martedì 31 gennaio 2023

Helio Castroneves, giovane promessa del motorsport Made in USA!

Sta per finire il mese di gennaio, periodo di winter break per la Formula 1, ma di attività per altre categorie, IMSA a titolo di esempio. Negli States il campionato si è aperto con la 24 Ore di Daytona, terminata con una vittoria non da very uominy secondo i fanboy standard, visto la presenza di parti fucsia sulle vetture.
La gara ha visto una conclusione con due Acura separate di appena quattro secondi, la prima del team Meyer Shank, la seconda del team di Wayne Taylor. Quest'ultima era guidata peraltro da una nostra vecchia conoscenza, in passato meteota della Formula 1, Brendon Hartley. Era in team insieme a Filipe Albuquerque, Ricky Taylor e nientemeno che Louis Deletraz, figlio di Jean-Denis.
Veniamo ai vincitori: accanto a Tom Blomqvist e Colin Braun erano presenti anche due glorie della Indycar. C'era Simon Pagenaud, quindi immagino che non saranno per nulla contenti i fan di Lando Norris (OMG, quanto cringe che ho appena rievocato - se non sapete di cosa sto parlando, vi invito vivamente a NON informarvi).
Poi c'era Helio Castroneves, per il quale si è trattato della terza vittoria in carriera alla Daytona 24, il primo pilota nella storia a vincere tre edizioni di fila. Meno male che nel mondo del motorsport non ci sono solo V3KkYaCçY, ma anche giovani promesse come Helio, che alla giovane età di 47 anni sembra avere ancora un roseo futuro davanti. Roseo in tutti i sensi, visti i colori della macchina!

lunedì 30 gennaio 2023

Race of Champions 2023: Norvegia e Mathias Ekstrom vincitori nella Nation Cup e nella ROC

In questo fine settimana si è svolto uno di quegli appuntamenti cool che intrattengono noi appassionati - occasionalmente con polemiche trash - durante l'inverno con competizioni su vetture di vario tipo: la Race of Champions. Erano presenti un totale di cinque piloti di Formula 1 tra contemporanei e vintage: Sebastian Vettel e Mick Schumacher per il team Germania, Valtteri Bottas e Mika Hakkinen per il team Finlandia e infine David Coulthard per il team Gran Bretagna, nel quale era in coppia con Jamie Chadwick. C'era inoltre Felipe Drugovich, attualmente riserva in Formula 1, a fare coppia per il team All Stars insieme a Thierry Neuville.
La gara è iniziata al sabato con la Nation Cup, dove i piloti di ogni team si sfidavano a una serie di scontri incrociati tra le nevi e i ghiacci della Svezia. I cinque piloti di Formula 1 effettivi sono anche stati mandati per cominciare bene la giornata a sfidarsi negli ottavi di finale con l'eROC team, composto dai sim racer Lucas Brakeley e Jarno Opmeer, mentre per tutti gli altri la gara è iniziata dai quarti.


Gli scontri erano costituiti nella seguente maniera (considerato A/B e 1/2 come coppie in ciascun team): pilota A vs pilota 1, pilota B vs pilota 2, pilota A vs pilota 2, pilota B vs pilota 1. In caso di parità tra gli scontri, la classifica era stilata sui tempi aggregati degli scontri.
Negli ottavi a cui i piloti provenienti dalla Formula 1 erano destinati c'è stata fin da subito una grossa sorpresa: il team eROC ha battuto la Finlandia del duo Bottas/ Hakkinen. La Germania invece ha battuto la Gran Bretagna, quindi in assenza di una gara diretta contro Hakkinen, Mick Schumacher ha almeno potuto competere contro Coulthard!
La Norvegia di Petter Solberg e del figlio Oliver ha battuto la Francia di Sebastien Loeb e Adrien Tambay i quali non vinto nessuno degli scontri, mentre la Svezia di Mathias Ekstrom e Johan Krisrofferson ha battuto il team Nordic di Tom Kristensen e Felix Rosenqvist.
La prima semifinale sarebbe stata quindi Norvegia vs Svezia. La seconda semifinale, invece, ha visto protagonisti gli All Stars e la Germania. I primi avevano battuto il team degli Stati Uniti, composto da Tanner Foust e Travis Pastrana, mentre il duo Vettel/ Schumacher ha battuto gli eracer, che erano presenti soltanto nelle gare del sabato.
I Solberg hanno battuto la Svezia, mentre gli All Stars hanno eliminato la Germania, anche grazie a un jump start di Vettel che gli ha permesso di procacciarsi cinque secondi di penalità che sicuramente avranno fatto molto piacere a Emanuele Pirro qualora stesse vedendo la gara da casa (era visibile in livestreaming su Youtube, dove ovviamente è ancora visibile in versione integrale). Neuville e Drugovich, entrambi rookie della Race of Champions, sono stati battuti dalla Norvegia in finale: Petter e Oliver Solberg sono stati i vincitori della prima giornata.


Alla domenica quattro piloti hanno dovuto iniziare dai sedicesimi di finale, tra di loro una vecchia gloria della Formula 1 anni '90/2000, un reserve driver contemporaneo e un pilota di Indycar, perché evidentemente i piloti di open wheel sono i preferiti dalle partner degli organizzatori.
I piloti si sfidavano due volte: in caso di 1:1 contavano i tempi aggregati, almeno fino ai quarti. In ogni caso, comunque, tendenzialmente i risultati finivano spesso sul 2:0. Tambay ha eliminato Coulthard, Schumacher ha eliminato Rosenqvist. Si sarebbero poi sfidati tra di loro e il vincente avrebbe sfidato il vincente dallo scontro Hakkinen vs Drugovich.
Drugovich ha pensato bene di annullare i nostri sogni di gloria: eliminando Hakkinen è andato lui stesso a sfidare il vincente dello scontro Tambay vs Schumacher. Mick ha battuto Adrian, per poi ritrovarsi in semifinale Drugovich invece che Hakkinen. Sarebbe stato Schumacher a uscire vincente dal quarto di finale contro il campione in carica di Formula 2.
L'altro scontro sarebbe stato Kristensen vs Vettel: il primo ha battuto agli ottavi di finale Bottas, il secondo ha eliminato la Chadwick. Lo scontro tra di loro ai quarti di finale ha visto la vittoria di Vettel, che è passato in semifinale dove avrebbe gareggiato contro il suo fanboy.


Mentre accadeva tutto ciò, si svolgevano anche gli scontri tra i piloti provenienti dall'universo rally, quelli che in linea teorica erano i favoriti in questo tipo di scenario. Neuville è uscito vincente dallo scontro contro Loeb ed è andato a gareggiare contro Solberg figlio, che aveva battuto il padre e che poi ha battuto anche Neuville.
Kristofferson ha eliminato Foust, mentre Ekstrom ha eliminato Pastrana: i due svedesi si sono scontrati ai quarti di finale ed è stato Ekstrom a uscirne vincente e passare oltre. Con già tre vittorie all'attivo (2006, 2007, 2009, la prima battendo Loeb, le altre due battendo Michael Schumacher) avrebbe continuato a sognare la quarta vittoria battendo Solberg 2:0 per andare in finale.
Nel frattempo si era già svolta la precedente semifinale, Schumacher vs Vettel. Tra l'allievo e il maestro l'ha spuntata l'allievo, battendolo 2:0. Stranamente non ho visto attacchi social nei confronti di Vettel, che l'anno scorso fu ridicolizzato per avere perso la finale contro Loeb.
Ecco a questo punto arrivare la finale: Mathias Ekstrom vs Mick Schumacher, con il pilota svedese apparso fin da subito come il favorito. È uscito vincente dal primo heat, poi nel secondo si è ripetuto nonostante un principio di incendio sulla sua auto: 2:0 per Ekstrom, che ha conquistato la Race of Champions per la quarta volta, andando a eguagliare il record condiviso ex equo da Didier Auriol (1993, 1994, 1996 e 1999) e Sebastien Loeb (2003, 2005, 2008 e 2022).

domenica 29 gennaio 2023

Formula E 2023: #2 e #3 eprix double header di Diriyah

A tredici giorni di distanza dall'eprix di Città del Messico, la Formula E è tornata in pista a Diriyah in Arabia Saudita, in quello che negli scorsi anni era l'eprix di apertura della stagione. L'evento è stato un double header, disputato nelle giornate di venerdì e sabato, come ormai da tradizione del circuito. Le gare si sono svolte intorno alle 18,00, sia quella di venerdì sia quella di sabato.
Per iniziare, la pole position è andata a Sebastien Buemi su Envision, accanto al quale è partito Jake Hughes su McLaren. La Jaguar di Sam Bird precedeva la NIO di Dan Ticktum e poi René Rast sulla seconda McLaren era affiancato da Mitch Evans sull'altra Jaguar, precedendo le Mahindra di Lucas Di Grassi e Oliver Rowland.
Le Porsche scattavano rispettivamente dalla nona e dalla quattordicesima casella della griglia: Pascal Wehrlein precedeva Nick Cassidy (Envision), Sergio Sette-Camara (NIO), Jake Dennis (Andretti) e Jean-Eric Vergne (Penske), mentre dietro ad Antonio Felix Da Costa scattavano André Lotterer (Andretti), Norman Nato (Nissan), Stoffel Vandoorne (Penske), Sacha Fenestraz (Nissan), il debuttante Kelvin Van Der Linde (sostituto di Robin Frijns, infortunato, su Abt Cupra), Edoardo Mortara (Maserati) e Nico Muller (Abt Cupra). Maximilian Gunther (Maserati) non ha potuto prendere il via causa incidente in qualifica.

Durante il giro di formazione della gara di venerdì, il telecronista italiano ha affermato che correre di sera su un circuito cittadino era suggestivo, ma non sarà mai suggestivo tanto quanto sentire parole di questo tipo, che danno tante Mazzoni vibes.
Dopo la pole messicana di Di Grassi, anche stavolta una vecchia gloria della categoria elettrica svettava in pole position, mantenendo la posizione al via. Alle sue spalle Bird, mentre un ingorgo innescato da Evans vedeva vari piloti tagliare qua e là e Da Costa sbattere, riuscendo comunque a proseguire. È entrata una fugace safety car, ma in generale la gara ha proseguito più tranquilla del solito per essere Formula E.
Buemi ha mantenuto la testa della gara nella prima parte, per poi essere superato da Bird che appariva decisamente più veloce di lui. Frattanto Wehrlein rimontava diverse posizioni rispetto a quella di partenza e si portava a ridosso delle posizioni di vertice.
Giunto alle spalle di Bird, l'ex pilota di Manor e Sauber ha tentato l'attacco più volte, per poi riuscire a portarsi in testa e ad allungare abbastanza da non essere a portata di Bird in caso di traiettorie larghe per attivazione attack mode. Dennis frattanto si è portato in seconda posizione e nel finale era piuttosto vicino a Wehrlein che comunque ha mantenuto la posizione e ha conquistato la vittoria.
Wehrlein, Dennis e Bird a podio, Buemi relegato al quarto posto, hanno completato la zona punti Rast, Cassidy, Vergne, Hughes, Lotterer e Evans, con qualche posizione in bassa top-ten mutata nel finale. Vandoorne, Nato, Di Grassi, Ticktum, Sette-Camara, Van Der Linde, Fenestraz, Da Costa e Rowland. Mortara e Muller non hanno completato la gara.

Al sabato la pole è andata a Hughes, che ha preceduto Evans, Rast, Buemi, Wehrlein, Dennis, Mortara e il campione in carica Vandoorne. Bird ha ottenuto invece il nono tempo in qualifica.
A seguire Gunther, Ticktum, Fenestraz, Sette-Camara, Rowland, Cassidy, Vergne, Da Costa, Lotterer, Nato, Di Grassi, Van Der Linde e Muller a completare la griglia di partenza.
La gara iniziava di nuovo alle 18,00 ma non ho potuto vederla e ho dovuto accontentarmi degli highlight. È iniziata con Evans che di portava in testa davanti al duo McLaren composto da Hughes e Rast. Le posizioni sono cambiate in un secondo momento causa attivazione degli attack mode, con Rast che è anche riuscito a farsi un tratto in testa.
A farsi largo tra le posizioni di rilievo è stato tuttavia ancora una volta Wehrlein, tanto che ce lo siamo ritrovati nuovamente in testa, frattanto la gara veniva neutralizzata da un ingresso della safety car dopo un incidente di Muller - il primo dei ritirati, il secondo e ultimo è stato Rowland.
Wehrlein ha mantenuto la testa della gara fino al traguardo, vincendo per la seconda volta in due giorni. Ancora una volta Dennis è giunto in seconda posizione, mentre Rast ha dovuto accontentarsi del gradino più basso del podio. Bird ha chiuso quarto e subito dietro la gara è finita in volata con Hughes, Buemi ed Evans. Ottavo, Fenestraz ha ottenuto i primi punti, mentre Mortara e Ticktum hanno completato la top-ten.
Vandoorne, undicesimo al traguardo, è stato penalizzato perdendo ben nove posizioni e ritrovandosi ultimo dietro a Da Costa, Lotterer, Cassidy, Nato, Di Grassi, Vergne, Sette-Camara, Van Der Linde e Gunther.

sabato 28 gennaio 2023

29.01.1973: la prima gara stagionale in Argentina

Buon fine settimana a tutti, oggi è sabato 28 gennaio 2023 e vi porto a fare un viaggio indietro nel tempo di esattamente cinquant'anni. Il 28 gennaio 1973 era domenica e si svolgeva il GP d'Argentina, quello inaugurale della stagione, di cui ho trovato una sintesi di due minuti con telecronaca inglese, quindi come al solito sono dovuta ricorrere anche a fonti scritte per potervelo raccontare. Dalla pole position partiva Clay Regazzoni sulla BRM ed essendo arrivato dalla Ferrari chissà, magari era considerato un traditorehhhh della patriahhhh e la sua pole è stata accolta con estremo disappunto. Precedeva la Lotus di Emerson Fittipaldi e la Ferrari di Jacky Ickx, ma al momento del via gli si è accodato François Cevert sulla Tyrrell. Regazzoni ha leaderato per quasi un terzo di gara, ma un problema di degrado gomme ha visto la sua performance crollare.

Cevert si è avvicinato e ha superato il pilota svizzero, mentre dietro di loro, dopo essersi liberato della Lotus di Ronnie Peterson, Jackie Stewart superava anche Fittipaldi. Tutti costoro hanno superato a loro volta Regazzoni che in seguito è anche scivolato fuori dalla zona punti, nella quale è risalito Ickx, che aveva perso posizioni già dalla partenza.
In seguito Clay pare essere rientrato ai box per un cambio gomme, uscendo nelle retrovie alle spalle della Ferrari di Arturo Merzario che aveva problemi di motore. Dopo averlo superato, è riuscito a risalire alcune posizioni.
Frattanto Fittipaldi seguiva da vicino Stewart e a gara inoltrata è riuscito a superarlo portandosi in seconda posizione. A quel punto si è lanciato all'inseguimento di Cevert ed è riuscito a prendersi la leadership a pochi giri dal termine, precedendo sul podio i due piloti della Tyrrell.


Dietro a Fittipaldi, Cevert e Stewart, Ickx si è classificato al quarto posto nel quale si trovava dopo il ritiro di Peterson, mentre hanno chiuso la zona punti anche Denny Hulme su McLaren e Wilson Fittipaldi su Brabham. Regazzoni è giunto settimo, davanti alla McLaren di Peter Revson, mentre nono e ultimo al traguardo si è classificato Merzario.
Dopo questo inizio in America Latina, il mondiale è proseguito in America Latina con il GP del Brasile, la prima edizione valida per il campionato di Formula 1 (nel 1972 si era svolto un gran premio non championship a Interlagos), di cui esiste un video in cui si vedono i primi giri e quello finale.
Dalla pole scattava Peterson, ma è stato Fittipaldi a portarsi in testa fin dal via. Vi sarebbe rimasto fino alla conclusione della gara andando a conquistare la vittoria, quindi ripetendosi.

Si segnala Carlos Pace, autore di qualche giro nelle zone alte (addirittura secondo al termine del primo giro) prima di essere costretto al ritiro a causa di un problema a una sospensione. Peterson, scivolato alle spalle di Stewart, frattanto, si era già ritirato dopo avere perso una ruota ed essere andato a sbattere a causa del cedimento.
Il duo Fittipaldi/ Stewart è rimasto 1/2 a debita distanza mentre Ickx era terzo quando è stato costretto a rientrare ai box a causa di una slow punxture uscendo fuori top-6. Grazie anche al ritiro dalla quarta piazza della BRM di Jean-Pierre Beltoise, è risalito quinto alle spalle di Hulme e Merzario, precedendo Regazzoni.
Le Iso Marlboro di Howden Ganley e Nanni Galli si sono classificate al settimo e nono posto, l'uno davanti a Niki Lauda su BRM, l'altro precedendo la Tyrrell di Cevert che aveva avuto problemi che l'avevano costretto a un pitstop verso metà gara.


venerdì 27 gennaio 2023

Formula 1 2022: sintesi della stagione

Alla fine ho deciso: non ci sarà un comnento ironico al mondiale 2022, ma ne scriverò comunque una sintesi in chiave diciamo più seria. Iniziamo quindi dalla line-up e di una Redbull in cui tutto resta invariato, con il campione del mondo Max Verstappen affiancato da Sergio Perez. Invariata anche la line-up Ferrari, Charles Leclerc/ Carlos Sainz, mentre in Mercedes accanto a Lewis Hamilton giunge George Russell. Valtteri Bottas è infatti andato in Alfa Romeo a fare coppia con il debuttante Guanyu Zhou. Rimangono invariate le line-up dei seguenti team: McLaren, Daniel Riccardo/ Lando Norris, Alpine, Fernando Alonso/ Esteban Ocon, Aston Martin, Sebastian Vettel/ Lance Stroll, e Alpha Tauri, Pierre Gasly/ Yuki Tsunoda. In Williams il posto lasciato vacante da Russell viene preso da Alex Albon accanto a Nicholas Latifi, mentre tornato in Haas in extremis, Kevin Magnussen va a fare coppia con Mick Schumacher. La line-up subirà due variazioni, con Nico Hulkenberg al volante in Bahrein e Arabia Saudita in Aston Martin e Nyck De Vries a Monza in Williams, il primo al posto di Vettel positivo al coronavirus, il secondo al posto di Albon operato d'urgenza per appendicite.

BAHREIN - lo scontro sembra Ferrari vs Redbull, con Leclerc e Verstappen che vanno a scattare dalla prima fila e durante la gara lottano anche per la leadership. Lo scontro di evolve a favore del ferrarista che prosegue in testa alla gara. A percorrenza ormai inoltrata Verstappen è costretto al ritiro dalla seconda posizione e la Ferrari porta a casa un'inattesa doppietta quando Sainz chiude in seconda posizione. La stagione della Mercedes parte in sordina, ma Hamilton e Russell riescono a chiudere terzo e quarto approfittando anche del ritiro di Perez. Magnussen ottiene un inatteso quinto posto dopo una strepitosa qualifica e Bottas chiude sesto. Ocon, Tsunoda, Alonso e Zhou completano i primi dieci.

ARABIA SAUDITA - l'evento si apre con un attacco missilistico vicino al circuito, minacce ai piloti che vorrebbero non gareggiare da parte delle autorità locali e la decisione nella notte di far proseguire l'evento. In qualifica avviene uno spaventoso incidente e, a seguito di uno rimbalzo contro le barriere (nel quale viene colpito sull'halo da una ruota vagante), la vettura di Schunacher si apre in due. Mentre la sessione è redflaggata, viene diffusa musica dance e, per la prima volta nella storia della Formula 1, vediamo pubblico ballare sugli spalti mentre un pilota viene soccorso. Frattanto il layout della pista già sede di diversi incidenti l'anno precedente, viene messo sotto accusa. Perez conquista la prima pole in carriera, leaderando la prima parte di gara fintanto che i suoi avversari non riescono a overcuttarlo con sosta ai box durante safety car. Verstappen passa poi in testa dopo un duello con Leclerc e Sainz chiude terzo davanti a Perez. Russell precede Ocon (protagonista di un duello con Alonso prima del suo ritiro), Norris, Gasly, Magnussen e Hamilton, che paga i pitstop anticipati altrui in regime di virtual safety car.

AUSTRALIA - ancora una volta sembra si sia di fronte a un duello Leclerc vs Verstappen, da cui al momento il ferrarista esce vincente, rimanendo in testa alla gara. Quando Verstappen è costretto al ritiro da un guasto, Perez prende il suo posto in seconda posizione. Causa incidente di Sainz nella prima fase di gara, le Mercedes possono ambire a terzo e quarto posto ed è Russell a salire sul podio. Alle spalle di Hamilton chiudono Norris, Ricciardo, Ocon, Bottas, Gasly e Albon. La Williams ottiene il primo punto stagionale con una strategia anomala, Albon infatti effettua la sua unica sosta al penultimo giro.

IMOLA - per la prima volta nella stagione c'è la sprint, la quale vede Verstappen perdere la posizione della pole a vantaggio di Leclerc e recuperarla solo in un secondo momento. La griglia della sprint, resa creativa da varie bandiere rosse, finisce per assumere una configurazione ben più normale quando si giunge alla griglia della gara ufficiale, con Verstappen e Leclerc seguiti dai rispettivi compagni di squadra. La gara, in condizioni di bagnato lieve, inizia male per le Ferrari, Leclerc perde posizioni, Sainz si ritira in un incidente al via con Riccardo. La Redbull ottiene la sua prima doppietta stagionale con Verstappen e Perez, mentre Leclerc finisce in testacoda mentre era terzo. A podio ci va Norris, Leclerc chiude sesto dietro anche a Russell e Bottas. Tsunoda, Vettel, Magnussen (autore del quarto tempo nella qualifica del venerdì) e Stroll chiudono in top-ten, con entrambe le Aston Martin a punti. È ben più arretrato, invece, Hamilton in nette difficoltà.

MIAMI - il nuovo circuito cittadino con tanto di porto finto e yacht veri, vede le Ferrari partire dalla prima fila, ma Verstappen infilarsi tra i due e portarsi secondo alle spalle di Leclerc, che poi supera dopo pochi giri. Ancora una volta in casa Ferrari dovranno accontentarsi di arrivare dietro, mentre Perez giunge quarto alle spalle di Sainz. Russell e Hamilton sono quinto e sesto, mentre dopo una gara condizionata da pitstop in regime di safety car Bottas arriva settimo davanti a Ocon, Albon e Stroll. Si segnalano tre contatti Aston Martin vs Haas nel corso della gara: Stroll/ Magnussen, Vettel/ Schumacher e infine Stroll/ Magnussen.

SPAGNA - ancora una volta Magnussen si qualifica bene, ma un contatto con Hamilton vanifica la sua performance del sabato. Leclerc è in testa alla gara dopo essere partito dalla pole, mentre Russell e Perez si portano secondo e terzo dopo dei testacoda di Sainz e Verstappen. Il ritiro di Leclerc per problemi al motore lascia Verstappen a lottare per la vittoria con Perez e Russell, con Perez che oppone ben poca resistenza chiudendo secondo e Russell che chiude sul gradino più basso del podio. Sainz taglia il traguardo davanti a Hamilton che nel finale ha problemi di gestione carburante, mentre Bottas, Ocon, Norris, Alonso e Tsunoda terminano la gara in zona punti.

MONTECARLO - la gara inizia con un'ora di ritardo, ufficialmente per la pioggia, forse perché il semaforo non funziona. Leclerc e Sainz partono dalla prima fila, ma la Ferraro pasticcia con le strategie. Leclerc passa prima dalle full wet alle intermedie e poi dalle intermedie alle slick, perdendo terreno nei confronti dei piloti Redbull che ugualmente si sono fermati due volte, ma la prima in un momento in cui aveva ancora senso mettere le intermedie. Sainz invece si ferma dopo passando direttamente alle slick: si trova secondo alle spalle di Perez (sotto accusa per ub incidente in qualifica che sembra avere "sabotato" il risultato del compagno di squadra), mentre Leclerc è quarto alle spalle di Verstappen. La gara viene successivamente redflaggata per un incidente di Schumacher, la cui vettura si apre di nuovo in due. Al restart non variano le posizioni dei primi quattro, mentre Russell chiude quinto davanti a Norris e Alonso. Hamilton invece è solo ottavo, con la zona punti chiusa da Bottas e Vettel. Il fine settimana si conclude con rumour su Perez, immortalato in atteggiamenti intimi con una donna imprecisata, nonostante sia sposato e con famiglia.

AZERBAIJAN - Leclerc parte dalla pole, ma Perez lo supera al via e poi lo passa anche Verstappen, che avrà vita facile con il suo compagno di squadra. Leclerc e le Redbull sono su strategie diverse, in un primo momento Leclerc riesce a riportarsi in testa, ma un guasto al motore lascia la doppietta alla Redbull. La Ferrari fa doppio zero, dato che anche Sainz si è rititato per un problema tecnico. Russell chiude a podio mentre Hamilton, inizialmente attardato durante una sosta, chiude quarto. La top-ten viene conclusa da Gasly, Vettel, Alonso, Ricciardo, Norris e Ocon.

CANADA - Verstappen fa la pole in una qualifica bagnata con un risultato anomalo, tanto che Alonso lo affianca in seconda fila, seguono Sainz e Hamilton, poi entrambe le Haas. Verstappen mantiene sempre la leadership, mentre Sainz trascorre buona parte della gara vicino a lui giungendo secondo. Hamilton sale sul podio conquistando il terzo posto, mentre va meno bene agli outsider delle qualifiche. Magnussen ha un incidente al primo giro mentre Schumacher ha un problema tecnico, quindi la Haas non porta a casa punti. Russell chiude quarto mentre Leclerc rimonta fino al sesto posto dopo essere partito dalle retrovie per sostituzioni componenti motore. Chiudono a punti anche Ocon, Zhou, Alonso e Riccardo, mentre Perez partito arretrato per un incidente un qualifica, conclude la gara nelle sue prime fasi per un problema di motore.

GRAN BRETAGNA - la gara è condizionata da un terribile incidente al via: si toccano Gasly, Russell e Zhou, quest'ultimo cappotto, la vettura striscia a terra, il rollbar cede, il pilota viene salvato dall'halo e la sua corsa impazzita finisce oltre le barriere. Nel frattempo sembra che un'invasione di manifestanti anti-uso dei carburanti venga fermati dall'altro lato della pista. La bandiera rossa per l'incidente al via ha impedito che la manifestazione generasse ulteriore pericolo. Al restart Sainz, partito dalla pole, prende la testa della gara davanti a Verstappen, che in seguito lo supera ma è arretrato da una foratura facendo risalire Leclerc secondo. Nel secondo stint, dopo una mezza polemica via radio, Sainz lascia passare Leclerc che si porta al comando. All'ingresso della safety car Leclerc è l'unico che non si ferma per una seconda sosta e, alla ripartenza, viene risucchiato chiudendo quarto. Sainz vince davanti a Perez e a Hamilton. Verstappen termina la gara settimo dietro ad Alonso e Norris, precedendo Schumacher, Vettel e Magnussen al termine della top-ten.

AUSTRIA - è un weekend con sprint e Russell e Hamilton hanno entrambi incidenti nelle qualifiche. Verstappen ottiene la pole e il giorno dopo riesce a mantenere la posizione, mentre Leclerc e Sainz prima sono protagonisti di un duello tra di loro poi rimangono secondo e terzo. Russell qualificato quarto nonostante l'incidente rimane in quella posizione, mentre Perez (partito dalle retrovie a causa di una penalità per track limits non notati nelle qualifiche a causa della quale è stato cancellato anche il suo risultato della Q3) risale in quinta posizione. Hamilton partito decimo chiude ottavo dietro Magnussen dopo un lungo duello con Schumacher in cui finalmente riesce a spuntarla. Anche l'indomani Hamilton si ritrova in battaglia con le Haas, non sempre avendo vita facile. In gara Verstappen è leader, ma su strategia diversa rispetto alle Ferrari, su una sosta in meno. Leclerc si porta davanti e anche Sainz potrebbe riuscirci se la sua vettura non prendesse fuoco per un guasto al motore. Leclerc vince nonostante un problema all'acceleratore, mentre Verstappen chiude secondo davanti a Hamilton. Russell, penalizzato per un incidente al via con Perez - poi ritirato - risale quarto, precedendo Ocon, Schumacher, Norris, Magnussen, Ricciardo e Alonso.

FRANCIA - Leclerc è in testa seguito a ruota da Verstappen nella prima parte di gara ma poi finisce in testacoda e sbatte, spianando la strada al pilota della Redbull, che va a vincere davanti a Hamilton. Russell chiude terzo uscendo vincente da un duello con Perez, mentre Sainz partito dalle retrovie per sostituzione del motore e a un certo punto penalizzato per un unsafe release, termina la gara in quinta piazza. Alonso, Norris, Ocon, Ricciardo e Stroll completano la zona punti.

UNGHERIA - dopo problemi in qualifica per entrambe le Redbull, Russell ottiene la pole position davanti a Sainz e a Leclerc. Davanti tutto sembra procecere senza problemi, mentre nelle retrovie ci sono dei contatti e in uno di questi Magnussen danneggia la vettura venendo chiamato dalla direzione gara ai box: non è la prima volta che gli viene esposta bandiera nera con cerchio arancione. Le Redbull iniziano a rimontare fin dai primi giri, mentre le Ferrari sono partite sulle gomme sbagliate. Nel primo giro di pitstop Leclerc si porta davanti a Sainz, ma perde la posizione a vantaggio di Verstappen. Montare le hard nel seguente pitstop affossa definitivanente il suo risultato, mentre Verstappen vince davanti alle Mercedes: Hamilton è secondo, avendo recuperato posizioni nello stint finale. Seguono Sainz, Perez, Leclerc, Norris, Alonso, Ocon e Vettel.

BELGIO - le penalità per sostituzioni di componenti stravolgono totalmente una gara che già di per sé inizia nel caos, con un contatto tra Alonso e Hamilton e altre varie collisioni. Dopo la safety car e il restart Sainz è ancora in testa, con Perez e Russell secondo e terzo, mentre Verstappen inizia a rimontare, arrivando anche al secondo posto. Verso metà gara Sainz si arrende a entrambe le Redbull che fanno doppietta e deve accontentarsi del terzo posto davanti a Russell. Risalito fino al quinto posto dopo una foratura iniziale, Leclerc fa una sosta extra a fine gara per tentare il giro veloce. Persa accidentalmente la quinta piazza dietro ad Alonso, lo supera ma torna sesto per penalità a causa di eccesso velocità nella pitlane. Chiudono a punti Ocon, Vettel, Gasly e Albon.

OLANDA - partito dalla pole, Verstappen è in testa davanti a Leclerc, Hamilton e Sainz quando quest'ultimo alla prima sosta precipita indietro, perché manca una ruota e il pitstop va per le lunghe. Le Mercedes tentano una sosta in meno e, mentre Verstappen riesce a sbarazzarsi di Russell, solo grazie a una virtual safety car riesce a mantenere la posizione su Hamilton. Dopo una successiva safety car, le Mercedes fanno strategia diversa: Russell si ferma di nuovo così come tutto il resto del gruppo d testa, Hamilton no. La strategia di Hamilton si rivela sbagliata e chiude quarto dietro a Verstappen/ Russell/ Leclerc. Rimontato fino al quinto posto, Sainz viene penalizzato per un unsafe release ed è retrocesso dietro Perez, Alonso e Norris. Chiudono la zona punti Ocon e Stroll.

MONZA - ancora una volta la griglia è modificata da numerose penalità, ma almeno il poleman è quello che ha fatto il miglior tempo. Leclerc mantiene la testa della gara davanti a Russell, mentre dietro Verstappen rimonta fino al secondo posto. Un pitstop anticipato, causa virtual safety car, costringe Leclerc a fare una sosta in più di Verstappen e a scivolare alle sue spalle, dove resterà, mentre Russell chiude terzo. Seguono Sainz, Hamilton e Perez partiti nelle ultime file dello schieramento, poi Norris, Gasly, il debuttante De Vries e Zhou a completare la zona punti. La direzione gara frattanto è contestata perché a seguito del ritiro di Ricciardo, la safety car entra in ritardo per rimuovere la vettura e la successiva rimozione si protrae per diversi minuti tanto che la gara finisce in regime di safety car, nonostante mancassero ancora diversi giri alla conclusione al momento del ritiro del pilota della McLaren.

SINGAPORE - in una gara che parte con un'ora di ritardo per pioggia, Perez brucia alla partenza il poleman Leclerc, mentre dietro di loro Sainz e Hamilton sono in lotta e hanno un lieve contatto senza danni. Verstappen, partito ottavo per un problema di calcolo quantità carburante in qualifica, perde posizioni al via e ha un contatto con Magnussen poi costretto dalla direzione gara a una riparazione ai box per motivi di sicurezza. La gara, nella quale in un secondo momento Verstappen inizia a rimontare è condizionata da alcuni incidenti e da un contatto con il muro per Hamilton. Un successivo testacoda di Verstappen lo allontana dalle zone alte della classifica, mentre Perez vince davanti a Leclerc e Sainz. Un presunto safety car infringiment del vincitore, valutato dai commissari in modo diverso rispetto a occasioni precedenti, è stavolta l'oggetto di contesa con la direzione gara, mentre Verstappen chiude settimo dietro a Norris, Ricciardo e Stroll. Vettel, Hamilton e Gasly completano la zona punti.

GIAPPONE - la direzione gara è finita di nuovo nell'occhio del ciclone, con la gara iniziata all'orario stabilito nonostante la pioggia battente, salvo poi esserci subito problemi. Un incidente di Sainz fa entrare la safety car e Gasly passato per la pitlane si ritrova di colpo davanti un trattore non segnalato. La gara viene quindi redflaggata e si riparte dopo parecchio tempo, con il limite delle tre ore da rispettare. Dopo una gara iniziata con il bagnato andato progressivamente a calare, Verstappen vince mentre Leclerc viene penalizzato per sorpasso irregolare su Perez perdendo la seconda posizione e giungendo terzo. Arrivano a punti anche Ocon, Hamilton, Vettel, Alonso (questi ultimi due protagonisti di un memorabile duello all'ultimo giro), Russell, Latifi (ai primi punti stagionali) e Norris. La gara è terminata al 53% dei giri totali per il raggiungimento del tempo massimo dalla prima partenza e si scopre a fine gara che il nuovo regolamento che assegna punteggi ridotti specifici in gare che non hanno raggiunto il 75% a seconda della percentuale è stato scritto solo per gare redflaggate e non riprese. C'è quindi un vuoto legislativo per la situazione appena accaduta e il punteggio dimezzato nemmeno esiste più. Quindi si applica punteggio pieno, nessuno sa il perché e solo al parc fermé Verstappen scopre di avere totalizzato punti a sufficienza per essere campione del mondo già da ora.

STATI UNITI - Sainz parte dalla pole, ma viene a contatto con Russell ed è costretto al ritiro. Verstappen, che già aveva avuto il migliore spunto al via, a questo modo non ha concorrenza, almeno finché a gara inoltrata non ha problemi ai box vedendosi sopravanzare da Hamilton. I due si ritrovano quindi di nuovo a lottare per la vittoria ed è Verstappen a spuntarla. Leclerc e Perez chiudono terzo e quarto dopo essere partiti attardati da penalità in griglia e Russell risale al quinto posto nonostante l'incidente al via e la relativa penalità. A seguire Norris, Alonso, Vettel, Magnussen e Tsunoda, con Alonso riuscito a completare la gara nonostante un pauroso incidente con Stroll. La Haas, diverse volte costretta a fermare Magnussen per danni alla vettura, dopo la gara fa reclamo contro la Alpine e succede l'ennesimo fatto controverso per opera della direzione gara: ad Alonso viene applicata la penalizzazione che spetterebbe a chi, ricevuta bandiera con cerchio arancione, non si sia fermato ai box per rimuovere parti pericolanti dalla monoposto... questo nonostante la direzione gara non gli abbia mai esposto bandiera nera con cerchio arancione. Essendo la penalità basata su una dimenticanza dei commissari, viene ribaltata immediatamente, dopo il ricorso di Alpine, e Alonso risulta ufficialmente settimo classificato.

MESSICO - in una gara meno turbolenta e nella quale per una volta non succedono cose particolarmente strane, Verstappen scatta dalla pole accanto a Russell, il quale viene però superato da Hamilton e Perez. Redbull e Mercedes differenziano le strategie, ma non c'è niente che in Mercedes possano fare - anche il numero di pitstop è uguale, alla fine - e le posizioni dei primi quattro permangono pressoché invariate al termine: Verstappen, Hamilton, Perez e Russell che precedono Sainz e Leclerc, dopodiché Ricciardo, Ocon, Norris e Bottas completano la zona punti.

BRASILE - una qualifica sotto la pioggia stravolge almeno in parte la situazione e di colpo succede l'impensabile: Magnussen mette una Haas in pole! Partirà comunque ottavo la domenica, perché nel frattempo c'è di mezzo una sprint race nel quale Magnussen giunge ottavo dopo pochi giri di gloria. Russell vince la sprint, nella quale Sainz - indenne dopo un contatto con Verstappen - chiude secondo ma sarà retrocesso per sostituzione componenti motore, facendo risalire Hamilton secondo in griglia e Verstappen terzo. Nella gara della domenica Russell mantiene la testa, Verstappen e Hamilton si toccano perdendo posizioni, così come Leclerc per un contatto con Norris. La gara di Magnussen frattanto finisce al via per una collisione con Ricciardo. Russell vince senza mai essere messo in discussione, Hamilton risale secondo, Sainz si piazza terzo e Leclerc rimonta fino al quarto posto. Alonso chiude quinto mentre Verstappen supera Perez per il sesto posto, chiudono la zona punti Ocon, Bottas e Stroll. La direzione gara fa un altro errore madornale - durante una safety car fa sdoppiare tutti i sdoppiati eccetto Tsunoda, che scivola ultimo e rimane a un giro di distacco - ma la cosa passa in sordina per via della polemica tra i piloti Redbull per il sorpasso di Verstappen su Perez a fine gara. La vicenda assume contorni cringe quando un giornalista olandese accusa Perez di avere innescato di proposito l'incidente in qualifica a Montecarlo e la madre di Verstappen via social accusa Perez di avere tradito la moglie in quello stesso weekend. Miracolosamente il polverone di placa in attesa dell'evento finale.

ABU DHABI - le Redbull partono in prima e seconda posizione ma facendo una sosta in meno Leclerc si frappone tra Verstappen e Perez chiudendo in seconda posizione. Anche Hamilton fa una sosta in meno, ma Sainz e Russell completano la top-5 dopo il suo ritiro. Norris, Ocon, Stroll, Ricciardo e Vettel concludono la gara in zona punti, quest'ultimo risalito decimo dopo il ritiro di Hamilton, visto che una strategia non azzeccata l'aveva fatto precipitate più indietro. Si conclude così la sua carriera in Formula 1, facendo burnout da solo, perché pareva che Hamilton e Alonso li avrebbero fatti in sua compagnia, ma si sono entrambi ritirati.

Classifica piloti e costruttori 2022

Il ritiro di Vettel è solo la più altisonante delle novità previste per il 2023, stagione in cui Alonso prenderà il suo posto alla Aston Martin. In Alpine saranno invece Ocon e Gasly a fare coppia. Doveva esserci Oscar Piastri, protagonista di una disputa tra Alpine e McLaren, ma appunto prenderà il posto di Ricciardo in McLaren. A sostituire Gasly in Alpha Tauri sarà invece De Vries arrivato dalla Williams dove era terzo pilota. In Williams non c'è più Latifi, a fare coppia con Albon sarà il debuttante Logan Sargeant. Infine Hulkenberg rientra full time in Haas al posto di Schumacher. Tra i piloti che non hanno volante per il 2023, Ricciardo torna in Redbull come terzo pilota e brand ambassador mentre, dopo avere lasciato l'Academy Ferrari, Schumacher diviene terzo pilota della Mercedes.


mercoledì 25 gennaio 2023

Storia della Forti: team dei bassifondi stroncato - tanto per cambiare - da una truffa

Carissime monoposto giallo limone relegate nelle ultime posizioni, oggi facciamo un viaggio nei mid-90s, andando a scoprire la storia di una scuderia che dopo quasi vent'anni di formule minori - presente in varie categorie nel corso del tempo, alternando risultati di un certo livello ad altri maggiormente scadenti - che progettava il passaggio in Formula 1.
Erano i mid-90s, ma scuderie come Lotus e Larrousse erano uscite di scena, facendo sì che ci fossero non più di ventisei vetture al via, quindi chiunque era destinato ad ansare in griglia. Era una situazione ben diversa dai tardi anni '80 con le prequalifiche, ma anche solo dalla stagione precedente con le Pacific sempre relegate fuori dalla griglia.

Correva l'anno 1995 e, grazie anche ai big money portati da un pilota che vestiva i colori del team già nelle formule minori, ecco finalmente il grande salto di qualità: il team piemontese fondato da Guido Forti (1940-2013) si apprestava a debuttare nella classe regina, dove avrebbe ottenuto tante soddisfazion-... ah no.
Il pilota dotato di sponsor era il brasiliano Pedro Diniz, figlio di un magnate dei supermercati, oggi divenuto allevatore di galline, la cui fattoria biologica è stata visitata da Sebastian Vettel in occasione del GP del Brasile 2021. Accanto a lui un suo connazionale. Stiamo parlando di un team che si presentava come backmarker pittoresco, quindi chi mai poteva essere questo altro brasiliano? Esatto, l'ex pilota di AGS, Eurobrun, Coloni e Andrea Moda, Roberto Moreno.

I due hanno disputato l'intera stagione come compagni di squadra, anche se il team ha valutato la possibilità di sostituire nel finale di stagione Moreno con il giapponese ex Larrousse Hideki Noda, affare che non è andato in porto. La stagione non è stata particolarmente ricca di soddisfazioni, ma il settimo posto di Diniz al GP conclusivo in Australia, battendo Bertrand Gachot giunto ottavo, ha permesso alla Forti di strappare l'11° posto in classifica battendo la Pacific (erano rimasti dodici team dopo il fallimento della Simtek).
In qualifica le Forti erano spesso relegate in ultima fila, anche se talvolta battevano le Pacific (specie in concomitanza con la presenza di Giovanni Lavaggi e Jean-Denis Deletraz al volante) e in qualche occasione anche la Footwork di Taki Inoue. In gara, quando arrivavano al traguardo, doppiati di svariati giri, i piloti erano tendenzialmente in ultima piazza. Avere battuto Gachot ad Adelaide con Diniz era un risultato di grande lusso per il team.

Per il 1996, Diniz è passato alla Ligier. Di per sé la partenza di Diniz per un team non è che fosse un danno incalcolabile, il problema è che la Forti sopravviveva anche e soprattutto grazie ai suoi soldi. Al posto della line-up tutta brasiliana è arrivata una line-up tutta italiana: Luca Badoer già visto alla Lola-Scuderia Italia nel 1993, Andrea Montermini meteora in Simtek nel 1994 e poi pilota della Pacific nel 1995. Avrebbe completato l'opera nel 1997 diventando anche terzo pilota della Lola Mastercard, ma questa è un'altra storia.
A quel punto la situazione si è complicata: se un tempo era ragionevole pensare che le vetture più lente si levassero dalle scatole dopo le prequalifiche o al più non si qualificassero, la diminuzione delle scuderie aveva portato alla possibilità per chi schierava una carriola di andare in griglia. Si è quindi deciso di correre ai ripari: introdurre il 107%.

Ciò avrebbe impedito a Badoer di andare in griglia per quattro volte e a Montermini sei volte, su dieci gran premi totali. Quando ci sono andati, spesso si sono ritirati, nel caso di Badoer anche con un rovinoso cappottamento al GP d'Argentina. In quella gara Montermini è arrivato decimo, miglior risultato stagionale ex-equo con Badoer a Imola, ottenuti grazie all'attrition rate.
Perché solo dieci gran premi? Essenzialmente in corso d'opera è entrato in scena un nuovo investitore, la società di consulenza legale Shannon di tale Hermann Ben Gartz, che ha promesso una grande quantità di big money, rilevato parte della squadra e ridipinto le vetture di biancoverde. Nessuno sapeva esattamente cosa fosse Shannon di cosa si occupasse. Voi, però, che siete ormai degli habitué di queste storie di motorsport, immagino sentiate già puzza di truffa.

Ho fatto un po' di ricerche su questo Gartz, tedesco di origini polacche, che pare fosse 1) titolare di varie società fasulle, 2) colluso con la mafia, 3) ricercato in alcuni paesi europei. Pare anche, ma non è chiaro quando, che sia stato successivamente ucciso in una sparatoria di mafia (indicativamente dopo i primi anni 2000 perché pare che in quel periodo fosse in carcere in Germania).
Ad ogni modo i danni che Shannon ha fatto in Formula 1 non andavano oltre il livello del truffatore medio: il team a un certo punto non ha potuto scendere in pista perché i big money promessi non erano mai arrivati e non poteva pagare la Cosworth per avere nuovi motori. Forti ha portato Shannon in tribunale, ma frattanto il team è definitivamente fallito. Frattanto in classifica costruttori era 11° e ultimo (nel 1996 non c'era più la Pacific, i team erano solo undici).


A proposito di Badoer, segnalo che oggi è il 25 gennaio 2023, ovvero il suo 52° compleanno. Tanti auguri Luca!

martedì 24 gennaio 2023

GP Sudafrica 1972: il debutto di Carlos Pace

Siamo ai primi di marzo del 1972 e siamo in epoca in cui delle gare extraeuropee sembrano non esistere grandi filmati. Ne ho trovato uno di meno di due minuti, oltre che un filmato amatoriale. Il gran premio in questione è quello del Sudafrica, che si svolge come secondo evento della stagione, per la cui ricostruzione è necessario ricorrere a fonti scritt. Le fonti scritte narrano che la pole position se la accaparra Jackie Stewart su Tyrrell, seguito da Clay Regazzoni su Ferrari, Emerson Fittipaldi su Lotus e Mike Hailwood su McLaren. Il pilota della McLaren Denny Hulme parte quinto, ma si porta in testa allo start. Hulme si porta in testa al via, mentre i piloti apparentemente devono schivare una persona che attraversa la pista. Stewart riesce a riprendersi la leadership un giro più tardi e si porta al comando davanti a Hulme, Fittipaldi e Hailwood. Fin dalle prime fasi la gara sembra falsata: nessuna Ferrari tra i primi, con Regazzoni che peraltro ha perso varie posizioni al via.

Stewart allunga, mentre Fittipaldi e Hailwood, dopo avere entrambi superato Hulme, iniziano ad avvicinarsi al leader. Hailwood supera anche Fittipaldi e si porta addirittura in seconda posizione: potrebbe dimostrare che in qualità di ex pilota di motociclismo è portatore di spettakolohhhh, ma a un terzo di gara è costretto al ritiro a causa della rottura di una sospensione(?). Frattanto Stewart continua a leaderare, mentre il compagno di squadra François Cevert ha in precedenza avuto problemi alla monoposto. Le cose per Jackie sembrano andare bene... ma non va sempre così: poco dopo la metà della gara ha un problema al cambio ed è costretto al ritiro. Fittipaldi regge per qualche giro in prima posizione, ma Hulme gli si avvicina e infine lo supera. Terzo a distanza c'è Chris Amon su Matra, ma è Amon e qualcosa andrà sicuramente storto. Infatti eccolo costretto al rientro ai box - due volte consecutive - per problemi di tenuta delle gomme.

A completare il podio è Peter Revson su McLaren, il suo primo podio in Formula 1. La gara della Ferrari non è particolarmente positiva, il migliore dei tre piloti della Rossa è Marione Andretti, che acchiappa il quarto posto nella parte finale della gara, a spese della March di Ronnie Peterson. Graham Hill sulla Brabham conclude la zona punti. Per quanto riguarda gli altri ferraristi, Jacky Ickx chiude la gara ottavo dietro alla March di Niki Lauda, mentre Clay Regazzoni è dodicesimo dopo avere subito una foratura. L'attrition rate è tutto sommato accettabile, e si segnala tra i piloti giunti al traguardo un debuttante su una March cliente del team di Frank Williams: si tratta di Carlos Pace, partito in 24^ posizione e giunto al traguardo 17° al suo primo gran premio in Formula 1. Se questo non è uno di quei risultati che saltano all'occhio, si segnala comunque che non dovrà attendere molto per ottenere il suo primo punto: otto settimane, quelle che mancano al seguente gran premio.

Il gran premio seguente è al Jarama in Spagna e si svolge di... lunedì?!?!?!?! A onore del vero è il primo maggio, quindi festivo, quindi il grande pubblico può vederselo in TV, sempre che sia stato trasmesso. Considerato che non si trovano nemmeno filmati di pochi minuti, nutro comunque parecchi dubbi in proposito. La pole va a Ickx, precede Hulme, Fittipaldi, Stewart, Andretti e Amon. Dietro alla BRM di Jean-Pierre Beltoise, c'è l'ultima Ferrari di Regazzoni. Viene a piovere poco prima del via, ma poco e si parte sulle slick, Hulme si porta in testa, segue Stewart. Ickx si ritrova terzo, seguito da Regazzoni, i due ferraristi vengono superati da Fittipaldi, mentre Stewart si porta in testa davanti a Hulme, ma sarà presto Emmo a prendere il comando, il tutto mentre più indietro vari piloti sono frattanto costretti al ritiro. La pioggia frattanto smette di cadere, Ickx si porta secondo e inizia a staccare Stewart, pur non riuscendo a raggiungere Fittipaldi. Ci sarà in seguito un nuovo scoscio di pioggia, ma ancora una volta non bagnerà molto la pista.

Hulme lo perdiamo per strada a causa di un guasto, i primi sei quando finisce di piovere sono Fittipaldi, Ickx, Stewart, Regazzoni, De Adamich e Revson. Stewart, tuttavia, pochi giri più tardi rompe una sospensione ed esce di pista. Anche Cevert si è ritirato già da qualche tempo: nessuna Tyrrell vedrà la luce del traguardo. Nonostante una perdita di benzina che potrebbe farlo rimanere a piedi prima del tempo (destino che invece capita all'altra Lotus, quella di Dave Walker), Fittipaldi riesce a giungere al traguardo davanti alle due Ferrari presenti in pista: Andretti si è ritirato molto tempo prima per un guasto al motore. Andrea De Adamich, quarto su Surtees, conquista i suoi primi punti in Formula 1, mentre Revson chiude quinto. Poche vetture giungono al traguardo, una decina in totale, e l'ultima in zona punti è proprio quella di Pace. Il pilota della Williams era partito 16° ed entrato in zona punti in concomitanza con il ritiro di Stewart, ma già da metà gara in poi si trovava in top-ten.

lunedì 23 gennaio 2023

GP Argentina 1972: Carlos Reutemann in pole position all'esordio

Oggi è il 23 gennaio 2023, ovvero il 51° anniversario del GP d'Argentina 1972, un ritorno nel calendario, dato che a Buenos Aires non si svolgeva un gran premio da ben dodici anni. Era l'inizio della stagione e ventidue vetture si apprestavano a prendere parte all'evento. Era una gara importante, vista la presenza di ben tre Ferrari: accanto a Jacky Ickx e Clay Regazzoni c'era anche Mario Andretti, che avrebbe disputato nel 1972 i gran premi non in SoVrApPoSiZiOn3 con altri suoi impegni motoristici. La qualifica era chiaramente falsatahhhh, dato che le Rosse non occupavano le prime tre posizioni: Regazzoni sesto, Ickx ottavo, Andretti nono. Per di più il più "goat" di tutti era anche dietro ai suoi compagni di squadra, ma fortunatamente i nonni dei complottisti di oggi non avevano a disposizione i social, ma al massimo commentavano le gare al bar. Sempre ammesso che in occasione del GP d'Argentina sapessero dell'esistenza della gara stessa: era il 1972 e la copertura dei gran premi extraeuropei era ridotta ai minimi storici (ad oggi ne esistono su Youtube un video verosimilmente ufficiale in bianco e nero di due minuti e uno verosimilmente non ufficiale a colori un po' più lungo con inquadrature varie).

Accadeva quel giorno un fatto accaduto solo tre volte nella storia della Formula 1: un debuttante scattava dalla pole position. E per tre volte intendo solo quelle in cui un pilota faceva il proprio effettivo debutto. Per dire, Nino Farina scattava dalla pole nel primo gran premio considerato parte della storia della Formula 1, ma disputava gran premi da anni e anni, quindi non poteva essere considerato un debuttante. Idem Walt Faulkner e Nalon Duke, autori della pole position alla Cinquecento Miglia di Indianapolis nel 1950 e 1951, che di fatto non hanno preso parte a veri e propri gran premi. Duke aveva inoltre anni di carriera pregressa, mentre Faulkner era effettivamente un rookie, avendo comunque già un DNQ all'attivo nella sua categoria. Comunque qui parliamo di ciò che è strettamente Formula 1 quindi non ce ne frega degli americani, a meno che non abbiano fatto una pole all'esordio in un effettivo gran premio di Formula 1 che fosse il suo effettivo esordio, nella fattispecie Mario Andretti nel 1968 a Watkins Glen. In Argentina 1972 ancora una volta l'onore della pole position all'esordio è andata a un pilota di casa (che aveva in precedenza preso parte solo a due eventi non championship con griglie miste Formula 1 e Formula 5000).

Carlos Reutemann e i suoi occhi azzurro ghiaccio si sono accaparrati la prima posizione in griglia, al volante di una Brabham, mentre secondo c'era Jackie Stewart su Tyrrell che precedeva le McLaren di Peter Revson e Denny Hulme. Al quinto posto c'era Emerson Fittipaldi su una Lotus che sfoggiava la nuova livrea nera e oro di John Player Special, mentre seguivano le tre Ferrari intervallate dalla Tyrrell di François Cevert al settimo posto. La top-ten era completata dalla March di Ronnie Peterson. Frattanto sembra che le vetture siano rimaste solo ventuno per via di una Matra che ha avuto problemi prima di andare in griglia: la proverbiale iella di Chris Amon colpiva già in gennaio per iniziare bene il mondiale. Agli argentini comunque non importava un fico secco di Amon, posso immaginare, e dovevano avere tutti gli occhi puntati su Reutemann che, dopo essersi qualificato sulla mescola di gomme più morbide, stava ugualmente sulle gomme più morbide anche per la gara. La gara, a proposito, l'ho ricostruita grazie a fonti scritte, perché dai brevi video trovati in proposito non si capisce un fico secco della gara. Sta di fatto, comunque, che al momento del via Stewart si è preso la leadership e ha lasciato Reutemann secondo a vedersela con Fittipaldi.

Dopo pochi giri il pilota della Lotus l'ha spuntata, mentre il suo compagno di squadra Dave Walker, dopo avere avuto un problema tecnico che l'aveva costretto a fermarsi vicino alla pitlane, veniva squalificato per essersi diretto ai box a piedi a prendere i pezzi di ricambio e avere cercato di riparare la vettura sul posto: il mondo della Formula 1 era profondamente ingiusto anche ai vecchi tempi. :-((( Frattanto Reutemann aveva problemi di gomme e scivolava alle spalle di Hulme, ma andava peggio al suo compagno di squadra Graham Hill, costretto al ritiro da problemi tecnici. Carlos sarebbe stato costretto a rientrare ai box a metà gara per cambiare gomme, ma avrebbe perso un giro in corso d'opera e sarebbe uscito nelle retrovie. Frattanto Stewart leaderava senza alcun problema e Hulme si era portato in seconda posizione da tempo dopo avere superato Fittipaldi. Sull'altra McLaren, invece, Revson aveva perso varie posizioni rispetto alla partenza e ha danneggiato la vettura in un'uscita di pista avvenuta per evitare un testacoda di Peterson. È stato quindi costretto al ritiro, ma era in buona compagnia, dato che guasti vari hanno fermato anche Andretti e Cevert, poi anche lo stesso Fittipaldi.

Mentre Stewart metteva secondi su secondi tra sé e Hulme, con il ritiro di Emmo, Ickx risaliva al terzo posto, rendendo almeno il podio non falsato. In quarta posizione, Regazzoni era inseguito da vicino dalla Surtees di Tim Schenken, ma è riuscito a conservare il quarto posto fino alla bandiera a scacchi. Peterson, da parte sua, ha chiuso sesto come ultimo pilota a pieni giri. Dopo una lunga rimonta, Reutemann ha concluso la gara come primo dei doppiati, a una sola posizione di distanza dalla zona punti, la March cliente del team Williams guidata da Henri Pescarolo, due delle BRM guidate da Howden Ganley e un certo Helmut Marko, infine undicesimo e ultimo al traguardo una presenza piuttosto illustre (o meglio, destinato a divenire tale), ovvero Niki Lauda sulla March. Si è conclusa così la gara della pole al debutto per Reutemann e sono passati ben ventiquattro anni prima che nuovamente un debuttante ottenesse una pole position all'esordio. Sarebbe avvenuto per la terza e finora ultima volta nella storia con Jacques Villeneuve in pole position al suo debutto in Formula 1 al GP d'Australia 1996, gara nella quale avrebbe avuto problemi tecnici nel finale, dopo essere stato leader per gran parte dei giri.


domenica 22 gennaio 2023

Febbre della velocità: un documentario del 1978 sulla Formula 1

Stasera vi parlo di "Febbre della velocità", documentario italiano del 1978 sulla Formula 1, nei quali Sydne Rome interpreta la parte di un'intervistatrice di piloti e le interviste di piloti non sono dotate di sottotitoli, né tantomeno di traduttore. No, i piloti sono doppiati, quindi non c'è alcun modo di verificare se dicano effettivamente ciò che sentiamo dire o se le loro risposte vengano messe sulla loro bocca per esigenze di trama. Ad ogni modo la Rome inizia recitando la parte di un'intervistatrice che chiede a Niki Lauda di metterla in contatto con dei piloti che dovrà intervistare a Long Beach e Lauda le dà una risposta presa pari pari dal copione. Si aprono così l'ora e 40+ minuti del documentario, che adesso andremo a scoprire, per potere affermare che i documentari di un tempo erano molto diversi dai documentari a misura di driverstosurvivers che vanno di moda al giorno d'oggi.


Questo documentario vintage non potrebbe mai chiamarsi "Drive to Survive", però come titolo sarebbe sicuramente adatto "Drive to Die". Essenzialmente è una sorta di DTS fatto a misura di driverstosurvivers truculenti fanatici della morte e del sangue. Però meglio iniziare in modo soft (anche se ai tempi i driverstosurvivers erano very uominy), quindi troviamo Sydne Rome a Long Beach, che ci ricorda che Long Beach è vicina a Hollywood e inizia a intervistare celebrità.
Gene Hackman, il secondo attore a fare la propria comparsa, parla con lei di competizioni americane, le gare di NASCAR vengono descritte come se fossero demolition derby, poi si inizia a parlare del fatto che i piloti siano sempre esposti al pericolo.
Vengono fatte domande a Hans Joachim Stuck a proposito dell'incidente mortale di Tom Pryce... poi ecco che, dopo una decina di minuti di documentario, ci ritroviamo catapultati negli sventurati eventi sudafricani. Nel vero senso della parola: vediamo tutto. Nel vero senso della parola anche qui: non vediamo solo Pryce falciare l'avventato commissario, vediamo proprio anche le inquadrature del cadavere di Pryce, nello specifico le inquadrature del cadavere *prima* che fosse coperto da un telo.

A questo punto serve qualcosa che renda l'atmosfera più soft: dopo qualche immagine della gara di Long Beach con minuziosi dettagli sugli incidenti e sul pericolo generato da commissari dilettanti, entra in scena a random una competizione americana in cui i piloti guidano mezzi strani ai quali è legato un paracadute che sembra sia l'unico modo per frenare. Ci troviamo a vedere il veicolo di un pilota che ha perso il paracadute quindi è destinato a schiantarsi e, secondo quanto si dice, a una morte sicura. Si salva precipitando in acqua.
Poi torniamo in topic ed ecco che vengono elencate le vittorie di Lauda, senza citare gli altri gran premi e arrivando al finale negli States. Non si fa accenno che dopo se ne vada dalla Ferrari a gambe levate, ma in compenso si passa a un filmato carico di dettagli sull'incidente al Nurburgring. Poi viene intervistata Marlene: la Rome le pone quasi solo domande sull'incidente.

Poi ecco una scena surreale, un'intervista con Bernie Ecclestone.
"Per lei il denaro è importante?" chiede Sydne.
Bernie risponde, testalmente: "no, il denaro non ha alcun peso" e prende a parlare di quanto conti invece il successo.

Si procede con cose a caso, un incidente vintage in cui si alzano fiamme da una vettura incidentata, poi ecco comparire James Hunt. Gli viene chiesto come reagirebbe se avesse un incidente come quello di Lauda. Si torna poi su Lauda, che descrive Mario Andretti come "un pilota vecchio con esperienza" e si parla del fatto che al suo palmares manchi ancora un mondiale di Formula 1.
Sydne Rome a quel punto va in giro in camper con Eddie Cheever che racconta di quando la madre gli regalò un kart e si appassionò così di motori. Si vedono momenti della sua carriera di kartista e sul casco di un suo avversario si legge il nome di Claudio Langes. Poi stranamente ecco che si vede un incidente in una gara di kart, con un cappottamento.
In tutto ciò non è più molto chiaro dove siamo, il mondiale in teoria dovrebbe essere già finito o quasi, ma ci troviamo in Brasile dove l'idolo locale Emerson Fittipaldi, con la Copersucar "oggi lotta, se non per vincere almeno, per qualificarsi". Cosa significhi esattamente questa frase non saprei, ma non conta perché si va a Montecarlo.

Si parla del glamour, non in termini così negativi come succederebbe in un documentario di oggi, ma si lascia intendere che il gran premio sia una vetrina per celebrità europee tipo il titolare della Mercedes. Quantomeno non ci sono attori da intervistare.
Poi, di punto in bianco, da Montecarlo si passa a Le Castellet perché la Francia è vicina al Principato. Viene inquadrata da vicino una Brabham con il numero 2, quindi guidata dal compagno di squadra del campione del mondo in carica. Che dovrebbe essere Hunt sulla McLaren. Poi viene anche inquadrata una Tyrrell che ha quattro ruote. Dovrebbe averne sei. C'è pure Riccardo Patrese su una Arrows. Dovrebbe stare sulla Shadow. A guardare il calendario 1977, la Formula 1 non ha corso a Le Castellet. Siamo precipitati all'improvviso nel 1978.
Poi ecco riapparire Lauda, che non sta più in Ferrari, a conferma che è il 1978. Viene chiesto a Carlos Reutemann se lui e Niki si odiano, domanda a cui risponde con molta eleganza. Viene citato il fatto che Lauda sia in Ferrari anziché in Brabham e Reutemann viceversa per affermare che i piloti da un giorno all'altro possono passare dall'apice all'essere irrilevanti e in una fugace inquadratura di Gilles Villeneuve si dice che "sta cercando di non bruciare". Detto di uno che sta al posto di Lauda, mi pare un po' troppo un doppio senso.

Prima era comparsa a caso la Mille Miglia con immagini di molti anni prima e menzione a incidenti mortali, mentre adesso compaiono i rally con una lunga dissertazione su pericoli diversi da quelli dei gran premi. Mi stavo chiedendo quando sarebbe comparso qualche incidente e stupendo che non ne appariva nemmeno uno, quando di colpo ecco una carrellata di cappottamenti e schianti. Poi considerazioni sull'incremento della sicurezza e la considerazione che senza il loro lato romantico (cioè la morte?) Formula 1 e rally sarebbero "solo meri test scientifici".
Viene fatto notare che dal 1974 sono morti solo due piloti in Formula 1, mentre ogni dieci minuti c'è un incidente mortale sulle strade, il tutto senza considerare che sulle strade ci sono milioni e milioni di persone, mentre su una griglia di partenza di Formula 1 ci sono ventisei piloti, il tutto con una carrellata di incidenti in sottofondo, per poi culminare con quello in cui ha perso la vita Jochen Rindt. Poi a random ecco apparire Clay Regazzoni che va a fuoco e Mike Hailwood che tenta di tirarlo fuori dalla monoposto, per poi parlare degli "incidenti spettacolari" che avvengono spesso a Indianapolis.

"Fate attenzione a questa partenza" poi ecco fiamme, cappottamenti... e nulla, si passa a Le Mans, secondo i sottotitoli "LES Mans", viene spiegato cosa sia la Ventiquattro Ore e chiaramente viene inserito l'incidente devastante del 1955. Poi, così come se niente fosse, ecco che si passa a Stirling Moss al volante di monoposto vintage e poi al team Lotus e alla chiesa sconsacrata del 1700 nel quale lavora alle proprie vetture.
Si passa a una carrellata di cose random, a Watkins Glen 1977, alla guerra delle gomme e a come le gomme abbiano - guess what - provocato in incidenti. Si passa da Regazzoni che cappotta a Indianapolis alle gare di NASCAR e poi a un attore al quale Sydne Rome chiede se sia presente al circuito perché spera di vedere incidenti. L'attore risponde di no, poi afferma che alla fine sotto sotto tutti sperano nell'emozione in più data dall'incidente stesso.
Poi si passa a Lauda, alla quale la Rome fa domande a proposito dell'incidente mortale di Roger Williamson. Segue una critica della voce fuori campo al fatto che *per colpa dei piloti* la gara sia proseguita, perché direzione gara cos'è la direzione gara.

Segue una carrellata di foto/ filmati di piloti morti al volante di vetture di Formula 1 o comunque di vetture da competizione. Per qualche strano motivo compare pure Graham Hill, nonostante sia morto in un incidente aereo. Siccome errare è umano e perseverare anche, appare anche Carlos Pace, dopodiché Mike Hawthorn nonostante sia morto al volante di un'auto stradale.
Poi si va verso la fine... ovvero verso Monza e siamo ancora nel 1977, in tutto questo continuo andare avanti e indietro. Si chiude così, con il pubblico che acclama Lauda, questo documentario dei tempi di quando i driverstosurvivers erano very uominy, un "Drive and hope to survive" in salsa vintage, in cui gli eventi sono stati piazzati in ordine casuale, generalmente per ricordarci che gli incidenti e la morte sono il fulcro delle corse automobilistiche, per poi arrivare a una sorta di happy ending a sua volta piuttosto random.

venerdì 20 gennaio 2023

Dai modellini alle monoposto: Politoys, un costruttore one-off

Quando eravate bambini avete mai giocato con delle macchinine, immaginando nella vostra mente un gran premio vero? Molto probabilmente sì, ma sappiate che il sogno di passare da modellini o macchinine giocattolo a una vera monoposto di Formula 1 è stato trasformato in realtà! Correva l'anno 1972 e il costruttore era la Politoys, dietro al quale c'era la Polistil, impresa di giocattoli specializzata in macchinine e piste giocattolo. Non c'era dietro solo la Polistil, ma anche una nostra vecchia conoscenza, di cui parleremo più avanti. Quella nostra vecchia conoscenza aveva un team, cliente della March, e la partnership con Politoys (già sponsor delle monoposto March clienti) era il suo esordio come costruttore. La nuova monoposto ha debuttato nel GP di Gran Bretagna a Brands Hatch, in una in cui di sicuro gli occhi del pubblico erano più fissi sulla vetta della classifica che né sui bassifondi.


Scattava dalla pole position Jacky Ickx a bordo di una Ferrari, quindi la qualifica non era falsata, ma quella Ferrari aveva il numero 5 quindi era sicuramente un kompl8 delle vetteline. Sull'altra Ferrari, invece, faceva il proprio esordio Arturo Merzario. Completava la prima fila Emerson Fittipaldi su Lotus, mentre dietro venivano la McLaren di Peter Revson e la Tyrrell di Jackie Stewart, dopodiché Tim Schenken su Surtees e Jean-Pierre Beltoise su BRM.
Ho trovato un video dei primi giri e, in epoca in cui le partenze non avvenivano ancora con il semaforo, il via è stato dato da un tizio che sventolava una Union Jack. La partenza non era falsata, quindi Ickx ha mantenuto la leadership, seguito da Fittipaldi, Beltoise, Revson, Stewart e Schenken. Stewart è stato successivamente inquadrato davanti a Revson, mentre secondo il telecronista tedesco la Surtees incidentata vista poco dopo era quella di Schenken. In realtà la grafica ha informato poco dopo che era Andrea De Adamich. L'inquadratura della Lotus di Dave Walker che procedeva al rallenty lascia pensare a un contatto tra di loro (confermato da Statsf1).

Purtroppo il video comprendeva solo i primi tre giri di gara, quindi dovrò procedere raccontandovi quello che ho ricostruito tramite fonti scritte. Stewart ha superato Beltoise portandosi terzo, mentre poco dopo sulla Politoys di Henri Pescarolo, partito ultimo in griglia, si è rotta una sospensione, provocando un incidente. La vettura sembra essere rimasta ferma al centro della pista, Pescarolo è uscito dalla monoposto, intorno alla quale sono sopraggiunti doversi commissari e un mezzo di soccorso, vista la presenza di un principio di incendio.
Siccome piloti e commissari erano very uominy, la gara procedeva con semplici bandiere gialle. Fortunatamente nessun commissario è stato investito in corso d'opera. Frattanto anche Nanni Galli sulla Tecno è uscito di pista andando a sbattere.
Eravamo solo al decimo giro di 70+, ma per parecchio tempo la situazione sembra essere stata tranquilla. Nel senso, nell'immediato non ci sono stati altri ritiri per incidente, ma solo avarie più o meno gravi. Sulla vettura di Beltoise c'erano problemi al cambio e, infatti, ha perso numerose posizioni. Stewart invece ha superato Fittipaldi portandosi secondo.

La gara proseguiva, con Ickx, Stewart e Fittipaldi molto vicini e, durante una fase di doppiaggio travagliata, e approfittando di un doppiato che rallentava, Emmo si è ripreso la seconda posizione. Il doppiato che aveva intralciato Stewart era Wilson Fittipaldi, oggi i social sarebbero esplosi urlando al kompl8.
In seguito sembra ci sia stato un contatto tra Carlos Pace, al volante di una March cliente e compagno di squadra di Pescarolo, e Carlos Reutemann su Brabham, con il ritiro di Pace, mentre il colpo di scena è arrivato a circa due terzi di percorrenza, quando Ickx ha avuto un problema di perdita d'olio che l'ha costretto al ritiro, lasciando la leadership a Fittipaldi, il secondo posto a Stewart e il terzo a un lontano Revson. Schenken invece è stato superato sia da François Cevert su Tyrrell sia da Ronnie Peterson su March.
Il gap tra i due piloti di testa è aumentato, mentre Revson era ancora terzo: sarebbero andati a podio, mentre ai piloti dietro di loro le cose non andavano altrettanto bene. Schenken ha avuto un guasto, Cevert è andato a sbattere e Peterson è rimasto quarto fino al penultimo giro quando la sua vettura si è spenta, venendo classificato settimo. Chris Amon su Matra, Denny Hulme su McLaren e Arturo Merzario su Ferrari hanno completato la zona punti.

Torniamo alla Politoys: la vettura è rimasta danneggiata nell'incidente e quella di Brands Hatch è stata l'unica entry per il nuovo costruttore. Alcuni premi dopo, infatti, a Monza, avrebbe dovuto gareggiare il pilota italiano Giancarlo Gagliardi, ma la vettura non è mai stata riparata/ ricostruita e lo stesso Gagliardi non ha mai gareggiato in Formula 1.
Per il resto della stagione Pescarolo ha continuato a gareggiare sulla March cliente, ma la nostra vecchia conoscenza a cui ho accennato in precedenza non intendeva affatto rinunciare al proprio obiettivo di stare in Formula 1 come costruttore, tanto da riprovarvi già nel 1973 - nonostante fosse ormai uno squattrinato a cui avevano staccato il telefono perché non pagava le bollette - non più in partnership con Politoys, bensì con Iso-Rivolta, team che avrebbe preso la denominazione del suo main sponsor, come Iso Marlboro. Ebbene sì, costui era Frank Williams.


giovedì 19 gennaio 2023

L'ultima vittoria di Pedro Rodriguez (e i curiosi numeri di gara delle Ferrari)

Si sta facendo un po' tardi, ormai è già mezzanotte, ma con i fusi orari del continente americano possiamo ancora considerare che oggi sia il 18/01/2023. Quindi sarebbe stato il 73° compleanno di Gilles Villeneuve (o il 71°, fosse ancora vivo probabilmente non avremmo scoperto che era del 1950 e non del 1952 come faceva credere) e anche l'83° di Pedro Rodriguez, nato il 18/01/1940. Senza offesa per Villeneuve, della cui epoca ho parlato in lungo e in largo quindi non ho gare dei suoi tempi da raccontarvi, andrò a parlare dell'epoca di Rodriguez e di un gran premio che in realtà richiama l'aura anche dell'epoca di Villeneuve... e anche quella che si è respirata ancora per parecchi anni dopo di lui (poi vi spiegherò perché).
Il pilota messicano, vincitore di due gran premi in Formula 1, ha ottenuto la sua seconda vittoria in Belgio nel 1970, sul circuito di Spa Francorchamps in una versione diversa da quella che conosciamo, gran premio di cui ho trovato un video di highlight della durata di circa quattro minuti, perché purtroppo di quell'epoca non esistono versioni integrali, spesso proprio perché non sono mai esistite.

Erano vecchi tempi, fatta di griglie di partenza messe così a caso (quelle nello screenshot sono vetture che stanno per partire, non vetture già partite), gare che non partivano alle 14,00 (se l'orologio è ben funzionante, pare che la partenza possa essere stata per le 13,00), addetti ai lavori che se ne stavano tranquilli con la sigaretta in bocca, ma soprattutto fotografi (e presunti spettatori vista la presenza di gente che non ha in mano macchine fotografiche e in apparenza non stava facendo nulla) che se ne stavano tranquilli nonostante fossero a un metro di distanza dalle monoposto (più o meno in quei frangenti la March di Ronnie Peterson è partita in testacoda accanto a loro).
Era anche epoca di numeri di gara che venivano assegnati evento per evento (quello con il numero 27 nella foto è Jacky Ickx), sistema di numerazione in vigore fino al 1973, quando poi è stato sostituito da quello in vigore tra il 1974 e il 1995, per intenderci (insomma, quello in cui il 27 viene associato alla Ferrari di Villeneuve). Non mi è del tutto chiaro con quale criterio venissero assegnati i numeri fino agli anni '70, ma nevermind. Nella entry list erano presenti ventisei nomi e i numeri erano assegnati dall'1 al 28 con l'eccezione dei numeri 12 e 13.

Se il 13 era generalmente non assegnato per ragioni scaramantiche, il 12 sembra essere vacante perché la Tyrrell, che portava il numero 11 in questa occasione sulla monoposto di Jackie Stewart, schierava una sola vettura. È plausibile che il numero 12 dovesse essere assegnato al suo compagno di squadra Johnny Servoz-Gavin (ironia della sorte, nato il 18/01/1942, oggi sarebbe stato il suo 81° compleanno - è venuto a mancare nel 2006), il quale però prima di questo gran premio si è ritirato dalle competizioni a causa dei danni permanenti alla vista riportati a seguito dell'infortunio a un occhio durante una gara di rally.
Soltanto pochi giorni prima del GP del Belgio, Bruce McLaren ha perso la vita in un incidente durante un test su una vettura di Can-Am, per questa ragione l'intero team (oltre a Bruce due altre vetture, di Peter Gethin e Andrea De Adamich, oltre che il team di John Surtees ai tempi team cliente della McLaren) non ha preso parte all'evento. Altre entry sono state ritirate in corso d'opera e alla fine ci si è ritrovati con di diciotto partecipanti, di cui diciassette qualificati (Alex Soler-Roig, su una Lotus privata, non ha percorso abbastanza giri per potere essere ammesso alla gara). Ma il discorso dei numeri?, direte voi... però ci arriverò più tardi.

Cercando fonti scritte (l'highlight è natural sound) ho scoperto che il gran premio è stato preceduto da polemiche piuttosto accese alla riunione dei piloti, nella quale l'argomento di dibattito era il circuito di Spa, considerato troppo pericoloso per disputare il gran premio, tanto che Stewart, così come Jochen Rindt, ha proposto l'annullamento del gran premio. Ickx e Rodriguez si sono opposti e a quanto pare la polemica è proseguita a questo punto tra Stewart e Rodriguez.
Pare ci sia stata poi un'ulteriore polemica dopo le qualifiche quando vari team avrebbero segnalato che i tempi cronometrati dalla direzione gara erano diversi da quelli che risultavano a loro, ma pare che tutto sia finito in un nulla di fatto e che la pole sia andata a Stewart, il quale è stato sopravanzato dalle due vetture che completavano la prima fila a tre: Rindt con la Lotus si è portato in testa, per poi essere superato dalla March di Chris Amon. Stewart ha poi preso la seconda posizione nei confronti di Rindt e tempo qualche giro sarebbe andato a insidiare la leadership di Amon, anche se a spuntarla sarebbe stato il neozelandese, prima che arrivasse Rodriguez, risalito terzo, a superare entrambi.

Numerose vetture hanno avuto dei problemi, comprese quelle di Rindt e Stewart costretti al ritiro in una gara dall'attrition rate piuttosto elevato - tra i ritirati anche Jack Brabham, al momento in terza posizione. Rodriguez nel frattempo era stabilmente in testa, inseguito da vicino da Amon. Dopo il ritiro di Brabham, Ickx è risalito in terza posizione, ma la gara del ferrarista, partito quarto, sarebbe andata molto in stile Ferrari: un problema tecnico a causa del quale sarebbe precipitato ultimo alle spalle della March di Jo Siffert.
Il suo compagno di squadra Ignazio Giunti, sull'altra Ferrari, partito ottavo, nel frattempo era sesto, ma è risalito in quinta piazza superando la Brabham di Rolf Stommelen. Le Matra, frattanto, erano terza e quarta, con Jean-Pierre Beltoise destinato al podio e Henri Pescarolo a rimanere senza benzina prima della fine della gara. Risultato: Rodriguez, Amon, Beltoise, Giunti, Stommelen, Pescarolo, Siffert, Ickx.
Quarto e ottavo posto, a parti invertite, come nelle qualifiche, la gara della Ferrari è stata ben poco memorabile, ma meriterebbe comunque un posto nella storia: la legge del caso aveva infatti voluto che i numeri assegnati alle Ferrari fossero in questo evento 27 e 28! E giusto per chiarire il concetto c'erano già state delle Ferrari numero 27 e delle Ferrari numero 28, ma mai i due numeri insieme, e mai più sarebbero ricomparsi prima del GP di Long Beach 1981 con il successivo sistema di numerazione.

mercoledì 18 gennaio 2023

La breve storia della Kauhsen

Quando si parla di scuderie dalla storia piuttosto creativa in genere ci si focalizza su quelle che hanno fatto una stagione o due, prima di essere magari comprate o sponsorizzate da truffatori che alla fine non versano un solo centesimo. Oggi, mercoledì 18 gennaio 2023, invece, voglio parlarvi del Willi Kauhsen Racing Team, scuderia apparsa in Formula 1 nel 1979 e altrettanto rapidamente scomparsa. Il team, fondato dall'ex pilota tedesco Willibert Kauhsen era attivo in Formula 2 già da qualche anno e, nel 1977, vi aveva gareggiato anche un certo Alain Prost di cui forse avrete occasionalmente sentito parlare. I risultati del futuro pluricampione del mondo, tuttavia, non svettavano, vista la poca competitività del mezzo. L'obiettivo, frattanto, era fare il salto di qualità, così Kahusen ha iniziato a lavorare per il suo debutto nella massima categoria, inizialmente pensando di acquistare le vetture della Kojima del 1977 e partecipare alla stagione 1978 come team cliente.

Fallito il tentativo di comprare le monoposto giapponesi, il team ha deciso di entrare come costruttore, lavorando nel 1978 per il debutto nella stagione 1979. Sono stati ingaggiati Patrick Nève e Harald Ertl come tester e sviluppatori, e vorrei ricordare per l'ennesima volta che tra i trascorsi di Ertl in Formula 1 c'era una partenza clandestina dopo non essersi qualificato per un gran premio, nonostante si parli solo di quando l'ha fatto Hans Heyer. Nessuno dei due, tuttavia, sarebbe stato pilota titolare al momento del debutto, al GP di Spagna.
La vettura, ispirata alla Lotus del 1978, che potete vedere nella foto soprastante con una livrea che, forse per effetto di luce, sembra vagamente richiamare lateralmente una lattina di Redbull in tono più spento, era guidata da Gianfranco Brancatelli, debuttante dalla carriera frammentata in Formula 2 (avrebbe ottenuto successi, in seguito, ma non su vetture open wheel). Segnalo che Brancatelli, essendo nato il 18 gennaio 1950, oggi compie 73 anni. La particolarità sta tuttavia nel fatto che sia nato lo stesso giorno di Gilles Villeneuve, e sono gli unici due piloti della storia della Formula 1 ad essere nati lo stesso giorno dello stesso anno.

Il debutto è avvenuto - dopo uno one-off in Formula Aurora - con l'avvio della stagione europea, quindi saltando le trasferte del Sudamerica, il GP del Sudafrica e quello di Long Beach: il primo gran premio è stato quello di Spagna al Jarama. Le qualifiche hanno visto le Ligier andare ad appropriarsi della prima fila - e Patrick Depailler avrebbe vinto il gran premio - ma di file disponibili ce n'erano solo dodici, quindi ventiquattro monoposto con ventisette a tentare di qualificarsi.
Brancatelli ha preso quasi nove secondi dalla pole ottenuta da Jacques Laffite, quattro e mezzo dalla Shadow di Jan Lammers ultimo dei qualificati, nonché circa tre secondi dal ventiseiesimo, Arturo Merzario al volante di una monoposto della propria scuderia. Insieme a Merzario e a Derek Daly su Ensign, il suo weekend è terminato quindi di sabato.
Peggio di così non poteva andare, o almeno deve essere quello che pensava Kauhsen in vista del GP del Belgio. A Zolder sembra che la vettura avesse una livrea diversa, non più un colore che ricorda la Redbull, quando piuttosto un design che ricorda vagamente il casco di Sebastian Vettel in Ferrari e Aston Martin, ma a sfondo nero anziché bianco.

Così come per Vettel abbandonare la Redbull e passare in Ferrari è stato l'inizio del declino, anche per la Kauhsen passare da colori simil-Redbull a colori simil-casco di Vettel è stato un declino, con la sola differenza che non partivano da quattro mondiali, ma da un DNQ, quindi hanno fatto di peggio! Non c'erano le prequalifiche, quindi sempre di DNQ si tratta, ma stavolta i nove secondi non erano dalla pole, quanto dalla Shadow di Elio De Angelis, ventiquattresimo e ultimo pilota ammesso sulla griglia.
A tredici secondi dalle Ligier che ancora una volta monopolizzavano la prima fila (ma avrebbe vinto Jody Schekter su Ferrari), Brancatelli era ventottesimo su ventotto piloti che tentavano di qualificarsi, usciva quindi di scena insieme a Merzario e Daly, oltre che a un non qualificato illustre, Patrick Tambay su McLaren.
Il team, a questo punto, ha chiuso i battenti e messo in vendita i propri asset. Brancatelli, rimasto senza volante, ha sostituito Merzario - infortunato a una mano a causa di una caduta dalle scale - nel successivo GP di Montecarlo - dove erano previste anche le prequalifiche per via della griglia ridotta a venti vetture e dove non si è prequalificato. È stata la sua ultima apparizione in Formula 1. I beni si proprietà della Kauhsen sono invece stati acquistati proprio da Merzario e pare che la monoposto del team Kauhsen sia stata schierata per il gran premio non championship di Imola.

martedì 17 gennaio 2023

GP Brasilia 1974: un non championship event che strizza l'occhio agli anni 2020

Sono ormai passati quarantanove anni dal 1974, ma andando a scavare in quella stagione ho trovato un gran premio, disputato a Brasilia e considerato non championship, che potrebbe incarnare perfettamente anche lo spirito della Formula 1 degli anni 2020 con in mezzo un po' di filosofia indo-coreana degli anni 2010. Si tratta infatti di un gran premio a cui hanno preso parte appena dodici monoposto, quindi meno squadre che dovrebbero ripartirsi gli eventuali introiti economici.
Purtroppo è avvenuto subito dopo il GP del Brasile, quindi ha limitato gli spostamenti al minimo invece di fare avanti e indietro da un continente all'altro, ma quantomeno rispecchiava altri importanti valori di oggi. L'evento, denominato "Gran Premio del Presidente Medici", infatti, in cambio di big money sponsorizzava un regime dittatoriale (in Brasile non c'erano ai tempi libere elezioni e i rappresentanti politici venivano messi al potere dall'esercito dopo un colpo di stato militare). Il successivo cambio di presidenza e disinteresse del successivo presidente per un gran premio a Brasilia, inoltre, ha fatto sì che il circuito nuovo di zecca cadesse subito in disuso come se fosse stato un Greater Noida qualsiasi.

Esistono brevissimi filmati della gara, con telecronaca brasiliana, quindi verosimilmente almeno a livello locale la gara ha avuto quantomeno un minimo di copertura mediatica, ma sembrano non esistere delle vere e proprie sintesi. La gara, tuttavia, stando alle fonti scritte, sembra non essere stata caratterizzata da grandi colpi di scena, quindi niente duellihhhh e sorpassihhhh e niente Ferrari, dato che le Rosse non hanno disputato l'evento per concentrarsi sui gran premi che contavano per la stagione, stessa scelta fatta anche da altri tra cui la Lotus, mentre qualche team ha portato una sola monoposto.
La pole position è andata a Carlos Reutemann su Brabham, affiancato da Emerson Fittipaldi su McLaren, in una griglia di solo sei file, con James Hunt al volante di una March del team Hesketh in ultima posizione dopo un problema al cambio. In gara è stato anche il primo dei ritirati dopo appena un giro e le vetture da dodici che erano si sono ritrovate a essere appena undici. Reutemann, frattanto, era in testa alla gara davanti all'idolo locale Fittipaldi e vi è rimasto per un quarto di gara.

Il ritiro di Reutemann per un problema tecnico ha spianato la strada a Fittipaldi, che ha trascorso in testa il resto della gara. Dopo un duello con la Iso Marlboro di Arturo Merzario, Jody Scheckter si è portato secondo a bordo dell'unica Tyrrell presente all'evento, ma anche a causa di problemi di gomme non ha potuto fare altro che accontentarsi della seconda piazza, mentre Merzario ha chiuso sul gradino più basso del podio.
Nove vetture hanno visto la bandiera a scacchi e a completare quella che sarebbe stata la zona punti in un gran premio ufficiale, Jochen Mass sulla Surtees ha preceduto Wilson Fittipaldi su Brabham e Howden Ganley su March, mentre il compagno di squadra di quest'ultimo, Hans Joachim Stuck è stato costretto al ritiro.
Settimo e ottavo si sono classificate le BRM di Henri Pescarolo e Jean-Pierre Beltoise, mentre Carlos Pace, su Surtees, ha terminato senza completare il 90% di percorrenza a causa di problemi tecnici che l'hanno portato a fermarsi più di una volta ai box.

Il circuito di Brasilia, considerato all'avanguardia per i tempi, è stato utilizzato solo per eventi locali per molti anni. Successivamente è stato denominato "Autodromo Nelson Piquet" in quanto l'ex pilota di Brabham e Williams (non solo Brabham e Williams, in realtà) è stato gestore del circuito dopo la sua privatizzazione intorno a metà degli anni '90, in quel periodo il circuito è stato "ristrutturato", ha ospitato gare di campionati locali e sembra anche essere stato in lizza per un suo ingresso nel mondiale di Formula 1, a discapito di Interlagos.
Dopo il ritorno al controllo statale, che pare essere avvenuto circa una decina d'anni dopo l'inizio della gestione privata, sembra si chiami attualmente semplicemente Autodromo Brasilia e nel corso degli anni 2010 avrebbe dovuto ospitare la MotoGP, progetto che non è andato in porto. Non solo, è sfumata anche la possibilità che potesse ospitare un evento del campionato di Indycar per via degli elevati costi. Il circuito sembra essere attualmente in disuso da diversi anni, ma dovrebbe essere stato nuovamente privatizzato e a partire da quest'anno dovrebbe ospitare il campionato turismo brasiliano e il ritorno della Stock Car Brasil.




lunedì 16 gennaio 2023

Juan Manuel Fangio e il GP d'Argentina: le sue quattro vittorie consecutive

Buongiorno a tutti, oggi è il 16 gennaio 2023, siamo esattamente a metà del mese, è l'anniversario di un evento vintage e domani sarà l'anniversario di un altro evento vintage, ma di quelli vintagissimi. Ho deciso quindi di portarvi a scoprire il GP d'Argentina nei mid-50s e, dato che il pilota di casa ne ha vinti quattro di fila (più o meno), direi di andare oltre gli anniversari e di raccontarvi la quadrupletta(?) di Juan Manuel Fangio al circuito di Buenos Aires, oggi intitolato a Oscar Alfredo Galvez, ma ai tempi noto come "Autodromo de 17 de Octobre", inaugurato dalla Formula 1 in senso antiorario nel 1953 e poi, a partire dal 1954, utilizzando lo stesso layout in senso orario, cosa spacciata talora come novità assoluta in occasione degli eprix di Berlino.

1954: la gara si è svolta il 17 gennaio, quindi domani ne sarà il 69° anniversario, ed è un po' dura ricostruirne gli eventi, nel senso che la gara non è narrata nemmeno nelle sedi laddove si possono in genere trovare resoconti di vecchi gran premi, quindi statsf1, oppure andando più nel mainstream Wikipedia inglese o italiana. Tutto ciò che queste fonti rivelano è che c'erano diciotto vetture al via e che all'età di 47+ anni Nino Farina è diventato il più vecchio poleman della storia e lo resterà almeno fino al tardo 2028, qualora un certo pilota della Aston Martin sia ancora in Formula 1 e ottenga una pole.
Per fortuna c'è Formula Passion che in un articolo narra gli eventi dell'edizione 1954... che sembrano curiosamente in linea con quello che potrebbe succedere al giorno d'oggi. Farina su Ferrari era in testa alla gara, nella quale è venuto a piovere due volte. Il secondo scroscio di pioggia è stato più insistente del primo e, a gara inoltrata, mentre Fangio effettuava un cambio gomme, in Ferrari facevano l'opposto, certi che fosse sufficiente amministrare il risultato o, in alternativa, fare ricorso contro la Maserati per un presunto cambio gomme irregolare.
Guess what? È andata esattamente come potrebbe andare una gara della Ferraro al giorno d'oggi: Fangio ha vinto e non è stato squalificato, con Farina relegato al secondo posto, seguito dal compagno di squadra José Froilan Gonzalez. La zona punti era ai tempi relegata ai primi cinque ed è stata completata da Maurice Trintignant sempre su Ferrari e da Elie Baoyl su Gordini.

1955: la gara si svolgeva il 16 gennaio, quindi oggi è il 68° anniversario e la gara prevedeva la presenza di ventuno vetture, ma per via delle alte temperature proibitive, c'erano più piloti che si alternavano sulla stessa vettura. Per intenderci, è un po' come se a un certo punto Charles Leclerc entrasse ai box e lasciasse il posto ad Antonio Giovinazzi, per poi vari giri dopo magari terminare la gara sulla vettura di Carlos Sainz. I risultati sarebbero condivisi, i punti idem. Insomma, sarebbe un gran caos, specie in epoca social!
La pole l'ha ottenuta Gonzalez su Ferrari, ma al via è stato Fangio su Mercedes a portarsi davanti a tutti, e anche questo in epoca social non credo sarebbe ben visto, questo Fangio era proprio uno SkArS0 che rubava le vittorie alle vetture rosse! Comunque prima di arrivare alla vittoria di tempo ne è passato e anzi, nella prima parte di gara i due si sono alternati in testa, così come Alberto Ascari su Lancia (passare da Ferrari a Lancia va bene o è da traditorihhhh della patriahhhh?), che era in testa a neanche un quarto di gara, quando è partito in testacoda, forse a causa di una macchia d'olio sull'asfalto, ed è finito fuori. Anche questo sarebbe stato complicato da gestire in epoca social, con tanto di attacchi nei confronti delle ascarine.
Difficile ricostruire cosa sia accaduto dopo, quello che è certo è che Fangio ha finito la gara da solo e ha battuto la Ferrari di Gonzalez guidata anche da Farina e Trintignant, mentre terzo ha chiuso Farina, sulla cui monoposto hanno gareggiato anche Trintignant oltre che Umberto Maglioli. Per intenderci, tornando al mio esempio di prima, Leclerc potrebbe arrivare secondo in coppia con Giovinazzi e poi terzo in coppia con Sainz, facendo fare qualche giro anche a Robert Shwartzman.
La zona punti è stata completata dalla Mercedes del trio Hans Hermann/ Karl Kling/ Stirling Moss e dalla Maserati di Roberto Mieres che, così come Fangio, si è fatto tutta la gara da solo.

1956: la gara si è svolta il 22 gennaio (quindi domenica prossima cadrà il 67° anniversario) e la differenza rispetto alla stagione precedente è che Fangio correva per la Ferrari, quindi non era più uno SkArS0 che rubava vittorie. C'erano solo tredici vetture al via e già nella prima parte sono rimaste solo dodici, il primo ritirato è stato proprio lo stesso Fangio, partito dalla pole e scivolato alle spalle delle Maserati.
Torniamo al nostro esempio di prima, immaginate che Leclerc sia rimasto a piedi e il popolo dei social inizi a lamentarsi perché la vettura di Sainz è ancora in pista invece di essersi fermata per solidarietà (che poi, immaginate fino a un certo punto, sono sicura di avere letto qualcosa del genere). Purtroppo il regolamento attuale non permetterebbe alla Ferrari di far fermare Sainz e far salire sulla sua vettura Leclerc. Ai tempi era possibile ed è infatti quanto accaduto a Luigi Musso poco dopo il ritiro di Fangio!
Sui social ci sarebbe comunque stata indignazione ugualmente, perché la vittoria era da considerarsi ex-equo e quindi questa era valevole anche come vittoria di Musso, dato che Fangio è risalito a quel punto dalla quinta alla prima posizione, precedendo sul podio le Maserati di Jean Behra e Mike Hawthorn, precedendo la Maserati del duo Chico Landi/ Gerino Gerini e la Ferrari di Olivier Gendebien.
Tornando alla top-3 anche questo podio sarebbe stato difficile da gestire in epoca social: pare che sia Musso sia Behra fossero stati fidanzati con Maria Teresa de Filippis, quindi credo sia meglio passare oltre e mettere da parte il gossip.

1957: l'anniversario l'abbiamo già passato, perché era il 13 gennaio e sedici vetture erano presenti all'evento. La metà di queste erano Ferrari, ma le prime tre posizioni della griglia se le sono aggiudicate le Maserati di Stirling Moss, Juan Manuel Fangio e Jean Behra.
Un problema tecnico sulla vettura di Moss ha lasciato Fangio e Behra a lottare per la vittoria, con Fangio passato in testa già a gara neanche troppo inoltrata, per andare a vincere davanti al compagno di squadra.
Anche in terza e quarta posizione hanno chiuso delle Maserati, sul gradino più basso del podio Carlos Menditeguy e dietro di lui Harry Schell, mentre la Ferrari ha dovuto accontentarsi di un quinto posto, per opera di Alfonso De Portago sulla cui vettura è salito in un secondo momento anche Gonzalez, che si era in precedenza ritirato per problemi tecnici come la metà dei piloti Ferrari presenti.
È stata la quarta e ultima vittoria di Fangio nel suo gran premio di casa, gran premio che di fatto ha vinto con ben tre team diversi. Siamo arrivati quindi alla fine di questo viaggio negli anni '50, che spero sia stato di vostro gradimento.