giovedì 13 luglio 2017

Commento alla Iowa Corn 300 (Indycar 2017 #11)

Un cordiale saluto, miei cari lettori. Sono già passati alcuni giorni e solo ora trovo il tempo per mettermi al lavoro con l'intento di ripercorrere quanto è accaduto nel corso dello scorso weekend, quello del 9 Luglio, sul circuito di Iowa Corn (traduzione: granturco dello Iowa, peccato che il circuito non sia costruito in campagna in mezzo ai campi, con il granturco che cresce nelle vie di fuga, sarebbe molto pittoresco).
Vorrei a questo punto specificare una cosa: mi piacciono le gare di Indycar sui mini-speedway. Questo non significa che le altre non mi piacciono, ma credo che i mini-speedway abbiano un certo fascino. E' un po' come gareggiare intorno a una rotonda stradale. Ricordo che, quando iniziai a seguire la Indycar, per me i mini-speedway erano l'ignoto più assoluto. All'epoca avevo sempre guardato solo la Formula 1, qualche gara di GP2, ed eventualmente in TV visto qualche filmato di rally o gran turismo. Avevo visto qualche filmato sulla Indycar su youtube, quello sicuramente sì, ma conoscevo essenzialmente i circuiti cittadini, tradizionali e gli ovali in stile Indianapolis.
Ricordo che la sera in cui la Indycar gareggiava a Milwaukee Mile dovevo andare fuori, ma la gara iniziava almeno una mezz'ora prima dell'orario a cui dovevo uscire. Mi collegai per guardarmene almeno un pezzetto e spalancai gli occhi nel vedere il numero di giri che la gara sarebbe durata. Poi vidi che venivano percorsi in qualcosa come mezzo minuto. A Iowa Corn funziona più o meno allo stesso modo e i giri si susseguono alla velocità del suono. E' qualcosa di molto suggestivo, a cui non mi sono mai abituata del tutto. Può piacere o non piacere. L'unica cosa è che in genere quelli a cui piace non vanno in giro a criticare tutti gli altri tipi di circuito, un po' come capita anche alla gente che sostiene che ci siano anche altri circuiti belli, oltre Spa Francorchamps e al vecchio Nurburgring...
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...ma non divaghiamo. Collochiamoci mentalmente a Iowa Corn e occupiamoci della storia del circuito e della gara.
Va bene, non ho intenzione di dilungarmi sulla storia del circuito, ma credo che sia doveroso citare che in tale location Max Chilton vinse una gara di Indylights e che ho il vago sentore che, senza quella vittoria, avrebbe faticato e non poco per procacciarsi un volante per gli anni a venire.
Quello che conta, comunque, è che il Piccolo Chilli ce l'abbia fatta, che ora sia in Indycar e che esistono possibilità che possa deliziarci, prima o poi, in futuro. Qualora non dovesse deliziarci con ipotetiche future vittorie, potrebbe quantomeno deliziarci dedicandosi all'arte di tagliare chicane, non appena la Indycar tornerà a spostarsi su qualche circuito simil-Baku, il che accadrà molto presto.

Non sono riuscita a vedere la gara dall'inizio, ma sono comunque riuscita a vederne una buona parte, perdendomi soltanto pochi degli eventi salienti.
Questa era la griglia di partenza: Power, Hildebrand, Castroneves, Carpenter, Sato, Aleshin, Kanaan, Jones, Hinchcliffe, Rahal, Pagenaud, Rossi, Chilton, Kimball, Hunter-Reay, Newgarden, Dixon, Gutierrez, Daly, Andretti, Muñoz.

Sono stata piuttosto soddisfatta della griglia di partenza. O meglio, sono stata piuttosto soddisfatta dalla presenza di un certo soggetto in una posizione abbastanza in vista della griglia di partenza.
Hildy: "Parli di me?"
Voce fuori campo: "Credo proprio che l'Autrice(C) parli di te."
Hildy: "A me non piace affatto stare così in vista. La gente che di solito non mi prende minimamente in considerazione potrebbe ricordarsi all'improvviso di me."
Voce fuori campo: "Non vederlo come un lato negativo. La gente ti ama."
Hildy: "No, la gente mi prende per i fondelli, il che è diverso. Se solo si rendessero conto che sono passati sei anni e che tutto ciò è ingiustificato..."
Voce fuori campo: "Saranno anche passati sei anni, ma tu ti sei pur sempre schiantato contro un muro ad un passo dal traguardo della Cinquecento Miglia di Indianapolis... roba per cui immagino che anche tua madre ti prenda ancora per i fondelli."
Hildy: "Fosse solo mia madre... il problema è che mi prendono per i fondelli anche tutto il resto dei miei familiari e dei miei parenti entro il quarto grado."
Voce fuori campo: "Quelli di quinto grado no?"
Hildy: "C'è caso che qualcuno di loro non segua la Indycar e che non siano al corrente della mia esistenza... così come in realtà è anche possibile che la seguano ma non ne siano al corrente lo stesso. Non basta guardare la serie in cui gareggia Will Stevens per essere al corrente dell'esistenza di Will Stevens e temo che nel mio caso le cose non funzionino molto diversamente."
Voce fuori campo: "La tua considerazione è molto interessante e mi ha aperto la mente. Ho solo un dubbio esistenziale."
Hildy: "Vuoi chiedermi chi è Will Stevens, per caso?"
Voce fuori campo: "Esatto, secondo me sarebbe doveroso approfondire questo aspetto."
Hildy: "Sono spiacente, non posso aiutarti, non ne ho la più pallida idea."
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Mentre il mondo si chiedeva chi fosse Will Stevens, c'era un'altra parte di mondo che si chiedeva cosa ci facesse ancora in indycar un vecchiacciohhhh maleficohhhh come H3lio, che ha già 42 anni, bla bla bla, che non vince(va) una gara da tre anni, bla bla bla, che serve alla Indycar solo per realizzare filmati in cui viene shippato con Kanaan, bla bla bla...
Sono rimasta abbastanza disturbata da tutto ciò, soprattutto dal fatto che se ne sia parlato lungamente anche in telecronaca. Vorrei precisare, tuttavia, che i telecronisti non gli davano contro, ma anzi, riconoscevano che avrebbe potuto far cambiare idea a chi si chiedeva che cosa ci facesse ancora in Indycar. Ad ogni modo il messaggio di fondo che passava era: va bene, alla Indy 500 o in eventi random a caso possono partecipare anche piloti che sono a ridosso dei cinquant'anni, però non è vero che in Indycar non diamo peso al fatto che ci siano degli over-40; quando corrono full-time e invece di atteggiarsi a piloti pittoreschi si atteggiano a piloti come tutti gli altri e magari puntano anche a ottenere risultati di un certo livello, sono dei vecchiaccihhhh maleficihhhh che rubano il volante alle giovanihhhh promessehhhh e, dato che in Indycar è considerata una cosa normale procurarsi un volante solo se si hanno dei buoni sponsor, non hanno neanche la consolazione che le giovanihhhh promessehhhh sono degli usurpatorihhhh che rubano il loro volante.
Sono commossa.
Sono profondamente commossa.
Peraltro sono convinta che il mondo dovrebbe concordare su una cosa: H3lio è adorabile e non si tocca. <3
Aggiungerei, a proposito di H3lio, che nei giorni precedenti il weekend, il profilo youtube ufficiale della Indycar aveva pubblicato l'ennesimo video sui Castronaan, perché a quanto pare sono fatti per stare in coppia. In quel video è stato narrato, esattamente come in tutti quelli precedenti, che i due sono amici d'infanzia, che i due hanno iniziato a gareggiare negli States vent'anni fa all'epoca della Indylights, che quando sono arrivati là non sapevano parlare inglese, ecc... ecc... ecc...
Il sosia di Vin Diesel negli ultimi tempi è un po' meno preso di mira per l'età rispetto al suo collega, essenzialmente perché in epoca recente è stato meno spesso a ridosso delle prime posizioni. #SorryNotSorry, dovevo dirlo e dovevo specificare qual è esattamente la cosa che dà fastidio di H3lio: non che sia un "vecchio", ma che sia un vecchio e che abbia ancora la sua rilevanza.

H3lio ha avuto la sua rilevanza fin dalle prime fasi di gara. Le cronache narrano che nei primi giri sia stato in testa, anche se non sempre, che ogni tanto abbia visto la luce Hildy, che soprattutto Hildy abbia visto la luce di più di H3lio in quei frangenti e che tutto stesse per convergere verso la solita realtà in cui i vecchi cercano di essere ancora rilevanti e di essere ancora in grado di lottare per la vittoria, ma non lo sono fino in fondo.
Tutto era destinato a peggiorare dopo il crash di Aleshin.
Aleshin, chiamato "Maikol" nel corso di alcune telecronache nonostante non si chiami affatto così, si è spalmato contro a un muro al 57esimo giro di gara, facendo entrare la prima safety car. Tutto si è concluso senza che altri piloti venissero coinvolti, quindi almeno stavolta nessuno ha pensato che fosse doveroso abolire le competizioni sugli ovali in nome della sicurezza.
Spoiler alert: sono la prima a dire che la sicurezza è importante, ma trovo un po' fuori luogo che a lamentarsi della sicurezza sugli ovali siano in genere quelli a cui la sicurezza non fa né caldo né freddo in altre situazioni e che magari sostengono che le gare su circuiti cittadini o tradizionali non sono abbastanza pericolose per essere spettacolari, oppure che la ragione principale per cui le vetture di F1 non dovrebbero mettere l'halo o il parabrezza stile Redbull è che non è abbastanza bello esteticamente.
La gara ha perso uno dei suoi pseudo-protagonisti, ma nessuno l'ha rimpianto: una H e una N di troppo nel suo cognome fanno sì che non sia necessaria la sua presenza per avere spettacolohhhh, spettacolohhhh che comunque in Indycar non c'è perché non ci corre la Ferrari.
Dopo le procedure standard in presenza di safety car la gara è ripartita. Hildy a quel punto era in testa davanti a Willpowahhhh, a quel vecchiaccio di H3lio, a Grammo Reale e a RHR a completare la top-5.
Tutto è filato liscio fino al 131°, quando stavolta non c'è stato un botto degno di nota, ma semplicemente Muñiz è andato a dare una verniciata a un muretto ed è rientrato ai box con la vettura in pessime condizioni. Altra safety car e stavolta quel vecchiaccio che stava in terza posizione si è piazzato in testa approfittando di un pit-stop decisamente più veloce di quello degli avversari. Seguiva Willpowahhhh terzo, poi gli altri due della top-5 a parti invertite, con Grammo Reale che si è ripreso la posizione al restart.
Dopo un altro periodo di calma piatta, è toccato a Daly al 171°, che ha fatto la fine del suo predecessore, rientrando ai box con la vettura che cadeva a pezzi dopo avere verniciato il muro.
Kimby non si è fermato ai box e ha fatto il figo dietro la safety car stando davanti a H3lio, Willpowahh al povero Hildy che ci ha rimesso una posizione. Kimby in testa è durato due secondi contati: al restart tutti l'hanno superato stando in bilico su due ruote e facendogli una pernacchia nel frattempo, mentre intanto un plot-twist era in agguato...
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...la pioggiahhhhh...
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...o per meglio dire l'umidità, perché la pista era umida e questo, su un ovale, è un bel problema.
Poco prima di arrivare a due terzi di gara (tot. 300 giri) è entrata la safety car e al 208esimo la gara è stata addirittura redflaggata!
Dieci minuti dopo è ripartita con quel vecchiaccio di H3lio che continuava a tarpare le ali e i sogni di gloria dei ragazzini che lo seguivano.
Non ci sono stati ulteriori problemi e, quando a 45 giri dalla fine tutti sono stati costretti a rientrare ai box in regime di bandiera verde, la legge del caso ha voluto che H3lio perdesse la posizione a vantaggio di Hildy, che sta ancora inseguendo la prima vittoria in carriera, dopo avere mandato alle ortiche quella che sarebbe stata la più prestigiosa.
Tutti si sono fermati, anche Nuovo Giardino, che si era fermato dopo rispetto ai piloti di testa in occasione della sosta precedente.
Tutti si sono fermati, a parte tre sfigatelli che si sono presi il lusso di farsi qualche giro in top-3 prima di rientrare a loro volta e di perdere terreno venendo "undercuttati" da chi li precedeva.
C'era in testa il Piccolo Chilli.
C'era secondo Sonniferetti.
C'era terzo lo Scoiattolo Nerd Estebaby.
Estebaby è stato il primo del terzetto a rientrare. Tornato in pista nelle retrovie, dopo essere stato nelle zone basse della top-ten per un notevole tratto di gara, è andato a rompere le scatole a Grammo Reale (da me originariamente scambiato, non so perché, per Ed Jones) che si è messo a sbraitare contro di lui che, da doppiato, stava in mezzo alle scatole. #JustF1Things.
Dopo è stata la volta di Chilli, che ha lasciato la testa della gara a Sonniferetti! Almeno finché non è arrivato H3lio...
Voce fuori campo: "Wait, wait, wait, che cosa ci fa quel vecchiacciohhhh maleficohhhh in testa alla gara? Che fine ha fatto Hildy?"
L'Autrice(C): "è stato superato stando in bilico su tre ruote poco fa."
Voce fuori campo: "Ora mi è tutto chiaro."
Anche al resto del mondo è stato tutto chiaro. Sul mio dashboard di Twitter è esplosa la gioia allo stato puro. In telecronaca si sono sentiti solo degli elogi, mentre come da rituale H3lio si fermava per arrampicarsi sulle reti come da tradizione. A quanto pare l'arte di salire sul carro dei vincitori rimane invariata anche quando i vincitori sono over-40! #H3lioWins. #OldIsGold.
Oserei dire che sono stata alquanto soddisfatta del risultato e altrettanto soddisfatta di sapere che H3lio si è portato a sei punti di distacco da Dixon in classifica. Sono negativamente sorpresa, invece, dal fatto che H3lio non si sia messo a piangere come una fontana nelle interviste.

RISULTATO: 1. Helio Castroneves (Penske), J.R. Hildebrand (Carpenter), 3. Ryan Hunter-Reay (Andretti), 4. Will Power (Penske), 5. Graham Rahal (Rahal), 6. Josef Newgarden (Penske), 7. Simon Pagenaud (Penske), 8. Scott Dixon (Ganassi), 9. Tony Kanaan (Ganassi), 10. James Hinchcliffe (Schmidt), 11. Alexander Rossi (Andretti/Herta), 12. Ed Carpenter (Carpenter), 13. Esteban Gutierrez (Coyne), 14. Max Chilton (Ganassi), 15. Charlie Kimball (Ganassi), 16. Takuma Sato (Andretti), 17. Marco Andretti (Andretti), 18. Ed Jones (Coyne), 19. Conor Daly (Foyt), 20. Carlos Muñoz (Foyt), 21. Mikhael Aleshin (Schmidt).

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Milly Sunshine