lunedì 31 luglio 2017

GP2 e GP3: le feature race all'Hungaroring + cenni sulle sprint race

[Post per il forum]   In "GP2" ha esordito l'americano di origini italiane Santino Ferrucci, con il team Trident. Originariamente qualificato in 11^ posizione, è risalito al decimo posto per la squalifica di Leclerc al termine delle qualifiche. Il leader del campionato aveva ottenuto la pole, poi annullata per irregolarità tecniche. Affiancati in prima fila c'erano Rowland e Markelov, rispettivamente terzo e secondo in classifica a pari punti. Seguivano in seconda fila King e Fuoco, in terza Nato e Latifi, in quarta Devries e Matsushita, in quinta Canamasas e Ferrucci.

Plot-twist: aborted start dopo che Nato è rimasto fermo sulla griglia di partenza. Altro plot-twist: problemi anche per Jeffri durante il secondo giro di formazione.
Alla fine la gara è riuscita a partire regolarmente, con Rowland e Markelov che potevano approfittarne per recuperare punti su Leclerc in classifica.
Markelov è riuscito ad approfittarne meglio al via, superando Rowland e prendendo la testa della gara. Dietro Latifi superava Fuoco e si lanciava all'inseguimento di King, mentre purtroppo il momento di gloria di Ferrucci era già finito, dato che si trovava nelle retrovie. Leclerc, intanto, era risalito dall'ultima fino alla 12esima posizione nel corso del primo giro, recuperandone anche un'altra e ritrovandosi dietro a Canamasas, dove è rimasto tranquillo in attesa.
L'attesa ha pagato: Canamasas è stato tra i primi a rientrare ai box e la situazione dopo le soste è stata stravolta per i due runner-up del campionato, con Rowland uscito davanti a Markelov. Fuoco, intanto, si ritirava per problemi tecnici.
Rimasto in pista Leclerc era impegnato a battagliare con Albon, con il quale è anche arrivato a contatto, senza che nessuno dei due riportasse danni. Superato Albon, dopo un ulteriore contatto, si è portato in testa... ma doveva ancora fermarsi.
Quando l'ha fatto è tornato in pista in 11esima posizione, che poi è diventata nona quando a dieci giri dalla fine, in lotta per l'ottavo posto ovvero per la pole nella sprint race, Canamasas (già protagonista di un contatto con Ghiotto) è stato molto ottimista nelle proprie possibilità di superare Visiou, con il risultato che sono finiti fuori entrambi.
Il restart è stato abbastanza movimentato, con sorpassi e contatti (Boschung vs King nelle retrovie sono finiti anche sotto investigazione) e Leclerc che, su gomme più morbide dei suoi avversari, se ne metteva dietro tre in una sola curva! Malja era ottavo quando è finito in giro pe prati, facendo risalire Nato di una posizione (anche altri sono risaliti di una posizione, oltre a Nato), mentre Leclerc, sesto, era all'inseguimento di Matsushita.
Alla fine l'attenzione era focalizzata sul duello per la vittoria tra Rowland e Markelov, che si è concluso con un gran botto di quest'ultimo, mentre Latifi superava De Vries. E' entrata la safety car dietro cui la gara è finita, Markelov è sceso dalla vettura sulle proprie gambe, ritrovandosi la medical car ad attenderlo. Prima dell'ingresso della safety car, Leclerc aveva superato Matsushita, quindi ha chiuso la gara al quarto posto.

Top-ten: 1. Oliver Rowland, 2. Nicholas Latifi, 3. Nick De Vries, 4. Charles Leclerc, 5. Nobu Matsushita, 6. Luca Ghiotto, 7. Norman Nato, 8. Alexander Albon, 9. Sean Gelael, 10. Santino Ferrucci... quindi quest'ultimo ha avuto un po' di gloria, alla fine!


In GP3 Aitken ha conquistato la pole davanti a Russell, Fukuzumi, Boccolacci, Hubert, Alesi Jr, Kari, Joerg, Lorandi, con Tatiana Calderon che completava la top-ten.
Plot-twist nel giro di formazione: problemi per Maini, che è riuscito a ripartire. Altro plot-twist: la vettura di Russell si è fermata più di una volta, al punto che non è nemmeno riuscito a partire. Altri problemi per Maini allo start, fuori anche lui, mentre la Calderon era in una via di fuga e ciò ha fatto entrare la safety car. Aitken, Fukuzumi e Boccolacci erano i primi tre.
Poi c'è stata una virtual safety car, perché anche Schothorst era rimasto a piedi.
Poco prima di arrivare a metà gara c'è stato un acceso duello tra Boccolacci e Hubert per il terzo posto, con Hubert che ha preso la posizione, mentre Boccolacci si è ritrovato a doversi difendere da Kari con il quale è quasi arrivato a contatto. Kari ha tentato un altro attacco, ma è finito per prati perdendo posizioni nei confronti anche di altri piloti.
Kari è stato lungamente in ottava posizione (quindi in pole il giorno seguente) ma l'ha persa in un successivo momento.

Top-ten: 1. Jack Aitken, 2. Nirei Fukuzumi, 3. Anthoine Hubert, 4. Alessio Lorandi, 5. Dorian Boccolacci, 6. Giuliano Alesi, 7. Kevin Joerg, 8. Ryan Tveter, 9. Niko Kari, 10. Bruno Baptista.

Non ho potuto vedere le gare di domenica mattina, ma mi sono aggiornata su GPUpdate. Nella sprint race di GP3 ha vinto Giuliano Alesi, davanti a Tveter e Joerg. Russell è ancora stabilmente in testa alla classifica.
In GP2/F2 ha vinto Nobu Matsushita #NipponPower! *_____* Rowland e De Vries hanno completato il podio e Leclerc ha ottenuto un altro quarto posto e ha ancora 50 punti di vantaggio in classifica su Rowland, segue Markelov ormai decisamente più indietro.



EUROF3: Spa Francorchamps, sintesi per il forum

Nelle giornate di venerdì e sabato la Formula 3 europea ha gareggiato sul circuito di Spa Francorchamps.
Era assente Tadasuke Makino, mentre il numero di vetture è rimasto invariato perché ha esordito un rookie indiano, Ameya Vaidyanathan, nel posto che all'inizio della stagione era occupato da Jake Dennis, attualmente impegnato nella Blackpain GP Series.

GARA 1: Norris, partito dalla pole, ha conservato la propria posizione alla prima curva, con Illot, Hughes e Gunther a seguire. Nel corso del primo giro Illot ha tentato il sorpasso su Norris, senza successo dato che ha messo le ruote sull'erba e, nel rientrare in pista, ha avuto un contatto con Hughes che ha mandato fuori pista quest'ultimo. Ne ha approfittato Gunther, risalito in seconda posizione e Mazepin terzo, posizioni mantenute dopo i giri dietro la safety car. Illot era quarto, ma è stato penalizzato con un drive through per l'incidente al via. Mazepin è riuscito a superare Gunther per il secondo posto con le posizioni che sono andate stabilizzandosi anche in top-ten, mentre le vetture nelle retrovie erano più vicine le une alle altre. Non ci sono stati eccessivi colpi di scena in seguito.

RISULTATO: 1. Lando Norris, 2. Nikita Mazepin, 3. Maximilian Gunther, 4. Jehan Daruvala, 5. Joey Mawson, 6. Mick Schumacher, 7. Harrison Newey, 8. Ferdinand Habsburg, 9. Joel Eriksson, 10. Pedro Piquet, 11. Ralf Aron, 12. Guanyu Zhou, 13. Keyvan Andres, 14. Callum Ilott, 15. Marino Sato, 16. Ameya Vaidyanathan, Rit. Jake Hughes, Rit. David Beckmann.

GARA 2: se venerdì mattina Illot ha dovuto accontentarsi di chiudere tra le ultime posizioni, gli è andata sicuramente meglio nella gara successiva, dove all'inizio si è anche ritrovato in lotta per la prima posizione. Norris è finito fuori in un contatto alla prima curva con Zhou, e a causa del contatto varie vetture sono finite sull'erba. Illot è rimasto in testa per breve tempo, finché non è stato superato dal compagno di squadra Gunther. Nessuno dei due era destinato a vincere: Illot ha perso varie posizioni prima della fine, mentre anche Gunther ha perso la testa della gara, venendo superato da Ferdinand Habsburg che ha ottenuto la vittoria, oltre che da Eriksson, "sprofondando" in terza piazza.

RISULTATO: 1. Ferdinand Habsburg, 2. Joel Eriksson, 3. Maximilian Gunther, 4. Jake Hughes, 5. Nikita Mazepin, 6. Jehan Daruvala, 7. Callum Ilott, 8. Ralf Aron, 9. Mick Schumacher, 10. Joey Mawson, 11. Marino Sato, 12. Keyvan Andres, 13. Harrison Newey, 14. Ameya Vaidyanathan, 15. David Beckmann, Rit. Pedro Piquet, Rit. Guanyu Zhou, Rit. Lando Norris.

GARA 3: sabato, nel primo pomeriggio, c'è stata l'ultima gara del weekend, iniziata con Zhou in testa alla gara davanti a Gunther! Durante un tentativo di sorpasso da parte di Hughes, Gunther è però stato speronato, finendo a sbattere contro le barriere con un gran botto: safety car dopo neanche un terzo di gara. La leadership è stata presa da Norris, mentre Zhou è scivolato giù di alcune posizioni, riuscendo comunque nella fase finale della gara a prendersi almeno il gradino più basso del podio.

RISULTATO: 1. Lando Norris, 2. Joel Eriksson, 3. Guanyu Zhou, 4. Callum Ilott, 5. Jehan Daruvala, 6. Ferdinand Habsburg, 7. Ralf Aron, 8. Mick Schumacher, 9. Harrison Newey, 10. Joey Mawson, 11. Nikita Mazepin, 12. Pedro Piquet, 13. Keyvan Andres, 14. Marino Sato, 15. Ameya Vaidyanathan, 16. David Beckmann, Rit. Maximilian Gunther, Rit. Jake Hughes.

Maximilian Gunther è al momento tuttora in testa alla classifica, con Norris al secondo posto che gli si è avvicinato in termini di punti.

domenica 30 luglio 2017

Campionati di Formula 4 2017: cos'abbiamo visto finora?

Oggi si parla di Formula 4, iniziando in particolare a parlare di Formula 4 italiana. Il campionato prevede sette appuntamenti, quattro dei quali già disputati, e al momento siamo nel bel mezzo della lunga pausa estiva che perdurerà fino a settembre. Ciascun appuntamento prevede tre gare, in genere disputate una al sabato pomeriggio, una alla domenica mattina e una alla domenica pomeriggio.
Il vincitore dell'edizione 2016 è stato Marcos Siebert, che attualmente gareggia in GP3, davanti a Mick Schumacher, attualmente impegnato nella F3 Europea e a Raul Guzman, che gareggia nella Formula Renault 2.0 in questa stagione. Da questo campionato potrebbero potenzialmente uscire nuovi talenti che vedremo fare il salto di qualità nei prossimi anni.

1/2 Aprile: Misano
Tutte e tre le gare sono state vinte dal pilota venezuelano Sebastian Fernandez, che curiosamente da allora in poi non è più salito nemmeno sul podio. Sul podio con lui in gara 1 il russo Artem Petrov (no, non è parente dell'amico di Alonso) e l'estone Juri Vips; l'italiano Lorenzo Colombo è giunto secondo sia in gara 2 sia in gara 3 e il gradino più basso del podio è stato occupato rispettivamente da Marcus Armstrong e Artem Petrov.

6/7 Maggio: Adria
Vincitore di gara 1 è stato l'olandese Job Van Uitert, precedendo Colombo e Armstrong. E' poi arrivato secondo nelle due gare della domenica, vinte da due italiani: Leonardo Lorandi e Lorenzo Colombo. Terzo in gara 2 il tedesco di origini albanesi Lirim Zendelli e in gara 3 Marcus Armstrong.

24/25 Giugno: Vallelunga
Armstrong, pilota neozelandese, ha vinto la seconda gara di Vallelunga, dopo essersi classificato secondo in gara 1 vinta da Ian Rodriguez, pilota originario del Guatemala, con l'Altro Petrov a completare il podio. Quest'ultimo è arrivato secondo in entrambe le gare della domenica, dove hanno fatto la propria comparsa sul podio il brasiliano Felipe Drugovich, terzo in gara 2 e vincitore di Gara 3, e Aldo Festante, italiano, terzo in quest'ultima gara.

15/16 Luglio: Mugello
Protagonista dell'ultimo weekend finora disputato è stato l'estone Juri Vips. Assente ad Adria e a Valleunga in quanto parallelamente impegnato anche nella Formula 4 tedesca, è tornato in grande stile: ha vinto gara 2, contornata da due secondi posti in gara 1 e gara 3, vinte rispettivamente da Marcus Armstrong e Job Van Uitert. L'italiano Lorenzo Colombo ha portato a casa due terzi posti (gara 1 e gara 3), mentre Armstrong ha chiuso al secondo posto gara 2 davanti a Petrov.

Armstrong è al momento in testa alla classifica, dove precede Colombo di 12 punti.
I prossimi appuntamenti saranno: Imola 9/10 Settembre, Mugello II 7/8 Ottobre e Monza 21/22 Ottobre.

***

Ci sarà da aspettare di meno per la Formula 4 tedesca, campionato ADAC, quello che ha la migliore reputazione in termini di qualità dei piloti.
Anche i piloti che escono da quel campionato hanno buone chance di emergere in altre serie: sia Joey Mawson, vincitore nel 2016, sia Mick Schumacher, secondo classificato, attualmente gareggiano nella F3 Europea.
Anche questo campionato è composto da sette tripli eventi, di cui ne sono stati disputati quattro: Oschersleben I, Lausitzring, Redbullring e Oschersleben II.
Iniziato nel weekend del 29/30 aprile, riprenderà il primo weekend di agosto al Nürburgring e, dopo un ulteriore evento al Sachsenring, terminerà a Hockenheim il 24 settembre.
In testa alla classifica c'è Juri Vips e ritroviamo come suoi sfidanti Felipe Drugovich e Marcus Armstrong.

Oschersleben I: Vips ha vinto gara 1 ed è arrivato secondo in gara 2 davanti allo svizzero Fabio Scherer. Quella gara l'ha vinta il danese Nicklas Nielsen, mentre in gara 3 è stata la vinta del già citato Lirim Zendelli. Nielsen è arrivato secondo in gara 1, precedendo il sudarfrcano Jonathan Aberdhein, che si è ripetuto in gara 3, dove secondo ha chiuso lo svedese Oliver Söderström, suo unico acuto stagionale, almeno per ora.

Lausitzring: anche qui tre vincitori diversi, due tedeschi tali Kim-Luis Schramm e Julian Hanses e il brasiliano Felipe Drugovich. Il canadese del Quebec Kami Laliberté è arrivato secondo in gara 1 davanti a Vips, Drugovich e Armstrong hanno completato il podio nella gara di domenica mattina, mentre secondo in gara 3 è arrivato un altro danese, Frederik Vesti, che ha preceduto Schramm.

Redbullring: i tre grandi protagonisti hanno porato a casa una vittoria ciascuno: Armstrong in gara 1 (ha poi chiuso terzo entrambe le altre gare), Drugovich in gara 2 davanti all'americano Juan Manuel Correa, Vips in gara 3 davanti a Nielsen. Si segnala la presenza sul podio del tedesco Michael Waldherr, terzo classificato in gara 1.

Oschersleben II: Marcus Armstrong ha iniziato il weekend con una vittoria, precedendo sul traguardo Aberdein e Drugovich. Il brasiliano ha vinto gara 2, proprio davanti ad Armstronc, con Fabio Scherer terzo classificato. Il danese Vesti ha vinto infine gara 3, davanti a Waldherr e a Vips.
Quest'ultimo weekend è rimbalzato nelle cronache locali, per via di un evento tanto curioso quanto pericoloso accaduto durante una sessione di prove libere, quando un mezzo di soccorso venuto a recuperare una vettura rimasta ferma è stato schivato da un'altra monoposto che procedeva sulla pista in quel momento, guidata da Sophia Flörsch. La Flörsch è stata successivamente multata per avere pubblicato su Youtube il video dell'onboard-camera dell'incidente sfiorato.

***

Sempre strutturata su tripli eventi, ma con un calendario più lungo, si sta svolgendo anche il campionato di F4 britannica. Cinque appuntamenti su dieci sono già stati disputati, il sesto è in corso di svolgimento in questo weekend.
La serie sembra avere meno attenzione mediatica, anche se purtroppo se ne è conquistata in occasione del grave incidente accaduto al pilota Billy Monger a Donington, che gli è costato l'amputazione di entrambe le gambe.
La classifica è al momento dominata dal britannico Jamie Caroline, vincitore di otto gare su quattordici disputate (al quarto appuntamento stagionale gara 3 è stata cancellata). Tra i suoi avversari l'unico che ha ottenuto più di una vittoria è lo svedese Linus Lundqvist, al momento terzo in classifica. Il pilota presente in seconda piazza, Oscar Piastri, australiano, ne ha vinta una soltanto, così come i britannici Alex Quinn e Ayrton Simmons.

In Europa si stanno svolgendo anche un campionato danese di F4 (tre eventi disputati su sette, finirà il 1° ottobre - stessa data in cui terminerà anche il campionato britannico), nel quale al momento attuale in testa alla classifica c'è il pilota di casa Daniel Lundgaard, seguito da Frederick Vesti, che abbiamo già incontrato nella F4 ADAC, e un campionato spagnolo di cui in realtà è stato disputato soltanto l'evento inaugurale (ce ne saranno altri sei e finirà il 12 novembre), in cui - guess what? - in testa alla classifica c'è proprio lo stesso Lundgaard, vincitore di tutte e tre le gare.

EDIT. Il Lundgaard che è in testa alla classifica spagnola non è Daniel, ma suo fratello Christian.

sabato 29 luglio 2017

MotoGP 2017: sintesi della prima parte della stagione

Il campionato di MotoGP è iniziato lo scorso marzo con il Gran Premio del Qatar e ci accompagnerà fino a novembre quando terminerà a Valencia.

Il calendario della stagione è il seguente:

26/03: QATAR, LOSAIL
09/04: ARGENTINA, TERMAS DE RIO HONDO
23/04: STATI UNITI, COTA AUSTIN
07/05: SPAGNA, JEREZ
21/05: FRANCIA, LE MANS
04/06: ITALIA, MUGELLO
11/06: CATALUNYA, CIRCUIT DE CATALUNYA
25/06: OLANDA, TT CIRCUIT
02/07: GERMANIA, SACHSENRING
06/08: REPUBBLICA CECA, BRNO
13/08: AUSTRIA, REDBULLRING
27/08: GRAN BRETAGNA, SILVERSTONE
10/09: SAN MARINO, MISANO
24/09: ARAGON, CIUDAD DEL MOTOR ARAGON
15/10: GIAPPONE, MOTECI
22/10: AUSTRALIA, PHILLIP ISLAND
29/10: MALESIA, SEPANG
12/11: VALENCIA, VALENCIA

Nove gran premi disputati, nove ancora da disputare e un campionato che riprenderà nel primo weekend di agosto, mese in cui si svolgeranno ben tre appuntamenti del campionato.
Al momento attuale Marc Marquez (Honda) è in testa alla classifica con cinque punti nei confronti di Maverick Viñalez (Yamaha), mentre seguono pochi punti più indietro anche Andrea Dovizioso (Ducati) e Valentino Rossi (Yamaha).

Viñalez ha vinto le prime due gare della stagione, Qatar e Argentina.
Nel gran premio asiatico è salito sul podio insieme a Dovizioso e a Rossi, con quest'ultimo secondo in Argentina, dove sul gradino più alto del podio ha fatto la propria comparsa la Honda di Cal Crutchlow.
Lo spagnolo della Yamaha si è ritirato al Circuit of the Americas, dove ha vinto Marc Marquez davanti a Valentino Rossi e a Dani Pedrosa.
Il pilota spagnolo della Honda, attualmente quinto in classifica, ha ottenuto a Jerez la sua unica vittoria, davanti agli altri due spagnoli Marquez e Lorenzo. Quest'ultimo, in Ducati, non sta raccogliendo grossi risultati e il podio al GP di Spagna permane al momento il suo migliore risultato stagionale.
In Francia ha vinto di nuovo Viñalez, precedendo al traguardo il pilota di casa Johann Zarco e Dani Pedrosa.
Parliamo nuovamente di Ducati, adesso: Andrea Dovizioso ha vinto entrambi i gran premi successivi, il GP d'Italia (sul podio con lui Maverick Viñalez e Danio Petrucci) e il GP di Catalumya (secondo Marquez, terzo Pedrosa).
Valentino Rossi al momento ha vinto soltanto il GP d'Olanda, davanti a Petrucci, Marquez, Crutchlow e...
Incredibile ma vero, un giornale spagnolo destinato a fare il giro del web ha attribuito il quinto posto non a Dovizioso, che effettivamente aveva tagliato il traguardo in quinta posizione, bensì nientemeno che a Felipe Massa su una Brawn GP, oltre un'ora e mezza di gap nei confronti di Rossi.
Mentre in Spagna c'era gente convinta che Massa gareggiasse in MotoGP sulla monoposto di Barrichello, il campionato è andato avanti con il GP di Germania, l'ultimo prima di una pausa estiva durata praticamente tutto il mese di luglio: al Sachsenring ha vinto Marc Marquez davanti al pilota di casa Jonas Folger e a Dani Pedrosa.

venerdì 28 luglio 2017

Riflessioni del giovedì sera pre-GP

Mancano poche ore, poi entreremo nel vivo del GP d'Ungheria. E' l'11esimo della stagione, su un totale di venti. Nonostante la scuola di pensiero predominante faccia coincidere la fine della prima metà della stagione con l'avvento della pausa estiva e con il nulla cosmico a cui siamo condannati, la matematica sostiene che la prima parte della stagione sia già terminata e che stia per iniziare la seconda.

Nei primi 10 appuntamenti della stagione abbiamo assistito a:

4 vittorie di Hamilton;
3 vittorie di Vettel;
2 vittorie di Bottas;
1 vittoria di Ricciardo.

Vettel è in testa alla classifica piloti, con Hamilton a -1 e Bottas a -23. La Mercedes è in testa alla classifica costruttori.

Osservazioni random:
> se in termini di vittorie e di punteggi la seconda parte della stagione dovesse rispecchiare la prima parte, Vettel vincerebbe il mondiale per due punti vincendo due gare in meno di Hamilton e non è una situazione che sono pronta ad affrontare viste le polemiche che finirei per leggere;
> se il numero di vittorie di ciascun pilota dovesse ripetersi, sarebbe la prima volta dal 2012 in cui almeno quattro piloti vincono almeno due gare;
> sarei molto soddisfatta dal punto di vista delle vittorie, perché significa che Verstappen non ha vinto nessun gran premio;
> molto soddisfatta 'sti cavoli, perché significa che anche Raikkonen non ha vinto nessun gran premio.

Ora, prima di premere INVIO e di far partire il lancio di pomodori, ci tengo a precisare che questo post è solo una riflessione fatta così, un po' a caso, che non sintetizza necessariamente le mie speranze ma solo quello che potrebbe succedere se tutto si ripetesse.
Tanto non ve lo dico chi spero che vinca il mondiale (perché, chi ha letto i miei commenti ai GP, saprà che una mezza speranza ce l'ho, negli ultimi tempi, anche se preferisco non pronunciarmi per questioni di correttezza e di quieto vivere), non mi faccio corrompere da un lancio di pomodori.

PS. Come già anticipato, in questo weekend non avrò molte possibilità di stare connessa, a causa dei già citati effetti del rinnovo della promo annuale che ho sulla chiavetta. Verosimilmente non posterò nulla sul GP d'Ungheria nel corso del weekend, ma soltanto all'inizio della nuova settimana. Allo stesso modo ci sarà da attendere la nuova settimana per gli aggiornamenti su Formula E, Indycar, NASCAR... Nel corso del weekend appariranno comunque dei post già "preconfezionati" a proposito del recap di quello che si è visto finora in altre serie nel corso dell'anno, in modo da aggiornarci con quello che è successo nella prima parte di campionato nelle serie di cui non ho parlato finora.

giovedì 27 luglio 2017

#AskSunshineBlog: la Formula 1 agli occhi dell'americano medio che segue Indycar e NASCAR

Senza nulla togliere a tutte le altre domande, per l'#Ask ho ricevuto una domanda bellissima, da parte di PilotiMotori. La domanda è la seguente:

Secondo te la F1 attuale (considerate gare, approccio coi tifosi, piloti presenti) come potrebbe essere vista da un americano medio che ha una conoscenza discreta di Indycar e di NASCAR?
Ho pensato molto al modo in cui rispondere a questa domanda e ho deciso di utilizzare il seguente: fingerò di essere una tifosa media americana di NASCAR e Indycar, anche abbastanza fanatica, che di recente si è appassionata di F1, ha iniziato a seguirla e cerca di spiegare che cosa sia la Formula 1 ad altri americani che non hanno la più pallida idea di che cosa sia! In pratica farò l'opposto di quello che farei per spiegare alla mia amica telespettatrice occasionale della F1 che cos'è la NASCAR, ma più da niubba. La mia alter-ego americana ha iniziato a seguire la Formula 1 da pochi anni, la guarda occasionalmente per questioni di fuso orario, vede degli highlights, non ha la più pallida idea di che cosa sia accaduto davvero fino a pochi anni fa, non ha ancora le idee molto chiare sul fatto che la Formula 1 sia la massima serie di automobilismo internazionale e, per spiegare come funziona a un pubblico ignorante, di tanto in tanto si concede un po' d'ignoranza. Oppure è ignorante anche lei, a seconda dei punti di vista.

Domenica mattina faceva caldo e non riuscivo a dormire, quindi mi sono messa a fare zapping in TV e ho visto che c'era una gara di Formula 1 che si svolgeva in Europa. Hai presente cos'è la Formula 1? No? Hai presente quella serie che corre in paesi europei tipo Francia, Germania, Olanda... hanno auto che somigliano un po' a quelle di Indycar, però non hanno gli ovali. Corrono su dei circuiti strani, molti di quelli sono permanenti. Poi hanno qualche circuito cittadino, ma non sono squadrati come quelli di Indycar e in genere sono più lunghi. Corrono quasi sempre quando qua è mattina presto, a parte quando ci sono le gare asiatiche quando qui è sabato sera.
Le vetture sono tutte accoppiate due per due nei team, hanno gli stessi colori e i compagni di squadra si fermano nella stessa piazzola, ma non nello stesso momento, per i cambi gomme e i rifornimenti di benzina. Anzi, in realtà in F1 non ci sono rifornimenti di benzina, ma solo cambi gomme, che durano circa due o tre secondi.
Per qualche motivo vincono sempre gli stessi e arrivano ultimi sempre gli stessi. In particolare negli ultimi anni ha vinto la Mercedes, un team di proprietà di quella casa automobilistica che sostiene di avere inventato le auto, per il semplice dettaglio che già le produceva quando la Ford ha costruito il modello T. I piloti sono un rapper caraibico amante dei bulldog che nel tempo libero fa il modello per Hugo Boss e un nordico con lo sguardo da serial killer.
Poi c'è la Ferrari, che penso che sia un team di mafiosi che non mangiano altro che pineapple pizza, che ha le vetture rosse e per qualche strano motivo non cambia mai colore. La Ferrari è la dimostrazione che i piloti di F1 sono degli scarsi, figurati che si vantano di essere la squadra più famosa al mondo e hanno ingaggiato quel pilota nordico che in NASCAR Trucks non ha mai vinto nulla. Il suo compagno di squadra è stato anche compagno di squadra di Bourdeeeeeyyyyy, hanno detto una volta in telecronaca, e l'ha battuto notevolmente. Visto che i piloti di F1 sono degli scarsi e che questo andava molto più veloce di Bourdeeeeeeyyyyy, finalmente da purista della IRL ho avuto le prove che i piloti di Champ Car sono sempre stati degli scarsi.
C'è un'altra squadra importante, ovvero la Redbull, quella delle bibite. Uno dei suoi piloti sorride sempre e beve lo champagne dalle scarpe ogni volta che va sul podio. L'altro è un ragazzino e, quando va sul podio, gli danno comunque lo champagne nonostante non abbia ancora 21 anni! Trovo che tutto ciò sia scandaloso.
A proposito, quel ragazzino si chiama Max Verstappen. I piloti di F1 si chiamano tutti con nomi stranissimi: Max Verstappen, Jolyon Palmer, Kevin Magnussen... insomma, non hanno nomi normali come Jos Verstappen Jr, Jonathan Palmer Jr, Jan Magnussen Jr... tutti a parte uno, che si chiama Carlos Sainz Jr ma nessuno sa bene di chi sia figlio dato che suo padre è un pilota di rally e non di F1.
Le altre squadre non vincono mai, quindi suppongo che siano tutte poco importanti e senza storia. In realtà anche la Redbull non vince mai, ma mi pare che prima della Mercedes vincesse sempre la Redbull e prima ancora la Ferrari. In mezzo ci sono stati dei titoli vinti da squadre che non hanno mai contato nulla.
La squadra più scarsa è la McLaren e ha motori giapponesi, il che è un vero oltraggio. Come si permette una squadra di F1 di mettersi in combutta con il Giappone? Non hanno paura che la Honda decida di bombardare il porto di Montecarlo? E no, prima che mi si accusi di razzismo, ce l'ho solo con i giapponesi, non con tutti gli asiatici con gli occhi a mandorla. Se fossero cinesi non li odierei così, per hobby. E' anche vero che non saprei distinguerli dai giapponesi e probabilmente li odierei lo stesso, ma non fa niente. In Cina c'è anche un gran premio, che si svolge al sabato verso la mezzanotte.
I piloti debuttano intorno ai vent'anni, alcuni anche prima, e quando debuttano prima tutti si lamentano che sono troppo giovani. Quando hanno più di trent'anni sono tutti dei vecchi decrepiti, ma alcuni se ne fregano e continuano a gareggiare anche oltre i trentacinque. Ci sono piloti che si ritirano a caso, altri piloti che ritornano a caso, gente che sostituisce piloti che vengono a correre la 500 miglia di Indianapolis e piloti che non trovano un volante perché ci sono appena dieci team. I fan europei, però, sostengono che la colpa è tutta di quel vecchiaccio che correva in NASCAR Truck perché non intende ritirarsi. I piloti rimangono gli stessi per tutta la stagione, a parte nelle squadre minori dove ogni tanto qualcuno perde gli sponsor e viene sostituito da qualcuno che porta altri sponsor. Per qualche strano motivo in Europa nessuno trova che queste cose siano normali e sia chi perde il volante sia chi ne prende il posto viene considerato sponsorizzato e quindi scarso. Altri piloti scarsi sono quelli giapponesi, per fortuna non vincono nessuna gara e, quando arrivano sul podio, generalmente lo fanno sul podio del gran premio di casa. In questo secolo, però, è capitato una volta che quell'usurpatore che ha vinto la Indy 500 abbia fatto un terzo posto al GP degli Stati Uniti, mentre nessun americano è mai salito sul podio del GP del Giappone. In realtà nessun americano ha neanche mai fatto punti, in questo secolo, ma questi sono dettagli.
Le gare sono stranissime: partono da fermi, quando c'è pioggia la partenza somiglia a una partenza lanciata ma con fila singola, non c'è la bandiera verde, non c'è la bandiera bianca all'ultimo giro, usano termini strani tipo "virtual safety car" invece che "full course yellow", chiamano safety-car la pace-car e non la fanno entrare in pista quasi mai. Ancora più strano, generalmente le gare non vengono interrotte dalla bandiera rossa, a parte quando vengono sfondate delle barriere o capitano situazioni molto caotiche. Quando c'è un incidente verso la fine, la gara può finire in regime di safety-car come in Indycar, invece di andare in overtime e durare potenzialmente all'infinito e quando viene esposta bandiera rossa la gara può anche non riprendere, invece di essere rimandata per ore e ore finendo al lunedì pomeriggio.
Quando la safety-car entra a gara in corso, vengono fatti sdoppiare tutti i doppiati e non solo il lucky dog. Le vetture non hanno il push-to-pass ma il DRS. Le gare sono cortissime, durano circa un'ora e mezza e le vetture fanno in media due pit-stop per gara. Quando piove mettono le gomme da pioggia e continuano, a meno che non scenda il diluvio universale. Il massimo obiettivo che i piloti possono raggiungere è crashare sotto la pioggia durante il gran premio di casa ed essere acclamati come eroi.
Alla mattina ci sono gare di GP2 e GP3 che sono un po' come la Indylights e la ProMazda o come la Nationwide e la Xfiniti. Quelle sono gare ancora più corte.
I piloti a quanto pare sono costretti a seguire corsi di buone maniere. Invece che risolvere le loro controversie innescando risse con una ventina di persone o lanciandosi addosso dei caschi, in genere preferiscono lamentarsi via radio chiedendo che i loro avversari vengano squalificati, si mandano a ca*are in mondovisione invitandosi a vicenda a "imparare a imparare", si lanciano addosso i cappellini, bestemmiano via radio o si lamentano delle presunte scorrettezze altrui durante le riunioni dei piloti, dove nessuno ascolta minimamente quello che gli altri hanno da dire. In certi rarissimi casi accade addirittura che chi ha innescato un incidente si scusi per averlo fatto, invece di andare a picchiare i meccanici del pilota speronato da lui stesso.
Ci sono team divertenti, ovvero tutti tranne la Ferrari, che scrivono battute su Twitter e che ogni tanto rispondono ai tifosi, e team noiosi, ovvero la Ferrari, che non fanno niente di tutto ciò. I tifosi passano gran parte del loro tempo a lamentarsi che i mondiali sono falsati, essenzialmente perché i loro piloti o team preferiti non vincono abbastanza spesso secondo il loro punto di vista. Più i loro piloti preferiti o team preferiti hanno probabilità di vittoria e più si lamentano se queste probabilità non si concretizzano.
I tifosi sono sempre convinti che i piloti del passato fossero personaggi più interessanti di quelli attuali e definiscono il passato come "l'epoca di Senna" o "l'epoca di Schumacher", che dovrebbero coincidere più o meno con l'epoca di Dale Earnhardt Sr perché anche quello è stato un pilota del passato. Nessuno si lamenta che i figli d'arte sono più scarsi dei loro padri, perché i loro padri erano più scarsi di loro oppure perché non ne conoscono l'esistenza.
Non c'è un vero Jimmy Johnson odiato da tutti in F1, ciascuno dei piloti più importanti, oltre che degli hater, ha anche una vasta schiera di fanboy pronti a difenderlo.
Le mogli dei piloti principali non vengono mai inquadrate, essenzialmente perché il rapper amante dei bulldog non ha una moglie e perché quella dell'ex compagno di Bourdeeeeyyyyy se ne rimane sempre a casa. Nessun pilota è fidanzato con una collega, ma il team principal della Mercedes è sposato con Susie Wolff. Le giovani tifose sostengono che Susie Wolff è la loro role model, perché anche loro vorrebbero sposarsi con un team principal.

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...Okay, non mi viene in mente null'altro da aggiungere. Credo che l'americana con una conoscenza discreta di Indycar e NASCAR che è in me abbia saputo spiegare ai suoi compari ignoranti che cosa sia la Formula 1 vista con i suoi occhi!

martedì 25 luglio 2017

Ancora un gran premio, poi quattro settimane di vuoto cosmico

Miei cari lettori, è giunto il momento di introdurre il Gran Premio d'Ungheria, che si svolgerà nel weekend imminente, che sarà fortunatamente trasmesso in diretta Rai, visto che domenica sarò verosimilmente senza Internet nell'attesa del rinnovo della promozione annuale, e i cui orari saranno i seguenti:

PROVE LIBERE 1: venerdì h.10.00
PROVE LIBERE 2: venerdì h.14.00
PROVE LIBERE 3: sabato h.11.00
QUALIFICHE: sabato h.14.00
GARA: domenica h.14.00

Come al solito ho dovuto scegliere un momento a partire dal quale iniziare il mio resoconto e ho optato per il 2003.
Ricordo che quel giorno stavamo guardando il pre-gara a casa dei miei nonni e stavamo discutendo delle probabilità di vittoria.
Mio padre, con il suo ottimismo (perché altro non poteva essere che ottimismo) osservò: "secondo me oggi potrebbe vincere Coulthard", che infatti partiva dalla nona posizione e sicuramente era proprio il vincitore più probabile! Osservai che sì, tutto sommato poteva accadere, e mia nonna se ne uscì fuori con un "ma cosa dici? vince Schumi". Ah, se lo dici tu. Per onore di cronaca "Schumi" (ma era proprio necessario chiamarlo con un soprannome da scolaretto delle medie?) partiva dall'ottava casella della griglia di partenza, una sola posizione davanti a Coulthard.
Vorrei esprimere tutta la mia solidarietà a Fernando Alonso e al team Renault al gran completo. Il fatto che stessero partendo dalla pole e che nessuno se li sia filati minimamente nei pronostici sul potenziale vincitore del gran premio suggerendo nomi di gente che partiva tre o quattro file più indietro non è esattamente edificante.
Vorrei segnalare il terzo posto ottenuto in qualifica dalla Jaguar del best friend forever di Alonso, Mark Webber. Purtroppo la Jaguar non riuscì a vedere la luce del podio, che invece videro la McLaren con Kimi Raikkonen e la Williams con Juan Pablo Montoya. Ralf Schumacher, che era partito secondo ma aveva avuto una partenza travagliata, si classificò quarto, precedendo la McLaren del Mascellone, che non solo non vinse, ma arrivò a quasi un minuto da Alonso.

L'edizione del 2004 fu abbastanza noiosa. L'ho vista di recente per accertarmene, perché ricordavo di un'edizione del GP d'Ungheria noiosa e credevo fosse quella del 2005, ma avendo visto quella del 2005 qualche mese fa, mi ero accorta che evidentemente non era quella la gara che avevo trovato noiosa.
Nel 2004 fu doppietta Ferrari con Michael Schumacher e Rubens Barrichello abbastanza distanti l'uno dall'altro e terzo Fernando Alonso su Renault a debita distanza dai due, seguito da altre vetture tutte a debita distanza l'una dall'altra. Non ci furono eventi particolarmente degni di nota neanche nelle retrovie ed effettivamente non fu il più movimentato dei gran premi.
Nel 2005 la vittoria andò alla McLaren di Kimi Raikkonen, davanti ai fratelli Schumacher in lotta per la seconda posizione. Michael, che era partito dalla pole position ma aveva perso la posizione in corso d'opera, la spuntò nei confronti della Toyota di Ralf.

Il 2006 fu un delirio. Kimi Raikkonen partì dalla pole, su McLaren. Felipe Massa che gli stava accanto partì da Webber. Dietro di loro si erano qualificate le Honda di Barrichello e Button, ma quest'ultimo era stato mandato dieci posizioni più indietro per avere sostituito il motore, della serie Honda the power of Nightmares.
Raikkonen si perse per strada mentre doppiava Liuzzi. Purtroppo doppiare una vettura passandole per di sopra non dava gli effetti desiderati. A quel punto ne accaddero di tutti i colori.
In Renault pasticciarono e mandarono in pista Alonso con una gomme male imbullonata, che venne persa per strada.
In Ferrari Michael Schumacher rimase in pista girando sui cerchioni, nelle fasi conclusive della gara, e finì per rompere una sospensione.
Gli occhi di tutti, comunque, erano concentrati sull'eroe di quella giornata: partito dalla 14esima posizione, Jenson Button stava finalmente andando a prendersi la sua prima vittoria in carriera, quando ormai nessuno ci credeva più. Dietro di lui c'erano Pedro De La Rosa, su McLaren, che andava a prendersi il primo (e unico) podio in carriera e Nick Heidfeld, che portava sul podio per la prima volta la BMW, se si considera la BMW un team diverso dalla Sauber.
L'inno giapponese che suonò in occasione della vittoria della Honda non si sentiva dal 1967 sul podio di una gara di Formula 1 e non lo si è più sentito da allora. Dato che non ci sono piloti giapponesi o squadre giapponesi, attualmente, in Formula 1, passerà ancora un bel po' di tempo prima che accada di nuovo.
In quel gran premio debuttò Robert Kubica, che originariamente concluse la gara in zona punti, ma fu squalificato perché la sua vettura era sottopeso. Nel GP successivo avrebbe ottenuto il suo primo podio.

Il GP d'Ungheria del 2007 fu un susseguirsi di polemiche che gradirei evitare di riportare alla luce. Vinse Lewis Hamilton su McLaren, davanti alla Ferrari di Raikkonen. Terzo arrivò Heidfeld ancora una volta.
Vittoria McLaren anche nel 2008, quando a imporsi fu Heikki Kovalainen, che poi imporsi è una parola grossa, dato che era stato stabilmente terzo almeno finché Hamilton non aveva forato a metà gara dalla seconda posizione ed era stato stabilmente secondo finché il motore di Massa non era finito in fumo a pochi giri dalla conclusione.
Fu l'unica vittoria di Kovalainen in Formula 1 e, curiosità, divenne il centesimo pilota a vincere una gara valida per il campionato di Formula 1!
Completavano il podio Timo Glock su Toyota e Kimi Raikkonen su Ferrari. Nonostante ciò, l'anno scorso nel "Grill The Grid", alla domanda di elencare i finlandesi che avevano vinto dei gran premi di Formula 1, Raikkonen non si ricordava assolutamente di Kovalainen.

Il Gran Premio d'Ungheria del 2009, celebre per il famoso incidente di Felipe Massa con la molla durante le qualifiche, di cui oggi ricorre l'ottavo anniversario, vide Fernando Alonso ottenere la pole position su Renault, al termine di una qualifica nella quale la grafica non funzionava e i piloti della top-ten, giunti al traguardo, si chiedevano l'uno con l'altro i tempi fatti registrare, in modo da capire quale fosse l'ordine di qualifica.
La gara di Alonso fu un ripetersi dell'edizione 2006: fu mandato in pista con una ruota non imbullonata, che si staccò. Complice il fatto che ciò fosse avvenuto una settimana dopo la morte di Henry Surtees in Formula 2 per essere stato colpito da una ruota sul casco e che fosse avvenuto il giorno successivo a un incidente serio in cui Massa era stato colpito a sua volta da un detrito, la Renault venne squalificata per un gran premio, squalifica che fu poi annullata in appello.
Quell'edizione fu una pietra miliare nella storia della F1, in quanto la vittoria di Hamilton su McLaren fu la prima vittoria di una monoposto con il kers in Formula 1. Completarono il podio la Ferrari di Kimi Raikkonen e la Redbull di Mark Webber, che con la vittoria nel 2010 si portò in testa alla classifica. Sul podio con lui c'erano Fernando Alonso su Ferrari e l'altro pilota Redbull Sebastian Vettel. Il finale della gara fu reso scoppiettante da un duello epico tra Schumacher e Barrichello per la decima posizione che si concluse con quest'ultimo che conservò il decimo posto nonostante una ruotata ricevuta dall'ex compagno di squadra.

Il Gran Premio d'Ungheria 2011 fu quello in cui ad un tratto Mazzoni descrisse un'azione di gara esattamente con questi termini: "Alonso, no è Massa, ha superato Schumacher, no è Rosberg". Fu l'ultimo gran premio in carriera per Nick Heidfeld e fu il 200esimo della lunga carriera di Jenson Button, che lo celebrò ottenendo una vittoria. Vettel, partito dalla pole position, arrivò secondo davanti a Vettel e Alonso. Nessuno dei tre era sul podio l'anno seguente, in cui ci fu un'ulteriore vittoria McLaren: vinse Lewis Hamilton, davanti alle Lotus di Kimi Raikkonen e Romain Grosjean. Quest'ultimo era partito dalla prima fila e soltanto avanti nel corso della gara era stato superato dal compagno di squadra. Era il suo terzo podio stagionale e il GP d'Ungheria 2012 per lui fu la quiete che precedeva la tempesta, che avrebbe scatenato lui stesso al via del successivo gran premio in Belgio.

Il Gran Premio d'Ungheria 2013 segnò la prima vittoria per Hamilton Mercedes e, curiosamente, fu l'ultima gara della stagione a non essere vinta da Vettel. Quest'ultimo arrivò in terza posizione, mentre secondo ancora una volta si era classificato Raikkonen su Lotus.
Un anno più tardi Daniel Ricciardo riportò la Redbull alla vittoria all'Hungaroring, vittoria che mancava dai tempi di Webber, al termine di una gara abbastanza caotica in cui - preparate la scatola dei fazzoletti, prego, sto per scrivere una cosa molto commovente - Fernando Alonso, secondo al traguardo, ottenne quello che ad oggi è tuttora il suo ultimo podio e, visto che la sua vettura vede raramente il traguardo e quando lo vede è a debita distanza dalle prime posizioni, potrebbe rimanerlo ancora per molto tempo. Terzo arrivò Lewis Hamilton, che era partito dalla pitlane.
Curiosità: senza nulla togliere a Ricciardo, quella fu, ad oggi, l'unica occasione in cui vinse una gara conquistando la prima posizione sul campo e non "ereditandola" dopo ritiri o incidenti altrui. Per fortuna ha dalla sua parte il fatto di essere un tipo che sta simpatico più o meno a tutti, altrimenti non oso immaginare che reputazione avrebbe.

Nel 2015 ci fu una prima fila tutta Mercedes, ma le Ferrari salirono in prima e seconda posizione al momento dello start, con Sebastian Vettel davanti a Kimi Raikkonen. Avrebbe potuto essere una doppietta, in quanto quest'ultimo era secondo al momento del ritiro, ma appunto solo la vettura di Vettel riuscì a vedere il traguardo, permettendogli di ottenere la vittoria su un circuito dove fino a quel momento non aveva mai vinto. Le Redbull di Daniil Kvyat e Daniel Ricciardo ottennero i gradini più bassi del podio. Quest'ultimo sarebbe salito sul podio, classificandosi terzo, anche nella gara dell'anno seguente, al termine della quale sarebbe stato inquadrato, nel post-gara, con una bottiglia d'acqua appoggiata sulle parti intime in attesa di salire sul podio. Vinse Lewis Hamilton su Mercedes, davanti al compagno di squadra Nico Rosberg. In conferenza stampa Hamilton rivelò accidentalmente al mondo che Ricciardo (che tutti credevano ancora fidanzato con la sua ex storica Jemma) era single, in una domanda sulle grid girl locali, e terminò la conferenza stampa dichiarando che doveva andare in bagno con una certa urgenza, quando gli fu posta una domanda *utilissima* a proposito di una canzone che secondo lui sarebbe stata adatta per descrivere quel momento.
Curiosità: in quella gara Gutierrez fu penalizzato per non avere rispettato le bandiere blu ostacolando un doppiaggio da parte di Hamilton. Cercò in seguito di mettersi a litigare con Hamilton su Twitter, ma Hamilton non se lo filò.

Che cosa ci riserverà questa stagione lo scopriremo soltanto al termine di questa settimana. Per il momento non mi resta che augurare a tutti quanti, con un po' d'anticipo, un buon weekend.

lunedì 24 luglio 2017

#Breakyard400: liveblogging

Rientrare a casa all'una e tre quarti di notte e scoprire che la gara di NASCAR che doveva iniziare alle 20.30 non è ancora terminata e che peraltro è stata redflaggata con dieci giri ancora da disputare...
Raccogliendo informazioni in giro per Twitter ho scoperto che c'era stato un rain delay e ho iniziato a sospettare che la gara fosse iniziata in ritardo.

La cosa più pittoresca è che, quando la gara è ripartita dietro la safety car, mi sono accorta che c'era in testa Kasey Kahne. Secondo c'era Newman e terzo Keselowski.
Al momento del restart mancavano appena sette giri al termine.
Keselowski ha superato subito Newman, mentre io speravo che Kahne riuscisse a vedere la luce della victory lane.
Mezzo giro più tardi Kyle Larsson è finito a muro e la vettura ha iniziato ad andare a fuoco. A sei giri dalla fine la safety car era tornata a fare visita al circuito di Indianapolis per l'undicesima volta.

I telecronisti ne hanno approfittato per ricordare che Kahne non vince da 102 gare in cui è partito, ovvero dal 2014.
Suvvia, non facciamone un caso. Se questi sapessero che Massa non vinceva da 102 partenze già nel 2014 e che non è particolarmente probabile che questa statistica si interrompa, cosa farebbero?

La gara è ripartita a due giri dalla fine, Keselowski ha affiancato e superato Kahne (e che pa**e! XD), ma Kahne gli si è affiancato nuovamente e c'era nel frattempo anche Johnson, che stava per prendere la testa della gara quando improvvisamente si è vista la sua vettura fumare e andare a verniciare il muro, provocando la dodicesima caution della giornata e mandando la gara in overtime.
Erano già le due e un quarto passate e in testa alla gara c'era apparentemente ancora Kahne, mentre io pensavo ci fosse Keselowski ed ero già in atmosfera da #MaiUnaGioia.

Al restart stavo cercando di capire chi fosse davanti tra i due.
Poi ho visto il caos, qualcosa come una dozzina di vetture incidentate e la tredicesima caution della gara. WTF?! Pare che tutto il caos sia stato innescato da Trevor Bayne che era: tutto è partito dalle prime file, la gara è finita un'altra volta in overtime.
Eravamo nel frattempo precipitati in atmosfera da #MaiUnaGioia con Keselowski in testa, ma in quei frangenti, mentre si facevano le due e mezza, ero particolarmente sorpresa dal fatto che nessuno dei piloti incidentati avesse ancora lanciato il proprio casco addosso a qualcun altro. C'era semplicemente Austin Dillon che sbraitava prendendo in mano un pezzo della sua vettura smontata, quindi niente di che, immaginatevi Vettel che sbraitava contro Kvyat in occasione dell'ultima gara di Kvyat in Redbull e siamo a posto. Per la NASCAR è un comportamento molto soft, che porterebbe a diventare un role-model.
Intanto, in tutto ciò, mi stavo dimenticando di dire che la gara era stata redflaggata e che frattanto il Vettel della situazione era diventato Kahne, che stava accusando Keselowski di jumped restart senza che nessuno se lo filasse.

Nel frattempo su Twitter ho beccato Kyle Busch (ritirato dalla gara già da tempo) che litigava con un fanboy della NASCAR che l'aveva menzionato in un post. Busch gli ha dato del troll. Credo che quel tipo sia stato fortunato. A meno che non avesse una gang pronta a difenderlo come accaduto quella volta con i meccanici di Logano, avrebbe potuto fare una brutta fine se si fosse ritrovato a tu per tu con KyBusch.

La gara rischiava di non essere ripresa (ma andare tutti a casa no?) perché il sole ormai stava tramontando, ma alla fine sono riusciti a ripartire.
Kahne si è ripreso la posizione con due giri da disputare e la speranza che un giro potesse essere completato per raggiungere la linea dell'overtime (AKA il momento della bandiera bianca) in modo da potere finire la gara dietro la safety car se questa fosse entrata.
La safety car è entrata quando Hamlin, che perdeva fumo, si è girato ed è finito a muro. Anche Menard è rimasto coinvolto nel crash e probabilmente anche qualcun altro.

Mancavano pochi minuti alle tre di notte ora italiana quando Kasey Kahne ha tagliato il traguardo da vincitore davanti a Brad Keselowski, Ryan Newman, Joey Logano, Matt Kenseth, Kevin Harvick, Daniel Suarez, Matt Di Benedetto, Chris Buescher e AJ Allmendinger a completare la top-ten.
Un ritirato in più e Danica Patrick avrebbe potuto arrivare decima mettendolo in quel posto a Stenhouse. Ad ogni modo gliel'ha messo in quel posto lo stesso, dato che Ricky si era ritirato ben prima che mi mettessi a seguire la gara: 11° vs 35°, questa settimana stira lui!
Tra parentesi, mi è parso di capire dalla telecronaca che la gara sia durata SEI ore, ma prenderei questa notizia con le pinze.

Il DTM a Mosca: mini-commento per il forum

Ci eravamo lasciati con un weekend abbastanza intenso e abbiamo ritrovato il DTM sul circuito di Mosca, laddove il campionato è proseguito nel weekend del 22/23 Luglio. Mike Rockenfeller, rimasto infortunato nel precedente appuntamento, non solo era presente in pista ma si è anche qualificato secondo per la gara di sabato ed è partito accanto a René Rast che aveva ottenuto la pole position.
A seguire c'era terzo Farfus, dopodiché Glock, Ekstrom, Wittmann, Green, Blomqvist, Paffett, Spengler, Wickens, Muller, Auer, Martin, Duval, Di Resta, Mortara, Engel.

La gara è stata caratterizzata da una partenza abbastanza caotica.
C'è stato un contatto tra varie vetture nelle retrovie, con varie auto che finivano in giro per i prati.
C'è stato anche un contatto tra Glock ed Ekstrom, che ha spedito quest'ultimo oltre la metà dello schiramento.
La cosa più bella, che faceva tanto Gran Premio della Colombia, è stata un contatto tra Rockenfeller e Farfus a seguito del quale quest'ultimo ha abbattuto un paletto, prima di perdersi nel dimenticatoio delle ultime posizioni (si sarebbe ritirato verso la fine della gara, dopo essere stato stabilmente ultimo per gran parte del tempo).
Rast è rimasto in testa per tutta la durata della gara, superando indenne il giro di pitstop e contenendo Rockenfeller che per gran parte del tempo è stato al di sotto del secondo di distacco.
Wickens è stato lungamente terzo, ma non era destinato a finire la gara in quella posizione: è stato infatti superato da Wittmann quando mancavano ormai pochi giri alla conclusione.
Ha chiuso solo sesto Auer: garahhhh falsatahhhh senza duellihhhh e senza sorpassihhhh!!!111!!!1!!! :-P
A proposito di duelli, ce n'è stato uno abbastanza intenso tra Paffet e Ekstrom mentre tagliavano il traguado, a posizioni invariate.
I telecronisti hanno menzionato per tutti i giri finali che Engel era 11° e quindi fuori dalla top-ten, ma plot-twist, a fine gara il suo 11° posto è stato convertito in un 10°, in quanto Muller giunto al traguardo come ultimo pilota della top-ten ha ricevuto una penalità.

RISULTATO: 1. René Rast, 2. Mike Rockenfeller, 3. Marco Wittmann, 4. Robert Wickens, 5. Timo Glock, 6. Lucas Auer, 7. Gary Paffet, 8. Mattias Ekstrom, 9. Jamie Green,  10. Maro Engel, 11. Loic Duval, 12. Bruno Spengler, 13. Edoardo Mortara, 14. Paul Di Resta, 15. Nico Muller, 16. Maxime Martin, Rit. Augusto Farfus, Rit. Tom Blomqvist.

La classifica, dopo la gara, recitava testualmente: Rast 99, Auer 95, Ekstrom 93.
Sparita la classifica che si vedeva in sovrimpressione, c'è stata un'inquadratura di Auer e mi sono sorpresa per l'ennesima volta nel notare che sia alto un metro e un tappo, insomma, non ha sicuramente preso allo zio.
Sul podio Rast aveva i capelli sparati in aria, un po' come Raikkonen dieci anni fa, con la sola differenza che Raikkonen aveva decisamente più charme. Rockenfeller sul podio c'è arrivato sorreggendosi sulle stampelle, che poi ha abbandonato non è ben chiaro dove. Il trofeo del secondo classificato gli è stato consegnato da un individuo con folti capelli brizzolati che indossava un paio di occhiali da sole. La grafica e le voci dei telecronisti ci hanno informati dell'identità di quel misterioso individuo: era Herman Tilke!
Dopo le consegne dei trofei è arrivato il momento del "carburante" e il povero Rockenfeller che si reggeva a malapena in piedi è stato sommerso mentre cercava di girarsi dall'altra parte, insomma, stavolta era lui che aveva qualcosa in comune con Raikkonen.

Nelle interviste post-gara di sabato era stato chiesto a Rockenfeller quanto tempo gli sarebbe servito per recuperare abbastanza per potere puntare alla vittoria e se fosse stato pronto per vincere la gara del giorno dopo.
Ciò si è rivelata una promettente gufata, seppure non una di quelle destinate ad essere ricordate nel corso dei decenni a venire. Rockenfeller è stato semplicemente irrilevante nella lotta per la vittoria, da cui si è tenuto a debita distanza, ma non ha fatto nulla che fosse meritevole di rendere quella gufata una di quelle che entreranno negli annali delle gufate.

Bruno Spengler si è appropriato della pole position per la gara di domenica, seguito da Ekstrom, a quanto pare soprannominato "Eki" nelle telecronache. Avevo capito che lo chiamassero Heikki e infatti mi stavo chiedendo se si fosse per caso materializzato in pista Kovalainen. Purtroppo non è accaduto, anche se mi avrebbe fatto molto piacere perché Kovalainen è pur sempre Kovalainen! <3 A seguire, dalla seconda fila in poi, c'erano Rast, Di Resta, Glock, Wittman, Martin, Duval, Paffett, Wickens, Farfus, Auer, Muller, Rockenfeller, Green, Mortara, Engel, Blomqvist.
La legge del caso voleva che fossimo sul punto di assistere a qualcosa di molto pittoresco e, per vedere qualcosa di molto pittoresco è servita la collorazione di Maxime Martin.
Costui, che era già finito per prati nelle concitate fasi di partenza, in cui il nostro vecchio amico Paul Di Siesta si posizionava in terza posizione dietro a Spengler ed "Eki", si è ritirato con una gran verniciata di muretto e un gran sollevamento di polvere qualcosa come dieci minuti dopo, quando solo gente che si trovava in pollesima posizione era rientrata ai box per il pitstop. Uno di costoro era Maro Engel, che approfittando della safety car si è ritrovato nella posizione di recuperare un bel po' di terreno.
Un sorpasso su Wittmann l'ha portato davanti al primo dei piloti che si erano già fermati e, seppure Muller abbia fatto il figo ritardando la sosta e rientrando solo all'ultimo, dopo avere fatto diversi giri in prima posizione con Engel negli scarichi, tutto è andato a favore di Engel, che si stava involando verso la sua prima vittoria.
Non che abbia avuto la strada spianata: quando Ekstrom ha superato Wittmann per la seconda posizione si è lanciato in un inseguimento che è terminato con Engel che aveva appena tre decimi di vantaggio nel momento in cui ha tagliato il traguardo.
Wittmann ha perso anche la terza posizione in un successivo duello avvenuto in una zona abbbastanza caotica.
Prima erano stati Di Resta e Duval che si erano toccati precipitando nelle retrovie, dopodiché è toccato a Wittmann fare un po' di casino, tagliando per i campi nel corso di un duello con Green. Spengler ne approfittava per andare a prendersi il podio facendo pernacchie a tutti.

RISULTATO: 1. Maro Engel, 2. Mattias Ekstrom, 3. Bruno Spengler, 4. René Rast, 5. Jamie Green, 6. Marco Wittmann, 7. Mike Rockenfeller, 8. Tom Blomqvist, 9. Lucas Auer, 10. Robert Wickens, 11. Gary Paffett, 12. Edoardo Mortara, 13. Augusto Farfus, 14. Timo Glock, 15. Loic Duval, 16. Nico Muller, 17. Paul Di Resta, Rit. Maxime Martin.

Le classifiche parlano chiaro: dopo la giornata di domenica Ekstrom non era più terzo, ma era in testa con 113 punti, uno in più di Rast che invece era in testa dopo la gara di sabato. Solo terzo a 97 punti Lucas Auer e, vista l'aurahhhh ferraristahhhh che Auer emana essendo il nipote di Berger, ciò ha reso la KLàX1F1Kà FàL$àTà!!!11!!!!1!! (Come dite? che dovrei rinnovare il mio repertorio? Sì, lo ammetto, avete ragione.)
Dopo cinque appuntamenti su nove il campionato è ancora apertissimo e tutto può cambiare da un giorno all'altro. Intanto quello che conta è che Engel abbia ottenuto la sua prima vittoria. Tra parentesi, facendo un giro sulla sua biografia è scoperto che il suo compleanno è il 27 Agosto, quindi è un Webber onorario... e non solo, è anche un Berger onorario, pertanto la sua vittoria ha ripristinato l'ordine naturale delle cose, sia perché emana l'aurahhhh ferraristahhhh almeno in parte, sia perché emana l'aura di Webber, che per la sindrome della santificazione delle seconde guide dei team avversari a condizione che non siano scozzesi e colombiani ha comunque il potere di ristabilire l'ordine naturale delle cose.
In sintesi si può affermare che Gara 2 sia stata vinta da uno che ha dentro di sé il sacro nome della Ferrari e che con questa vittoria l'ha messo in quel posto alla Redbull dimostrando di essere più veloce di Kulettel!!!11!!!! #EpicWin.
Poi un giorno qualcuno mi chiederà perché non sono capace di commentare le gare di DTM in modo normale ed effettivamente non sono sicura che avrei una risposta, ma va bene così, lasciatemi trolleggiare un po', se l'arte del trolleggio può mostrare al mondo che il DTM è una serie orribilehhhh perché c'è il DRS, ma è molto meno terribile della Formula 1 perché non c'è il kers, anche se presto DRS e kers verranno riconosciuti come un male necessario e tutti concentreranno i propri sforzi contro il vero nemico della società, ovvero un certo aggeggio innominabile che inizia per "h" e finisce per con la sigla del Divino Ferniiii e che secondo il parere della gente che segue le gare da casa potrebbe rendere molto difficile al Divino Ferniiii scendere dalla macchina in occasione del prossimo cappottamento.
Amo il modo in cui il fanbase della F1 è così pessimista da credere che Ferniiii cappotterà un'altra volta, ma è allo stesso tempo ottimista al punto tale da prevedere che non accadrà prima dell'introduzione dell'aggeggio innominabile.

Tornando a quello che è successo a Mosca, sul podio non c'era Tilke a consegnare trofeo, i piloti non hanno fatto cose particolarmente esagerate quando è arrivato il momento del "carburante", la bottiglia di carburante è stata cortesemente lanciata giù al team del vincitore... e, niente, il collegamento si è interrotto con il terzetto dei primi tre classificati che, dopo essersi allontanati dal podio, erano seduti per terra a parlare tra di loro.

domenica 23 luglio 2017

#AskSunshineBlog: livree che cambiano e line-up che cambiano?

Sottotitolo: #94IsTheWay...

È arrivato il momento di rispondere a un'altra domanda, stavolta dell'utente PilotiMotori, autore dell'omonimo blog.
La domanda recita, testualmente: Ti piacerebbe vedere una F1 con livree che cambiano ogni domenica e piloti che vanno e vengono a seconda del tipo di tracciato (like Carpenter/Pigot)?

Questa è una domanda molto interessante, che merita una risposta lunga e articolata! Credo che, al di là delle difficoltà di fondo, ci si possa costruire intorno un bell'universo distopico (o utopico, a seconda dei punti di vista).
In realtà di difficoltà di fondo ce n'è solo una: l'alternanza Carpenter/Pigot in Indycar dipende dal fatto che Ed Carpenter gareggia soltanto sugli ovali, quindi altrove ci vuole qualcuno al posto suo, in questo caso Pigot. In Formula 1, diversamente che in Indycar, ci sono circuiti diversi ma non così significativamente diversi. Gareggiare a Montecarlo è molto diverso da gareggiare a Monza, ma non così tanto diverso quanto gareggiare a Mid-Ohio è diverso dal gareggiare a Iowa Corn. E' difficile che ci siano piloti che gareggiano soltanto su circuiti tradizionali, in Formula 1, e piloti che gareggiano soltanto su circuiti cittadini; sarebbe più plausibile alternare i piloti a caso... o almeno, a caso secondo ciò che vede l'appassionato medio.

Penso che le vetture dei top team dovrebbero mantenere invariata la loro livrea, perché almeno la Ferrari deve essere rossa, la Mercedes deve essere grigia, ecc... in modo da non generare eccessiva confusione. Però sarei disponibile, per quanto riguarda le altre scuderie, a cambiamenti di tonalità nel corso della stagione.
La Haas ha già cambiato colore. Potrebbe alternare i colori nuovi e quelli vecchi a seconda dei gran premi e a seconda delle sponsorizzazioni, invece che una volta sola nel corso della stagione.
Se anche ci fosse qualche cambiamento nelle line-up dei team che non competono per il campionato, non sarebbe eccessivamente disorientante.

Quindi sì alla Haas che rimpiazza Kmag con Leclerc nel bel mezzo della stagione salvo poi ripensarci e sostituire Leclerc con Gutierrez dopo poche settimane. Il posto di Gutierrez, poi, andrà a Wehrlein che è nel frattempo stato rimpiazzato da Massa alla Sauber. La Williams ha ingaggiato Nasr al posto di Massa.
Ma perché fermarci ai team che competono al massimo per i punti? No, secondo me le cose dovrebbero essere fatte in grande stile. Quindi via Raikkonen e dentro Gené, poi di nuovo Raikkonen al posto di Gené, poi Gené con Raikkonen che sta lì pronto a prendere il posto di Vettel nel caso questo venga squalificato.
Non perdiamo di vista la Haas, perché nel frattempo anche Grosjean perde il volante a vantaggio di Ferrucci, mentre Massa viene rimpiazzato da Kobayashi, intanto in oltre la metà delle altre scuderie i piloti cambiano in modo altrettanto decontestualizzato passando da una squadra all'altra o rimanendo a piedi dopo il debutto a caso di numerosi esordienti.
Alla fine della stagione a Raikkonen non resta altro da fare che prendere il posto di Webber in Toro Rosso: è previsto il ritorno di Kvyat, ma c'è stato un intoppo e la Toro Rosso voleva confermare Webber, ma quest'ultimo si è già dato alla macchia, decidendo di mettere fine alla propria carriera.
Scartati definitivamente Raikkonen e Gené, la Ferrari ingaggia Massa per le ultime gare stagionali. La Mercedes nel frattempo mette a piedi Bottas e lo sostituisce con Button, il quale verrà a sua volta messo a piedi alla fine della stagione, a maggior ragione perché colpevole di non avere vinto un campionato di Indycar prima di tornare in F1 in modo decontestualizzato.

Lo ammetto, nell'alternate universe qui sopra sono stata abbastanza estrema, ma avevo le mie buone ragioni per farlo.
Quando ho letto la domanda e ho pensato ai team che cambiavano livrea, il primo pensiero che ho avuto è stato quello della Forti nel 1996, che cambiò radicalmente colore a causa di un cambio di sponsorizzazione e, se non sbaglio, anche di proprietà. Poi me ne è venuto in mente uno ancora più bello, quello della Larrousse del 1994: nei gran premi analcolici era verde, in quelli alcolici era mezza grigia e mezza arancione e non somigliava neanche minimamente a quella verde.
Poi mi è venuto in mente che la Larrousse ha cambiato i propri piloti, quell'anno, qualcosa come tre o quattro volte, il tutto mentre in Benetton Lehto e Verstappen si alternavano al volante, per poi essere rimpiazzati da Herbert che aveva lasciato la Ligier per la Benetton dopo avere lasciato la Lotus per la Ligier e mentre Mansell disputava gare a caso mentre non era impegnato in Indycar e mentre qualcosa come nove o dieci team hanno finito il campionato con una line-up diversa rispetto a quella di inizio stagione.
Ora, io non ho idea di come facesse la gente a capire qualcosa di quello che stava accadendo con così tanti avvicendamenti (a me bastava vedere le vetture che "giravano in tondo", a molti altri non credo), ma credo che una situazione così esagerata possa essere disorientante (anche se infinitamente pittoresca).

Mi rendo conto che ho parlato un po' troppo di un passato vintage che in teoria non c'entrava nulla con la domanda (ma la prima cosa che ho pensato quando ho letto la domanda è stata davvero "ah, vetture che cambiano colori a caso e piloti che vengono alternati e scambiati a caso? un po' come nel '94"), quindi vediamo di dare una risposta coerente con la domanda stessa.
Quello che non sarebbe disorientante è una situazione come quella di Mehri e Rossi in Marussia 2015, oppure andando più indietro nel tempo quella di Klien e Liuzzi in Redbull nel 2005. Se i team che non competono per il titolo lo facessero, non sarei particolarmente disturbata da tutto ciò.
Questo consentirebbe a più piloti di gareggiare in F1 in un periodo in cui le scuderie sono poche, darebbe un senso al ruolo di "terzo pilota" e peraltro potrebbe permettere ai piloti che intendono gareggiare anche in altri eventi in S0VrApP0S1Z10n3 di farlo.
Tornando al discorso delle livree che cambiano di weekend in weekend, credo che gradirei che, almeno a grandi linee, le vetture potessero essere riconoscibili.

#AskSunshineBlog: la narrativa motoristica

E' giunto il momento di rispondere a un altro #Ask e stavolta si tratta di una domanda dell'utente Great Saiyaman, The Big Dreamer.

Perché presso la narrativa sportiva italiana la Formula 1 viene presa così poco in considerazione, nonostante si tratti a tutti gli effetti del secondo/terzo sport nazionale in termini di diffusione tra il grande pubblico?

Confesso che, quando ho letto la domanda per la prima volta, non sono stata capace di interpretarla nella giusta maniera. Ho chiesto delucidazioni a Great Saiyaman, che mi ha spiegato che non si riferiva a telegiornali e giornali, sportivi e non, quanto piuttosto al fatto che, entrando in una grande libreria ed entrando nel reparto dedicato allo sport, ci sono pochi libri su piloti o scuderie o sulla Formula 1, a meno che non si tratti di libri tecnici, e che non ci sono opere di fantasia legate alla Formula 1. Per altri sport succede molto di più.
Personalmente ho molti dubbi su quale sia una risposta a questa domanda, ma ho provato a schiarirmi le idee e a farmi un'idea.

Oserei dire che, per quanto mi capiti raramente di entrare in grandi librerie, all'epoca in cui frequentavo la città molto più di adesso mi è capitato varie volte di andarmi a fare un giro dentro a delle grandi librerie, in zona universitaria. Effettivamente in certe circostanze sono andata a farmi un giro nel reparto dedicato ai libri sullo sport e non ricordo di avere visto libri su piloti, escluso uno. Il pilota in questione non era il primo Will Stevens che passava per la strada, ma un pilota di successo di cui anche i muri sanno dell'esistenza.
Credo che se le librerie sono sprovviste o quasi di libri su piloti e/o team e la gente non sembra particolarmente interessata a leggerli dipenda da una combinazione di due fattori:
1) la Formula 1 è nazionalpopolare, ma non tanto quanto il calcio, quindi è più probabile che il lettore medio sia interessato a leggersi un libro su un calciatore o su una squadra di calcio, piuttosto che su un pilota o una scuderia di Formula 1;
2) la Formula 1 è nazionalpopolare molto di più rispetto ad altri sport di nicchia di cui si tende a parlare di meno, pertanto c'è anche molta gente che non ha voglia di leggersi un libro che parla di argomenti di cui può tranquillamente informarsi anche guardando la TV o leggendo il giornale, da qui minore domanda e quindi anche minore offerta.
Inoltre c'è un altro dettaglio di cui secondo me dovremmo tenere conto: quando si parla di Formula 1, in generale, si parla della Ferrari e degli altri team importanti di turno, oppure si parla di piloti come Alonso, Hamilton e Vettel. Intorno a loro in genere c'è un buco nero nel quale si accumulano piloti e squadre alle quali viene prestata poca attenzione.
Ciò è diverso da come potrebbe avvenire ad esempio per il calcio, dove almeno a livello locale anche squadre minori hanno comunque un buon seguito, o per gli sport basati su scontri uno vs uno in cui, per forza di cose, è più facile che gli sportivi abbiano visibilità anche se non sono di primissimo piano.

Romanzi che parlano di Formula 1 proprio non ne parliamo... anzi, diciamo che non mi è mai capitato di trovare un romanzo che parlasse di automobilismo in una libreria italiana o in una biblioteca italiana, con l'unica eccezione del romanzo "L'arte di correre sotto la pioggia", autore Garth Stein. La realtà dei fatti, comunque, ci dice che quel romanzo (che quando l'ho letto mi è piaciuto molto, peraltro) parla di automobilismo meno di quanto parli di cani e di malattie terminali.
Dal punto di vista delle opere di fantasia credo che la ragione non dipenda soltanto dal fatto che viviamo in Italia in sé, ma anche dal fatto che non mi sembra che l'automobilismo sia uno sport molto esplorato nei romanzi.
Ricordo, in passato, di avere fatto ricerche a proposito di romanzi ambientati in Formula 1 o in altri campionati di automobilismo, perché mi sarebbe piaciuto leggere qualcosa del genere. Ho cercato direttamente in inglese, nella speranza che ci fosse qualcosa che in Italia non era mai stato tradotto, ma mi sono resa conto abbastanza in fretta che non è che i romanzi sul motorsport in Italia non arrivino e non vengano tradoto, è proprio che sembrano scarseggiare anche nelle loro lingue originali.
Nelle pagine web che elencavano romanzi ambientati nel mondo dell'automobilismo ho trovato come suggerimenti soltanto romanzetti americani che non hanno mai varcato la frontiera degli States, le cui trame non mi sembravano tanto diverse dalle fan fiction self insert, ma ambientate genericamente in campionati di stock car e con personaggi ovviamente immaginari dal primo all'ultimo. Di fatto, stando alla trama riportata in copertina, erano romanzetti d'amore o erotici in cui la protagonista era una pilota/ team manager/ addetta stampa/ ecc... che si innamorava di un pilota/ team manager/ membro di qualche team, in cui c'erano elevatissime possibilità che l'aspetto legato ai motori fosse ignorato perché serviva solo da contorno.
Di romanzi sulla Formula 1 ne ho trovato uno su Wattpad, da parte di un autore che ha anche pubblicato una serie su Kobo, mettendo a disposizione su Wattpad il primo della serie (Skid, autore Doug Solter) che ho iniziato a leggere, ma che non mi è sembrato né particolarmente intrigante né realistico. È di fatto un teen drama ambientato in Formula 1 con personaggi immaginari, come protagonista c'è una ragazza di diciassette anni che arriva in Formula 1 dal nulla dopo avere partecipato a un test spacciandosi per qualcun altro e si innamora del nipote del suo team principal... insomma, non troppo diverso dalle fan fiction, nemmeno in questo caso.
Con l'eccezione del romanzo di Garth Stein, che rimane comunque la storia di un ex pilota la cui moglie si ammala di cancro, vista con gli occhi del loro cane, in cui ci sono numerosi accenni alla Formula 1, ad Ayrton Senna e a Donington 1993, e non un romanzo effettivamente ambientato in un campionato di automobilismo, non mi sembra che, in generale, ci sia molta offerta. Ciò che non c'è nemmeno all'estero, di conseguenza, non può arrivare nelle librerie.
Verrebbe da chiedersi perché romanzi ambientati nel mondo dell'automobilismo siano così difficili da trovare mentre romanzi ambientati in altri sport invece siano più facilmente reperibili. Chissà, forse l'esperienza personale conta qualcosa: le persone che nella loro vita hanno preso a calci un pallone o tenuto in mano una racchetta da tennis sono infinitamente di più che quelle che nella loro vita hanno guidato una vettura da competizione, quindi per chi ha vissuto uno sport, anche se nel suo piccolo, è più facile forse scrivere di quello sport che di uno che conosce solo a livello più teorico.

sabato 22 luglio 2017

Impariamo a imparare dieci anni dopo

Ci sono giorni che meritano di essere consacrati alla storia del motorsport e il 22 Luglio è uno di questi, perché il 22 Luglio di dieci anni fa è stato un giorno epico e se non siete d'accordo con me vi mando tutti a provare a imparare. Sono disposta a farlo anche se pensat che si tratti di un giorno importante solo per quei due specifici piloti, ignorando tutto il resto che quella gloriosa gara nota come Gran Premio d'Europa 2007 ha voluto riservarci!

Al giorno d'oggi la gara pare introvabile su Youtube, sono certa che ci sia su Dailymotion ma Dailymotion tendaeva a saltare le ultime volte in cui sono andata da quelle parti. Per fortuna sono in possesso di una copia di quel prezioso gran premio, scaricata da Youtube o da non so dove alcuni anni fa e preziosamente conservata su un hard disc esterno.
La gara è con telecronaca di Telecinco (canale denominato "Telecirco" dai fan spagnoli) e il collegamento è iniziato con Michael Schumacher ospite al box della Ferrari mentre teneva le dita incrociate.

Three.
Two.
One.
GOOOOOOOOOOO! La gara è partita con il Real & Only Iceman che manteneva la prima posizione, con Massa che si piazzava secondo alle sue spalle e con Alonso che doveva accontentarsi della terza posizione.
I telecronisti hanno visto in qualche modo Hamilton fuori pista, ma Hamilton in realtà era nelle zone basse della top-ten laddove stava al momento dello start. C'era una BMW, quella di Kubica, in testacoda dopo un contatto, ma pareva avere ripreso la retta via.
La pioggia incrementava. Tutti hanno preso la saggia decisione di rientrare ai box per le full wet dopo un solo giro di gara, ma il Real & Only Iceman ha combinato un po' di casino. Dopo essersi perso tagliando chicane e la corsia dei box, premonizione di quella volta che si è perso a Interlagos alcuni anni più tardi, è rimasto fuori un altro giro, mentre Massa, Alonso e quelli che li seguivano sono rientrati. Raikkonen ha aspettato un giro, nel frattempo OH MY OWL! In quel momento stavamo vivendo il più glorioso momento della storia della Formula 1 di questo secolo: il debuttante Markus Winkelhock, che guidava una Spyker (definita da un tipo su internet che ho beccato molto tempo fa come "una vettura tipo la Caterham") e che era rientrato per le heavy rain al termine del giro di formazione, partendo dalla pitlane, e che per tale ragione non aveva avuto bisogno di fermarsi, era nientemeno che in testa alla gara. *INCHINO*

Ricordo, quel giorno, durante il rain delay, che cosa speravo. Mi sarebbe piaciuto se le condizioni meteo avessero reso impossibile proseguire la gara, in modo da congelare tutto dopo quattro giri. Punteggio dimezzato, Winkelhock e la Spyker vincitori, destinati ad essere proclamati eroi e ad essere ricordati nei decenni a venire.
Non era così che le cose dovevano andare a finire, ma in effetti farei meglio a spiegare come si fosse arrivati alla safety car.

Tutto è iniziato con Button che finiva fuori nella curva più bagnata della pista.
Poi è stata la volta di una Spyker e di un telecronista che si chiedeva se quello fosse Winkelhock.
La grafica ha mostrato che si trattava di Sutil, ma non c'è stato molto tempo per commentarla: in quella curva è finito fuori anche Hamilton, plot-twist di un certo livello, anche se la scena gli è stata rubata in breve tempo, nell'ordine, da Rosberg che è finito fuori due secondi contati più tardi, poi da Speed che è arrivato subito dopo, nonché dal Grande Samurai Taku, che si è impantanato, ma facendo virtualmente una pernacchia a tutti gli altri ha ritrovato la via della pista.
Hamilton per ritrovarla ha avuto bisogno di una gru come usa fare in Indycar, con la sola differenza che in Indycar è routine, che in Indycar avrebbero rimesso in pista anche gran parte delle vetture lì presenti (alcuni non avevano toccato nulla, avevano solo lasciato spegnere il motore dopo essere finiti nella sabbia) e soprattutto che in Indycar sarebbe accaduto quando le vetture procedevano ai due all'ora in fila indiana dietro la safety car. Lì la safety car in pista c'era già, ma in Formula 1 le vetture non si mettono in fila ordinate e ai due all'ora in un battito di ciglia come avviene in Indycar.
Quando Liuzzi è finito in aquaplaning e, dopo avere rischiato di verniciare la safety car, ha verniciato una ruota posteriore della gru, finalmente è stata presa la saggia decisione di redflaggare la gara.
Tutti sulla griglia di partenza, con Winkelhock in attesa di ripartire dalla prima posizione: eroe per un giorno.

La gara è ripartita con un po' di caos, dietro la safety car. C'era Hamilton che era doppiato e, in quanto tale, doveva sdoppiarsi, e i piloti che chiedevano via radio, dietro la safety car "perché una vettura mi sta sorpassando?"
La presenza della safety car, intanto, garantiva a Winkelhock di vedere la propria prima posizione intaccata per qualche giro.
Il restart, con pista asciutta perché il temporale era già finito nel frattempo, è stato piuttosto pittoresco. Va bene, Winky è stato in breve superato da una gran quantità di vetture, ma vogliamo parlarne un attimo? Ha brevemente desistito anche da tutti gli altri, ma c'è stato un attimo, quando Massa l'ha affiancato, in cui Winkelhock sembrava davvero intenzionato a tentare l'impossibile per mantenere la prima posizione! *________*

Vorrei spendere alcune parole a proposito di Markus Winkelhock, specificando che fino a quel giorno detestavo i figli d'arte a prescindere. Avevo l'impressione che rubassero il volante ad altri, poco importava quali fossero i loro risultati. Era uno strascico che mi portavo dietro dall'epoca in cui c'erano Damon Hill e Jacques Villeneuve compagni di squadra in Williams ed ero convinta che a loro tempo fossero stati il malehhhh assolutohhhh e mi adeguavo all'idea generale che fossero stati dei brocchi, idea che mi ero fatta essenzialmente perché mi ricordavo di Damon Hill non tanto per i suoi anni d'oro, quanto per il declino, e perché le posizioni finali di Villeneuve, da quell'epoca in poi, erano sempre abbastanza scadenti.
Quando ho visto tutta la stagione 1993 ho cambiato idea sulle performance di Damon Hill, che indubbiamente non è sempre stato quello del 1999. Anche JV, per quanto nelle fasi finali della sua carriera non sia stato proprio il massimo, penso che se fosse stato un tipo più simpatico si sarebbe risparmiato gran parte delle critiche. Non aveva risultati da ex campione del mondo, questo no, e a suo tempo non era stato esattamente un fenomeno nel decidere in quale team accasarsi, ma all'epoca della B.A.R. non si può dire che abbia avuto risultati così inferiori a quelli che ci si poteva aspettare da un pilota della B.A.R.! Non so se mi spiego su che cosa intendo, sarebbe un po' come sorprendersi se negli ultimi anni Alonso e Button non hanno vinto gare sulla McLaren su cui si sono ritrovati!
Complice il fatto che Markus Winkelhock era figlio di un pilota che non avevo mai sentito nominare fino a quel momento invece che di una vecchia gloria del motorsport (fino a Winky mi sembra che tutti i figli di ex piloti di F1 passati per la F1 fossero comunque figli di gente che contava qualcosa a suo tempo, non figli di gente che correva per squadre tipo la ATS e la RAM) e che guidasse una carretta ho simpatizzato per lui anche se è durata poco.
Nello specifico la sua gara è durata tredici giri, prima di ritirarsi per un guasto al motore. All'epoca era già stabilmente nelle retrovie.

Quello che è successo in pista nel frattempo: dopo avere superato in branco Winkelhock, nella top-3 c'erano Massa, Alonso e Coulthard, con il mascellone che aveva superato il compagno di squadra Webber al restart e che poi si è fatto un po' di giri in testa ritardando il pit-stop. Ritardare non è stata una scelta conveniente, dato che gli ha fatto perdere posizioni. Raikkonen, ripartito settimo, nel frattempo era stato in lotta con Kovalainen e gli era davanti dopo la sosta. Poi a metà gara si è ritirato per un problema tecnico. Si erano già ritirati Ralf Schumacher e Takuma Sato per incidenti randon, oltre a quelli che non erano sopravvissuti all'incidente iniziale e a Winkelhock.

Quello che è successo in cabina di commento: i telecronisti ogni tanto ridevano a squarciagola, uno dei tre rispondeva al nome di Pedro e ciò mi ha dato la prova che fosse nientemeno che De La Rosa e, ad un certo punto, hanno espresso in modo del tutto decontestualizzato, dopo che era stato inquadrato per cinque secondi nel box della Williams, il loro sollievo per il ritiro di Rosberg, che a partire dal gran premio successivo sarebbe stato troppo vecchio per potere strappare ad Alonso il record di più giovane vincitore di un gran premio nel caso avesse vinto un gran premio. Giusto, una vittoria della Williams in un gran premio del 2007 era decisamente la cosa più probabile, comprendo a pieno la loro preoccupazione, io al posto loro non sarei riuscita a prendere sonno, la notte.

Il finale è stato di un certo livello. I primi cinque erano Massa, Alonso, Webber e Coulthard quando via radio qualcuno ha iniziato a vociferare qualcosa sulla pioggia che stava cadendo.
Sulle tribune la gente indossava l'impermeabile. Gocce cadevano sulla telecamera.
Massa e Alonso sono rientrati ai box con sette giri di gara davanti. In mezzo a loro c'era Fisichella doppiato. Quest'ultimo e Alonso per poco non si sono toccati nell'uscire. Alonso era davanti a Fisichella e si è lanciato all'inseguimento di Massa. Dietro c'era un duello a distanza per il podio tra Webber e Wurz, ma ovviamente non essendo spagnolo nessuno dei due ai teleronisti non importava un fico secco, perché era più importante fare un discorso che contenesse termini tipo "pioggia", "pista bagnata" e "Senna".
Poco dopo è iniziato il duellohhhhhhh con Kovalainen che all'inizio stava tra le scatole ma che poi è stato doppiato da entrambi. Non è chiaro dove fosse la gente che voleva vedere i duellihhhh e i sorpassihhhhh, probabilmente al cnetro commerciale già da un paio d'ore, ma quelo è stato decisamente intenso, peccato per le gocce di pioggia che rovinavano l'inquadratura in certi momenti. Perfino i telecronisti davano l'idea di divertirsi un mondo. Il fatto che Alonso sia spagnolo avrà senz'altro contribuito, ma sono fiduciosa.
Tra il pubblico è stato inquadrato un tizio che indossava una maglia della BMW Sauber mentre festeggiva per il sorpasso di Alonso su Massa. Mi piacciono un sacco queste cose, sanno molto di apertura mentale e mi danno l'impressione che ai tifosi della BMW Sauber interessi in particolare vedere dei bei duellihhhh.
Tra Alonso e Massa c'è stato un contatto, in quei frangenti, e ricordo di avere pensato all'epoca "OMG, se si fossero ritirati o avessero quantomeno perso posizioni avrebbe vinto Webber e un evento del genere non succederà mai". Webber e Wurz sono arrivati in volata senza che nessuno se li filasse. Un podio della Redbull mi ha fatta molto felice, all'epoca, perché pensavo che non sarebbe accaduto mai più, e perché quantomeno Alex Wurz un podio quell'anno l'aveva già portato a casa.

La gara è finita e ha consacrato alla storia del motorsport il seguente risultato: 1. Fernando Alonso (McLaren), 2. Felipe Massa (Ferrari), 3. Mark Webber (Redbull), 4. Alexander Wurz (Williams), 5. David Coulthard (Redbull), 6. Nick Heidfeld (BMW), 7. Robert Kubica (BMW), 8. Heikki Kovalainen (Renault), 9. Lewis Hamilton (McLaren), 10. Giancarlo Fisichella (Renault), 11. Rubens Barrichello (Honda), 12. Anthony Davidson (Super Aguri), 13. Jarno Trulli (Toyota). RIT. Kimi Raikkonen (Ferrari), Takuma Sato (Super Aguri), Ralf Schumacher (Toyota), Markus Winkelhock (Spyker), Jenson Button (Honda), Adrian Sutil (Spyker), Nico Rosberg (Williams), Scott Speed (Toro Rosso), Vitantonio Liuzzi (Toro Rosso).

La gara poteva anche essere finita, ma il meglio doveva ancora venire, dato che c'è un motivo per cui mi sono rivista questa gara oggi.
Quando Alonso, sceso dalla vettura, ha iniziato a gesticolare indicando i segni sulla vettura, i telecronisti hanno iniziato a parlare di polemiche avvenute a Barcellona tra lui e Massa e anche accennato a una polemica di quel venerdì. Ad ogni modo #IStandWithWebber e #IStandWithWurz, eroi della gara, nessuno che se li filava minimamente...
Quello che è successo dopo lo sanno tutti ed è risaputo, il "va a ca*are, sei un co***one" e "a tre giri dalla fine non si può fare" ha fatto la storia. Il momento più pittoresco, comunque, non è stato a mio parere "prova a imparare" / "prova tu a imparare" (spesso erroneamente scritto come "impara a imparare", che comunque è ugualmente nonsense), ma quando Massa ha mandato a quel paese Ron Dennis dicendo, in italiano, "è lui".
Tutto ciò ha fatto passare in secondo piano la stretta di mano molto slash tra i Webbonso, l'abbraccio tra Alonso e Ron Dennis, che nello spazio temporale di un gran premio più che abbracciarsi si sarebbero presi a coltellate, la camicia a righe indossata da MSC salito sul podio a consegnare il trofeo a Ron Dennis...
Tra parentesi, durante la consegna dei trofei, secondo i telecronisti spagnoli Dennis avrebbe fatto segno ad Alonso di lanciare il trofeo contro Schumacher. WTF?! Sono io che non ho capito bene il filo del discorso o i telecronisti spanish erano così su di giri?

Rivedere il Gran Premio d'Europa 2007 mi ha dato la possibilità di rivedere una gara piuttosto epica e pittoresca, di rendermi conto che le gare pittoresche non ci sono state soltanto negli anni '80 e '90 come sostiene qualcuno e soprattutto di notare come le gare di oggi non siano poi così tanto diverse da quelle di dieci anni fa, se non consideriamo i valori in pista e il fatto che la McLaren motorizzata Mercedes vinceva mentre la Honda arrivava fuori dalla top-ten, mentre al giorno d'oggi la Mercedes è una squadra vincente nata sulle ceneri della Honda e della successiva Brawn, mentre la McLaren Honda non cava un ragno dal buco. Rappresentanti della Ferrari e della Redbull sul podio si vedono tuttora e la Ferrari è come allorauna squadra che può puntare alla vittoria e che, peraltro, al momento è messa meglio di quanto non lo fosse allora in classifica.
Il ricordo più pittoresco che ho dall'epoca è che c'erano tifosi indignati da quanto accaduto tra Massa e Alonso e dal fatto che si fossero insultati che poi si sono messi a insultarsi e a dirsi della roba ancora peggiore rispetto a quella che si era sentita sul retro del podio!

Mentre Alonso e Massa se ne sono andati di lì a pochi giorni a fare comunella sul campo di calcio di una partita di beneficienza, lo stesso non è accaduto tra Scott Speed e il team principal della Toro Rosso Franz Tost, con quest'ultimo accusato dal pilota di averlo afferrato per il collo e sbattuto contro un muro durante una pacata discussione dovuta al fatto che Speed era convinto che il team avesse sbagliato a non farlo rientrare subito per le gomme da bagnato. La versione dei fatti raccontata da Tost è stata chiaramente diversa e di lì a poco le strade tra il pilota americano e la squadra faentina si sono separate definitivamente, con Sebastian Vettel che ha preso il suo posto a partire dal gran premio d'Ungheria di lì a due settimane.
Speed ha continuato a vestire i colori della Redbull nelle stock car e nel 2008 ha lottato per il campionato in ARCA, titolo che ha perso per un incidente con Ricky Stenhouse Jr (attuale fidanzato di Danica Patrick) e per averlo successivamente speronato di proposito per esprimere il proprio disappunto in seguito al primo incidente. Ha gareggiato inoltre in NASCAR Trucks, Nationwide e Sprint Cup, facendo anche qualche comparsa in Formula E dove ha all'attivo un podio nella prima stagione.

venerdì 21 luglio 2017

#AskSunshineBlog: l'effetto Alonso

Alla ricerca di spunti per post per questo blog ho organizzato un #AskSunshineBlog sul forum F1GC. La prima a proporre una domanda (più di una, in realtà, ma strettamente collegate le une alle altre), è stata l'utente Ransie, che mi ha posto queste domande:

Escludendo la F1, qual è la tua serie motoristica preferita, e perché?
Come sei venuta alla conoscenza della sua esistenza?
Ritieni che vi siano altri piloti di F1 che possano dare un "effetto Alonso" su queste serie motoristiche, o il fanboost ricevuto dalla 500 Miglia di Indianapolis è legato esclusivamente alla natura del personaggio in questione?


Premesso che la Formula 1 è e resterà sempre la mia serie preferita nel bene e nel male, con il traction control e senza, con le gomme slick e come le gomme scanalate, se fa molto rumore e se non ne fa, se vince la Ferrari e se vince chiunque altro, con l'halo o con lo shield o senza nulla, con Bernie o con Liberty Media, ecc... se devo votare per la mia serie preferita che non sia la Formula 1 il mio voto va insindacabilmente alla Indycar (e subito dietro la Formula E).
La Indycar sta agli Stati Uniti come la F1 sta all'Europa, il livello dei piloti è altissimo, ci sono nomi altisonanti, ecc...
In generale, fin da quando la seguo con regolarità, mi è sembrato un format di successo, anche se ovviamente non tutto quello che succede in Indycar è analogo a quello che potrebbe essere apprezzato in Formula 1.
In Formula 1 siamo abituati a un numero ristretto di team e di piloti che possono puntare alle vittorie nei singoli gran premi e a una competizione per il campionato che generalmente è abbastanza prevedibile: spesso basta attendere i test prestagionali per capire chi potrà avere qualche chance di competere per il titolo e chi invece non ne avrà. In Indycar le cose funzionano abbastanza diversamente. A questo punto della stagione soltanto due piloti hanno vinto più di una gara, il pilota in testa alla classifica ne ha vinta solo una, il pilota secondo in classifica anche, i due piloti che hanno lottato per il titolo l'anno scorso sono più indietro in classifica e il pilota attualmente secondo è il compagno di squadra di questi due, da loro regolarmente battuto nella scorsa stagione.
In Formula 1 se ci fosse una situazione del genere a molti non piacerebbe. Immagina un campionato che dall'inizio alla fine è come la prima parte del 2012, a me potrebbe piacere, ma dubito che sia quello che gli appassionati di F1 vogliono vedere. Agli appassionati di Indycar, invece, quello che vedono in Indycar piace.
Altra cosa che mi piace della Indycar è la variabilità dei circuiti: ci sono gare su circuiti cittadini in gran parte, ma anche gare su ovali, sia lunghi sia brevi. Ciò rende le gare molte diverse le une dalle altre e, di fatto, c'è poca ripetitività e da una gara all'altra si assiste a un tipo di spettacolo molto diverso.
Il diverso tipo di circuiti, inoltre, apre la strada, specie nei team "minori", a un maggior numero di piloti. Ci sono piloti che gareggiano solo su circuiti cittadini o tradizionali e altri che gareggiano su ovali. Ci sono molte presenze che durano poco nel tempo e, avendo piloti che prendono parte a un numero ristretto di eventi, c'è un ricambio maggiore e la possibilità per un maggior numero di piloti di mettersi in mostra.
Una delle gare è la 500 miglia di Indianapolis, che viene considerata ancora di più del campionato. È una di quelle gare in cui NESSUNO si accontenta di arrivare secondo o terzo e nessuno pensa ai punti in classifica in una simile occasione, cosa che non avviene per nessuna gara di Formula 1, perché va bene, magari c'è chi ci tiene a vincere il gran premio di casa, i ferraristi ci tengono a vincere il gran premio d'Italia, vincere i gran premi storici è ugualmente ben visto, ma nessuno che sia in lotta per il titolo e che sia dotato di buonsenso rischierebbe di buttare un buon risultato alle ortiche per tentare un sorpasso impossibile per la prima posizione. Non è che una cosa sia il bene assoluto e che l'altra sia il male assoluto, è solo che sono situazioni completamente diverse.

Come ho scoperto dell'esistenza della Indycar è una bella domanda, in effetti. Quando ho iniziato a seguirla era da molti anni che ero consapevole della sua esistenza, solo che fino al 2012 non ero al corrente dell'esistenza di un modo per guardarla e non avevo il giusto traino per guardarla (il passaggio in Indycar di Barrichello è stata la causa scatenante che mi ha portata a interessarmene, anche se dopo le ragioni si sono moltiplicate tanto che quando Barrichello è andato a gareggiare in un'altra serie il mio interesse per la Indycar è rimasto immutato).
Per fare un piccolo recap delle mie conoscenze in fatto di Indycar/Formula Cart, posso dire che:
> ho sentito parlare fin dall'infanzia del fatto che da qualche parte in America esistesse una serie con vetture simili alle F1 che gareggiava sugli ovali, ma credo che il fatto di abitare a 15 km di distanza dal paese natale di un ex campione di Indycar abbia dato il suo contributo (che poi anche qui Zanardi non venga definito come uno che ha vinto in una serie americana, ma come uno che ha perso le gambe gareggiando in una serie americana e che quasi nessuno sappia minimamente quali siano stati i suoi risultati prima di quel momento è un altro discorso);
- le serie americane ricevono qualche minima attenzione da parte dei giornali italiani in caso di 1) risse a bordo pista, 2) prestazioni di un certo livello ottenute da donne specie se di bell'aspetto, 3) incidenti mortali, quindi negli anni a seguire mi è capitato sia di leggere trafiletti di giornale sia notizie del TGcom che parlavano di Indycar.

La Formula E, invece, l'ho praticamente vista nascere, leggendo le notizie sul web. L'ho seguita fin dal primo eprix, inizialmente attirata dalla presenza di molti ex piloti di Formula 1.
Il format mi piace, le gare (che ricordano un po' quelle di Indycar svolte sui circuiti cittadini) sono spesso abbastanza movimentate e trovo molto divertente il fatto che il pit-stop consista nel cambiare vettura perché la batteria dura solo per metà gara. Nelle prossime stagioni, purtroppo, verranno introdotte batterie più potenti e questo tipo di pit-stop scomparirà, ed è una cosa che mi dispiace parecchio.

L'effetto Alonso credo che si possa ottenere solo ed esclusivamente con piloti famosi tanto quanto Alonso. Gente tipo Hamilton o Vettel farebbe molto comodo per lo scopo, specie Hamilton che ha dietro tutto il fanbase britannico, fanbase britannico che è più rilevante di quello delle altre nazioni in quanto parlano la lingua più studiata al mondo e di conseguenza, invece di essere ignorati dal resto del mondo, vengono presi in considerazione dal resto del mondo. Altri piloti con un buon livello di popolarità potrebbero comunque contribuire in modo forse un po' meno accentuato, ma avere gente come Button o come Raikkonen in Indycar darebbe senz'altro un contributo ad aumentarne la popolarità. Questo è quanto posso dire a livello di personaggio in sé.
Nel caso di Alonso, tuttavia, credo che abbia contribuito anche una serie di altri fattori. Innanzi tutto non è che Alonso sia andato in Indycar perché in Formula 1 era rimasto senza volante o perché si era ritirato per cambiare aria. Il fatto che un pilota di Formula 1 salti un gran premio (per giunta celebre come quello di Montecarlo) per andare a correre una gara di Indycar è un evento più unico che raro, destinato ad avere maggiore attenzione mediatica. A questo si aggiunge che a Indianapolis ha gareggiato grazie a una partnership tra il team Andretti e la McLaren, due nomi di un certo livello, uno per la Indycar, l'altro per la Formula 1.
Tutte queste cose hanno fatto sì che la sua partecipazione a Indy fosse pubblicizzata sia in Europa sia in America e che gli americani stessi hanno visto l'evento come la venuta del Messia...
Poi c'è un altro dettaglio da considerare, che probabilmente è il più importante di tutti: Alonso si è qualificato in seconda fila e per parte della gara è stato in lotta per la prima posizione. Si fosse qualificato ultimo e fosse stato irrilevante in gara, l'entusiasmo si sarebbe verosimilmente placato in largo anticipo.
Infine la stessa commissione della Indycar l'ha votato come Rookie of the Year nonostante un altro debuttante, tale Ed Jones, sia arrivato sul podio, segno che anche a loro Alonso è rimasto impresso e che gli addetti ai lavori erano probabilmente più alonso-centrici dei fan stessi (a questo proposito, se posso dire la mia, non credo che la votazione in sé sia stata sbagliata, ma che lo sia il sistema stesso di far votare un titolo importante a una commissione, senza specificare quali sono i parametri e che cosa si intenda esattamente per rookie: Jones è uno che gareggia sugli ovali da anni ma non aveva mai preso parte alla Indy 500, per Alonso era la prima volta in assoluto su un ovale... c'è una bella differenza tra le due cose e nessun parametro che spiega se nel decidere a chi attribuire il titolo di R.o.t.Y. se ne debba tenere conto oppure no).

In conclusione l'effetto che ha fatto Alonso lo potrebbero fare anche altri personaggi, a condizione che stiamo parlando di personaggi dello stesso spessore, ma per avere un effetto così tanto vasto la cosa dovrebbe accadere in modo che sembri che il pilota in questione stia snobbando la Formula 1 per un'altra serie...
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...ma rimane il fatto che il "fanboost" dovuto ad Alonso sia stato talmente elevato che anche se il traino fosse minore potrebbe comunque esserci un traino di un certo livello: il clamore mediatico dovuto ad Alonso ha portato moltissime persone a interessarsi alla Indycar e a continuare a interessarsene anche dopo che Alonso è tornato "a casa", ma è pur vero che ci sono diversi gradi di aumento dell'interesse. Invece di far appassionare nove persone su dieci magari ne fa appassionare cinque su dieci o una su dieci, ma è già un aumento.
Per stare in tema di fanboost, più che per la Indycar, che comunque ha già un buon seguito e ha già piloti celebri, potrebbe fare comodo a serie come la Formula E che, essendo soltanto alla sua terza stagione, per ora basa gran parte della popolarità (oltre che per il format e per la vicinanza con il pubblico) al fatto di avere tra i propri piloti molti ex piloti di Formula 1. Un grosso problema è che non viene ancora vista come un campionato "serio", ma se al posto di ex piloti della Toro Rosso, della Sauber, della Marussia e della HRT ci avessero gareggiato piloti più popolari, probabilmente ci avrebbe guadagnato. Se hai tra i piloti Buemi, Di Grassi, Heidfeld e D'Ambrosio (gente che i tifosi mainstream non si sono mai filati neanche di striscio quando erano in F1), verosimilmente hai meno seguito di quanto ne avresti se al posto loro ci fossero Button, Webber, Massa e Raikkonen (ovvero gente che anche i tifosi mainstream sono spesso stati costretti a filarsi).