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lunedì 4 novembre 2024

Formula 1 2024: #21 Commento al Gran Premio del Brasile

03.11.2024 // L'amore è un apostrofo rosa tra Ocon e Gasly

Quando si corre a Interlagos, tutti attribuiscono a nonna Izaura il ruolo di nonna di Barrichello residente accanto al circuito di Interlagos. Tuttavia a risiedere accanto al circuito di Interlagos erano i nonni paterni di Rubinho, mentre Izaura era la nonna materna (cosa documentata in passato sul profilo instagram della signora Idely, madre di Rubens). Ci ho provato a spiegarlo, ma nessuno mi prende in considerazione, quindi proseguiamo, che ci sarà un bel po' di roba di cui parlare, dato che è stato un weekend ricco di accadimenti.
Siamo arrivati al Brasile, ma per Magnussen sembrava che sia ancora il GP di Singapore: non è stato chiarito esattamente quale problema di salute lo tenesse lontano dalla pista, ma venerdì è stato annunciato che Kevin non avrebbe preso parte alla gara sprint, mentre dopo le qualifiche sprint è stato annunciato che non sarebbe nemmeno stato presente nel resto del weekend. Al suo posto è stato schierato Bearman, con tanto di molti detrattori di Kmag che sperano che quest'ultimo non torni più.

GRIGLIA SPRINT, con le relative qualifiche che incredibilmente sono state mandate in diretta sulla TV dei povery venerdì alle 19.30: Piastri, Norris, Leclerc, Verstappen, Sainz, Russell, Gasly, Albon, Bearman, Hamilton, Hulkenberg, Perez -.- tanto per cambiare, Colapinto, Bottas, Ocon, Tsunoda / partenza dalla pitlane per Alonso (16° tempo), Stroll (19°), Zhou (20°) per modifiche in regime di parco chiuso.

La gara sprint si è svolta alle 15.00 di sabato in diretta sulla TV dei povery, con Piastri che, come se fosse stato un Verstappen qualsiasi, andava a chiudere Norris, con i due che, di fatto, sono rimasti a posizioni invariate così come gli inseguitori. Per lungo tempo ci siamo trovati con Piastri, Norris, Leclerc e Verstappen in trenino.
Nel frattempo Hamilton aveva perso posizioni al via e le Haas battagliavano tra di loro. Ciò ha permesso a Bearman di sognare brevemente la zona punti, ma i due sarebbero stati superati entrambi da... Perez?!?! Sono certa che il duo Hulkenberg/ Magnussen se fosse stato presente avrebbe studiato qualcosa di diabolico per portare a casa almeno un punticino... fatto sta che Hulkenberg non ha finito la gara: è rimasto fermo a pochi giri dalla fine, quando Verstappen aveva già superato Leclerc ed era all'inseguimento dei Papaya Bros, che avevano tuttavia allungato.
Si era parlato a lungo di swap all'ultimo giro, anche perché prima era impossibile con gli inseguitori negli scarichi. Le tempistiche della virtual safety car hanno fatto gridare al kompl8 dato che i due papaya hanno fatto in tempo a swapparsi le posizioni.
Box McLaren: "Driiiiin."
OP: "Sì?"
Box McLaren: "Per cortesia, potresti cedere la vittoria su un piatto d'argento a Norris?"
OP: "Perché dovrei?"
LN: "Perché tanto è una gara sprint e, in quanto tale, tra circa tre ore verrà rimossa dalla memoria collettiva."
OP: "Effettivamente il discorso ha molto senso."
Tornando alle polemiche per le tempistiche della virtual safety car, io aspetterei a urlare allo scandalo (più del solito, almeno), dato che la teoria del kompl8 sopra esposta si basa comunque su due fondamenti che fanno acqua da tutte le parti: 1) l'assunzione, assolutamente non riscontrata nella realtà, secondo cui il ritardo di VSC o safety car sarebbe l'eccezione anziché una prassi di cui ci si è lamentati in diverse occasioni, 2) essendo la VSC terminata almeno un giro prima della fine della gara, l'anticipare le operazioni di spostamento della Haas l'avrebbe fatta terminare ancora prima, il che non avrebbe assolutamente precluso la possibilità per le McLaren di fare lo swap dopo la fine della VSC... non era assolutamente una situazione da "now or never".
Frattanto Verstappen ne ha approfittato per non rispettare il delta time e perdere una posizione per penalità post gara, sollevando indignazione da parte dei ferraristi convinti che se Verstappen batte Norris, Leclerc vincerà il mondiale.
CL: "Ma io dalla penalità di Verstappen ci guadagno una posizione. Non capisco il senso di queste lamentele."
MV: "Il fatto che tu perda tempo ad ascoltarli spiega bene perché non sei ancora riuscito a vincere un mondiale. E comunque non ce l'hanno con Norris per la sua posizione nel mondiale, ma perché è amico di Sainz, di conseguenza nemico tuo."

RISULTATO SPRINT: Norris, Piastri, Leclerc, Verstappen, Sainz, Russell, Gasly, Perez, Lawson, Albon, Hamilton, Colapinto, Ocon, Bearman, Tsunoda, Bottas, Zhou, Alonso, Stroll, Rit. Hulkenberg.

Al posto delle qualifiche, sabato sera ci siamo ritrovati con la Redbull che tacciava la McLaren di utilizzare vapore acqueo all'interno delle gomme per ridurre il degrado, argomento destinato a cadere nel dimenticatoio ancora più in fretta del risultato della gara sprint. Le gomme, comunque, in quel momento non si degradavano affatto, perché scendeva il diluvio su Interlagos, non c'erano vetture in pista e non c'erano indicazioni chiare su quando le sessioni sarebbero iniziate. Però c'era il pubblico che cantava, saltellava e faceva la ola: una giornata di ordinaria amministrazione a Interlagos.
Mara Sangiorgio ha successivamente intervistato Sainz... solo lui però, ai vecchi Ettore Giovannelli sarebbe andato a intervistare mezza griglia passando dall'inglese al tedesco e chissà, magari Stella Bruno avrebbe invitato piloti a giocare a carte!
Ci siamo salvati con Hamilton che videobomberava un'intervista a Domenicali per lamentarsi che le gomme wet attuali non permettono di andare in pista. Le qualifiche sono state rimandate alla domenica, con l'intensa soddisfazione del palinsesto di TV8, che poteva sospendere la differita in largo anticipo e coronare il sabato sera mandando in onda a sorpresa una replica di "Quattro Ristoranti", con le qualifiche della domenica mattina destinate ad andare in ond-... ad andare in fumo come un motore Honda sulla McLaren di Alonso, sia mai saltare una replica di "Cucine da incubo".
Senza alcuna replica prevista dal palinsesto di TV8, ho seguito gli update su Xwitter e poi visto gli highlight ufficiali. In sintesi pioveva ancora, c'era bassa visibilità, Colapinto è finito a muro nel bel mezzo della Q1 e questa stessa sessione sarebbe terminata con Hamilton fuori. Nella Q2 qualcuno è timidamente passato alle intermedie, quindi sono aumentate le scivolate e le bandiere rosse. Inizialmente è stato Sainz e poi una successiva bandiera rossa è arrivata con Stroll in finale di sessione. Leggendo sui social mi ero convinta, vista l'indignazione popolare, che il ritardo di questa redflag fosse un kompl8 dovuto al far migliorare Norris affinché passasse in Q3 e impedire a Verstappen di fare altrettanto. Vedendo l'highlight, tuttavia, ne è venuto fuori che se la bandiera rossa fosse stata immediata Norris sarebbe passato in Q3 con il settimo tempo anziché con il primo, mentre Verstappen a quel punto sarebbe stato dodicesimo quindi ugualmente fuori. In sintesi, il timing non avrebbe cambiato le cose, dato che mancava un minuto e mezzo alla fine della sessione e non ci sarebbe stato il tempo di fare il giro out, se fosse ripresa. Sul leader del mondiale pendevano cinque posizioni di penalità, il che ha fatto recuperare una posizione a Perez che era fuori anche senza presunti complotti.
In Q3 ci sono state due ulteriori bandiere rosse, per la gioia di Aston Martin e Williams che già avevano una vettura incidentata; la prima è arrivata con Alonso e la seconda con Albon, il quale era secondo prima dello schianto e ha devastato la macchina. Norris e Russell hanno monopolizzato la prima fila, mentre le Torohhhh Rossohhhh di Faenzahhhh toccavano vette altissime.

GRIGLIA: Norris, Russell, Tsunoda, Ocon, Lawson, Leclerc, (casella vuota Albon), Piastri, Alonso, Stroll, Bottas, Perez, Gasly, Hamilton, Bearman, Colapinto, Verstappen (12° tempo), Hulkenberg, Zhou/ partenza dalla pitlane per Sainz (14° tempo).

La gara è stata anticipata di un'ora e mezza rispetto a quella prevista come da annuncio del sabato sera, ma per noi povery non è cambiato niente, dato che sul canale a noi dedicato era sempre prevista alle 21.30 e a quell'ora a dire il vero mancavano ancora dieci minuti buoni alla partenza.
Non pioveva, ma la pista era ancora bagnata, le vetture sono scese in pista con le intermedie. Nel giro di formazione Strollino l'ha sbinnata e mentre cercava di rimettersi in strada si è andato a insabbiare. Si sono quindi accese le luci dell'aborted start, una parte dei piloti sono partiti alla cazzum per un secondo giro di formazione inesistente, poi seguiti da tutti gli altri che inizialmente erano rimasti fermi, con la sola eccezione di Sainz che era fermo in attesa di partire dalla pitlane. In attesa della nuova procedura di partenza, Norris è stato messo sotto investigazione.
Alla partenza, con pioggia lieve, Russell si è portato in testa insieme a tutte le sue -L e si sono accodati Norris, Tsunoda, Ocon, Leclerc, Lawson che aveva frenato per non toccarsi con Tsunoda, Piastri e Alonso. Hamilton e Verstappen hanno recuperato varie posizioni e poi Max ha superato il suo vecchio rivale.
LH: "Preferirei essere definito rivale di un'epoca passata."
MV: "Naaaahhhh, definirti vecchio è il termine giusto. Però potrebbe andarti peggio, pensa che Perez ha appena fatto un testacoda ed è precipitato ultimo. Ora scusami, però, devo andare a superare Gasly."
Tra un contatto Colapinto vs Bearman per cui è stato penalizzato quest'ultimo nonostante fosse stato l'unico a rimetterci e un sorpasso di Verstappen su Alonso, anche Russell e le Torohhhh Rossohhhh di Faenzahhhh sono stati messi sotto investigazione, perché giustamente, se Norris si mettesse a girare nudo urlando "ce l'ho enormehhhh" non sarebbe una buona ragione per fare la stessa cosa.
MV: "Infatti bisognerebbe comportarsi in maniera sensata, tipo installarsi negli scarichi di Baby Papaya e vederlo mentre trema terrorizzato all'idea di vedersi sottrarre il ciuccio."
OP: "Noooohhhh, il ciuccio no!!!11!!11!!"
MV: "E invece ora il ciuccio è mio e lo sto mostrando a Lawson... che ne è moooolto impressionato, tanto che ho superato anche lui."
Hamilton è andato per prati ed è tornato in pista giusto in tempo per mettersi a duellare con Colapinto, che l'ha superato. Sarebbe stato meglio se non l'avesse fatto, dato che 1) ciò ha comportato lunghe inquadrature del pubblico anziché della pista, 2) ho letto un commento secondo cui Colapinto sarebbe degno di essere considerato al livello dei più grandi campioni di sempre. Credo che si stia delirando un po' troppo.
Frattanto è stato annunciato che i quattro di cui sopra sarebbero stati investigati dopo la gara ed effettivamente sarebbe accaduto dopo che la gara era finita anche su TV8. Norris e Russell sarebbero stati multati, i due della Toro Rosso non avrebbero riportato conseguenze e tutto il resto della griglia partito ugualmente alla cazzum era apparentemente autorizzato a partire alla cazzum senza neanche essere investigato perché sì.
Ocon, nel frattempo, al grido "guarda, nonna, sono in TV!" ha deciso di tenersi dietro i Leclestappen. Dopo un lieve svarione di Leclerc, Verstappen gli si è avvicinato, intanto il conteggio dei giri è diminuito di uno (da 70 a 69 - in origine erano 71, segno che nessuno aveva conteggiato il giro di formazione alla cazzum fino a quel momento) senza che nessuno in cabina di commento ci facesse caso. Sainz nel frattempo aveva superato Hamilton, ma è finito in giro per prati tornando dietro a a Hamilton.
Leclerc è stato il primo a fermarsi ai box e come tipica masterclass Ferrari è uscito nel traffico, mentre Ocon ha superato Tsunoda. Qualche giro dopo la pioggia è incrementata, frattanto Hulkenberg l'ha sbinnata, c'è stata una virtual safety car, mentre alcuni piloti si erano fermati ai box. Pare che la Haas sia ripartita a spinta da parte dei commissari.
Ocon, Verstappen e Gasly erano i primi tre senza avere fatto soste, seguito da Russell e Norris di nuovo con intermedie, da Tsunoda unico della top-ten su full wet, da Leclerc e Piastri con Baby Papaya su cui pendeva una penalità per un contatto con Lawson che come Tsunoda era su full wet e stava rimontando dato che la pioggia è molto aumentata. Norris ha fatto in tempo a superare Russell e tutte le sue -L e poco dopo è stata messa safety car per questioni di sicurezza. Mentre il Vanz sosteneva che non ci fossero ragioni per la safety car, Colapinto è andato a muro smentendolo prontamente.

La gara è stata redflaggata, così che le Alpine e Verstappen hanno cambiato gomme a gara ferma. In quella situazione di stallo, tagliata sulla TV dei povery, Hulkenberg è diventato un verohhhh uomohhhh e, come se fossimo stati nel 1980, è stato blackflaggato per push start.
Tutti sono ripartiti su gomme intermedie dietro la safety car, Bearman è finito in giro per prati, Ocon ha mantenuto la leadership, Norris è finito sull'erba perdendo la posizione su Russell, Leclerc idem ma senza perdere posizioni, mentre Tsunoda ne aveva perse un paio.
Poi è accaduto un momento memorabile: il Vanz ha elogiato Bearman che andava all'attacco di Sainz il quale si era lamentato di essere stato mandato in pista con gomme usate... a quel punto Bearman ha avuto una visione mistica di Ralf Schumacher e delle trombe che suonavano. Dopo una lunga giravolta ha baciato il muretto, poi è ripartito. In quei frangenti, Gené ha affermato che Ocon meritava la vittoria.
EO: "No, ti prego, non gufarmi, che Verstappen inizia a guadagnare qualche decimo."
Vanz: "Abbiamo Sainz dietro a Perez, per superare devi crederci."
CS: "L'unica cosa a cui sto credendo è la consistenza del muro su cui mi sto spalmando."
Voce fuori campo: "E alle trombe non ci credi?"
CS: "Credo anche a quelle, così come all'esistenza di Ralf Schumacher. Non mi resta altro da fare che ritirarmi a riflettere sull'esistenza del cambio della Minardi di Badoer."
Le vetture si sono allineate dietro la safety car. Al restart ecco un micidiale: "DONNE, È ARRIVATO L'ARROTINO! Supera Russell e Norris in un colpo solo e Norris taglia per prati. Dietro, nel frattempo, c'è caos dappertutto e Alonso taglia per i prati."
MV: "Io ho anche superato Ocon, se qualcuno se n'è accorto."
EO: "Sapevo che quella di prima era una gufata."
Russell ha superato Leclerc, Norris dopo uno swap con Piastri gli è arrivato negli scarichi. Poi è arrivato un altro momento memorabile a tematica suono di trombe: il Vanz ha menzionato la "debacle McLaren" e in quel momento stesso Piastri ha fatto uno svarione! Però non ha perso posizioni, restando davanti a Tsunoda, anche se comunque c'era la penalità a suo carico per effetto della quale dopo la gara gli sarebbe finito dietro.
Poco dopo un duello Lawson vs Perez si è concluso con quest'ultimo che perdeva la decima piazza a vantaggio di Hamilton ritrovandosi fuori dalla zona punti, il tutto mentre Verstappen staccava le Alpine come se non ci fosse un domani.
Vanz: "Bico de Pato, che significa Becco di Papero."
Voce fuori campo: "Perché è necessario tradurre curve molteplici volte nello stesso commento?"
Vanz: "Perché non siamo a Silverstone, dove avrei potuto menzionare l'intraducibile curva di Co-..."
Voce fuori campo: "No, ti prego, non dire niente. Vorrei solo fare notare che il becco del papero era il segno celebrativo di Alonso in Renault e che proprio su questo circuito ha vinto due mondiali quando i Gaslocon erano ancora bambini ed erano best friends forever. Adesso i due non si sopportano, ma per celebrare insieme il doppio podio della Alpine si metteranno a pomiciare come se non ci fosse un domani."
EO: "Aaaawwww."
PG: "Aaaawwww al quadrato."
EO: "Aaaawwww al cubo."
PG: "È stato un giorno molto emozionante, who kers dei nostri dissapori personali su cui rimane il riserbo più assoluto."
EO: "Detta così, i telespettatori penseranno che ti abbia morso la lingua durante un bacio tra connazionali."
PG: "Ma infatti è proprio così. Però non fa niente, quello che conta è che siamo sul podio a sbevazzare like a boss. Dubito che ci succeda di nuovo nel prossimo futuro."

RISULTATO:
1. Max Verstappen/ Redbull
2. Esteban Ocon/ Alpine
3. Pierre Gasly/ Alpine
4. George Russell/ Mercedes
5. Charles Leclerc/ Ferrari
6. Lando Norris/ McLaren
7. Yuki Tsunoda/ Visa Cash App RB
8. Oscar Piastri/ McLaren
9. Liam Lawson/ Visa Cash App RB
10. Lewis Hamilton/ Mercedes
11. Sergio Perez/ Redbull
12. Oliver Bearman/ Haas
13. Valtteri Bottas/ Kick Sauber
14. Fernando Alonso/ Aston Martin
15. Zhou Guanyu/ Kick Sauber
Rit. Carlos Sainz/ Ferrari
Rit. Franco Colapinto/ Williams
DNS. Lance Stroll/ Aston Martin
DNS. Alex Albon/ Williams
DSQ. Nico Hulkenberg/ Haas



venerdì 1 novembre 2024

GP Brasile 2004: la delusione soft di Rubens Barrichello

Nel lontano 2004, per la prima volta, il GP del Brasile si è svolto nella fase conclusiva della stagione invece che nella parte iniziale. Nello specifico, si è trattato dell'ultimo evento in assoluto del mondiale 2004, che già da tempo era stato assegnato alla Ferrari e a Michael Schumacher, che in questa occasione è partito dalla penultima fila a causa di una retrocessione di dieci posizioni per la sostituzione del motore. Il suo compagno di squadra Barrichello ha invece conquistato la pole position, precedendo la Williams di Juan Pablo Montoya, la McLaren di Kimi Raikkonen e un outsider molto stylish che menzionerò quando verrà il momento. Per Raikkonen viene il momento di insidiare la prima piazza di Rubinho e la leadership del pilota di casa dura poco e niente. Però la gara è partita con pista umida e con gomme intermedie e tutto può cambiare.
Causa brutta partenza di Montoya, si trova quarto. Al terzo posto c'è Jenson Button sulla gara, poi perde posizioni, infine il motore Honda perde fumo, perde molto fumo... just B.A.R. things! Barrichello, invece, si porta negli scarichi di Raikkonen, poi lo passa, si porta in testa, mentre a centro gruppo, poco prima, Michael Schumacher ha fatto una sbinnata, mentre un certo Sebastian Vettel che guardava la gara da casa esclamava: "Aaaawwww, sei il mio idolo!"

A parte le Renault e la McLaren di David Coulthard, tutti sono partiti su gomme intermedie, ma devono rientrare dopo pochi giri per passare a quelle da asciutto. Così facendo, l'outsider che partiva quarto si fa un paio di giri in testa... Se possedete un'auto, andate immediatamente a prenderla e percorrete le strade delle vostre città/ paesi di residenza e suonate il clacson all'impazzata, vomitando arcobaleni nel frattempo: si tratta di Felipe Massa al volante di una Sauber. Poi rientra anche lui e lascia strada libera a Fernando Alonso (come già detto, le Renault sono partite sulle dry).
Un duello in pitlane tra Raikkonen e Montoya si è concluso con il sorpasso di Juan Pablo, che diventa leader più avanti, quando Alonso si ferma ai box per il rifornimento di rito. Kimi insegue da vicino ed è quello che succederà anche due giri di pitstop più tardi, con Montoya che manterrà la prima posizione fino alla fine andando a vincere l'ultima gara disputata con la Williams.
Alonso sembra avviato per il terzo posto, mentre Barrichello è anche alle spalle della Williams di Ralf Schumacher e dalla B.A.R. di Takuma Sato. Superato quest'ultimo a soste ultimate è in terza piazza, con Alonso, Sato, Ralf Schumacher, Michael Schumacher e Massa a completare la zona punti.
Diciassette vetture su venti tagliano il traguardo: oltre a Button si sono ritirati anche Nick Heidfeld su Jordan per un guasto e Mark Webber su Jaguar dopo una collisione con il compagno di scuderia Christian Klien. Piccolo flashforward: nel 2005 e nel 2006 in Williams, a Interlagos Webber sarà coinvolto in incidenti anche con i successivi compagni di squadra, Antonio Pizzonia e Nico Rosberg.
Siamo rimasti a Massa ottavo, nono c'è il suo compagno di squadra Giancarlo Fisichella, mentre Jacques Villeneuve su Renault chiude la top-ten. Coulthard è undicesimo davanti alle Toyota di Jarno Trulli e Ricardo Zonta, che precedono Klien, dopodiché Timo Glock sulla Jordan e infine le Minardi di Zsolt Baumgartner e Gimmi Bruni.


Se Montoya ha vissuto il suo happy ending con la Williams, ottenendo l'unica vittoria stagionale, non si può dire che per Barrichello ci sia stato un finale altrettanto positivo. Per quanto abbia terminato il gran premio di casa per la seconda volta in carriera (la prima era stata nel lontanissimo 1994 - quarto posto), la pole position faceva sperare in quella che poteva essere una gloriosa vittoria. Quindi Rubens ha dovuto aspettare ancora per ottenere il gradino più alto del podio nel proprio circuito di cas-... ah no. E non ha vinto a Interlagos neanche in Stock Car, nonostante in quella location sia riuscito a vincere un titolo.



martedì 13 agosto 2024

Vicende vintage dimenticate: un peso, una misura - il prequel del GP di Gran Bretagna 1994

Un paio di giorni fa, parlando con Antonio di @MotorStories (canale Youtube che vi invito a visitare) siamo giunti a una conclusione comune, ovvero al fatto che molte pagine di Formula 1, specie sui social, non fanno altro che scopiazzarsi le une con le altre. Personalmente non la trovo una cosa molto elegante; è ovvio che certi argomenti sono talmente tanto nazionalpopolari che capiterà che più pagine ne dibattano, ma se arriviamo al livello di "Mercedes rosa" (a proposito, quante polemiche di anni recenti di cui si è discusso per mesi sono poi state dimenticate a random?) allora forse sarebbe meglio semplicemente fare un repost o una citazione.
Detto questo, è uscito il discorso che mi piace andare a cercare fatti di cui nessuno parla. Non è semplice, blog e siti motoristici, per non parlare di canali Youtube, sono pieni di eventi di storia recente o lontana del motorsport e trovare qualcosa di cui pochi dibattono è insidioso. Eppure mi è venuta d'aiuto un'allusione trovata su Forum Autosports, in un topic di molti anni in cui erano menzionate polemiche vintage. C'era un argomento che nessuno o quasi si è filato, nel topic, mi ci sono caduti sopra gli occhi e ho pensato: questo è da approfondire. Ed eccoci qui, parlando per certi versi del GP di Gran Bretagna 1994 e di quel polemico giro di formazione che poi avrebbe portato (insieme alla gestione della cosa da parte di pilota e soprattutto team - ma non è su questo aspetto che voglio focalizzarmi) non pochi problemi per Michael Schumacher.
Ero seriamente convinta che non fosse mai accaduto niente di così platealmente analogo... e invece, tenetevi forte, perché una cosa simile era accaduta qualche gran premio prima ed era stata totalmente ignorata. Mi direte, a questo punto: due pesi, due misure, certamente quell'altra volta non era Schumacher che superava il pilota di casa a bordo di una Williams. E invece sì, siamo di fronte a un clamoroso caso di "un peso, due misure".


Era il 27 marzo, primo gran premio della stagione, a Interlagos, e Ayrton Senna si apprestava a partire dalla pole position. Prima, però, c'era il giro di formazione, nel corso del quale, appunto, Schumacher l'ha superato così alla cazzum, come testimoniato dallo screenshot soprastante, che ho screenshottato personalmente andando a verificare quanto avevo letto nel topic di cui sopra, dopo avere trovato il video del gran premio integrale su Dailymotion. Chissà, magari prima o poi me lo rivedrò, ma questo è un altro discorso.
La manovra è stata forse leggermente meno plateale e altisonante di quella vista poi in Gran Bretagna con Damon Hill, ma rimane un fatto inequivocabile: il sorpasso c'è stato, non vi è stata alcuna penalità e tutto è proseguito così come se niente fosse. Devo ammettere che questa disparità di visione non mi stupisce neanche più di tanto. È capitato in innumerevoli occasioni che ci fosse disparità di giudizio in situazioni molto simili e ci sta benissimo che in Brasile non ci sia stata alcuna penalità, mentre in Gran Bretagna sì, non sarebbe niente di diverso da quello che succede in molte occasioni, specie considerato che cinque secondi di stop and go, se scontati regolarmente, non avrebbero condizionato il risultato finale (quando Schumacher ha effettivamente scontato la penalità, da secondo che era ha continuato a ritrovarsi secondo) e non sarebbero rimasti nella memoria collettiva (così come probabilmente vi sarebbero rimasti molto meno se la stessa direzione gara non avesse avuto millemila sbalzi d'umore contraddicendosi su squalifica sì, squalifica no e quant'altro).
La cosa che mi stupisce maggiormente è che manca totalmente quella fase di mezzo. "È capitato un episodio controverso che non è stato penalizzato, ma ha focalizzato l'attenzione sul fatto che quanto accaduto non dovrebbe accadere." Senna si è lamentato di quanto accaduto in Brasile? No. La Williams ha presentato qualche genere di reclamo? Nemmeno. Gli addetti ai lavori hanno discusso dell'evento? No. Nemmeno a posteriori, dopo i fatti di Silverstone, qualcuno ha detto: era già successo a Interlagos.

A questo punto dovrei trovare una conclusione a questo articolo, ma il mio pensiero è che, a conti fatti, una conclusione non c'è se non che, quando ci presentano situazioni simili, il mio pensiero non è un complotto, ma proprio l'inesistenza stessa di complotti. Per dire, l'episodio del Brasile e quello della Gran Bretagna, se fossero complotti, andrebbero l'uno a favore e l'altro contro lo stesso pilota, il che non ha alcun senso logico.
Quando parlo di "inesistenza di complotti" non intendo dire che sia tutto lineare e senza intoppi, ma semplicemente che spesso e volentieri quelli che sembrano complotti sembrano essere più che altro frutto della volontà di... come si traduce "spice things up" in italiano? Perché il concetto che mi viene in mente è quello, un volere rendere a tutti i costi le cose meno prevedibili, che ha un effetto ben diverso da quello sperato.
A conti fatti o il non applicare penalità in Brasile o l'applicarla in Gran Bretagna è qualcosa che non si incastra, indipendentemente dal fatto che una penalità avrebbe potuto o meno cambiare l'esito della gara. Mi viene da chiedermi se il teatrino allestito dalla Benetton dipendesse dal fatto che nulla era successo in Brasile quindi pensassero di poterla scampare, ma penso che non sia comunque rilevante ai fini delle mie valutazioni, se dovessi commentare quest'ultimo aspetto (e, se proprio volete sapere come la penso, posso comprendere dal punto di vista "spirituale" il pilota che non si ferma, ma non la squadra che non espone un cartello con scritto "fermati subito, altrimenti dobbiamo scappare tutti in Messico").


mercoledì 27 marzo 2024

Il primo gran premio visto non si scorda mai... o almeno ci si prova!

Come si sceglie il primo gran premio visto nella propria esistenza? Voglio dire, è chiaro che non si sceglie a posteriori, ma come comportarsi se si è vista, almeno occasionalmente, la Formula 1 fin da quando si ha memoria? Quando si aveva un'età tale in cui non si riconoscevano circuiti e Paesi del mondo, in cui non si associava un gran premio a uno specifico giorno e in cui si memorizzava solo qualche immagine, senza poi ricordarsela, anni e anni dopo, inserita in un contesto?
È esattamente quello che è successo a me. I miei genitori e i miei parenti non è che siano/ fossero appassionati accaniti di Formula 1, da non vivere se si perdono/ perdevano una gara, però essenzialmente fin da quando ho memoria ricordo che, almeno quando non c'era niente da fare, specie quando si era a qualche pranzo domenicale la Formula 1 si guardava. Poi se si doveva fare altro a un certo orario, può anche essere che alle due e mezza non si stesse più vedendo la gara, però a quei tempi andavamo a pranzo dai miei nonni ogni domenica, quindi ricordo l'abitudine di vedere la Formula 1, così come in qualche occasione ricordo qualifiche guardate da mio padre al sabato se non era a lavorare, oppure scene di gare viste a casa.

Il mio primo ricordo in assoluto è una Benetton con livrea Camel e la sua ala anteriore. Doveva essere un servizio di un telegiornale, forse sportivo. Può essere che si commentassero dei test, ma non ne sono sicura. Non saprei dire se in quel servizio si menzionasse la forma non arrotondata dell'ala, oppure se stessero inquadrando una Benetton con l'ala rotta.
Quando ero agli albori di questo blog, inoltre, ho scritto vari post a proposito di una scena con una McLaren con livrea Marlboro, una Benetton con livrea Camel e una Ferrari a distanza ravvicinata, che ricordavo essere 1/2/3 dalla domanda che avevo fatto a mia madre mentre trasmettevano quelle immagini, guardando la TV in soggiorno dai nonni. Però non erano 1/2/3 e agli albori di questo blog ho ipotizzato che ci fosse un leader, probabilmente su Williams, ormai lontano anni luce dai piloti che lo inseguivano.
Dalla visione del GP d'Ungheria 1993 mi era sembrato di riconoscere qualcosa, ma un anno o due fa ho visto un extended highlight maturando la convinzione che non fosse quella gara. Inoltre ricordo un podio in cui chiesi ai miei genitori come mai i piloti lanciassero i cappelli giù dal podio. Ricordo qualcuno in tuta blu e Michael Schumacher in tuta gialla che sbevazzava champagne. Vari podi del 1993 potrebbero essere compatibili con simili immagini e addirittura vedendo il podio del GP di Spagna ho avuto un senso di déja-vu.
Tuttavia chi vuole vedere un ufo a tutti i costi, può arrivare a scambiare la luna piena per un ufo. Quindi va bene, ho ricordi vividi di Ayrton Senna in McLaren, così come della Benetton con la livrea che aveva fino al 1993, ma avevo cinque anni, forse neanche compiuti, non sapevo nemmeno dell'esistenza dell'Ungheria e chissà, magari neanche che esistesse la Spagna, quindi se dovessi metterci la mano sul fuoco e dire che quei gran premi li ho guardati non lo farei. In sintesi, ho deciso che nessuno di questi può avere per me lo status di "primo gran premio".

Per arrivare a un ricordo chiaro, dobbiamo spostarci al mio ultimo anno di scuola materna. Quando le bambine con cui giocavo andavano a casa, poi tendenzialmente stavo da sola magari a inventarmi storie mentali (c'erano già le basi per quella che sarei diventata in futuro) oppure andavo a chiacchierare con le insegnanti. Per qualche astruso motivo, mi misi a raccontare del gran premio visto il giorno precedente a casa dai nonni - dove spesso andavo anche a cena la domenica sera - e quando arrivò mia nonna a prendermi, dovetti lasciare la narrazione in sospeso.
La maestra, che per questioni professionali non poteva dirmi che non le fregava minimamente di quello che le avevo narrato e che neanche sapeva chi fosse la gente di cui stavo parlando, mi chiese: "ma allora chi ha vinto, Senna?" Io le risposi che aveva vinto Schumacher, e lei esclamò: "Ah". Questo monosillabo probabilmente significava "non ho la più pallida idea di chi sia", ma ai tempi non me ne rendevo conto. Chissà, forse pensavo che tutti, nessuno escluso, guardassero i gran premi. Immaginavo proprio un mondo meraviglioso, quando ero bambina.
Perché Senna presunto vincitore? Perché era stato impegnato appunto per un duello per la vittoria. E perché Schumacher? Semplice, perché il duello era stato tra loro due ed era finito con Senna che finiva in testacoda e si ritirava.

Ho iniziato a scandagliare la storia della Formula 1 degli anni '90, nel corso dei mid-2000s, alla ricerca di una simile gara, che non sapevo collocare e che tendevo a pensare di avere visto dopo un pranzo e non prima o dopo una cena (non saprei se prima o dopo, obiettivamente, perché a casa dai nonni d'inverno penso si cenasse non più tardi delle 18.30). Volevo identificare questa gara, anche se ricordavo solo il vincitore e il testacoda di Senna.
Tuttavia, a logica, doveva essere molto semplice: c'era Schumacher che vinceva una gara e Senna era ancora vivo. In sintesi, c'erano soltanto quattro gran premi in cui ciò poteva essere accaduto e infine sono riuscita a identificare il GP del Brasile 1994. Perché ne parlo oggi? Perché era il 27 marzo... e sono passati esattamente trent'anni.
Questa è per me la mia "prima gara", anche se sono sicura di averne viste altre prima. Però certi ricordi sono davvero troppo lontani nel tempo e di difficile identificazione, se non impossibile. Già di Interlagos 1994 ricordo dai tempi solo del duello tra Schumacher e Senna e il ritiro di questo, senza avere ricordi dell'epoca di quel famoso incidente in cui Eddie Irvine di fatto lanciò Jos Verstappen in testa a Martin Brundle mentre si apprestavano a doppiare Eric Bernard(?).



domenica 7 gennaio 2024

Rubens Barrichello a capo della nazionale di bocce in Brasile, ma siccome questo non è un titolo clickbait trovo giusto specificare che si parla dell'omonimo nonno del pilota

Un cordiale saluto a tutti e ricordatevi sempre che Rubens Barrichello detto Rubinho per distinguersi dal padre Rubens detto Rubão e dal nonno Rubens che rimane Rubens e basta (di cui occasionalmente compare qualche sua foto sul profilo instagram di Rubão) è cresciuto accanto al circuito di Interlagos nella villetta dei nonni paterni situata dietro all'Arquibancadas. Il piccolo Rubinho, nato il 23 maggio, giorno del ventiduesimo compleanno di papà Rubão, ha anche una sorella, Renata, nata il 4 gennaio, che curiosamente è anche il compleanno della mamma Idely. Vista la somiglianza con il padre, in giovane età ha gareggiato da qualche parte sostituendosi a lui, con la licenza del padre.
Prima che ciò accadesse, si arrampicava sui muretti del circuito in compagnia di Alex Barros, divenuto un grande campione di motociclismo, ovviamente in un universo in cui anche Rubinho è un grande campione - e se questo universo non vi sta bene, potete anche cliccare la X in cima alla pagina, per quanto mi riguarda!

I gossip sulla Barrichello-family non sono mai mancati nel corso delle telecronache Rai, al punto tale che, tra un accenno e l'altro alle case popolari del Progetto Cingapura (ho scoperto ieri che si scrive così e solo in questo momento che non è stato finanziato da Singapore, come avevo capito forse male io in passato, quanto piuttosto ispirato alle politiche abitative di Singapore, in cui una parte consistente della popolazione vive in case popolari), in telecronaca siamo sempre stati illuminati in tal senso.
Nel 2010 o 2011, addirittura, dopo che il Sommo aveva raccontato la storia di Barrichello per l'ennesima volta, siamo stati anche deliziati da un fuorionda dell'ingegner Bruno che esclamava: "grande, Mazzoni!"
Ciò che è sfuggito, tuttavia, e che non mi stanco mai di ripetere, è che i nonni paterni residenti accanto al circuito sono Rubens e Caselda. Izaura era il nome della nonna materna, che è venuta a mancare alcuni anni fa - le sue previsioni scrutando il cielo non le faceva dall'Arquibancadas, a quanto pare.

Resta tuttavia un gossippone di un certo livello ignorato dalle telecronache, di cui parlavo ieri sera su Twitter (Txitter?) con @TaroYamada80, un tifoso di Jean Alesi con cui occasionalmente mi capita di commentare la Formula 1 attuale e passata: nonno Rubens è stato l'allenatore della nazionale brasiliana di bocce/ presidente della confederazione brasiliana di bocce (a seconda delle fonti), come è rimasta traccia sugli archivi storici di qualche giornale:


Questi due articoli sono usciti vent'anni fa, rispettivamente il 5 e l'8 gennaio 2004, anche se la data dell'ultimo è venuta tagliata nello screenshot, da notare come nei tre giorni intercorsi tra un articolo e l'altro nonno Rubens sia passato dal comparire solo nel corpo dell'articolo ad apparire anche nel titolo.
Ci terrei comunque a far notare che nel 2004 i titoli erano meno altisonanti che al giorno d'oggi, ci scommetto che se fosse successo ai giorni nostri il titolo sarebbe stato qualcosa tipo "Sensazionale, Rubens Barrichello allenatore di bocce", senza specificare nel titolo che si trattava del nonno.

lunedì 6 novembre 2023

Formula 1 2023: #20 Gran Premio del Brasile // il commento del lunedì

Carissime rane nascoste nel taschino della tuta dei piloti dell'Aston Martin, sono i primi di novembre, il mondiale un tempo sarebbe già stato finito da un pezzo in questo periodo dell'anno, ma c'è un mondiale ancora in corso e il dovere di un'Autrice(C) che si rispetti è commentarlo. Quindi allacciatevi le cinture che vi porto a fare un tour del GP del Brasile, che in realtà si chiama da alcuni anni GP di Sao Paulo, ma a noi non importa nulla e continuamo a chiamarlo GP del Brasile. Come d'abitudine, il commento sarà così strutturato: la cronaca che ho scritto per il forum Formula 1 Grand Chelem, poi il commento semi-serio, dove finirò per sbizzarrirmi parlando dei vecchi tempi in cui Mark Webber faceva a ruotate con Sebastian Vettel, ma andava d'accordissimo con un certo loro comune avversario che, diversamente da loro che hanno lasciato questo mondo, l'aveva lasciato per poi ritornare qualche anno fa dal regno dei morti.
So che è un po' macabro esordire così, ma in fondo è stato di recente il 2 novembre, che peraltro è stato anche anniversario del GP del Brasile 2008, quello in cui Felipe Massa sfiorò un mondiale che adesso reclama. Per questa ragione si diceva che non sarebbe stato presente a Interlagos, anche se poi pare abbia cambiato idea dato che era presente. Sempre ammesso che abbia espresso in prima persona l'intenzione di non recarsi a Interlagos e che non fosse un rumour infondato, cosa non improbabile visto l'andazzo degli ultimi giorni.

CRONACA PER IL FORUM - A Interlagos si svolge il ventesimo evento della stagione, l'ultimo con gara sprint al sabato, a precedere quella principale della domenica.
Al venerdì si svolge una sessione di prove libere nelle quali Carlos Sainz ottiene il miglior tempo, precedendo il compagno di squadra: i due piloti Ferrari sono stati tra i pochi a girare sulle soft e infatti le Rosse non sembrano affatto essere le favorite per la qualifica.
Al venerdì si svolge la qualifica per la gara della domenica, rimandata di un quarto d'ora per ripulire la pista dai detriti e poi terminata anzitempo quando viene esposta bandiera rossa nella Q3 a causa delle condizioni meteo avverse. Max Verstappen e Charles Leclerc, nelle prime due posizioni, riescono a fare tempi degni di nota prima che si alzi un vento ingestibile e le fitte nubi provochino un buio quasi serale, con una tribuna praticamente scoperchiata. Dietro di loro, terza e quarta, le Aston Martin di Lance Stroll e Fernando Alonso.
Quest'ultimo, invece, è protagonista di un incidente con Ocon nella prima manche delle qualifiche sprint: Fernando procede lento, Esteban lo colpisce e finisce rovinosamente fuori pista e contro le barriere. La qualifica del sabato termina con la pole-non pole di Lando Norris, che precede Verstappen.

SPRINT (24 giri) - Griglia di partenza: Norris, Verstappen, Perez, Russell, Hamilton, Tsunoda, Leclerc, Ricciardo, Sainz, Piastri, Magnussen, Hulkenberg, Gasly, Bottas, Alonso, Ocon, Stroll, Zhou, Albon, Sargeant. Quasi tutti partono con soft usate, mentre le Alpha Tauri hanno a disposizione un set di soft nuove non avendo disputato Q2 e Q3 del venerdì.
Verstappen supera Norris già alla partenza, con il pilota McLaren che si vede superare anche da George Russell. In questa prima fase Lewis Hamilton supera Checo Perez e si porta in quarta posizione, ma il pilota Redbull si riprende dopo pochi giri la posizione, così come Norris nei confronti di Russell, lasciandolo a duellare con Perez - tra i due sarà Checo a portarsi terzo, staccando Russell, mentre solo Norris, seppure a qualche secondo di distacco, sembra tenere il passo di Verstappen.
Dietro vanno in scena numerose battaglie, con un ottimo Daniel Ricciardo che, dopo sorpassi e contrappassi con Sainz, deve accodarsi definitivamente e vedersela con Oscar Piastri, un po' deludente nelle fasi di partenza.
Yuki Tsunoda è frattanto un ottimo settimo alle spalle di Leclerc, con i due che, a seguito di un rallentamento di Hamilton nelle fasi finali, riusciranno entrambi a superarlo, con Lewis che manterrà di pochi decimi la settima piazza su Sainz e Ricciardo, con Daniel uscito vincente da un duello con Piastri, che prima l'aveva superato.
Si segnalano dei bei duelli fuori dalla top ten, con sorpassi vari tra le Aston Martin e le Alpine: sono le monoposto verdi a uscirne vincenti, ma non sarà abbastanza per la zona punti, che è limitata in gara sprint ai soli primi otto. Non paga la scelta delle medium per cui hanno optato in casa Haas, con i piloti che, dopo la buona qualifica, perdono nella gara sprint diverse posizioni.
Risultato: Verstappen, Norris, Perez, Russell, Leclerc, Tsunoda, Hamilton, Sainz, Ricciardo, Piastri, Alonso, Stroll, Gasly, Ocon, Albon, Magnussen, Zhou, Hulkenberg, Bottas, Sargeant.

GARA (71 giri) - Griglia di partenza, già corretta per le penalità di due posizioni causa impeeding ricevute da Russell ed entrambi i piloti Alpine: Verstappen, Leclerc, Stroll, Alonso, Hamilton, Norris, Sainz, Russell, Perez, Piastri, Hulkenberg, Magnussen, Albon, Ocon, Gasly, Tsunoda, Ricciardo, Bottas, Sargeant, Zhou. Leclerc perde il posteriore della monoposto nel giro di formazione e finisce a sbattere contro al muro. Solo diciannove vetture vanno in griglia.
Alla partenza Verstappen mantiene la prima posizione mentre Norris e Hamilton riescono a sopravanzare le due Aston Martin. Dietro, tuttavia, è il caos con Alex Albon a contatto con Nico Hulkenberg, che perde il controllo e colpisce Kevin Magnussen, prima di andare a schiantarsi contro le barriere. Sia Albon sia Magnussen sono fuori gara, entra la safety car con le vetture che passano per la pitlane dietro la vettura di sicurezza. Dopo un giro, tuttavia, viene esposta bandiera rossa. Piastri e Ricciardo, il primo con problemi tecnici, il secondo colpito sulla vettura da una ruota, effettuano riparazioni ai box, dovranno ripartire dalla pitlane, doppiati di un giro. Dalla griglia ripartiranno con standing start nell'ordine Verstappen, Norris, Hamilton, Alonso, Stroll, Russell, Perez, Sainz, Ocon, Tsunoda, Gasly, Bottas, Zhou, Sargeant e Hulkenberg.

Verstappen mantiene di nuovo la leadership, con Norris secondo, mentre Alonso riesce a superare Hamilton portandosi terzo. Stroll invece è scivolato settimo dietro a Russell e Perez, segue Sainz inseguito da Gasly e Ocon.
Ripartito su soft nuove, mentre gran parte della griglia ha gomme usate, Norris in un primo momento è vicinissimo a Verstappen e tenta addirittura un attacco, ma poi perde terreno. Frattanto da Hamilton in poi c'è un lungo trenino con molti piloti in zona DRS, vicinanza che rende difficili i sorpassi. Tutto resta invariato fino al 14° quando c'è un duello tra Perez e Russell dal quale Perez esce vincente, per poi andare a prendere Hamilton quattro giri dopo e superarlo dopo un nuovo duello piuttosto acceso. Subito dopo Hamilton sarà il primo dei piloti di testa a rientrare per passare alle gomme medium, seguito un giro dopo da Russell e due dopo da Perez, in quale subirà undercut dallo stesso Hamilton, per poi riuscire a superarlo nuovamente poco dopo, al 23°. Nel frattempo Zhou si ritira ai box per un guasto.
Stroll riesce a superare Russell e successivamente farà lo stesso anche con Hamilton, Alonso si ferma e resta davanti a Perez, Sainz si ferma e si ritrova nono alle spalle di Ocon, superandolo poco dopo, con Verstappen e Norris gli ultimi a fermarsi ai box. Gasly frattanto è scivolato fuori top-ten alle spalle del compagno di squadra, di Bottas e di Sargeant che si sono fermati tutti molto prima di lui - questi sono tuttavia su una strategia a tre soste, o almeno così dovrebbe essere, perché Valtteri al 40° giro si ritirerà ai box come il compagno di squadra in precedenza.
Intorno a metà gara Sainz riesce a superare Russell, per poi sopravanzare qualche giro dopo anche Hamilton. Al 46°, dopo il sorpasso di Gasly, Russell si ferma ai box per la seconda sosta, montando soft usate. Seguono nei giri immediatamente successivi le soste di Perez, Hamilton, Gasly e Alonso, con Fernando a montare soft nuove e con Pierre che va a prendersi la Mercedes là davanti, superando Hamilton al 50° giro. Quando è il turno di Sainz e Stroll, le posizioni tra i due rimangono invariate, con Lance che perde tuttavia un paio di secondi per una sosta lunga.
Al 59° giro Russell si ritira ai box per un problema tecnico e poco dopo Norris effettua la seconda sosta, con alcuni giri di ritardo rispetto a Verstappen. Nel frattempo Perez è giunto in zona DRS ad Alonso, ma l'attacco non va a buon fine. Sarà al penultimo giro che Checo coglie di sorpresa il pilota dell'Aston Martin con un gran sorpasso... per poi essere sopravanzato un giro più tardi. Tra i due, un finale al photofinish quando Perez torna a farsi vicino ad Alonso: arrivano al traguardo affiancati ed è Fernando, pee appena 53 millesimi, a conquistare il gradino più basso del podio. // Milly Sunshine per F1GC

RISULTATO: 1. Max Verstappen (Redbull), 2. Lando Norris (McLaren), 3. Fernando Alonso (Aston Martin), 4. Sergio Perez (Redbull), 5. Lance Stroll (Aston Martin), 6. Carlos Sainz (Ferrari), 7. Pierre Gasly (Alpine), 8. Lewis Hamilton (Mercedes), 9. Yuki Tsunoda (Alpha Tauri), 10. Esteban Ocon (Alpine), 11. Logan Sargeant (Williams), 12. Nico Hulkenberg (Haas), 13. Daniel Ricciardo (Alpha Tauri), 14. Oscar Piastri (McLaren), Rit. George Russell (Mercedes), Rit. Valtteri Bottas (Alfa Romeo), Rit. Zhou Guanyu (Alfa Romeo), Rit. Kevin Magnussen (Haas), Rit. Alex Albon (Williams), DNS. Charles Leclerc (Ferrari).

COMMENTO SEMI-SERIO DEL LUNEDÌ - era da un po' che non scrivevo commenti trash, quindi ho pensato, perché non farlo oggi? Quindi eccomi pronta a ricostruire il fine settimana con un dialogo immaginario... ne sentivate la mancanza, vero?
CL: "La gara non è ancora partita e sono già fermo, se fossi acculturato sul passato del motorsport, mi sentirei come Jarier."
Voce fuori campo: "Veramente ci sarebbe anche la sprint di sabato."
CL: "Ah, quella in cui ho risparmiato un set di soft, che adesso mi porterò a casa come soprammobile."
AA: "Credo che farò strike con le Haas."
KM: "Credo di essere fermo in una situazione da bandiera rossa, perché le Haas e le bandiere rosse vanno di pari passo."
MV: "Io comunque sarei in testa alla gara."
LN: "Sì, ma questa è routine e non importa a nessuno. Sarebbe interessante se ti trollassi."
Vanz: "in classifica costruttori, con le Hamilton e Russell davanti a Sainz, Mercedes allunga di dieci punti sulla Ferrari."
Voce fuori campo: "Visto quello che accadrà nei prossimi venti minuti, oserei dire che hai avuto un momento molto mazzoniano. Peccato che tu non ci abbia raccontato delle case popolari del Progetto Singapura che sorgono laddove un tempo c'era una favela. E non hai neanche menzionato la casa dei nonni paterni di Barrichello dietro l'Arquibancadas, ai tempi in cui il piccolo Rubens si arrampicava sui muretti del circuito in compagnia di Alex Barros."
LS: "Cra, cra, cra."
FA: "Prova a prendermi, Checo!"
SP: "Sono qui!"
FA: "Ma io ce l'ho più enormehhhh. E dato che ci sarà il mio amico Webbi alle interviste post-gara, andrò assolutamente sul podio!"
Il weekend è finito così, con i Webbonso a tu per tu e i driverstosurvivers che non avevano sicuramente idea della poesia di un simile momento!


mercoledì 1 novembre 2023

Caro Felipe...

...quindici anni fa era un sabato sera di novembre, quei tempi in cui la Formula 1 era una noiahhhh mortalehhhh e non c'erano più i very uominy, ma che sarebbe stata glorificata quindici anni più tardi da quelli che all'epoca la criticavano. Tra una sessione e l'altra delle qualifiche giravano sulla Rai spot pubblicitari di un film che doveva uscire a breve, con una ragazza inespressiva e un vampiro fescion luminescente. Era un sabato sera e l'atmosfera era così intensa a Interlagos, quando ottenevi il miglior tempo nell'ultima sessione e tutto lasciava pensare a un destino già scritto: la vittoria della gara, nel giorno in cui un altro avrebbe vinto il mondiale.
Era un sabato sera di novembre e speravo accadesse qualcosa, perché tu eri il pilota che qualche anno prima aveva chissà come stregato il mio cuore di ragazzina. Non importava se avevo già vent'anni, non importava se c'era stato un tempo in cui venivi snobbato da tutti gli altri. Quel giorno ti esaltavano, poi pronti a voltarti le spalle solo qualche tempo più tardi, infine a rivalutarti quando faceva comodo farlo.

Il giorno dopo, qualcosa sarebbe accaduto, quando ormai non ci credevo più, quando sembrava tutto perduto. Era una domenica sera da trattenere il fiato, quel 2 novembre 2008, con le nuvole grigie che si affacciavano nel cielo sopra al circuito, per un ultimo quarto d'ora di follia.
Di colpo tutto si ribaltava e quel destino già scritto non era più scritto, poteva succedere qualsiasi cosa, come se tante schegge impazzite cercassero ciascuna di stravolgere la situazione a proprio piacimento.
Poi eccola, la bandiera a scacchi, che di solito viene vista come la fine di tutto, ma che quel giorno era solo l'inizio. Trentotto secondi con il fiato sospeso, trentotto secondi di attesa infinita, per scoprire se potevi ribaltare il tuo destino o se la storia che ti sembrava cucita addosso si sarebbe concretizzata, proprio come sembrava fino a poco prima.
Alla fine, ecco ogni scheggia tornare al proprio posto, ecco la vittoria, mentre il sogno del campionato sfumava in modo inesorabile. Era quella, la fine di un mondiale già di per sé pieno di colpi di scena.

Quella di quel 2 novembre sarebbe stata la tua ultima vittoria - e sarebbe stato folle pensarlo quella sera, quando per un attimo eri sembrato salire sul tetto del mondo. Ma un attimo è rapido e subito dopo era già il passato.
Se vinci sei un eroe, se perdi sei un problema, chi ti amava finisce a poco a poco per disprezzarti e pensare sia stato tu l'unica causa del risultato finale. Chi ti amava e continua ad amarti è a sua volta qualcuno da ridicolizzare, ma non mi è mai importato, quando portavo la tua foto come avatar è continuavi a rappresentare qualcosa per me.
Non era la tuta che indossavi a colpirmi, non lo era mai stata, ma c'era qualcosa in te che mi faceva sentire un attaccamento nei tuoi confronti che difficilmente avrei provato per altri piloti.
Ho atteso per anni e anni di rivederti un giorno tagliare il traguardo davanti a tutti, per un'ultima volta. Quel giorno non sarebbe mai arrivato, ma sarei stata dalla tua parte fino all'ultimo, ti avrei guardato vivere quelli che, sarebbero stati paradossalmente forse i tuoi giorni migliori.
Perché era questo che amavo di te: la tua capacità di reinventarti, di dimostrare a tutti che non eri come ti descrivevano quelli che ti deridevano e che semplicemente dovevi essere messo al posto giusto nel momento giusto.
Perché a me non importava se non avevi vinto il mondiale. Non sarebbe stato uno scandalo, se l'avessi vinto, ma nemmeno era uno scandalo - anzi, non lo era per niente - il fatto che non fosse successo.
E mi dispiace dirtelo, non è ancora uno scandalo, per niente. I titoli si vincono sul campo, indipendentemente da quello che fanno gli altri.

domenica 12 marzo 2023

Australia, Brasile e San Marino 2000: il trittico di Michael Schumacher a inizio stagione

Carissimi motori Mercedes che vanno in fumo sulle McLaren, vi auguro una buona domenica e vi segnalo che anche ventitré anni fa, nel lontano 2000, il 12 marzo cadeva di domenica ed era il giorno in cui si gareggiava in Australia. L'Albert Park era il circuito che apriva la stagione e venivamo da due mondiali vinti da Mika Hakkinen che, ancora una volta, scattava dalla pole affiancato dal compagno di squadra David Coulthard. Fin dalla partenza dietro alle due vetture grigio-nere si sono messe in fila le Ferrari e le Jordan alternate: Michael Schumacher, Heinz-Harald Frentzen, Rubens Barrichello e Jarno Trulli. Dietro di loro una sagoma bianca, la B.A.R. di Jacques Villeneuve. Ventidue vetture erano presenti al via, ma sono diminuite in tempi molto brevi, fuori sia le Jaguar sia le Arrows. Johnny Herbert si è ritirato per un guasto, Eddie Irvine alla prima in verde nel tentativo di evitare Pedro De La Rosa finito a muro per la rottura di una sospensione, incidente che ha provocato l'ingresso della safety car. Anche Jos Verstappen, sull'altra vettura sponsorozzata Orange, ha sbattuto per un problema a una sospensione, ha raggiunto i box ma è stato comunque costretto al ritiro.
I ritiri più altisonanti, tuttavia, dovevano ancora venire e prima che Coulthard poi Hakkinen sono stati costretti a fermarsi da guasti al motore. A quel punto la strada per la Ferrari era abbastanza spianata e gli Schumachello hanno finito per fare doppietta alla loro prima uscita da compagni di squadra. I piloti della Jordan invece sono stati costretti al ritiro, come tanti altri in corso d'opera. Rubinho era su due soste invece che una, ma ha conservato agevolmente la seconda piazza.
Sul gradino più basso del podio ha chiuso Ralf Schumacher sull'unica Williams giunta al traguardo - il debuttante Jenson Button fermato da un guasto al motore. Villeneuve frattanto teneva dietro un trenino di vetture, composto dalla Benetton di Giancarlo Fisichella, dalla Sauber di Mika Salo, dall'altra B.A.R. di Ricardo Zonta e dall'altra Benetton di Alez Wurz. Dopo la squalifica di Salo per irregolarità tecniche, Zonta è risalito sesto e la B.A.R. ha messo due vetture a punti.

Le cose frattanto per la Sauber erano solo destinate ad andare peggio: sia Salo sia il compagno di squadra Pedro Diniz non avrebbero disputato la gara di lì a due settimane più tardi in Brasile, per ragioni di sicurezza a seguito di un cedimento avvenuto sulla vettura di Salo. A proposito di sicurezza, a Interlagos in varie occasioni pannelli pubblicitari si sono staccati durante le qualifiche, in una delle occasioni venendo evitati per un soffio da Jean Alesi, all'epoca pilota della Prost.
I due piloti McLaren erano ancora in prima fila, ma Schumacher si è messo tra di loro alla partenza, McLaren/ Ferrari/ McLaren/ Ferrari, almeno finché Schumacher e Barrichello, in tempi brevi, non hanno superato ciascuno la McLaren che aveva davanti. Rubinho ha anche strappato in seguito la seconda piazza a Hakkinen, venendo tuttavia costretti entrambi al ritiro in corso d'opera. A quel punto M.Schumacher e Coulthard erano i candidati più probabili per la vittoria e per il secondo posto. Dopo una gara con vari ritirati per guasti vari - e il solo Irvine per incidente - Schumacher ha preceduto Coulthard sul traguardo ed è andato a ritirare il trofeo del vincitore consegnato sul podio da Pelé.
La successiva squalifica di Coulthard per irregolarità tecniche (di cui ricordo avere appreso a suo tempo al lunedì mattina davanti all'entrata della scuola da una certa Gessica con la G della 1^B, che poi si è trasferita in corso d'opera cambiando scuola prima della fine dell'anno scolastico) ha consacrato Fisichella come secondo classificato e fatto risalire tutti gli altri piloti giunti al traguardo in classifica. Le Jordan di Frentzen e Trulli e le Williams di R.Schumacher e Button hanno completato la zona punti. Jenson, uscito vincente da un duello per quello che sembrava il settimo posto con JVes, ha portato a casa un punto, diventando per i tempi il più giovane pilota a punti in Formula 1. Nel frattempo, a proposito di punti, la McLaren si ritrovava ancora a secco, non il migliore degli inizi per la scuderia di Woking, che non poteva fare altro che sperare in una svolta positiva con il ritorno in Europa.

Il 9 aprile si è svolto il GP di San Marino, con McLaren e Ferrari alternate sulla griglia di partenza: Hakkinen, Schumacher, Coulthard, Barrichello. Rubinho si è procacciato la terza piazza, mentre davanti è rimasto del tutto inalterato, con Hakkinen in testa con qualche secondo di vantaggio. In entrambi i casi la situazione si è decisa con il secondo rifornimento: Barrichello e Coulthard sono rientrati nello stesso giro, la sosta per il pilota McLaren è stata più breve ed eccolo uscire terzo davanti al ferrarista.
Il caso Hakkinen vs Schumacher è stato un po' diverso, con Michael che ha proseguito un giro o due in più dell'avversario, riuscendo a passare davanti di overcut. In tale maniera è andato a vincere per la terza volta consecutiva nelle prime tre gare stagionali, mentre con il duo Hakkinen/ Coulthard la McLaren ha quantomeno potuto consolarsi con un doppio podio, un risultato non certo scontato visto l'andazzo nei due gran premi precedenti. Barrichello, invece, ha dovuto accontentarsi del quarto posto.
Nonostante quanto sostengano i suoi detrattori, troppo focalizzati sul fatto che passare alla B.A.R. non sia stata un'idea saggia da non vedere minimamente che certi risultati erano decisamente altisonanti quantomeno nel confronto con Zonta, Villeneuve ha sfoderato un'altra buona performance, trascorrendo tutta la gara al quinto posto e chiudendola appunto in quella posizione.
Tra i papabili per il sesto posto Trulli e Ralf Schumacher, entrambi però costretti al ritiro esattamente come i loro compagni di squadra nelle prime fasi, a portare a casa il punto finale è stato Salo. La gara non ha avuto un numero di ritirati elevato tanto quanto quelle precedenti e si segnalano due incidenti, uno con protagonista Marc Gené su Minardi nella prima fase, uno a gara inoltrata con la Arrows di De La Rosa contro le barriere.

mercoledì 8 marzo 2023

25 anni dopo: 1998 (AUS/ BRA/ ARG/ SMR), l'ascesa di Mika Hakkinen

Carissimi lettori, mi sembra giunto il momento di partire per un lungo viaggio nel 1998, un mondiale che a primo impatto avrebbe potuto sembrare uno di quelli assegnati già a luglio, ma che nella realtà dei fatti 1) a posteriori non ci rendiamo conto che il pilota che poi ha vinto, al momento di iniziare la stagione aveva all'attivo una sola vittoria, 2) si è rivelato meno prevedibile di quanto poteva sembrare inizialmente. Quel mondiale iniziava nel weekend dell'8 marzo, esattamente 25 anni fa.
Sarà un viaggio piuttosto lungo e per oggi abbiamo in programma la prima tappa di questa carrellata di 1998. Direi che per prima cosa è opportuno rievocare i fatti che hanno messo fine alla stagione precedente: Jacques Villeneuve vs Michael Schumacher, devo davvero aggiungere altro? Forse che tra i due sembra non esserci mai stato un chiarimento per i fatti di Jerez de la Frontera. Si prospetta quindi una stagione scoppiettante.
O meglio, lo sarebbe se la McLaren non avesse tirato fuori la vettura più competitiva del lotto, con Mika Hakkinen e David Coulthard pronti a svettare su tutto e su tutti iniziando con un 1/2 in griglia. Schumacher è relegato a inseguire il terzo gradino del podio, mentre Villeneuve guida una Williams non più motorizzata Renault ma Mecachrome, che non ha più livrea Rothmans ma Winfield. Dal bianco-blu è passata al rosso caotico, il che non sarebbe neanche tanto grave, il punto è che il nuovo sponsor inizia per Win- e questo tendenzialmente non è di grande auspicio.

L'1/2 in griglia degli Hakoulthard non è prerogativa del GP d'Australia, ma si ripete anche in Brasile, con le Ferrari, le Williams e altri aspiranti comprimari nelle file immediatamente successive. In entrambe le occasioni per gli avversari della scuderia di Woking sembra esserci ben poco da fare, con la McLaren destinata a una facile doppietta, Hakkinen destinato a una facile vittoria e Coulthard a inseguirlo da vicino senza metterlo in difficoltà.
La realtà dei fatti non è così semplice, in McLaren tra gli Hakoulthard e Ron Dennis vige un accordo in base alla quale i piloti non devono lottare tra di loro in gara. Tuttavia chi ha il migliore spunto in partenza e si trova davanti all'altro, ha il diritto a mantenere la posizione senza essere attaccato, chiunque esso sia tra i due. In questo contesto si inserisce l'evento anomalo dell'Albert Park, l'ordine di scuderia destinato a ristabilire il presunto ordine naturale delle cose.
Tutto a posto al via, Hakkinen prende la testa della gara, Coulthard gli rimane dietro senza mai infastidirlo, mentre gli altri piloti non possono fare nulla per infastidirli, quei pochi piloti che rimangono in pista nonostante l'elevato attrition rate. Si inizia dalle Stewart, fuori entrambe al primo giro: Rubens Barrichello per un guasto, Jan Magnussen colto in un incidente con la Jordan di Ralf Schumacher e la Arrows di Toranosuke Takagi. Tra i big, tuttavia, esce di scena solo Michael Schumacher, nelle prime fasi e dal terzo posto, per un guasto al motore, lasciando la terza piazza al vecchio rivale Villeneuve.
La Williams fa podio con Heinz-Harald Frentzen uscito "vincente" dalla differenziazione delle strategie. Il campione in carica deve accontentarsi del quinto posto alle spalle della Ferrari di Eddie Irvine, mentre l'ultimo punto se lo aggiudica Johnny Herbert su Sauber. Sono tutti doppiati.

Cosa succede tra Hakkinen e Coulthard, vi chiederete. Tra di loro, di per sé, niente. Alla prima sosta tutto va bene, alla seconda Hakkinen rientra... e niente, non è il momento della seconda sosta. Percorre la pitlane e torna fuori, in seconda piazza adesso e abbondantemente alle spalle del compagno di scuderia. È rientrato perché l'hanno chiamato dai box, pare. Non è così, non gli hanno mai detto di rientrare.
Dopo la seconda sosta, quella vera, Coulthard è davanti a Hakkinen di svariati secondi e in casa McLaren sembra che le posizioni - quelle che dovevano essere consolidate fin dal via - siano state invertite da un errore del team. Da quel presupposto si decide per l'ordine di scuderia "anomalo": Coulthard rallenta e cede la leadership a Hakkinen.
La cosa non passa inosservata, ai tempi perfino gli organizzatori del GP d'Australia non sono soddisfatti dell'accaduto e la McLaren viene tacciata più o meno velatamente di avere manipolato il risultato della gara. Non accade nulla dal punto di vista del regolamento, quanto successo non è formalmente vietato, frattanto permane il mistero sulla chiamata fantasma.
Nel 2007 Ron Dennis affermerà che qualcuno da un altro team abbia intercettato la frequenza della radio della McLaren e ordinato a Hakkinen di rientrare, ma sussistono dubbi sulla credibilità di Ron Dennis nello specifico nel 2007. Forse non sapremo mai cosa sia accaduto e chi abbia ordinato a Hakkinen di rientrare. Resta tuttavia un dato di fatto che nel terribile schianto del 1995 il pilota finlandese abbia riportato danni permanenti all'udito, quindi una teoria esistente è che questo abbia innescato una mancata comprensione di ciò che gli veniva comunicato dai box.

In Brasile va tutto bene, gli Hakoulthard fanno doppietta senza controversie, con Coulthard che relegato in seconda posizione in qualifica e nelle prime battute altro non può fare che parare il fondoschiena a Hakkinen, dove "parare il fondoschiena" serve per abbellire la frase in quanto implica che qualcuno possa impensierire il duo McLaren.
Non è così: Frentzen è terzo a debita distanza davanti alle Ferrari e dopo il primo pitstop si ritrova dietro alle Ferrari. Le Benetton di Alex Wurz e Giancarlo Fisichella sono su una strategia a una sosta sola, in questo modo riescono a risalire. Hakkinen, Coulthard, Schumacher, Wurz, Frentzen, Fisichella, questa la zona punti, con Villeneuve relegato al settimo posto quindi a secco, così come Irvine ottavo.
Ancora una volta l'attrition rate è elevato, con Ralf Schumacher ad aprire le danze con un testacoda già alla partenza. Il suo compagno di squadra Damon Hill invece arriva in fondo, per poi essere squalificato a causa della vettura sottopeso. Oltre a Ralf, l'unico altro ritirato per incidente è Shinji Nakano: il pilota della Minardi finisce in testacoda dopo pochi giri. Per il resto è tutta questione di problemi al motore, al cambio o affini, eccetto Herbert che verso fine gara si ritira per indisposizione fisica dovuta a un infortunio riportato in una precedente sessione.

Il terzo gran premio della stagione si corre a Buenos Aires e vede Coulthard partire dalla pole position accanto a Michael Schumacher, dietro di loro i rispettivi compagni di squadra. Causa rischio pioggia, quasi tutti i team optano per una strategia prevista a una sola sosta, ma non la Ferrari.
Hakkinen supera Schumacher al via e si porta secondo, ma Michael ha la vettura più scarica e leggera e lo supera in breve tempo andando poi all'inseguimento di Coulthard. David, da parte sua, qualche giro più tardi commette una sbavatura e Schumacher si infila. Più o meno. I due si toccano, Coulthard finisce in testacoda, ma procedono entrambi, Schumacher in testa, Coulthard in bassa zona punti.
Il nuovo leader deve fermarsi due volte, Hakkinen sono una. Andando più leggero a carburante, comunque, riesce a girare più veloce di Hakkinen dopo la sosta del pilota McLaren e al momento del secondo pitstop gli esce davanti. Irvine frattanto è terzo, mentre dal cielo inizia a cadere qualche goccia. La gara, che ha già visto vari piloti (tra cui Ralf Schumacher, di nuovo incidentato) guidare in maniera caotica - Coulthard frattanto è stato protagonista di un incidente con Villeneuve che ha messo fine alla gara del canadese - vede molti di loro andare per prati e combinare casini.
Wurz supera Irvine approfittando di un problema tecnico sulla Ferrari, ma una successiva sbinnata mentre è nei pressi del doppiato Takagi gli fa perdere la terza piazza appena conquistata. Fisichella commette una sbavatura perdendo la sesta piazza a vantaggio di Coulthard che risale quindi alle spalle della Sauber di Jean Alesi. Schumacher mette le ruote sull'erba, ma ritrova la via dell'asfalto mantiene la leadership su Hakkinen, a sua volta vittima di un giro sullo sterrato.
Schumacher, Hakkinen, Irvine, Wurz, Alesi e Coulthard, sono questi i piloti che si aggiudicano la zona punti. Dopo due gran premi con dominio totale da parte della McLaren, adesso qualcosa sembra cambiato. Bisogna vedere cosa succederà di ritorno in Europa, dove si inizierà con il GP di San Marino.

A Imola, comunque, il sentore è che Buenos Aires sia stata una gara dal risultato anomalo: Coulthard ottiene la pole davanti a Hakkinen e i due iniziano a staccare i loro colleghi. Quando sulla vettura di Mika il cambio si rompe, è il solo David a proseguire, ma pur sempre di McLaren imprendibile si tratta. Michael Schumacher deve accontentarsi del secondo posto e anche ringraziare per il ritiro di Hakkinen.
Rallentato dalla Tyrrell del doppiato Ricardo Rosset, Villeneuve perde terreno quando avrebbe potuto giocarsi il terzo posto e non riesce a fare meglio che quarto, dietro a Irvine e davanti al compagno di squadra Frentzen. Alesi chiude ancora una volta sesto.
Hill viaggiava verso il settimo posto nella parte finale della gara, ma è costretto al ritiro per un guasto a pochi giri dalla fine, lasciando la posizione a Ralf Schumacherz stavolta in grado di evitare il caos. La gara, comunque, ha ancora una volta elevato attrition rate, momento più eclatante il ritiro simultaneo delle Benetton, Fisichella per incidente e Wurz per problemi al motore.
Per il momento ci fermiamo qui: Hakkinen 26, Coulthard 23, M.Schumacher 20, la classifica piloti è meno marcata di quanto potrebbe sembrare. Ce la farà Hakkinen ad allungare? O Schumacher a rimontare? E quale sarà il destino di Coulthard? Lo scopriremo nel prossimo appuntamento.

sabato 28 gennaio 2023

29.01.1973: la prima gara stagionale in Argentina

Buon fine settimana a tutti, oggi è sabato 28 gennaio 2023 e vi porto a fare un viaggio indietro nel tempo di esattamente cinquant'anni. Il 28 gennaio 1973 era domenica e si svolgeva il GP d'Argentina, quello inaugurale della stagione, di cui ho trovato una sintesi di due minuti con telecronaca inglese, quindi come al solito sono dovuta ricorrere anche a fonti scritte per potervelo raccontare. Dalla pole position partiva Clay Regazzoni sulla BRM ed essendo arrivato dalla Ferrari chissà, magari era considerato un traditorehhhh della patriahhhh e la sua pole è stata accolta con estremo disappunto. Precedeva la Lotus di Emerson Fittipaldi e la Ferrari di Jacky Ickx, ma al momento del via gli si è accodato François Cevert sulla Tyrrell. Regazzoni ha leaderato per quasi un terzo di gara, ma un problema di degrado gomme ha visto la sua performance crollare.

Cevert si è avvicinato e ha superato il pilota svizzero, mentre dietro di loro, dopo essersi liberato della Lotus di Ronnie Peterson, Jackie Stewart superava anche Fittipaldi. Tutti costoro hanno superato a loro volta Regazzoni che in seguito è anche scivolato fuori dalla zona punti, nella quale è risalito Ickx, che aveva perso posizioni già dalla partenza.
In seguito Clay pare essere rientrato ai box per un cambio gomme, uscendo nelle retrovie alle spalle della Ferrari di Arturo Merzario che aveva problemi di motore. Dopo averlo superato, è riuscito a risalire alcune posizioni.
Frattanto Fittipaldi seguiva da vicino Stewart e a gara inoltrata è riuscito a superarlo portandosi in seconda posizione. A quel punto si è lanciato all'inseguimento di Cevert ed è riuscito a prendersi la leadership a pochi giri dal termine, precedendo sul podio i due piloti della Tyrrell.


Dietro a Fittipaldi, Cevert e Stewart, Ickx si è classificato al quarto posto nel quale si trovava dopo il ritiro di Peterson, mentre hanno chiuso la zona punti anche Denny Hulme su McLaren e Wilson Fittipaldi su Brabham. Regazzoni è giunto settimo, davanti alla McLaren di Peter Revson, mentre nono e ultimo al traguardo si è classificato Merzario.
Dopo questo inizio in America Latina, il mondiale è proseguito in America Latina con il GP del Brasile, la prima edizione valida per il campionato di Formula 1 (nel 1972 si era svolto un gran premio non championship a Interlagos), di cui esiste un video in cui si vedono i primi giri e quello finale.
Dalla pole scattava Peterson, ma è stato Fittipaldi a portarsi in testa fin dal via. Vi sarebbe rimasto fino alla conclusione della gara andando a conquistare la vittoria, quindi ripetendosi.

Si segnala Carlos Pace, autore di qualche giro nelle zone alte (addirittura secondo al termine del primo giro) prima di essere costretto al ritiro a causa di un problema a una sospensione. Peterson, scivolato alle spalle di Stewart, frattanto, si era già ritirato dopo avere perso una ruota ed essere andato a sbattere a causa del cedimento.
Il duo Fittipaldi/ Stewart è rimasto 1/2 a debita distanza mentre Ickx era terzo quando è stato costretto a rientrare ai box a causa di una slow punxture uscendo fuori top-6. Grazie anche al ritiro dalla quarta piazza della BRM di Jean-Pierre Beltoise, è risalito quinto alle spalle di Hulme e Merzario, precedendo Regazzoni.
Le Iso Marlboro di Howden Ganley e Nanni Galli si sono classificate al settimo e nono posto, l'uno davanti a Niki Lauda su BRM, l'altro precedendo la Tyrrell di Cevert che aveva avuto problemi che l'avevano costretto a un pitstop verso metà gara.


martedì 17 gennaio 2023

GP Brasilia 1974: un non championship event che strizza l'occhio agli anni 2020

Sono ormai passati quarantanove anni dal 1974, ma andando a scavare in quella stagione ho trovato un gran premio, disputato a Brasilia e considerato non championship, che potrebbe incarnare perfettamente anche lo spirito della Formula 1 degli anni 2020 con in mezzo un po' di filosofia indo-coreana degli anni 2010. Si tratta infatti di un gran premio a cui hanno preso parte appena dodici monoposto, quindi meno squadre che dovrebbero ripartirsi gli eventuali introiti economici.
Purtroppo è avvenuto subito dopo il GP del Brasile, quindi ha limitato gli spostamenti al minimo invece di fare avanti e indietro da un continente all'altro, ma quantomeno rispecchiava altri importanti valori di oggi. L'evento, denominato "Gran Premio del Presidente Medici", infatti, in cambio di big money sponsorizzava un regime dittatoriale (in Brasile non c'erano ai tempi libere elezioni e i rappresentanti politici venivano messi al potere dall'esercito dopo un colpo di stato militare). Il successivo cambio di presidenza e disinteresse del successivo presidente per un gran premio a Brasilia, inoltre, ha fatto sì che il circuito nuovo di zecca cadesse subito in disuso come se fosse stato un Greater Noida qualsiasi.

Esistono brevissimi filmati della gara, con telecronaca brasiliana, quindi verosimilmente almeno a livello locale la gara ha avuto quantomeno un minimo di copertura mediatica, ma sembrano non esistere delle vere e proprie sintesi. La gara, tuttavia, stando alle fonti scritte, sembra non essere stata caratterizzata da grandi colpi di scena, quindi niente duellihhhh e sorpassihhhh e niente Ferrari, dato che le Rosse non hanno disputato l'evento per concentrarsi sui gran premi che contavano per la stagione, stessa scelta fatta anche da altri tra cui la Lotus, mentre qualche team ha portato una sola monoposto.
La pole position è andata a Carlos Reutemann su Brabham, affiancato da Emerson Fittipaldi su McLaren, in una griglia di solo sei file, con James Hunt al volante di una March del team Hesketh in ultima posizione dopo un problema al cambio. In gara è stato anche il primo dei ritirati dopo appena un giro e le vetture da dodici che erano si sono ritrovate a essere appena undici. Reutemann, frattanto, era in testa alla gara davanti all'idolo locale Fittipaldi e vi è rimasto per un quarto di gara.

Il ritiro di Reutemann per un problema tecnico ha spianato la strada a Fittipaldi, che ha trascorso in testa il resto della gara. Dopo un duello con la Iso Marlboro di Arturo Merzario, Jody Scheckter si è portato secondo a bordo dell'unica Tyrrell presente all'evento, ma anche a causa di problemi di gomme non ha potuto fare altro che accontentarsi della seconda piazza, mentre Merzario ha chiuso sul gradino più basso del podio.
Nove vetture hanno visto la bandiera a scacchi e a completare quella che sarebbe stata la zona punti in un gran premio ufficiale, Jochen Mass sulla Surtees ha preceduto Wilson Fittipaldi su Brabham e Howden Ganley su March, mentre il compagno di squadra di quest'ultimo, Hans Joachim Stuck è stato costretto al ritiro.
Settimo e ottavo si sono classificate le BRM di Henri Pescarolo e Jean-Pierre Beltoise, mentre Carlos Pace, su Surtees, ha terminato senza completare il 90% di percorrenza a causa di problemi tecnici che l'hanno portato a fermarsi più di una volta ai box.

Il circuito di Brasilia, considerato all'avanguardia per i tempi, è stato utilizzato solo per eventi locali per molti anni. Successivamente è stato denominato "Autodromo Nelson Piquet" in quanto l'ex pilota di Brabham e Williams (non solo Brabham e Williams, in realtà) è stato gestore del circuito dopo la sua privatizzazione intorno a metà degli anni '90, in quel periodo il circuito è stato "ristrutturato", ha ospitato gare di campionati locali e sembra anche essere stato in lizza per un suo ingresso nel mondiale di Formula 1, a discapito di Interlagos.
Dopo il ritorno al controllo statale, che pare essere avvenuto circa una decina d'anni dopo l'inizio della gestione privata, sembra si chiami attualmente semplicemente Autodromo Brasilia e nel corso degli anni 2010 avrebbe dovuto ospitare la MotoGP, progetto che non è andato in porto. Non solo, è sfumata anche la possibilità che potesse ospitare un evento del campionato di Indycar per via degli elevati costi. Il circuito sembra essere attualmente in disuso da diversi anni, ma dovrebbe essere stato nuovamente privatizzato e a partire da quest'anno dovrebbe ospitare il campionato turismo brasiliano e il ritorno della Stock Car Brasil.




domenica 20 novembre 2022

Il duello dei fratelli Fittipaldi a Interlagos // GP Brasile 1972 (non championship)

Carissimi gufi che sorvegliano incontrastati l'autodromo di Interlagos, oggi vi porto indietro di mezzo secolo e vi porto ai tempi in cui per la prima volta la Formula 1 è sbarcata in Brasile. O per meglio dire, vi porto ai tempi in cui per la prima volta delle vetture di Formula 1 sono sbarcate in Brasile: il gran premio non-championship del 1972.
Ora vi chiederete: perché un gran premio non-championship in Brasile? In primo luogo perché negli anni '70 gli eventi non ufficiali esistevano ancora, in secondo luogo questa edizione doveva essere una sorta di "prova" in vista dell'ingresso effettivo del Brasile nel mondiale di Formula 1 (è infatti divenuto un gran premio ufficiale a partire dal 1973).
Il circuito presentava un layout chiaramente diverso da quello attuale, decisamente più lungo, e la gara prevedeva in totale 37 giri. Gli eventi sono un po' oscuri, ma esiste un video su Youtube con i primi tre giri di gara a colori trasmessi dalla TV brasiliana con tanto di telecronaca.

Vi do una pessima notizia, ovvero che siamo di fronte a una gara non importante, secondo il criterio per cui importanza = presenza della Ferrari. Due Rosse sembra anche che fossero iscritte, ma né le monoposto né Clay Regazzoni né Jacky Ickx erano presenti sul posto, risultano come "withdrew". Idem Howden Ganley, che avrebbe dovuto prendere parte all'evento con una BRM.
Quattordici vetture sono quindi andate a qualificarsi e solo dodici di esse risultano essere state ammesse alla griglia. Non è chiaro perché le Surtees di Andrea De Adamich e Reine Wisell risultino non qualificate, visto l'esiguo numero di monoposto, ma dodici concorrenti dovevano sembrare abbastanza.
Undici, perché la BRM di Jean-Pierre Beltoise ha avuto problemi prima della partenza risultando in un DNS. Il compagno di squadra Peter Gethin si è ritirato praticamente al via per un guasto e stessa cosa per Henri Pescarolo su March. Un giro più tardi risulta ritirato anche il pilota di casa Carlos Pace sull'altra March: tempo un giro o due ed erano in otto.

Emerson Fittipaldi su Lotus scattava dalla pole position, ma si è fatto trollare dal fratello "Wilson Fittipaldi Junior", cit. il telecronista, che partiva quarto, che al volante di una Brabham si è portato in testa, inseguito da Emmo che gli stava negli scarichi. Non so voi, ma personalmente adoro quando ci sono duelli motoristici tra consanguinei!
Si è formato un quartetto in cui c'erano terzo Carlos Pace su Brabham e Ronnie Peterson su March, con Emerson che cercava di riprendersi la posizione nei confronti di Wilson. È esattamente quello che è successo nel corso del secondo o terzo giro. Wilson si è ritrovato al momento in seconda piazza, ma era destinato a perdere un paio di ulteriori posizioni in corso d'opera, difficile stabilire quando.
Sembra invece che Emerson Fittipaldi sia rimasto in testa fino al momento del suo ritiro (così scriveva un utente nei commenti al video, affermando di avere visto la gara dal vivo nel 1972), a cinque giri dalla fine. Più o meno in concomitanza con il suo ritiro, anche Alex Soler Roig su BRM risulta essersi ritirato.

Solo sei piloti hanno visto la bandiera a scacchi, con Reutemann vincitore davanti a Peterson e a Wilson Fittipaldi. Il meglio, tuttavia, deve ancora venire, perché stiamo per cozzare contro una nostra vecchia conoscenza, autore del quarto posto al volante di una BRM. Carissimi lettori, ecco a voi Helmut Marko!
Solo sei piloti hanno raggiunto il traguardo, dicevo, e in quinta posizione si è piazzato David Walker, compagno di squadra di Emerson Fittipaldi alla Lotus, miglior risultato stagionale se così lo possiamo considerare, dato che poi durante la stagione effettiva non ha ottenuto neanche un piazzamento a punti. Sesta e ultima posizione invece per Luiz Bueno su March.
Bene, siamo arrivati in fondo e mi sono anche scordata di dirvi che tutto ciò accadeva il 30 marzo, durante una lunga "pausa" tra il GP del Sudafrica, secondo della stagione disputato ai primi di marzo, e quello di Spagna, il terzo, disputato due mesi più tardi. Vi saluto quindi pensando a quanti gran premi e quante sprint race organizzerebbe Liberty Media in due mesi.

sabato 19 novembre 2022

Jos Verstappen, un Esteban Ocon che non ci ha creduto abbastanza // GP Brasile 2001

Carissimi bambini che si arrampicano sui muretti dei circuiti sognando di diventare un giorno campioni delle quattro o delle due ruote, benvenuti a Interlagos, dove i gufi sorvegliano la pista dall'alto, spargendo la loro aura nefasta, per un gran premio del passato recente. Come se non bastassero i gufi, aggiungo che è anche che il 666° gran premio della storia della Formula 1. Ed è il primo aprile. Traete voi le conclusioni che preferite e se ciò non vi basta, vi aggiungo che 1) per ora le condizioni meteo sono buone ma chissà, potrebbe arrivare la pioggia, 2) Mika Hakkinen che, al volante della McLaren deve partire dalla terza casella della griglia, rimane fermo sulla casella della griglia stessa e inizia a sbracciarsi sperando che vengano date bandiere gialle e che chi gli sta dietro non lo travolga.

Tutto procede per il meglio. I fratelli Schumacher, dalla prima fila, hanno fatto partenze totalmente contrapposte: bene Michael che partiva dalla pole, male Ralf che partiva secondo. C'è comunque una Williams in seconda posizione, quella di Juan Pablo Montoya che dalla quarta casella ha fatto una buona partenza, seguito dalla McLaren di David Coulthard. Curiosamente nonostante questo dovesse schivare il compagno di squadra che gli era fermo davanti è riuscito a partire bene, mentre Rubens Barrichello accanto a lui ha perso alcune posizioni, lo troviamo infatti dietro alle Jordan. Frattanto la vettura di Hakkinen è da spostare ed ecco che viene mandata in pista la safety car. Le vetture si allineano dietro di essa, Michael Schumacher seguito da Montoya, poi Coulthard e Ralf Schumacher, in attesa del momento in cui ci sarà il restart.

Il momento del restart arriva ed ecco che inizia un duello che non ci dimenticheremo più: il campione del mondo in carica contro il rookie venuto dalla Indycar. Detta così sembra che sia scontato come andrà a finire, ma guardando la decisione con cui Montoya affianca Schumacher l'effetto è completamente diverso. Ed eccolo, dopo due giri di gara e con un sorpasso che un giorno racconteremo alle nuove generazioni (le quali purtroppo ci risponderanno che non hanno alcun interesse per i piloti brizzolati con la panza e che è più interessante seguire le live di Lando Norris), Juan Pablo si porta in testa al GP del Brasile. Adesso c'è Michael è secondo, segue Coulthard e poi neanche il tempo di recepire correttamente ciò che abbiamo visto che ecco si scatena il caos. C'è Ralf che sta perdendo posizioni battagliando con una Jordan, vaga un po' di qua e un po' di là...

Mettete a letto i bambini. Metteteli a letto subito, perché sta per accadere qualcosa che le loro menti innocenti non devono assolutamente sapere. Ralf Schumacher viene speronato da dietro da una vettura. L'alettone posteriore della Williams vola. Anche una ruota dell'altra vettura vola. L'altra vettura finisce la propria gara fuori, mentre Ralf riesce a raggiungere i box. L'altra vettura è una Ferrari e la guida il pilota di casa. Siamo in uno dei tanti tragici giorni paulisti nel quale il povero Rubinho vorrebbe ancora essere un bambino innocente che si arrampica sui muretti del circuito eludendo la sorveglianza dei nonni con i quali vive in una villetta al di là dell'Arquibancadas. Curiosamente non sarà l'unico pilota a cozzare contro una Williams in questa giornata tanto promettente, ma il momento Montoya si trova indisturbato in testa alla gara e sembra andare tutto bene.


Mentre gli Schultard sono su strategie diverse e a un certo punto ci ritroviamo con Schumacher alle spalle di Coulthard dopo avere effettuato la sosta, Montoya è ancora in testa poco dopo la metà della gara, quando ecco apparire una Arrows di colore arancione, che richiama molto i colori dei fanboy di Max Verstappen. Il pilota che la guida, però, non ha niente a che vedere con Ma-... in realtà sì, dato che l'ha generato. I commissari espongono educatamente una bandiera blu a Jos Verstappen, il quale si leva altrettanto educatamente di mezzo. Poi tenta passare davanti a Montoya. Gli si schianta contro l'ala posteriore rischiando di spiccare il volo e lo butta fuori. Montoya scende dalla vettura gesticolando furiosamente verso la pista. Le sue speranze di ottenere la prima vittoria in Formula 1 alla sua terza presenza sono finite, adesso è tutto nelle mani degli Schultard, mentre il cielo si fa scuro e i gufi iniziano a volare.

Parliamo di strategie: Schumacher è su due soste, Coulthard su una, ma ecco che interviene la pioggia. Schumacher deve fermarsi per il secondo rifornimento, in quei frangenti, e monta gomme da bagnato. Coulthard, in pista con gomme da asciutto e nessuna sosta pianificata, è costretto a rientrare una seconda volta. Lo fa dopo gli altri e perde terreno. Adesso Schumacher è leader, nonostante faccia una gran sbinnata scivolando sul bagnato. Mantiene la testa della gara, ma Coulthard si fa minaccioso alle sue spalle. Cerca di infilarsi, ma non è il momento, che comunque si presenta di lì a poco: i due si avvicinano a un doppiato, Tarso Marques su Minardi, e lo superano nello stesso momento. Coulthard esce davanti anche a Schumacher, adesso è leader del gran premio e lo resterà fino alla bandiera a scacchi, staccando di parecchio il suo inseguitore, in palese difficoltà. Per un giorno, Coulthard è il leader incontrastato dei very uominy.

Parlo di very uominy perché, anche se gli anni '70/80 sono ormai finiti da un pezzo, non si vede una minima traccia di safety car nonostante ogni tre per due qualcuno finisca in testacoda e si impantani in posizioni quantomeno pericolose. Tutto prosegue per il meglio, i ritirati escono dalle vetture sulle proprie gambe e, ancora più importante, non vengono investiti da altre vetture in quei momenti nonostante la bassa visibilità. Coulthard va verso il traguardo, come già ho detto, mentre Schumacher deve accontentarsi della seconda posizione. Il terzo posto potrebbe accaparrarselo la Jordan, ma non è giornata: Heinz-Harald Frentzen è costretto al ritiro, mentre Jarno Trulli perde diverse posizioni nelle ultime fasi della gara: arriverà quinto dietro alla B.A.R. di Olivier Panis e davanti alla Benetton di Giancarlo Fisichella, ultimo pilota giunto a punti. A cogliere la terza posizione è nientemeno che Nick Heidfeld.

Sul podio gli Schultard sono in versione best friend forever e si sommergono di champagne ridacchiando tra di loro come se non ci fosse un domani, mentre Heidfeld viene festeggiato dai meccanici Sauber presenti sotto al podio. Insieme a loro c'è anche il compagno di squadra, un giovanissimo Kimi Raikkonen (uscito di pista durante la fase bagnata della gara) che ha esordito a inizio stagione e forse sogna il giorno in cui anche lui terrà tra le mani una bottiglia di champagne e la porterà alla bocca. Vi svelo in anteprima che non solo un giorno salirà sul podio, ma che ci salirà anche sul gradino più alto e lo farà per ventuno volte, vincendo anche un mondiale in corso d'opera. Anche Rubens Barrichello, che di gare al momento ne ha vinta solo una, ne vincerà altre in futuro, per l'esattezza altre dieci. Nessuna di queste, però, sarà sul circuito di Interlagos, dove sognava di vincere quando da bambino saliva sui muretti.

Per oggi vi saluto.
Il prossimo viaggio nel tempo sarà al 1972, anno di nascita di Barrichello!

venerdì 18 novembre 2022

Una questione di sottopeso // GP Brasile 1982

Carissimi gufetti che svolazzano intorno alla casa dei nonni di Rubens Barrichello, è fin dai primi di novembre che ogni pochi giorni vi propongo qualcosa che abbia a che vedere con il GP del Brasile, raccontandovi le passate edizioni e devo ammettere che ho trovato tutto ciò una grossa soddisfazione. Adesso che in Brasile c'è già stato il gran premio di quest'anno, tuttavia, dovrei smettere e focalizzarmi su qualcos'altro. Guess what? ho deciso di non farlo. Oggi vi racconto l'edizione 1982, che si svolse sul circuito di Jacarepaguà, mentre nei prossimi giorni vi racconterò delle edizioni disputate a Interlagos nel 2001 e nel 1972. Poi, a quel punto, passerò oltre, smettendola di sommergervi di gran premi del Brasile, ma prima dobbiamo fare un ultimo sforzo e ho visto il GP del Brasile 1982 in versione integrale appositamente per scrivere questo post. Specifichiamo: l'avevo già visto in passato, diciamo qualcosa come un anno fa (addirittura ai tempi l'avevo trovato con la telecronaca di Poltronieri), ma era ancora l'epoca in cui non pensavo di raccontarvi ogni singolo gran premio degli anni '80 e non ve ne avevo parlato. L'ho rivisto quindi per rinfrescarmi la memoria e sono pronta a ripercorrerlo. Quindi assicuratevi di non essere monoposto sottopeso, poi possiamo procedere.

È il mese di marzo inoltrato e siamo al secondo appuntamento della stagione, a distanza di circa due mesi da quello precedente di Kyalami in Sudafrica con annesso il relativo sciopero, di cui vi ho narrato a suo tempo. Ai primi di marzo doveva esserci il GP d'Argentina, cancellato a causa della guerra delle isole Falkland (e rimpiazzato poi da un gran premio d'Olanda programmato a caso durante il periodo estivo quando non avrebbero dovuto esserci gran premi per non sovrapporli con le partite dei mondiali), quindi la pausa tra un gran premio e l'altro si è prolungata più del dovuto. Alain Prost, vincitore del gran premio inaugurale della stagione, ottiene la pole position e si prepara a svettare su tutto e su tutti. Guida una Renault, ma non sappiamo ancora che la Renault è destinata a ritirarsi praticamente una volta sì e la volta dopo pure. In realtà neanche le Renault stesse sembrano saperlo, dato che per il momento non rendono così tanto traumatiche le gare dei loro piloti, ma nevermind. La gara di Sexy Naso comunque non parte molto bene ed ecco che vediamo piazzarsi in testa una sagoma rossa seguita da una sagoma gialla, che è una Renault, ma non quella di Prost. Abbiamo in testa Gilles Villeneuve inseguito da René Arnoux. Tenta di inserirsi Keke Rosberg, ma perde terreno. Prost si accoda terzo, mentre i due davanti accennano un fugace tentativo di duello.

Prost sembra tuttavia non avere il passo dei piloti di testa, quindi le Brabham iniziano ad avanzare. In un primo momento c'è davanti Riccardo Patrese, che precede il compagno di squadra, poi è Nelson Piquet a sopravanzare l'italiano, iniziando ad avvicinarsi al duo di testa, o per meglio dire, avvicinandosi per il momento ad Arnoux. Frattanto Prost deve vedersela anche con la Williams di Sexy Baffo. Rosberg continua ad avanzare, si avvicina anche a Patrese, il tutto mentre Piquet supera Arnoux. A quel punto Arnoux viene superato anche dai piloti che seguono, con Rosberg che, avendo passato Patrese, si installa negli scarichi di Piquet. Arnoux è destinato a perdere terreno, stesso destino avuto in precedenza da Prost, ma mentre Sexy Naso riesce a tenersi ben lontano dai casini, lo stesso non si può dire di Arnoux, che incappa in Carlos Reutemann (in quello che si rivelerà il suo ultimo gran premio in carriera), appena uscito da un incidente con la McLaren di Niki Lauda, costretto al ritiro. Reutemann viene a contatto anche con Arnoux e sono entrambi costretti al ritiro mentre siamo a un terzo di gara, il tutto senza che la regia si degni in realtà di inquadrare l'accaduto in modo comprensibile.

Le immagini sono infatti concentrate sul terzetto di testa, Villeneuve, Piquet e Rosberg, con i tre che sono tutti molto vicini. Rosberg tenta varie volte l'attacco su Piquet, poi finalmente ce la fa e si porta secondo negli scarichi di Villeneuve. Ci rimane per un paio di giri, poi viene passato a sua volta da Piquet, che è di nuovo secondo. Allora Murray Walker se ne esce con un'arguta osservazione, rievocando quando nella stagione precedente in Spagna Villeneuve ha resistito con varie vetture negli scarichi andando a vincere la gara e profetizza che potrà ripetersi questa volta. Passano in totale quattro secondi - lo ripeto PASSANO IN TOTALE QUATTRO SECONDI (contati) - ed ecco che, mentre Piquet attacca Villeneuve, il ferrarista parte in testacoda e va a impantanarsi. Telecronisti gufi ne abbiamo? Ad ogni modo il pubblico è felice perché il pilota di casa è davanti a tutti e al momento attuale Piquet è ancora un pilota amato dai brasiliani. Rosberg è in seconda piazza e, siamo al momento a metà gara, piuttosto vicino, ma non destinato a rimanere vicino nella seconda parte della gara stessa. Rimarrà comunque decisamente più avanti rispetto a Prost che, dopo il ritiro di Patrese per un testacoda innescato da problemi fisici, si installa in terza piazza.

E niente, da questo momento in poi non succede più nulla, se non che le inquadrature sono su Piquet e occasionalmente su Rosberg e su sagome gialle non ben identificate, una delle quali prima viene scambiata per Prost alle spalle di Rosberg, ma si scopre essere in realtà una delle ATS doppiata guidata dal padre di un certo futuro pilota della Spyker. Con questo non voglio dire che dietro non succeda effettivamente niente, però ecco, quello che succede dietro non viene inquadrato e se non fosse per qualche occasionale intervento di Murray Walker che snocciola posizioni, si potrebbe tranquillamente ignorare chi ci sia dal quarto posto in poi. Però le dinamiche che hanno portato ciascun pilota a ritrovarsi dalla quarta posizione in poi non sono ben chiare (molti sono sotto di un giro, forse alcuni hanno effettuato dei pitstop e sono usciti dietro, i loro doppiaggi non inquadrati), nessuno di loro è stato minimamente preso in considerazione e i loro nomi potrebbero anche essere pronunciati solo per dare profondità all'evento. Ad ogni modo sul podio ci vanno Piquet, Rosberg e Prost, su questo non ci piove. Sono in totale dodici le vetture che vedono la bandiera a scacchi, dal quarto al dodicesimo posto si classificano John Watson (McLaren), Nigel Mansell (Lotus), Michele Alboreto (Tyrrell), Manfred Winkelhock (ATS), Didier Pironi (Ferrari), Slim Borgudd (Tyrrell), Jochen Mass (March), Jean-Pierre Jarier (Osella) e Mauro Baldi (Arrows).

Scrivendo l'ordine d'arrivo mi sono accorta di una cosa terribile che ha a che vedere con Borgudd (musicista oltre che pilota, ha suonato anche con gli Abba!), nono al traguardo e successivamente settimo per vicissitudini che con un po' di pazienza vi spiegherò (non siamo alla fine del post, anche se è finita la gara), ma vediamo di non metterci troppo avanti con i lavori e teniamo un attimo Borgudd da parte. Torniamo a Piquet e a Rosberg sul podio e, mentre loro scendono dalle vetture, i meccanici dei rispettivi team riempiono d'acqua i serbatoi di raffreddamento dei freni, uno stratagemma che serve per far rientrare le vetture nel peso regolamentare quando in realtà hanno corso sottopeso, perché siamo negli anni '80 e le regole sono fatte per trovare il miglior modo per eluderle. Non sono i soli a fare tutto ciò, in Brabham e in Williams, anche in McLaren fanno la stessa cosa, il tutto nell'ambito di una polemica contro le scuderie motorizzate turbo da inserirsi nell'ambito dell'onnipresente scontro FISA vs FOCA. Uno dei team della FISA in polemica con loro è la Renault che, visto il terzo posto di Prost alle spalle di una Brabham e di una Williams, presenta ricorso contro i primi due classificati.

La faccenda rimane tuttavia al momento in sospeso, Piquet e Rosberg mantengono indisturbati la prima e la seconda posizione in attesa dei tempi burocratici che farebbero indispettire di gran lunga la gente di oggi che il giorno della decisione sul budget cap della Redbull faceva refresh di Twitter ogni cinque secondi sostenendo di non potersi preparare il pranzo perché impegnata a seguire l'andamento delle cose. Prima di arrivare a una squalifica definitiva dei primi due classificati passano nientemeno che oltre quattro settimane e viene nel frattempo disputato il GP degli Stati Uniti Ovest a Long Beach. Per protesta contro il sottopeso di cui sopra, in casa Ferrari decidono di optare per una delle cose più pittoresche di sempre, ovvero eludere il regolamento sull'estensione massima dell'ala posteriore delle monoposto mettendone due. Villeneuve arriva anche a podio alle spalle di Lauda e Rosberg, ma viene squalificato e la terza piazza va a Patrese. Mi piacerebbe tantissimo raccontarvi del GP di Long Beach come se non l'avessi mai fatto, ma ci sarebbero troppe cose da dire, molte delle quali trash a proposito degli eventi di gara, quindi vi rimando al post che vi avevo dedicato in proposito.

Vengono a questo punto effettivamente squalificati Piquet e Rosberg dal GP del Brasile, quindi Prost ne diviene il vincitore. Il podio, di conseguenza, viene completato da Watson e Mansell. Ricordate cosa vi ho detto, ovvero che non solo Piquet e Rosberg guidavano monoposto sottopeso? Ecco, c'era anche la McLaren di mezzo, quindi Watson che, pur guidando una monoposto tecnicamente irregolare, da quarto che era si ritrova secondo. Se fosse stato squalificato anche lui, Borgudd sarebbe risalito non da nono a settimo, ma da nono a sesto e si sarebbe portato a casa un punto. Va beh, fa niente, tanto avrà ancora molti gran premi davanti per arrivare a punt-... ah, no, Long Beach è stata la sua ultima presenza in Formula 1 ed ecco che al suo posto arriva Brian Henton. I team allineati con la FOCA, nel frattempo, decidono che per protesta contro la squalifica (McLaren inclusa, quindi, nonostante abbia approfittato della squalifica altrui) boicotteranno il successivo GP di San Marino, che poi, successivo fino a un certo punto, dato che siamo già a metà settimana e che di fatto di lì a un paio di giorni le vetture dovrebbero scendere in pista.

I team sono anzi già a Imola e la abbandonano in massa, rischiando la cancellazione del gran premio (compresa la Ligier che non mi risulta fosse un team della FOCA). Il numero di vetture presenti in griglia durante i gran premi infatti è di ventisei, quindi serve un numero legale del 50% più uno. Ovvero tredici più uno, ovvero devono esserci almeno quattordici monoposto affinché sia valevole per il campionato. Il gran premio viene reso valevole per il campionato dallo sponsor più attention seeker di tutti i tempi, ovvero Candy, quello del famoso incidente di Derek Daly. Sponsor della Tyrrell, impone al team britannico di non partecipare al boicottaggio. È così che sono presenti sette team, quindi quattordici monoposto. La partenza è abbastanza strana da vedere (diversamente da Long Beach non ne ho mai parlato, quindi lo faccio ora in breve così finiamo definitivamente con i GP degli anni '80) perché in griglia ci vanno in dodici: Paletti sull'Osella parte dai box per poi ritirarsi poco dopo, Warwick sulla Toleman ha un guasto nel giro di formazione e parcheggia a lato della pista, dove la vettura resterà fino alla fine del gran premio. Una gara con così poche vetture fa molto da contrasto con le griglie da ventisei dell'epoca.

Essenzialmente la prima parte della gara di Imola è stata un susseguirsi di ritiri (immancabili le Alfa Romeo) tanto che le vetture presenti si sono pressoché dimezzate. La gara è passata alla storia per la polemica tra Pironi e Villeneuve per l'ordine di scuderia non rispettato dal francese dopo che si erano superati numerose volte nel corso della gara, dopo essere stati in precedenza impegnati in un lungo duello con Arnoux prima del ritiro di questo per un guasto al motore mentre si trovava in testa (stessa sorte già toccata a Prost, perché le loro vetture si sono ricordate di essere delle Renault - per stessa sorte si intende il ritiro, non il fatto di essere in testa al momento del ritiro stesso). Con così poche monoposto in pista, la regia è stata piuttosto selettiva mostrando pressoché solo il trio di testa, oltre che varie apparizioni delle ATS da doppiare ogni tre per due - "out of context Eliseo Salazar". Nonostante la Tyrrell attention seeker, Alboreto ha fatto podio senza essere minimamente inquadrato, mentre Jean-Pierre Jarier sull'Osella è arrivato quarto. Restavano solo le ATS, quindi quinta piazza per Salazar (Winkelhock squalificato per irregolarità tecniche).

Finita questa digressione imolese in cui le nonne fanno la sfoglia ignorando Michele Alboreto come da prassi da far perdurare di lì all'eternità, torniamo in topic quindi in Brasile, quindi alle vetture sottopeso, perché vorrei concludere questo mio ultimo post sui gran premi anni '80 (nel senso che ogni altro gran premio dal 1980 al 1989 ve l'ho già raccontato sul blog) focalizzandomi su un aspetto che sembra sfuggire. Ricapitoliamo, sulle vetture sottopeso Piquet, Rosberg e Watson fanno primo, secondo e quarto, che varrebbero nove, sei e tre punti. La Renault, visto che Prost è terzo al traguardo, fa ricorso contro i soli due piloti che gli stanno davanti. Così come Piquet che non ha però a che vedere con la mia riflessione, Rosberg perde il risultato quindi perde sei punti. Watson, su una vettura ugualmente sottopeso ma con la McLaren non contestata, grazie alla loro squalifica risale da quarto a secondo, portandosi a casa sei punti. Rosberg e Watson all'ultima gara si giocheranno il mondiale. Senza volere togliere nulla a Watson (che se fosse partito tra gli ultimi più spesso avrebbe sicuramente vinto molte più gare in carriera), se fosse stato squalificato a sua volta per irregolarità in Brasile, a Las Vegas non sarebbe stato neanche più in lotta per il titolo e Rosberg avrebbe vinto il mondiale con un gran premio d'anticipo. Quindi iniziate a portare rispetto per il "campione del mondo più scarso di sempre".

Scusate per il post lungo.
Per il 2001 e per il 1972 cercherò di essere un po' più breve.
A domani con quando Verstappen faceva l'Ocon di turno.

EDIT - ho realizzato che Borgudd un punto in Formula 1 l'ha fatto arrivando sesto al GP di Gran Bretagna 1981... e ci avevo anche scritto un post in proposito! Scusate per l'imprecisione.