domenica 6 novembre 2022

In un mondo di gufi travestiti da gatti neri, siate piloti della Stewart in testa al GP del Brasile

Ci sono stagioni in cui fin dalle prime battute si capisce quale sarà l'andazzo. Ce ne sono altre, invece, in cui non appena le vetture scendono in pista in Australia si iniziano a vedere cose strane, che con tutta probabilità non si ripeteranno per il resto della stagione. Al 1999 non saprei trovare una collocazione precisa. La gara inizia con le McLaren di Mika Hakkinen e David Coulthard che dominano la prima fila e sembrano involarsi verso una giornata di gloria. Dietro di loro, in terza posizione Michael Schumacher su Ferrari e in quarta Rubens Barrichello su Stewart, una griglia che sembra sorridere agli outsider. Barrichello, tuttavia, non riceve sorrisi, ma una mazzata sui denti: mentre scatta il giro di formazione, dalla sua vettura esce una fumata tutt'altro che positiva. Non solo: anche il compagno di squadra Johnny Herbert ha un problema. Tra i due, Rubinho sarà quello che prenderà il via con il muletto dalla pitlane.

La seconda fila rimane vuota, dato che quando si va a ripetere il giro di formazione Schumacher rimane fermo sulla griglia, un po' come se fosse ancora il GP del Giappone dell'anno precedente. Riesce a partire, ma ormai è tardi: può prendere parte alla gara, ma dalla seconda casella della griglia. Le McLaren si involano quindi verso la loro giornata di non-gloria, seguite da Eddie Irvine che su Ferrari riesce a mantenere la posizione nei confronti di Heinz-Harald Frentzen alla sua prima gara con la Jordan. Il compagno di squadra di quest'ultimo, Damon Hill, finisce invece in testacoda dopo un contatto subito alla partenza, che simboleggia un po' la stagione travagliata che avrà nei mesi successivi. Hakkinen e Coulthard sembrano incontrastati, ma le cose iniziano ad andare male già dopo un quarto di gara. Coulthard parcheggia ai box per un guasto, Hakkinen viene sfilato da varie vetture dopo un restart per una safety car.

La safety car è entrata per un incidente di Jacques Villeneuve, innescato dall'ala anteriore della B.A.R. che si è rotta. Hakkinen prova a rientrare ai box sperando di potere rimanere in gara, ma non funziona, viene costretto in tempi brevi al ritiro. Irvine nel frattempo è in testa davanti a Frentzen e alla Williams di Ralf Schumacher. Tra una cosa e l'altra Michael Schumacher si è portato quarto dietro al terzetto di testa e grazie alla safety car sono tutti ricompattati. La gara del pilota della Ferrari numero 3, tuttavia, sta per trasformarsi in un caos. Fora, rientra ai box ai due all'ora, deve sostituire l'ala anteriore danneggiata (gliene mettono una con il numero 4 di Irvine!), torna in pista, ha in seguito problemi al cambio per i quali deve passare più di una volta dalla corsia dei box e quant'altro, con la certezza quasi matematica che arriverà ultimo. Il punto è che chiunque si sta ritirando.

Oltre a quella per l'incidente di Villeneuve, c'è un'altra safety car di lì a poco, quando Alessandro Zanardi va a sbattere. Ci sono poi incidenti minori, tra cui uno tra le due Minardi che si conclude con il ritiro di Marc Gené, nonché numerosi abbandoni per problemi tecnici. Irvine/ Frentzen/ R.Schumacher, questo rimane il trio di testa, mentre al quarto posto risale Giancarlo Fisichella su Benetton. Giungerà in quarta posizione, appunto, che si è procacciato anche grazie a uno stop and go piovuto sulla gara di Barrichello per eccesso di velocità nella pitlane quando questo era già risalito parecchio avanti. La iella di Barrichello, comunque, finalmente ha un po' di tregua, Rubens riesce a finire la gara e visto che ci sono solo otto vetture ancora in pista, anche ad arrivare quinto. Dietro di lui l'esordiente Pedro De La Rosa su Arrows precede il compagno di squadra Toranosuke Takagi.

Irvine ottiene la prima vittoria in Formula 1 proprio in quella che diventerà la sua stagione più altisonante, precedendo un presunto outsider che si rivelerà il vero outsider della stagione. Ralf Schumacher, alla prima gara sulla Williams, coglie il podio, l'inizio di una partnership che, nel suo piccolo, avrà un certo successo. Ottima gara anche per Fisichella, che sta sempre a metà tra l'essere un protagonista e il non esserlo affatto. In casa Stewart, nel frattempo, il bilancio è abbastanza altalenante. La gara di Barrichello poteva andare meglio, ma la stagione è ancora lunga: chissà, magari alla prossima andrà meglio. C'è perfino un dettaglio di un certo livello: il prossimo gran premio si correrà proprio "a casa" di Barrichello! E vi ricordo che siamo nel 1999 e siamo ancora anime innocenti che non sono state costrette ad assistere al devasto e che possono avere la speranza, destinata a frantumarsi, che tutto andrà bene.

Il problema è proprio che va tutto bene, anzi benissimo: Rubens si qualifica terzo, alle spalle delle McLaren! E non solo, quando è il momento di partire la monoposto di Coulthard si rifiuta di farlo. Tutti gli altri piloti, fino al ventunesimo, riescono a schivarlo (numero non a caso, c'è un pilota mancante ed è Ricardo Zonta, che si trova in ospedale dove ha subito un intervento chirurgico a seguito di un infortunio riportato in un incidente in una delle sessioni del fine settimana). La McLaren viene portata ai box da dove riuscirà a partire con qualche giro di ritardo, sbucando nei pressi del terzetto di testa, Hakkinen/ Barrichello/ Schumacher. Poi, dopo pochi giri, succede qualcosa di eroico, anche se Hakkinen non sarà d'accordo con le mie parole. Il cambio della McLaren ha un problema, non di quelli gravi, ma comunque che gli fa perdere qualche secondo. Passano due vetture. Barrichello è in testa nel suo gran premio di casa.

Inseguito dagli Schukkinen mantiene la leadership fino a poco oltre un terzo di gara, quando deve rientrare ai box. Diversamente dagli altri due, sembra sia su una strategia a due soste e quindi non papabile per la vittoria, ma lo vediamo tornare in pista quarto alle spalle di Eddie Irvine. Pur essendo più pesante, si avvicina alla Ferrari e dopo qualche giro lo supera ritrovandosi terzo. Si ferma Michael Schumacher diversi giri dopo e lo overcutta, si ferma anche Hakkinen che overcutta Schumacher portandosi in testa. Per Rubinho non ci sono più speranze effettive di vittoria, dobbiamo ammetterlo, però si trova terzo e un podio è assolutamente alla sua portata. Ci stiamo avvicinando a metà gara, mentre ogni tanto perdiamo protagonisti per strada: dopo un cedimento sulla Minardi, lo one-off Stephane Sarrazin, chiamato a sostituire Luca Badoer che si è fratturato una mano in una sessione di test con la Ferrari, ha anche un incidente di un certo livello.

Anche Coulthard è già ritirato da tempo dopo essere rientrato ai box, mentre Hakkinen mantiene un certo gap nei confronti di Schumahcer, senza tuttavia riuscire a fuggire nel vero senso della parola. Poi arriva il momento del dramma: la metà gara è già stata superata da qualche giro quando ecco che vediamo una vettura bianca con il motore in fumo. La gara di Barrichello è finita, come in precedenza quella di Herbert. Il giovane Rubinho scende e viene acclamato dal pubblico. Da parte sua agita al vento una bandiera brasiliana e non ho capito se se la sua procacciata sul momento o se ce l'avesse dentro l'abitacolo per ogni evenienza. Mi piace pensare alla seconda opzione, così mi piace pensare che in questo momento sogni a occhi aperti il giorno in cui finalmente vincerà a casa sua. Se non altro, i sogni sono l'unico momento in cui può accadere. Frattanto Irvine si è quindi portato in terza posizione, ma non arriverà a podio.

Il ferrarista numero 4, infatti, ha un problema ed è costretto a una seconda sosta non pianificata, che fa risalire Frentzen al terzo posto. Sarà proprio Frentzen ad andare sul podio con Hakkinen e Schumacher. A fine gara sarà l'ultimo pilota a pieni giri e, pur finendo la benzina prima del traguardo, riuscirà di conseguenza ad essere classificato in terza posizione. Sul podio si siederà stremato sui gradini venendo sommerso di champagne da Schumacher, mentre Hakkinen fa la stessa cosa con Viviane Senna che gli ha consegnato il trofeo del vincitore, dopo averla opportunamente inseguita mentre stava scappando dal podio. Viviane non sembra prenderla molto male, nel senso che si limita a ridere invece di strappargli di mano la bottiglia e sbattergliela in testa, ma di lì a tredici anni verrà vendicata dal figlio Bruno che, per il mondiale 2012, si procaccerà un volante a discapito proprio di Barrichello.

Ci siamo lasciati con Irvine che rientrava ai box perdendo la terza piazza, quindi ritorniamo su Irvine: è quinto, alle spalle della Williams di Ralf Schumacher. Lo insegue sperando di prendersi almeno il quarto posto, ma non c'è niente da fare, arriva quinto e porta a casa due punti. In una gara con un attrition rate quasi paragonabile a quella precedente all'Albert Park, l'ultimo punto disponibile va a Olivier Panis: il pilota della Prost mancava la zona punti da oltre un anno. Alexander Wurz su Benetton giunge settimo (dopo avere superato indenne un incidente con Hill nella prima fase di gara), mentre il suo compagno di squadra si è già ritirato da tempo per problemi tecnici, seguono poi Takagi e Gené. Rispetto a quanto accaduto in Australia, la McLaren ha un certo progresso riuscendo a portare almeno una vettura al traguardo in prima posizione, mentre la Ferrari si conferma front-runner.

Svettano ancora Frentzen e Ralf Schumacher, potenziali co-protagonisti in questa stagione. Continua ad andare male ai rispettivi compagni di squadra, tuttavia: Hill risulta ritirato per l'incidente con Wurz, mentre Zanardi viene appiedato da un guasto alla propria monoposto. Nel frattempo è molto probabile che in casa Stewart stiano sperando con tutte le loro forze di riuscire finalmente a concretizzare. Tra parentesi, questo gran premio di Interlagos ricordo di averlo visto in diretta. Avevo undici anni (anzi, ne avevo ancora dieci) e non ho potuto fare a meno di simpatizzare per Barrichello, per tutto il tempo in cui era in testa alla gara. Sarebbe stato bello se fosse riuscito a vincerla con la Stewart, anche se devo ammettere che sarebbe stato bello se fosse riuscito a vincere il GP del Brasile con qualsiasi team, prima o poi. Non siamo più nel 1999, quindi possiamo accettare l'amara realtà: non è mai successo.

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Milly Sunshine