domenica 12 maggio 2024

Indycar 2024: #4 Gran Premio di Indianapolis

Non sono sicuramente una cultrice della musica di alto livello, ma allo stesso tempo le manifestazioni canore che durano ore e prevedono la presenza di gente random che canta mi annoiano abbastanza. Quindi la cosa più intrigante dell'Eurovision Song Contest a mio vedere è che nello stesso giorno della finale, in genere, si svolge il Gran Premio di Indianapolis, che viene disputato di sabato sera (sera europea, intendo). È una di quelle gare che in passato, quando ricorrevo ancora allo str3aming ill3gal3 spesso vedevo al computer prima di andare in discoteca, ma sono arrivata a quella fase della mia vita in cui alle 23.00 sono già in camicia da notte, quindi credo sia abbastanza inutile rievocare vecchie serate in discoteca.
Adesso che non ho più l'abitudine di usare vie traverse per vedere le gare in diretta, generalmente vedo gli extended highlight delle gare di Indycar l'indomani ed è esattamente quello che ho fatto stamattina. Questa era la line-up dell'evento:

ANDRETTI: Colton Herta, Kyle Kirkwood, Marcus Ericsson
ARROW MCLAREN: Pato O'Ward, Theo Pourchaire (confermato ufficialmente al posto di David Malukas, anche se sugli ovali gareggerà Callum Ilott), Alexander Rossi
CARPENTER: Christian Rasmussen, Rinus Veekay
COYNE: Jack Harvey, Luca Ghiotto
FOYT: Santino Ferrucci, Sting Ray Robb
GANASSI: Kyffin Simpson, Linus Lundqvist, Scott Dixon, Alex Palou, Marcus Armstrong
JUNCOS: Romain Grosjean, Agustin Canapino
MEYER SHANK: Felix Rosenqvist, Tom Blomqvist
PENSKE: Josef Newgarden, Scott McLaughlan, Will Power
RAHAL LETTERMAN: Graham Rahal, Pietro Fittipaldi, Christian Lundgaard

La gara inizia con Lundgaard in testa e un contatto nelle retrovie, nel quale diverse vetture vengono a contatto e vanno in giro per i prati. L'ingorgo sembra essere stato generato da Ericsson, a cui la direzione gara impone di lasciar passare i piloti spinti fuori(?). Nel frattempo il best friend forever di Ericsson, ovvero Grosjean, viene forzato fuori pista da Ferrucci.
Nel frattempo Lundgaard è in testa alla gara, seguito da Palou, Power e Dixon, con il primo cambiamento degno di nota tra i primi quattro che avviene subito dopo la prima sosta, quando Power supera Palou e si porta in seconda posizione. Dopo la seconda sosta, Power uscirà nel traffico perdendo la posizione nei confronti di Palou, ma entrambi saranno davanti a Lundgaard.
A gara inoltrata Ghiotto rimane fermo a bordo pista, il principale intoppo nel corso di una gara altrimenti molto tranquilla dal punto di vista di incidenti e safety car. Al restart Palou allunga e, di fatto, le prime quattro posizioni rimangono piuttosto stabili, con invece un duello in bassa top-ten tra Herta e Rossi.

TOP-TEN: Palou, Power, Lundgaard, Dixon, Armstrong, McLaughlin, Herta, Rossi, Rahal, Rosenqvist.


sabato 11 maggio 2024

FUORIGIRI/ Serie di VHS dei primi anni '90: recensione dell'episodio su Prost

Ringraziando ancora una volta @MotorStories per avermi fatto scoprire "Fuorigiri", serie di VHS sul motorsport risalente al 1993, mi appresto oggi a parlare di un altro episodio stanato su Youtube. Il titolo di questa puntata è "Alain Prost, vivere per vincere" e parla di un certo quattro volte campione del mondo dal caratteristico naso alla francese. Anzi, parla di un tre volte campione del mondo, perché è stato prodotto quando ancora il quarto titolo non solo non era stato vinto, ma il mondiale doveva verosimilmente ancora iniziate.
Quindi preparatevi psicologicamente ad essere scaraventati all'inizio del 1982, perché il documentario inizia con la vittoria al GP del Sudafrica. Che fosse la sua terza stagione in Formula 1 e che la Renault, dove stava dal 1981 e con cui aveva già vinto gare, fosse il suo secondo team, non ha alcuna importanza.

A onore del vero non mi sentirei di criticare questa mossa, non perché eliminare parti della carriera di un pilota di default sia incoraggiante, ma perché quantomeno viene riconosciuto abbondantemente come la carriera di Prost sia stata piuttosto incoraggiante anche ben prima del ritorno in McLaren: almeno il 1982 e il 1983 ci sono!
Del 1982 c'è addirittura il GP di Montecarlo, di cui però viene mostrato solo l'incidente di Prost e non quella situazione pittoresca arrivata nei cinque minuti seguenti. Unico scopo dell'evento, lanciare una velata critica a Prost tacciandolo di essere uno scarso in caso di pioggia.
Si parla poi di René Arnoux che lascia la Renault, di Prost che lotta per il titolo nel 1983 del clamoroso incidente innescato con l'avversario Nelson Piquet al GP d'Olanda, di quest'ultimo che diviene campione e di come Prost lasci la Renault per presunte vicissitudini personali che non vengono citate nel documentario e quindi non cito nemmeno io perché non sono una malalingua.

Poi arriva il 1984 e il titolo perso per mezzo punto contro Niki Lauda, con il solito accenno a Montecarlo, al fatto che se la gara fosse continuata avrebbe vinto Ayrton Senna, ma i punti del secondo posto sarebbero bastati a Prost per vincere il mondiale invece i mezzi punti della vittoria per la gara terminata anzitempo no.
A dire il vero penso che si traggano conclusioni non del tutto scontate. Non sappiamo per certo che Senna avrebbe vinto o che Prost sarebbe arrivato secondo, magari potevano pure ritirarsi entrambi, così come non abbiamo la certezza che senza bandiera rossa in quel momento non capitasse altro che comportasse comunque una bandiera rossa prima dei tre quarti di gara.
La retorica "favoritismo punito dal karma" non mi piace molto, perché stiamo parlando nientemeno che del terzo mondiale di Lauda e ridurre Lauda a colui che doveva salvarehhhh il mondohhhh dal maleficohhhh Prost e poi levarsi di mezzo senza essere citato neanche per sbaglio, magari anche no!

Poi viene il 1985, la lotta per il titolo con Michele Alboreto, con l'assegnazione del campionato in anticipo, poi il 1986, il secondo titolo vinto contro le Williams in quello storico evento ad Adelaide che ha il culmine con la foratura di Nigel Mansell. La stagione seguente le Williams sono imprendibili, mentre la McLaren torna al vertice nel 1988.
La coppia Prost/ Senna è protagonista del duello per il titolo che va a favore di Senna, mentre la situazione precipita nel 1989. Il documentario è abbastanza soft nel descrivere gli eventi - esattamente come quello su Senna - e di fatto li sintetizza così: nel 1989 Prost mette fuori Senna, nel 1990 Senna mette fuori Prost in maniera analoga. Personalmente oserei dire che il secondo incidente è stato un tantino più azzardato, visto che dietro c'era un'intera griglia che sopraggiungeva, ma questi sono dettagli sui quali, avendo essi portato al podio di Roberto Pupo Moreno, posso tranquillamente soprassedere!

Nel 1990 Prost è in Ferrari a fare coppia con Mansell, il quale viene tacciato in Portogallo di avere ostacolato Prost di proposito al via, per poi andare in seguito a vincere la gara. Devo dire che l'accusa nei confronti di Mansell è meno infamante di quanto sembri: accusarlo di intenzionalità significa definirlo un individuo dotato di intelletto mentre è al volante, qualità che non sempre gli viene riconosciuta!
Comunque sia, il mondiale finisce, si passa al 1991 e alle polemiche con la Ferrari, che comportano il licenziamento del nostro francese preferito (senza offesa per Jean Alesi, che non è protagonista di questo filmato quindi non deve allargarsi troppo). Prost fa dei test con la Ligier, nel 1992, ma non prende parte al mondiale. Finisce così, con il suo imminente ritorno per il 1993 con la Williams.
Nonostante abbia criticato la Ferrari e sia stato messo alla porta, non viene tacciato di essere il malehhhh assolutohhhh. Già detto e ridetto, ma credo sia doveroso puntualizzarlo un'altra volta: il target medio dei primi anni '90 a cui è dedicata questa serie è di gran lunga intellettualmente superiore della tifoseria trash contemporanea, con tanto che la tifoseria di un tempo sapeva comunque essere trash.

venerdì 10 maggio 2024

FUORIGIRI/ serie di VHS uscita nei primi anni '90: recensione dell'episodio su Senna

Ho già parlato nei giorni scorsi di FUORIGIRI, serie di VHS a tematica motorsport risalente agli anni '90, e come avrete intuito, mi sono dedicata al dare la caccia agli episodi reperibili su Youtube, cercando anche informazioni relative alla cronologia. Il secondo episodio della serie (o almeno così mi è parso di capire), intitolato "il magico Senna", è dedicato al nostro brasiliano preferito, ma non vi sarà alcuna menzione alla performance di Ayrton a Donington nel 1993, per un semplice motivo cronologico: questo documentario è stato prodotto prima di Donington, si interrompe infatti al 1992.
Rispetto all'episodio inaugurale su Nigel Mansell, a mio vedere il livello qualitativo (non legato ai contenuti) è migliorato: invece della voce narrante sopraffatta dal suono dei motori e della musica a random, stavolta è totalmente udibile e a mio parere ne esce un risultato decisamente positivo.

Credo sia la prima volta nel corso della mia esistenza che vedo un seppure breve documentario su Senna prodotto ai tempi in cui era ancora in vita e devo ammettere che per tale ragione non mi aspettavo fosse riconosciuto in apertura come "uno dei migliori piloti di sempre". Però ho ricordato che il video è degli anni '90, quando i tifosi erano very uominy e avrebbero accettato senza indignarsi di sentire descrivere in tale maniera anche un pilota che non tifavano, magari si sarebbero indignati, ma quella definizione non sarebbe diventata il problema peggiore della loro esistenza di cui parlare per intere settimane.
La narrazione si apre con Montecarlo 1984, ovviamente senza menzionare benché minimamente l'altro exploit, quello di Stefan Bellof sulla Tyrrell, e puntualmente con quella solita vaga aria del mondo intero coalizzato contro Senna... perché va bene tutto, sicuramente vedere un rookie vincere una gara sulla Toleman non faceva gli interessi di nessuno se non di Senna e della Toleman, ma magari parlarne senza volerlo vedere come un attacco personale nei suoi confronti sarebbe segno di maturità.

Nevermind, Senna ha fatto altri due podi con la Toleman, ma vuoi mai menzionarli se non ci si può romanzare in proposito? E infatti ce lo ritroviamo sulla Lotus, dove vince in Portogallo 1985, dove vincerà un'altra gara nella stessa stagione, dove vincerà di nuovo nel 1986 e dove nel 1987 otterrà la prima vittoria a Montecarlo, prima di andare a fare coppia con Alain Prost in McLaren.
I due si scontrano tre volte per il mondiale, sempre in Giappone. Si scontrano in senso metaforico, intendo. Una volta, quantomeno, nelle altre due occasioni volano piatti e centrotavola vari, anche in pista durante le gare. Negli anni '90 i produttori di documentari erano very uominy e scrivevano narrazioni degne dei very uominy che avrebbero visto i documentari stessi.
Il modo in cui viene narrato è più o meno questo: nel 1989 Senna deve vincere la gara per rimanere in lotta per il titolo, ma Prost lo sportella e finiscono fuori; nel 1990, con Prost in Ferrari, adesso è lui che deve vincere, con Senna che lo sperona, ma adesso spostiamoci nel 1991 e proseguiamo con la storyline. Proprio così, senza riempire la metà del documentario di polemiche.

Specifico, nel frattempo è stato citato il GP di Phoenix con Jean Alesi sulla Tyrrell e il relativo duello, mentre per il 1991 si parla di Gerhard Berger, compagno di squadra di Senna in McLaren. La vittoria ceduta platealmente all'ultima curva in Giappone non viene raccontata come grande slancio di affetto e generosità, ma quasi come una costrizione alla quale Senna si piega mettendo bene in mostra cosa stia succedendo.
Se il 1991 è stato caratterizzato dal duello con Mansell poi insabbiato e fuori gioco anzitempo, il 1992 è l'anno in cui Nigel sulla Williams svetta su tutto e su tutti, ma ci rimasta un'unica chicca. Mettete a letto i leclerchini, perché Senna viene definito come "il predestinato" in quanto eguaglia il record di cinque vittorie a Montecarlo di Graham Hill. Ecco, a maggior ragione mettete a letto i leclerchini, perché quando il loro idolo avrà vinto cinque edizioni del gran premio del Principato loro si spera avranno già iniziato da tempo a lavorare e a versare contributi pensionistici.

Montecarlo 1992 e la storica vittoria contro Mansell approfittando di una foratura e successivo cambio gomme di quest'ultimo, opponendogli una strenua resistenza, è di fatto l'evento conclusivo di questo episodio, che si conclude ben prima della sesta vittoria di Senna a Montecarlo e con la considerazione che un giorno potrebbe eguagliare i cinque titoli conquistati da Juan Manuel Fangio. :-(((
In generale non mi è dispiaciuto, anche se penso che altre questioni avrebbero potuto essere approfondite, invece che tagliate fuori totalmente. Diversamente che nel documentario su Mansell, stavolta di parla del GP del Portogallo 1989, ma la rissa del 1987 non viene minimamente citata.
Allo stesso modo pur arrivando al 1992 non vi è alcuna traccia di quella volta che quel giovane promettente in tuta gialla di cui mi sfugge il nome l'ha buttato fuori e Senna gli ha fatto la predica davanti alle telecamere... non sarebbe stato brutto, se si fosse parlato anche di questo!



martedì 7 maggio 2024

F1 Academy 2024: Pulling domina a Miami, Pin a inseguire

A Miami è tornata in pista la F1 Academy per il secondo evento stagionale. Ci eravamo lasciati a Jeddah con Pin vincitrice in Gara 1 e poi penalizzata dopo avere tagliato il traguardo di Gara 2 in prima posizione. Pulling aveva ereditato la vittoria, subendo cyberbullismo sui social network per questa ragione. Non restava altro da fare che aspettare e vedere se Pin sarebbe tornata in primo piano oppure se Pulling avrebbe messo a tacere i detrattori.

LINE-UP (e livrea abbinata ai team di Formula 1, qualora presente):
- ART: Bianca Bustamante (McLaren), Aurelia Nobels, Lia Block (Williams);
- CAMPOS: Chloe Chambers (Haas), Carrie Schreiner (Kick Sauber), Nerea Martì;
- MP MOTORSPORT: Emely De Heus, Hamda Al Qubaisi (Redbull), Amna Al Qubaisi (Visa Cash App);
- PREMA: Tina Hausmann (Aston Martin), Doriane Pin (Mercedes), Maya Weug (Ferrari);
- RODIN: Lola Lovinfosse, Abbi Pulling (Alpine), Jessica Edgar;
- WILDCARD PREMA: Courtney Crone (prese parte due volte alle selezioni della W Series, venendo scartata dopo i test).

GARA 1: Pulling, Pin, Hamda Al Qubaisi, Bustamante, Weug, Martì, Chambers, Nobels, Hausmann, Lovinfosse, Edgar, Block, Schreiner, De Heus, Amna Al Qubaisi, Crone, questa era la griglia di partenza, con Pulling che a quanto pareva era più pronta che mai a mettere a tacere i detrattori.
Abbi ha mantenuto la prima posizione al via ed essenzialmente la sua gara è stata uno staccare chi aveva dietro, senza che Pin - in questo weekend un po' meno performante del solito, a mio vedere - potesse fare alcunché per avvicinarsi. Un acceso duello per il podio Weug vs Martì si è concluso con Chambers che superava tutte e due.
La gara, iniziata con un incidente Nobels vs Hausmann che ha messo fuori gioco quest'ultima, ha visto un po' di trambusto nelle retrovie, con da un lato Bustamante - che nelle chat live dele dirette su Youtube ha un'orda di fan filippini seconda per numero soltanto ai turchi tifosi di Cem Bolukbasi ai tempi della Formula Regional Asiatica - che dopo avere stallato al via ha passato la gara a fare sorpassi e a girare per le vie di fuga e dall'altro gente che ogni tanto sbinnava, tra cui Block che è precipitata ultima.

RISULTATO: Pulling, Pin, Chambers, Weug, Martì, Hamda Al Qubaisi, Edgar, Amna Al Qubaisi, Bustamante, Lovinfosse, De Heus, Schreiner, Nobels, Crone, Block.

GARA 2: la griglia di partenza, stilata con il secondo miglior tempo di qualifica, ha visto nuovamente Pulling in pole position seguita da Bustamante, Pin, Hamda Al Qubaisi, Martì, Weug, Nobels, Chambers, Edgar, Hausmann, Lovinfosse, Block, Schreiner, Amna Al Qubaisi, De Heus, Crone.
In questa gara è stata Lovinfosse a speronate Hausmann mettendola out al primo giro per il secondo giorno di fila. Penalizzata per questo contatto, prima della fine della gara ne avrebbe avuto uno anche con Nobels, pare riportando nell'incidente una frattura a un polso a causa della quale è finita in ospedale.
Nel corso della gara Edgar è finita in maniera più soft nelle retrovie dopo avere perso il controllo della vettura a seguito di un sorpasso effettuato su Martì. Davanti, nel frattempo, mentre la posizione di Pulling era stabile, Pin era negli scarichi di Bustamante, la quale tuttavia è riuscita a mantenere la posizione fino al traguardo.

RISULTATO: Pulling, Bustamante, Pin, Chambers, Weug, Hamda Al Qubaisi, Martì, Amna Al Qubaisi, Block, Crone, De Heus, Nobels, Edgar, Lovinfosse.

Un po' a sorpresa, dopo due eventi di campionato Pulling è in testa alla classifica, con un certo vantaggio nei confronti della grande favorita Pin. Invece Weug, prima della stagione considerata l'altra grande favorita, non sembra al livello delle prime due, nonostante il gap in classifica da Pin sia minore rispetto a quello tra Pin e Pulling.

lunedì 6 maggio 2024

Formula 1 2024: #6 Commento al Gran Premio di Miami

05.05.2024 // L'ETÀ ADULTA DI LANDO NORRIS

Carissimi lettori, oggi parliamo del Gran Premio di Miami, che ha avuto il format con gara sprint e, visto l'orario - ore 18.00 in diretta anche su TV8, unica sessione in diretta - direi che possiamo chiamarla gara spritz.
Di solito prima di Miami si parlava di porti finti e vip americani, ma stavolta abbiamo avuto un periodo intenso. Per prima cosa la Ferrari ha annunciato che avrebbe portato una livrea speciale con del blu. La cosa è stata un po' travisata, in molti hanno parlato di monoposto totalmente blu. Però le tute dei Leclainz sono azzurre, sembra di essere tornati negli anni '70 e approvo tantissimo tutto ciò. Peccato che torneranno alle tute rosse a partire dal prossimo gran premio.
Al di là di ciò, è stato annunciato l'addio di Adrian Newey dalla Redbull e ci sono tanti autoproclamati opinionisti che dibattono di dove andrà. C'è anche molta gente a cui non importava un fico secco di Newey fino a poco fa che ha parlato un sacco di Newey in questi giorni, tanto che è passata in sordina un'attesa notizia di mercato piloti: la Sauber ha annunciato l'ingaggio di Hulkenberg per la prossima stagione.

La griglia di partenza della sprint, dopo una qualifica che ha visto le Mercedes uscire di scena in Q2 e un exploit pittoresco da parte di uno dei due piloti della Torohhhh Rossohhhh di Faenzahhhh, è stata la seguente: Verstappen/ Leclerc, Perez/ Ricciardo, Sainz/ Piastri, Stroll/ Alonso, Norris/ Hulkenberg, Russell/ Hamilton, Ocon/ Magnussen, Tsunoda/ Gasly, Zhou/ Sargeant, Bottas/ Albon: Bottas qualificato 18° è stato retrocesso di "tre" posizioni per impeding, ma è partito comunque penultimo dato che Albon è partito dalla pitlane per intervento in regime di parco chiuso.
La gara è iniziata con un po' di caos, davanti erano tutti molto vicini ma sono riusciti a non toccarsi - e Danielone è perfino risalito terzo - mentre un po' più indietro Norris ha preso una sportellata micidiale venendo coinvolto suo malgrado in un contatto tra le Aston Martin in cui è stato co-protagonista anche Hamilton. Si è ritirato, con l'intervento della safety car con tanto di passaggio in pitlane, mentre Alonso rientrava ai box per una foratura e Strollino per ritirarsi.
Verstappino si è lanciato in testa alla gara seguito da Leclerc a una distanza non imbarazzante ma neanche ravvicinata, con Ricciardo che di lì a qualche giro ha perso la posizione a vantaggio di Perez. Danielone, però, intendeva dimostrare le dimensioni del suo membro e, mentre lo mostrava, dietro di lui, Sainz ha tappato gli occhi a Piastri dicendo: "tu non puoi guardare, sei un bambino innocente e potresti rimanere traumatizzato".
Non che Ricciardo possieda il membro più grande della griglia, ma conta anche come lo si usa: Magnussen, che si trovava in ottava piazza alle spalle del compagno di squadra, ha ingaggiato un duello molto intrigante con Hamilton, il tutto a base di track limits e manovre creative per le quali ha acculamato abbastanza penalità (quattro in totale) da finire dietro anche alla Pacific color uovo di Pasqua di Paul Belmondo, se solo fosse stato sulla griglia come ai vecchi tempi. Non che Belmondo sulla Pacific color uovo di Pasqua trent'anni fa andasse in griglia molto di frequente, ma sono dettagli.
Quello che non è un dettaglio è che la Torohhhh Rossohhhh di Faenzahhhh ha portato una livrea celebrativa per Miami che sembra un mashup tra la livrea uovo di Pasqua della Pacific e i colori forti della Simtek. Suddetta vettura, guidata da Tsunoda ha finito per frapporsi tra i Magnulton approfittando di una loro scampagnata alla quale Hamilton a onore del vero non doveva essere molto lieto do partecipare.
I due si sono successivamente sbarazzati di Kmag, poi Hamilton ha anche superato Tsunoda per il punto dell'ottavo posto. Punto che non si è portato a casa, così come non si è portato a casa l'ottavo posto, in quanto penalizzato post-gara per un eccesso di velocità in pitlane dietro alla safety car. Il Prosciuttello ha concluso la gara diverse posizioni più indietro rispetto a Russell e alle sue -L, quest'ultimo visto - dopo avere perso diverse posizioni al via - mentre faceva un po' di scompiglio insieme alle Williams e alle Alpine di turno.
Risultato sprint: Verstappen, Leclerc, Perez, Ricciardo, Sainz, Piastri, Hulkenberg, Tsunoda, Gasly, Sargeant, Zhou, Russell, Albon, Bottas, Ocon, Hamilton, Alonso, Magnussen.
Non so se avete notato: Slogan decimo! Certo, decimo in una gara in cui a punti vanno solo i primi otto, ma non si può avere tutto dalla vita.

La griglia di partenza della gara vera e propria era: Verstappen/ Leclerc, Sainz/ Perez, Norris/ Piastri, Russell/ Hamilton, Hulkenberg/ Tsunoda, Stroll/ Gasly, Ocon/ Albon, Alonso/ Bottas, Sargeant/ Magnussen, Zhou/ Ricciardo, con quest'ultimo qualificato 18° ma retrocesso di "tre" posizioni causa penalità del GP della Cina (sorpasso in regime di safety car).
La partenza è stata alle 22,00 italiane, alle 23,30 su TV8, non proprio l'ideale, ma per vedere Perez buttarsi a cannone alla partenza e rischiare di fare fuori chiunque avesse intorno questo e altro. L'hanno scampata tutti, Verstappen è stato mancato, mentre Sainz che era risalito secondo per evitarlo ha perso posizioni a vantaggio di Leclerc e Piastri, restando a inveire via radio, mentre nelle retrovie c'era un duello tra le Alpine. Tornando davanti, mentre Verstappino si allontanava senza dare nell'occhio, Baby Papaya si lanciava al predestinato inseguimento di Leclerc, per poi superarlo e restarsene con dietro le due Ferrari.
Perez era nel frattempo quinto con nessuno a tiro, Norris sesto con dietro il vuoto - anche se poi Checo sarebbe crollato e rientrato ai box molto prima degli altri- e Hulkenberg a lottare con Hamilton che in questo weekend con le Haas ci ha avuto a che fare parecchio. Si è difeso bene, nel primo stint, per poi soccombere all'attacco di entrambe le Mercedes.
Le cose, a quel punto, si sono susseguite in maniera leggermente piatta, con Leclerc che è andato ai box...
...
...
...per fortuna è arrivato Verstappen, che ha abbattuto un birillo scagliandolo in mezzo alla pista. È servita una virtual safety car per mandare un commissario a rimuoverlo senza che venisse investito, ma è durata talmente poco che i vari Verstappen, Piastri e Sainz di turno non hanno fatto tempo ad andare ai box. Ci sono andati più tardi, Verstappen di lì a poco, gli altri due più tardi nello stesso giro. Baby Papaya è uscito dietro a Leclerc, mentre davanti Norris era ancora a zero soste e in testa alla gara.
A quel punto non restava altro da fare che chiedersi se avrebbe recuperato qualche posizione in occasione della sosta, oppure chiedersi che fine avesse fatto Kmag, che nella gara domenicale non faceva dann-... oh wait. Ha affiancato Sargeant, che era in quel momento ben penultimo, e il tentativo di sorpasso è terminato con Slogan contro le barriere.
Ne approfitto per segnalare come a quanto pare Magnussen abbia preso una penalità di qualche genere e una ulteriore per non averla scontata bene, il tutto prima di essere messo sotto investigazione per il contatto con Sargeant e guadagnarsi un'ulteriore penalità post-gara.
Ma basta parlare di Kmag, in regime di safety car è accaduto un fatto epocale: Norris si è fermato ai box dalla prima posizione e ne è uscito in prima posizione, mentre poco prima Verstappino si lamentava via radio di una monoposto non performante: in quel momento ho pensato che la mezza gara restante sarebbe stata di quelle da ricordare. Ero anche molto tentata di correre su google a cercare il risultato, ma mi sono ravveduta e mi sono detta che sarebbe stata un'azione scellerata. Ho atteso, mi sono gustata un duello Piastri vs Sainz in cui il Baby Papaya ha rimediato un danno all'ala anteriore e in cui Sainz ha guadagnato un quarto posto poi perso nella notte italiana per penalità, perché sia mai che ai piloti sia consentito duellare e animare la gara, è un kriminehhhh grave tanto quanto andare per vie di fuga come ha fatto Kmag.
Nel frattempo il gap tra i primi due aumentava e alla fine per Norris è giunto il momento di essere abbracciato da tutti arrivati in branco a dargli la lingua in bocca, prima che arrivasse Jenson Button per le interviste al parc fermé:
"Come ti senti adesso che sei diventato adulto?"
"È una sensazione incredibile, ho sentito i peli pubici spuntarmi uno per uno e adesso ho anche un accenno di barba. Credo di potere mettere da parte il biberon, ma adesso scusate un attimo, devo andare a complimentarmi con il mio vincitore consorte per avere mandato quel bambino piccolo con cui condivido il box a dormire nelle retrovie, essendo già mezzanotte passata. Si è rivelato in ciò molto responsabile."

RISULTATO:
1. Lando Norris/ McLaren
2. Max Verstappen/ Redbull
3. Charles Leclerc/ Ferrari
4. Sergio Perez/ Redbull
5. Carlos Sainz/ Ferrari
6. Lewis Hamilton/ Mercedes
7. Yuki Tsunoda/ Visa Cash App RB
8. George Russell/ Mercedes
9. Fernando Alonso/ Aston Martin
10. Esteban Ocon/ Alpine
11. Nico Hulkenberg/ Haas
12. Pierre Gasly/ Alpine
13. Oscar Piastri/ McLaren
14. Zhou Guanyu/ Kick Sauber
15. Daniel Ricciardo/ Visa Cash App RB
16. Valtteri Bottas/ Kick Sauber
17. Lance Stroll/ Aston Martin
18. Alex Albon/ Williams
19. Kevin Magnussen/ Haas
Rit. Logan Sargeant/ Williams


domenica 5 maggio 2024

FUORIGIRI/ serie di VHS degli anni '90: recensione dell'episodio su Mansell

Carissimi appassionati in trepidante attesa di vedere il GP di Miami con il suo porto finto, nell'attesa vi informo che, grazie a un post di @MotorStories, ho scoperto l'esistenza di una serie di VHS usciti intorno al 1993 a proposito di vari campioni del motorsport. Ha parlato nello specifico del primo numero, intitolato "Nigel Mansell, il leone d'Inghilterra", di cui possedeva la cassetta. Ho fatto una ricerca su Youtube, scoprendo che alcuni numeri sono stati pubblicati "non ufficialmente" e che il video su Mansell è uno di questi. Quindi ho deciso di guardarlo e di condividere le mie impressioni in proposito, iniziando dalla sorpresa nello scoprire che durava solo ventotto minuti, sigla compresa: mi sarei aspettata una narrazione più lunga.

La narrazione si apre con gli appuntamenti conclusivi del mondiale 1985, nei quali Mansell conquistava le sue prime due vittorie in Formula 1, a Brands Hatch e a Kyalami, nonché con qualche accenno ai suoi anni precedenti: Nigel, infatti, era in Formula 1 dal 1981 e, dopo quattro stagioni alla Lotus, di cui viene citato solo l'episodio della vettura spinta a Dallas, è passato alla Williams.
Nel 1986 e 1987 è stato protagonista di un acceso duello per il titolo con il compagno di squadra Nelson Piquet, stagioni che si sono concluse l'una con il titolo di Alain Prost su McLaren, l'altra con il titolo dello stesso Piquet. Si passa subito al 1988, senza raccontare, per il momento, la foratura di Adelaide che ha portato al titolo di Prost, così come l'incidente di Suzuka che un anno dopo ha messo fine anzitempo alle speranze ormai ridotte al lumicino di Mansell: le vicissitudini di quei finali di stagione verranno tuttavia narrate in un momento successivo, per parlare di come spesso la sfortuna si sia messa in mezzo.
Nel 1989 è avvenuto il passaggio in Ferrari e viene dato peso a come Nigel sia entrato nel cuore dei tifosi. Si parla delle sue vittorie, di cui l'immancabile Ungheria 1989, nonché del mondiale 1990 quando, compagno di squadra di Prost, ha maturato la decisione d'impulso di ritirarsi dalle competizioni; un dettaglio che, a mio avviso, in epoca posteriore è stato un po' tralasciato.
Anziché il ritiro, il ritorno in Williams: un 1991 passato all'inseguimento della McLaren di Ayrton Senna (ma con il celebre sorpasso in Spagna), un mondiale terminato nella sabbia a Suzuka dopo un testacoda, infine il 1992 (il documentario è del 1993), anno del titolo mondiale, ma che viene liquidato in un paio di minuti, nel corso dei quali, tuttavia, si fa notare come Mansell sia stato così amato per le tante occasioni sfumate e perché il pubblico "ama i perdenti".

A questo proposito, mi sento di dire che il pubblico sia cambiato progressivamente nel corso delle ultime tre decadi, di come al giorno d'oggi personaggi come Mansell non riceverebbero a mio vedere lo stesso apprezzamento di un tempo, proprio perché attualmente esiste la convinzione che solo ed esclusivamente il migliore meriti non solo di essere tifato, ma anche di non ricevere insulti gratuiti.
Altro aspetto: il filmato si focalizza solo ed esclusivamente sulle vicende 1) sportive, 2) che avvengono in pista. Nonostante l'introduzione post-sigla dica che i piloti vivono in modo fuori dagli schemi, nulla della vita oltre la pista di Mansell sembra trapelare, a parte le inquadrature della moglie molto acqua e sapone, l'accenno all'esistenza di tre figli e la passione per il golf. Forse far coincidere la figura del pilota con il concetto di vita folle anche fuori dai circuiti e poi iniziare con Mansell è stato un passo un po' avventato, o molto più probabilmente l'introduzione era pensata per attirare l'attenzione.
Sulla questione delle "vicende in pista", intendo dire che ci si ferma proprio alla pista e non vengono citati episodi polemici. In altre circostanze avrei gradito, ma nel caso di Mansell, gli episodi polemici suoi sono stati piuttosto frizzanti: non viene minimamente citata la rissa con Senna nel 1987, né l'incidente con quest'ultimo in Portogallo 1989 dopo avere già ricevuto bandiera nera, il tutto in contrasto con gli abbracci smielati scambiati in altri momenti e con il (citato) famoso passaggio ai box a Silverstone nel 1991.

Mansell scarrozza Senna,
Prost sullo sfondo could never XD

Concludo con una piccola nota critica a livello di assemblaggio e produzione: si discute tanto di quanto era bello il rumore dei motori di un tempo, e posso anche concordare, però magari sarebbe meglio farlo sentire al massimo della sua potenza quando non c'è la voce narrante e, nelle parti parlate, far risaltare di più la voce.
A maggior ragione, la musica come colonna sonora ci sta, ma a mio vedere sarebbe meglio non esagerare nelle parti parlate, appunto. Chi racconta deve essere ben udibile, la musica ci può stare, ma a mio vedere sarebbe meglio utilizzarla nei momenti di massimo climax, non sempre.

mercoledì 1 maggio 2024

Turn the tide

You have the bravest heart The strongest emotions
After all the harm I've caused
You still want my lovin'

I think I've lost your love
Oh baby, it's a shame
But how can I be mad at you
When I'm the one to blame

Ci sono canzoni che si dimenticano, si mettono da parte, poi all'improvviso ti tornano in testa di punto in bianco. E così ieri, subito dopo avere pranzato, ha iniziato a risuonarmi in testa una canzone che scoprii qualcosa come tre lustri fa, come soundtrack di un video visto su Youtube, forse non più esistente, dedicato a Roland Ratzenberger.
È una canzone elettronica, ma con un sound velatamente malinconico. Non è il tipo di canzone che solitamente viene scelta per video di quel tipo. Eppure, mentre me la riascoltavo ieri, pensavo che se l'automobilismo avesse una voce, potrebbe pronunciare proprio quelle parole, chiedere a noi appassionati come facciamo ad amarlo ancora nonostante tutto il male che ci ha fatto.
Avremmo le nostre buone ragioni per smettere di amarlo e quel fine settimana di trent'anni fa è sicuramente una di queste: l'incidente di Ratzenberger non era un primo segnale, era un punto di non ritorno, destinato ad aprire la strada a un punto di non ritorno ancora più grande.

You have the bravest heart
The strongest emotions
After all the harm I've caused
You still want my lovin'

I can't believe
I still receive
So much affection from your side
If you could give me one more chance
I'd love to turn the tide

Ero piccola, ma me li ricordo bene, entrambi gli incidenti, quello di Ayrton Senna l'indomani aveva come differenza primaria di avere per protagonista un pilota di cui conoscevo perfettamente l'esistenza, invece che uno dei signori nessuno di fondo griglia.
Al di là delle emozioni personali - che comunque in età adulta si sono sempre focalizzate su entrambi e non solo su uno dei due, specie considerato i miei slanci di affetto per le "cenerentole" di fondo classifica, penso che sia questo che ha cambiato il motorsport.
Con la morte di Senna è stato impossibile inventare scuse. Non so se mi spiego bene: era il pilota più esperto in griglia, l'unico campione del mondo, al volante di una vettura di primissima fascia. Nessuno poteva dire che fosse uno scarso o che avesse una vettura scarsa. In più era in testa al gran premio, senza nessuno davanti o nelle immediate vicinanze: Senna stava mettendo gap tra sé e gli inseguitori, non era possibile scaricare la responsabilità su altri, nemmeno arrampicandosi sugli specchi.


Ho la ferma convinzione che sia stata questa la ragione che ha portato a fare un passo avanti notevole, o almeno una delle ragioni che hanno portato a questo risultato: l'essere stati messi, al termine di un fine settimana assolutamente tragico, in cui la Formula 1 ha pagato il prezzo della relativa superficialità con cui ha sempre visto il tema della sicurezza, di fronte a una realtà ineluttabile, in cui non esisteva più la possibilità di appigliarsi alle vecchie basi.
Non ci si è arrivati per caso, a Imola 1994, né si è arrivati per caso a vent'anni senza incidenti mortali. Purtroppo, mentre in occasione del ventennale della loro morte Ratzenberger e Senna erano ancora gli ultimi piloti morti durante un weekend di gara, la realtà è drammaticamente cambiata con Jules Bianchi al GP del Giappone 2014, in cui ancora una volta sono stati sottovalutati aspetti cruciali, con tragiche conseguenze, perché venivano date troppe certezze per scontate.
Avendo vissuto gli eventi del 1994, sono sempre stata rassegnata all'idea che prima o poi ci sarebbero stati altri morti. Credo sia inevitabile, tutto ciò che si può ambire a raggiungere è fare sì che accada il più raramente possibile. Attualmente mi sembra che certe misure stiano funzionando, ma che altre facciano da contraltare, basta pensare alla crescente spettacolarizzazione degli incidenti e al generare situazioni che li favoriscano (come le bandiere rosse con i restart da fermi), il che potrebbe avere prima o poi conseguenze poco piacevoli.

Concludo invitandovi a vedere il video di @MotorStories sul GP di San Marino 1994, che trovate su Youtube: LINK.