giovedì 12 gennaio 2023

La breve ma gloriosa storia del team Parnelli in Formula 1

Gli Stati Uniti e la Formula 1 hanno sempre avuto un rapporto altalenante e, nel mezzo di questo rapporto altalenante, oggi vorrei parlare di una squadra di Indycar che per un breve periodo negli anni '70 ha preso parte al mondiale di Formula 1, ovvero del team di Parnelli Jones, ex pilota open wheel vincitore della Indy 500 nel 1963 (nonché padre di P.J. Jones, pilota di Formula CART nella seconda metà degli anni '90 di cui se non vado errata Alex Zanardi parlava abbastanza male nella propria autobiografia).
Erano gli anni '70 quindi i team potevano entrare in Formula 1 in corso d'opera ed è quello che ha fatto il team Parnelli nel 1974, disputando gli ultimi gran premi della stagione, in Canada e negli Stati Uniti, con una sola entry, la monoposto numero 55 (non mi è ben chiaro il motivo di questo numero, probabilmente a chi entrava a caso venivano assegnati numeri a random) e un pilota dal nome altisonante al volante.

Trenta monoposto puntavano ad andare in griglia a Mosport, ma solo ventisei vi avevano accesso. Nessun problema per Parnelli: Mario Andretti si è brillantemente qualificato in sedicesima piazza, disputando quella che sembra una gara tranquilla e approfittando di qualche ritiro ha concluso in settima posizione, mettendosi dietro tra gli altri le Brabham di Carlos Pace e Carlos Reutemann.
A Watkins Glen - gara che avrebbe assegnato il titolo ma purtroppo sarebbe passata alla storia per la morte di Helmuth Koinigg - avrebbe potuto essere l'apoteosi: nella sessione di qualifiche del venerdì, infatti, Andretti ha ottenuto il miglior tempo! Al sabato, però, ha avuto problemi tecnici e non è riuscito a migliorarsi. Altri l'hanno fatto ed è stato costretto ad accontentarsi di una "misera" terza piazza.
Avrebbe potuto essere l'apoteosi, ho detto. Causa problema tecnico in griglia e riparazione è dovuto partire dalle retrovie per poi essere squalificato per riparazione illegale(?). In teoria la squalifica era arrivata prima e ha più o meno preso lo start illegalmente. Causa sua squalifica, un non qualificato era stato ammesso in griglia, ma di non qualificati in griglia ne erano andati due, uno dei quali, Tim Schenken, poi squalificato per essere partito clandestinamente.

Nel 1975 il team ha disputato la stagione completa (o quasi), vedendosi attribuire un numero di gara decisamente più standard, il 27. Il campionato è iniziato con tre eventi extraeuropei: Argentina, Brasile e Sudafrica, con due top-ten in griglia, la migliore qualifica il sesto posto a Kyalami. Costretto al ritiro per un guasto mentre era ottavo al gran premio inaugurale, Andretti è giunto settimo a Interlagos, per poi avere in Sudafrica la stessa sorte che in Argentina, sempre mentre era ottavo.
Dopo un terzo posto in un gran premio non-championship a Silverstone (BRDC Intrernational Trophy), Andretti si è qualificato quarto al GP di Spagna. Nel caotico evento di Montjuic, è arrivato a leaderare la gara per vari giri prima del ritiro per incidente. A Montecarlo invece il ritiro è arrivato dopo pochi giri di gara per un principio di incendio, mentre per questioni di SoVrApPoSiZiOn3 il team e il pilota non hanno disputato il GP del Belgio.
A Indianapolis le cose non sono andate bene e pare che in quell'occasione uno speaker radiofonico abbia fatto notare per la prima volta come dopo la sua vittoria, risalente a cinque anni prima, Andretti a Indy fosse perseguitato dalla iella. Leggende metropolitane narrano che la suddetta iella sia stata originata da una maledizione lanciata su di lui e sui suoi discendenti dalla moglie di un ex socio del team di Andretti nel 1970, ma non siamo qui per parlare di malocchio. Tuttavia, se volete esempi per dimostrare che il malocchio non esiste, vi suggerirei di sceglierne altri, perché questo non è il più adatto.

Più avanti nella stagione il team Parnelli ha saltato anche il GP d'Olanda. Prima e dopo sono venuti rispettivamente Svezia e Francia, entrambe gare ricche di soddisfazioni e unici punti della stagione: quarto e quinto posto, cinque punti totali, che avrebbero valso alla squadra il decimo posto nel mondiale costruttori a fine stagione.
I gran premi successivi di Gran Bretagna e Germania sono stati caratterizzati da problemi e classificazioni dalla decima piazza in poi, mentre sono seguiti tre ritiri, i primi due in Austria e Italia per incidenti nelle prime fasi di gara. A Watkins Glen, dopo un ottimo quinto posto in qualifica, Andretti è stato invece costretto al ritiro per un problema tecnico proprio mentre stazionava in quella posizione, nella prima parte della gara.
Il team non si è presentato al via della stagione seguente in Brasile, mentre in Sudafrica all'esordio stagionale Andretti ha avuto un'ottima performance, rimontando dalla tredicesima alla sesta piazza, un punto, che si sarebbe rivelato l'unico della stagione (chiusa al tredicesimo posto). A Long Beach, gran premio seguente, infatti, la squadra ha rimediato un ritiro per un guasto. Dopo gli Stati Uniti Ovest, il team americano è uscito di scena, ritirandosi dalla Formula 1 e concentrandosi solo sulle corse americane. Marione, invece, è stato ingaggiato dalla Lotus per sostituire in corso d'opera Bob Evans. Ha poi vinto il GP del Giappone, oltre che diverse gare nel biennio successivo e il titolo del 1978, ma questa è un'altra storia.


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Milly Sunshine