giovedì 23 ottobre 2014

In ricordo di Marco Simoncelli tre anni dopo

Sono già passati ormai tre anni dal 23 Ottobre 2011, il giorno in cui Marco Simoncelli ci lasciò e credo che sia più che opportuno spendere qualche parola.

Stavolta non sarà un discorso da tifosa o da appassionata: contrariamente a molti appassionati di Formula 1, non ho mai avuto un interesse altrettanto intenso per il motociclismo, forse dovuto al fatto che, quando iniziai a seguire la F1, il motomondiale non veniva nemmeno trasmesso in TV e che, quando iniziarono a trasmetterlo e i miei parenti a guardarci, nell’epoca in cui Valentino Rossi era un giovane pilota emergente, in realtà lo trovavo anche abbastanza noioso, sia perché le gare non mi appassionavano sia perché il fatto che si parlasse solo ed esclusivamente di Rossi e che tutta l’attenzione fosse sempre concentrata su di lui mi annoiava alquanto.
Il mio “interesse teorico” per il Motomondiale sorse molti anni più tardi. Era il periodo 2007-2008 o giù di lì, io avevo sui 19-20 anni e all’epoca a mio nonno piaceva molto. Seguiva sia la 125, sia la 250 sia la MotoGP, forse un po’ meno la MotoGP delle altre serie perché nel primo pomeriggio magari non era a casa, ma credo che la 125 e la 250 non se la perdesse mai una volta, accendendo anche la TV con delle mezze ore o dei tre quarti d’ora d’anticipo. Andando a pranzo dai miei nonni praticamente ogni domenica, mi capitava spessissimo che, quando andavo là, ci stesse guardando. Arrivando da loro verso le 12.20 o 12.30 e andando via verso le 14.00 o 14.30 o giù di lì, era abbastanza raro per me vedere le gare della MotoGP al completo, però poi magari mi informavo sui risultati (cosa che al giorno d’oggi non faccio più da tempo immemorabile). La 250 invece, nonostante adesso io non abbia nemmeno la più pallida idea di quali piloti corrano in Moto2, mi capitava di vederla abbastanza spesso e quasi conoscevo meglio i piloti della 250 che quelli della MotoGP, in cui ho sempre saputo chi erano solo quelli principali.

Il primo ricordo che ho di Marco Simoncelli? Questo credo che non me lo dimenticherò mai. Eravamo a tavola, all’epoca io ero proprio di fronte alla TV, e come al solito c’era la TV accesa su Italia 1. La gara della 250 stava per finire ed era in corso un’accesa lotta per la leadership tra Bautista e Simoncelli, che si toccarono e caddero all’ultimo giro. Ricordo che quel giorno ci facemmo qualche risata quando poi vennero inquadrati mentre si abbracciavano, dopo la caduta.
Tra l’altro quando più tardi per la prima volta vidi un’inquadratura di Marco senza casco, ricordo che spalancai gli occhi e commentai qualcosa tipo “ma questo che caspita di pettinatura ha?”.

Dopo il suo passaggio in MotoGP, di Simoncelli come pilota ricordo poco e niente. Ormai il mio “interesse teorico” per il motomondiale si era totalmente spento, sia perché ormai non c’era più mio nonno a guardarlo sia perché quando passammo al digitale terrestre da casa mia l’antenna non ricevette per un bel po’ di tempo il canale che trasmetteva il campionato.
Non credo di poter dire molto sulle qualità di Marco come pilota, sia perché non l’ho seguito quando è arrivato nella classe regina del motomondiale, sia perché comunque le mie competenze in fatto di motociclismo sono piuttosto scarse. Una cosa, però, me la ricordo e me la ricorderò per sempre: era uno dei pochi piloti che in TV si vedevano spesso anche in programmi che non avevano niente a che vedere con i motori e, in quelle situazioni, mi aveva sempre colpito per la sua simpatia. Non c’è da sorprendersi se tre anni fa anche molte persone che non seguivano il MotoGP rimasero sconvolte dalla sua morte.

Era il periodo in cui non ricevevo Italia 1. Non so nemmeno dire che cosa feci quella mattina. Quello che è certo è che avevo a malapena idea che ci fosse il Motomondiale, quel weekend. Andai a pranzo da mia nonna insieme ai miei genitori e, quando tornammo a casa, mi misi subito a studiare per un esame universitario, perché poi un paio d’ore più tardi dovevo andare alla festa di compleanno del mio cuginetto.
Ricordo che a un certo punto abbandonai i libri per andare in bagno. Quando uscii dal bagno, mi affacciai un attimo sul soggiorno. Mio padre era davanti alla TV, o meglio, davanti al televideo. Ero soprappensiero, quando mi disse, all’improvviso, “è morto Simoncelli”.
Quelle parole, testuali, ci misero qualche secondo di troppo per arrivare a destinazione. Ancora soprappensiero, per qualche istante non capii. Gli chiesi, quasi distrattamente, “cos’hai detto?” Proprio mentre glielo chiedevo, realizzai che la mia domanda non aveva senso, perché in realtà avevo capito benissimo. E all’improvviso provai un grande senso di vuoto, perché al di là del fatto che il Motomondiale non era mai stato in cima ai miei interessi, quelle volte in cui l’avevo seguito c’era un must: nelle lunghe attese prima del gran premio arrivava sempre il momento in cui inquadravano un ragazzo con un’immensa cascata di capelli. Sorrideva sempre, e il suo mi era sempre sembrato un sorriso genuino, come se ne vedono pochi in certi ambienti. È un sorriso che non dimenticherò mai.


Milù Sunshine
(Articolo scritto sia per il mio blog sia per il forum F1GC)


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