venerdì 25 novembre 2022

Commento al Gran Premio di Abu Dhabi 2022

Caro Sebastian,
è solo la seconda volta che scrivo un Commento a un Gran Premio in formato lettera e, per la seconda volta, è ancora una lettera rivolta a te, ma concepita per ragioni totalmente diverse. Il primo commento in formato lettera è quello che ti rivolsi nel giugno del 2019, dopo quel taglio di chicane in Canada, in cui ti accusavo di non riuscire a comunicare e a far percepire qualcosa di te, accusandoti per quella ragione, insinuando che proprio per la tua mancanza di comunicazione venivi, a mio parere, giustamente denigrato. Non so cosa scriverei se potessi tornare indietro, quello che so per certo è che molte cose le vedo diversamente da allora, sia per quanto riguarda chi ti denigrava, sia per quanto riguarda la faccenda della comunicazione.
Parliamo un attimo dei commenti denigratori, perché ci tengo a specificare che, a mio parere, hai deluso le aspettative in Ferrari e buona parte delle critiche che ti sono state rivolte fossero, sulla carta, meritate. Tuttavia non sono sicura che tutte le critiche che ti venivano rivolte fossero frutto di un pensiero concreto. Mi sembra, a ripensarci, che spesso venissi criticato per partito preso, indipendentemente dal risultato finale, e che per argomentare venissero citati sempre gli stessi episodi. Inoltre, che questo comportamento fosse dettato in primo luogo da precise campagne mediatiche, partite in sordina per poi esplodere in un momento successivo. In sintesi, sono convinta che molte delle persone che affermavano "Vettel è uno scarso ed è la rovina della Ferrari" lo facessero per abitudine, e non perché fosse effettivamente il frutto di un loro effettivo pensiero. Con questo non sto dicendo necessariamente che sbagliassero, ma proprio che non pensavano e si limitavano a ripetere a pappagallo quello che sentivano da altri. Per quanto riguarda la comunicazione, invece, in un mondo di driverstosurvivers e di telecronisti che vogliono influenzare il pensiero del telespettatore medio, magari stravolgendo all'occorrenza le parole altrui a seconda del messaggio che si vuole far passare, indipendentemente dal messaggio originario, credo che non comunicare sia stata la scelta vincente e che abbia comunicato molto di più di tante parole, di tanti post e di tanta presenza sui social media. Mentre c'era chi collezionava like, indirettamente collezionavi persone che un giorno avrebbero sentito qualcosa che cambiava nel solo vederti andare via.
Il primo ricordo che ho di te è un'intervista nel pre-gara nel 2006. Non so con esattezza che gara fosse, ma so che era il periodo in cui ogni tanto disputavi le prove libere del venerdì sulla BMW Sauber. Ricordo che dissero che avevi diciannove anni. Sembravi un bambino ed era bello vedere un ragazzo poco più grande in Formula 1, anche se solo come terzo pilota. Il tuo debutto avvenne nel giugno dell'anno seguente. Avevo diciannove anni appena compiuti, stavo per iniziare l'esame di maturità in quel periodo e mi apparivi come il primo mio coetaneo che arrivava in Formula 1 (adesso vedrei anche piloti di tre o quattro anni più grandi di me, e non di solo un anno, come miei coetanei, il che in teoria farebbe sì che il primo mio coetaneo in Formula 1 sia stato Nico Rosberg, ma quando avevo diciassette anni non vedevo un ventenne come strettamente mio coetaneo) e fu un grosso cambiamento. Certo, eri solo un pilota one-off e un mese o due dopo saresti diventato un pilota delle retrovie come tutti gli altri, ma sentivo la Formula 1 più vicina a me e alla mia fascia d'età grazie alla tua presenza. Non eri il mio preferito, però mi piaceva la Toro Rosso e mi piaceva l'idea che un pilota della mia età potesse competere anche per la zona punti.
Non sei mai stato il mio idolo, ma hai significato molte cose per me e ho notato, con un certo stupore, che sembri avere significato tanto anche per molti altri, sia noi gente comune, sia i piloti e gli addetti ai lavori. Mi potevo immaginare il tuo fanboy Mick Schumacher che indossasse un casco dedicato a te (un casco identico al tuo, identico a come mi sarei immaginata il tuo se la Haas avesse ingaggiato te e non Hulkenberg - peccato, sarebbe stato forse più bello vedere Nico al volante di una hypercar Ferrari a Le Mans), ma non mi sarei mai immaginata Alonso indossare un casco celebrativo dedicato a te. Ci sarà sicuramente qualcuno che ha insinuato che sia stato fatto ad arte, dato che non è che fosse esattamente il tuo best friend forever, ma perché avrebbe dovuto? Quando un pilota si ritira, non è che chiunque si metta a indossare caschi a lui dedicati. Quindi, di conseguenza, Alonso non aveva alcun bisogno di indossare un casco dedicato a te. Mi potevo immaginare, inoltre, qualche celebrazione, ma non una cena di gruppo con TUTTI i piloti, nessuno escluso, il giovedì sera prima del weekend di gara (si ringrazia Hamilton che, a quanto si racconta, ha deciso di organizzare l'evento e di offrirti la cena, proprio lui che un tempo spesso e volentieri saltava le cene di gruppo dei piloti, facendo la sua prima presenza a quella famosa del 2016 in cui litigò con Rosberg a proposito di come dovesse essere ripartito il conto). L'unica cosa che non mi è piaciuta, devo essere sincera, è stato il ripetersi e ripetersi di proclami a tuo favore anche da parte di personaggi che spesso e volentieri ti hanno denigrato e criticato. Non voglio dire che non si possa cambiare idea nella vita, semplicemente che, come ho fatto io all'inizio di questo post, sarebbe opportuno ammettere di avere cambiato idea, non di avere denigrato finché era fescion denigrare e poi avere invertito completamente la tendenza una volta che era più fescion fare altro.
Tra una cosa e l'altra, comunque, è arrivato il venerdì e poi il sabato, con una griglia di partenza che rispecchiava quasi interamente il risultato delle qualifiche (unico cambiamento la retrocessione di Ricciardo dal decimo al tredicesimo posto per l'incidente innescato con Magnussen nel corso del gran premio precedente):

Verstappen - Perez
Leclerc - Sainz
Hamilton - Russell
Norris - Ocon
Vettel - Alonso
Tsunoda - Schumacher
Ricciardo - Stroll
Zhou - Magnussen
Gasly - Bottas
Albon - Latifi

Da decimo che eri ti sei ritrovato nono, posizione che in gara ti avrebbe garantito due punti, gli stessi che si ottenevano ai tempi del tuo debutto se fosse stato il risultato di gara il settimo posto che occupavi sulla griglia. La tua prima gara, negli Stati Uniti, iniziò con una mezza sbinnata e varie posizioni perse, la tua ultima, a Yas Marina, è iniziata in maniera tranquilla, mentre i nostri occhi erano puntati su quello che succedeva davanti. Le posizioni dei due piloti della Redbull - giunti a una presunta tregua almeno per la stampa dopo le polemiche di Interlagos - hanno mantenuto la prima e la seconda piazza, Leclerc ha mantenuto la terza, mentre Sainz e Hamilton si sono ritrovati a duellare tra di loro, una di quelle situazioni ostiche in cui Sainz poteva dire che Hamilton aveva tagliato una chicane per stargli davanti, ma al contempo Hamilton poteva dire che Sainz l'aveva spinto fuori pista. Siccome un taglio di chicane è più facile da provare dell'avere spinto fuori pista qualcuno, in una situazione simile, Hamilton ha di lì a poco ceduto la posizione, pronto a riprendersela dandomi a malapena il tempo di andare in bagno. Sono tornata in soggiorno ed eccolo che era già quarto, dove sarebbe rimasto tuttavia non troppo a lungo: la sua vettura ha iniziato a perdere qualche colpo (forse perché nel taglio di chicane di cui sopra aveva anche fatto un saltello su un cordolo che non aveva giovato al fondo?) e si è visto sfilare prima da Sainz e poi da Russell che, in concomitanza con la prima sosta si è anche procacciato una penalità per un unsafe release nei confronti di Norris che frattanto faceva una gara da best of the rest.
Verstappen, Perez, Leclerc, Sainz, Russell, Hamilton, posizioni invariate dopo il primo pitstop, ma con piloti che si sarebbero fermati una seconda volta e altri che invece avrebbero provato ad andare in fondo. Perez, Sainz e Russell si sono fermati una seconda volta, i primi sei adesso erano Verstappen, Leclerc, Hamilton, Perez, Sainz e Russell, con Perez che aveva il passo per andare a prendere Leclerc, ma prima doveva vedersela con Hamilton. E infatti perdere tempo duellando con Hamilton è ciò che ha fatto sì che verso fine gara arrivasse abbastanza vicino a Leclerc, ma non abbastanza per aprire il DRS, e dovesse accontentarsi di finirgli dietro, sia nella gara sia, di conseguenza, in classifica piloti. Qualcuno ha detto "finalmente la Ferrari azzecca una strategia", ma vorrei segnalare che il problema della Ferrari, in questa stagione ma non solo in questa, in genere è stato quello opposto: fare danni in termini di strategia quando la strategia serviva a conservare una posizione, non quando si improvvisava una strategia allo scopo di un eventuale recupero di posizioni che non sarebbe potuto avvenire in altri modi. Per intenderci, prima di tentare l'unica sosta, Leclerc era terzo e, per male che andasse, anche in caso di fallimento della strategia, avrebbe finito terzo. Il problema è che di solito si ritrovava terzo quando era in testa, a causa di strategie fallimentari, ovvero nelle situazioni in cui la strategia doveva funzionare per forza e non essere un qualche genere di tentativo per ottenere posizioni che non si sarebbero ottenute con sorpassi in pista. Detto questo, i primi cinque a fine gara sono stati Verstappen, Leclerc, Perez, Sainz e Russell, per il momento intendo lasciare un attimo Hamilton da parte, parlandone quando sarà il momento opportuno.
È il momento di passare alla tua gara, iniziata mantenendo la nona posizione, ritrovandoti a sandwich tra le Alpine di Ocon e di Alonso, tutti e tre a una certa distanza da Norris che era il best of the rest e destinato a rimanerlo. Cercavi di passare Ocon, rimanendo al nono posto, poi le Alpine si sono levate di torno, andando a cambiare gomme abbastanza presto. Erano su una strategia a due soste, tu eri su una strategia a una sola sosta. Sembrava potesse funzionare, in un primo momento, ma a un certo punto, prima della sosta, hai iniziato ad avere degrato e i tuoi tempo hanno iniziato a crollare. Sei rientrato ai box, ne sei uscito ultimo e a quel punto hai iniziato a fare sorpassi, per andare a riprenderti la zona punti, mentre la gara degli altri proseguiva tranquillamente, senza grossi intoppi, a parte un contatto Schumacher vs Latifi. Ho sorriso, quando li ho visti girati di lato, ho pensato "stavolta si sono toccati davvero, non è stata forza del pensiero", in attesa del replay. Schumacher ha speronato Latifi mentre tentava di superarlo - immagino che ciò sia avvenuto dopo che Mick si era fermato per un cambio gomme, perché Latifi fino a quel momento era stato ultimo a debita distanza dal penultimo, quindi non ci sono altre spiegazioni ragionevoli al fatto che Schumacher fosse dietro di lui in quel momento - i due sono finiti in testacoda pressoché sincronizzati e Latifi ha anche sbattuto il posteriore al muro riportando una foratura. La gara di Schumacher è proseguita normalmente (a parte una penalità post-gara che non mi risulta abbia cambiato la sua posizione), mentre Latifi si è diretto ai box. Ne è uscito, ma figura come ritirato a un certo punto della gara, il secondo ritirato della giornata. Il primo era stato Alonso, il terzo e ultimo Hamilton, entrambi hanno parcheggiato ai box per guasti vari, uno nel corso del secondo stint, l'altro a una manciata di giri dalla bandiera a scacchi. Peccato, sia Alonso sia Hamilton avrebbero dovuto fare burnout con te durante il giro d'onore.
Diversi giri prima del ritiro di Hamilton, frattanto, stavi faticando a tenere il passo dei piloti che avevano fatto una seconda sosta e sei stato superato dal tuo compagno di squadra, che poi è andato a superare anche Ricciardo. Ti sei avvicinato al tuo ex compagno di squadra, c'era in palio una decima piazza che tuttavia non sembravi in grado di prenderti. È stato il ritiro di Hamilton per un guasto al cambio a farti risalire dall'undicesima alla decima posizione a pochi giri dal termine, passando nella posizione che assegnava l'ultimo punto disponibile. Sei entrato in zona punti quasi per caso, un po' come a Indianapolis al tuo primo gran premio, quando eri nono e a pochi giri dalla fine la Williams di Rosberg si fermò in una nuvola di fumo.
È stato emozionante aspettare il finale, pensa che perfino mio padre non si è addormentato per tutto il tempo perché voleva "vedere l'esibizione". È stato deluso dal fatto che abbiano mandato la pubblicità, ma quando sono tornati in onda c'erano i primi tre che stavano facendo burnout al parc fermé. Tu non c'eri, sei arrivato un po' dopo, mentre voci di corridoio narrano che dal box della Haas abbiano citofonato a Schumacher e gli abbiano detto "smetti di fare burnout, perché devi preservare la vettura che dopodomani nei test verrà guidata dal pilota per il quale ti abbiamo cacciato via a calci nel fondoschiena". In pratica è avvenuto tutto in modo abbastanza disordinato, ma quello che conta è che al parc fermé aspettavano anche te per le interviste. Ad aspettarti, in veste di intervistatore, c'era Jenson Button, tuo vecchio amico-rivale, quando i piloti ancora lottavano per il mondiale senza che Liberty Media cercasse di portare "brio" a tutti i costi. E niente, la tua carriera di pilota di Formula 1 è finita così, con te a tu per tu con Button e la consapevolezza che qualcosa era finito per sempre.
Qualcuno ha detto che vorrebbe vederti tornare, ma oserei dire che, personalmente, non la penso così. Vorrei che tornasse Ricciardo, e magari se capita l'occasione pure Schumacher e Latifi (magari non necessariamente a tu per tu l'uno con l'altro a prendersi a ruotate o a provocare incidenti con la forza del pensiero), ma tu no, hai avuto un finale bellissimo e penso che sarebbe impossibile replicarlo ugualmente emozionante. Non mi dispiacerebbe se tu iniziassi a inculcare nella testa di Emily, Matilda e Figlio Anonimo che devono diventare giocatori di golf, così magari è la volta buona che decidono che vogliono diventare piloti. Però, prima di arrivare al giorno in cui vedremo i tuoi figli su una monoposto, c'è ancora qualcosa che sarebbe bello vedere accadere. Non hai saputo vincere un mondiale con la Ferrari, per ragioni che non avrebbe senso analizzare adesso, ma magari su una Ferrari potresti un giorno vincere la 24 Ore di Le Mans. Penso che rivederti in rosso su una hypercar sarebbe stupendo e credo che questa sia l'ultima cosa che ho da dire.
Anzi no, ce n'è un'altra ancora, ovvero che la data in cui sto pubblicando questo commento in forma di lettera non è casuale. Tante volte ti ho preso in giro perché davi l'impressione di credere di potere diventare il nuovo Michael Schumacher, oggi però non intendo prenderti in giro per questo. I piloti per me sono da considerare ciascuno a se stante e tu sei stato l'unico Sebastian Vettel della storia del motorsport. Però un ultimo piccolo omaggio voglio rivolgertelo oggi, 25 novembre, nel decimo anniversario non solo di uno dei tuoi titoli, ma anche del giorno in cui il tuo idolo si ritirò dalle competizioni. Perché alla fine non sei diventato come lui, ma lui stesso, a suo modo, non diventò mai come sei tu adesso. Tu sei quello che si è aperto un profilo instagram per annunciare il proprio ritiro e adesso (fa) condivide(re dal/la proprio/a PR) foto e aneddoti della propria infanzia. Sei quello secondo cui la famiglia deve essere nascosta dietro a un sacchetto di carta e lo stesso vale anche per le mucche e le galline. Sei quello a cui la crew di Sky Sport F1 Germania regala degli alpaca per la propria fattoria. Sei quello che faceva team radio in stile Crazy Frog. Sei quello che non ci piaceva per com'era, fino al giorno in cui abbiamo realizzato che ci piaci così come sei.

Buon viaggio rana pazza, e speriamo di ritrovarti prima o poi.
Milly Sunshine

RISULTATO: 1. Max Verstappen (Redbull), 2. Charles Leclerc (Ferrari), 3. Sergio Perez (Redbull), 4. Carlos Sainz (Ferrari), 5. George Russell (Mercedes), 6. Lando Norris (McLaren), 7. Esteban Ocon (Alpine), 8. Lance Stroll (Aston Martin), 9. Daniel Ricciardo (McLaren), 10. Sebastian Vettel (Aston Martin), 11. Yuki Tsunoda (Alpha Tauri), 12. Guanyu Zhou (Alfa Romeo), 13. Alex Albon (Williams), 14. Pierre Gasly (Alpha Tauri), 15. Valtteri Bottas (Alfa Romeo), 16. Mick Schumacher (Haas), 17. Kevin Magnussen (Haas), Rit. Lewis Hamilton (Mercedes), Rit. Nicholas Latifi (Williams), Rit. Fernando Alonso (Alpine).



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