hakkinen e Schumacher erano terzo e quarto davanti a Villeneuve, quando si è vista una scena agghiacciante, ovvero Panis che, ancora una volta, stava girando a piedi e non a bordo della monoposto. Le gomme perdute nel frattempo, probabilmente venivano da una barriera di gomme urtata da Villeneuve durante il probabile incidente con Coulthard(?), ma nessuno ha approfondito, anche perché l'ala anteriore penzolava sulla McLaren di Hakkinen.
I giri seguenti sono stati un nuovo susseguirsi di colpi di scena: Berger ha rotto qualcosa e ha iniziato a rallentare, frattanto Hill ha urtato una barriera di pneumatici ed è finito in testacoda like a boss, sicuramente frutto degli insegnamenti di Mansell quando furono brevemente compagni di squadra un paio d'anni prima. Purtroppo l'effetto è stato diverso, infatti Mansell era specializzato nel fare ca**ate e poi riprendersi in corso d'opera, mentre Hill si è ritirato come un Frentzen qualsiasi (il Corinna Boy si è infatti ritirato per ragioni analoghe), lasciando la testa della gara ad Alesi.

L'ex ferrarista era seguito da Schumacher e Irvine, in quanto Hakkinen si era arreso alla sua ala anteriore spezzata e Irvine adesso precedeva Villeneuve (che aveva probabilmente dei problemi dopo il caos di apertura della gara), staccato di molto dagli Aleschumacher. La gara è stata caratterizzata a lungo da Alesi e Schumacher a distanza ravvicinata e durante i doppiaggi uno dei telecronisti di Eurosport ha pronunciato un'inquietante "well done Ricardo Rosset", probabilmente unica volta nella sua carriera in Formula 1 in cui ha ricevuto dei complimenti. Di sicuro non ne avrebbe ricevuti nel suo unico altro momento di gloria, ovvero quello in cui si sarebbe impantanato dopo un'uscita di pista.
Il duello tra il ferrarista del passato e il ferrarista del presente, in realtà, non si è deciso in pista, quanto piuttosto durante il giro di pitstop, con quello che al giorno d'oggi chiameremmo overcut: Schumacher è rientrato ai box diversi giri dopo Alesi e, mentre quest'ultimo era pieno di carburante, era più leggero e poteva di conseguenza fare tempi migliori, che gli hanno consentito di uscire davanti. Irvine, nel frattempo, si era già ritirato da diversi giri per un testacoda, facendo risalire Hakkinen al terzo posto. La top-3 è rimasta tale e quale, "Schumi per sempre alla Ferrari" recitava uno striscione sotto al podio su cui Alesi e Hakkinen dovevano accontentarsi dei gradini più bassi. Le Jordan di Brundle e Barrichello completavano la top-5 e Diniz è stato l'ultimo pilota a conquistare punti (l'ultimo punto della storia della Ligier), mentre Villeneuve ha dovuto accontentarsi di un settimo posto arrivato peraltro dopo che Herbert aveva rotto il motore. La Williams, quindi, non ha portato a casa nemmeno un punto in questa occasione, per la seconda e ultima volta in un campionato quasi dominato (l'altra volta era stato a Monaco).


lunedì 13 aprile 2020

:-((((

R.I.P. Stirling Moss (17.09.1929 - 12.04.2020)

Questa nostra domenica senza gran premi è caratterizzata da una brutta notizia, quella della morte di una leggenda del motorsport anni '50/'60. Moss si era ritirato a vita privata per problemi di salute da due anni e aveva ormai novant'anni, quindi si può dire che la sua vita l'abbia vissuta, ma queste notizie lasciano sempre un po' di amarezza.

Pilota di Formula 1 dal 1951 al 1961, ha vinto sedici gran premi su una sessantina di GP disputati in totale, classificandosi quattro volte secondo in classifica piloti e tre volte terzo. La sua carriera ha fatto sì che venisse soprannominato "il re senza corona", in quanto si tratta del pilota che ha vinto il maggior numero di gran premi senza mai essere diventato campione del mondo.

Il suo record, in realtà, è stato eguagliato e superato almeno tre volte nella storia della Formula 1, ma solo da piloti che poi hanno vinto il mondiale (il record assoluto dovrebbe spettare a Mansell, se non erro ha vinto ben ventinove gran premi prima di diventare campione del mondo, di trentuno in totale) facendo sì che il primato tornasse a Moss.

Una cosa mi ha colpita in positivo, oggi: Moss è stato descritto come un grande campione del passato, perché non sono solo i titoli vinti a rendere tale un pilota. È sempre stato così, non ricordo di avere mai letto nulla di diverso, su di lui. Almeno per una volta, siamo di fronte a un pilota i cui meriti venivano ugualmente riconosciuti anche prima della sua morte.