giovedì 25 aprile 2024

GP San Marino 2004: la prima pole position di Button

Carissimi lettori, oggi vi porto a fare un viaggio nel tempo, perché è il 25 aprile 2024 e il 25 aprile di vent'anni fa - sedetevi e fare un respiro profondo perché potreste rimanere traumatizzati allo scoprire che sono già passati vent'anni da allora - Jenson Button, a bordo di una B.A.R., a Imola si apprestava a scattare dalla prima pole position in Formula 1. All'epoca "Jensinho" aveva ventiquattro anni e si era messo dietro le Ferrari e le Williams alternate: Michael Schumacher, Juan Pablo Montoya, Rubens Barrichello e Ralf Schumacher. Tutta questa schiera di gente nulla ha potuto alla partenza: Button si è mantenuto in prima posizione mentre Michael Schumacher faceva a ruotate con Montoya. Erano altri tempi, non c'erano "incident noted" per simili amenità.
Juan Pablo ha messo le ruote sull'erba, Michael scappava a gambe levate, perché dopo avere tirato una ruotata a Montoya era la cosa più saggia da fare. Montoya ne ha approfittato per tirare una ruotata a Ralf facendogli mettere le ruote sull'erba e Takuma Sato su B.A.R. ne ha approfittato per portarsi quarto.
Vi chiederete forse dov'era Rubinho in tutto ciò, la risposta è che aveva perso posizioni alla partenza ed è rimasto imbottigliato dietro a Ralf. Davanti Button frattanto era ancora in testa seguito da Michael Schumacher, che ha approfittato della prima sosta - di un totale di tre - per passare davanti tramite overcut. Nei successivi tre stint ha fatto gara a sé, staccando Jenson, che tuttavia è rimasto stabilmente secondo.
Dopo le prime due soste, Barrichello era ancora dietro a Ralf, mentre in un secondo momento le Renault sono riuscire ad avanzare. Anzi, a dire il vero Trulli era già davanti ai due, Alonso è comparso in corso d'opera. Mentre Jarno si teneva dietro Barrichello, Fernando duellava con Ralf, tirandogli una speronata e facendolo precipitare finalmente dietro a Barrichello che l'aveva così lungamente inseguito.
Sato era sprofondato più indietro già dopo la prima sosta, ma era ottavo, e aveva tra le mani l'ultimo punto disponibile, se non fosse che il motore Honda della B.A.R. è esploso in una nuvola di fumo quando mancavano pochi giri alla fine.


Michael Schumacher ha vinto davanti a Button e Montoya, poi a seguire Alonso, Trulli, Barrichello, Ralf Schumacher e... il ritiro di Sato ha aperto le porte all'arrivo in ottava posizione di Kimi Raikkonen, partito in ultima fila dopo avere rotto il motore nelle qualifiche e al momento il meglio posizionato portacolori della McLaren: David Coulthard annaspava nelle retrovie dopo un incidente nelle fasi iniziali della gara.
Fuori dai punti, ma comunque in top-ten, hanno concluso le due Sauber, con al nono posto Giancarlo Fisichella e al decimo Felipe Massa che quel giorno compiva ventitré anni.

mercoledì 24 aprile 2024

Stock Car 2024: la sventurata iella di Barrichello a Interlagos

Lo scorso weekend la Stock Car gareggiava a Interlagos, quindi come potrete immaginare è stato un fine settimana in cui si potevano immaginare notevoli gioie, ma anche enormi sofferenze difficili da quantificare a priori. Per chi non fosse avvezzo alla categoria e avesse ormai abbandonato Rubens Barrichello a se stesso, faccio presente che la iella che lo accompagnava sul circuito di casa quando era in Formula 1 non l'ha affatto abbandonato, ma anzi, ormai è divenuta una costante che in ogni appuntamento di Interlagos continua a ripresentarsi. E infatti ce lo siamo ritrovati in penultima fila. La Stock Car prevede una sprint con reverse grid dei primi dodici qualificati e, come spiraglio di luce, Felipe Massa invece è rientrato pienamente in questa zona della griglia: aveva il sesto tempo, il che significava che la sua posizione in griglia sarebbe stata piuttosto simile in sprint e in feature: settimo e sesto. Per intenderci, Massa non ha mai avuto una casa al di là dell'Arquibancadas, ma a Interlagos andava forte anche quando altrove era sempre nelle retrovie, figurarsi ora che colleziona podi come se non ci fosse un domani.

Nella sprint la pole da reverse grid era andata a Gabriel Casagrande, che ha preceduto Cesar Ramos, il quale è passato in testa dopo pochi giri. Casagrande, tuttavia, se la sarebbe vista molto più brutta in un secondo momento, quando la vettura l'ha lasciato a piedi nel bel mezzo della pista ed è entrata la safety car.
Tutto ciò accadeva prima delle soste ai box, con Massa che l'ha ritardata rispetto ad altri piloti, riuscendo a recuperare abbastanza da portarsi in seconda posizione. Ebbene, ancora una volta, Felipe mi ha regalato una gioia salendo a podio alle spalle di Ramos, con Thiago Camilo che completava il gradino più basso.
Purtroppo di gioie non ce n'erano altre: mentre accadeva tutto ciò, Rubinho si era invece già ritirato da tempo immemore per incidente, invece di rimontare dalla 20+esima piazza come sarebbe forse accaduto se fosse stato in un altro posto. Se non altro si è limitato a sbattere il posteriore contro una rete, invece di arrampicarsi su un muretto con tanto di macchina.

La feature race ha visto Marco Gomes partire davanti a tutti per effetto di una pole position "autentica" davanti a Gaetano Di Mauro, il quale l'avrebbe superato in corso d'opera, andando a conquistare la vittoria. Gomes non avrebbe nemmeno visto la gloria del podio, classificandosi quarto, alle spalle di Rafael Suzuki e Felipe Baptista.
Massa in questa gara stava andando bene, è risalito fino alla quarta piazza, ma poi nelle fasi inoltrate della gara la vettura ha iniziato a dare segni di avaria. Se in un primo momento è scivolato sesto, a pochi giri dalla fine è stato superato da tre vetture praticamente in un colpo solo, per poi perdere ulteriori posizioni e concludere solo quindicesimo.
Un risultato triste e desolante rispetto a quello del giorno prima, ma c'è un lato ancora più triste e desolante in tutto questo: Massa avrà anche chiuso solo quindicesimo, ma nonostante è riuscito comunque a portare a casa un risultato migliore di quello di Barrichello. :-////

PS. Avrei voluto aspettare domani a pubblicare questo post, perché domani 25 aprile è il compleanno di Massa, ma lo sto pubblicando adesso perché per domani ho in mente un altro post, che vi farà senz'altro sentire vecchi. E quell'altro post lo devo pubblicare proprio domani, perché sarà il ventesimo anniversario di quando un certo pilota è partito per la prima volta dalla pole position in Formula 1. L'ho già scritto, devo solo rivederlo, perché sono sempre sulla cresta dell'onda. XD O dell'Honda. O della B.A.R., anche se direi che ho spoilerato abbastanza.

martedì 23 aprile 2024

Indycar 2024: #2 Gran Premio di Long Beach

Nello scorso fine settimana si è svolto il Gran Premio di Long Beach, secondo appuntamento del campionato di Indycar, oppure terzo se teniamo in considerazione quello che non assegnava punti per il campionato. Non che sia così positivo tenerlo in considerazione e ricordarlo, quindi procediamo. La line-up che ha gareggiato a Lungaspiaggia era la seguente:

ANDRETTI: Colton Herta, Kyle Kirkwood, Marcus Ericsson
ARROW MCLAREN: Pato O'Ward, Theo Pourchaire (in sostituzione dell'infortunato David Malukas), Alexander Rossi
CARPENTER: Christian Rasmussen, Rinus Veekay
COYNE: Jack Harvey, Nolan Siegel
FOYT: Santino Ferrucci, Sting Ray Robb
GANASSI: Kyffin Simpson, Linus Lundqvist, Scott Dixon, Alex Palou, Marcus Armstrong
JUNCOS: Romain Grosjean, Agustin Canapino
MEYER SHANK: Felix Rosenqvist, Tom Blomqvist
PENSKE: Josef Newgarden, Scott McLaughlan, Will Power
RAHAL LETTERMAN: Graham Rahal, Pietro Fittipaldi, Christian Lundgaard



Rosenqvist partiva dalla pole position, per una gara della durata di 85 giri, ma Power è andato in testa nel corso del primo giro. È rimasto in testa incontrastato per tutti i primi quindici giri, quando Rasmussen è andato a sbattere e ha anche cozzato addosso a Harvey. Alcuni piloti sono rientrati per la prima sosta ai box e tra questi c'era Power, così che Newgarden che non si è fermato è passato in testa, restandoci fino al 30+ giro quando è andato ai box.
Dixon è passato in testa seguito da Power, la loro seconda sosta è stata al 51°. I piloti sull'altra strategia sono rientrati sette o otto giri più tardi, con Newgarden e Herta che si sono frapposti tra Dixon e Power. Quest'ultimo sarebbe scivolato ulteriormente dietro a Palou.
Nelle fasi avanzate della gara Dixon e Newgarden erano vicinissimi e quest'ultimo aveva sicuramente il passo per essere il favorito, considerato che Dixon doveva gestire carburante. Il duello tra i due è proseguito per diversi giri, con nel frattempo il ritiro di McLaughlin rientrato al rallenty ai box, fintanto che a otto giri dalla fine, con il gruppetto dei primi quattro molto compatto, Newgarden è stato tamponato da Herta e ha perso la seconda piazza così come la terza.
Dixon ha proseguito in testa vincendo davanti a Herta e Palou, con Newgarden quarto. Ericsson, Power, Kirkwood, Grosjean, Rosenqvist e Rossi hanno completato i primi dieci.


domenica 21 aprile 2024

Commento al Gran Premio della Cina 2024

21.04.2024 - Shanghai // IN ZHOU WE TRUST

Carissimi peli inguinali spuntati finalmente a Norris, la Formula 1 è tornata a Shanghai e soprattutto è tornata parzialmente in diretta TV8. Nello specifico sono andate in diretta le qualifiche della sprint nonché la sprint stessa.
Le qualifiche della sprint si svolgevano al venerdì alle nove/ nove e mezza di mattina, cioè nel pieno del mio orario di lavoro. Ho letto i risultati su Twitter nel corso della mattinata, ho letto che Norris e i suoi peli inguinali erano in pole position e che a seguire la top-ten era composta da Hamilton, Alonso, Verstappen, Sainz, Perez, Leclerc, Piastri, Bottas e Zhou. Mi sono chiesta quali combinazioni astrali avessero portato a tutto ciò. Gli highlight visti durante la pausa pranzo parlavano di pioggia e del fatto che nelle sessioni precedenti fossero usciti Russell, Magnussen, Hulkenberg, Ricciardo e Stroll nella SQ2, mentre prima ancora Gasly, Ocon, Albon, Tsunoda e Sargeant nella SQ1.
La gara sprint era in diretta su TV8 alle nove cinesi cioè le cinque di mattina in Italia. Ho deciso di fare come si faceva ai tempi dei very uominy. Mi sono lamentata con me stessa che fossero le cinque e non le tre o le quattro per provare l'ebbrezza di guardare la gara di ritorno dalla discoteca, poi ho realizzato che erano le 22.30 ed ero già in camicia da notte e non è un abbigliamento credibile per chi vuole vaneggiare sul fare le ore piccole, quindi il fatto che fosse alle cinque mi concedeva una o due ore di sonno in più.
Alle 4.30 mi sono svegliata di soprassalto sognando di guardare la gara a letto sullo smartphone sul sito di TV8 - cosa che poi avrei fatto nella realtà - e che per qualche motivo c'era Martin Brundle anziché il Vanz a fare la telecronaca. Solo la sua voce accompagnava la partenza dato che per problemi di satellite le immagini sparivano al momento del via, un po' come occasionalmente capitava negli anni '80 specie durante i gran premi americani.

A differenza che nel mio sogno, nella realtà le immagini c'erano, ma non la voce di Brundle. C'era il Vanz pronto a osservare "ci sarà sicuramente da discutere" in relazione al primo evento che fosse capitato. Norris gli ha facilitato il compito: affiancato da Hamilton in partenza, si è allargato andando sulla sabbia e perdendo diverse posizioni. Alonso si è portato in testa e Verstappino è stato pazientemente in attesa finché non è giunto il momento di andarsi a prendere prima l'uno e poi l'altro. Nonostante ci fosse stato fatto notare come non avesse tempi altisonanti per i suoi standard, ha iniziato a farli e si è allontanato da tutto e da tutti, lasciando Hamilton secondo in una terra di nessuno e Alonso terzo a capitanare un trenino con Sainz, Perez e Leclerc. Il fanboy guardava timidamente il suo idolo, un po' come indeciso.
CS: "Aaaawwww."
FA: "Cosa vuoi, piattola?"
CS: "Voglio un tuo autografo."
FA: "Certo, così mentre sono distratto a firmartelo tu cerchi di appropriarti del mio terzo posto! L'autografo al massimo te lo faccio sulla macchina!"
Mentre gli Alonsainz si sportellavano, Perez ha superato entrambi in un colpo solo giusto per non dimenticarsi di fare il minimo sindacale.
CS: "Ferni mi ha fatto l'autografo usando una gomma e adesso ce l'ha a terra."
CL: "E mentre tu pensi al tuo idolohhhh, io passo davanti come se non ci fosse un domani."
CS: "E io ti sportello ricordandoti che potrebbe davvero non esserci un domani."
CL: "Ovvero?"
CS: "Ovvero potrebbe esserci l'apocalisse causata dai tuoi tifosi che litigano con i miei."
CL: "Io per sicurezza ti asfalto perché why not. Nel frattempo molti miei tifosi avranno la loro prima erezione."
Norris si è affacciato timidamente, ma ciò non ha portato alcun frutto, mentre la gara viaggiava verso la sua conclusione. Verstappen, Hamilton, Perez, Leclerc, Sainz, Norris, Piastri e Russell hanno portato a casa punti. Non ne hanno portati a casa invece Zhou, Magnussen, Ricciardo, Bottas, Ocon, Stroll, Gasly, Tsunoda, Albon, Sargeant e Hulkenberg, mentre Alonso non ha neanche visto il traguardo. È stato comunque penalizzato, il danno innescato sulla sua stessa macchina, con dieci secondi di penalità. Non ho capito molto la logica di tutto ciò, poi ho ricordato che si trattava di una penalità e, in quanto tale, non deve seguire una logica.

Le qualifiche si svolgevano alle nove italiane, stesso orario della gara, ma sono state trasmesse su TV8 a mezzogiorno, mentre la gara sarebbe andata in differita alle 14.00... e quest'ultimo dettaglio era consolatorio perché comunque la sensazione di vedere una gara alle 14.00 rimane comunque stupenda. A onore del vero anche l'orario a cui sono state trasmesse le qualifiche al sabato non era male, tutto ciò di cui posso lamentarmi è che a quell'ora ero già un po' stanca dato che, dopo la sprint race, avevo tentato invano per tre ore di riprendere a dormire, quindi di fatto ero sveglia dalle 4.30.
Non ha piovuto, non ci sono stati eventi strani e la scena più altisonante è stata in Q2 vedere Sainz perdere il posteriore, fare una sbinnata enorme e andare a sbattere l'anteriore su un cartello, sfracellandolo prima di andare a baciare le barriere. La sessione è stata redflaggata, ma Sainz è ripartito e tornato ai box.
FA: "Tutto ciò è illegalehhhh."
CS: "Cosa, levarmi dai coglioni per conto mio invece di parcheggiare qui provocando un'interruzione interminabile per far rimuovere la macchina?"
MV: "Certo, se i commissari di percorso sono very uominy devono essere pronti a tutto questo."
CS: "Scusa, ma chi ti ha interpellato? Perché non vai a fare la pole come tuo solito, invece di impicciarti di questioni che non ti riguardano? Tanto farai il miglior tempo di sicuro, quindi mettiti avanti con i lavori invece di stare a guardare come un pensionato con il giornale in mano nei pressi di un cantiere."
Verstappen ha fatto la pole, con a seguire Perez, Alonso, Norris, Piastri, Leclerc, Sainz, Russell, Hulkenberg, Bottas, Stroll, Ricciardo, Ocon, Albon, Gasly, Zhou, Magnussen, Hamilton, Tsunoda e Sargeant. Mi sono dimenticata di dire che il Prosciuttello era uscito in Q1, ma ho delle priorità. I dialoghi immaginari, per esempio, sono una di queste.

Alle 14.00 ho visto la gara senza spoiler, per una volta! Anche Perez non aveva avuto spoiler e non sapeva che Alonso avrebbe tentato di superarlo, quindi gli ha lasciato la porta aperta dandogli la possibilità di fare qualche giro in seconda posizione. Nel frattempo Russell aveva superato le Ferrari alla partenza e se ho ben capito il Vanz non si spiegava come avesse recuperato ben cinque posizioni. Ma in realtà Russell e le sue -L avevano l'undicesimo tempo ieri e l'ottavo oggi, quindi non ha superato nessuno tranne i Leclainz, i quali hanno provato anche l'ebbrezza di essere superati da Hulkenberg, che ha avuto uno sprazzo di competitività durato due minuti contati prima di essere superato da entrambi. Successivamente Leclerc ha superato Russell per andare a prendersi anche Piastri. Sainz era alle prese con Russell quando questo ha anticipato la sosta.
In sintesi, le Ferrari e Norris sono quelli che hanno rimandato la sosta più a lungo con il risultato che Sainz si è fermato poco prima che la vettura di Bottas si fosse fermata per un problema al motore in un punto abbastanza brigoso. Leclerc e Norris si sono fermati in regime di virtual safety car mentre un branco di commissari di percorso, per dieci minuti, cercava di spostare la macchina a mano. Fallito questo tentativo, è stata messa safety car e la vettura è stata spostata con un apposito mezzo, mentre tutti i piloti che si erano fermati già da qualche giro hanno effettuato una sosta ulteriore. Molti erano sulle hard, mentre Alonso ha messo le soft. I primi cinque erano Verstappen, Norris, Leclerc, Perez e Sainz, con questo superato da Alonso senza che lo vedessimo live, perché in quel momento Stroll aveva tamponato duramente Ricciardo con un "mai visto questo" di Gené e Tsunoda aveva una ruota a terra dopo un contatto con Magnussen. Si è fermato da qualche parte in giro per la pista ed è stata mandata di nuovo in pista la safety car, dopo la quale avremmo assistito a un intenso duello ruota contro ruota tra Magnussen e Stroll.
CL: "Sono davanti a Checo mentre Sainz è dietro al suo idolohhhh!!!111!!!11!!"
CS: "Non sono sicuro che sarai davanti a Checo ancora per molto. Solo il mio best friend forever Trollando può stargli davanti e non farsi neanche avvicinare. E comunque il mio idolohhhh si leverà di torno per andare ai box, non come noi che resteremo sulle hard e staremo a novanta."
Il pubblico: "Ma voi chi siete? Tacete e lasciateci urlare e inneggiare al vero eroe, il grande, immenso e unico Zhou."
CL: "Carlito, secondo te questi stanno bene? Io inizio ad avere un po' di paura. Ti va di diventare aMiKeTtY per un giorno e di tenerci per mano?"
CS: "No, non possiamo essere aMiKeTtY. Siamo troppo diversi: tu credi ancora negli unicorni e nelle vittorie della Ferrari, io no. Credo però che il mio idolohhhh dopo la sosta andrà a superare il tuo futuro compare Hamilton e anche il piccolo Piastri, che si lamenta di un danno alla macchina. Però rimarrà attardato dietro alle -L di Russell quindi non ho niente di cui preoccuparmi. E non dovresti preoccuparti nemmeno tu, anzi, dovresti sperare di rinascere come tifoso cinese di Zhou, così saresti felice di default."

RISULTATO:
1. Max Verstappen/ Redbull
2. Lando Norris/ McLaren
3. Sergio Perez/ Redbull
4. Charles Leclerc/ Ferrari
5. Carlos Sainz/ Ferrari
6. George Russell/ Mercedes
7. Fernando Alonso/ Aston Martin
8. Oscar Piastri/ McLaren
9. Lewis Hamilton/ Mercedes
10. Nico Hulkenberg/ Haas
11. Esteban Ocon/ Alpine
12. Alex Albon/ Williams
13. Pierre Gasly/ Alpine
14. Zhou Guanyu/ Kick Sauber
15. Lance Stroll/ Aston Martin
16. Kevin Magnussen/ Haas
17. Logan Sargeant/ Williams
Rit. Daniel Ricciardo/ Visa Cash App RB
Rit. Yuki Tsunoda/ Visa Cash App RB
Rit. Valtteri Bottas/ Kick Sauber


sabato 20 aprile 2024

Formula E 2024: #6 e #7 eprix di Misano

Carissimi lettori, sono in ritardissimo, ma non per questo eviterò di raccontarvi in breve gli eventi dello scorso eprix di Misano, che si è svolto nel passato fine settimana, nelle giornate di sabato e di domenica, andando a costituire rispettivamente il sesto e il settimo evento del campionato 2024, che tornerà in pista tra una settimana a Montecarlo e prevede in totale sedici eventi.
Questa è la line-up, giusto come reminder:

ANDRETTI: Jake Dennis - Norman Nato
DS PENSKE: Stoffel Vandoorne - Jean-Eric Vergne
ERT: Sergio Sette-Camara - Dan Ticktum
ENVISION: Robin Frijns - Sebastien Buemi
MCLAREN: Jake Hughes - Sam Bird
MASERATI: Maximilian Gunther - Jehan Daruvala
JAGUAR: Mitch Evans - Nick Cassidy
ABT CUPRA: Lucas Di Grassi - Nico Muller
PORSCHE: Antonio Felix Da Costa - Pascal Wehrlein
MAHINDRA: Nyck De Vries - Edoardo Mortara
NISSAN: Oliver Rowland - Sacha Fenestraz

Sabato scorso la Formula E è scesa in pista a Misano per la prima volta nella storia e, in una gara iniziata con Evans in pole position, è stato un susseguirsi di scambi di posizioni, con grossi colpi di scena. Uno di questi è il fatto che Da Costa, che partiva ben tredicesimo, si sia ritrovato nelle zone alte della classifica. Non solo, si è anche portato in testa e nelle fasi finali ha resistito agli attacchi di Rowland, che lo seguiva molto da vicino, andando a conquistare la vittor-... ah no.
Proprio come spesso accadeva nella Formula E delle origini, a distanza di ore e ore è arrivato un grosso stravolgimento: la squalifica per irregolarità di Da Costa, che ha promosso Rowland vincitore, dopo che già con i punti del secondo posto era anche divenuto leader della classifica piloti, approfittando anche del ritiro di Cassidy e dell'arrivo nelle retrovie di Wehrlein.
In sintesi, la top-ten è stata la seguente: Rowland, Dennis, Gunther, Ticktum, Evans, Vergne, Nato, Vandoorne, Fenestraz, Di Grassi. Quest'ultimo, grazie alla squalifica di Da Costa, è risalito da undicesimo a decimo conquistando il primo punto stagionale.

La domenica Rowland avrebbe potuto seriamente fare il bis. In una gara iniziata con la pole position di Hughes, poi sprofondato in bassa zona punti in corso d'opera, avrebbe potuto vincere la seconda gara in due giorni, ma a causa di un consumo eccessivo di energia, la monoposto l'ha lasciato a piedi quando mancava ormai soltanto un giro alla conclusione della gara. A risalire in testa, quindi, è stato Wehrlein che è stato il primo pilota a ottenere una seconda vittoria stagionale nel 2024: aveva infatti già vinto la gara inaugurale in Messico.
Non solo: Wehrlein si è anche ritrovato in testa alla classifica, a pari punti con Dennis che ha chiuso la gara in seconda posizione: l'ex pilota di Manor e Sauber è considerato leader in quanto ha due vittorie contro una sola conquistata dal campione in carica nel secondo evento della stagione in Arabia Saudita. Rowland è sprofondato quindi al terzo posto, a causa del ritiro, conservando tuttavia una manciata di punti in più di Cassidy, nonostante questo abbia chiuso sul gradino più basso del podio superando sul finale Muller.
I primi dieci sono stati Wehrlein, Dennis, Cassidy, Muller, Fenestraz, Sette-Camara, Vergne, Hughes, Daruvala e Bird. Per Daruvala si è trattato il primo arrivo in zona punti da quando è approdato in questa categoria a inizio stagione.

mercoledì 17 aprile 2024

Ho rivisto il documentario "Senna" del 2011: le mie impressioni

Ho visto per la prima volta il documentario "Senna" diretto da Asif Kapadia, nell'ormai lontano 2011, poco tempo dopo la sua uscita. Ricordo di averlo guardato successivamente insieme a un'amica che ai tempi seguiva la Formula 1 in maniera diciamo occasionale e senza una grossa conoscenza del passato del motorsport. Non ricordo se poi l'avevo visto altre volte, oltre a quelle due, ma ho deciso di riguardarlo perché, non avendone mai parlato sul blog (e del resto ai tempi non esisteva ancora il blog), ho pensato che fosse il caso di scrivervi una breve recensione.

In sintesi, il documentario è un collage di filmati di motorsport d'epoca, con qualche filmato privato occasionale, nel quale vengono mostrati, in sintesi, i seguenti eventi:
- il GP di Montecarlo 1984, avvenuto poco dopo l'esordio di Ayrton Senna in Formula 1, e nel quale ha conquistato il podio;
- la sua prima vittoria con la Lotus al GP del Portogallo 1985;
- gli anni in McLaren e in particolare gli incidenti con Alain Prost in Giappone 1989 e 1990 e le polemiche con Jean-Marie Balestre;
- il passaggio in Williams e gli eventi del GP di San Marino 1994.

Devo dire che ho trovato il film molto evocativo e ho trovato specie l'ultima parte molto ben fatta e coinvolgente. Prodotta in un'epoca in cui era la prassi mostrare scene di incidenti mortali con rispetto, da un lato senza sensazionalismi dall'altro senza indignazione da parte di orde di teenager ignari del concetto di dovere filtrare in prima persona cosa si vuole guardare o no, è esattamente quello che succede nel documentario.
Purtroppo non mi sento di dire lo stesso della parte precedente, in cui ho notato la tendenza contemporanea a dividere il mondo in benehhhh assolutohhhh e malehhhh assolutohhhh e in cui tutto quello che succede - dove per "tutto" intendo in senso letterale - si rivela essere un complotto contro il benehhhh assolutohhhh.

In più, contrariamente a quanto successo in altri documentari (per esempio il documentario su Michael Schumacher uscito su Netflix un anno e mezzo fa, in cui avevo elogiato il non scadere mai in una certa retorica), devo ammettere di non apprezzare per niente né quel clima da "trionfo della giustizia divina" con cui vengono presentati i successi di Senna, né come questo presunto trionfo della giustizia divina venga fatto coincidere con la sua religiosità.
Anche perché, se il successo in pista dovesse dipendere dalla spiritualità di un pilota, pare che Rikki Von Opel sia divenuto un monaco buddista, dopo la fine della sua carriera di pilota; quindi credo che questa teoria possa essere facilmente smentita!

Altra cosa che mi lascia un po' perplessa è come eccetto Prost nessun altro pilota presente venga pressoché menzionato o preso minimamente in considerazione. È un po' come se Senna non avesse mai avuto avversari eccetto nel 1989/1990 e, a onore del vero, anche i suoi stessi risultati non vengono particolarmente approfonditi, quando non ci sono polemiche a fare da contorno. Anzi, quando non ci sono a fare da contorno polemiche nelle quali è coinvolto Prost, oppure Balestre, oppure entrambi. Per dire, non c'è neanche la predica fatta a Schumacher* indossando il famoso maglioncino color salmone - anche se il colore caratteristico delle polemiche compare sulla maglia che Senna indossa alla riunione dei piloti con Balestre per discutere dei coni che delimitano la pista in Germania 1991.

Andando oltre i contenuti, ricordo che la mia amica a cui ho fatto vedere il documentario l'ha trovato a suo tempo molto interessante e per nulla noioso, nonostante avesse una conoscenza soltanto sommaria degli eventi. In generale, inoltre, ricordo che a quei tempi ha avuto molto apprezzamento soprattutto da persone che non avevano una conoscenza totale o lineare del periodo raccontato. A mio parere un enorme punto di forza del film di Kapadia è l'essere apprezzabile non solo ai fanboy incalliti di Senna, alle persone che seguivano la Formula 1 tra fine anni '80 e inizio anni '90 o che hanno maturato una passione postuma per quell'epoca storica.

Quest'ultimo aspetto, a mio parere, va a compensare di gran lunga i lati negativi: è importante riuscire a trasmettere qualcosa e questo documentario, senza ombra di dubbio, trasmette molto. Pur non avendone apprezzato certe scelte e ritenendo discutibile l'inserirvi quasi solo eventi altisonanti al fine di generare indignazione (cosa che purtroppo a distanza di tredici anni attualmente va per la maggiore) ed elevando il protagonista a personaggio che ha il diritto innato di non ricevere mai nemmeno la critica più velata (anche questo va molto di moda attualmente), ritengo che invece da questo aspetto si sia lavorato molto bene.


*: piccola curiosità, una delle critiche che ricordo ai tempi della sua uscita era la quasi totale assenza nel documentario di accenni al duello Senna vs Schumacher. Di fatto si vede appena il GP del Brasile 1994, mentre viene citato il sospetto di Senna sul traction control della Benetton osservandola e ascoltandola durante il GP del Pacifico dove si era ritirato per un incidente al via. Ho fatto questo accenno estemporaneo più che altro per menzionare che a T.I. Aida si gareggiava il 17 aprile 1994 e che, di conseguenza, oggi sono passati esattamente trent'anni.

martedì 16 aprile 2024

Sessant'anni di 1964: le Ferrari bianco-blu e il titolo di Surtees (che con la mentalità odierna sarebbe leggermente controverso)

Leggermente = avverbio inserito per abbellire il titolo

Vi ho raccontato nei giorni scorsi i precedenti appuntamenti del mondiale 1964 ed è giunto il momento di concludere questo viaggio nel tempo: il 4 e il 25 ottobre rispettivamente si svolti i gran premi degli Stati Uniti e del Messico, dove il titolo si sarebbe deciso tra ben tre aspiranti campioni del mondo: Graham Hill su BRM, Jim Clark su Lotus e John Surtees su Ferrari, non una sfida da poco! Tuttavia trattandosi di eventi nordamericani vintage, i tifosi della Ferrari italiani non potevano certo seguire gli eventi passo-passo, nella speranza di assistere al trionfo di una vettura rossa. E anche se avessero avuto i mezzi moderni, Ferrari di colore rosso non ce n'erano: a causa di una polemica tra Enzo Ferrari e la Federazione, le vetture schierate per i fue gran premi finali correvano con licenza americana del North American Racing Team e avevano livrea bianco-blu. Erano infatti i tempi in cui le monoposto portavano i loro colori nazionali e il rosso era il colore che rappresentava le vetture italiane, mentre quella sfoggiata a Watkins Glen e Città del Messico era la livrea americana.

Surtees, il poleman Clark e per tutta la fase restante della gara Hill si sono alternati in testa al gran premio, con Clark che ha perso due giri a metà gara per un guasto. Il team Lotus, allora, ha preso la decisione di fare uno scambio di vetture: è stato richiamato ai box Mike Spence e la sua monoposto è stata affidata a Clark, con Spence che sulla macchina di quest'ultimo è stato poi costretto al ritiro.
Mettete a letto i driverstosurvivers, perché vi spiego le ragioni alla base di questa scelta. Non erano gli anni '50, quindi gli shared drive non erano più la prassi. Però Clark avrebbe potuto classificarsi davanti agli avversari diretti e, se non poteva fare punti lui, poteva sottrarne agli altri - almeno sulla carta, dato che nella realtà Hill e Surtees erano 1/2 (con John che si è pure concesso una sbinnata in corso d'opera, perché tanto erano gli anni '60 e il tifoso medio non aveva ancora raggiunto quel livello di degrado tale per cui il pilota Ferrari debba essere schifato al primo testacoda).
In sintesi in casa Lotus hanno detto a Spence: "tu non sarai mai in grado di finire davanti a loro, quindi levati e fai guidare Clark che è il GOAT". Obiettivamente non sarebbe neanche così offensivo sentirsi dire di essere peggio dell'ineguagliabile, comunque sia Clark si è ritirato mentre era terzo.
Jo Siffert su Brabham ha chiuso terzo, seguito da due americani, Richie Ginther su BRM e Walt Hansgen su Lotus, con la BRP di Trevor Taylor sesto e ultimo.

Anche il Messico è una gara per cui è bene mettere a letto i driverstosurvivers, perché andiamo a cacciarci in un ginepraio tale da spingermi per la prima volta nella mia vita a usare il termine "ginepraio". Clark era ormai a nove punti dalla vetta, ma poteva vincere il titolo se Surtees non concludeva secondo e se - per via degli scarti - Hill non arrivava a podio.
Clark, partito dalla pole, leaderava davanti alla Brabham di Dan Gurney, con Hill che, in terza posizione, aveva il titolo in tasca, almeno finché verso metà gara non si è preso un sportellata da Lorenzo Bandini che, vorrei ricordarlo, era il compagno di squadra di Surtees, sembra un po' un plot (nel senso di trama) uscito dalla di Sylvester Stallone. Hill ha perso diverse posizioni, prima di ritirarsi in seguito.
I primi tre erano a questo punto Clark, Gurney e Bandini, con Surtees che, anche in caso di ritiro di di Clark, avrebbe potuto battere Hill soltanto se fosse giunto secondo. Ma Clark non si sarebbe ritirat-...ah, no. La sua vettura ha deciso di lasciarlo a piedi in di gara e, dopo avere tentato di portare comunque la macchina al traguardo questa gli ha detto "no, basta, sono stanca" a un giro dalla fine.
A quel punto in casa Ferrari avevano l'occasione di vincere il titolo, ma vi era un'unica possibilità: hanno esposto a Bandini un cartello per indicargli che doveva cedere la posizione a Surtees. L'ha fatto e Surtees è entrato nella storia.


Surtees ha vinto un titolo non semplice, è stato necessario in sintesi che 1) il suo compagno di squadra buttasse fuori il suo avversario diretto, 2) l'altro avversario si ritirasse per un guasto a un giro dalla fine, 3) un ordine di scuderia. Come minimo con la mentalità odierna verrebbe chiesta la sua testa su un piatto d'argento, ma per sua fortuna guidava una vettura ross-... ah, no. Però era un campione di motociclismo, e sappiamo che il motomondiale è più bello i duellihhhh e i sorpassihhhh.
In tutto ciò oserei affermare che nemmeno alla nonna di Gurney potesse importare qualcosa della vittoria del nipote in un simile momento. Detto ciò veniamo a Clark, che è stato classificato quinto, alle spalle di Spence che immagino sia stato soddisfatto che il suo ritiro sia avvenuto solo a un giro dalla fine, per non dovergli cedere di nuovo la macchina! Infine segnalo come la zona punti sia stata conclusa, su una terza Ferrari bianco-blu, dal pilota di casa Pedro Rodriguez.