mercoledì 11 ottobre 2023

Tra caso e coincidenze: dieci anni senza Maria De Villota

Oggi è l'11 ottobre 2023, sono già passati dieci anni da quel giorno di prove libere del GP del Giappone in cui il pubblico, nella mattinata europea, fu accolto dalla freddezza della notizia della morte di Maria De Villota, ex tester occasionale di Lotus e Marussia, dove per Lotus si intende l'attuale Alpine e va specificato, perché era il 2011 e nel 2011 c'erano due team che si facevano chiamare Lotus. La notizia iniziale parlava di morte per cause naturali, ma successivamente i familiari della De Villota hanno confermato che la morte era sopraggiunta a causa dei danni cerebrali riportati nel 2012 in occasione del tremendo schianto di Duxford, incidente dopo il quale aveva fatto la prima apparizione pubblica proprio l'11 ottobre, un anno esatto prima della morte.
Ricordo pure qualche teoria del complotto in proposito, perché era un po' meno una mania che ai giorni nostri, ma anche in passato qualcuno si sbizzarriva.

Seppure mi piaccia ricordare gli anniversari, sia nel bene che nel male (come forse si sarà capito visto che neanche troppo occasionalmente pubblico sul blog post legati a qualche anniversario e, ancora più spesso, condivido via Twittelon e Zuckenbook post vecchi in occasione degli anniversari), per me una data è solo una data, essendo frutto del modo in cui misuriamo il tempo, della struttura del nostro calendario.
Non penso che il fatto che sia l'11 ottobre renda le cose diverse dall'essere il 10 o il 12, così come non penso ci sia nulla di speciale o di arcano nella data del 3 luglio, data passata in secondo piano dopo la sua morte, perché quella era solo la data del suo incidente, da cui la sua vita era ripartita, totalmente trasformata.
Sono giorni, solo giorni come tutti gli altri, e di date se ne potrebbero trovare tante e dare loro significati più profondi di quello che hanno.

Era il 3 luglio 2012 quando in Inghilterra, su un circuito ricavato da un aeroporto, Maria De Villota cozzava contro il portellone di un camion lasciato a bordo pista con il portellone aperto, appunto - e bisognerebbe chiedersi in che condizioni si svolgessero quei pochi test privati che avvenivano a quei tempi, poco più di un decennio fa, ma è un discorso che ho fatto tante volte e oggi vorrei focalizzarmi su altro: date e assurde coincidenze.
Dopo l'incidente ha detto di nutrire sentimenti ambivalenti nei confronti della Marussia (altresì nota negli anni a venire come Manor) e la sua unica presenza nel paddock è stata al GP di Spagna 2013, avvenuto solo pochi mesi prima della sua morte.
Ha assistito quindi in presenza all'ultima vittoria di Fernando Alonso in Formula 1, che è stata l'ultima vittoria di un suo connazionale avvenuta quando lei era ancora in vita.

Nel 2016 si è svolto un gran premio il 3 luglio, quarto anniversario dell'incidente di Maria. Era il GP d'Austria e, davvero, non me ne sono accorta fino a poco tempo fa, mi ci sono voluti sette anni e sono raggelata nel rendermi contro che la Manor, quel team per cui Maria nutriva sentimenti ambivalenti, ha ottenuto un punto quel giorno, ma è stato anche l'ultimo della sua storia - Pascal Wehrlein 10°.
Mi sono detta un caso, una coincidenza, e lo credo ancora, nonostante tutto il resto, perché c'è pure stato un altro gran premio il 3 luglio ed è stato Gran Bretagna 2022 e un'altra coincidenza che, come quella della Manor, nessuno sembra avere notato.
Il primo pilota spagnolo a vincere un gran premio dopo la morte di Maria De Villota è stato Carlos Sainz, suo concittadino, in Inghilterra, in una pista ricavata da un aeroporto, portando nel design del suo casco il logo della De Villota, nel decimo anniversario dell'incidente di Duxford.


Stamattina, mentre abbozzavo l'inizio di questo post, non ho fatto caso che si erano già fatte quasi le otto. Sono uscita di casa di corsa, salita in macchina sperando di non fare tardi al lavoro.
Ho acceso la radio. Stavano trasmettendo "Maria" di Blondie. Il caso rimane caso, ma ha un modo curioso di manifestarsi!



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