venerdì 31 ottobre 2014

Aprendo il cassetto dei ricordi... dei tristi ricordi...

Il 31 Ottobre 1999, giorno in cui Mika Hakkinen vinse il suo secondo titolo mondiale, non finì lì... purtroppo.
Dall’altra parte dell’oceano, sul Fontana Speedway, in California, si svolgeva la gara finale del campionato di Formula CART (poi Champs Car, oggi Indycar).
Purtroppo non fu il finale che quella stagione meritava e Greg Moore, un promettente pilota di appena 24 anni, perse la vita in un orribile incidente.
Sembra la McLaren fosse interessata a lui. Purtroppo non sapremo mai come sarebbe andata a finire. L’unica consapevolezza che ho al giorno d’oggi è che mi è difficile credere che un uomo che oggi non avrebbe nemmeno quarant’anni sia morto così tanto tempo fa.


Aprendo il cassetto dei ricordi... dei dolci ricordi...

31 Ottobre 1999, circuito di Suzuka: Mika Hakkinen vince il suo secondo titolo mondiale, l’ultimo, ma non possiamo ancora saperlo. Vince con quattro punti di vantaggio su Eddie Irvine, uno che, al giorno d’oggi, ci sembra difficile immaginare possa essere arrivato così poco lontano da un titolo.
La Ferrari vinse il mondiale costruttori e, qualcuno disse, si sarebbe meritata anche il titolo piloti. Onestamente ho qualche dubbio in proposito: senza offesa per Irvine, che non penso si offenderebbe se sapesse che ritengo che sia sempre stato più interessato a godersi la vita che ai risultati, non credo che abbia mai dimostrato davvero di poter ottenere quel titolo, che al posto suo probabilmente il suo compagno di squadra avrebbe vinto... e magari non solo il suo compagno di squadra, ma anche il suo successore.
Ripensando alla gomma smarrita al Nürburgring, un tempo ci vedevo del marcio. Al giorno d’oggi, alla luce di quello che ho visto negli ultimi anni mi sono accorta che tutto sommato quel giorno forse la Ferrari ha semplicemente commesso lo stesso errore che in seguito hanno commesso tanti altri. Se in epoche recenti in Renault, Mercedes e Redbull hanno fatto errori madornali dello stesso tipo (soprattutto in casi in cui è stato più quello che ci hanno rimesso piuttosto che quello che ci hanno guadagnato) o addirittura peggiori (perché perdere un bullone o una ruota ha degli effetti, mentre mandare in pista un pilota con una ruota non imbullonata è tutt’altro discorso), perché non avrebbe dovuto commetterne uno del genere anche la Ferrari? A “discolpa” del team va detto che, tra l’altro, in quello stesso gran premio anche Salo fu “vittima” di un pit-stop troppo lungo.


Tornando a noi, Hakkinen vinse e, a mio parere, se lo meritò eccome. Solo due anni più tardi, ad appena 33 anni, si ritirò dalla Formula 1. Sarebbe stato bello vederlo restare ancora per parecchi anni. Qualche duello over-40 tra lui e Michael Schumacher sarebbe stato epico.

lunedì 27 ottobre 2014

Cosa sta succedendo in questi giorni?

Doveva essere una vita fa il giorno in cui la Redbull ha fatto un annuncio shock che molti si aspettavano: a fine stagione Vettel, con loro da anni e anni, raccoglierà i propri stracci e se ne andrà. Anzi, no, non era una vita fa: era la vigilia di quel maledetto gran premio del Giappone, appena 22 giorni fa. In realtà, a ben guardare le cose, non è stato nemmeno così scioccante: di fatto non è niente di diverso da quello che accade in tutte le altre situazioni. Certo, se te ne vai quando hai vinto due mondiali e punti a un team con un nome più importante, oppure se lasci il tuo team dopo anni passati a puntare al terzo o al quarto posto in classifica, forse fa meno testo che se vai via dopo una stagione passata nell’ombra del compagno di squadra dopo avere vinto quattro titoli mondiali consecutivi. Purtroppo non ci sono precedenti nella storia della Formula 1... o forse per fortuna, dato che vedere un pilota di 27 anni che ha già vinto quattro mondiali con lo stesso team e che potenzialmente potrebbe vincerne altrettanti a volte è un po’ annoiante. In realtà, però, non è che mi sia annoiata più di tanto: c’era sempre qualche duello tra le Marussia e le Caterham a entusiasmarmi, quando là davanti c’era qualcun altro che dominava.
Il destino di Vettel è in Ferrari: fin da subito chiunque ne è sempre stato convinto e molto probabilmente è davvero così. Si segnala, però, che non è arrivato alcun annuncio ufficiale, così come nemmeno la McLaren ha annunciato i propri piloti. Quale sarà quindi il destino di Alonso? L’unica dichiarazione che ha fatto lui, è stata più o meno di questo tipo: sì, lo so, qualcuno potrebbe ipotizzare che rimarrò senza volante come un Hulkenberg qualsiasi, ma nel 2015 io ci sarò.

Hulkenberg... passiamo a Hulkenberg, appunto: è giunto il grande momento, in quanto la scorsa settimana la Force India l’ha ufficializzato per il 2015. Non si sa ancora se Perez farà coppia con lui o se verrà mandato in Messico a coltivare peperoncini. Tornando a Hulkino - perché ne sono sicura, molti di voi stanno sognando a occhi aperti il giorno in cui Raikkonen appenderà la bottiglia di vodka... ehm, il casco al chiodo - il suo contratto sarà per una sola stagione, quindi c’è già chi fa 2+2, ipotizzando un suo futuro in rosso. Devo ammettere che l’idea sarebbe allettante e secondo me sarebbe anche piuttosto sexy vestito di rosso (tipica opinione motoristica essenziale per il post XD) e che, vista l’impossibilità di realizzazione del mio scenario ideale, tutto sommato sarebbe il male minore. C’è solo un dubbio che mi assilla: per la vecchia questione delle nazionalità dei compagni di squadra, davvero la Ferrari intende affidare il suo volante a due tedeschi nello stesso momento? Mi viene il dubbio che Hulkenberg non sarà mai il compagno di squadra di Vettel in Ferrari. Speriamo almeno che rimanga in Force India abbastanza a lungo da permettere agli indiani di conquistare il tetto del mondo.

A proposito di indiani... c’è una notizia bomba esplosa proprio stamattina: pare che per la modica cifra di 70 milioni di euro due magnati indiani abbiano deciso di acquistare nientemeno che quello che rimane della Marussia! A proposito di Marussia, l’altra notizia è che, un paio di giorno dopo la Caterham, è finita a propria volta in mano ai curatori fallimentari. Qualcuno, però, sembra quasi interessato a comprarsela e chissà, magari anche la Marussia risorgerà dalle proprie ceneri come la Spyker quando venne acquistata dagli indiani. So che sto facendo castelli in aria del tutto inopportuni, ma cosa accadrebbe se gli indiani comprassero davvero la Marussia e decidessero di mettervi al volante uno dei talenti indiani? A parte il fatto che il glorioso Alex Rossi perderebbe nuovamente il volante! ...Okay, basta infierire sul quel poveretto (non in senso economico, suppongo) alla ricerca dell’esordio in Formula 1: è quello che succede a chi nasce dalla parte sbagliata dell’oceano... figuriamoci se iniziamo a gufarlo.
Per quanto riguarda la Caterham, tutto tace. A nessuno sembra importare un accidente del destino di Kobayashi, Ericsson e i vari piloti che avrebbero dovuto esordire o forse no prima della fine della stagione. Anch’io, devo ammetterlo, sono più interessata al destino di Chilton, quasi come se fossi una fangirl 12enne.

Qualcuno si chiederà che fine abbia fatto la Sauber. Per il momento sembra ben lontana dalla Marussia e dalla Caterham, dato che in questi giorni ha organizzato test privati per giovani piloti emergenti(?), probabili talenti(?) del futuro a Valencia.
Uno è Adderly Fong, 24 anni, miglior pilota di Hong Kong della storia della Formula 1. Il fatto che sia stato l’unico ha contribuito al suo successo. L’altro, decisamente più giovane, è il 19enne Roy Nissany (che poi qualcuno mi deve spiegare come si pronuncia: Nìssani? Nissàni? Nissanì?), che spera di diventare il miglior pilota israeliano della storia della Formula 1. Se non dovesse riuscire in questo intento, dato che il margine di confronto è il padre, farebbe molto meglio a cambiare mestiere. Per chi giustamente non avesse idea di chi stia parlando, si tratta di un certo Chanoc Nissany, che prese parte alle prove libere del gran premio d’Ungheria 2005 sulla Minardi. Le sue performance sono le seguenti:
- si è lamentato che la macchina aveva TROPPO grip;
- ha girato 6 secondi più lento del penultimo (Kiesa sulla Jordan);
- dopo essersi insabbiato, non era capace di scendere dalla vettura non riuscendo a smontare il volante, e rimase a bordo mentre la gru spostava l’auto.

Va beh, dopo avere concluso ripercorrendo la gloriosa carriera di questo pilota(?), non mi resta che darvi appuntamento al prossimo post.
Adeus.


domenica 26 ottobre 2014

Marussia vs Caterham: le reginette incontrastate delle retrovie... e dei duelli epici!

Come tutti sappiamo la situazione di Marussia e Caterham è molto difficile e la probabilità di non rivederle mai più in pista è molto elevata. Per molti si tratta di quattro vetture anonime, destinate a non cambiare le sorti del campionato. È sempre stato così, questo non lo si può negare. È però lampante che uno scopo ce l’hanno sempre avuto: dimostrare che chi pensa che al giorno d’oggi i piloti non siano pronti a sorpassarsi o a difendere una posizione con tutti sé stessi, si sbaglia di grosso. Raramente inquadrati dalle telecamere, da qualche anno a questa parte c’erano sempre quattro piloti disposti a tutto per una 15^ o 16^ posizione e sarebbe profondamente ingiusto non prenderne atto. Abbandoniamo quindi argomenti futili e privi d’interesse come lo scontro per il titolo che sta andando in scena tra Hamilton e Rosberg (elencati volutamente in ordine alfabetico, per l’insoddisfazione di chi volesse leggere messaggi subliminali nei miei scritti), o quello andato in scena negli anni passati tra Alonso e Vettel (anche qui elencati volutamente in ordine alfabetico) e concentriamoci sulla ragione che veramente ci spinge davanti alla TV o davanti a un sito di streaming: quali sono stati i migliori duelli epici Marussia vs Caterham, Marussia vs Marussia o Caterham vs Caterham? Ma soprattutto, ci sono mai stati duelli Caterham vs Caterham degni di nota?

NB. La top-ten qui di seguito stilata è basata sul gusto personale dell’Autrice© di questo commento e sulla sua passione per le Sacre Cenerentole e i Coccodrilli Rombanti. Chiunque ricordasse episodi maggiormente epici è caldamente invitato a intervenire per segnalarli e fare in modo che non siano mai sommersi dall’ombra del dimenticatoio.

Posizione n.10: un esordio col botto
È il gran premio d’Australia del 2013 e tra le new entry della stagione troviamo Max Chilton su Marussia e Giedo Van Der Garde su Caterham.
Era un’epoca in cui di solito era la Caterham a stare davanti e la Marussia a inseguire e anche stavolta tutto va come da routine: Chilton è dietro a Van Der Garde... ma gli è in scia... anzi, gli è addosso. Vola qualche pezzo in giro.
Il vincitore del duello epico in questione sarà, indirettamente, Chilton: chiuderà la gara penultimo, davanti a Van Der Garde.

Posizione n.9: inseguendo le orme dei piloti di punta
Non si sa cosa sia accaduto esattamente al gran premio d’India del 2013, ma c’è un dato di fatto: in un replay della partenza viene inquadrato Van Der Garde senza alcuna vettura nelle immediate vicinanze. Si sente un team radio: si sta lamentando di Chilton, da lui definito un idiota. Si può solo presupporre che tra i due ci sia stato un duello epico e il non sapere rende forse ancora più intrigante.
Il vincitore del duello sembra essere stato Chilton, dal momento che Van Der Garde si ritira nel corso del primo giro.

Posizione n.8: scontro in qualifica per il 14° tempo
Non si tratta di un vero e proprio “duello epico”, ma casomai di un duello sul filo dei centesimi di secondo, avvenuto nella Q2 del gran premio del Belgio del 2013.
Sull’asfalto su l’anno precedente Charles Pic ha ottenuto il miglior tempo con la Marussia, va in scena una qualifica del tutto anomala: complice un acquazzone scoppiato nel momento più improbabile, Van Der Garde con la Caterham si classifica terzo in Q1, mentre le Marussia di Bianchi e Chilton sono rispettivamente in 11^ e 16^ posizione. In Q2 è scontro aperto su chi sarà il primo pilota della storia dei “nuovi team” a partire 14°. Si tratta di Van Der Garde che batte senza difficoltà le Marussia. Dal duello epico usciranno tutti perdenti, in quanto abbondantemente dietro a tutti gli altri piloti.

Posizione n.7: le Marussia contro tutti!
Se la qualifica del gran premio del Belgio del 2013 ha riservato sorprese, ancora meglio va in Gran Bretagna nel 2014. Protagonisti assoluti sono stati Jules Bianchi e Max Chilton che al termine della Q1 sono rispettivamente 3° e 6°, un record nella storia della Marussia e si apprestano a stupire tutti in Q2. In realtà in molti credono che non ci sia altro che uno scontro epico sul filo dei millesimi per la 15^ posizione, ma in realtà le cose vanno meglio del previsto... molto meglio del previsto: al termine della Q2 Bianchi è 12° e Chilton 13°.
Dal duello epico escono perdenti due Sauber e una Lotus... e Chilton, che non partirà mai 13° a causa della sostituzione del cambio.

Posizione n.6: il Glock e il Pic dei poveri
Richiamando alla memoria un duello epico di un paio d’anni prima (a cui sarà dato spazio a tempo debito) Chilton e Bianchi mettono in atto un scontro interno alla Marussia alla partenza del gran premio del Canada del 2014.
Da questo duello, che si conclude molto in fretta in quanto Chilton rifila una storica inculata al compagno di squadra mettendo fine alla gara di entrambi (1° ritiro in carriera per Max), escono vincitrici le Caterham: se non altro Kobayashi ed Ericsson, diversamente dai due sopracitati colleghi superano la prima curva indenni.

Posizione n.5: un sorpasso che non esiste
Sono le fasi conclusive del gran premio della Cina del 2014 e un arrembante Kamui Kobayashi, al volante di una Caterham, ha appena fatto il figo sdoppiandosi da Vettel e guadagnandosi gli insulti del pilota della Redbull in mondovisione. Per completare l’opera decide all’ultimo giro di strappare la 17^ posizione alla Marussia di Bianchi.
Chi vince il duello? Mhm... quale duello?! Non c’è mai stato alcun duello! Scopriremo infatti che, essendo stata sventolata la bandiera a scacchi per sbaglio con due giri d’anticipo, tutto quello che è successo dopo quel momento è totalmente irrilevante e che Kobayashi non ha mai effettuato quel sorpasso. A nessuno sembra importare niente di tutto ciò.

Posizione n.4: ringraziamenti via Twitter
Credevate che i piloti avessero l’abitudine di utilizzare Twitter solo per pubblicare foto delle mogli, dei cani, dei parenti entro il venticinquesimo grado e delle telemetrie del compagno di squadra o in alternativa per scatenare polemiche? Vi sbagliate di grosso, dal momento che, dopo il gran premio del Belgio del 2014 Max Chilton ha inviato un Tweet al rivale della Caterham Marcus Ericsson per ringraziarlo dello stupendo duello combattuto nelle fasi conclusive della gara. Il vincitore di tale duello, per onore di cronaca, è stato Chilton che s’è salvato dal disonore dell’ultima posizione.

Posizione n.3: il titolo mondiale dei poveri
È il gran premio del Brasile del 2012 e tutti sono concentrati su chi vincerà il titolo tra Sebastian Vettel e Fernando Alonso. Ci sono piloti che possono essere rilevanti per l’assegnazione del titolo e piloti che nessuno considera. Ci sono anche piloti che un tempo potevano essere rilevanti e che al giorno d’oggi nessuno considera. A questa categoria appartengono, con grande sollievo di tutti, Vitalij Petrov e Timo Glock, rispettivamente al volante di una Caterham e di una Marussia che nella fase conclusiva della gara si contendono l’11^ piazza che sarebbe il miglior risultato stagionale per l’uno o per l’altro team.
Come prevedibile in finale di stagione Petrov è lo specialista delle posizioni conservate e Glock lo specialista delle posizioni perse: Petrov vince il duello epico e la Caterham conquista la 10^ posizione in classifica. Né gli sforzi di Petrov né quelli di Glock verranno ripagati: entrambi verranno messi alla porta dai rispettivi team, ma questo è irrilevante di fronte alla soddisfazione di essere entrati nella top-5 dei duelli epici.

Posizione n.2: un sorpasso da “you have to leave the space”
Nelle retrovie del gran premio di Montecarlo del 2014 va in scena uno scontro epico che, grazie al fatto che Raikkonen si trovi nei paraggi, abbiamo l’onore di poter ammirare. Troviamo appunto Raikkonen dietro a una Caterham e davanti a una Marussia, che si accinge a superare il pilota che lo precede, garantendoci di vedere anche quello che succede nei secondi successivi.
Infatti non è finita lì per Kobayashi che si vede arrivare dietro Bianchi: tra i due c’è un breve ma intenso duello ruota contro ruota, con la Marussia che si lascia alle spalle la Caterham.
Vincono lo scontro i piloti delle retrovie contro quelli che si giocano le prime posizioni: qualcuno ha per caso sbraitato via radio in quel momento invocando la squalifica dell’avversario? A me non pare... Dopotutto i piloti delle retrovie, quando vengono asfaltati, non imprecano via radio: si limitano a ricambiare il favore, casomai dovesse essercene la possibilità

Posizione n.1: il duello epico che ha fatto la storia dei duelli epici
È il gran premio del Belgio del 2012, proprio quello in cui Pic ha ottenuto il miglior tempo in una sessione di prove libere in cui è sceso il diluvio. Come se non bastasse quell’onore, lui e il compagno di squadra innescano un bellissimo duello ruota contro ruota, che fortunatamente non cade nel dimenticatoio e viene inquadrato, dal momento che Massa e Webber si stanno accingendo a doppiarli. Glock è davanti a Pic, che però lo supera, per poi essere sorpassato dal compagno di squadra. I due si guadagnano l’appellativo di “Alonso e Hamilton dei poveri”.
Di fatto è Glock a uscire vincitore dallo scontro, ma credo di poter dire che quel giorno ne siano usciti vincitori entrambi: se sono diventata una fan della Marussia, credo che tutto sia iniziato quel giorno...



Questo articolo è di proprietà della sua Autrice©, e in quanto tale appartiene al F1GC forum e al blog personale dell’Autrice© stessa.
Si ringraziano le Sacre Cenerentole e i Coccodrilli Rombanti per l’ispirazione fornita, in particolare il Piccolo Imper4tore dell’Ultima Fila, che con i suoi occhi azzurri e la sua aria da bimbominchia fa sicuramente impazzire un bel po’ di fangirl 12enni, sempre ammesso che le fangirl 12enni conoscano la sua esistenza, cosa di cui ho parecchi dubbi in proposito... e che grazie al suo andare piano, sano e lontano fa impazzire la sottoscritta.

sabato 25 ottobre 2014

Il 25 Maggio

It's time for Manzoni! E, nel caso crediate di avere letto male, ho scritto Manzoni con la N, non con la doppia Z.
Con questa parodia de "Il 5 Maggio" si intende omaggiare la memoria di Caterham e Marussia e di tutti i loro duelli epici. La data scelta non è casuale: si tratta della prima e ultima volta in cui la Marussia è andata a punti.



IL 25 MAGGIO

Ei fu: siccome immobile,
Dato il suo fallimento
Stette il bel Coccodrillo
In mezzo al gran sgomento
Così sconvolta e attonita
Ad Austin non sarà,
Triste pensando all’ultimo
Duello epico e fatale
Né sa quando una simile
Scuderia epocale
Dell’altro team la polvere
A calpestar verrà.
Con lei la Cenerentola
Fu rosso-nera e tacque
Quando con voce assidua
Cadde in Q1 e giacque,
Delle vetture ad oggi
Nessuna più ne ha:
Virgin fu e poi Marussia
E il suo grandioso oltraggio:
Caterham fuori subito
E l’altra col suo raggio,
La gloria della Q2
Chissà se troverà.
Da Trulli a Kovalainen,
Da Van Der Garde a Petrov,
Nessun fu mai un fulmine
A tener dietro Grosjean;
Crollò ogni speranza
Dall’uno all’altro dì.
Fu vera gloria? A Ericsson
L’arduo duello: noi
Chiniam la fronte a Chilton
Genial, che volle lui
Della Marussia lo spirito
Sui muri mai stampar.
La rosso-nera intrepida
Inseguì ogni risultato,
E l’ansia della Caterham
Servì, ma ormai è passato:
Vi giunse, senza i punti
Che era follia sperar,
Perse la Caterham la gloria
Maggior dopo anni e anni
Di fuga e la vittoria
Di chi non fece danni,
Due volte nella polvere,
Due volte ferma ai box.
E poi finì: i due team
L’un contro l’altro armato,
Al fallimento giunsero
Come aspettando il fato;
Cadde il silenzio e Bernie
Sorrise in mezzo a lor.
Scomparve e i dì perduti
Chiusi in sì brevi anni,
Segno d’immensa invidia
Della HRT,
D’inesplicabil odio
E intramontato amor.
Come sull’ultima fila
L’onda travolse e pesa
L’onda su cui duellarono
Alta pur innanzi e tesa,
Scorrevan poi a scendere
Le HRT invan;
Poi la Sauber giunse infine
E penultima scese.
Oh, quante volte ai posteri
Glock narrò le sue imprese
E sugli eterni scontri
Cadde uno stanco Pic!
Oh, quante volte al tacito
Finir di gara inerte
Giunsero le critiche
Di voci troppo esperte,
Rimase, e dei dì dei test
Razia fu il souvenir!
L’allegre chicane mobili
Solcaron le cupe valli
E il lampo nel retrotreno
Di chi lasciò i cavalli
In un concitato avvio
Fu un celere svanir.
Oh, forse a tanto strazio
Cadde giù la bandiera
E disperò: non valido
Divenne il duello vero
E in dimenticate aree
Il ricordo trasportò;
E l’avviò, per Shanghai
Sentier della speranza,
La gloria eterna, il premio
Che ai desideri avanza;
Che tra la Flyer e tenebre
La gloria mai passò.
Bella Monaco benefica
Distruggi la tristezza!
Tra le barriere rallegrati
Che la gloriosa altezza
Al disonor di Magnussen
Stavolta approfittò.
La vostra stanca cenere
Ricorda ogni parola:
Il team che arranca e soffoca,
Che affanna e che consola
Vide la spenta Sauber
E accanto a lei posò.


Fonte: me stessa per F1GC.

Arrivederci Caterham. Arrivederci Marussia.

Sembra ieri che le piccole "schegge" verdi e quelle rosso-nere si scannavano nelle retrovie per una 17^ posizione. Sembra ieri che, sopravvissute alla falce che aveva stroncato per sempre la HRT, Caterham (i "Coccodrilli Rombanti", nei miei commenti) e Marussia (le "Sacre Cenerentole", nei miei commenti) inseguivano la 10^ posizione in classifica, che avrebbe significato soldi, soldi, soldi, molti soldi... e forse la possibilità di andare avanti.
La Marussia addirittura ha superato le aspettative: al momento attuale è nona in classifica, davanti perfino alla Sauber. Però ad Austin non ci sarà e la stessa sorte toccherà alla Caterham. Non ci saranno nemmeno a Interlagos. E' stato Bernie Ecclestone ad annunciarlo e ha annunciato che non saranno sanzionati per l'assenza. L'ultimo team ad avere ottenuto tale privilegio, se non vado errata, fu la Simtek nel '95: non tornò affatto, perché fu dichiarato fallimento. Al giorno d'oggi Marussia e Caterham sono in grave crisi finanziaria e non hanno più finanziatori... guarda caso, proprio quando Ecclestone voleva liberarsi di loro per quella "grandiosa idea" che è la terza vettura.
E' una giornata amara, oggi, nello scoprire che dobbiamo dire addio a questi due team, forse per sempre e lo è ancora di più perché non riesco a togliermi dalla testa l'idea che due team siano stati sacrificati ai giochi di potere della Formula 1.

Ah, se qualcuno vuole dirmi che la colpa di questi team è portare in Formula 1 piloti incapaci, che danneggiano il team, diversamente da come accadeva negli anni '80/'90, gli chiedo la cortesia di tacere.
La Marussia negli ultimi due anni ha schierato un pilota che aveva un futuro in Ferrari e un pilota che in due anni si è ritirato una sola volta per incidente. Uno degli attuali piloti della Caterham ha all'attivo un podio con la Sauber e l'altro... va beh, l'altro è una sorta di Chilton vestito di verde, ma è pur sempre un pilota che va piano ma va sano e va lontano. Altro che i vari Inoue degli anni '90...
Inoltre, a chi se lo fosse dimenticato, vorrei ricordare che per la Marussia e la Caterham negli anni scorsi sono passati piloti che avevano all'attivo podi (Glock, Petrov) o vittorie (Trulli, Kovalainen).

venerdì 24 ottobre 2014

Uno zio per le Petit Bebé Sachà

"Maldonado deve restare, sennò come li scrivo i "MiniDriver"? :P Eppoi sua figlia deve diventare la futura moglie del "Petit Bebè Sacha", così quando quest'ultimo esordirà in F1 Mazzoni sarà tutto contento e ci dirà che è il primo pilota nella storia figlio di un pilota, genero di un pilota, nato il giorno del genetliaco del Divino Ferni e che ha rischiato di diventare il nipote del nipote di Ayrton Senna, in quanto la zia Gaelle Grosjean è stata fidanzata con l'ex F1 Bruno Senna." [CIT. Ransie]

Ebbene, carissima Ransie, questa tua riflessione sul gossip mi ha condotta a prendere una pessima decisione: scrivere l'ennesima parodia. Credo che sia un po' troppo gossippara per postarla sul forum senza essere presa per pazza, perciò dovrai accontentarti di vederla qui a parte stravolgimenti dell'ultima ora...

Nella speranza di un improvviso ritorno di fiamma tra zia Gaelle e l'Uomo Rasoio e in memoria del gran premio vinto dal Sommo Pastor, mi è uscita questa composizione.


Base: Roberto Vecchioni - Samarcanda

Ridere, ridere, ridere ancora
Ora Grosjean paura non fa,
Brucia la vettura dentro il box la sera,
Brucia per il kers che ora esploderà,
Fumo d'erba indiana fino all'aurora,
Lo sfigato che tutta la notte ballò
Vide tra la folla anche la zia Gaelle,
Vide che cercava lui e si spaventò.

Salvami, salvami grande Pastore
Fammi fuggire, o mi nascondo qua
Era fumata ma mi stava vicino:
Vuole uno zio per le Petit Sachà.

Dategli, dategli in mano una zappa
Figlia dei campi, degna di lui
Presto, più presto perché vada a zappare,
Dategli la zappa più preziosa che c'è.

Corri cavallo, corri ti prego
Fino a Montecarlo ti cavalcherò
Non ti fermare, vola ti prego
Come fa Gutierrez e io cappotterò
Oh oh un po' d'erba, oh oh un po' d'erba,
Oh oh un po' d'erba, oh oh un po' d'erba, oh oh

Webber, Di Resta poi anche Alonso
Tante le vetture che fuorì buttò
E intanto tra la folla sua sorella Gaelle
Che lo zio per Sacha laggiù in Spagna trovò.

Eri tra la gente là a Montmelò
Che mi corteggiavi con malignità
Son scappato e sono andato a zappare
E ora in mezzo ai campi ti ritrovò qua!

Sbagli, ti inganni, ti sbagli sfigato
Io non ti guardavo con malignità
Era solamente uno sguardo stupito:
Cosa ci facevi l'altro ieri là?
Ti aspettavo qui per oggi a Montecarlo,
Eri lontanissimo due giorni fa
Ho temuto che per fumare l'erba
Non venissi a fare shopping per l'Enfant Sachà!
Non è poi così noioso fare shopping
Vieni sfigato, vieni con me
Ho fumato insieme a te tutta la notte,
Sei lo zio perfetto per l'Enfant Sachà!
Oh oh Enfant, oh oh Enfant,
Oh oh Enfant, oh oh Enfant, oh oh.



...
...
...
Ma, dannazione, è mezzanotte e venti! E domani inizio a lavorare mezz'ora prima degli altri giorni. o.O
E mi ero detta che sarei andata a letto prima delle altre sere. #Crediamoci.

giovedì 23 ottobre 2014

In ricordo di Marco Simoncelli tre anni dopo

Sono già passati ormai tre anni dal 23 Ottobre 2011, il giorno in cui Marco Simoncelli ci lasciò e credo che sia più che opportuno spendere qualche parola.

Stavolta non sarà un discorso da tifosa o da appassionata: contrariamente a molti appassionati di Formula 1, non ho mai avuto un interesse altrettanto intenso per il motociclismo, forse dovuto al fatto che, quando iniziai a seguire la F1, il motomondiale non veniva nemmeno trasmesso in TV e che, quando iniziarono a trasmetterlo e i miei parenti a guardarci, nell’epoca in cui Valentino Rossi era un giovane pilota emergente, in realtà lo trovavo anche abbastanza noioso, sia perché le gare non mi appassionavano sia perché il fatto che si parlasse solo ed esclusivamente di Rossi e che tutta l’attenzione fosse sempre concentrata su di lui mi annoiava alquanto.
Il mio “interesse teorico” per il Motomondiale sorse molti anni più tardi. Era il periodo 2007-2008 o giù di lì, io avevo sui 19-20 anni e all’epoca a mio nonno piaceva molto. Seguiva sia la 125, sia la 250 sia la MotoGP, forse un po’ meno la MotoGP delle altre serie perché nel primo pomeriggio magari non era a casa, ma credo che la 125 e la 250 non se la perdesse mai una volta, accendendo anche la TV con delle mezze ore o dei tre quarti d’ora d’anticipo. Andando a pranzo dai miei nonni praticamente ogni domenica, mi capitava spessissimo che, quando andavo là, ci stesse guardando. Arrivando da loro verso le 12.20 o 12.30 e andando via verso le 14.00 o 14.30 o giù di lì, era abbastanza raro per me vedere le gare della MotoGP al completo, però poi magari mi informavo sui risultati (cosa che al giorno d’oggi non faccio più da tempo immemorabile). La 250 invece, nonostante adesso io non abbia nemmeno la più pallida idea di quali piloti corrano in Moto2, mi capitava di vederla abbastanza spesso e quasi conoscevo meglio i piloti della 250 che quelli della MotoGP, in cui ho sempre saputo chi erano solo quelli principali.

Il primo ricordo che ho di Marco Simoncelli? Questo credo che non me lo dimenticherò mai. Eravamo a tavola, all’epoca io ero proprio di fronte alla TV, e come al solito c’era la TV accesa su Italia 1. La gara della 250 stava per finire ed era in corso un’accesa lotta per la leadership tra Bautista e Simoncelli, che si toccarono e caddero all’ultimo giro. Ricordo che quel giorno ci facemmo qualche risata quando poi vennero inquadrati mentre si abbracciavano, dopo la caduta.
Tra l’altro quando più tardi per la prima volta vidi un’inquadratura di Marco senza casco, ricordo che spalancai gli occhi e commentai qualcosa tipo “ma questo che caspita di pettinatura ha?”.

Dopo il suo passaggio in MotoGP, di Simoncelli come pilota ricordo poco e niente. Ormai il mio “interesse teorico” per il motomondiale si era totalmente spento, sia perché ormai non c’era più mio nonno a guardarlo sia perché quando passammo al digitale terrestre da casa mia l’antenna non ricevette per un bel po’ di tempo il canale che trasmetteva il campionato.
Non credo di poter dire molto sulle qualità di Marco come pilota, sia perché non l’ho seguito quando è arrivato nella classe regina del motomondiale, sia perché comunque le mie competenze in fatto di motociclismo sono piuttosto scarse. Una cosa, però, me la ricordo e me la ricorderò per sempre: era uno dei pochi piloti che in TV si vedevano spesso anche in programmi che non avevano niente a che vedere con i motori e, in quelle situazioni, mi aveva sempre colpito per la sua simpatia. Non c’è da sorprendersi se tre anni fa anche molte persone che non seguivano il MotoGP rimasero sconvolte dalla sua morte.

Era il periodo in cui non ricevevo Italia 1. Non so nemmeno dire che cosa feci quella mattina. Quello che è certo è che avevo a malapena idea che ci fosse il Motomondiale, quel weekend. Andai a pranzo da mia nonna insieme ai miei genitori e, quando tornammo a casa, mi misi subito a studiare per un esame universitario, perché poi un paio d’ore più tardi dovevo andare alla festa di compleanno del mio cuginetto.
Ricordo che a un certo punto abbandonai i libri per andare in bagno. Quando uscii dal bagno, mi affacciai un attimo sul soggiorno. Mio padre era davanti alla TV, o meglio, davanti al televideo. Ero soprappensiero, quando mi disse, all’improvviso, “è morto Simoncelli”.
Quelle parole, testuali, ci misero qualche secondo di troppo per arrivare a destinazione. Ancora soprappensiero, per qualche istante non capii. Gli chiesi, quasi distrattamente, “cos’hai detto?” Proprio mentre glielo chiedevo, realizzai che la mia domanda non aveva senso, perché in realtà avevo capito benissimo. E all’improvviso provai un grande senso di vuoto, perché al di là del fatto che il Motomondiale non era mai stato in cima ai miei interessi, quelle volte in cui l’avevo seguito c’era un must: nelle lunghe attese prima del gran premio arrivava sempre il momento in cui inquadravano un ragazzo con un’immensa cascata di capelli. Sorrideva sempre, e il suo mi era sempre sembrato un sorriso genuino, come se ne vedono pochi in certi ambienti. È un sorriso che non dimenticherò mai.


Milù Sunshine
(Articolo scritto sia per il mio blog sia per il forum F1GC)


mercoledì 22 ottobre 2014

Sogno Verde-Oro

[Nell'ottavo anniversario del GP del Brasile 2006]

Nel tuo Brasile s'innalzò la voce
Mentre in Europa si faceva sera,
Di venti schegge eri la più veloce
Seguisti il sogno d'una vita intera:

La stessa strada quel dì percorresti
Ma dentro te, le speranze di fuoco
Ormai più intense tu non infrangesti
Senza temere di metterti in gioco.

Poi alla fine giunse la vittoria
Sopra Interlagos svettava il calore
Mentre per te c'era tutta la gloria

Con tanta gente che gridava in coro,
Col tuo sorriso, con passione e ardore
Attuasti il tuo bel sogno verde-oro.



Si ringraziano per l'ispirazione fornita l'Epico Cavaliere dei Diciannove Gatti Neri e la tuta verde-oro che indossava il giorno in cui vinse il gran premio del Brasile otto anni fa, il 22 Ottobre 2006. *-* Questi versi sono di proprietà dell'Autrice©. Chiunque li spaccerà per propri, dovrà affrontare innumerevoli macumbe. Fonte: me stessa per F1GC forum.

lunedì 20 ottobre 2014

San Fernando (parodia)

Dopo Leopardi è la volta di Carducci... questa è una parodia di "San Martino".



SAN FERNANDO

La nebbia a Yeongam
Piovigginando sale
E sotto le macumbe
Urla e s'incazza Seb;

Ma per le vie bagnate
Tra il ribollir del gufo
Va l'aspro odor del fumo
Fernando a rallegrar.

Gira sulla Redbull
Lo spiedo scoppiettando
Sta il gufator gufando
In Brasile a rimirar

Tra temporali e nubi
Stormi di gufi veri
Con macumbe e pensieri
A Abu Dhabi migrar...



Fonte: me stessa per F1GC.

domenica 19 ottobre 2014

Cose di cui un lato di me sente la mancanza - atto secondo

A suo tempo ho già parlato delle cose di cui sento lamancanza, riferendomi al periodo fine anni ’90, primi anni ’00, ma devo dire che, secondo me, c’è stato un altro periodo piuttosto glorioso, nella storia della Formula 1 recente. Ripercorriamolo quindi con le cose di cui un lato di me sente la mancanza, atto secondo. Non sarà difficile intuire di che periodo si tratta.

I commenti ironici ai gran premi
Come può mancarmi qualcosa che c’è tuttora? Infatti non mi mancano, ma mi manca la spontaneità con cui nacquero. Adesso è scontato, per me, scrivere il commento al gran premio dopo che questo finisce, possano essere passate poche ore, pochi giorni o un paio di settimane nei casi peggiori. Un tempo non era così e i commenti ironici ai gran premi sono nati per puro caso, destinati a rimanere qualcosa di privato. Come sono cambiate le cose, da quel giorno... Sia chiaro, non rimpiango i momenti in cui a leggere i miei commenti era una sola persona che magari non era neanche interessata al cento per cento a quello che scrivevo. Rimpiango però il momento in cui, con naturalezza, compresi che dovevo scrivere un vero proprio commento a un gran premio, affinché i ricordi di quanto era accaduto non svanissero.

La Super Aguri
Arrivarono come il fanalino di coda, raggiunsero il momento della gloria, tornarono nelle retrovie e fallirono. Il primo punto ottenuto da Sato sulla Super Aguri fu un momento da standing ovation: all’improvviso non mi importava più nulla di tutto il resto, fu una frazione di secondo ma fu la prima volta nella mia vita in cui provai un’intensa soddisfazione per una carretta che conquistava un punto, ultima cosa che avrei mai e poi mai potuto immaginare nei mesi precedenti. Poi arrivò, un paio di gran premi dopo, la consacrazione definitiva: vedere Sato su Super Aguri superare Alonso su una McLaren fu qualcosa di indescrivibile: un pilota di medio livello su una carretta che superava un campione del mondo di un top team. Con tutto il rispetto per Alonso e per la McLaren, fu una scena orgasmica, mai più vista negli anni a venire.

L’uomo dei record
Ultimo alla partenza e primo al restart, conquistò peraltro la maggior percentuale di giri disputati in testa sul totale... al volante di una Spyker. Sto parlando di Markus Winkelhock, che mi è rimasto nel cuore e che ricordo tuttora nonostante la sua parentesi in Formula 1 durò pochissimo. Passerà molto tempo prima che qualcuno batta i suoi record... se accadrà mai, cosa di cui dubito fortemente.

“Prova a imparare!” “Prova tu a imparare!”
Passato momentaneamente l’entusiasmo per Winkelhock in testa al gran premio, e peraltro non fu neanche troppo difficile dato che venne superato da tutti un attimo prima che il suo motore finisse in fumo, continuammo a vederne delle belle. Vedemmo un duello per la prima posizione tra Massa e Alonso a pochi giri dalla fine, in cui quest’ultimo ne uscì vincitore. Qualcuno azzardò che sarebbe stato epico se fossero finiti fuori pista entrambi, perché sarebbe accaduto qualcosa che non aveva mai più speranze di accadere: Webber avrebbe vinto con una Redbull. Eh già, all’epoca lo credevamo davvero impossibile! Webber arrivò terzo e apprese da Alonso l’“arte di rosicare dopo una vittoria”, in cui Fernando si lamentò di come Massa avesse attentato alla sua leadership dopo che, per la vittoria, aveva lottato con... Heidfeld?!?!?! Sorvoliamo su questa inquietante prospettiva e concentriamoci su Felipe, che con grande eleganza rispose... no, è meglio sorvolare anche sulla risposta!
Bonus: i due litigarono in italiano.
Doppio bonus: in italiano l’espressione “prova a imparare” non ha senso, ma Alonso sembrò comprenderla perfettamente, dato che la sua risposta fu “prova tu a imparare”.
Triplo bonus: Massa mandò a quel paese anche Ron Dennis, sopraggiunto per calmare gli animi.
Quadruplo bonus: sul podio c’era Michael Schumacher a consegnare il trofeo al rappresentante della McLaren, e indossava una camicia a righe.

Oh, c’è un pilota che ha la mia età!
Sapevo che era uno dei piloti di riserva della BMW Sauber, sapevo che era conteso tra la BMW Sauber e la Toro Rosso/ Redbull (grazie alle telecronache di Mazzoni) e sapevo che aveva diciannove anni, proprio come me. L’unica differenza era che io avevo appena compiuto i diciannove, Sebastian Vettel stava per compiere i venti. Quello che contava, comunque, era che un pilota nato meno di dodici mesi prima di me avesse finalmente debuttato in Formula 1.
Al giorno d’oggi, in cui ci sono parecchi piloti nati negli anni ’90, in cui Ricciardo che è più giovane di me ha vinto dei gran premi, in cui si appresta a debuttare in Formula 1 Max Verstappen che ha nove anni in meno di me, mi sento dannatamente vecchia. Allora mi sentivo coetanea di almeno un pilota di Formula 1, e mi sentivo importante!
Bonus: abbandonando un attimo il discorso dell’età, quando Vettel passò alla Toro Rosso, il mio commento fu “come può, un pilota che può diventare titolare tra un anno o due sulla BMW Sauber, puntare a un team di livello medio-basso come la Redbull?”, il che dimostra che giustamente non avevo la più pallida idea di quello che ci aspettava.

Tre per quattro
Era il gran premio della Turchia del 2007 e, quanto mancavano cinque gran premi alla conclusione del mondiale, i piloti della McLaren e quelli della Ferrari avevano tutti quanti ottenuto tre vittorie ciascuno. Poi la situazione di “parità” svanì di lì a poco, ma in quel momento c’era un certo livello di epicità nella situazione che si era venuta a creare.

Quell’anno in cui non sentimmo mai l’inno tedesco
Era il 2007 e per tutta la stagione udimmo un susseguirsi di:
- inno britannico e basta;
- inno spagnolo + inno britannico;
- inno finlandese + inno italiano;
- inno brasiliano + inno italiano.
Né piloti né team tedeschi ottennero quindi la vittoria e, per un’intera stagione non udimmo l’inno tedesco nemmeno una volta!

OMG, c’è una Force India in quarta posizione!
C’era Sutil quarto e la cosa avrebbe anche potuto diventare orgasmica, se le cose fossero andate avanti così abbastanza a lungo da consentirgli di guadagnare punti. Purtroppo per lui Raikkonen gli frenò nel retrotreno. Successivamente vedemmo varie inquadrature di Sutil in lacrime dentro al box della Force India, segno evidente che da sobrio è capacissimo di mostrarsi contrariato a qualcosa o a qualcuno senza fare danni.
Bonus bonus: nella stagione successiva ci fu un altro incidente tra Sutil e Raikkonen quando Sutil era in top-ten.
Doppio bonus: sempre nella stagione successiva ci fu un gran premio in cui Sutil riuscì effettivamente ad arrivare quarto.

L’imminente debutto di Roldan Rodriguez
Dubbio esistenziale: chi sarebbe?
Risposta: effettivamente non lo so, ma era uno di cui si parlava sempre! Doveva debuttare alla Spyker, o forse alla Force India, o forse era associato prima alla Spyker e poi alla Force India.

Nelsinho Piquet
Nelson Angelo Piquet / Nelson Piquet Junior / Nelsinho Piquet aveva come obiettivo, secondo Mazzoni, quello di farsi chiamare solo Nelson, obiettivo per nulla realizzato, almeno durante il tempo della sua permanenza in Formula 1. Apparve alla Renault lo stesso anno in cui Alonso vi fece ritorno e da molti venne visto, in un primo momento, come un valido avversario per lo spagnolo. Molte fangirl, invece, lo ritennero un valido candidato quando erano desiderose di sbavare un po’.
Nonostante il suo fascino brasileiro Nelsinho Piquet è nato in Germania, non troppo lontano dal circuito di Hockenheim in cui ottenne una seconda posizione, uno degli unici due risultati decenti ottenuti per tutta la durata della sua carriera di pilota. Ebbe molto più successo nella sua carriera alternativa di manichino da crashtest, tanto che nessuno riesce ancora a stabilire con certezza se nel famigerato gran premio di Singapore del 2008 contro al muro ci andò apposta oppure no. Dobbiamo fidarci solo della sua parola e spero che, dal momento che raccontandolo pubblicamente ci fece sappiamo tutti che figura, spero almeno che l’abbia fatto davvero!

Il centesimo pilota nella storia della Formula 1 a vincere un gran premio
Ormai avevamo perso le speranze. Kovalainen era una sorta di nuovo Barrichello al volante di una McLaren, con la sola differenza che, quando c’era la possibilità di vincere quelle due o tre gare per anno, Barrichello era sempre lì al momento giusto, mentre di Kovalainen non si poteva dire altrettanto. Proveniente dalla Renault e giunto in McLaren dove avrebbe potuto fare sfaceli, in realtà passò nell’ombra. Poi un giorno, mentre era stabilmente terzo a una certa distanza da Hamilton che a sua volta era a una certa distanza da Massa, capitarono due miracoli: Hamilton forò e Massa ruppe il motore. Kovalainen vinse quindi quando nemmeno lui ci credeva più. In conferenza stampa, però, dichiarò che anche senza la rottura del motore di Massa avrebbe potuto puntare comunque alla vittoria, cosa non molto credibile visti i venti o trenta secondi di gap e il fatto che la gara fosse quasi finita. Comunque poco importa: Kovalainen non ha bisogno di essere creduto, quello che conta è che, da qualche parte ci sia la sua presenza illuminante.
Bonus: durante le interviste era sempre pronto a ridacchiare, specie nelle occasioni in cui arrivava dalla quindicesima posizione in poi.

“Ma quale Ferrari e McLaren, io spero in una vittoria della Toro Rosso!”
Era un commento fatto così, per sdrammatizzare un po’ sui risultati della Toro Rosso che, per carità, qualcosa di buono lo stava anche combinando, ma che mai e poi mai avrebbe potuto vincere un gran premio. Scherzavo così, una settimana prima del gran premio d’Italia del 2008. Poi una settimana più tardi Vettel tagliò il traguardo in prima posizione... con una Toro Rosso!

Una lampadina da minatore sul casco
Lo scenario era quello del primo gran premio di Singapore, primo gran premio in notturna della storia della Formula 1, in cui Robert Kubica, all’epoca pilota della BMW Sauber che doveva essere stato contagiato dalla follia di Vettel in fatto di caschi quando erano pseudo-compagni di squadra un anno prima, decorò il proprio casco con una sorta di lampadina da minatore, di cui Mazzoni parlò approfonditamente il telecronaca, nonostante non fosse nulla in confronto alle luci intermittenti messe sul casco da Vettel in un’occasione molto successiva sempre a Singapore.

I finali di stagione al cardiopalma
Sono cresciuta con i finali di stagione in cui tutto si decideva tra Schumacher e Hakkinen. Poi se ne andò Hakkinen, comparvero Montoya, Raikkonen e compagnia bella... ma mai mi capitò di vedere un vero e proprio duello per il titolo all’ultima gara stagionale. Non tra tre piloti, almeno. L’edizione del 2007, con il gran premio del Brasile in cui Hamilton era leader della classifica con 4 punti su Alonso e 7 su Raikkonen, si prospettava scoppiettante. Da un certo lato poteva sembrare un risultato già scritto, da certi altri lati invece notammo come tutto poteva essere messo in discussione e come tutto era (o almeno appariva tale) genuino spettacolo. Ci furono polemiche qua e là, ma ci fu anche un esito che non era quello più scontato e che, in quanto tale, ci ricordò che la Formula 1 può anche essere imprevedibile e che soltanto quando cala la bandiera a scacchi sull’ultimo gran premio stagionale si può stabilire chi abbia vinto il mondiale.
Interlagos ci diede appuntamento a un anno più tardi: stavolta non c’erano tre piloti, ma soltanto due, e Hamilton aveva 7 punti di vantaggio su Massa. Ancora una volta il risultato sembrava scontato, ma forse così scontato non era, dato che tutto si decise soltanto all’ultima curva, quindi ancora più in extremis di quanto fosse accaduto l’anno precedente. Stavolta la Formula 1 ci dimostrò che addirittura anche quando viene data la bandiera a scacchi nulla è ancora scontato.

A questo punto, con l’auspicio di rivedere al più presto finali di stagione altrettanto scoppiettanti, non mi resta che rendermi conto di un’inquietante verità: c’è un'altra cosa di cui un lato di me sente la mancanza... e il lato di fangirl che è dentro di me mi sta implorando di non risparmiarvela. Ci scommetto che in molti di voi stanno intuendo, almeno velatamente, che mi riferisca a una certa tuta verde-oro indossata da Massa al gran premio del Brasile del 2006... ma darò ascolto alla voce della mia coscienza e mi asterrò dal dedicarvi un intero paragrafo.


giovedì 16 ottobre 2014

3 anni dopo...


Non riesco a credere che siano passati già tre anni dal giorno in cui Dan Wheldon ci ha lasciati. T.T

martedì 14 ottobre 2014

#16: Commento al Gran Premio della Russia - Sochi, 10-12 Ottobre 2014


Un cordiale saluto ai nostri lettori. Come ben sappiamo la Formula 1 è un mix di soldi, marketing e pubblicità. Da marzo fino a oggi abbiamo imparato che gli elementi di marketing più utilizzati sono i gran premi e le relative polemiche. Oggi abbiamo scoperto che c’è un nuovo elemento: trattasi di Putin. Infatti in questo weekend essenzialmente dovevamo assistere all’incontro tra Putin, circondato tra una scorta armata di un’ottantina di elementi, e Bernie Ecclestone. Siccome in altri modi non se li sarebbe filati nessuno, hanno deciso che questo incontro doveva avere come ingredienti un circuito nuovo di zecca, ventuno monoposto e un campionato di Formula 1 che tra un mese e mezzo o giù di lì volgerà al termine. Ovviamente, per non far prendere il sopravvento a quanto accadeva in pista, ogni angolo è stato circondato da bandiere russe e l’inno russo risuonava nei momenti più inopportuni. Nei box si sono visti anche piloti russi che in un modo o nell’altro sono passati per la Formula 1, che avevano qualche ragione in più per esere inquadrati rispetto a Putin, ma che sono passati in secondo piano rispetto a Putin, anche se per fortuna Gianfriiii ci ha deliziati ricordandoci la storia della loro vita. Di Sergey Siroqualcosa abbiamo scoperto che è uno dei vari test driver della Sauber. Di Petrov abbiamo scoperto che è passato per la Formula 1 qualche anno fa ed è stato il primo pilota russo a salire sul podio e nient’altro, perché ci sono dettagli a proposito di Petriiii che è bene non ricordare.
Ferniiii: “Autrice, perché ho l’impressione che tu stia parlando di me?”
L’Autrice: “Sinceramente non ne ho idea.”
Petriiii: “Nemmeno io.”
Un vecchio commento al gran premio di Turchia 2010: “Autrice, non è che si sta riferendo per caso a una gufata micidiale che hai fatto del tutto inavvertitamente con sei mesi d’anticipo?”
L’Autrice: “Può darsi... ma in questo weekend le gufate le lascio fare ad altri.”
Gianfriiii: “Oh... Bo77as.”
Bo77as: “Qualcuno mi ha chiamato?”
L’Autrice: “No e, dato che è giunto il momento della Q1, tornatene da dove sei venuto e dimostra che vai alla grande sotto la pioggia.”
Bo77as: “Peccato che qui non piova. Ci sono 25 gradi e un sole che spacca le pietre.”
L’Autrice: “In Russia. Mumble mumble. In ottobre. Mumble mumble. Eh... che culo!”
Gianfriiii: “Questo circuito è stato costruito sul Mar Nero, nel parco olimpico di Sochi.”
Voce fuori campo: “Questa affermazione è stata registrata con successo. Verrà mandata in onda a intervalli regolari di due minuti e cinquantanove secondi.”
Sonyericsson: “muy bien... ma ora vogliamo iniziarle queste qualifiche o no? Ho l’impressione che riuscirò a sorprendere tutti quanti.”
Hammiiii: “E le prove libere dove io andavo più veloce di tutti non se le fila nessuno?”
L’Autrice: “Dato che non sono capitati fatti rilevanti, come ad esempio il miglior tempo di Pic, non se le fila nessuno. Andiamo con la Q1!”

Come dice l’autrice, andiamo con la Q1, in cui Sonyericsson andava incredibilmente veloce, tanto da risultare il primo degli esclusi con ben quattro avversari alle sue spalle di cui soltanto due erano un Coccodrillo Rombante o una Sacra Cenerentola. Ah, no, non è che Sonyericsson andasse particolarmente veloce, seppure andasse più veloce di Kamikaze Kid e di Chilliiii, è semplicemente che Feliiii e Maldiiii erano alle prese con delle power unit emulatrici del drs di Schumacher e del kers di Webber. Io qualche dubbio, comunque, ce l’avrei: non è che i Coccodrilli Rombanti hanno deciso di adottare come strategia vincente il sabotaggio delle vetture altrui? Va beh, non poniamoci questo dubbio e concentriamoci sulle cose essenziali: Feliiii girava sui tempi di una Williams del 2013 e Smeddyyyy scuoteva la testa, facendosi delle saghe mentali sulla strategia vincente da adottare il giorno dopo. Il team ha provveduto tempestivamente a un glorioso responso: il giorno dopo Feliiii avrebbe fatto un pit-stop in più di tutti gli altri in un circuito in cui si perdevano in media trentacinque secondi per cambiare gomme. Però in nessuno dei due pit-stop avrebbero perso bulloni per strada.
A Feliiii comunque è andata bene: tra gli esclusi, l’ha preso in quel posto solo da Sonyericson (in effetti “andata bene” e “preso in quel posto da Sonyericson” non sono esattamente sinonimi, ma facciamo finta che lo siano). È Crashtornado quello che è rimasto davanti al solo Chilliiii, per poi essere retrocesso in fondo allo schieramento a causa di una penalità “a rate” per la sostituzione del motore risalente a un paio di gran premi fa: evidentemente è una sorta di raccolta punti del supermercato su cui mi faccio molte domande. Credo che anche Maldiiii si faccia molte domande, in realtà: ormai è rituale che parta nei pressi di Chilliiii, tanto che se continuano così tra un po’ diventeranno la coppia preferita delle fangirl che scrivono fan fiction slash... ah, no, Maldiiii dispone soltanto di un’immensa bellezza interiore, ma esteticamente lascia molto desiderare, quindi non è coinvolto in tali racconti. O forse Maldiiii non si fa domande e in realtà il suo essere sempre abbonato alle ultime file dipende in realtà da un suo preciso disegno finalizzato alla conquista del mondo, attraverso la vendetta nei confronti di Chilliiii che nella scorsa stagione lo fece planare sulle barriere a Montecarlo provocando una bandiera rossa e continuando imperterrito per la propria strada senza accusare danni evidenti alla propria vettura. Su come e quando si vendicherà di Chilliiii non siamo tenuti a saperlo: forse il suo proposito di vendetta riguarda proprio lo spingere le fangirl a scrivere fan fiction slash su di loro.
Kamikaze Kid: “Ma come?! O.O Io e Feliiii siamo a distanza ravvicinata e i protagonisti delle fan fiction slash sono quei due?! Nel mondo c’è qualcosa che non funziona.”
Feliiii: “Il fatto che tu abbia ancora un volante, per esempio...”
Kamikaze Kid: “O il fatto che tu sia uscito illeso dalla tua passeggiata in bicicletta con Maldiiii.”
Infatti ha fatto il giro del mondo una foto, nei giorni precedenti al gran premio, di una “track walk” di Maldiiii insieme ai fratelli Gufetti, dal momento che Dudu sembra avere intenzione di continuare a seguire Feliiii in giro per il mondo e venire inquadrato durante i gran premi anziché quello che accade in pista... a meno che non ci siano cose più importanti da inquadrare, come ad esempio Putin che arriva ad assistere al gran premio dopo più di un’ora che è iniziato.

Sto notando che come al solito la Q1 riceve nel mio commento ben più spazio di quanto meriterebbe, ma non posso farci niente. Rimedierò andando più sbrigativa sulla Q2, che è finita con un bel torneo di briscola made in Force India & Made in Sauber, con le Force India che non erano le prime degli esclusi e le Sauber che non erano le ultime degli esclusi perché il fanalino di coda era le Petit Maitre Grosjean. Passiamo quindi alla Q3, dove...
...
...
...
Voce fuori campo: “E il primo degli esclusi?”
L’autrice: “ehm... ecco, si tratterebbe di Sebbiiii, ma mi raccomando, visto il suo ipotetico e molto probabile passaggio alla Ferrari la prossima stagione, tieniti per te questa informazione riservata. Da adesso in poi sarà tassativamente vietato notare risultati in cui Sebbiiii viene battuto da Daniiii-Smile.”
Voce fuori campo: “E se dovesse capitare l’esatto contrario?”
L’autrice: “Oh, che domanda blasfema!”
Altra voce fuori campo: “San Daniele da Perth è ben più divino del Divino Ferniiii, quindi non si può notare nemmeno questo. Mi meraviglio più di te. Dovresti saperlo. C’è una maledizione, lanciata fin dal giorno in cui i genitori di Daniiii-Smile si incontrarono su una nave che portava colluttorio da Messina a Reggio Calabria: se qualcuno dovesse insinuare la non divinità di Daniiii-Smile accadrebbero conseguenze catastrofiche.”
Voce fuori campo: “Del tipo?”
Altra voce fuori campo: “Inversione degli equinozi. Nord che diventa sud e sud che diventa nord. Confusione nel pubblico che espone le bandiere della Lega Nord sotto il podio a Monza. Gutierrez sul podio, in tutti i gran premi.”
L’autrice: “Gutierrez sul podio in tutti i gran premi?! Allora tutti contro Daniiii-Smile! Gutierrez for the win! It’s time for samba!”

Gianfriiii: “Le Toro Rosso di Faenza sono entrambe in Q3!” *Elenco di tutti i gran premi della storia della Formula 1 in cui le Toro Rosso sono arrivate entrambe in Q3.* “A questo punto direi di concentrarci su Bo77as, che può puntare a strappare la pole position ai Mercedes Boyssss.”
Bo77as: “Facciamo che mi gratto.”
Feliiii: “è inutile, ormai grazie al malocchio che ti ho fatto già da tempo sei immune alle grattate.”
Bo77as: “Che disastro! Ora farò uno svarione e mi giocherò la pole!”
Ferniiii: “Il disastro è che Gianfriii non prende nemmeno in considerazione l’idea che io possa scattare in pole.”
Gianfriiii: “Veramente non prendo in considerazione neanche l’idea che tu possa scattare dalla seconda o dalla terza fila. Rassegnati: ormai sei sorpassato.”
Ferniiii: “WHAT. THE. FUCK.”
Kimiiii: “Muito normau!”
Ferniiii: “Quindi Kimiiii esiste ancora.”
Jensiiii: “Ed esisto anch’io!” *Si piazza quarto dietro ai Mercedes Boyssss e a Bo77as. “I’m the boss, Hugo Boss.”
Il kiwi: “Non mi dire che anche tu fumi erba russa al retrogusto di kiwi.”
Jensiiii: “Esatto, e mi chiedo come coltivate l’erba e i kiwi tra i ghiacci.”
Il kiwi: “Non ha importanza. Quello che conta è che la coltiviamo. E che sono arrivato quinto, cosa che condurrà Gianfriiii a rievocare tutti i piloti della Toro Rosso che hanno fatto meglio di me.”
L’autrice: “Se non vado errata dovrebbero essere solo Sebbiiii e l’Altro Sebbiiii in quel gran premio di Monza di qualche anno fa.”
Il kiwi: “Comunque in realtà l’erba che fumo è neozelandese. Lo si doveva capire anche dal retrogusto di kiwi.”
JEV: “Posso abbattere il mio compagno di squadra a colpi di baguette?”
Il kiwi: “No, puoi solo fumarti la baguette.”
Gianfriiii: “Giusto per curiosità, perché i vecchi amori non si dimenticano mai. Ferniiii è da qualche parte?”
Ferniiii: “Sì, in Messico a visitare le piramidi Maya.”
Gianfriiii: “Benvenuti a una nuova puntata di Mistero! Il mistero in oggetto è: Nostradamus era in grado di prevedere il futuro?”
Feliiii: “Sai Gianfriiii, il problema non è che Nostradamus prevedesse o non prevedesse il futuro. Il fatto è che era come me e te: tutto quello che diceva poteva avere un effetto uguale o contrario.”
Gianfriiii: “E per effetto uguale o contrario, si intende l’unica, inimitabile e intramontabile gufata.”
Feliiii: “Vedo che io e te ci intendiamo al volo. Non vedo l’ora, quando la mia carriera sarà finita, tra almeno vent’anni, di raggiungerti in cabina di commento.”
Gianfriiii: “Ehm... Feliiii, io tra vent’anni spero di essere già in pensione!”
Feliiii: “Non puoi andare in pensione quando rivesti un ruolo estremamente rilevante per il futuro della Formula 1. Tu sei l’unico che può prevedere se e quando lo scoiattolo finirà un gran premio in top-ten... l’unico oltre a me!”

E con queste parole di Feliiii si conclude la giornata di sabato e inizia la domenica. Alle 13.00, ora in cui partiva la gara, mi trovavo con i miei parenti a pranzo alla sagra del pesce nel mio paese. Fortunatamente non c’era nessun singaporese in cucina, quindi adesso sono qui a scrivere il commento. Sono riuscita a evitare spoiler fino alle 21.00 e, sapendo che c’era il rischio di beccarmi i titoli di coda del telegiornale o qualcosa di più dei titoli di coda, ho acceso la TV su Raidue alle 21.05, giusto in tempo per vedere tutti i piloti radunati mentre risuonava l’inno russo. Avrei scoperto dopo che si trattava di un omaggio a Jules Bianchi e che in linea teorica doveva essere un minuto di silenzio. Evidentemente tra le manovre di marketing volte a pubblicizzare Putin, ci doveva essere anche l’inno russo suonato alla ca**o di cane in un momento che non c’entrava un accidente. Ho alzato gli occhi al cielo (al soffitto, in realtà) chiedendomi perché una decisione così da facepalm non potesse essere evitata. Non ho trovato risposta, ma ho capito che dovevo andare avanti e concentrarmi su quello che accadeva dopo.

Veniamo al dopo. C’era Hammiiii che scattava dalla pole. C’era Rosbiiii che pensava che le gare si vincano alla prima curva. C’era Rosbiiii che ha fatto una stronzata al primo giro e si è ritrovato ai box a cambiare gomme e poi ultimo in pista. C’era molta gente che pensava: “almeno per oggi niente doppietta Mercedes”. C’era già Gianfriiii che calcolava i punti che Hammiiii avrebbe messo tra sé e il compagno di squadra se quest’ultimo non avesse fatto punti. È inutile dire che tutti costoro si sbagliavano e anche di grosso: alla fine cosa ci siamo ritrovati? Nientemeno che una doppietta Mercedes, anche se effettivamente mi sorprende che non sia stata assegnata la vittoria onoraria a Putin, attribuendo il secondo e il terzo posto a Hammiiii e Rosbiiii! Forse qualcuno temeva di provocare un cataclisma se la bottiglia di champagne del terzo posto non fosse finita tra le mani di Bo77as? Può darsi...

La gara, lo ammetto, non è stata delle più movimentate. Però, a guardare bene le cose come stanno, qualche momento abbastanza esaltante c’è stato, quindi è giusto darvi il giusto onore, a prescindere da Putin, dalle sue guardie del corpo, dal fatto che lo inquadrassero a ogni soffio di vento e da tutto il resto. Personalmente non ho nulla contro la Russia, contro il fatto che ci sia un gran premio della Russia e contro tutto quello che ne consegue, quindi cercherò di essere equilibrata: questo era un gran premio, su un circuito che non era il massimo ma che tutto sommato è anche abbastanza passabile. Di conseguenza, come tale, merita che ci si focalizzi su quello che conta.

Ho già parlato delle disavventure di Britney Bitch, quindi è giunto il momento di parlare della strategia di Feliiii che, lo ricordiamo per chi si fosse perso nel marasma di cazzate che ho scritto, partiva nelle retrovie a causa di un guasto alla power unit(?) durante le qualifiche. Uscito senza danni da una partenza in cui era a pochi passi di distanza da Kamikaze Kid, ha proseguito per un giro per poi rientrare ai box. Non avendo visto cos’era successo, peraltro, mi ha fatto ipotizzare in un primo momento proprio un po’ di casino con Kamikaze Kid. In realtà non era nulla di più innocente di un azzardo strategico che aveva lo scopo di fargli passare tutta la prima metà della gara a fare sorpassi senza arrivare a punti, nel più rocambolesco dei Williams Style.
Si è ritrovato nelle retrovie con Rosbiiii ma non c’è rimasto. I due si sono involati verso la zona di centro gruppo con l’obiettivo di arrivare anche oltre, con una sola differenza sostanziale: Rosbiiii era partito sulle soft e aveva montato medium quindi sarebbe arrivato in fondo, Feliiii era partito sulle medium e aveva montato soft, quindi avrebbe fatto un'altra sosta mandando a puttane tutte le posizioni rimontate nella prima parte di gara nonostante, contrariamente a tutte le aspettative, stavolta la sua gara sia stata un qualcosa di più che girare in tondo fischiettando, ritenendo inutile tentare di attaccare i piloti che lo precedevano. L’unico con cui non l’ha fatto è stato Checoooo, dando segno della sua grande generosità: dal momento che un duello in pista con Checoooo si sarebbe concluso con una mega-rissa post-incidente tra gli amici di Feliiii e gli amici di Checoooo, per evitare a Checoooo di ritrovarsi in netta inferiorità vista la grande simpatia che riscuote tra i suoi colleghi, ha lasciato perdere.

A rendere “movimentata la gara”, oltre il fatto che per un certo tratto Britney Bitch e Feliiii si sono lasciati alle spalle le millemila vetture che avevano davanti fino a risalire uno tra i primi e l’altro a centro gruppo, è stato il fatto che, per la prima volta nella stagione, ciascuno rientrava ai box quando gli pareva. Dani-Smile, che nelle concitate fasi di partenza si era ritrovato dietro a Sebbiiii, ha optato per un repentino rientro, mentre il compagno di squadra ha proseguito in lungo e in largo fino a risalire in seconda posizione a una ventina di secondi di distacco da Hammiiii che nessuno lo schiodava dalla vetta. Quando è rientrato (e tra parentesi in quel momento Rosbiiii ha superato Bo77as portandosi in seconda posizione, segno evidente che non c’era scampo a una doppietta Mercedes nemmeno oggi), è tornato in pista alle spalle di Dani-Smile e anche di vari secondi. Per la solita legge che governa gli equilibri della F1, stavolta nessuno se n’è accorto. Allo stesso modo nessuno si era accorto di Dani-Smile dietro di lui, in un primo momento. Tutti si concentravano sulle Toro Rosso, pronte a spaccare il culo a tutti... ma che non hanno spaccato il culo a tutti. Sono sparite dalla scena dopo poco e ce le siamo ritrovate nella seconda parte di gara mentre subivano sorpassi da Checoooo partito sulle medium e passato alle soft e Feliiii con il secondo set di soft. A JEV non è andata neanche male: dopo Checoooo e Feliiii si è ritrovato nella calma piatta più totale. Il kiwi, invece, ha cercato di proseguire animando la gara insieme a Hulk, con il risultato che ha spiattellato le gomme proprio come Britney Bitch ma che purtroppo per lui nelle retrovie ci è rimasto per tutto il tempo.

Nel valzer dei pit-stop (che poi perché dovrebbe essere un valzer e non, per esempio, una samba?), abbiamo anche ritrovato in top-ten qualcuno di inaspettato.
L’Autrice: “OH MY FERNI! Lo Scoiattolo è nono!”
Gutiiii: “Sapevo che te ne saresti accorta. *-* Non hai niente da dire in proposito?”
L’Autrice: “Sì, effettivamente una cosa da dire in proposito ce l’ho.”
Gutiiii: “Ti ascolto, illuminandomi d’immenso e sgranocchiando noccioline.”
L’Autrice: “Aspetta a illuminarti. Se tu porti a casa quei punti, la Sauber strappa la nona posizione in classifica alla Marussia. Quindi datti da fare e torna nelle retrovie, a meno che tu non abbia intenzione di fare qualcosa di così plateale da dimostrare che il tuo arrivo a punti è necessario alla sopravvivenza del mondo che conosciamo.”
Gutiiii: “What?! O.O Nobody loves me.”
Gianfriiii: “Scusa il disturbo, Scoiattolo, ma ho l’impressione che tu sia obbligato dal regolamento a cambiare gomme.”
Gutiiii: “Nobody loves me. T.T Mondo crudele, un giorno mi vendicherò. U.U”
Maldiiii: “Non sei credibile.”
Gutiiii: “Aspetta di venirmi vicino e lo vedrai.”
Maldiiii: “Non c’è due senza tre e il cappottamento vien da sé...”
Gutiiii: “Stavolta sarò io a farti spiccare il volo!”
Una scrittrice di fan fiction slash: “Gutiiii è più volubile dei personaggi di “Beautiful”. Il suo rapporto di odio-amore con Maldiiii è affascinante quasi quanto il suo rapporto di odio-amore con Checo e il rapporto di odio-amore tra Checo e Maldiiii. Threesome?”
Gutiiii: “WHAT?! O.O” *Fugge a gambe levate.* “Andale, andale, arriba arriba!”

A proposito di Sauber, qualcuno si chiederà, legittimamente, che fine avesse fatto lo Spaccabottiglie. In effetti non si è visto più di tanto, tranne nel momento in cui ha fatto a sportellate con il Petit Maitre Grosjean. Nonostante le conseguenze più o meno nulle di quell’evento, se si esclude una piroetta senza conseguenze per lo Spaccabottiglie, Grosjiiii è stato penalizzato con uno stop and go, che non ha comunque compromesso l’esito della sua gara in quanto per tutto il tempo è stato stabilmente diciottesimo. Dietro di lui c’erano Maldiiii e Sonyericsson. L’altro Coccodrillo Rombante e l’unica Sacra Cenerentola non sono arrivate molto lontano. Chilliiii è stato il primo dei ritirati. Non gli è neanche andata così male, dato che è la prima volta che un guasto mette fine alla sua gara e, sinceramente, non credo che nella storia della Sacra Cenerentola sia mai esistito un pilota che, prima di ritirarsi per un guasto, abbia atteso per trentacinque gran premi o giù di lì. Kamikaze Kid ha fatto la stessa fine, con l’unica differenza che per lui è stato un deja-vu dato che di ritiri analoghi dovrebbe averne ormai collezionati in abbondanza. Rimasto foreveralone, Sonyericson (non so perché, ma mi viene da pensare a Guido Per Il Giardino invece che a lui, il che è molto strano) non ha potuto rendersi protagonista di memorabili duelli epici che avrebbero potuto rendere intrigante il gran premio, sempre ammesso che qualcuno se ne fosse accorto.

Tornando a noi è stata doppietta Mercedes e Britney Bitch ha finito a 14 secondi di distacco dal compagno di squadra, che visto le premesse iniziali non era poi così male. Insomma, è una di quelle gare che avendola fatta Britney Bitch è da considerare un cesso, mentre se l’avesse fatta qualcuno tipo Ferniiii o Dani-Smile se ne parlerebbe per i prossimi venticinque anni. Terzo è arrivato Bo77as che aveva passato tutta la gara a sperare che Britney facesse un secondo pit-stop rendendosi conto che così non è stato, mentre hanno completato la top-5 le due McLaren, con Jensinho che è arrivato nientemeno che quarto, nonostante nessuno se ne sia accorto.

Infine, dato che siamo in Italia e bisogna parlare dei risultati delle Ferrari anche se si potrebbe stendere un velo pietoso, con una classifica pre-2003 avrebbero portato a casa ben 1 punto. Ferniiii è infatti arrivato sesto (spingendomi per una frazione di secondo a pensare male del suo team, dopo che è stato involontario protagonista un pit-stop in “Feliii-style”), mentre Kimiiii nono, il che è muito normau.

RISULTATO: 1. Hamilton (Mercedes), 2. Rosberg (Mercedes), 3. Bottas (Williams), 4. Button (McLaren), 5. Magnussen (McLaren), 6. Alonso (Ferrari), 7. Ricciardo (Redbull), 8. Vettel (Redbull), 9. Raikkonen (Ferrari), 10. Perez (Force India), 11. Massa (Williams), 12. Hulkenberg (Force India), 13. Vergne (Toro Rosso), a 1 giro 14. Kvyat (Toro Rosso), 15. Gutierrez (Sauber), 16. Sutil (Sauber), 17. Grosjean (Lotus), 18. Maldonado (Lotus), +2 giri 19. Ericsson (Caterham), RIT. Kobayashi (Caterham), Chilton (Marussia)

A questo punto non mi resta che una cosa da dire e, siccome credo di avere dimostrato che tutto sommato con le parole un certo feeling ce l’ho, preferisco usare parole mie, per essere più diretta. JULES, IN PISTA CI HAI DIMOSTRATO DI POTER SPACCARE IL CULO A TUTTI. ADESSO DEVI AFFRONTARE DEGLI AVVERSARI PEGGIORI DI ERICSSON E CHILTON, MA PUOI FARCELA ANCHE STAVOLTA. SPACCA ANCORA IL CULO A TUTTI, PERCHÉ MI MANCHI DA IMPAZZIRE!



domenica 12 ottobre 2014

GP RUSSIA: titolo costruttori dopo una doppietta Mercedes non scontata

SOCHI, DOMENICA 12 OTTOBRE: il primo gran premio della Russia si svolge in un nuovo circuito sulle rive del Mar Nero in una giornata serena in cui la temperatura si aggira intorno ai 25 gradi. I giri previsti sono 53.

Griglia di partenza: HAM, ROS, BOT, BUT, KVY, RIC, ALO, RAI, VER, VET, MAG (+5: sostituzione cambio), -PER, GUT, SUT, GRO, ERI, HUL (+5: sostituzione cambio), MAS, KOB, CHI (“+5”: sostituzione cambio), MAL (retrocesso: sostituzione motore al GP di Singapore). I piloti della top-ten partono su gomme soft, in una gara in cui un solo cambio gomme dovrebbe essere sufficiente per arrivare in fondo.

La partenza è scoppiettante: si parte con un duello tra Hamilton e Rosberg per la leadership, in cui è Hamilton a uscirne vincitore in quanto Rosberg è costretto a restituirgli la prima posizione essendosi ritrovato davanti tagliando la prima curva, in cui vari piloti hanno commesso errori analoghi. La situazione per Rosberg si fa ancora più critica in quanto accusa una vibrazione sulla vettura ed è costretto al rientro ai box dopo un giro. Monta gomme medium con l’obiettivo di arrivare in fondo dopo una sosta durata sei secondi. Anche Massa rientra ai box alla fine del primo giro: partito nelle retrovie su gomme medium monta gomme soft.
Troviamo in top-ten: Hamilton, Bottas, Button, Alonso, Vergne, Magnussen, Vettel, Ricciardo, Kvyat e Raikkonen. Si segnala un lieve contatto tra le due Redbull nelle fasi di partenza. Al 3° giro Vergne viene superato da Magnussen e si ritrova le due Redbull negli scarichi che lo sorpasseranno un paio di giri più tardi. Anche l’altra Toro Rosso di Kvyat perde una posizione e ne approfitta Raikkonen che risale al 9° posto, mentre va in azione un acceso duello tra le due Redbull che per il momento si traduce in un nulla di fatto dato che Vettel mantiene la posizione sul compagno di squadra che al 12° giro opterà per il rientro ai box per montare le medium, tornando in pista parecchi secondi dietro a Rosberg e Massa che a partire dal secondo giro hanno recuperato varie posizioni e che si trovano, distanti un paio di secondi l’uno dall’altro, a centro gruppo.
Nel frattempo si ritira Chilton: è il suo secondo ritiro in carriera, il primo dovuto a problemi tecnici.

Tra il 23° e il 27° giro viene effettuato il pit-stop dalla maggior parte dei piloti. Tra i primi rientra Button al 23° tornando in pista in 9^ posizione alle spalle di Rosberg che gira su un ottimo passo. Alonso, che era in confronto diretto con Button, rientra tre giri più tardi. La sosta va male e dura 7,4 secondi a causa di un problema all’anteriore sinistra. Nel frattempo Rosberg supera Raikkonen, che poco dopo rientrerà a sua volta ai box, così come Bottas e Hamilton al 27°. Anche Massa rientra ai box per la seconda sosta. Diversamente agli altri piloti obbligati a montare le medium, torna a montare gomme soft.
A metà gara Hamilton è in testa davanti a Vettel, Bottas, Rosberg, Button, Magnussen, Alonso, Ricciardo, Gutierrez e Raikkonen a completare la top-ten. Soltanto Vettel e Gutierrez non si sono ancora fermati ai box. Nel frattempo nelle retrovie c’è un contatto tra Sutil e Grosjean, con il pilota della Sauber che finisce in testacoda, ma che riesce a ripartire. Grosjean verrà successivamente penalizzato con 5 secondi di stop and go.

Vettel rientra ai box al 31° giro tornando in pista 8° dietro al compagno di squadra, mentre nel frattempo Rosberg strappa la seconda posizione a Bottas, che commette nel frattempo un errore. Il pilota della Mercedes a questo punto è secondo a 19 secondi di distacco da Hamilton e in un primo momento gira più veloce del compagno di squadra, staccando Bottas di vari secondi.

Al 35° giro sia Perez sia Massa, distaccati di poco l’uno dall’altro ed entrambi su gomme soft (anche Perez era partito sulle medium), superano entrambi Kvyat che poi finisce a lottare con Hulkenberg più indietro. Superato dal pilota della Force India, si ritrova a tagliare una curva spiattellando le gomme. È costretto a rientrare nuovamente ai box e precipita nelle retrovie.
Perez e Massa intanto si lanciano all’inseguimento dell’altra Toro Rosso, quella di Vergne, che entrambi superano al 38° giro avvicinandosi anche a Gutierrez e Raikkonen. Il finlandese supera il pilota della Sauber per la nona posizione un giro più tardi, mentre Gutierrez si ferma subito dopo per montare le gomme medium. Dopo il suo pit-stop, Perez si trova quindi in top-ten.

Davanti nel frattempo Rosberg rallenta un po’ il proprio ritmo, con lo scopo di riuscire a preservare le gomme fino alla fine. Il gap tra lui e Bottas, comunque, non sembra diminuire in maniera così evidente: seppure il pilota della Williams giri leggermente più veloce, rimane intorno ai quattro secondi. Negli ultimi giri Rosberg riprende la propria andatura e i primi tre (Hamilton, Rosberg, Bottas) girano su tempi in linea l’uno con l’altro.

Con la doppietta la Mercedes va a conquistare il titolo costruttori con tre gare d’anticipo, mentre Hamilton si porta a 17 punti di vantaggio sul compagno di squadra.
Il giro più veloce viene conquistato da Bottas proprio all’ultimo giro.

Risultato
1. Lewis Hamilton   Mercedes   1:31:50.744  
2. Nico Rosberg   Mercedes   +13.657  
3. Valtteri Bottas   Williams   +17.425
4. Jenson Button   McLaren   +30.234
5. Kevin Magnussen   McLaren   +53.616
6. Fernando Alonso   Ferrari   +1:00.016
7. Daniel Ricciardo   Redbull   +1:01.812
8. Sebastian Vettel   Redbull   +1:06.185
9. Kimi Raikkonen   Ferrari   +1:18.877 
10. Sergio Perez   Force India   +1:20.067
11. Felipe Massa   Williams   +1:20.877
12. Nico Hulkenberg   Force India   +1:21.309
13. Jean Eric Vergne   Toro Rosso   +1:37.295
14. Daniil Kvyat   Toro Rosso   +1 Lap  
15. Esteban Gutiérrez   Sauber   +1 Lap  
16. Adrian Sutil   Sauber   +1 Lap  
17. Romain Grosjean   Lotus   +1 Lap  
18. Pastor Maldonado   Lotus   +1 Lap  
19. Marcus Ericsson   Caterham   +2 Laps        
DNF. Kamui Kobayashi   Caterham   +32 Laps  
DNF. Max Chilton   Marussia   +44 Laps  

GP RUSSIA: Mercedes in prima fila

Sochi, Russia: è giunto il momento della prima edizione di questo gran premio, il sedicesimo di una stagione finora dominata dalle Mercedes che, nelle prove libere, si dimostrano ancora una volta le vetture più veloci.

Q1: le Caterham hanno il loro momento di gloria e, sebbene entrambe le vetture siano già fuori nella prima manche, Ericsson si prende il lusso di essere il primo degli esclusi davanti alla Williams di Massa e al compagno di squadra, che precede la Lotus di Maldonado (che partirà dal fondo retrocesso per la sostituzione del cambio), con l’unica Marussia di Chilton come fanalino di coda. Per onore di cronaca, il risultato di Massa dipende da un problema che ha accusato alla power unit, mentre anche Maldonado ha avuto dei problemi tanto da non riuscire a scendere in pista nelle prove libere del sabato mattina.

Q2: la Redbull, che non ha mai brillato fin dall’inizio del weekend, vede uscire di scena uno dei propri piloti; si tratta di Vettel che non va oltre l’11° tempo precedendo le Force India (con Hulkenberg davanti al compagno di squadra come crono, ma che verrà retrocesso di cinque posizioni per la sostituzione del cambio), le Sauber e la Lotus di Grosjean. Passeranno in Q3 le Mercedes, le McLaren, le Ferrari, le Toro Rosso, una sola Williams e una sola Redbull.

Q3: nello scontro per la pole tra Hamilton e Rosberg sembra inserirsi, a sorpresa, Bottas che sul finire dell’ultima manche gira su tempi eccezionali... ma che a pochi metri dal traguardo commette un errore che gli costa la potenziale pole position e lo relega in terza posizione. È Hamilton, più veloce del compagno di squadra fin dall’inizio del weekend, a conquistare la pole davanti a Rosberg. A completare la seconda fila accanto a Bottas troviamo Button, in un weekend in cui la McLaren sembra piuttosto in forma, mentre in top-5 troviamo anche la Toro Rosso di Kvyat davanti a Magnussen (che a sua volta sarà retrocesso di cinque posizioni per la sostituzione del cambio). È stata una qualifica da dimenticare per Ricciardo e per le Ferrari, che chiudono davanti al solo Vergne.

Risultato
1. Hamilton (Mercedes) - 2. Rosberg (Mercedes)
3. Bottas (Williams) - 4. Button (McLaren)
5. Kvyat (Toro Rosso) - 6. Magnussen (McLaren)
7. Ricciardo (Redbull) - 8. Alonso (Ferrari)
9. Raikkonen (Ferrari) - 10. Vergne (Toro Rosso)
11. Vettel (Redbull) - 12. Hulkenberg (Force India)
13. Perez (Force India) - 14. Gutierrez (Sauber)
15. Sutil (Sauber) - 16. Grosjean (Lotus)
17. Ericsson (Caterham) - 18. Massa (Williams)
19. Kobayashi (Caterham) - 20. Maldonado (Lotus)
21. Chilton (Marussia)



Milù Sunshine© per F1GC forum.

sabato 11 ottobre 2014

11.10.2014: In ricordo di Maria De Villota un anno dopo

Ci sono casi in cui le impressioni a mente lucida, quando è già passato un po’ di tempo, possono essere a loro volta più lucide di quelle immediate. Stavolta è passato un anno, ma non credo che sia troppo tardi.
Un anno fa ci lasciava Maria De Villota e la notizia della sua morte fece il giro del mondo, tra chi sapeva tutti di lei e chi non ne sapeva niente.

Era il weekend del gran premio del Giappone, un gran premio del Giappone che negli ultimi anni mi sta producendo una certa orticaria, e la notizia bomba com’era arrivata svanì, perché era più importante quello che accadeva in pista.
Era come se la Formula 1 si fosse spezzata in due: c’era quella sotto gli occhi di tutti e c’era quella dei test organizzati dove capitava a causa dello stesso regolamento a cui sottostava “la F1 sotto gli occhi di tutti”. Anche la maggior parte dei piloti sembrarono, a dire il vero, non del tutto colpiti (tranne quei pochi che Maria la conoscevano davvero bene) dal fatto che una loro collega “di serie B” fosse deceduta a causa delle conseguenze indirette dell’incidente di un anno e tre mesi prima. Mentre i primi tre classificati festeggiavano così come se niente fosse, mi domandai se si rendessero conto che, in una F1 a parti invertite, dall’altra parte avrebbe potuto esserci uno di loro.

Fu la morte di Maria, come il suo incidente del 2012, ad aprirmi gli occhi sulla “Formula 1 di serie B”. È inutile girarci intorno: come pilota Maria non era particolarmente veloce e per un futuro in F1 non era più tanto giovane. Ma importa davvero così tanto? Un anno fa ho visto una ragazza che per tutta la vita aveva inseguito il proprio sogno e la propria passione, in un mondo in cui c’è sempre qualcuno che è qualche decimo più veloce di te, qualcuno che paga più di te, qualcuno che pensa che, in quanto donna, dovresti stare fuori dall’auto a reggere un ombrello, sempre ammesso che tu sia attraente abbastanza.
Alla fine Maria vide il proprio sogno materializzarsi: anche se per un test aerodinamico, anche se per la Marussia che era il fanalino di coda della Formula 1. Durò qualche secondo e si ritrovò a lottare tra la vita e la morte. Fu lei a spuntarla, anche se con conseguenze irreversibili, che finirono per condurla al decesso quindici mesi più tardi. In quei quindici mesi reinventò una vita, forse sapendo che non sarebbe durata a lungo, dimostrando che al di là dei risultati c’è tanto altro. Maria non rinnegò i propri sogni, ebbe il coraggio di continuare ad essere se stessa e cercò nuovi stimoli e un nuovo senso per la propria vita.

Ancora oggi, un anno dopo, mi è difficile rimanere impassibile. Oggi, forse più di ieri, mi rendo conto di quanto il filo invisibile che lega la Formula 1 di “serie B” da quella di “Serie A” sia indissolubile e che girare un paio di decimi o di secondi più veloce degli altri non sia sufficiente per sfuggire al proprio destino.

Riposa in pace, Maria, e, ovunque tu sia, non guardare quello che ti sei lasciata alle spalle. Finirebbe per non piacerti.


Milù Sunshine
(Articolo scritto sia per il mio blog sia per F1GC)

venerdì 10 ottobre 2014

GP Russia: orari delle differite sulla Rai

QUALIFICHE: sabato ore 17.00 su Raidue
GARA: domenica ore 21.00 su Raidue

Per chi vedesse la gara su Sky o in streaming, si ricorda che sia le qualifiche sia la gara partiranno alle ore 13.00.



#FORZAJULES!

martedì 7 ottobre 2014

No, Michael, non ci siamo dimenticati di te...

E poi, quanto meno te lo aspetti, arriva quella buona notizia che temevi che non sarebbe arrivata mai.
Secondo Jean Todt, che di recente ha incontrato Michael Schumacher a casa di quest'ultimo, l'ex pilota sta continuando la riabilitazione e presto ricomincerà a fare una vita relativamente normale.

Jules Bianchi: comunicato ufficiale della famiglia, dal sito della Marussia

Questo è quanto si legge nel comunicato ufficiale della famiglia Bianchi, pubblicato oggi sul sito ufficiale del team Marussia:

Questo è un momento molto difficile per la nostra famiglia, ma i messaggi di sostegno e affetto per Jules provenienti tutto il mondo sono stati fonte di grande conforto per noi. Vorremmo esprimere il nostro sincero ringraziamento.
Jules è nel reparto di terapia intensiva al Mie General Medical Center Yokkaichi. Ha subito un danno assonale diffuso ed è in condizioni critiche ma stabili. Siamo grati ai medici professionisti per tutto quello che hanno fatto per Jules dopo il suo incidente, offrendogli le migliori cure possibili.
Siamo anche grati per la presenza del professor Gerard Saillant, Presidente della Commissione Medica FIA, e il professor Alessandro Frati, neurochirurgo dell’Università degli Studi di Roma la Sapienza, che è arrivato in Giappone su richiesta della Scuderia Ferrari. Sono arrivati ​​in ospedale oggi e si sono incontrati con il personale medico responsabile del trattamento Jules al fine di essere pienamente informati sul suo stato clinico, così da poter supportare la famiglia. I professori Saillant e Frati riconoscono le eccellenti cure fornite dal Mie General Medical Center e ringraziano i loro colleghi giapponesi.
L’ospedale continuerà a monitorare e trattare Jules. Ulteriori aggiornamenti medici saranno forniti al momento opportuno.


Fonte: marussiaf1team.com/news.