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mercoledì 11 ottobre 2023

Tra caso e coincidenze: dieci anni senza Maria De Villota

Oggi è l'11 ottobre 2023, sono già passati dieci anni da quel giorno di prove libere del GP del Giappone in cui il pubblico, nella mattinata europea, fu accolto dalla freddezza della notizia della morte di Maria De Villota, ex tester occasionale di Lotus e Marussia, dove per Lotus si intende l'attuale Alpine e va specificato, perché era il 2011 e nel 2011 c'erano due team che si facevano chiamare Lotus. La notizia iniziale parlava di morte per cause naturali, ma successivamente i familiari della De Villota hanno confermato che la morte era sopraggiunta a causa dei danni cerebrali riportati nel 2012 in occasione del tremendo schianto di Duxford, incidente dopo il quale aveva fatto la prima apparizione pubblica proprio l'11 ottobre, un anno esatto prima della morte.
Ricordo pure qualche teoria del complotto in proposito, perché era un po' meno una mania che ai giorni nostri, ma anche in passato qualcuno si sbizzarriva.

Seppure mi piaccia ricordare gli anniversari, sia nel bene che nel male (come forse si sarà capito visto che neanche troppo occasionalmente pubblico sul blog post legati a qualche anniversario e, ancora più spesso, condivido via Twittelon e Zuckenbook post vecchi in occasione degli anniversari), per me una data è solo una data, essendo frutto del modo in cui misuriamo il tempo, della struttura del nostro calendario.
Non penso che il fatto che sia l'11 ottobre renda le cose diverse dall'essere il 10 o il 12, così come non penso ci sia nulla di speciale o di arcano nella data del 3 luglio, data passata in secondo piano dopo la sua morte, perché quella era solo la data del suo incidente, da cui la sua vita era ripartita, totalmente trasformata.
Sono giorni, solo giorni come tutti gli altri, e di date se ne potrebbero trovare tante e dare loro significati più profondi di quello che hanno.

Era il 3 luglio 2012 quando in Inghilterra, su un circuito ricavato da un aeroporto, Maria De Villota cozzava contro il portellone di un camion lasciato a bordo pista con il portellone aperto, appunto - e bisognerebbe chiedersi in che condizioni si svolgessero quei pochi test privati che avvenivano a quei tempi, poco più di un decennio fa, ma è un discorso che ho fatto tante volte e oggi vorrei focalizzarmi su altro: date e assurde coincidenze.
Dopo l'incidente ha detto di nutrire sentimenti ambivalenti nei confronti della Marussia (altresì nota negli anni a venire come Manor) e la sua unica presenza nel paddock è stata al GP di Spagna 2013, avvenuto solo pochi mesi prima della sua morte.
Ha assistito quindi in presenza all'ultima vittoria di Fernando Alonso in Formula 1, che è stata l'ultima vittoria di un suo connazionale avvenuta quando lei era ancora in vita.

Nel 2016 si è svolto un gran premio il 3 luglio, quarto anniversario dell'incidente di Maria. Era il GP d'Austria e, davvero, non me ne sono accorta fino a poco tempo fa, mi ci sono voluti sette anni e sono raggelata nel rendermi contro che la Manor, quel team per cui Maria nutriva sentimenti ambivalenti, ha ottenuto un punto quel giorno, ma è stato anche l'ultimo della sua storia - Pascal Wehrlein 10°.
Mi sono detta un caso, una coincidenza, e lo credo ancora, nonostante tutto il resto, perché c'è pure stato un altro gran premio il 3 luglio ed è stato Gran Bretagna 2022 e un'altra coincidenza che, come quella della Manor, nessuno sembra avere notato.
Il primo pilota spagnolo a vincere un gran premio dopo la morte di Maria De Villota è stato Carlos Sainz, suo concittadino, in Inghilterra, in una pista ricavata da un aeroporto, portando nel design del suo casco il logo della De Villota, nel decimo anniversario dell'incidente di Duxford.


Stamattina, mentre abbozzavo l'inizio di questo post, non ho fatto caso che si erano già fatte quasi le otto. Sono uscita di casa di corsa, salita in macchina sperando di non fare tardi al lavoro.
Ho acceso la radio. Stavano trasmettendo "Maria" di Blondie. Il caso rimane caso, ma ha un modo curioso di manifestarsi!



domenica 17 luglio 2022

In ricordo di Jules Bianchi // 03.08.1989 - 17.07.2015

È il 17 luglio 2022  sono passati esattamente sette anni da quando Jules Bianchi ci ha lasciati. In questo post per ricordarlo avrei potuto parlare della dua carriera in Formula 1 oppure del fatto che esistessero (remote) possibilità di vederlo in Ferrari un giorno, oppure potrei scadere nel trash e utilizzare il suo legame con Charles Leclerc per parlare di quest'ultimo (d'altronde oggi come oggi Bianchi sembra essere considerato solo qualcuno che aveva la funzione di annunciare la venuta del predestinatohhhh). Invece no, vi racconto di quella volta in cui, il 9 luglio 2011, ha vinto una gara di GP2 a Silverstone. Era una feature race, avvenuta dopo una sessione di qualifiche bagnate ed è stata l'unica vittoria di Jules Bianchi ***in*** GP2. Non l'unica ***al volante di una*** GP2, ma l'unica valevole per il vero e proprio campionato di GP2.


In GP2 Bianchi ci ha corso nel 2010 e nel 2011, classificandosi terzo in entrambe le stagioni. Ai tempi oltre al campionato che andava dalla primavera fino a fine stagione, c'era anche la GP2 Asia Series. Nel 2011 si è svolta nel periodo febbraio/marzo con un totale di due eventi e proprio nell'Asia Series ha ottenuto una vittoria nella gara inaugurale a Yas Marina, battendo Romain Grosjean, poi divenuto campione sia della serie asiatica sia del vero e proprio campionato di GP2. Nella main series, tuttavia, la vittoria gli era sempre sfuggita, nonostante le tre pole position ottenute nel 2010 e alcuni piazzamenti a podio. La sua quarta pole nel campionato di GP2 è arrivata proprio in Gran Bretagna nel 2011, in una gara iniziata con la pista bagnata dopo un acquazzone e proseguita con il sereno e con l'asfalto che si asciugava.

Come se già avesse realizzato le proprie ambizioni e stesse gareggiando al volante di una Ferrari, il pitstop del pilota della Lotus ART color verde Caterham non è arrivato esattamente nel momento in cui doveva arrivare. Rientrato con un giro o due di ritardo per passare dalle gomme da bagnato a quelle da asciutto, dopo essere stato leader nel primo stint si è ritrovato d nuovo leader, ma con un inseguitore negli scarichi. Si trattava di Christian Vietoris, con il quale verso metà gara è stato protagonista di un duello piuttosto acceso e intenso. Superato da Vietoris a quella curva Copse di cui ormai parlano anche muri, si è ripreso subito la posizione. Non è finita lì e nel corso dello stesso giro c'è stato un altro duello ruota contro ruota, con nuovo sorpasso di Vietoris culminato in un ulteriore controsorpasso di Bianchi, che ha confermato la propria leadership.


Nella parte restante di gara è riuscito ad allungare portando il proprio vantaggio ad alcuni secondi. Vietoris si è dovuto accontentare di finire runner up mentre sul gradino più basso del podio è salito una nostra conoscenza, ovvero Marcus Ericsson. A guardare tutta la zona reverse grid, di nostre conoscenze ce ne sono state parecchie: quarto Romain Grosjean (poi vincitore della sprint race avvenuta la domenica mattina), quinto Sam Bird, sesto Dani Clos, settimo Stefano Coletti e infine Giedo Van Der Garde. La top-ten è stata conclusa da Alvaro Parente ed Esteban Gutierrez. L'indomani Bianchi si è classificato in quinta posizione e, per quanto sia stata la sua unica vittoria stagionale, è salito sul podio diverse altre volte negli appuntamenti ancora restanti del campionato, confermandosi appunto terzo classificato a fine stagione.

Nel 2012, parallelamente al suo ruolo di Friday Driver con la Force India, Jules Bianchi ha gareggiato in World Series by Renault, dove ha ottenuto tre vittorie e si è classificato secondo nella stagione alle spalle del campione Robin Frijns. Nel 2013 è stato ingaggiato dalla Marussia, con la quale è rimasto fino al suo tragico incidente al GP del Giappone 2014. Rumour mai ufficialmente confermati, ma nemmeno smentiti, sostengono che proprio in quel fine settimana avesse firmato un contratto con la Sauber per il 2015 (non si sa se per guidarla effettivamente o per fare la fine fatta da Van Der Garde). Non sapremo mai come sarebbe andata, ma sappiamo quello che è stato fino a ottobre 2014. Oggi ho scelto di raccontarvi della GP2 in Gran Bretagna perché a mio parere i ricordi positivi devono essere condivisi e tramandati.


R.I.P. Jules Bianchi. <3
Per sempre indimenticabile,  sempre nei nostri ricordi.


lunedì 25 maggio 2020

F1 The Golden Days: GP Monaco 2014

Questi giorni dovevano essere quelli del Gran Premio di Montecarlo, quello che ormai da diversi anni si sovrapponeva alla Indy 500 e che nel 2021 dovrebbe svolgersi una settimana prima della Indy 500.
Se vi dico Montecarlo, so cosa mi risponderete, so che cosa potrebbe venirvi in mente: la noiahhhh, il fascinohhhh, la vittoria di Panis, Massa che si schianta alla Sainte Devote, la vittoria della Ferrari che manca(va) dall'ormai lontano 2001, la curva più lenta e quella più veloce del mondiale, o da un punto di vista più "guida turistica", il fatto che si tratti di un circuito tortuoso (cit.) composto dalle anguste stradine del Principato (sempre cit.)...

Forse, però, non vi vengono in mente i duellihhhh e i sorpassihhhh, perduti nella piattezza monegasca, in cui davvero a volte solo il fascino e la location storica contribuiscono a salvarci da un clima da Ungheria 2004.
Eppure qualche momento si salva, qualche istante che trabocca epicità può rimanere, ogni volta in cui qualcuno si è infilato quasi tra i muri nel tentativo di strappare una posizione. Oppure, in assenza di epicità, di solito c'è qualcuno che si stampa contro il suddetto muro, ma è così che funzionano le cose laddove ci sono muri.
Non tutti i duellihhhh e i sorpassihhhh vanno a buon fine, come ben sapranno anche Michael Schumacher e Jean Alesi, che ricordo nel 1993(?) venire a contatto l'uno con l'altro mentre Schumacher tentava di superare Alesi alla Rascasse.

Sì, parlo di quella famosa curva in cui sorpassanohhhh solo gli eroihhhh, là dove forse ciò che contribuisce a far riuscire il sorpasso è la legge del caso: chi si infila lì è destinato a verniciare muri, però a volte non succede.
È lì che ricordo una scena epica, sempre per quella legge del caso: quella scena epica, in realtà, non doveva nemmeno apparire sugli schermi televisivi e non sarebbe mai arrivata in mondovisione se non fosse stato per un caso davvero fortuito.
Non che sia servito a molto: così come arrivano in mondovisione, certe scene vengono messe da parte.

Immaginate una vettura che ne affianca un'altra laddove non c'è quasi il posto per riuscire a passare, mentre le inquadrature sono tutte per un cubetto di ghiaccio che si trova lì nei pressi dopo varie peripezie.
Striscia contro l'altra vettura, forse anche più di una volta, passa laddove non sembrava destinata a passare.
Poi le telecamere se ne vanno, vanno a inquadrare le scene clou dell'evento, cose tipo duelli a distanza tra modelli fescion, uno dei quali sta duellando anche contro un presunto moscerino che gli è entrato in un occhio, cose tipo tortore di passaggio, a volte, per non farsi mancare niente...
Niente "you have to leave the space, all the time you have to leave the space" urlati via radio... oppure, anche se urlati via radio, destinati a non essere trasmessi.

A volte guardando un duello al limite ti viene da pensare "questo sorpasso dovrebbe essere incluso nella top-10 dei sorpassi più belli del secolo".
Solo che i sorpassi più belli del secolo vengono scelti tra quelli che hanno determinato una vittoria, ci sono sorpassi di serie A e di serie B, eppure forse aveva ragione Jacques Villeneuve quando diceva che dovrebbero inquadrare anche le vetture che stanno più indietro per rendere le gare interessanti. Molti non la penserebbero come lui, vista la convinzione che quello che succede dietro distragga dalle cose che contano davvero, ovvero i duellihhhh e i sorpassihhhh per la vittoria, specie se vinti da vetture rosse, cosa che in realtà non succede poi così spesso incrementando la noiahhhh percepita.

I ricordi rimangono, eppure a volte non rimane nulla, perché quel sorpasso di cui ho parlato è quello avvenuto nell'edizione del 2014 tra Jules Bianchi e Kamui Kobayashi, l'uno sulla Marussia, l'altro sulla Caterham.
Ironia della sorte, è stato verosimilmente quel sorpasso a determinare quale dei due team dovesse ottenere punti quel giorno e, di conseguenza, chi tra la Marussia e la Caterham fosse destinata alla sopravvivenza (per il momento) e chi al fallimento.
Eppure le cronache non narrano altro di come, proprio quel giorno, Nico Rosberg e Lewis Hamilton (rispettivamente vincitore e secondo classificato) abbiano iniziato a tirarsi addosso tutti i pezzi del migliore servizio di piatti di proprietà di Toto Wolff.


venerdì 11 ottobre 2019

Il mio ricordo di Maria De Villota

L'11 Ottobre di sei anni fa era venerdì, proprio come oggi. Era un giorno come tanti della mia vita di disoccupata che stava attendendo con ansia l'esito di un colloquio di lavoro fatto di recente (per quello che poi fu il mio primo posto di lavoro) e il venerdì era il giorno delle pulizie condominiali a cui seguivano le pulizie in casa.
Fu esattamente l'attività a cui mi dedicai quella mattina e, se non ricordo male, finii nel primo pomeriggio. Poi, dopo essermene liberata, abbastanza sicura di avere "già dato" (il che significava che probabilmente mia madre non mi avrebbe rotto le scatole nelle ore a venire) decisi che avrei cazzeggiato un po' al computer.
Entrai sul forum, che moderavo e che modero tuttora, e nella chat in homepage qualcuno aveva riportato la notizia che girava da quella mattina: Maria De Villota era stata trovata morta in una stanza d'albergo nelle prime ore del mattino, del giorno in cui avrebbe dovuto presentare la sua autobiografia.

Da quando avevo scoperto della sua esistenza mi ero appassionata alla sua storia. Sapevo che il suo curriculum nelle open wheel non era proprio di altissimo livello e che già da tempo era divenuta una coach per piloti emergenti (tra i suoi "allievi" anche nientemeno che Carlos Sainz Jr durante il suo primo test su una monoposto), ma al momento rappresentava per me l'unica possibile opzione di avere una donna in Formula 1, almeno con un ruolo "di contorno". Non sono mai stata in fissa con il desiderare una donna al volante di una F1 a tutti i costi, ma da ragazza appassionata di motori mi ha sempre fatto piacere cercare di approfondire sulle ragazze che gareggiano nel motorsport e che, in parte, mi fanno sentire "rappresentata".
Di Maria De Villota sapevo che aveva preso parte a una demo sulla Lotus Renault nel 2011 e che da mesi svolgeva il ruolo di terzo pilota per la Marussia, ruolo che, nello specifico, in genere consisteva nell'indossare indumenti del team e nel frattempo fare l'inviata per la TV spagnola.

In quel giorno di luglio in cui doveva effettuare il suo primo test per la Marussia ricordo vagamente che ero su twitter quando iniziò a circolare la notizia dell'incidente di cui era stata protagonista.
Ricordo che cercai informazioni sull'accaduto. Ricordo che aprii anche una domanda su Answers Yahoo e un tipo rispose qualcosa che suonava come "chi se ne frega".
Erano altri tempi, quelli, erano tempi in cui non seguivo altre serie di automobilismo e l'idea che qualcuno potesse rischiare la vita al volante di una Formula 1 era sempre concreta nella mia mente, ma sapere che era successo, per me, era come un fulmine a cielo sereno.
Il fatto che fosse una donna, poi, la esponeva a molti commenti cretini sulle donne al volante e cose del genere, il tutto mentre giravano notizie tutt'altro che confortanti sulle sue condizioni dopo il botto contro il portellone del camion.

Rimasi agghiacciata dalla dinamica dell'incidente. Non riuscivo a spiegarmi come fosse possibile che un mezzo del team fosse presente nel luogo in cui si stava svolgendo un test aerodinamico, come fosse possibile che la De Villota avesse riportato conseguenze così gravi per quella che, di fatto, era stata un'uscita di pista a bassa velocità.
All'epoca non ci pensai, ma oggi me lo chiedo seriamente: siamo sicuri che quella sia stata un'eccezione o i test si svolgevano così anche in altri casi, in cui nessuno finiva fuori pista e, di conseguenza, non ci si preoccupava della sicurezza?
Ricordo che, qualche giorno più tardi, mentre ero al mare insieme a mia madre andai a sedermi al bar e scrissi su un foglio la bozza di un post che volevo postare sul blog una volta fossi tornata a casa a proposito degli standard di sicurezza a quel test. Ero talmente incazzata che, quando uscii dal bar, stavo ancora pensando a come era andato a finire quel test. Inciampai sul passaggio che portava fino alla riva del mare, sbattendo un ginocchio proprio sul bordo.

Maria sopravvisse all'incidente, seppure riportando la perdita di un occhio e danni cerebrali permanenti. C'era chi accusava lei e la Marussia di avere simulato tutto per questioni pubblicitarie, tra i tanti fenomeni che giravano per la rete.
La sua prima apparizione pubblica fu in ottobre del 2012, esattamente un anno prima della sua morte, avvenuta per probabili complicazioni relative ai danni cerebrali riportati un anno e tre mesi prima nell'incidente.
Non era la più veloce tra i piloti e per la Formula 1 c'è passata soltanto alla lontana, ma credo che meriti di essere ricordata come tutti gli altri.

sabato 5 ottobre 2019

Quando i sogni di una fangirl si scontrano con un destino incompiuto

"E poi ti ho perduto nell'alba gelata di ottobre
Non c'era giorno migliore" 
- Laura Pausini, "Frasi a metà" 

Il venerdì, a quei tempi, era per me un giorno bellissimo. Non solo era l'ultimo giorno di lavoro della settimana, ma spesso il mio capo, che di fatto aveva un contratto da collaboratore esterno, al venerdì non veniva al lavoro. Per quanto ai tempi nutrisse una certa stima nei miei confronti, almeno come segretaria, ero felice di non averlo intorno. Era nella scrivania accanto alla mia, alle 8.30 quando arrivavo al lavoro lo trovavo già intento a imprecare al telefono, e il pomeriggio consisteva nell'attendere con pazienza il momento in cui sarebbe andato via. Per fortuna si fidava di me abbastanza da andarsene abbastanza presto, ma era sempre bello quando mancava per l'intera giornata: di fatto facevo le stesse cose, ma generalmente non avevo mal di testa.
Alle 17.00 uscii dal lavoro e andai a casa. Lavoravo a tre passi da casa, ai tempi. Alle 17.15/17.20 ero già arrivata. Mi misi a fare un po' di pulizie, pensando che mia madre ne sarebbe stata soddisfatta. Quando arrivò a casa mi chiese come mai mi fossi messa a fare le pulizie quel tardo pomeriggio quando c'era tutto il giorno seguente. Dentro di me pensai che il giorno seguente il mio principale pensiero sarebbero state le qualifiche della Formula 1. Ero su di giri come non mai, mentre si avvicinava quel weekend, per vari motivi. Quello personale era che l'azienda per la quale lavoravo ai tempi stava andando a rotoli ed esserne lontana almeno per due giorni era comunque positivo. Quello non personale era appunto il gran premio imminente, con ogni suo strascico. Si parlava di Alonso che stava per lasciare la Ferrari e c'era qualcosa che, inconsapevolmente, mi stava facendo vedere la luce.

Poi arrivò il sabato. Arrivarono quelle qualifiche viste in differita, che a pensarci bene mi avrebbero consentito tranquillamente di fare le pulizie alla mattina, oppure nel pomeriggio dopo la replica sulla Rai. Arrivò Mazzoni che dichiarò che Kvyat avrebbe preso il posto di Vettel in Redbull nella stagione seguente.
Rimasi folgorata dal significato che quell'affermazione aveva. Fare due più due era facile anche per me, che non avevo pensato, fino a quel momento, nemmeno per un attimo, che Vettel potesse prendere il posto di Alonso in Ferrari se questo se ne fosse andato. Era capitato tutto molto in fretta: fino a poco tempo prima si parlava di Alonso in Ferrari vita natural durante, non del fatto che volesse andare via, e comunque non avevo fatto quel pensiero. Non mi ero chiesta se Vettel avrebbe lasciato la Redbull alla fine di quella stagione e per andare dove e, anche se l'avesse fatto, erano più altre le destinazioni a cui avrei pensato: in McLaren, per esempio, dove c'era Button del cui ipotetico ritiro si parlava da anni, dove c'era Magnussen che non convinceva al punto tale da spingere il team a confermarlo per la stagione a venire, oppure in Williams, che all'epoca stazionava intorno alla terza piazza nella classifica costruttori e in cui c'era Massa di cui, ugualmente, si parlava da anni di un ipotetico ritiro, in cui c'era Bottas che avrebbe potuto passare a un altro team... Ci rimasi malissimo, per Kvyat in Redbull, perché aveva un significato solo e non era il significato che avrei gradito sentire quel giorno.

Credo che sia opportuno, a questo punto, un piccolo disclaimer. Probabilmente in questi anni sarò sembrata al limite del borderline, nell'esprimere attaccamento altalenante nei confronti di squadre o piloti, nel prendermi a cuore le sorti di molti diseredati, nello smentire affermazioni poco sensate...
Il fatto è che non sono borderline. Semplicemente non sono nata ferrarista e non ho mai vissuto la Ferrari come qualcosa che dovevo tifare per forza. Ho sempre provato più attaccamento per l'individuo che per la squadra e soprattutto più attaccamento per lo sport in sé che per la squadra. L'avere iniziato a seguire altri campionati, qualche anno prima di quei giorni, ha contribuito ad aprirmi la mente. Mi capita anche adesso di guardare qualcosa di nuovo, di tanto in tanto, di guardare campionati che seguo soltanto occasionalmente oppure campionati minori in cui ci sono anche tanti esordienti di cui non ho mai sentito parlare prima di iniziare a seguire un certo campionato. Il primo campionato di Indycar che seguii, in un modo o nell'altro, anche se non con l'attenzione attuale, era quello del 2012. Vinse Ryan Hunter-Reay, dopo che Will Power era stato in testa alla classifica durante la stagione. Prima di iniziare a seguire il campionato di Indycar, perdonatemi per l'ignoranza, non avevo la più pallida idea di chi fossero RHR e Power, conoscevo solo Barrichello, Sato, Bourdais e Wilson che erano stati in Formula 1, oltre che Kanaan, Castroneves e Ana Beatriz perché partecipavano alla Desafio das Estrelas. Ovviamente non tifavo nessuno, soprattutto tra i piloti che potevano vincere il titolo. Se parlavo con qualcuno di Indycar, a questi non importava un fico secco del fatto che non tifassi nessuno. Era un bel progresso, considerando che relativamente alla Formula 1 chattando con dei ragazzi che avevo conosciuto su un forum che visitavo ogni tanto mi dissero che il forum che moderavo era ridicolo perché avevo scelto come immagine profilo una foto di Massa in tuta verde e di conseguenza "non era un forum su cui si parlava di piloti seri".

Cresciuta in un'epoca in cui la gente faceva l'associazione Ferrari = santihhhh subitohhhh, McLaren = kriminalihhhh (tranne Suzuka 1990, là evidentemente il mondo funzionava al contrario) era sorta in me la consapevolezza che la scelta fosse tra loro, oppure tra i loro piloti. Non sono mai stata vicinissima alla Ferrari, ai tempi. Tifavo Felipe Massa perché aveva qualcosa che mi attirava e credo che sia stato lui a farmi capire che i piloti e il team non sempre si completano a vicenda. Massa e la Ferrari avrebbero dovuto lasciarsi molto prima, sarebbe stato meglio per tutti, era questo che pensavo, anche se non sarebbe stato un avversario della Ferrari, anche se non avrebbe mai più potuto pensare di lottare per un mondiale. Ma dopotutto era meglio ottenere risultati da Williams in Williams piuttosto che ottenere risultati da Williams (non quella del 2014) in Ferrari. Fu un piacere vederlo ricostruirsi un'immagine positiva, ma sapevo che la Formula 1 è un mondo che va avanti in fretta.
Quando fu chiaro che Alonso se ne sarebbe andato, mi misi a lavorare in fretta, prendendo per accurati dei rumour che non lo erano. Si vociferava che Jules Bianchi potesse essere il suo successore e ne sarei stata molto felice. Era il leader dei team dei poveri, era quello che aveva portato la Marussia sul tetto del mondo, era quello che si era infilato tra Kobayashi e le barriere della Rascasse invece di limitarsi a sbraitare alla radio che Kobayashi avrebbe dovuto smettere di ostacolarlo, come invece succedeva davanti o ai piloti che lottavano per il podio.
Mi sarebbe dispiaciuto molto vedere un pilota come lui lasciare il team che avevo "adottato", ma sapevo che, se era per la Ferrari, ne valeva la pena. Ero affezionata sia a lui sia al team per il quale gareggiava, ma a maggior ragione nel suo caso avevo sempre saputo che ci sarebbe stato dell'altro, prima o poi.

La notte tra sabato e domenica andai a ballare, pronta a dormire pochissimo. Non avevo visto le qualifiche in diretta, ma la gara sì e non mi importava dormire poche ore, c'era sempre tempo per tornare a dormire.
Pensavo ancora a Kvyat. Pensavo alla Redbull che promuoveva i piloti del proprio junior team, mentre la Ferrari non faceva altrettanto, magari talvolta abbandonandoli a se stessi. Pensavo che comunque c'era ancora speranza, che forse un giorno Bianchi avrebbe preso il posto di Raikkonen e che potevo ancora essere la persona più felice del mondo. Chissà, magari poteva addirittura vincere con una Ferrari a Montecarlo, un giorno, o qualsiasi altro gran premio. Non mi importava che potesse essere una seconda guida, un'unica vittoria, un giorno, mi sarebbe bastata, ne ero certa.
Poi venne la domenica, che con le sue condizioni meteo proibitive sembrava dopotutto una domenica normale. Il mio pensiero era che, se Massa avesse vinto quella gara, avrebbe battuto il record di vittorie intercorse tra una vittoria e l'altra (record che invece ha battuto Raikkonen l'anno scorso), ma che quello scenario era impossibile. Le Marussia e la sola Caterham ancora in pista erano nelle retrovie, ignorate da tutto e da tutti, tranne il momento in cui durante il giro dei pitstop, nella prima parte di gara, Bianchi era stato tra gli ultimi a rientrare risalendo per un attimo fino al terzo posto. Avevo addirittura fatto uno screenshot e l'avevo postato su Twitter.
Poi Sutil finì fuori e tutto continuò come se niente fosse. Poco dopo le inquadrature della zona dell'incidente riportavano come didascalia il nome di Bianchi invece del suo. Nei distacchi lo si era visto precipitare giù.

Quello che accadde dopo appariva quasi come irreale. Si iniziava a parlare della dinamica dell'incidente, quella dinamica alla quale Martin Brundle era sopravvissuto vent'anni prima, in condizioni analoghe, nello stesso tratto del circuito, per avere avuto la freddezza di premere sull'acceleratore nel tentativo di deviare la traiettoria della propria monoposto.
Ciò che mi spaventò davvero non fu il sentire parlare della dinamica. Dire che una vettura aveva colpito un trattore poteva significare tutto o niente. Poteva essere un contatto di striscio, oppure poteva avere impattato contro una ruota del trattore stesso... Anche la bandiera rossa di per sé non significava molto, se non che era impossibile proseguire oltre e che essendo stato completato il 75% della gara era stato deciso di chiuderla lì, specie in condizioni di visibilità sempre più basse.
Però l'ho detto, mi ha sempre colpito di più l'aspetto umano. Quando vidi i primi tre classificati nella sala dietro al podio, compresi fino in fondo che non c'era niente di positivo nell'aria. Rosberg era l'unico girato verso la telecamera e aveva uno sguardo sconvolto. Hamilton e Vettel erano girati dall'altra parte, entrambi a contemplare il nulla per un periodo di tempo che sembrava infinito. Allora, in quel momento, compresi fino in fondo che dopotutto avere un volante in un top-team non era così importante e che diamo sempre per scontate troppe cose, quando guardiamo un gran premio: che nessuno si farà male, che nessuno morirà, che a nessun pilota di età inferiore ai quarant'anni venga mai da pensare che non glielo fa fare nessuno di continuare a gareggiare quando non sa nemmeno se tornerà sempre a casa vivo.

Purtroppo non solo il destino di Bianchi era quello di non guidare nemmeno la Sauber che a quanto pareva l'aveva ingaggiato per il 2015, ma era anche quello di essere lui quello che non sarebbe tornato a casa vivo. Fregatura nella fregatura, non gli toccò nemmeno una morte rapida, e passarono nove mesi tra il momento in cui chiuse gli occhi e quello in cui il suo cuore smise di battere. Era il 17 luglio, 17 come il suo numero di gara, 7 come il numero che per sua dichiarazione avrebbe scelto se fosse stato disponibile. Era un particolare piuttosto creepy (ma, al giorno d'oggi, è ancora più creepy pensare al fatto che quel 17.07 si è ripetuto, essendo l'orario - cfr. comunicato ufficiale FIA - in cui lo scorso 31 agosto è avvenuto l'incidente che è costato la vita ad Anthoine Hubert in Formula 2).
Il non avere mai saputo quello che sarebbe successo altrimenti mi ha impedito, nel corso degli anni, di avere una posizione ben precisa nei confronti della Ferrari. È il team che forse l'avrebbe ingaggiato, o forse il team che per questioni commerciali ha detto, dopo la sua morte, che l'avrebbe fatto.
Non è stato facile, in questi anni, pensare al suo destino incompiuto. Tante cose non sono state facili, nemmeno vedere Alex Rossi, colui che doveva prendere il suo posto alla Marussia, vincere la Indy 500 nel 2016. Me lo chiesi: ma se questo era semplicemente la sua riserva, quale futuro avrebbe potuto avere lui?

Non ho mai creduto che un giorno potesse diventare uno dei nomi di primo livello della Forula 1, ma ho sempre pensato che un giorno potesse darmi qualche gioia. Ho finito per affezionarmi al suo pupillo Leclerc, oppure ho VOLUTO farlo, perché avevo l'illusione che quel destino incompiuto fosse stato, seppure indirettamente, completato. Poi quattro settimane fa, seduta da sola nel soggiorno di casa di mia nonna, ho visto Leclerc vincere il gran premio d'Italia e ho finalmente capito che si trattava soltanto di una stupida illusione: un destino incompiuto rimane sempre un destino incompiuto, senza che ci siano "rimpiazzi".
Ci sono piloti ai quali sono stata affezionata che gareggiano ancora da qualche parte e sono ancora affezionata a loro, ma spero che non ce ne saranno mai altri, tra quelli nuovi.
Ho visto un pilota al quale tenevo tanto sopravvivere a un incidente solo per poi vedere, qualche anno più tardi, un altro pilota al quale tenevo fare una fine così triste. E alla fine la cosa più triste è che magari la prossima volta sarà qualcuno a cui non tenevo così tanto, che magari ignoravo... ma che in fondo, una prossima volta, ci sarà sempre, per quanto lontana nel tempo.

venerdì 25 maggio 2018

25.05.2014: un momento indimenticabile

Nello scrivere questo post, devo mettere in chiaro una cosa: sono convinta che certe cose possano essere molto difficili da capire... e non pretendo di essere capita. E' raro che io abbia trovato qualcuno in grado di capire fino in fondo e, per ironia della sorte, il luogo virtuale in cui sentivo di essere maggiormente compresa da questo punto di vista era proprio quello che più di ogni altro è pieno di gente che ha un'idea soltanto approssimativa di quello che scrive e che ha molte probabilità di fare discorsi che non c'entrano niente con quello che stanno dicendo: Tumblr. La ragione per cui sono stata tanto a lungo su quel sito (Dicembre 2014 - Marzo 2017) è molto connessa con questo post.
Tumblr è un ambiente molto fungirl-friendly. Finché non ti macchi di qualche colpa orribilehhhh (come ad esempio vieni accusato di omofobia perché affermi che non ti è mai passato per la testa che il facocero e la scimmia del Re Leone avessero una relazione erotica - il fatto che quando hai visto il Re Leone potessi avere un'età per la quale il concetto di relazione erotica non ti era chiaro, che tu non ti sia mai interrogato sul genere biologico di quei due personaggi, che non te ne freghi un accidente del Re Leone o che non ti sia mai passato per la testa di immaginarti un facocero che fa sesso con una scimmia è totalmente irrilevante) vieni amato e rispettato da tutti, i tuoi post vengono rebloggati e likati a ogni soffio di vento e, se riesci a sopravvivere alla consapevolezza che la maggior parte degli utenti che si trovano da quelle parti smetteranno di seguire la Formula 1 non appena troveranno un lavoro o un/una partner, non è così terribile. Certo, ti darà un po' di assuefazione e, prima di renderti conto di quanto sia malato quel posto, penserai che sia normale riferirti a qualsiasi pilota chiamandolo "dear baby" o cose del genere, ma avrai sempre la consapevolezza di essere in un luogo in cui c'era gente che tifava per D'Ambrosio all'epoca in cui D'Ambrosio correva in Formula 1, ovvero l'epoca in cui la maggior parte degli appassionati di F1 si rendeva a malapena conto dell'esistenza di D'Ambrosio. Questo ti apre un mondo completamente diverso. Al giorno d'oggi potrei andare su Tumblr a dire che tifo per Charles Leclerc senza che nessuno mi chieda: "okay, va bene, Leclerc è il tuo backmarker preferito, ma per chi tifi *davvero*?"

Non è facile sopravvivere in certi contesti, quando si tifa per qualcuno o quando non si tifa per nessuno. Tumblr offre una via d'uscita, dove in altri ambienti potresti essere ridicolizzato, esiste la possibilità di trovare qualcuno che ti capisce e che forse si trova nella stessa situazione in cui ti trovi tu.
Ci fu un periodo in cui, su Tumblr, aprii un side-blog dedicato alla Marussia, nel quale postavo e rebloggavo immagini del team. Avevo dei follower anche tra persone che non seguivano il mio blog principale. Nessuno trovava ridicolo tutto ciò. Altrove c'era gente che osservava che una persona come me, che tifava o aveva tifato anche per gente seria, non avrebbe dovuto perdere tempo parlando della Marussia.
Non saprei dire come nacque questo mio interesse. I nuovi team, all'inizio, mi sembravano pittoreschi, ma non avrei mai pensato di avere una visione incentrata *anche* su di loro. Nel 2010, 2011, quell'epoca lì, era l'ultimo dei pensieri. Erano le lumache della F1, da prendere per i fondelli per scherzare, in particolare in presenza di piloti pittoreschi.
Nel 2012 mi sembrava che la Caterham avesse fatto qualche passo avanti e che fosse sul punto di avvicinarsi di più agli altri team, di quanto non potesse accadere a HRT e Marussia. Mi sbagliavo, dato che anche dopo l'uscita di scena la Caterham rimase al livello della Marussia, se non peggio.
Il duello epico tra Glock e Pic al GP del Belgio 2012 fu una visione mistica: non mi ero mai accorta davvero che cosa succedesse nelle retrovie, dove arrivare penultimo invece che ultimo poteva significare tutto. Non mi ero mai posta delle domande, pensavo che in fondo alla griglia di partenza ci fossero solo dei tipi anonimi che dopo un anno o due venivano rimpiazzati da altri tipi anonimi. Quel giorno notai per la prima volta che non c'erano piloti veramente anonimi, quando smettevamo noi, in prima persona, di vederli come tali. Il duello Petrov vs Pic per il decimo posto in classifica costruttori fu eroico, all'ultimo gran premio stagionale, anche se ci sono teorie del complotto che lo renderebbero meno allettante di quanto mi fosse sembrato (ci fu chi sosteneva che Pic avesse deliberatamente evitato di superare Petrov per favorire la Caterham, visto il suo imminente cambio di team).
Quel duello fu l'inizio di tutto e la cosa si intensificò con il cambio di line-up. Quando mi ritrovai con Bianchi e Chilton al posto di Glock e Pic tutto iniziò ad andare in quel senso, sempre più di prima. A poco a poco iniziai ad affezionarmi sempre di più alla squadra e, da un certo momento in poi, iniziai ad affermare che preferivo la Marussia alla Caterham (feci anche un sondaggio sul forum su chi fosse #TeamMarussia e #TeamCaterham, e se non sbaglio in quel sondaggio uscì fuori qualche tormentone del forum tipo il cassonetto d'oro o la carriola trainata dai chihuahua).

Terminò il 2013 con la Marussia davanti alla Caterham in classifica e iniziò il 2014 con gli stessi piloti. Era più di quanto potessi desiderare, non restava che sperare che accadesse qualcosa di epico.
Ammetto di essere una persona di mentalità aperta, da questo punto di vista: se qualcosa di epico fosse riuscita a farlo la Caterham invece che la Marussia, sarei stata felice per loro e avrei pensato che se l'erano meritato, così come l'avevo sempre pensato a ogni passaggio in Q2. Tuttavia mi ero accorta che il passaggio in Q2 non garantiva nulla e che il sabato conta di meno della domenica. Fin da Singapore 2012 ero certa che un giorno avremmo visto una Marussia o una Caterham ottenere un punto. Singapore mi sembrava la location più plausibile...
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...invece niente, scrissi addirittura una parodia in cui ironizzavo sul fatto che le speranze di fare punti approfittando di un elevato attrition rate a Marina Bay non erano destinate a diventare realtà.
Poi venne Monaco 2014 e, a sorpresa, venne doppiamente il giorno che stavo aspettando. Dico che venne doppiamente perché nel corso degli anni non mi era neanche mai balenata per la testa l'idea che potessero realizzarsi due miei grandi desideri: il primo, quello di vedere una vettura di un "nuovo team" in zona punti, il secondo, quello di vedere il RaKkOmAnDaTo!!!11!!!1!! che stava in Formula 1 SoLo X NiKoLaS ToDt!!!11!!!11! mettere a tacere i suoi hater, che si erano sempre riprodotti velocemente come cavallette addirittura anni prima che Bianchi debuttasse in Formula 1.
Si realizzò tutto e, davvero, non sto romanticizzando la cosa se dico che quel giorno non me ne fregava assolutamente del risultato di nessun altro. Alla fine, molti mesi più tardi, si sarebbe rivelata la cosa giusta da fare: per quanto i risultati di tutti gli altri piloti e gli altri team finirono per delineare la classifica, il risultato finale degli altri non fu necessario le altre squadre per salvarsi dal fallimento. Invece a fine 2014 la Caterham fallì e la Marussia sopravvisse, grazie alla posizione in classifica. Se quel giorno a Montecarlo Bianchi non si fosse infilato di forza tra Kobayashi e la barriera della Rascasse, forse l'outcome finale sarebbe stato diverso.
Ma al di là di questo, se Raikkonen non fosse stato proprio lì davanti, avremmo mai visto quello che era successo? Se l'inquadratura non fosse stata lì per un caso fortuito, avremmo mai visto quel sorpasso di Bianchi su Kobayashi? Avrei mai pensato, nel momento stesso in cui lo vedevo, che quello era il sorpasso più bello che avessi mai visto? Di questo non ne ho idea, ma quello che so è che quel giorno mi sentii al settimo cielo e che il risultato di nessun altro pilota avrebbe potuto farmi cambiare idea sul fatto di desiderare un ordine d'arrivo diverso.

giovedì 22 marzo 2018

Il duello epico tra Pic e Glock

Ci sono cose che riempiono di soddisfazione e una di queste è quella che mi è accaduta domenica scorsa, quando ho avuto l'onore di vedere un mio Tweet che veniva retwittato da un personaggio del motorsport per cui nutro una spiccata simpatia. Potete pensare quello che volete di lui (anche che non ve ne importa un fico secco, cosa che non mi sorprenderebbe), ma rimango convinta che sia un inequivocabile trollone, visto il modo in cui si destreggia tra le continue prese per i fondelli e visto che l'anno scorso ha fatto credere a migliaia di persone, con un post scritto a caso, di essere sul punto di tornare in Formula 1. Parlo di Timo Glock, pilota di Formula 1 tra il 2008 e il 2012 prima con la Toyota e poi con la Virgin/Marussia (in realtà aveva debuttato nel 2004, quando aveva disputato qualche gran premio con la Jordan), che attualmente, all'età di trentasei anni (il suo compleanno è stato proprio domenica), gareggia nel DTM. Non è chiaro se a suo tempo sia stato appiedato o se abbia scelto di andarsene, quello che è chiaro è che nel 2013 avrebbe dovuto essere ancora al volante della Marussia, invece al suo posto venne ufficializzato Luiz Razia, uno che ha avuto una carriera molto lunga...
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...ma non divaghiamo, che certe vicende mi fanno pensare a cose che avrei di gran lunga preferito non leggere e commenti decontestualizzati del tempo che fu, parliamo di Glock e del suo momento più eroico in Formula 1. NO, NON PARLO DI QUELLO CHE PENSATE VOI! I tempi della Toyota sono ormai dimenticati, perché quando un pilota appoggia il fondoschiena su una Marussia diviene un soggetto di notevole livello.
Come ho scritto nel mio tweet: "buon compleanno al pilota del DTM / ex pilota di Formula 1 Timo Glock. Il mio miglior ricordo della sua carriera in Formula 1 è sicuramente il suo duello con il suo compagno di squadra in Marussia Pic al GP del Belgio 2012. Era per il 15° posto, ma sembrava un duello che valeva un campionato. Quel giorno mi sono innamorata delle scuderie backmarker".
Seppure in quel duello tifassi Pic, perché era il pilota di cui parlavamo più spesso sul forum e che prendevamo per i fondelli in tono scherzoso, fu comunque molto bello da vedere, perché alla fine credo che un duello sia interessante quando affascina e non quando ne esce vincitore il tuo preferito. Inoltre, se avessi saputo quanto è trollone Glock, avrei senz'altro tifato per lui invece che per Pic, ma era ancora l'epoca in cui non mi era chiaro che Glock fosse un trollone. <3
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...Va bene, va bene, c'erano altre ragioni per cui non apprezzavo particolarmente Glock, ma quei tempi sono passati da anni e anni e non mi sembra il caso di parlarne oggi, nel mese di marzo del 2018.
Tornando al marzo 2018, sono stata molto felice di questo retweet non tanto perché ricevere un retweet da un pilota fa sempre piacere, quanto per quello che ho scritto, per essere retwittata (e di auguri non ne ha retwittati tanti ed erano, con poche eccezioni, tutti da personaggi o canali ufficiali del motorsport, quindi la ragione del retweet è probabilmente il messaggio in sé): grazie al duello epico tra Pic e Glock, inquadrati perché Webber(?) e Massa(?) li stavano doppiando, è cambiato il mio modo di vedere le cose. Avevo già avuto uno sprazzo di simpatia, anche piuttosto esteso, per la Super Aguri, ma la Super Aguri era una cosa, le carrette dei "nuovi team" le ho sempre viste come un'altra cosa. All'improvviso iniziavano a non essere più semplicemente squadre da prendere per i fondelli in tono scherzoso, ma iniziavano ad essere una realtà a cui non avevo mai fatto davvero caso.
E' stato bello scrivere un post su quanto la mia mentalità sia cambiata grazie a certi fatti ed essere retwittata proprio da uno di quei piloti che ha contribuito a cambiare la mia mentalità. Il mio interesse per la Marussia, che era precedentemente crollato ai minimi storici, è iniziato così, grazie addirittura a un pilota che all'epoca non avevo neanche in simpatia, ma che mi ha ricordato che le gare non sono necessariamente incentrate su quello che succede davanti. Quando c'era, contava anche il "mondiale dei poveri"...


giovedì 25 maggio 2017

Questione di stelle allineate

Ci sono momenti in cui le stelle sono allineate nel verso giusto. Magari stanno lì, tutte in fila, ad assistere allo spettacolo, perché certi spettacoli meritano che qualcuno vi assista.
Uno di questi spettacoli che meritano che tutti vi assistano si concretizzò tre anni fa, il 25 Maggio 2014.
Era una di quelle occasioni in cui tutto sembrava girare per il verso giusto, insomma, per intenderci una di quelle occasioni che non capitano tanto spesso. Il 12° posto di Glock a Singapore 2012 sulla Marussia, l'11° posto di Petrov a Interlagos 2012 sulla Caterham difendendo la posizione nei confronti della Marussia di Pic... tutti episodi che suggerivano che prima o poi, forse, sarebbe arrivato il momento giusto, ma che allo stesso tempo lasciavano intendere che non c'erano poi così tante speranze.

Sarò sincera, avevo sempre pensato che, se un giorno una carretta avesse raggiunto la luce della zona punti, sarebbe accaduto in un altro continente e, in particolare, su un altro circuito cittadino.
Nell'aprile del 2014 scrissi una parodia sulla Marussia in cui si accennava al fatto di attendere con ansia una gara con un alto attrition rate a Singapore.

Non fu Singapore, fu Monaco.
Ci speravo, come ci speravo ogni volta, e per quanto non abbia mai fatto mistero di avere preferito la Marussia alla Caterham almeno fino dall'epoca del duello epico tra Pic e Glock e dall'uscita di scena della HRT, ammetto che sarei stata molto felice, quel giorno, anche se i punti li avesse conquistati la Caterham. Il top dei top sarebbe stato se fossero finite a punti sia la Marussia sia la Caterham, ma non potevo essere così tanto ottimista.
Fino al momento in cui Sutil non andò a muro facendo entrare la safety car, ricompattando le vetture e dando il via a un lungo susseguirsi di colpi di scena, sembrava una gara normale.
Non era una gara normale.
Era la gara dell'Elevazione, ma ancora non lo sapevamo.
Era una gara di un certo livello, in generale. Quello che accadeva davanti magari non era così intrigante, ma quello che accadeva dietro dimostrava che valeva la pena di guardare quella gara.
Quando Bianchi superò Kobayashi pensai che, se al posto loro, ci fossero stati Alonso e Vettel, quello sarebbe stato probabilmente messo di diritto nella classifica dei più bei sorpassi di tutti i tempi, classifica in cui svetta da anni, per plebiscito popolare, quel famoso sorpasso con Zonta in mezzo.
Il secondo pensiero fu che, con Alonso e Vettel, probabilmente non ci sarebbe stato comunque nessun cambiamento nella classifica dei migliori sorpassi di sempre, perché al posto del sorpasso ci sarebbero state semplicemente delle lamentele del tipo "you have to leave the space, you have always to leave the space".
Sia chiaro, questa non vuole essere una critica nei confronti di Alonso o di Vettel. Sono profondamente convinta che ciascun pilota possa decidere come gestire la propria gara. Se vuole tentare un sorpasso, che tenti il sorpasso. Se vuole lamentarsi, che si lamenti e basta. Magari apprezzo di più, sul momento, l'atteggiamento di chi invece di lamentarsi si rigira i pollici (che peraltro il 2009 e il 2016 hanno dimostrato che sono più produttivi) in quanto molto meno irritante, ma mi rendo conto che c'è chi certi azzardi non sempre se li può permettere e che talvolta è decisamente più saggio tentare un undercut piuttosto che infilarsi tra un avversario e una barriera rischiando di mandare punti preziosi alle ortiche.

Davanti ci sono questo genere di problemi, dietro no.
Quel 25 maggio 2014 nessuno poteva saperlo, ma quel sorpasso fu determinante non solo per il risultato e per la classifica, ma anche per determinare quale team che metteva in pista carrette sarebbe stato presente sulla griglia di partenza nei due anni a venire.
Nessuno sapeva quanto fosse significativo quel momento, ma fu comunque emozionante, almeno per me.
Ad un certo punto si arrivò che in pista c'erano solo dieci vetture non dei nuovi team. Ricordo di avere pensato che, se uno di loro si fosse ritirato, una Marussia o una Caterham sarebbe arrivata a punti quel giorno.
Nessuno si ritirò, ma alla fine non fu nemmeno necessario.
Fu una soddisfazione.
Fu un'enorme soddisfazione.
Tutto sembrava essere contro la realizzazione del grande obiettivo, ma evidentemente era proprio come dicevo io: le stelle erano tutte allineate al punto giusto.

#MarussiaForTheWin <3

sabato 28 gennaio 2017

Sette anni nelle retrovie

L'ho già detto e non lo nego: un tempo, alle origini, la Virgin non era la mia priorità. Se ho avuto un team preferito tra quelli minori, nei primi tempi, fu verosimilmente la HRT, perché mi sembrava il più pittoresco di tutti e perché all'epoca non digerivo troppo Timo Glock, pilota storico della Virgin/Marussia, unico che l'ha guidata per ben tre stagioni di fila, tra il 2010 e il 2012, affiancato nell'ordine da Lucas Di Grassi (2010), Jerome D'Ambrosio (2011) e Charles Pic (2012).

Pare che Glock fosse confermato anche per il 2013, ma che abbia scelto di andarsene per passare nel DTM. L'ultima volta in cui l'abbiamo visto al volante, quindi, è stato nel 2012, anno in cui il suo duello epico con Pic al Gran Premio del Belgio mi ha aperto definitivamente gli occhi sui piccoli team. Quello è stato un punto di non ritorno: sono diventata sempre di più una Marussia fan e Max Chilton mi ha dato il colpo di grazia. "Chilly" era quello che sul forum F1GC prendevamo un po' per i fondelli, perché "chi va piano va sano e va lontano". Accanto a lui doveva esserci Luiz Razia (qualcuno se lo ricorda?) ma è durato il tempo dei primi test prestagionali, venendo appiedato nel corso dell'inverno. Al volante abbiamo quindi ritrovato Jules Bianchi che non posso dire che sia stato fin da subito un colpo di grazia come Chilton dato che almeno qualche settimana ce l'ha messa. Per la prima volta nella storia del team la line-up è rimasta invariata l'anno seguente, dove Chilton è stato l'unico pilota nella storia della Marussia a ottenere il miglior tempo in una sessione di test e Bianchi è stato il primo pilota a conquistare punti. [...]

La storia recente della Manor l'hanno fatta nel 2015 Will Stevens, Roberto Merhi e Alexander Rossi: la vettura del 2014 adattata al regolamento 2015 è stata forse una delle carrette peggiori che il team abbia mai messo in pista, ma eravamo destinati a rivedere la luce nel 2016.
Pascal Wehrlein è stato il secondo (e ultimo) pilota a conquistare punti e ha ottenuto vari risultati brillanti nelle qualifiche. Ad affiancarlo, c'è stato prima Rio Haryanto, che a mio parere non è mai stato terribile tanto quanto veniva descritto, e poi Esteban Ocon: quest'ultimo, per ironia della sorte, ha trascorso tantissimi giri in top-10 proprio nel Gran Premio del Brasile in cui la Sauber ha conquistato quei punti che, di fatto, hanno affondato la Manor. Purtroppo la storia recente è destinata a concludersi.

Grazie, Manor.
Grazie a tutti i membri della squadra.
Grazie a tutti i piloti sopra citati.
Grazie ai numerosi test-drivers che non sono stati citati in questo post.
Vi porterò sempre nel cuore. *-*

venerdì 27 gennaio 2017

Tre giorni di calma piatta... o forse no

Nello scorso mese di maggio trascorsi due giorni senza internet perché avevo il computer dal tecnico e, non disponendo di altri mezzi per connettermi in rete (ho un cellulare anteguerra, senza internet) e in quei giorni la Redbull scambiò Kvyat e Verstappen.
Poco meno di due mesi fa trascorsi un giorno intero lontana da internet e Rosberg annunciò il proprio ritiro dalle competizioni.

Stavolta sono stata senza internet da mercoledì mattina fino a venerdì mattina e, seppure in questi momenti specifici non sia accaduto nulla, il giorno prima il Sommo Bernie è stato deposto e oggi in giornata la Manor ha annunciato di avere cessato le proprie attività.
Di questo avremo modo di parlarne in lungo e in largo prossimamente, per il momento gradirei concentrarmi su ciò che è accaduto a mio ritorno, ovvero che ho trovato nel mio twitter un retweet di Johnny Cecotto Sr. e un like di Eliseo Salazar.




venerdì 13 gennaio 2017

Off season

Un cordiale saluto a tutti e spero che stiate trascorrendo un buon winter break. Credo che sia giunto il momento di fare una piccola sintesi di quello che il winter break ci ha riservato finora, perché ricordo molte stagioni in cui durante il winter break c'era il nulla e questo winter break è l'eccezione che conferma la regola.

Il campionato di Formula 1 è terminato più o meno un mese e mezzo fa e, da lì in poi, non c'è più stata tregua.
Al momento in cui la bandiera a scacchi è scesa su Abu Dhabi non avevamo neanche il più vago sospetto che nelle settimane a venire ne avremmo viste di tutti i colori, ma ci limitavamo a leggere commenti di gente che, indecisa su chi meritasse di più il titolo tra Rosberg e Hamilton proponeva d'assegnarlo d'ufficio a Verstappen, che non avendo avuto nulla a che fare con le Ferrari negli ultimi due gran premi stagionali era stato promosso dal ruolo di rovina dell'umanità al ruolo di enfant prodige. Sì, perché lui rimarrà sempre un enfant prodige, anche se Stroll è più giovane di lui. Verstappen è il nostro official baby e nei miei deliri andrà SEMPRE a letto alle dieci di sera.
Il post-Gran Premio di Abu Dhabi ha fatto crollare molte mie convinzioni, per esempio che le leggi nazionali vietassero l'alcool anche a chi è Bernie-approved. Pare non essere così vista l'aria poco principesca di Rosberg, neocampione del mondo, che appariva ubriaco fradicio nelle foto dei festeggiamenti (il più sobrio tra i presenti nelle foto era Grosjean, da vedere, e già questo di per sé appare preoccupante).
Poi, cinque giorni dopo avere vinto il mondiale, il principe ad alto contenuto alcolico ha ufficializzato il proprio addio alle competizioni. Quando l'ho sentito dire per radio ho avuto bisogno di controllare sul calendario che non fosse il primo aprile, anche se mi chiedevo perché fare un pesce d'aprile del genere su una radio in cui il maggiore interesse prestato ai motori è generalmente per spargere me**a sul trio degli spagnoli della MotoGP e la stragrande maggioranza dei suoi ascoltatori dubito che sapessero di che cosa si stava parlando. Non era il primo aprile e, tra parentesi, Rosberg non era nemmeno ubriaco quando ha dato l'annuncio... Credo.
Curiosità: Niki Lauda l'ha criticato per questo. Rosberg ha replicato ricordandogli che anche lui si era ritirato all'improvviso, in passato.

Tornando in topic, ciò ha aperto molti interrogativi, uno dei quali è sicuramente: chi giocherà a carte con Stella Bruno il prossimo anno?
Occupandoci di cose meno serie e fondamentali per la sopravvivenza, è rimasto nientemeno che un volante libero in Mercedes. Naturalmente il fantamercato si è subito scatenato, specie considerando che gran parte dei piloti si erano ormai accasati da settimane in altri team e che quelli senza volante non interessavano alla Mercedes.
E' stata fatta l'ipotesi Wehrlein, salvo poi notare che, se la Mercedes voleva ingaggiare Wehrlein per il 2017, probabilmente l'avrebbe fatto senza troppi giri di parole.
Si è fatta l'ipotesi Ocon, che ha portato a considerazioni analoghe.
Si è fatta l'ipotesi Alonso, perché Alonso è come il prezzemolo ed è prassi volerlo piazzare ovunque. In realtà lo stesso Toto Wolff ha espresso interesse per il pilota della McLaren, che però è blindato dalla McLaren e soprattutto è davvero convinto di volere rimanere in McLaren almeno finché non avrà vinto quel famoso terzo titolo che sta inseguendo da circa un decennio. Gente che si è avvicinata alla Formula 1 dopo "Rush" sarebbe stata entusiasta dall'ipotesi degli Hamonso compagni di squadra, perché finalmente Hamilton avrebbe avuto un compagno di squadra con cui va d'accordo. No comment.
Si è fatta ovviamente l'ipotesi Vettel, che curiosamente non sembra neanche infastidire più di tanto i ferraristi che probabilmente sperano ancora nel ritorno in Ferrari di Alonso al posto suo, ma è da un po' che non se ne parla più.
Poi è venuta fuori l'ipotesi Bottas, perché Bottas ha legami con la Mercedes e con Toto Wolff, perché la Williams ha legami con la Mercedes e perché Claire Williams ha dichiarato che, in presenza di un sostituto d'esperienza che non somigli a un poppante e che sia quindi Martini-approved, lascerebbe andare Bottas.
Il sostituto d'esperienza sarebbe colui che, verosimilmente per non farsi appiedare dalla squadra, ha deciso autonomamente di lasciare la Formula 1 con il probabile intento di approdare in Formula E: Massa. Voci di corridoio narrano che quest'ultimo scenario è proprio quello che si verificherà. L'ufficialità, però, sta tardando ad arrivare.

Parlando del ragazzino che non sarebbe stato Martini-approved, pare che vedremo Wehrlein alla Sauber nella prossima stagione, dove quel "pare che" dipende dal fatto che GPUpdate non lo dia ancora come ufficiale. Purtroppo per le altre fonti, io ripongo la mia massima fiducia in GPUpdate.
La coppia Wehricsson al volante significherebbe l'assenza di Nasr dalla griglia di partenza, a meno che Nasr non passi alla Manor, cosa possibile, in certe circostanze, solo e soltanto se la Manor sarà presente al via del prossimo campionato, cosa di cui in molti dubitano.
Quest'anno ci eravamo tutti estasiati per il punto conquistato da Wehrlein al Redbullring, con un epico decimo posto. Vista la nona posizione di Nasr con la Sauber in Brasile, però, la decima posizione in classifica è andata proprio alla Sauber. In pratica la Manor, per mantenere la posizione in classifica, avrebbe avuto bisogno che il decimo posto del Redbullring fosse un ottavo posto. In pratica, se due piloti avessero crashato tra di loro nel finale, quel giorno, la Manor sarebbe stata verosimilmente salva. La cosa più irritante è che il crash in questione c'è anche stato tra le due Mercedes, ma purtroppo ci sono stati solo graffi sulle fiancate, che per la Manor erano indifferenti.
Come da buona tradizione, ogni volta in cui la Manor fa punti, a fine anno è finita in amministrazione controllata. Il 20 gennaio scadono i termini per trovare un finanziatore... solo che, diversamente da due anni fa, stavolta la Manor non riceverà i vari milioni di euro che arrivano ai primi dieci classificati e che, essendoci già venti vetture, non serve nemmeno più per fare numero.
La sensazione che la storia dei piccoli team sia definitivamente finita è sempre più dilagante...

domenica 18 dicembre 2016

I'm the queen of Marussia fangirls

Dal lunedì al venerdì, dentro la mia borsa tengo un piccolo quadernino a spirale. Lo uso come agenda, fin dal 21 ottobre 2013, mio primo giorno nel mio precedente posto di lavoro. Là lo usavo per segnarmi variazioni al mio orario di lavoro ed eventuali ore di straordinario che facevo, qui lo faccio per segnarmi le ore di straordinario come promemoria, dato che l'orario è sempre quello tutta la settimana e che verosimilmente non cambierà. Lo uso, inoltre, per segnarmi tutti i miei promemoria (e per annotarmi i titoli di certe canzoni che passano per radio, in modo da scaricarle quando arrivo a casa). Ormai sono rimaste una decina di pagine, ma penso che riuscirò a usarlo ancora per qualche tempo.
Che cosa c'entra tutto ciò, vi chiederete? Effettivamente, detto così, sembrerebbe non avere nessuna importanza, su questo blog. Invece no, qualcosa di connesso alla Formula 1 c'è: nelle ultime pagine ho attaccato, molto tempo fa, alcune immagini di Formula 1. C'è un edit di Massa con la tuta celebrativa del GP del Brasile 2013, che attaccai subito dopo che lasciò la Ferrari, c'è un'altra immagine sempre di Massa, mentre festeggiava il secondo posto di Abu Double, infine c'è la foto dei festeggiamenti del Gran Premio di Monaco del 2014. Al di sotto c'è scritto "I'm the queen of Marussia fangirls".
Non sono sicura che, oggi 18/12/2016, attaccherei ancora quelle immagini o che attaccherei immagini di F1 sulla mia agenda. Una cosa, però, è certa, quello specifico momento è stato, fin da quel giorno, uno dei momenti che ho considerato A+ nella storia della Formula 1 recente.

Qualche sera fa sono uscita con degli amici. Nella borsa avevo l'agenda che uso al lavoro e, quando ho dovuto prendere un appunto, in mancanza d'altro l'ho fatto lì.
Di fatto le foto di F1 attaccate alla mia agenda sono diventate di "dominio pubblico" e, alla richiesta di spiegazioni su quale fosse il contesto di quelle foto, la risposta che mi sono poi sentita dare è stata "stavano festeggiando un nono posto? sul serio?"...
Sì, stavano festeggiando un nono posto, perché in Formula 1 non ci sono solo quelli che lottano per il titolo, ci sono anche quelli che lottano per non fallire e che, grazie a un nono posto, non sono falliti.

#RespectForLittleTeams

domenica 2 ottobre 2016

Gran Premio della Malesia: QUALIFICHE + GARA

Nel weekend del 2 Ottobre 2016 si svolge il Gran Premio della Malesia, sul circuito di Sepang. Per la prima volta dal 2002 questo GP si svolge in ottobre anziché in marzo/aprile.
In questa occasione Jenson Button celebra la sua 300esima gara.
Il suo compagno di squadra, invece, ancora prima delle qualifiche, ha già 30 posizioni di penalità da scontare per sostituzione di componenti del motore, tali posizioni saliranno ben presto a 45, ragione per cui il suo unico obiettivo al sabato sarà quello di entrare nel 107% e, di fatto, partirà 22° esattamente come si è qualificato.
Dopo una Q1 e una Q2 senza particolari colpi di scena si passa in Q3, dove Hamilton conquista la pole position davanti al compagno di squadra, alle Redbull e alle Ferrari.

GRIGLIA DI PARTENZA:
1^ fila: Hamilton Mercedes - Rosberg Mercedes
2^ fila: Verstappen Redbull - Ricciardo Redbull
3^ fila: Vettel Ferrari - Raikkonen Ferrari
4^ fila: Perez Force India - Hulkenberg Force India
5^ fila: Button McLaren - Massa Williams
6^ fila: Bottas Williams - Grosjean Haas
7^ fila: Gutierrez Haas - Magnussen Renault
8^ fila: Kvyat Toro Rosso - Sainz Toro Rosso
9^ fila: Ericsson Sauber - Nasr Sauber
10^ fila: Palmer Renault - Ocon Manor
11^ fila: Wehrlein Manor - Alonso McLaren

LA GARA:
Durante il giro di formazione Massa rimane fermo sulla griglia di partenza: partirà dai box per disputare una gara abbastanza anonima.
Quando finalmente giunge il momento della partenza, Sainz si lamenta che il suo motore si è spento, ma si parte regolarmente e parte anche Sainz. Davanti c'è un contatto che coinvolge Vettel, Rosberg e Verstappen, con Vettel che si ritira, Rosberg che precipita in ultima posizione e Verstappen che prosegue regolarmente in terza posizione dietro a Hamilton e Ricciardo. C'è anche un altro contatto tra Gutierrez, Magnussen (che si ritirerà al 19° ai box) e Kvyat che però passa inosservato. Nel frattempo entra la virtual safety car.
Altra virtual safety car al 10° giro per il ritiro di Grosjean che va a sbattere, vari piloti rientrano ai box, tra questi Verstappen che monta nuovamente gomme soft e Rosberg che monta gomme hard.
Verstappen inizia a recuperare su Hamilton, Ricciardo e Raikkonen che evidentemente sono su una strategia diversa e, quando questi si fermano rimane in testa almeno finché non si fermerà lui stesso per la seconda sosta per montare l'altra mescola di gomme al 28°. Hamilton a quel punto ha 12 secondi su Ricciardo e 16 su Verstappen.
Quando Rosberg, risalito fino alla quinta posizione, rientra ai box al 32° per montare gomme hard, Raikkonen che gli stava rientra un giro più tardi e monta la stessa mescola di gomme. Poco dopo tenta il sorpasso su Raikkonen, i due si toccano, Rosberg passa e verrà successivamente penalizzato con uno stop and go di 10 secondi che sconterà post-gara. Nel frattempo c'è un duello entusiasmante tra le Redbull, con Verstappen che si avvicina moltissimo a Ricciardo, che però si difende egregiamente nonostante le gomme più usurate.
Al 40° giro il motore di Hamilton, al momento stabilmente in testa alla gara va a fuoco ed entra la virtual safety car. Frattanto Gutierrez è out con una ruota che si è staccata dalla vettura, verosimilmente dopo il pitstop. Le Redbull, Rosberg e Raikkonen vanno ai box per montare gomme soft, escono a posizioni invariate con Raikkonen a sei secondi di distanza da Rosberg ovvero virtualmente terzo. Il gap incrementerà però a 12 secondi prima della fine della gara.
Bonus: nelle fasi conclusive del gran premio abbiamo assistito a un duello epico tra le Manor, con Wehrlein che ha superato Ocon; quest'ultimo era stato "protagonista" in precedenza per essersi ritrovato decimo alla partenza, ottavo prima della prima sosta e per essere stato penalizzato DUE VOLTE per eccessi di velocità nella pitlane, conquistando il premio Pastorone d'Oro.
Doppio bonus: Palmer ha conquistato il primo punto in carriera.
Triplo bonus: Ricciardo ha bevuto lo champagne dalla scarpa, prima di offrire da bere a tutti i presenti, dopo Horner, Verstappen e Rosberg, Webber giunto per le interviste temeva di essere il prossimo, quindi ha provveduto a buttare la scarpa giù dal podio.

RISULTATO:
1. Daniel Ricciardo Red Bull 1:37:12.776  
2. Max Verstappen Red Bull +2.443  
3. Nico Rosberg Mercedes +25.516
4. Kimi Raikkonen Ferrari +28.785
5. Valtteri Bottas Williams +1:01.582
6. Sergio Perez Force India +1:03.794
7. Fernando Alonso McLaren +1:05.205
8. Nico Hulkenberg Force India +1:14.062
9. Jenson Button McLaren +1:21.816
10. Jolyon Palmer Renault +1:35.466
11. Carlos Sainz Jr. Toro Rosso +1:38.878
12. Marcus Ericsson Sauber +1 Lap  
13. Felipe Massa Williams +1 Lap  
14. Daniil Kvyat Toro Rosso +1 Lap  
15. Pascal Wehrlein Manor +1 Lap  
16. Esteban Ocon Manor +1 Lap  
RIT. Felipe Nasr Sauber +10 Laps  
RIT. Lewis Hamilton Mercedes +16 Laps  
RIT. Esteban Gutiérrez Haas +17 Laps  
RIT. Kevin Magnussen Renault +39 Laps  
RIT. Romain Grosjean Haas +49 Laps  
RIT. Sebastian Vettel Ferrari +56 Laps 

Milly Sunshine per F1GC.

giovedì 11 agosto 2016

His name is Rio and he's sunbathing in the sand

Sottotitolo: talento > soldi, ma solo quando i soldi sono finiti

In questi giorni di stallo, mentre apparentemente nel mondo della Formula 1 non succede nulla, se non piloti che pubblicano cose strane sui loro profili instagram, è avvenuto uno di quegli stravolgimenti che di solito nessuno prende in considerazione, esattamente perché accadono sul fondo della griglia e non qualche fila più avanti.
Tutto è iniziato qualche tempo fa, quando un rumour abbastanza fondato indicava che per Esteban Ocon, pilota di scuola Mercedes al momento terzo pilota della Renault, il debutto era imminente al volante della Manor. Nulla indicava che avrebbe preso definitivamente il posto di Haryanto... ma si è scoperto ieri che è andata proprio così, anche se pare che Haryanto continueremo a vederlo come "pilota di riserva".
Insomma, in poche parole è stato declassato da pilota a uomo immagine... e sceglierlo come uomo immagine potrebbe non essere neanche una scelta troppo azzardata, dato che recentemente il caro Rio ha mostrato al mondo di avere anche una carriera alternativa come modello.


Il dubbio esistenziale non poteva essere che uno: che cosa ne sarà adesso del povero Rio? Lo vedremo ai box a guardarsi intorno? Qualcuno gli offrirà una sedia per prendere il sole a bordo pista in stile Alonso Gran Premio del Brasile 2015? Sono tante domande che non hanno una risposta, ma dato che non costituiscono il nocciolo della questione direi di passare oltre, perché ho avuto l'impressione di rivivere, dopo qualcosa come sei mesi, una situazione già vissuta quando venne rispolverato il caro Kmag e piazzato sulla Renault.

Entrata su twitter, ho iniziato a leggere osservazioni del tipo "talent over money" e, se non metto in discussione che Haryanto sia stato a suo tempo scelto più per gli sponsor che per il curriculum, una cosa la metto in discussione al cento per cento e continuerò a farlo.
Esiste una leggenda metropolitana che agli appassionati di motori piace credere, ovvero che, quando il pilota sponsorizzato viene appiedato e viene sostituito da un altro pilota, sia perché in casa Manor si sono svegliati una mattina e hanno detto "ma sì, Ocon ha più talento di Haryanto, quindi freghiamocene altamente dei soldi di Haryanto e piazziamo Ocon al suo posto". In effetti è esattamente quello che è successo anche questa volta, ma tutto ciò è avvenuto esattamente la mattina del giorno in cui gli sponsor di Haryanto hanno smesso di pagare. Si tratta di un caso? Secondo i sostenitori del "talent over money" sì, secondo me assolutamente no.
Sistema giusto?
Sistema sbagliato?
Non spetta a me stabilirlo, so solo che la gente che, di punto in bianco, cade dalle nuvole e pensa che finalmente gli sponsor non servano più per approdare in Formula 1 (perché ovviamente Ocon di sponsor non ne ha, il fatto che sia un pilota Mercedes e che vada a guidare una vettura motorizzata Mercedes è anche quello frutto del caso, la Manor avrebbe scelto il talento di Ocon anche se fosse stato il primo che passava per la strada, sia chiaro) e che il "sistema attuale" sia stato sovvertito.

Veniamo inoltre alla questione talento vs soldi. Ormai ne ho fin sopra i capelli di sentire parlare di talento e soldi come se l'uno e l'altro si escludessero automaticamente. Allo stesso modo ne ho fin sopra i capelli di sentire parlare di potenziali campioni del mondo e di piloti scarsissimi come se non ci fosse una via di mezzo tra le due cose. Il grosso problema, nel valutare le situazioni, è secondo me che molti fanno le loro valutazioni così, come se tutto fosse bianco o nero.
Quindi Ocon ha solo talento, ma non ha un soldo. Quindi Haryanto ha i soldi, ma non sa nemmeno tenere una macchina in pista... d'altronde andava spesso più piano di Wehrlein, no? Quindi, di conseguenza, Wehrlein è un futuro campione del mondo (non il futuro migliore pilota di tutti i tempi, per carità, non è abbastanza olandese!) e Haryanto è uno dei piloti più scarsi di tutti i tempi. Abbandonando un attimo i team di seconda fascia, mi ricorda un po' quella volta in cui, a Valencia nel 2012, Alonso ha vinto un gran premio con una Ferrari che poteva puntare al massimo al quindicesimo posto mentre Massa è arrivato quindicesimo con una macchina che poteva puntare alla vittoria.
Insomma, per intenderci, o è una cosa o è l'altra, ma non possono coesistere contemporaneamente. Se Wehrlein è un futuro campione del mondo e Haryanto gira un decimo o due più lento di lui, Haryanto non può essere il più scarso di tutti i tempi ma può essere qualificabile come pilota di medio livello. Allo stesso tempo se Haryanto è il più scarso di tutti i tempi, se Wehrlein lo stacca di un decimo o due non può essere un potenziale campione del mondo ma al massimo è un pilota di medio livello.
Tra le due ipotesi, che possono avere molteplici sfumature, mi convince maggiormente la prima. C'erano sicuramente piloti più competitivi di Haryanto senza un volante, così come con tutta probabilità Ocon merita maggiormente un posto in Formula 1, almeno sulla carta, ma ciò non significa che Haryanto non sia stato in grado di tenere una vettura in pista o che non abbia ottenuto risultati proporzionati alla vettura che guidava. Poi non ha fatto cose straordinarie come invece ha fatto Wehrlein, ma di Wehrlein ce n'è uno, di piloti al di sotto del suo livello probabilmente ce ne sono tanti.

La cosa più strappalacrime della giornata di ieri? questo discorso che ho appena fatto qui sopra, senza prendere posizioni perché, almeno per quanto ne so io, la decisione della Manor potrebbe essere del tutto legittima stando a quanto c'era scritto nel contratto di Haryanto, inoltre ci sono abituata perché quindici o vent'anni fa i cambi di pilota in corso d'opera erano la routine nei team di fascia bassa, l'ho fatto con poche varianti su Tumblr. Ho ricevuto due like e nessun messaggio anonimo con insulti, minacce o quant'altro.
Insomma, per intenderci, ora che Haryanto è stato appiedato per Ocon ho fatto più o meno lo stesso discorso di quando Maldonado fu appiedato per Kmag, il cinnamon roll. Il risultato è stato molto diverso: stavolta nessuno ha scambiato il mio discorso per un attacco nei confronti di Ocon.
Non credo che ciò sia avvenuto perché il livello intellettuale di Tumblr sia magicamente incrementato. No, no, figuriamoci: è solo che Haryanto evidentemente è esteticamente più attraente di Maldonado (e qui ribadisco che, con un sacchetto di carta in testa, probabilmente Maldonado è il più sexy di tutti) e che Ocon non rispetta i Tumblr standard come i capelli biondi, gli occhi azzurri e le braccia tatuate di Magnussen.

Concludiamo l'opera con un momento da 10+: ho letto che Ocon ha scelto il numero 31 e....... OH MY HOLY SIMTEK! Quel numero l'ho già visto da qualche parte, esattamente sulla Simtek di David Brabham (il cui padre, tale Sir Jack, possedeva quote del team, ma se qualcuno osa descrivere David Brabham come un pilota pieno di soldi ma senza talento gli sguinzaglio dietro il Gufo di Interlagos, e non perché io non concordi sul fatto che D.B. abbia molti soldi). Guarda caso, la città in cui sorge la Manor è la stessa in cui sorgeva la Simtek. *-*
Ciò comportava la compilazione di un apposito tweet, che ricordasse quando e dove il numero 31 era stato visto per l'ultima volta. Quel grandissimo sweetheart di David Brabham, che l'anno scorso aveva già messo un like ai miei auguri di buon compleanno su Twitter, mi ha messo un like e mi ha retwittata. Aaaaaaawwwwwww! <3

domenica 17 luglio 2016

Quello che avrei voluto dire un anno fa, ma che non ho mai detto


17.07.2015 - 17.07.2016
C'è un tempo per tutto.
C'è un tempo per andare su Answers Yahoo a dare risposte elaborate a domande a cui chiunque riuscirebbe a dare una risposta elaborata perdendosi nel dubbio non appena viene menzionato il primo "who's that guy" di turno.
C'è un tempo per prendere per i fondelli le opinioni poco accurate altrui, una volta superata la fase in cui i vari who's that guy di turno assumono un'identità.
C'è un tempo per augurarsi che il tale pilota vada a gareggiare nella tale serie e vederlo come la realizzazione di una speranza.
C'è un tempo per sbattersene altamente del pilota che vince, di quello che arriva secondo, di quello che arriva terzo, del moscerino entrato in un occhio a uno di costoro... perché suvvia, ci sono cose più importanti in un gran premio.
C'è un tempo per scrivere follie di ogni genere nel corso di una cronaca seria, perché ci sono cose che meritano che si scrivano follie anche nel corso di una cronaca seria.
C'è un tempo per guardare al futuro e per sognare a occhi aperti, rendendoti conto che, per la prima volta nella tua vita, alla domanda "chi vorresti in Ferrari?", che un tempo leggevi di continuo su Answers Yahoo, hai finalmente trovato una risposta, poco importa se non è la risposta che darebbero gli altri e che non è la risposta che la Ferrari stessa intende dare.
C'è un tempo, della durata di circa una mezza giornata, in cui metti le mani avanti e pensi a quello che scriverai nel commento ironico al gran premio che si svolgerà il giorno dopo, in cui hai intenzione di esprimere tutto il tuo disappunto perché un pilota va da una parte, un altro pilota pare che vada da un'altra... E poi arriva il giorno dopo, quello in cui ti rendi conto se davvero stessi scrivendo del tuo disappunto staresti scrivendo il commento ironico al gran premio migliore di sempre. Invece la verità è che non stai scrivendo nessun commento ironico al gran premio.
C'è un tempo per sperare, anche se non ci sono speranze.
C'è un tempo per connettersi nel primo pomeriggio a un sito di motori per andare a scoprire a che orario sarà una gara di Indycar e per scoprire che era proprio così, che non c'erano speranze, che non poteva andare diversamente e che, quando nell'entrare nel sito hai visto un'immagine di Jules Bianchi in cima alla pagina, significava una sola cosa.
C'è un tempo per sentire la stessa notizia al telegiornale del pomeriggio e pensare che almeno l'avevi già letta, invece di sentirla così, a bruciapelo, nell'ultimo momento in cui pensavi di sentirla.

Ora che è passato un anno da quell'ultimo giorno e che ho letto tante cose che avevo dimenticato di avere scritto, sono finalmente riuscita a ricostruire tutto (anche se mi vergogno profondamente dell'osservazione scritta nel 2009 su Answers Yahoo, segno non solo di ignoranza motoristica, ma anche e soprattutto del non essere nemmeno andata su Google a cercare informazioni prima di rispondere):

"Jules Bianchi: who?"
**/08/2009, mia risposta a una domanda su Answers Yahoo UK

"Jules Bianchi A.K.A. uno dei bersagli preferiti dagli hater motoristici, unicamente perché ha come manager Nicholas Todt."
Commento ai test pre-stagionali Montmelò 2013

"Mentre Bianchi mi piacerebbe se in F1 ci andasse e magari se avesse anche buoni risultati, mettendo a tacere quelli che screditano le sue future prestazioni in F1."
Stesso commento di prima, Montmelò 2013

"Essendo giovane, carino e badasssss, un giorno avrà sicuramente molte fangirl al proprio seguito."
25/05/2014, commenti live al Gran Premio di Montecarlo su F1GC

"La notizia più importante, al momento, è che soltanto 14 vetture sono in pista e che la 10° posizione è occupata dalla Marussia di Jules Bianchi."
25/05/2014, articolo sul Gran Premio di Montecarlo

"...l’intramontabile luce del Sacro Cavaliere dell’Eterna Cenerentola."
20/07/2014, articolo sul Gran Premio di Germania

"Già il fatto che si parli di Alonso in McLaren, dopo i trascorsi del 2007, è spiazzante. Tra l'altro, se un tempo non riuscivo a immaginarmelo in Ferrari, al giorno d'oggi non riesco a immaginarmelo in un team diverso dalla Ferrari. Intanto un dubbio esistenziale mi logora: sarebbe Bianchi a prenderne il posto? In tal caso lascerebbe la Marussia? Per quanto la Marussia sia il mio team preferito... meglio per lui, in tal caso!"
02/10/2014, post sul mio blog intitolato "it's the end of the world as we know it"

***

C'è un tempo per tutto, anche per accettare che "motorsport is dangerous" e che lo sai fin da quando eri bambina. È già più difficile trovare la forza di accettare che va bene che "motorsport is dangerous", però in certe circostanze certi pericoli avrebbero potuto essere agevolmente eliminati. È impossibile accettare che, così poco tempo dopo un incidente mortale, ci sia chi va in giro per la rete ad affermare che la Formula 1 è noiosa perché non ci sono incidenti mortali. :-/

C'è un tempo per guardare alle cose con più chiarezza e renderti conto che puoi superare una parte del tutto, ma che qualcosa ha segnato per sempre il tuo modo di vedere le cose. C'è un tempo per renderti conto che, in quello che scrivevi sette anni fa, quel "Jules Bianchi who?" c'è qualcuno che ci si riconoscerebbe perfettamente tuttora, perché la Formula 1 la fanno solo i due o tre piloti che hanno speranze più o meno ragionevoli di vincere il titolo o di arrivare secondi in campionato o di ottenere almeno un paio di vittorie nel corso della stagione.

C'è un tempo in cui ti rendi conto che non te ne importa niente di quello che dicono, che non ha importanza andare a cercare di misurare il talento di chi non è più con noi e di chiedersi che cosa ne sarebbe stato.
Allo stesso tempo, però, ogni volta in cui vedi una sua foto al volante di una Ferrari non fai a meno di chiederti se oggi starebbe lì e se quel sogno durato così poco si sarebbe avverato.

C'è un tempo in cui vedi quella che da anni definisci la tua "squadra del cuore" mentre torna su quello che per lei è il tetto del mondo e in cui ti chiedi se colui che non è più con noi sia, in una forma diversa, da qualche parte a vedere quello che succede e che effetto gli faccia.
È quello il giorno in cui ti rendi conto che non importa quante altre volte la tua squadra tornerà sul tetto del mondo, nulla sarà mai più come la prima volta.


[Pubblicato sia su F1GC sia su SOF1blog.]

venerdì 8 luglio 2016

Commento al Gran Premio d’Austria: Redbullring 01/03 Luglio 2016

Happy puncture to you,
Happy puncture to you,
Happy puncture Sebastian,
Happy puncture to you........

[Sì, lo so, come inizio è talmente trash che fa sfigurare il resto del commento facendolo sembrare meno trash]

Un cordiale saluto ai miei carissimi lettori, questo weekend (eufemismo e licenza poetica, sia chiaro, visto che sono abbastanza in ritardo) è stato quello del Redbullring AKA Spielberg che, per chi necessitasse di tale informazione, non si pronuncia come il regista, ma piuttosto "shpilberg" o qualcosa del genere. È il primo gran premio del mese di luglio e nel mese di luglio ce ne saranno quattro, con una sola domenica senza gran premio. Il caso ha voluto che il gran premio sia caduto esattamente nel giorno del compleanno di un certo pilota della Ferrari che non l'ha festeggiato nel migliore dei modi.
È stato anche un gran premio ricco di sorprese e piuttosto movimentato, che si è concluso in maniera del tutto imprevedibile... e no, per "concluso in maniera del tutto imprevedibile" non mi riferisco alla sportellata tirata da un certo pilota vestito di grigio argento a un altro pilota vestito di grigio argento, bensì a quello che stava accadendo in quel momento sul fondo della top-10, perché quello che stava accadendo in quel momento sul fondo della top-10 è una cosa che merita di passare alla storia, mentre l'ennesimo incidente tra Rosberg e Hamilton... suvvia, ormai sono talmente tanti che uno in più, uno in meno, non è che facciano molta differenza.
Andiamo prima con una cronaca dei fatti, poi passiamo alle cose serie, dove per cose serie si intendono quelle che, in effetti, sarebbero tutt'altro che serie.
Prima di iniziare, c'è solo una cosa che voglio scrivere: WEHRLEIN! *____________* WEHRLEIN^2! Onorabile dea bendata, che ultimamente ti facevi bellamente i fatti tuoi invece di trolleggiare quando avresti dovuto, vedi anche tu quello che vedo io? Se la risposta è sì, possiamo andare avanti..........

SABATO 2 LUGLIO: le qualifiche si apprestano a iniziare e già fanno discutere i cordoli sistemati in vista del prossimo gran premio di MotoGP che si svolgerà tra un mese, cordoli che sembrano avere provocato rotture alle sospensioni a Verstappen e a Rosberg nel corso delle prove libere.
Altre due vittime di rotture di sospensioni sono Perez e Kvyat in Q1: Kvyat era al momento 20° classificato davanti alle sole Sauber ed esce di scena. Fuori in Q1 anche le Renault (primi degli esclusi) e Haryanto (19°), con Perez che passa comunque il turno ma non riuscirà a scendere in pista al pari di Sainz, che ha rotto il motore.
La grande sorpresa è stata quindi il passaggio della Manor di Wehrlein in Q2: autore del 10° tempo!!!! in una Q1 in condizioni di asciutto, lo si è visto accaparrarsi il 12° tempo (eguagliando quindi il miglior risultato di sempre in qualifica per la Virgin / Manor / Marussia, risalente a GP Gran Bretagna 2014) in una manche iniziata con l'asciutto e terminata con la pioggia. Fuori anche le Haas (con Gutierrez 11° a soli 7 millesimi di distacco da Button, ultimo elemento della top-10) e Alonso, ultimo classificato tra i piloti che hanno fatto registrare un tempo.
Giunti in Q3, c'è una sola certezza: anche se dovessero conquistare le prime posizioni, Rosberg e Vettel non potrebbero partire dalla prima fila, dovendo scontare entrambi una retrocessione di cinque posizioni per sostituzione del cambio.
Sulla pista che va asciugandosi, è una sorpresa fino alla fine, con Hamilton che ottiene comunque il miglior tempo davanti al compagno di squadra e a Hulkenberg che quindi partirà secondo. Quarto c'è Vettel che come Rosberg verrà retrocesso, il che farà salire in terza posizione sulla griglia di partenza nientemeno che Button, autore del 5° tempo.

1. Hamilton - Mercedes, 2. Rosberg - Mercedes
3. Hulkenberg - Force India, 4. Vettel - Ferrari
5. Button - McLaren, 6. Raikkonen - Ferrari
7. Ricciardo - Redbull, 8. Bottas - Williams
9. Verstappen - Redbull, 10. Massa - Williams
11. Gutierrez - Haas, 12. Wehrlein - Manor
13. Grosjean - Haas, 14. Alonso - McLaren
15. Sainz - Toro Rosso, 16. Perez - Force India
17. Magnussen - Renault, 18. Palmer - Renault
19. Haryanto - Manor, 20. Kvyat - Toro Rosso
21. Ericsson - Sauber, 22. Nasr - Sauber

Note:
- Rosberg parte 6°
- Vettel parte 9°
- Palmer, Nasr e Haryanto retrocessi di 3 posizioni per mancato rispetto delle bandiere gialle
- i piloti della top-10 partono con gomme ultrasoft tranne i piloti della Ferrari e Redbull su gomme supersoft

DOMENICA 3 LUGLIO: la gara parte in condizioni di asciutto e, siccome Massa parte dalla pitlane (proprio come Kvyat), Wehrlein di fatto parte 11°! Inizialmente sbaglia piazzola sulla griglia di partenza fermandosi a metà tra la sua e quella dove avrebbe dovuto piazzarsi Massa, ma si sistema al posto giusto prima del via.
La partenza di Hulkenberg non è delle migliori e si ritrova quarto dietro a Hamilton, Button e Raikkonen. Button perderà comunque un paio di posizioni prima della sosta, che effettuerà abbastanza presto come tutti i piloti partiti su ultrasoft, a parte Hamilton che riesce a prolungare il primo stint di gara fino al 22° giro.
Torna in pista quarto, davanti ci sono Raikkonen e Vettel su supersoft che ancora si devono fermare e Rosberg su soft che ha effettuato già una sosta diversi giri prima.
Raikkonen rientra un giro più tardi rispetto a Hamilton mentre Vettel prosegue ancora... almeno fino al 27° giro quando gli esplode la posteriore destra e perde il controllo della vettura, sbattendo contro le barriere e fermandosi el bel mezzo della pista. Entra la safety car mentre i primi dieci sono: Rosberg, Hamilton, Verstappen, Ricciardo, Raikkonen, Bottas, Nasr, Button, Grosjean e Magnussen (quest'ultimo verrà superato da diverse vetture al restart, mentre Grosjean così come Hulkenberg verrà penalizzato per eccesso di velocità nella pitlane), tutti su gomme soft.
Tra i primi cinque gli ultimi a cambiare gomme sono stati Hamilton e Raikkonen, ma in ogni caso è Hamilton a rientrare per primo (55°) seguito un giro più tardi da Rosberg: Hamilton mette soft mentre Rosberg supersoft (anche perché non ha a disposizione un altro set di soft).
Verstappen è al momento primo, mentre Ricciardo perde la quinta posizione a vantaggio di Raikkonen che lo supera al 58° giro. A quel punto Ricciardo si ferma per il ptstop mentre prosegue Verstappen che rimane in testa fino al 61° giro quando viene superato da Rosberg e due giri più tardi anche da Hamilton.
Mentre sul finale vari piloti si ritirano (Massa, Alonso e Hulkenberg, tutti fuori dalla top-10 dopo l'ultimo pit-stop), Hamilton si avvicina notevolmente a Rosberg e tra i due va in scena un duello per la vittoria (che permette l'inquadratura del duello tra Bottas e Wehrlein per il 10° posto, in mezzo ai quali i due piloti Mercedes si mettono per qualche istante, permettendo a Bottas di recuperare un po' di terreno) che perdura fino all'ultimo giro, che termina con Rosberg che viene a contatto con il compagno di squadra e danneggia la vettura (chiuderà comunque quarto, superato da Verstappen e Raikkonen in corso d'opera, per poi essere messo sotto indagine per l'incidente e penalizzato per “causing a collision”, penalità che non gli costerà posizioni visto il vantaggio nei confronti del 5° classificato), mentre anche Perez (che era in top-10) era già finito fuori all'ultimo giro e ciò fa risalire Wehrlein in 10^ posizione!

Duelli di un certo livello per posizioni di minore pregio avvenuti nel corso della gara:
- Gutierrez vs i due Felipe, prima del primo pitstop, duello da cui Gutierrez risulta vincitore;
- Hulkenberg vs Sainz dopo il primo pitstop di Hulkenberg, con tanto di "cordiale saluto" di Hulkenberg rivolto a Sainz;
- prima dell'ingresso della SC, Wehrlein vs Magnussen, con Wehrlein che si lamenta di Kmag che cambia direzione più di una volta nell'effettuare il sorpasso (Kmag viene messo sotto indagine e penalizzato poco dopo il restart al 32° giro);
- Nasr vs Button dopo il restart, quando Nasr è 7° per non essersi ancora fermato ai box dopo la partenza sulle soft, con Button che riesce a compiere il sorpasso non senza avere bisogno di diversi tentativi (dopo qualche giro Nasr verrà superato anche da Grosjean);
- Massa e Perez per la 10^ posizione, che diventa 9^ quando entrambi riescono a superare Nasr ormai prossimo al pitstop.
- Sainz vs Hulkenberg: nel secondo stint di gara, Sainz supera il pilota della Force India per una posizione di poco rilievo fuori dalla top-10.

Ora è giunto il momento delle tanto citate cose serie.
Partiamo dal fatto che verrà disputata una gara di MotoGP al Redbullring.
Davvero la MotoGP esiste ancora? È da tempo immemore che non sento menzionare né Valentino Non Sono Alexander Rossi né la gang degli spagnoli né gli altri soggetti random che fanno da contorno (per “altri soggetti random” si intendono Dovizioso e Iannone, ovviamente, perché a parte Valentino NSAR e la gang degli spagnoli al massimo possiamo concedere a Dovizioso e Iannone di esistere, ma non ad altri). Non che ne senta particolarmente la mancanza, però qualche dubbio esistenziale sto iniziando a pormelo al punto da doverlo citare qui nel commento.

Passiamo alle qualifiche di Werly... OH MY WERLY! Non mi aspettavo che potesse accadere qualcosa del genere e intendo nel vero senso della parola: Werly è passato in Q2, con più vetture dietro di quante non ne avesse davanti, in condizioni meteo normali e in una Q1 in cui, tra i piloti incidentati, soltanto uno è uscito di scena. Dopo sarà stato anche aiutato dal caos a classificarsi 12°, ma di sicuro tanto caos non c’è stato quando ha fatto registrare il 10° tempo nella prima manche.
Un lato da enfant prodige ce l’ha di sicuro... poi se anche si facesse un taglio di capelli decente, la cosa non guasterebbe.

Passiamo alla griglia di partenza.
Io non ho ancora capito perché Britney Bitch, declassato di cinque posizioni, da secondo che era si è ritrovato sesto anziché settimo.
In realtà sì, ho capito la cosa, ma è da anni e anni che mi interrogo su quale sia il senso che sta dietro a tutto ciò.
Stavolta ce ne siamo accorti (forse) perché non è accaduto per la ventesima posizione ma per la sesta, ma funziona così: a seconda di quando un pilota si conquista una penalità, non è che vengano retrocessi tutti in una volta, ma funziona a turni. Per intenderci: okay, spostiamo Britney Bitch dalla 2^ alla 7^ posizione e ora che l’abbiamo fatto spostiamo anche Sebbiiii dalla 4^ alla 9^, quindi Britney Bitch risale dalla 7^ alla 6^. Stavolta siamo stati fortunati che davanti i piloti retrocessi erano in due, perché se ce ne fossero stati cinque o sei andava a finire che anziché perdere posizioni c’era anche chi ne recuperava.
E comunque si sa, quello che conta è partire dal lato pulito della griglia di partenza anziché da quello sporco, specie quando la squadra ti rompe il cambio apposta (qualcuno se ne ricorda? Spero vivamente di no).

Passiamo alla griglia di partenza 2.0: Feliiii sulla griglia di partenza non c’era, ma era pronto a scattare dai box, per una gara che sarebbe stata simile a quella di Ferniiii: si sarebbe chiusa con un ritiro.
Non c’è che dire, i due sono ancora in attesa che giunga una nuova primavera (almeno in italiano, traducendo la frase in inglese sono fortemente convinta che Feliiii si gratterebbe freneticamente le parti intime per qualcosa come un’ora e venti minuti), quella che Jensinho si apprestava a vivere scattando nientemeno che dal terzo posto!!!!111!!!
La cosa più sconcertante è che è arrivato sesto senza rompere il motore, senza rompere il cambio, senza rompere null’altro... #HondaPowaaaaahhhhhhh!
La cosa più sorprendente della griglia di partenza, tornando in topic, era ovviamente la presenza di Werly, che ha avuto l’accortezza di tornare al suo posto mettendo la retromarcia dopo un tentativo di posizionarsi completamente a caso sulla griglia di partenza.
Dopotutto la Sacra Cenerentola a punti ci è arrivata due volte in totale: a quanto pare per riuscirci basta semplicemente che il pilota, come rito propiziatorio, si piazzi completamente a caso sulla griglia di partenza. Onore a Werly per esserci riuscito senza conquistarsi settantadue penalità in corso d’opera.
In ogni caso onore a Werly, sempre e comunque, perché è riuscito a conquistare punti ed è riuscito a conquistarli dopo che aveva dietro un numero sufficiente di vetture per convincere i sostenitori della teoria “ha ottenuto un punto per culo e non per merito rendendo il mondiale falsato” che forse stavolta era il caso di tacere.
Intanto, comunque, il dettaglio più preoccupante è che la Sauber è l’unica squadra a non avere conquistato nemmeno un punto.

Infine l’incidente di Britney Bitch e del Gangster Rapper... no dai, davvero devo dire qualcosa? Ci ha già pensato chiunque nel mondo a farlo, tra cui gente di Twitter che invocava la squalifica per un gran premio per Britney Bitch (se l’incidente l’avesse fatto Kvyat, naturalmente sarebbe stato invocato un ban a vita, se non la pena di morte).
Comunque sì, qualcosa devo dirlo: quelli che fino a tre secondi prima si auspicavano in un duello per la vittoria e che, non appena l’hanno avuto, si sono messi a criticare il fatto, sono veramente da facepalm, anzi, accrescitivo, da facepalmer. Anzi, no, sono direttamente da facemagnussen... o da facebook, che probabilmente è il loro habitat naturale.

Okay, vi saluto con il risultato, perché stavolta ho davvero già scritto anche troppo.

1 44 Lewis Hamilton -- Mercedes 71 1:27:38.107
2 33 Max Verstappen -- Redbull 71 +5.719s
3 7 Kimi Räikkönen -- Ferrari 71 +6.024s
4 6 Nico Rosberg -- Mercedes 71 +26.710s
5 3 Daniel Ricciardo -- Redbull 71 +30.981s
6 22 Jenson Button -- McLaren 71 +37.706s
7 8 Romain Grosjean -- Haas 71 +44.668s
8 55 Carlos Sainz -- Toro Rosso 71 +47.400s
9 77 Valtteri -- Bottas -- Williams 70 +1 lap
10 94 Pascal Wehrlein -- Manor 70 +1 lap
11 21 Esteban Gutierrez --  Haas 70 +1 lap
12 30 Jolyon Palmer -- Renault 70 +1 lap
13 12 Felipe Nasr -- Sauber 70 +1 lap
14 20 Kevin Magnussen -- Renault 70 +1 lap
15 9 Marcus Ericsson -- Sauber 70 +1 lap
16 88 Rio Haryanto -- Manor 70 +1 lap
17 11 Sergio Perez -- Force India 69 DNF
18 14 Fernando Alonso -- McLaren 64 DNF
19 27 Nico Hulkenberg -- Force India 64 DNF
20 19 Felipe Massa -- Williams 63 DNF
RIT 5 Sebastian Vettel -- Ferrari 26 DNF
RIT 26 Daniil Kvyat -- Toro Rosso 2 DNF