venerdì 21 luglio 2017

#AskSunshineBlog: l'effetto Alonso

Alla ricerca di spunti per post per questo blog ho organizzato un #AskSunshineBlog sul forum F1GC. La prima a proporre una domanda (più di una, in realtà, ma strettamente collegate le une alle altre), è stata l'utente Ransie, che mi ha posto queste domande:

Escludendo la F1, qual è la tua serie motoristica preferita, e perché?
Come sei venuta alla conoscenza della sua esistenza?
Ritieni che vi siano altri piloti di F1 che possano dare un "effetto Alonso" su queste serie motoristiche, o il fanboost ricevuto dalla 500 Miglia di Indianapolis è legato esclusivamente alla natura del personaggio in questione?


Premesso che la Formula 1 è e resterà sempre la mia serie preferita nel bene e nel male, con il traction control e senza, con le gomme slick e come le gomme scanalate, se fa molto rumore e se non ne fa, se vince la Ferrari e se vince chiunque altro, con l'halo o con lo shield o senza nulla, con Bernie o con Liberty Media, ecc... se devo votare per la mia serie preferita che non sia la Formula 1 il mio voto va insindacabilmente alla Indycar (e subito dietro la Formula E).
La Indycar sta agli Stati Uniti come la F1 sta all'Europa, il livello dei piloti è altissimo, ci sono nomi altisonanti, ecc...
In generale, fin da quando la seguo con regolarità, mi è sembrato un format di successo, anche se ovviamente non tutto quello che succede in Indycar è analogo a quello che potrebbe essere apprezzato in Formula 1.
In Formula 1 siamo abituati a un numero ristretto di team e di piloti che possono puntare alle vittorie nei singoli gran premi e a una competizione per il campionato che generalmente è abbastanza prevedibile: spesso basta attendere i test prestagionali per capire chi potrà avere qualche chance di competere per il titolo e chi invece non ne avrà. In Indycar le cose funzionano abbastanza diversamente. A questo punto della stagione soltanto due piloti hanno vinto più di una gara, il pilota in testa alla classifica ne ha vinta solo una, il pilota secondo in classifica anche, i due piloti che hanno lottato per il titolo l'anno scorso sono più indietro in classifica e il pilota attualmente secondo è il compagno di squadra di questi due, da loro regolarmente battuto nella scorsa stagione.
In Formula 1 se ci fosse una situazione del genere a molti non piacerebbe. Immagina un campionato che dall'inizio alla fine è come la prima parte del 2012, a me potrebbe piacere, ma dubito che sia quello che gli appassionati di F1 vogliono vedere. Agli appassionati di Indycar, invece, quello che vedono in Indycar piace.
Altra cosa che mi piace della Indycar è la variabilità dei circuiti: ci sono gare su circuiti cittadini in gran parte, ma anche gare su ovali, sia lunghi sia brevi. Ciò rende le gare molte diverse le une dalle altre e, di fatto, c'è poca ripetitività e da una gara all'altra si assiste a un tipo di spettacolo molto diverso.
Il diverso tipo di circuiti, inoltre, apre la strada, specie nei team "minori", a un maggior numero di piloti. Ci sono piloti che gareggiano solo su circuiti cittadini o tradizionali e altri che gareggiano su ovali. Ci sono molte presenze che durano poco nel tempo e, avendo piloti che prendono parte a un numero ristretto di eventi, c'è un ricambio maggiore e la possibilità per un maggior numero di piloti di mettersi in mostra.
Una delle gare è la 500 miglia di Indianapolis, che viene considerata ancora di più del campionato. È una di quelle gare in cui NESSUNO si accontenta di arrivare secondo o terzo e nessuno pensa ai punti in classifica in una simile occasione, cosa che non avviene per nessuna gara di Formula 1, perché va bene, magari c'è chi ci tiene a vincere il gran premio di casa, i ferraristi ci tengono a vincere il gran premio d'Italia, vincere i gran premi storici è ugualmente ben visto, ma nessuno che sia in lotta per il titolo e che sia dotato di buonsenso rischierebbe di buttare un buon risultato alle ortiche per tentare un sorpasso impossibile per la prima posizione. Non è che una cosa sia il bene assoluto e che l'altra sia il male assoluto, è solo che sono situazioni completamente diverse.

Come ho scoperto dell'esistenza della Indycar è una bella domanda, in effetti. Quando ho iniziato a seguirla era da molti anni che ero consapevole della sua esistenza, solo che fino al 2012 non ero al corrente dell'esistenza di un modo per guardarla e non avevo il giusto traino per guardarla (il passaggio in Indycar di Barrichello è stata la causa scatenante che mi ha portata a interessarmene, anche se dopo le ragioni si sono moltiplicate tanto che quando Barrichello è andato a gareggiare in un'altra serie il mio interesse per la Indycar è rimasto immutato).
Per fare un piccolo recap delle mie conoscenze in fatto di Indycar/Formula Cart, posso dire che:
> ho sentito parlare fin dall'infanzia del fatto che da qualche parte in America esistesse una serie con vetture simili alle F1 che gareggiava sugli ovali, ma credo che il fatto di abitare a 15 km di distanza dal paese natale di un ex campione di Indycar abbia dato il suo contributo (che poi anche qui Zanardi non venga definito come uno che ha vinto in una serie americana, ma come uno che ha perso le gambe gareggiando in una serie americana e che quasi nessuno sappia minimamente quali siano stati i suoi risultati prima di quel momento è un altro discorso);
- le serie americane ricevono qualche minima attenzione da parte dei giornali italiani in caso di 1) risse a bordo pista, 2) prestazioni di un certo livello ottenute da donne specie se di bell'aspetto, 3) incidenti mortali, quindi negli anni a seguire mi è capitato sia di leggere trafiletti di giornale sia notizie del TGcom che parlavano di Indycar.

La Formula E, invece, l'ho praticamente vista nascere, leggendo le notizie sul web. L'ho seguita fin dal primo eprix, inizialmente attirata dalla presenza di molti ex piloti di Formula 1.
Il format mi piace, le gare (che ricordano un po' quelle di Indycar svolte sui circuiti cittadini) sono spesso abbastanza movimentate e trovo molto divertente il fatto che il pit-stop consista nel cambiare vettura perché la batteria dura solo per metà gara. Nelle prossime stagioni, purtroppo, verranno introdotte batterie più potenti e questo tipo di pit-stop scomparirà, ed è una cosa che mi dispiace parecchio.

L'effetto Alonso credo che si possa ottenere solo ed esclusivamente con piloti famosi tanto quanto Alonso. Gente tipo Hamilton o Vettel farebbe molto comodo per lo scopo, specie Hamilton che ha dietro tutto il fanbase britannico, fanbase britannico che è più rilevante di quello delle altre nazioni in quanto parlano la lingua più studiata al mondo e di conseguenza, invece di essere ignorati dal resto del mondo, vengono presi in considerazione dal resto del mondo. Altri piloti con un buon livello di popolarità potrebbero comunque contribuire in modo forse un po' meno accentuato, ma avere gente come Button o come Raikkonen in Indycar darebbe senz'altro un contributo ad aumentarne la popolarità. Questo è quanto posso dire a livello di personaggio in sé.
Nel caso di Alonso, tuttavia, credo che abbia contribuito anche una serie di altri fattori. Innanzi tutto non è che Alonso sia andato in Indycar perché in Formula 1 era rimasto senza volante o perché si era ritirato per cambiare aria. Il fatto che un pilota di Formula 1 salti un gran premio (per giunta celebre come quello di Montecarlo) per andare a correre una gara di Indycar è un evento più unico che raro, destinato ad avere maggiore attenzione mediatica. A questo si aggiunge che a Indianapolis ha gareggiato grazie a una partnership tra il team Andretti e la McLaren, due nomi di un certo livello, uno per la Indycar, l'altro per la Formula 1.
Tutte queste cose hanno fatto sì che la sua partecipazione a Indy fosse pubblicizzata sia in Europa sia in America e che gli americani stessi hanno visto l'evento come la venuta del Messia...
Poi c'è un altro dettaglio da considerare, che probabilmente è il più importante di tutti: Alonso si è qualificato in seconda fila e per parte della gara è stato in lotta per la prima posizione. Si fosse qualificato ultimo e fosse stato irrilevante in gara, l'entusiasmo si sarebbe verosimilmente placato in largo anticipo.
Infine la stessa commissione della Indycar l'ha votato come Rookie of the Year nonostante un altro debuttante, tale Ed Jones, sia arrivato sul podio, segno che anche a loro Alonso è rimasto impresso e che gli addetti ai lavori erano probabilmente più alonso-centrici dei fan stessi (a questo proposito, se posso dire la mia, non credo che la votazione in sé sia stata sbagliata, ma che lo sia il sistema stesso di far votare un titolo importante a una commissione, senza specificare quali sono i parametri e che cosa si intenda esattamente per rookie: Jones è uno che gareggia sugli ovali da anni ma non aveva mai preso parte alla Indy 500, per Alonso era la prima volta in assoluto su un ovale... c'è una bella differenza tra le due cose e nessun parametro che spiega se nel decidere a chi attribuire il titolo di R.o.t.Y. se ne debba tenere conto oppure no).

In conclusione l'effetto che ha fatto Alonso lo potrebbero fare anche altri personaggi, a condizione che stiamo parlando di personaggi dello stesso spessore, ma per avere un effetto così tanto vasto la cosa dovrebbe accadere in modo che sembri che il pilota in questione stia snobbando la Formula 1 per un'altra serie...
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...ma rimane il fatto che il "fanboost" dovuto ad Alonso sia stato talmente elevato che anche se il traino fosse minore potrebbe comunque esserci un traino di un certo livello: il clamore mediatico dovuto ad Alonso ha portato moltissime persone a interessarsi alla Indycar e a continuare a interessarsene anche dopo che Alonso è tornato "a casa", ma è pur vero che ci sono diversi gradi di aumento dell'interesse. Invece di far appassionare nove persone su dieci magari ne fa appassionare cinque su dieci o una su dieci, ma è già un aumento.
Per stare in tema di fanboost, più che per la Indycar, che comunque ha già un buon seguito e ha già piloti celebri, potrebbe fare comodo a serie come la Formula E che, essendo soltanto alla sua terza stagione, per ora basa gran parte della popolarità (oltre che per il format e per la vicinanza con il pubblico) al fatto di avere tra i propri piloti molti ex piloti di Formula 1. Un grosso problema è che non viene ancora vista come un campionato "serio", ma se al posto di ex piloti della Toro Rosso, della Sauber, della Marussia e della HRT ci avessero gareggiato piloti più popolari, probabilmente ci avrebbe guadagnato. Se hai tra i piloti Buemi, Di Grassi, Heidfeld e D'Ambrosio (gente che i tifosi mainstream non si sono mai filati neanche di striscio quando erano in F1), verosimilmente hai meno seguito di quanto ne avresti se al posto loro ci fossero Button, Webber, Massa e Raikkonen (ovvero gente che anche i tifosi mainstream sono spesso stati costretti a filarsi).

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