venerdì 4 novembre 2022

20 anni di 2002: quando M.Schumacher e Montoya hanno accidentalmente portato alla rivoluzione del sistema delle penalità

Un tempo il GP del Brasile era uno di quelli che aspettavo con maggiore ansia, forse perché spesso vi si assegnava il mondiale, o magari perché speravo che Rubens Barrichello a fine carriera potesse vincervi un gran premio a random. Oppure perché la storia del circuito, nonni di Barrichello compresi, aveva un certo fascino raccontata da Mazzoni. Quando nel 2020 insieme a molti altri appuntamenti è stato depennato dal mondiale, sarò sincera, non è quello che mi è mancato di più in assoluto e sinceramente, per quanto continui ad apprezzarne il circuito, oggi come oggi l'evento brasiliano non è più quello che aspetto con maggiore trepidazione di tutto il campionato. Anzi, a dire la verità i gran premi sono diventati talmente fitti e spesso costringono noi telespettatori di TV8 ad attese estenuanti al punto tale che la vecchia sensazione di attesa per i gran premi si è trasformata in generale. In vista dell'evento di Interlagos della prossima settimana, tuttavia, ho intenzione di raccontarvi un bel po' di faccende motoristiche che abbiano a che vedere con il Brasile (e probabilmente continuerò anche dopo, ci sono almeno altre quattro o cinque edizioni di cui devo parlare), pertanto andiamo con il gran premio del 2002.

Prima di parlare del GP del Brasile, tuttavia, credo sia doverso parlare dell'evento che l'ha preceduto, che si svolgeva a Sepang. L'evento della Malesia e quello brasiliano sono stati verosimilmente l'apice della rivalità che ha contrapposto, forse troppo brevemente, Michael Schumacher e Juan Pablo Montoya, protagonisti nei due gran premi di due collisioni, di differente entità. Erano tempi diversi, non c'erano social network da trasformare in campi di battaglia e per la gente comune un incidente tra gli Schumontoya era solo un incidente tra gli Schumontoya. Per i vertici della Formula 1, tuttavia, uno di essi era destinato a diventare altro: è per questo che introduco il Brasile parlando della Malesia, perché a Sepang e nel suo immediato seguito si è consumato un dramma che da vent'anni a questa parte ha impatto sulla Formula 1 alla quale assistiamo. Piazziamoci quindi sulla griglia di partenza di Sepang, con Michael Schumacher e Montoya sulla prima fila, con dietro di loro i rispettivi compagni di squadra Barrichello e Ralf Schumacher, poi le McLaren di Kimi Raikkonen e David Coulthard.

La gara è partita e con essa il destino del motorsport è mutato: Schumacher ha avuto come al solito la pessima idea di cercare di difendere la propria posizione non tirando dritto, ma spostandosi di lato per bloccare Montoya. Non si voglia insinuare che io stia cercando di insegnare a Michael Schumacher come si guidasse una Formula 1, ma quasi volta in cui accadeva tutto ciò veniva trollato sistematicamente dal pilota che gli stava di fianco. Anche stavolta, quindi, ecco che Montoya ha scartato di lato dall'altra parte e ha avuto uno spunto sufficiente per affiancare Schumacher. I due procedevano appaiati quando ecco il contatto tra di loro: hanno perso alcune posizioni, Schumacher ne ha perse altre quando è andato ai box a sostituire l'ala anteriore che aveva perduto, il tutto mentre Barrichello era al comando seguito da Ralf Schumacher e dalle McLaren. I due piloti McLaren si sarebbero ritirati in seguito entrambi per problemi di motore, mentre la differenziazione di strategie, una sosta per Ralf, due soste per Rubinho, avrebbe portato il pilota della Williams a sopravanzare il ferrarista.

Sarò breve per il momento sugli Schumontoya, ma ci tornerò: Montoya ha perso alcune altre posizioni per una penalità, ha infatti ricevuto un drive through per il misfatto del via, così sia lui sia Schumacher sono stati costretti a una lunga rimonta, la quale li ha portati nelle fasi finali della gara a risalire in zona punti. Non solo: quando Barrichello si è ritirato per un problema di motore, si sono ritrovati rispettivamente terzo e quarto alle spalle della Renault di Jenson Button. I due si sono entrambi messi a caccia di "Jensinho" e l'hanno superato, con il pilota britannico che ha perso la terza posizione proprio a gara ormai quasi terminata. Giunto quarto, ha chiuso la gara davanti alle Sauber di Nick Heidfeld e Felipe Massa, che si sono classificati rispettivamente quinto e sesto - primo punto in Formula 1 per Massa. La Williams ha fatto quindi doppietta davanti all'unica Ferrari superstite e il trio è salito sul podio, dove i fratelli Schumacher facevano comunella tra di loro e Montoya se ne stava in disparte. Bei tempi quando grazie alla presenza salvifica di Juan Pablo, Michael e Ralf non avevano bisogno di impegnare il tempo litigando tra di loro!

Dal mio diario segreto di 13-14enne:
me ne fregavo delle polemiche!

Quello che vi ho raccontato potrebbe sembrare normalissimo al giorno d'oggi, ma - spoiler - non lo era affatto nel 2002. Eravamo ancora in un'epoca storica in cui le penalità in gara erano generalmente riservate a faccende quali ignorare le bandiere blu o fare jump-start. Non esistevano effettive penalità in gara per avere innescato incidenti, i quali effettivamente potevano portare a race ban o ad essere presi per le orecchie e intimati di non fare danni altrimenti al successivo incidente sarebbe scattato un race ban, ma in genere accadeva per faccende ben più altisonanti di due vetture che cozzavano l'una contro l'altra durante una partenza, per un'ala anteriore rotta o per avere perso qualche posizione. Non sto dicendo che le gare di Formula 1 fossero basate su un sistema di totale anarchia, ma eravamo totalmente agli antipodi da oggi. Era meglio allora? Era meglio oggi? Non lo so, so solo che probabilmente il meglio stava nel mezzo, quando per intenderci le penalità non venivano utilizzate ad arte per rendere la Formula 1 un wrestling a motore, ma parevano applicate almeno con qualche genere di logica.

Allora, vi chiederete, come mai JPM quel giorno è stato penalizzato? Innanzi tutto, facendo un passo indietro, l'incidente pare nel migliore dei casi un incidente di gara o un concorso di colpa, nel peggiore innescato da uno scarto di Schumacher verso Montoya. Se la domanda è sul CHI sia stato penalizzato, non saprei, mi viene quasi da pensare che sia stato scelto Montoya a sorteggio (e giusto per far presente quanto fosse diversa quell'epoca da oggi, lo stesso Schumacher invece di invocare la radiazione del collega dalle competizioni ha detto di essere stupito dal fatto che fosse stato sanzionato in maniera così esagerata). Se la domanda è sul perché sia stata applicata in primo luogo una penalità... è quello che si sono chiesti in tanti nelle polemiche post-gara. Guess what, nella cabina dei commissari c'era uno steward già in passato protagonista di un momento controverso, per il quale era anche stato temporaneamente sospeso dalla propria carica. Tale Nazir Hoosein, guidava i commissari al GP di Gran Bretagna 1998, quando ci misero mezz'ora per decidere se Schumacher avesse ignorato le bandiere gialle o meno.

Mi rendo conto che al giorno d'oggi una simile decisione potrebbe impiegare la stessa quantità di tempo, ma il problema fu - come probabilmente saprete - che per effetto di quella decisione tardiva, Schumacher vinse la gara tagliando il traguardo della pitlane mentre andava a scontare uno stop-and-go, scontando quindi lo stop-and-go a gara già completata. Anche stavolta, cioè in Malesia 2002, si è sollevato un polverone, abbiamo detto, e a seguito di questa gara è arrivata una decisione della FIA contrastante con quanto accaduto fino a quel momento in Formula 1: i commissari sono stati autorizzati, da questo momento in poi, a penalizzare con un drive-through i piloti che, con la loro condotta di gara, sono giudicati responsabili di contatti evitabili. Quindi, da adesso in poi, ogni volta in cui accadrà qualche polemica per qualche penalità, invece di insultare personaggi religiosi, sappiate che dovete prendervela con gli Schumontoya e con il commissario del GP della Malesia 2002 e magari invocare un contatto tra gli Schumontoya anche nel gran premio successivo. Almeno su questo verrete accontentati: Montoya e Schumacher partivano primo e secondo e si sono toccati al via.

Montoya ha rotto l'ala anteriore ed è stato costretto a rientrare ai box, mentre Schumacher ha proseguito. Stavolta i commissari hanno lasciato le cose come stavano e Michael si è ritrovato inseguito da Ralf a bordo dell'altra Williams. Dietro di loro, frattanto, Barrichello stava rimontando varie posizioni. Molto probabilmente era su una strategia a due soste invece che una, dato che era palesemente più veloce di chiunque. Poi, all'improvviso, al 13° giro e già in seconda piazza da tempo, ha strappato la leadership al compagno di squadra portandosi in testa al suo gran premio di casa, con il pubblico che esultava come se non ci fosse un domani. Stiamo parlando di Barrichello a Interlagos, quindi avrete sicuramente ben chiaro il fatto che effettivamente non c'era un domani. Il problema è che non c'erano neanche cinque minuti dopo, tempo tre giri e la vettura del povero Rubinho gli ha detto "per me la gara finisce qui, se non sai cosa fare per fare venire sera puoi sempre rimediare arrampicandoti sui muretti come facevi da bambino". Adesso lo capite perché speravo in una sua vittoria random?

Curiosamente in occasione del suo primo gran premio di casa in Formula 1 anche Felipe Massa si sarebbe ritirato, in un successivo momento, a causa di un incidente. Avrebbe tuttavia avuto, negli anni a venire, una storia molto diversa sul suolo casalingo, che non mi pare il momento di approfondire adesso. Vi spoilero solo che di lì a quattro anni ha vinto a Interlagos indossando una tuta verde-oro che mi piaceva un sacco, perché sono sicura di non avervi mai raccontato nulla di tutto ciò! Oh wait... Bene, torniamo a noi, i fratelli Schumacher erano 1/2 e sono rimasti 1/2. Dietro di loro c'erano le McLaren e le Renault in ordine sparso, almeno finché Jarno Trulli non è uscito di scena per la rottura del motore a gara inoltrata. A quel punto c'erano due McLaren e una Renault e Montoya è risalito in sesta piazza, che lo rendeva inseguitore di un punto. Mentre Coulthard e Button hanno chiuso la gara terzo e quarto, Raikkonen si è ritirato verso la fine a causa di una ruota non ben imbullonata(?), facendo risalire JPM in quinta posizione. Mika Salo, su Toyota, è quindi risalito sesto.

Curiosità su questi due gran premi:
- nelle prime fasi del GP della Malesia c'è stato un incidente tra le due Jordan, con Takuma Sato che ha tamponato Giancarlo Fisichella, costringendo entrambi a lunghe riparazioni ai box;
- nel warm-up della domenica mattina in Brasile, Enrique Bernoldi (Arrows) ha avuto un incidente a causa del quale è entrata in pista la medical car, non ben segnalata, tanto che Nick Heidfeld (Sauber) ha avuto un contatto con la medical car;
- quando Michael Schumacher, inseguito da vicino dal fratello, ha tagliato il traguardo a Interlagos, Pelé che avrebbe dovuto sventolare la bandiera a scacchi se ne è dimenticato, esponendola al passaggio di Sato che era doppiato.

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