lunedì 28 novembre 2022

Carrette dei bassifondi e un fugace attimo di gloria: Midland e Spyker

Se gli anni '80/'90 ci hanno riservato la comparsa di team pittoreschi che stavano nei bassifondi dopo essere praticamente apparsi in Formula 1, gli anni 2000 non sono stati altrettanto prolifici. Tuttavia ci sono team che hanno avuto cambi di proprietà e conseguenti rebranding destinati a durare per poco a lungo. È il caso del team che un tempo apparteneva a Eddie Jordan e che in seguito sarebbe appartenuto a Vijay Mallya: la storia della Jordan è terminata nel 2005, quella della Force India è iniziata nel 2008. Oggi andiamo a scoprire cosa sia accaduto nel mezzo, ovvero nel 2006 e 2007, quando si chiamava Midland. O Spyker. Ebbene sì, nel corso di due stagioni ha avuto ben due diverse denominazioni.

Partiamo da Midland: il team Jordan, infatti, è stato acquistato da un certo Alex Shnaider, un uomo d'affari canadese, il quale ha registrato il proprio team con licenza russa, in quanto pur essendo vissuto in Canada fin dall'infanzia, era nato a Sanpietroburgo. Era dal 2004 che Shnaider era intenzionato a entrare in Formula 1 e si era in precedenza vociferato del suo acquisto del team Jaguar, che invece è stato comprato dalla Redbull e penso sappiate come sia andata a finire. Già nel 2005 pare che Shnaider avesse acquistato una quota del team, comunque a partire dal 2006 si è messo in proprio con nuovo nome, nuova livrea (rossa, bianca e nera) e nuova line-up. Anzi, no, non del tutto nuova, perché uno dei piloti era Tiago Monteiro, che aveva disputato la stagione 2005 con la Jordan.

Il pilota portoghese, che aveva costantemente battuto il compagno di squadra Narain Karthikeyan e ottenuto la terza posizione al GP dell'Indy-gate dietro alle Ferrari festeggiando sul podio come se non ci fosse un domani, avrebbe potuto fare coppia con Takuma Sato, ma il pilota giapponese ha preso un'altra strada, quella della Super Aguri di cui ho già parlato nei giorni scorsi. Al suo fianco è stato ingaggiato quindi l'olandese Christijan Albers, proveniente dalla Minardi, che a sua volta aveva ottenuto un quinto posto davanti al compagno di squadra Patrick Friesacher in quel celebre gran premio con sole sei vetture al via. Era anche quello un buon risultato, tutto sommato, dato che una Minardi in una gara con sei vetture difficilmente avrebbe potuto fare meglio del quinto posto.

Prima che tutto ciò accadesse, tuttavia, ai test prestagionali il team si è presentato con al volante nientemeno che Max Biaggi! Oltre ai piloti ufficiali, numerosi altri piloti hanno guidato per il team, in quanto ai tempi gli ultimi team della griglia potevano schierare una terza vettura nella prima sessione di prove libere del venerdì. Questo onore è toccato a Giorgio Mondini e a due nostre vecchie conoscenze, ovvero Markus Winkelhock e Adrian Sutil, entrambi piloti di cui finiremo per parlare in modo più approfondito. In un secondo momento - dopo un cambio di proprietà a fine stagione, ma fate finta che non ve l'abbia detto perché non volevo spoilerarlo ora - è toccato anche ad Alexandre Premat (compagno di squadra di Hamilton in GP2 e in precedenza di Rosberg) ed E.J.Viso.

Torniamo a Monteiro: aveva fatto una buona stagione nel 2005, dove di fatto era saltato all'occhio per non avere mai innescato incidenti e per avere quasi sempre portato la monoposto al traguardo. In più, oltre a Indianapolis, era riuscito a conquistare anche un ulteriore punto, classificandosi ottavo in un secondo momento del campionato. Nel 2006 non si è esattamente ripetuto, rivelandosi decisamente più caotico che nel campionato precedente. Non è andata meglio ad Albers, il cui momento più memorabile è stato il cappottamento subito dopo la collisione con Yuji Ide a Imola. Monteiro e Albers hanno anche completato l'opera arrivando a cozzare l'uno contro l'altro, il tutto mentre la monoposto era stabilmente penultima davanti alla Super Aguri, mai a punti e addirittura capace di conquistarsi una doppia squalifica per irregolarità tecniche al GP di Germania.

Il miglior risultato è arrivato al GP d'Ungheria, in cui Monteiro e Albers hanno chiuso al nono e al decimo posto. Voi adesso penserete: "questo Shnaider non ha fatto un grosso affare a comprarsi una squadra di Formula 1". Invece vi sbagliate di grosso, perché nel frattempo è stato fissato il numero massimo di scuderie a partire dal 2008 per dodici e, con l'ingresso programmato della Prodrive (una sorta di B-Team della McLaren che non ha mai visto la luce, di cui si parlava con insistenza nel 2007), tutti i posti erano occupati. Di conseguenza, non accettando *nuove* iscrizioni, chiunque avesse voluto entrare cn il proprio team in Formula 1 avrebbe dovuto comprarsi una entry già esistente, facendo di conseguenza aumentare la quantità di big money che servivano per comprarsi un team. Già nel corso dell'estate si parlava della vendita del team Midland.

L'acquirente, che ha comprato il team quando c'erano ancora tre gran premi da disputare, era il gruppo olandese Spyker Cars, che non ha apportato grossi cambiamenti al team, solo modificato la livrea che a partire dal 2007 sarebbe diventata arancione, colore nazionale olandese. Il team principal Kolin Colles (quello che poi di lì a qualche anno sarebbe diventato team principal della HRT, di cui ho parlato ugualmente pochi giorni fa) è rimasto al proprio posto, così come Monteiro e Albers, quantomeno fino alla fine della stagione. A stagione terminata, tuttavia, solo uno dei due ha conservato il posto, si tratta di Albers, che è stato ufficializzato sul finire del 2006. È passato un po' di tempo prima che fosse annunciato il pilota che l'avrebbe affiancato e il volante è andato a uno dei piloti che già ho citato prima: Sutil, che faceva così il suo esordio in Formula 1.

I risultati del team non sono migliorati rispetto alla stagione precedente, mentre purtroppo per Spyker il miglioramento c'è stato da parte di Super Aguri, che spesso poteva giocarsela per l'accesso in Q2, occasionalmente addirittura in Q3, e che nella prima metà della stagione ha ottenuto un ottavo e un sesto posto conquistando ben quattro punti. In tutto ciò, il team olandese era non solo a secco di punti, ma anche ben lontano dall'eventualità di potersi avvicinare ai punti stessi. Sutil nel frattempo si stava rivelando un pilota alquanto caotico, ma al suo compagno di squadra le cose stavano andando addirittura peggio: Roel Kooijman, uno dei finanziatori del team, nonché suocero di Albers, ha ritirato la propria sponsorizzazione per difficoltà economiche, così Christijan si è ritrovato senza volante.

Eravamo alla vigilia del GP d'Europa e, in vista dell'evento, Christian Klien è stato chiamato a testare la monoposto. Si pensava che il volante potesse andare all'ex pilota di Jaguar e Redbull, invece no. Come one-off per il Nurburgring è stato ingaggiato Markus Winkelhock... e all'improvviso, per un caso fortuito, si è scritta la storia. Con un rovescio di pioggia imminente, Winkelhock che doveva partire dall'ultima casella della griglia, è stato chiamato ai box al termine del giro di formazione e gli sono state montate gomme da bagnato. Si è accodato ed effettivamente poco dopo è scoppiato un violento acquazzone, che ha costretto a cambiare gomme praticamente tutti i piloti che non erano finiti fuori pista. Diversi sono finiti in aquaplaning, il che ha portato prima all'ingresso della safety car e poi all'esposizione della bandiera rossa.

In tutto ciò, Winkelhock, unico pilota a non avere dovuto effettuare il pitstop dopo l'inizio della gara, si è ritrovato leader e, al momento del restart, è partito dalla casella della pole position, diventando l'unico pilota della storia a partire sia ultimo sia primo in due diverse partenze dello stesso gran premio. Non solo, la gara è ripartita in regime di safety car e, di conseguenza, Markus si è fatto qualche giro in testa alle spalle della vettura di sicurezza, prima di essere superato da tutti quando la safety car è uscita di scena. Si è ritirato dopo tredici giri per un guasto al motore, dopo averne trascorsi cinque in testa: è stato il suo unico gran premio in Formula 1 e, per effetto di ciò, ha percorso da leader oltre il 38% dei suoi giri totali, diventando il pilota con la più alta proporzione di giri in testa.

A partire dall'evento seguente è stato rimpiazzato da Sakon Yamamoto, che già aveva guidato la Super Aguri nella stagione precedente (e che nel 2010 sarebbe passato alla HRT, così come Klien che ho menzionato poco fa). Sutil e Yamamoto hanno fatto coppia fino a fine anno e i risultati hanno continuato ad essere da ultima ruota del carro, con un exploit al GP del Giappone, quando al Fuji Sutil ha chiuso la gara al nono posto, per poi essere promosso ottavo per una penalità inflitta a Vitantonio Liuzzi a causa di un sorpasso in regime di bandiera gialla - proprio su Yamamoto, compagno di squadra di Sutil che in quella gara si è classificato dodicesimo. Fino a quel momento sia Toro Rosso sia Spyker erano a secco in classifica e il punto conquistato poteva significare tantissimo per la classifica costruttori e i relativi big money.

Le cose sono andate diversamente, con un doppio arrivo in zona punti per la Toro Rosso nel seguente evento in Cina, con la Spyker che è precipitata all'ultimo posto della classifica, comunque il decimo, dato che per le vicende dello spy-gate la McLaren era estromessa dalla classifica costruttori. In sintesi, l'ottavo posto di Sutil in Giappone è stato il miglior singolo risultato della stagione, mentre il secondo migliore è stato il dodicesimo di Yamamoto nella stessa gara. Frattanto già da tempo anche Spyker era intenzionata a vendere il team dopo appena una stagione e c'è stato l'effettivo cambio di proprietà per il 2008. Ribattezzato Force India, il team avrebbe ottenuto nel 2009 una pole e un secondo posto in gara, dopodiché sporadici piazzamenti a podio nel decennio a venire e una vittoria nel 2020 con il nome di Racing Point, ma questa è un'altra storia.

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