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martedì 25 agosto 2020

Pippa Mann, le donne alla Indy 500, il contentino per le fangirl e una Road to Indy che alle donne non ci pensa proprio

Nel 2010 cinque donne tentavano di qualificarsi per la Indy 500: la veterana Sarah Fisher, l'astro nascente Danica Patrick, la pittoresca Milka Duno e le rookie Simona De Silvestro e Ana Beatriz Figueiredo. In quattro andavano in griglia, tutte tranne quella pittoresca. In altre occasioni abbiamo avuto numeri minori, ma comunque buoni numeri, anche grazie alla presenza di Katherine Legge e di Pippa Mann, quest'ultima una presenza quasi fissa alla Cinquecento Miglia.
Quest'anno, però, qualcosa è cambiato: la Mann non ha trovato sponsor ed è rimasta a casa. Ha fatto abbastanza proclami sui social denunciando una situazione in cui non c'è fiducia nelle donne che per questo non trovano sponsor fissi. Non mi si voglia accusare di sottovalutare il sessismo per come lo pone lei, ma credo che, seppure in parte la Mann abbia ragione, una parte sia un po' stonata, ovvero il suo volere quasi affermare tra le righe che *una donna deve esserci*. La Mann, suo malgrado, incarna alla perfezione le fan delle cinnamon roll acqua e sapone: queste glorificano la donna backmarker in quanto amata da tutti, lei lo è. Perché, si voglia perdonare la mia insinuazione, se Pippa Mann fosse Danica Patrick, probabilmente troverebbe un volante. Quindi è tutto molto bello e commovente, ma se sei Pippa Mann, la ragione per cui non sei in griglia può essere in parte perché sei donna, ma il fatto che tu non abbia mai ottenuto nella tua carriera risultati di spessore (eccetto una vittoria in Indylights) non è a mio vedere così indifferente. Per una Mann senza volante esistono almeno dieci piloti analoghi, o pure di maggiore spessore, che non hanno un volante.

Detto questo, non voglio sminuire in alcun modo le difficoltà che le donne possono incontrare a vario titolo nella vita. Quando ho finito le superiori, le compagne che cercavano lavoro si sentivano spesso dire in fase di colloquio "preferiremmo assumere un ragazzo perché c'è il rischio che tu rimanga incinta" (la crisi economica poi ha livellato almeno un po' di più le cose tra i "rookie" del mondo del lavoro, perché se ti fanno contratti di due mesi per volta una potenziale gravidanza non ha effetti su di *loro* e, siccome non hai i soldi per mantenere un figlio, tu stessa cerchi di evitare come la peste di rimanere incinta). Questo accadeva in settori non particolarmente legati al gender (anche a livello impiegatizio, in un mondo pieno di impiegate donne) figuriamoci come possa andare in un mondo prevalentemente maschile come quello dei motori.
Fermo restando questo, tuttavia, deve esserci qualcosa di più: la Indycar è stata la serie ad alto livello che fino a un decennio fa ha visto più di ogni altra la partecipazione femminile. I problemi di genere che esistono oggi esistevano anche dieci o quindici anni fa, quindi anche qualcos'altro deve essere cambiato. E guess what? Andando a vedere cosa succedeva in Indylights, la "GP2" della Indycar, ne viene fuori che da dieci anni a questa parte non ci sono ragazze nella massima serie junior americana. Ultima volta il 2010, con Pippa Mann full-time e qualche apparizione di (un certo fanalino di coda altresì noto come) Carmen Jordà. L'ultima volta che due ragazze hanno gareggiato full-time in Indylights è stata la stagione precedente, con Mann e Beatriz.

In anni più recenti si sono viste altre ragazze in Road to Indy, come Ayla Agren (vincitrice di un campionato americano più o meno ai livelli della Formula 4), Bruna Tomaselli e Sabré Cook. Vi dicono niente questi nomi? Esatto, è tutta gente che, a vario titolo, ha optato per il percorso W Series, nel caso di Cook in parallelo con la Indy Pro. Questo significa in primis che non sono sponsorizzate abbastanza per continuare a gareggiare stabilmente in America (Agreen era senza volante da anni) e in secondo luogo che l'America al momento sembra non offrire sufficienti sbocchi, se strizzano così tanto gli occhi all'Europa.
Il tutto mentre negli States di giovani emergenti ce ne sono per quanto riguarda le Stock Car, come Hailee Deegan in ARCA e altre ragazze in ARCA West e ARCA East (e Natalie Decker che ha cercato un passaggio nelle open wheel... ma in W Series). Il tutto mentre in Europa e Asia ci sono tante ragazze che gareggiano nelle serie minori: Calderon in Superformula, Florsch in GP3, Chadwick in F.Regional, le sorelle Al Qubaisi, Buhler, Pulling e Noda in Formula 4... e altrettante sono passate per queste serie in anni recenti, uscendo di scena per poco successo o pochi sponsor e/o intraprendendo carriere in diversi tipi di motorsport. Questo significa che, mentre la presenza femminile nel motorsport a livello junior sembra aumentare e neanche di poco, in Road to Indy è esponenzialmente calata rispetto a dieci o quindici anni fa (prima di Beatriz e Mann ci sono state altre ragazze in Indylights, seppure part-time, in più Legge e De Silvestro passavano dalla Formula Atlantic, altra serie junior americana).

Credo che, oltre a puntare il dito contro il sessismo nel motorsport, bisognerebbe seriamente interrogarsi anche su cosa abbia portato l'Indycar dall'essere il campionato più appetibile alle donne nel motorsport al diventare forse uno dei meno appetibili. Delle sette donne passate per l'Indycar in questo secolo, Danica Patrick è stata la più celebre. Eppure, a un certo punto, ha rinunciato a una carriera di livello medio-alto per la NASCAR, dove è stata tutt'altro che brillante. Delle altre, solo Fisher e Duno sono ritirate. A parte la Mann, le altre hanno gareggiato tutte in altri tipi di motorsport, in quest'ultimo decennio, alcune anche ad alti livelli (IMSA e Formula E, nel caso di Legge e De Silvestro). A questo aggiungo che Tatiana Calderon, che molto tempo fa aveva risultati quantomeno di livello discreto in Pro Mazda, ha preferito una carriera europea trascorsa nei bassifondi della F3 Europea e della GP3.
Mentre in Europa ci sono iniziative che sembrano promuovere in qualche modo la presenza femminile almeno a livello mediatico (di natura molto diversa tra loro, basti pensare ai "test femminili" della Formula E, alla volontà di certi team di espandere in loro junior team anche in direzione femminile, alla W Series, ecc...), negli Stati Uniti sembra esserci stata una grossa inversione di tendenza, un po' come se il vero obiettivo non fosse tanto quello di incrementare la presenza femminile in Indycar, quanto piuttosto lasciare perdere in quanto difficilmente si potrà replicare la popolarità della Patrick. Ho sempre detto che quello tra Danica e il motorsport americano è stato uno scambio equo: loro hanno ottenuto popolarità sfruttando la sua immagine, lei ha approfittato della situazione.

Ci sta. Ci sta in pieno. Solo, c'è anche un dopo, e se è vero che Pippa Mann ha scomodato il sessismo, mi pare che abbia scomodato solo quel tipo di sessismo che sembra riguardarla da vicino perché va contro di lei nello specifico. C'è che se sei donna, gli sponsor che ti cercano, spesso ti cercano per darti il ruolo che più ti si addice, secondo preconcetti di cui tutti, uomini e donne, siamo stati almeno in parte complici. C'è che purtroppo l'essere donna non ti salva automaticamente dal non avere pregiudizi contro le altre donne. Fin da ragazzine una parte di noi hanno avuto l'abitudine di giudicare le altre dall'aspetto, dalle scelte in fatto di abiti e di trucco.
Il motorsport mi sembra uno specchio di una realtà che esiste anche altrove. Quindi la Patrick era al centro dell'attenzione più per il suo aspetto che per altro (e le sue foto in costume considerate quasi uno scandalo nonostante a conti fatti fossero meno rivelatrici delle mutande bianche indossate quella volta da Hamilton) ed è stata cavalcara l'onda. Le altre avevano l'aspetto da backmarker dolci e kawaii, anche la De Silvestro che backmarker non era. Così essere sostenitori della Patrick diventava una questione da uomini arrapati, sostenere le altre e demonizzarla un dovere da donne acqua e sapone. Passata la Patrick, la presenza femminile in Indycar ha iniziato a sembrare studiata per dare un contentino al crescente pubblico femminile. E mentre ci sta che il pubblico femminile abbia a cuore la sorte della Mann, fintanto che c'è in giro la Mann, sembra che a nessuno importi trovare altre figure femminili per il motorsport open wheel americano... e tutti ci rimettono, perché sono propensa a pensare che esistano donne che gareggiano in open wheel di gran lunga più competitive della Mann, che avrebbero speranze anche di una carriera full time, e diversamente da Pippa non perché una donna "deve esserci".


lunedì 18 dicembre 2017

Una 500 milhas de Granja Viana in stile NASCAR: per i fanboy è TùTtA KO£Pà Dy MàSs4!!!111!!11!!!

...oppure anche di Ana Beatriz, ma questo implicherebbe essere al corrente della sua esistenza

Nel weekend appena trascorso in Brasile si è svolta la 500 Milhas de Granja Viana, una gara di endurance per kart i cui proventi vanno in beneficienza, alla quale partecipano piloti random,, di cui alcuni provenienti da Formula 1 e Indycar, con anche qualche partecipazione di piloti internazionali. Uno degli organizzatori dell'evento è nientemeno che Felipe Giaffone, ex pilota di Indycar talvolta menzionato nelle telecronache di Mazzoni in quanto cugino della moglie di Rubens Barrichello.

Fuori dai confini brasiliani si era mai parlato della 500 Milhas di Granja Viana? Assolutamente no, perché non c'era ancora stata nessuna rissa post-incidente che facesse rimbalzare l'esistenza di questa gara su siti internazionali.
Sabato ciò è avvenuto e domenica c'è stato un susseguirsi di link che giravano sui social network a proposito dell'accaduto.

Pare che due team, tali MDG Matrix e Sambaiba, siano stati in lotta per la leadership per tutto il tempo e che lo scontro sia stato piuttosto acceso, con presunti ordini di scuderia in cui i kart doppiati cercavano di bloccare gli avversari a pieni giri e - pare - con contatti tra alcuni di loro, istigati anche dai vertici dei team.
I commissari hanno lasciato fare, stando a quanto capisco perché non era chiaro se i doppiati fossero legittimati a tenere quel tipo di comportamento oppure no.

Il fattaccio è accaduto dopo circa 12 ore di gara e, stando alle poche fonti che non si contraddicono l'una con l'altra, sarebbe accaduto quanto segue: il kart del team MDG Matrix, guidato da Felipe Massa, era in testa, inseguito da un kart del team Sambaiba, guidato da Tuka Rocha, pilota di Stock Car Brasil che a Granja Viana era compagno di squadra dell'ex pilota di Indycar Bia Figueiredo (per intenderci, quella che ai tempi della Indycar si faceva chiamare Ana Beatriz). Un certo Rodrigo Dantas, doppiato del team MDG Matrix, ha cercato di ostacolare Rocha e tra i due c'è stata una serie di contatti che ha fatto sì che entrambi terminassero la propria gara contro le barriere...
...
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...ed è finita lì? Niente affatto, perché a quel punto i due sono scesi dai kart e si è assistito a una scena degna dei peggiori piloti di NASCAR in preda a un trip allucinogeno.
Rocha si è messo a sbraitare contro Dantas e, quest'ultimo, dopo averlo buttato a terra in mezzo alla pista, l'ha colpito ripetute volte e gli ha messo le mani al collo in quello che sembrava un tentativo di strangolamento. Pare che ci sia stato caos anche nella pitlane, tra vari membri dei due team. Il tutto è stato sedato dall'intervento dei commissari e a quel punto tutti i kart del team MDG Matrix e del team Sambaiba sono stati squalificati per condotta antisportiva.

Sia Massa sia la Figueiredo, rispettivamente compagni di squadra di Dantas e di Rocha e totalmente estranei alla rissa (Massa stava guidando, Bia probabilmente anche), hanno fortemente criticato l'accaduto e i soggetti coinvolti. Qualche simpaticone sul web, comunque, ha preferito appioppare la responsabilità a Massa perché... non saprei, probabilmente perché nessuno sa chi sia Dantas. Ci sono anche fanboy brasiliani che, nei molteplici video postati su Youtube, insultano Massa per avere pesantemente criticato il comportamento di Dantas. #Facepalm. Sono di meno quelli che danno la colpa a Bia Figueiredo, ma essenzialmente per una ragione: il tifoso mainstream non segue la Indycar con abbastanza attenzione per essere al corrente dell'esistenza di chi ha gareggiato per un team minore, generalmente senza disputare la stagione completa.

Chi ha vinto, alla fine, dopo la squalifica di Matrix e Sambaiba? Ho detto che la rissa è avvenuta praticamente in mezzo alla pista, quindi tecnicamente si può dire che Dantas e Rocha abbiano fatto un'invasione di pista.
Quando ci sono invasioni di pista #BarrichelloRules! Il team vincente si chiama Barrichello Hero e oltre a Rubinho uno dei piloti vincitori è stato nientemeno che suo figlio Dudu!

giovedì 6 luglio 2017

Indycar drivers of the day: Pippa Mann & Ana Beatriz

Prosegue la #VetteltonFreeWeek e il mio obiettivo è quello di approfittare di questa settimana per parlare anche di argomenti scelti così, un po' a caso... perché non ha molto senso parlare di quello che parlano tutti, specie quando non mi trovo *pienamente* in linea con il punto di vista di nessuno!
Che cosa c'è di meglio, quindi, che parlare un po' di graziose donzelle che si destreggiano al volante di monoposto?

Parliamo oggi di Pippa Mann, senza che ci siano altre ragioni oltre alla sua stessa esistenza e al fatto che, all'epoca della Indylights, sia stata immortalata in un epico scatto in cui teneva la lingua fuori.
Nata nel Regno Unito l'11 Agosto 1983, nella prima metà degli anni 2000 ha gareggiato in varie serie minori europee, per poi spostarsi negli States nel 2009. Ha gareggiato due anni in Indylights, ottenendo nel 2010 tre pole position e una vittoria e diventando la seconda donna a vincere una gara nella Indylights.
Pilota Indycar part-time a partire dal 2011, dal 2013 gareggia per il team Dale Coyne alla 500 miglia di Indianapolis (miglior risultato un 17° posto nel 2017) e occasionalmente ad altri appuntamenti su ovali. Negli altri eventi deve accontentarsi di fare la radiocronista.
Sposata con un uomo con pochi capelli da lei definito semplicemente "him" nei post su Twitter, ho recentemente scoperto che costui risponde al nome di Robert Gue e che è uno degli ingegneri del team Schmidt.

Ora, siccome questo blog è politically correct, non mi resta che parlare anche di un'altra donzella, ovvero dell'altra donzella che ha condotto una vettura di Indylights verso la victory lane.
Ana Beatriz Caselado Gomez de Figueiredo, brasiliana nata il 15 Marzo 1985, ha gareggiato nella Formula Renault brasiliana e nella Formula 3 sudamericana con apparentemente più successo di quanto ne abbia avuto la collega Mann in Europa: il suo palmares conta tre pole e tre vittorie in Formula Renault Brasiliana e una terza posizione nel campionato 2005.
In Indylights è arrivata un anno prima della Mann, con il nome Ana Beatriz (in Brasile è nota come Bia Figueiredo), e di gare ne ha vinte due, una nel 2008 e una nel 2009 ottenendo numerosi piazzamenti sul podio. Terza in classifica nel 2008, è stata eletta Rookie of the Year.
In Indycar ha gareggiato tra il 2010 e il 2013, con il 2011 unica stagione in cui ha completato tutto il campionato. Sono state quattro in totale le sue partecipazioni alla Indy 500, miglior risultato un 15° posto nell'edizione 2013 per il team Coyne. Lei e la Mann sono state, quell'anno, le prime due donne a gareggiare per lo stesso team nello stesso evento.
Bia Figueiredo attualmente gareggia nelle Stock Car Brasil (la stessa serie in cui gareggia anche Barrichello, per intenderci) e nel 2016 si è sposata con un certo Fabio Souza dopo quattordici anni di fidanzamento. Fonti brasiliane sostengono che Souza sia un ex pilota di kart. Purtroppo Bia non ha aggiunto il cognome (o i cognomi?) del marito ai propri. Sarebbe stato bellissimo vederla con un nome ancora più lungo!

sabato 4 marzo 2017

Bia *-*

Ricordate il mio post a proposito di quel disegno che avevo fatto da bambina e che, con molte probabilità, rappresentava il passaggio che Mansell diede a Senna in Gran Bretagna nel 1991?
Ecco, quello stesso giorno avevo fatto anche un apposito post su Instagram, pubblicando quell'immagine, e avevo ricevuto un like dal profilo ufficiale di Amber Lounge.
La cosa era di per sé soddisfacente, ma ci sono cose ancora molto più soddisfacenti e, dato che non entravo su insta da qualche giorno, me ne sono accorta soltanto oggi: anche Bia Figueiredo, AKA la Ana Beatriz della Indycar, ha messo un like a quell'immagine.
Queste sono vere soddisfazioni. *-* Non per altro (in realtà sì, ci sono anche altri motivi, ma uno in particolare), ma sono sempre stata una fuuuuungirl di Ana Beatriz. <3


venerdì 10 gennaio 2014

Desafio Internacional das Estrelas

Come ogni anno si svolgerà proprio in questo weekend la Desafio Internacional das Estrelas, la tradizionale gara di kart organizzata da Felipe Massa in Brasile.
Tutto ha avuto inizio nel 2005 e questa è la nona edizione (nel 2012 non è stata disputata - nel senso che prima avveniva alla fine dell'anno, e da fine 2011 si è passati a inizio 2013).

Tra i partecipanti ci sono anche alcune nostre vecchie conoscenze...

***

ENTRY LIST 2014

Felipe Massa (F1)
Jules Bianchi (F1)
Sebastien Buemi (WEC)
Vitantonio Liuzzi (Superstars Series)
Felipe Nasr (GP2)
Lucas di Grassi (WEC)
Bruno Senna (WEC)
Bia Figueriredo (Indycar)
João Paulo de Oliveira (Super GT)
Nelson Piquet Jr (NASCAR)
Augusto Farfus Jr (TMD)
Pietro Fittipaldi (F4)
Rubens Barrichello (Stock Car)
Popo Bueno (Stock Car)
Luciano Burti (Stock Car)
Ricardo Zonta (Stock Car)
Antonio Pizzonia (Stock Car)
Allam Khodair (Stock Car)
Daniel Serra (Stock Car)
Valdeno Brito (Stock Car)
Julio Campos (Stock Car)
Ricardo Mauricio (Stock Car)
Luis Razia (GT Open)
Felipe Giaffone (F Truck)
Beto Monteiro (F Truck)


VINCITORI DELLE PASSATE EDIZIONI

2005: Daniel Serra
2006: Felipe Massa
2007: Michael Schumacher
2008: Rubens Barrichello
2009: Michael Schumacher
2010: Lucas Di Grassi
2011: Jaime Alguersuari
2013: Jules Bianchi


Se volete visitare il sito della manifestazione, ecco qui: Desafio Internacional das Estrelas.

lunedì 24 giugno 2013

INDYCAR 2013: #9 IOWA CORN 250

Vedere una gara di Indycar con ventiquattro ore di ritardo non è piacevole? Mhm... forse non ha il fascino della diretta, ma dato che non mi sono informata del risultato... LET’S GO! Sono pronta per vedere tutto e per stupirmi di ogni cosa che vedrò.
Aggiungo che quello di Iowa Corn è un circuito che per certi versi mi piace parecchio. Ne stavo addirittura parlando, l’altra sera, con un’amica che NON segue la Indycar.

Griglia di partenza: Power, Hinchcliffe, Andretti, Carpenter, Kanaan, Rahal, Servia, Pagenaud, Tagliani, Wilson, Castroneves, Hunter-Reay, Vautier, Kimball, Dixon, Viso, Sato, Saavedra, Bourdais. De Silvestro, Franchitti, Newgarden, Beatriz, Jakes.

Castroneves, Dixon, Sato, Newgarden, Beatriz e Jakes sono stati tutti retrocessi di 10 posizioni per avere sostituito il motore.

La gara (250 giri)
GREEEEEEEEEN! Power e Hinchcliffe procedono affiancati per tutto il primo giro, con quest’ultimo che si porta in testa al termine del primo giro (o era il secondo? I giri sono talmente brevi che più che un circuito sembra una rotonda). Seguono, in ogni caso, Andretti, Carpenter, Kanaan, Servia, Rahal, Pagenaud, Wilson e Hunter-Reay a completare i primi dieci. Hinchcliffe inizia ad allungare, mettendo più di un secondo tra sé e Power. Kanaan nel frattempo ha superato Carpenter e al 24° giro si porta in terza posizione dopo avere sopravanzato anche Andretti. Anche nelle ultime posizioni della top-ten c’è stato qualche sorpasso.
Intorno al 30° giro Carpenter si riprende la terza posizione nei confronti di Kanaan, che pochi giri più tardi perderà diverse ulteriori posizioni a causa di un problema nel corso del pit-stop effettuato durante una prima caution provocata da un contatto tra Hunter-Reay e Rahal nel quale il campione in carica ha danneggiato la vettura. Riuscirà a tornare in pista, dopo essersi fermato ai box, in 21^ posizione, in quanto soltanto la De Silvestro e Saavedra sono al momento doppiati.
Hinchcliffe è ancora in testa dopo il pit-stop davanti a Power, Carpenter, Andretti, Servia, Pagenaud, Castroneves, Rahal, Tagliani, Kanaan...

Il restart avviene al 53° giro, con la vettura doppiata di Simona De Silvestro che procede piuttosto lentamente che si trova a “intralciare” i piloti delle prime posizioni. Carpenter supera Power, mentre Pagenaud si porta in quinta posizione alle spalle di Andretti. Nelle retrovie Hunter-Reay sta rimontando e risale di alcune posizioni. Nelle retrovie intanto viene inquadrato un “duello epico” tra Kimball e Ana Beatriz (rientra comunque nella categoria dei duelli epici qualsiasi scontro avvenga nelle retrovie tra piloti che hanno poche chance di ottenere un risultato memorabile). Per l’effetto “made in Brazil” e per solidarietà femminile tifavo per Bia, ma è stato Kimball a superarla, e intanto siamo intorno a 65 giri e nemmeno me n’ero accorta.
Al 72° giro Bourdais e Newgarden vengono doppiati, mentre davanti Power perde posizioni: ora è quinto dietro a Hinchcliffe, Carpenter, Andretti e Pagenaud. Poco dopo Castroneves supera Servia per la sesta posizione.
Al 90° giro Hunter-Reay è già 12° davanti a Sato e questo è a mio parere oltraggioso. U.U Intanto Castroneves ha perso posizioni, ma chi ne ha perse di più di tutti è Power.
Al 98° giro Bia supera Kimball e si riprende la 18° posizione! FANGIRLING-TIME! U.U Il duello epico è andato come speravo prima.

Riepilogo al 100° giro: in top ten troviamo Hinchcliffe, Andretti, Rahal, Pagenaud, Kanaan, Carpenter, Servia, Castroneves, Dixon e Hunter-Reay. Seguono Power, Viso, Sato, Tagliani, Wilson, Vautier, Beatriz e Franchitti a pieni giri, con Kimball, Jakes, Bourdais, Newgarden, Saavedra e De Silvestro doppiati (la De Silvestro è l’unica doppiata di due giri). La cosa più notevole è che la Beatriz ha superato Franchitti, che per via della moglie esibizionista (ex moglie) e della sua somiglianza con Alonso mi è sempre stato abbastanza sulle sfere. BIA, STAI DIVENTANDO IL MIO IDOLO! U.U
Intanto davanti Andretti e Rahal sono in lotta per la seconda posizione, Rahal ha superato Andretti (il che i soddisfa perché Andretti per qualche motivo così a pelle non mi è mai stato molto simpatico).

Intorno al 115° giro vari vetture iniziano a rientrare ai box per il secondo pit-stop, in regime di bandiera verde. Wilson rimanda la sosta e fa qualche giro da leader, comunque quando rientra al 122° giro Hinchcliffe si ritrova di nuovo in testa, seguono Rahal, Andretti, Pagenaud, Servia, Dixon, Castroneves, Kanaan, Hunter-Reay e Viso nelle prime dieci posizioni.

Al 137° giro Tagliani (altrimenti detto sosia di Liuzzi) finisce in testacoda dopo avere urtato il muro: seconda caution, quando soltanto 12 vetture (Hinchcliffe, Andretti, Rahal, Pagenaud, Servia, Dixon, Castroneves, Hunter-Reay, Kanaan, Viso, Carpenter e Wilson) sono ancora a pieni giri e Power, 13°, è il primo dei doppiati. Durante la caution, che si prolungherà fino al 148° giro, alcune vetture doppiate, tra cui quelle di Power e Franchitti, si fermano ai box.
Pochi giri dopo il restart è di nuovo caution per via della presenza di detriti sulla pista. Franchitti si ferma ai box ancora una volta.
Le posizioni sono: Hinchcliffe, Rahal, Andretti, Pagenaud, Dixon, Hunter-Reay, Servia, Castroneves, Carpenter, Viso, Kanaan, Wilson, Vautier, Bourdais, Sato, Kimball, Jakes, Newgarden, Power, Beatriz, Saavedra, Franchitti, De Silvestro.

La gara riparte a 90 giri dalla fine, con Hinchcliffe e Rahal che procedono affiancati; Hinchcliffe riesce a mantenere la prima posizione. Pochi giri più tardi rientra ai box Sato, che via radio accusava problemi al motore. NOOOOOOO! T_T Una ventina di giri più tardi anche Bia rientra ai box per problemi alla vettura e pare che ci rimanga.

Quando mancano una sessantina di giri al termine viene effettuata in regime di verde la successiva sosta, che viene rimandata da Carpenter, Kanaan e Wilson: Hinchcliffe tornerà in testa soltanto dopo i loro pit-stop, ovvero a 33 giri dalla fine quando Wilson, l’ultimo a rientrare, si fermerà. Soltanto le prime dieci vetture sono a pieni giri al momento, ovvero quelle di Hinchcliffe, Hunter-Reay, Rahal, Kanaan, Pagenaud, Servia, Andretti, Carpenter, Castroneves e Viso.
Tra Hinchcliffe e Hunter-Reay ci sono oltre due secondi di distacco, con Hunter-Reay che nei giri finali verrà ulteriormente rallentato da diversi doppiaggi da effettuare. A cinque-sei secondi di distacco dal leader ci sono Rahal e Kanaan, con il brasiliano che conquista la terza posizione nei giri conclusivi.

James Hinchcliffe è il primo pilota che, in questa stagione, ottiene la terza vittoria. Si tratta della sua prima vittoria su un ovale.

Il risultato
1  James Hinchcliffe  27  Chevrolet  250 
2  Ryan Hunter-Reay  1  Chevrolet  250  
3  Tony Kanaan  11  Chevrolet  250   
4  Ed Carpenter  20  Chevrolet  250  
5  Graham Rahal  15  Honda  250  
6  Simon Pagenaud  77  Honda  250  
7  Oriol Servia  4  Chevrolet  250  
8  Helio Castroneves  3  Chevrolet  250  
9  Marco Andretti  25  Chevrolet  250   
10  E.J. Viso  5  Chevrolet  250  
11  Justin Wilson  19  Honda  249  
12  Charlie Kimball  83  Honda  249  
13  Tristan Vautier  55  Honda  248   
14  Sebastien Bourdais  7  Chevrolet  248  
15  Josef Newgarden  67  Honda  248  
16  Scott Dixon  9  Honda  247  
17  Will Power  12  Chevrolet  247  
18  James Jakes  16  Honda  247   
19  Sebastian Saavedra  6  Chevrolet  247  
20  Dario Franchitti  10  Honda  246  
21  Simona De Silvestro  78  Chevrolet  243  
22  Ana Beatriz  18  Honda  183  
23  Takuma Sato  14  Honda  162  
24  Alex Tagliani  98  Honda  139   

Dubbio esistenziale: ma “Iowa Corn” significa “granoturco dello Iowa?” XD

domenica 16 giugno 2013

INDYCAR 2013: #8 MILWAUKEE INDYFEST

Anche stavolta sono un po’ in ritardo (la gara si è svolta nella sera del 15 giugno): in estate o comunque quando si va vicini all’estate la mia capacità di essere puntuale si affievolisce notevolmente (così come la mia memoria: ero convintissima che questo weekend la Indycar gareggiasse a Iowa Corn).
Direi però di non perdere dell’ulteriore tempo e di passare oltre e di iniziare con una piccola nota made-in-Brasil (qualcuno disse che provo una simpatia smodata per i piloti brasiliani, tempo fa: aveva ragione, e questa fissa è iniziata con Feliiii): è tornata Ana Beatriz!
Rispetto all’anno precedente la gara è più lunga: 250 giri anziché 250.

Griglia di partenza
1  Marco Andretti  Chevrolet  25  170.515 mph
2  James Hinchcliffe  Chevrolet  27  170.418 mph
3  Will Power  Chevrolet  12  170.212 mph
4  Ryan Hunter-Reay  Chevrolet  1  170.100 mph
5  E.J. Viso  Chevrolet  5  169.828 mph
6  Sebastian Saavedra  Chevrolet  6  169.732 mph
7  Tony Kanaan  Chevrolet  11  169.482 mph
8  Josef Newgarden  Honda  67  169.462 mph
9  Simon Pagenaud  Honda  77  169.311 mph
10  Tristan Vautier  Honda  55  169.215 mph
11  Scott Dixon  Honda  9  168.820 mph
12  James Jakes  Honda  16  168.470 mph
13  Justin Wilson  Honda  19  168.412 mph
14  Sebastien Bourdais  Chevrolet  7  168.141 mph
15  Takuma Sato  Honda  14  168.023 mph
16  Alex Tagliani  Honda  98  167.512 mph
17  Dario Franchitti  Honda  10  167.263 mph
18  Helio Castroneves  Chevrolet  3  167.169 mph
19  Ryan Briscoe  Chevrolet  4  165.765 mph
20  Ana Beatriz  Honda  18  165.364 mph
21  Ed Carpenter  Chevrolet  20  164.797 mph
22  Charlie Kimball  Honda  83  164.124 mph
23  Graham Rahal  Honda  15  163.230 mph
24  Simona De Silvestro  Chevrolet  78  162.886 mph

La gara (250 giri)
Al via Hunter-Reay risale fino alla seconda posizione e si inserisce tra Andretti e Hinchcliffe, con quest’ultimo che al secondo giro viene superato da Power. Nei giri che seguono Hunter-Reay si avvicina molto ad Andretti.
Al 22° giro la De Silvestro finisce in testacoda e sfiora il muro: caution. Pare comunque che riuscirà a ripartire. Non appena la pit-lane viene aperta tutti rientrano ai box, la top5 è invariata: Andretti, Hunter-Reay, Power, Hinchcliffe e Kanaan.
Proprio mentre la bandiera verde si apprestava a uscire Tagliani (A.K.A. sosia di Liuzzi) finisce in testacoda e nel frattempo c’è una lieve collisione, con Jakes che viene tamponato da Rahal. Tutto ciò ritarda il restart, che sarà al 33° giro, stavolta finalmente senza problemi.
Andretti resta in testa, Hunter-Reay gli è negli scarichi, seguono Power e Hinchcliffe, mentre Kanaan è stato superato da Viso, che poi si inserirà davanti a Hinchcliffe in quarta posizione, e Pagenaud.
Intorno al 65° giro vari piloti iniziano a rientrare ai box in regime di bandiera verde, compresi i piloti di testa: Andretti in precedenza aveva perso terreno ed era stato superato da Hunter-Reay che rientra ai box al suo stesso giro e che effettua una sosta più veloce della sua.
Sato, Castroneves, Wilson, Newgarden e Franchitti rimandano la sosta portandosi nelle prime cinque posizioni, seguiti da Viso primo pilota che ha già effettuato una seconda sosta, che si trova davanti a Hunter-Reay, Kimball, Jakes (che s’è fermato ai box dopo il contatto con Rahal, di fatto solo pochi giri dopo gli altri piloti), mentre segue in decima posizione Power.
I piloti che hanno ritardato la sosta si fermano intorno al 80-90° giro e, al 93°, Viso si ritrova in testa dopo che Wilson, ultimo pilota che ancora non si era fermato, rientra ai box. I primi dieci a questo momento della gara sono Viso, Hunter-Reay, Power, Sato che ritardando la sosta ha recuperato numerose posizioni, Carpenter, Castroneves che ha recuperato molto a sua volta, Hinchcliffe, Saavedra, Pagenaud e Kanaan.
Power viene superato da Sato e da Castroneves un paio di giri dopo, mentre al 98° giro è caution per la terza volta a causa della vettura di Andretti, rimasta ferma.
La pit-lane è aperta e numerosi piloti rientrano ai box, mentre rimangono invece in pista quelli che si erano appena fermati, il che significa che Sato è al momento in testa davanti a Castroneves, mentre terzo è Hunter-Reay che è uscito dai box davanti a Viso, in attesa del restart che sarà al 108° giro.
Sato e Castroneves ne approfittano per mettere spazio tra loro e le altre vetture, dal momento che i piloti che seguono si ritrovano davanti la vettura di Ana Beatriz da doppiare. Anche tra Sato e Castroneves, comunque, si crea un gap abbastanza elevato.
Quando siamo a metà gara le posizioni sono: Sato, Castroneves, Hunter-Reay, Viso, Hinchcliffe, Power, Dixon, Newgarden, Kanaan, Saavedra, Pagenaud, Carpenter, Franchitti e Wilson a pieni giri. Beatriz in 15^ posizione è la prima dei doppiati, seguita da Jakes, Briscoe e Kimball a un giro di ritardo; sono a 2 giri invece Rahal, Vautier e Bourdais, mentre Tagliani è a otto giri. Andretti, che ha 32 giri di ritardo, non è ancora ufficialmente ritirato (il che significa che potrebbe tornare in pista – e infatti è quello che farà diversi giri dopo), mentre è ufficialmente Out la De Silvestro.
Nei giri successivi Sato fa ancora il vuoto, rallentato soltanto dai doppiaggi che si ritrova a dover effettuare. In particolare il tentativo di doppiaggio di Carpenter, intorno al 145° giro, gli fa perdere oltre un secondo del suo vantaggio nei confronti di Castroneves, vista la resistenza che Carpenter oppone per non perdere un giro (non ho potuto fare a meno di pensare che sarebbe bello se anche alle HRT in Formula 1 fosse concesso farlo, ma poi mi sono ricordata che non c’è più la HRT in Formula 1). Intorno al 150° giro, comunque, approfittando dei problemi di Carpenter che rientrerà ai box subito dopo, Sato riesce a liberarsi di lui. Al momento ha però meno di mezzo secondo di vantaggio di Castroneves, leader della classifica, che ha recuperato tantissimo nei suoi confronti.
Castroneves rientra ai box al 155° giro, Sato rientra un giro più tardi per evitare di perdere terreno, dal momento che si ritrovava davanti la vettura doppiata di Ana Beatriz. Ed è proprio dietro a Bia anche Castroneves – rientrando ai box si perde esattamente un giro – quando Sato torna in pista e, approfittando del tempo impiegato da Castroneves per doppiare la sua connazionale, il giapponese mantiene la posizione sul brasiliano.
Dopo il rientro delle altre vetture è sempre Sato a ritrovarsi in testa davanti a Castroneves, staccato di oltre quattro secondi, Hunter-Reay staccato parecchio da Castroneves, Viso, a sua volta lontano da Hunter-Reay, con Hinchcliffe e Power ultimi due piloti a pieni giri.
Nel frattempo viene intervistato Bourdais, che risulta essersi ritirato al 152° giro nell’anonimato più totale, il che è un bene in quanto significa che per una volta non ha fatto danni. Subito dopo viene intervistato anche Tagliani, uscito a sua volta, e il suo tono di voce mi ricorda a sua volta quello di Liuzzi! O.O Questo è Liuzzi made-in-Canada!
Intorno al 170° giro Sato commette un errore, mentre tentava di doppiare la vettura di Kimball, ma fortunatamente riesce a rimanere in pista e conserva la leadership con circa mezzo secondo di vantaggio su Castroneves. Anche Hunter-Reay, che era parecchio arretrato dopo la sosta, riesce a risalire parecchio, ora è subito dietro a Castroneves.
Al 195° giro Hunter-Reay riesce a superare Castroneves e si lancia all’inseguimento di Sato, superandolo un giro più tardi. Accidenti a lui. -.-
A questo punto Sato deve vedersela anche con Castroneves, ma poi rientra ai box quando mancano 50 giri al termine, tornando in pista doppiato di un giro.
Saavedra sfiora il muro. NOOOOO! Non fare uscire la bandiera gialla adesso, che Taku è doppiato! *Sospiro di sollievo quando riesce a raggiungere i box.*
Riassumiamo: Hunter-Reay in testa, Castroneves a 3,8 secondi, Viso a 11, Power a 12, Hinchcliffe a 17, Dixon a 20, con Sato in settima posizione primo pilota a un giro di distacco, che si trova esattamente dietro (dal punto di vista dello spazio) a Castroneves, a cui di fatto per sdoppiarsi basta il rientro ai box di Hunter-Reay e Castroneves, sperando che non escano le bandiere giallo prima di questo momento.
BEATRIZ, CHE CA**O FAI?! Se fossi una complottista direi che è segretamente innamorata di Hunter-Reay. U.U Comunque come non detto: caution, tutti rientrano ai box... Sato comunque è settimo, davanti a Franchitti che è ottavo: i due erano a un giro di distacco e si ritrovano a pieni giri.
A 31 giri dal termine la gara riparte con Hunter-Reay, Castroneves, Power, Viso, Hinchcliffe, Dixon, Sato e Franchitti a pieni giri.
Hunter-Reay va molto più veloce rispetto a tutti gli altri piloti, tanto che dopo una decina di giri ha già messo quattro secondi tra sé e Castroneves, che nella parte conclusivi deve fare attenzione al compagno di squadra Power (che a quanto pare negli ultimi tempi ha imparato a girare sugli ovali senza arrampicarsi su per i muri XD) che gli è negli scarichi. Il brasiliano riesce a mantenere la seconda posizione fino alla fine, precedendo Power. Non variano, di fatto, le posizioni dei piloti che chiudono a pieni giri.

Il risultato
1  Ryan Hunter-Reay  1  Chevrolet  250  
2  Helio Castroneves  3  Chevrolet  250  
3  Will Power  12  Chevrolet  250  
4  E.J. Viso  5  Chevrolet  250  
5  James Hinchcliffe  27  Chevrolet  250  
6  Scott Dixon  9  Honda  250  
7  Takuma Sato  14  Honda  250  
8  Dario Franchitti  10  Honda  250  
9  Justin Wilson  19  Honda  249   
10  Tony Kanaan  11  Chevrolet  249  
11  Josef Newgarden  67  Honda  249  
12  Simon Pagenaud  77  Honda  249  
13  Sebastian Saavedra  6  Chevrolet  248  
14  Ed Carpenter  20  Chevrolet  248   
15  Ryan Briscoe  4  Chevrolet  248  
16  Graham Rahal  15  Honda  247 
17  Charlie Kimball  83  Honda  246   
18  James Jakes  16  Honda  245 
19  Ana Beatriz  18  Honda  242  
20  Marco Andretti  25  Chevrolet  176  
21  Tristan Vautier  55  Honda  173  
22  Sebastien Bourdais  7  Chevrolet  152   
23  Alex Tagliani  98  Honda  146   
24  Simona De Silvestro  78  Chevrolet  69  

domenica 5 maggio 2013

INDYCAR 2013: #4 SAO PAULO INDY 300

Nelle puntate precedenti...
Vediamo di riepilogare per chi si fosse perso qualche passaggio. La stagione è iniziata da circa un mese e mezzo con il gran premio di St. Petersburg, in cui James Hinchcliffe ha conquistato la sua prima vittoria in carriera. Una settimana più tardi è stato Ryan Hunter-Reay a vincere a Barber il gran premio d’Alabama mentre due settimane fa a Long Beach (*festeggio agitando i pon-pon*) è stato Takuma Sato, che si è portato in seconda posizione nella classifica alle spalle di Helio Castroneves.

Il quarto appuntamento del campionato è la Indy Sao Paulo 300, che si svolge su un circuito cittadino a tre passi dall’autostrada.
I piloti “di casa” sono ben tre: Tony Kanaan nel team KV, Helio Castroneves con il team Penske e Ana Beatriz Figueiredo con il team Coyne.

Questa è la GRIGLIA DI PARTENZA della gara di oggi, che era prevista per le 17,00, ma generalmente gli orari che si trovano sono quelli in cui iniziano i collegamenti e non quelli di inizio gara (lo start è avvenuto alle 17.45 circa, infatti):
1   Ryan Hunter-Reay   Chevrolet   1   113.508 mph
2   E.J. Viso   Chevrolet   5   113.077 mph
3   Dario Franchitti   Honda   10   112.861 mph
4   Tony Kanaan   Chevrolet   11   112.737 mph
5   James Hinchcliffe   Chevrolet   27   112.726 mph
6   Scott Dixon   Honda   9   112.547 mph
7   Sebastien Bourdais   Chevrolet   7   112.961 mph
8   Simona De Silvestro   Chevrolet   78   112.796 mph
9   Justin Wilson   Honda   19   112.632 mph
10   Marco Andretti   Chevrolet   25   112.473 mph
11   JR Hildebrand   Chevrolet   4   112.301 mph
12   Takuma Sato   Honda   14   112.210 mph
13   Oriol Servia   Chevrolet   22   111.614 mph
14   Ed Carpenter   Chevrolet   20   108.659 mph
15   Alex Tagliani   Honda   98   111.522 mph
16   Ana Beatriz   Honda   18   107.551 mph
17   Charlie Kimball   Honda   83   111.001 mph
18   Helio Castroneves   Chevrolet   3   107.188 mph
19   Graham Rahal   Honda   15   110.931 mph
20   Sebastian Saavedra   Chevrolet   6   37.999 mph
21   Tristan Vautier   Honda   55   45.525 mph
22   Will Power   Chevrolet   12   37.174 mph
23   Josef Newgarden   Honda   67   N/A
24   Simon Pagenaud   Honda   77   34.699 mph
25   James Jakes   Honda   16   N/A

Cronaca giro per giro
1- Hunter-Reay mantiene la leadership, mentre Viso si vede superato da Franchitti alla partenza e poco dopo da Kanaan; seguono dalla 5^ alla 10^ posizione Hinchcliffe, Dixon, De Silvestro, Wilson (che supererà De Silvestro al 4° giro), Sato e Bourdais.
C’è un contatto tra Power e Vautier nelle retrovie, Power danneggia l’ala anteriore ma riesce a proseguire.
6- Sfiga made-in-Brazil, atto primo. Per Ana Beatriz c’è un problema al cambio, che la costringe a rallentare significativamente. Primo ingresso della pace-car, rimane in pista finché Beatriz non riesce a rientrare ai box.
7- Pit-stop di Power, che sostituisce l’ala anteriore, mentre la pace-car è in pista.
10- RESTART: Hunter-Reay rimane in testa, Kanaan supera Franchitti per la seconda posizione, Hinchcliffe si porta quarto davanti a Viso; completano i primi dieci Dixon, Sato, Wilson, De Silvestro e Hildebrand. Alla ripartenza Power si tocca con Castroneves.
11- Tony Kanaan  supera Hunter-Reay e si porta in testa. Sono da riscontrare in questo momento le urla di gioia del pubblico, che arrivano a coprire il rumore dei motori.
19- Per Power si completa l’opera, la sua vettura rimane ferma nel bel mezzo della pista.  Secondo ingresso della pace-car, durante la neutralizzazione le posizioni sono: 1. Kanaan, 2. Hunter-Reay, 3. Franchitti, 4. Hinchcliffe, 5. Dixon, 6. Sato, 7. Viso, 8. Wilson, 9. De Silvestro, 10. Hildebrand.
È durante la neutralizzazione che viene effettuato il primo pit-stop dai piloti di testa. Non si fermano invece Bourdais, Tagliani, Castroneves, Newgarden, Pagenaud, Kimball, Jakes, Rahal e Saavedra che risalgono nelle prime nove posizioni davanti a Hunter-Reay, Dixon, Kanaan, Sato, Franchitti, Hildebrand, Hinchcliffe, De Silvestro, Viso, Servia, ecc... che si sono già tutti fermati.
24- RESTART: non è una ripartenza delle più tranquille Jakes va a sbattere contro una barriera di pneumatici in una via di fuga, si innesca un ingorgo in cui vengono coinvolti anche Castroneves (sfiga-do-Brazil atto secondo), Rahal e Carpenter ed entra di nuovo la pace-car: è la terza caution. Bourdais, Tagliani, Newgarden, Kimball e Pagenaud sono i primi cinque, dietro di loro c’è Hunter-Reay sesto, seguono Castroneves, Dixon, Kanaan, Sato, Saavedra, Franchitti, Hildebrand, Hinchcliffe, Servia, Viso, Vautier, Andretti, Jakes, Rahal, Wilson, Carpenter.
27- RESTART: Bourdais è in testa davanti a Newgarden, terzo Hunter-Reay, seguono Pagenaud, Kanaan, Sato, Kimball (che supereranno entrambi Kanaan nei giri successivi), Dixon, Franchitti e Saavedra.
34- I piloti che si dovevano ancora fermare rientrano ai box, Hunter-Reay, Sato e Kanaan sono nelle prime tre posizioni.
35- Sato supera Hunter-Reay e si porta al comando.
38- Rahal va a sbattere contro una delle barriere di pneumatici, danneggia l’ala anteriore e va a sbattere contro un muro alla “S do Samba” (bel nome per una curva, non c’è che dire): quarto ingresso della pace-car.
39- Sato ai box. È l’unico pilota a fermarsi e torna in pista nelle retrovie.
40- RESTART: Andretti tenta di superare Servia, ma non ce la fa, tra i due c’è un contatto senza conseguenze; più indietro c’è un incidente tra Hildebrand, Bourdais, Pagenaud e Castroneves. Quinto ingresso della pace-car, con queste posizioni: Hunter-Reay, Kanaan, Franchitti, Servia, Andretti, Dixon, Viso, De Silvestro, Hinchciffe, Wilson, Saavedra, Vautier, Jakes, Newgarden, Carpenter, Tagliani, Sato, Kimball...
45- RESTART: Hunter-Reay, Kanaan e Franchitti mantengono le posizioni.
47- Hunter-Reay, causa gomma ormai spiattellata, rientra ai box. Kanaan torna in testa e gli spettatori riprendono a urlare coprendo il rumore dei motori. Smetteranno di urlare molto presto: a corto di carburante, il brasiliano viene sopravanzato da varie vetture nei giri che seguono, con Andretti che si porterà al comando davanti a Servia, Franchitti e Viso.
51- Servia rientra ai box.
52- Sfiga-do-Brazil, ultimo atto. Kanaan non ci arriva nemmeno ai box: rimane senza benzina prima di giungere a destinazione. La vettura è ferma nel bel mezzo della pista, il che segna il sesto ingresso della pace-car.
53- Tutti ai box eccetto Servia che si era già fermato e Hildebrand che in questo modo si porta in testa, anche Sato torna a rientrare nonostante avesse effettuato una sosta in più.
55- RESTART: Hildebrand è in testa, seguono Hinchcliffe, Sato, Andretti, Newgarden, Jakes, Pagenaud, Viso, Hunter-Reay, Servia, Franchitti, Wilson, Tagliani, Kimball, De Silvestro...
56- Sato si porta in seconda posizione sopravanzando Hinchcliffe, mentre Wilson finisce a muro provocando il settimo ingresso della pace-car.
57- Hildebrand ai box. Ora i primi cinque sono Sato, Hinchcliffe, Newgarden, Andretti e Pagenaud.
59- RESTART: Sato mantiene la testa della gara, Newgarden supera Hinchcliffe per la terza posizione.
63- Hinchcliffe perde la terza posizione dopo il sorpasso subito da Pagenaud, ma quattro giri più tardi riprenderà il terzo posto sorpassandolo a sua volta.
69- Newgarden, che già da un paio di giri era vicinissimo a Sato, per la prima volta fa un’azione di attacco nei confronti del giapponese, che però oppone resistenza e mantiene la prima posizione.
72- Newgarden, che il giro precedente aveva tentato un nuovo attacco, senza successo, nei confronti di Sato, si vede superare da Hinchcliffe che si era avvicinato moltissimo. Quest’ultimo nel corso del giro successivo attaccherà con decisione Sato, senza riuscire però a compiere il sorpasso.
74- Newgarden si avvicina e, mentre Hinchcliffe affianca Sato, ne approfitta per inserirsi e tentare il sorpasso nei confronti di Hinchcliffe, la manovra non dà l’esito sperato e non solo non riuscirà a infilarsi in seconda posizione, ma verrà superato da Andretti e da Servia nel corso dell’ultimo giro.
75- è l’ultimo giro e Sato tenta ancora di opporre resistenza, ce la fa per tutto il giro... ma non all’ultima curva: Hinchcliffe lo supera proprio quando stanno ormai per tagliare il traguardo.
Per concludere: 59-75- l’autrice di questa sintesi, in preda a una crisi convulsiva di fangirlismo, segue gli ultimi 15 giri di gara su un canale inglese, dal momento che lo streaming del canale spagnolo s’era interrotto misteriosamente, e scopre che su questo canale appena scoperto c’è molta meno pubblicità; ciò le è comunque abbastanza indifferente, in quanto in quel momento più che la pubblicità le interessa la performance del Piccolo Kamikaze, che tra parentesi si porta in testa al campionato, in culo a quelli che su Twitter l’hanno paragonato a Yuji Ide, quando Ide e Taku in comune hanno soltanto due cose: sono giapponesi e hanno guidato la Super Aguri (uno facendosi radiare dalla F1 perché ritenuto pericoloso, l’altro arrivando conquistando punti con una carriola) e in culo a certa gente che, soddisfatta della vittoria di Hinchcliffe, rosicava per il fatto che Sato non gli aveva spianato la strada.

RISULTATO
1   James Hinchcliffe   27   Chevrolet   75
2   Takuma Sato   14   Honda   75
3   Marco Andretti   25   Chevrolet   75 
4   Oriol Servia   22   Chevrolet   75  
5   Josef Newgarden   67   Honda   75
6   E.J. Viso   5   Chevrolet   75
7   Dario Franchitti   10   Honda   75
8   Simona De Silvestro   78   Chevrolet   75    
9   Simon Pagenaud   77   Honda   75 
10   Charlie Kimball   83   Honda   75    
11   Ryan Hunter-Reay   1   Chevrolet   75    
12   Alex Tagliani   98   Honda   75   
13   Helio Castroneves   3   Chevrolet   75   
14   Sebastien Bourdais   7   Chevrolet   75   
15   JR Hildebrand   4   Chevrolet   75   
16   Tristan Vautier   55   Honda   75   
17   James Jakes   16   Honda   75    
18   Scott Dixon   9   Honda   75  
19   Sebastian Saavedra   6   Chevrolet   75  
20   Justin Wilson   19   Honda   73  
21   Tony Kanaan   11   Chevrolet   72   
22   Graham Rahal   15   Honda   71
23   Ed Carpenter   20   Chevrolet   71   
24   Will Power   12   Chevrolet   17  
25   Ana Beatriz   18   Honda   6   

TAKU SEI UN MITOOOO!


giovedì 31 maggio 2012

INDYCAR 2012 #4: Sao Paulo Indy 300 (29 aprile)


Come ho già detto innumerevoli volte ho iniziato proprio in questa stagione a seguire la Indycar, dopo che Barrichello è approdato a questa categoria. In questo campionato ho riscoperto un pilota che mi piaceva parecchio per la sua guida da kamikaze in Formula 1, Takuma Sato, e il mio obiettivo è tenere le dita incrociate affinché lui e Rubinho possano ottenere buone posizioni.

Griglia di partenza: Power, Franchitti, Dixon, Hinchcliffe, Hunterreay, Rahal, Conway, Newgarden, Briscoe, Andretti, Kanaan, Barrichello, Viso, Hildebrand, Kimball, Pagenaud, Jakes, Castroneves, Beatriz, Carpenter, De Silvestro, Bourdais, Servia, Legge, Sato, Wilson. Numero di giri: 75.

Cronaca della gara
Giro 1: Dixon tampona il compagno di squadra Franchitti alla partenza, ma nessuno dei due riporta danni o perde posizioni. Per quanto riguarda i piloti tra le prime posizioni, Rahal riesce a guadagnare due posizioni, superando Hinchcliffe, mentre Hunterreay perde due posizioni. Barrichello al via supera il compagno di squadra Kanaan, che si riprenderà la posizione dopo qualche giro.
Giro 2: lotta tra la quinta posizione tra Newgarden e Hinchcliffe. Newgarden ha guadagnato tre posizioni nel corso del primo giro. Al giro successivo Hinchcliffe viene superato da Conway. Le posizioni si stabilizzano e resteranno invariate nei giri successivi.
Giro 10: Viso e Pagenaud superano Barrichello, che scende adesso in 14^ posizione. Castroneves si ferma ai box per effettuare quello che è il primo pit-stop della gara. Rientra in 26^ e ultima posizione, staccato di circa 15 secondi da Katherine Legge che si trova in 25^ posizione. Al giro successivo rientrano anche Pagenaud e Sato. I due rientrano nelle retrovie, con Sato che è ultimo dietro a Castoneves.
Giro 13: Hunterray supera Hinchcliffe, che deve difendersi anche dall’attacco di Briscoe.
Giro 15: pit-stop anche per Marco Andretti, mentre al giro successivo si ferma l’ex pilota di Formula 1 Justin Wilson. Per Wilson ci sono problemi al pit-stop con il motore della vettura che si spegne e quando rientra in pista è 25° davanti a Sato. Nei giri successivi anche altri piloti rientrano ai box per la loro prima sosta.
Giro 17: Viso supera Kanaan per la decima posizione. Subito alle spalle di Kanaan si trova Barrichello, a pochi decimi di distacco.
Giro 19: Dixon, Rahal, Conway, Newgarden e Hunterray sono vicinissimi. Hunterreay supera Newgarden. Quest’ultimo e Dixon rientrano tutti quanti ai box nel corso di questa tornata. Anche ulteriori piloti si fermano ai box nello stesso momento, con Wilson che rientra per la seconda volta. Per Wilson ci sono problemi evidenti.
Dopo 20 giri Power ha un vantaggio di circa tre secondi e mezzo su Franchitti, suo diretto inseguitore. Seguono Rahal e Conway, in terza e quarta posizione, con un distacco inferiore ai dieci secondi dal leader della gara.
Giro 21: Franchitti e Rahal si fermano ai box.
Giro 22: Katherine Legge fora dopo un contatto con un muro, è in netta difficoltà lungo il tracciato e riesce ad arrivare fino ai box.
Giro 23: rientrano ai box anche Power e Hunterray, proprio mentre Briscoe finisce contro un muro. Quando Power rientra in pista è ancora in prima posizione. Vengono esposte bandiere gialle a causa della vettura di Briscoe ferma sulla pista.
Mentre la gara è interrotta le posizioni sono le seguenti: Power, Franchitti, Hunterreay, Dixon, Conway. Rahal, Pagenaud, Castroneves, Newgardner, Barrichello in top ten. Seguono: Hinchcliffe, Viso, Kanaan, Hildfebrand, Carpenter, Jakes, Andretti, Kimball, Bourdais, Sato, Beatrix, Servia, con Briscoe ancora segnato 23esimo in classifica, prima di De Silvestro, Legge e Wilson.
Giro 27: la gara riparte, con Wilson doppiato subito dietro a Power, e subito Franchitti finisce in testacoda dopo un contatto con Conway (quest’ultimo verrà penalizzato per avere provocato il contatto), che è stato tamponato a sua volta dalla vettura di Castroneves. Parecchie vetture tagliano una chicane per evitare il groviglio.
In top ten: Power, Hunterray, Dixon, Castroneves, Barrichello, Kanaan, Viso, Hildebrand, Hincliffe e Sato. Vengono esposte le bandiere gialle. Franchitti è riuscito nel frattempo a ripartire.
Giro 28: Kimball e Bourdais rientrano ai box durante la caution.
Giro 29: al momento le posizioni sono Power, Hunterray, Dixon, Castroneves, Barrichello, Kanaan, Viso, Hildebrand, Hincliffe, Sato, Andretti, Carpenter, Rahal, Servia, Pagenaud, Beatrix, Newgarden, Bourdais, Kimball, Jakes, Conway, Franchitti, De Silvestro, Wilson, con Briscoe e Legge ritirati. A questo punto rientra ai box Franchitti, che al momento era 22° davanti a Simona De Silvestro e Justin Wilson.
Giro 30: la gara riparte nuovamente, con Wilson doppiato ancora dietro a Power. Ulteriore colpo di scena: contatto tra De Silvestro e Newgarden, che coinvolge anche Jakes, Kimball, Bourdais e Conway. Newgarden e Jakes sono fermi. È caution per la terza volta. Wilson, che precedentemente si era sdoppiato, stavolta ripartirà in fondo al gruppo.
Giro 31: in top-ten Power, Hunterreay, Dixon, Kanaan, Barrichello, Viso, Beatriz, Servia, Franchitti e Castroneves. I quattro brasiliani presenti in pista sono in quarta, quinta, settima e decima posizione. Newgarten nel frattempo è riuscito a rientrare ai box e a ripartire.
Giro 32: si ferma Simona De Silvestro a bordo della pista.
Giro 33: la gara riparte, con Kanaan che attacca Dixon, che però riesce a mantenere la terza posizione.
Giro 36: c’è un contatto, con Andretti che tampona Pagenaud. Vola qualche detrito in mezzo alla pista. Pagenault rientra ai box il giro successivo per sostituire l’ala anteriore. Bourdais nel frattempo finisce in testacoda, ma riesce a riprendere la strada.
A metà gara (38° giro) le posizioni sono: Power, Hunterreay, Dixon, Kanaan, Barrichello, Viso, Beatriz, Castroneves, Franchitti, Hildebrand, Sato, Hinchcliffe, Carpenter, Andretti, Kimball, Conwa, Servia, Rahal, Pagenaud, Newgardner, Jakes, Bourdais.
Giro 39: Franchitti supera Castroneves e si porta alle spalle di Ana Beatriz.
Giro 42: Sato supera Hildebrand e si porta alle spalle di Castroneves, che segue Franchitti. Kanaan intanto rientra ai box.
Giro 43: Franchitti supera Beatriz. Power, Hunterreay, Dixon, Barrichello, Viso, Franchitti, Beatriz, Castroneves, Sato e Hildebrand sono al momento in top ten. Al giro successivo anche Castroneves supera Ana Beatriz, che si difende dall’attacco di Sato. Tutti i piloti entro la quindicesima posizione sono staccati al momento meno di 20 secondi dal leader.
Giro 46: Dixon rientra ai box. Barrichello è al momento in terza posizione dietro a Power e Hunterreay. Seguono in top ten Viso, Franchitti, Castroneves, Beatriz, Sato, Hildebrand e Hichcliffe. Viso rientra ai box al giro successivo, seguito poco dopo da Barrichello.
Classifica al 50° giro: Power, Hunterreay, Franchitti, Castroneves, Sato, Hildebrand, Hinchcliffe, Carpenter, Andretti, Conway in top ten, dopo il pit stop di Beatriz che si trovava davanti a Takuma Sato.
Giro 52: Power e Hunterreay ai box. Il pit-stop del leader della gara è lievemente più veloce e guadagna qualcosa sull’avversario. Power rientra davanti a Dixon, che è davanti a Hunterreay. Franchitti è leader, avendo effettuato l’unico pit-stop durante la caution.
Giro 53: Dixon supera Power. Rientra ai box anche Franchitti, lasciando la leadership a Helio Castroneves che ancora deve rientrare (lo farà due giri dopo). Franchitti rientra davanti a Viso, ma poi sarà superato proprio da Viso.
Giro 54: Hinchcliffe supera Hildebrand, non senza resistenza da parte di Hildebrand. Sato e Hildebrand rientrano ai box.
Giro 56: errore di Castroneves nella curva in cui vi era stato l’incidente di Briscoe, che viene superato da Viso e Franchitti. Hinchcliffe e Kanaan ai box. Due giri dopo rientra ai box anche Viso.
Giro 60: la top ten è Dixon, Power, Hunterreay, Franchitti, Castroneves, Barrichello, Sato, Hinchcliffe, Hildebrand , Conway. Seguono Andretti, Rahal, Carpenter, Kimball, Beatriz, Pagenaud, Viso, Kanaan, Servia, Jakes, Newgarden, Bourdais, Wilson. Ritirati sono De Silvestro, Briscoe e Legge. Kimball supera Carpenter al giro seguente.
Giro 63: Newgarden finisce contro un muro e si ritira, proprio mentre vi è una collisione tra Ana Beatrix e Carpenter. È di nuovo caution, rientra in pista la safety car quando mancano dodici giri al termine. Dixon lascia la leadership, rientrando ai box per la sua ultima sosta. Anche Barrichello rientra per l’ultimo pit-stop.
Giro 65: quando mancano dieci giri l’ordine è: Power, Hunterreay, Franchitti, Castroneves, Sato, Hinchcliffe, Conway, Hidlebrand, Andretti e Rahal in top ten. Seguono Kimball, Pagenaud, Dixon, Viso, Kanaan, Barrichello, Beatriz, Servia, Jakes, Bourdais, Jakes, Carpenter.
Giro 67: riparte la gara, con Power che mantiene la leadership. Partenza eccezionale di Sato che si porta in terza posizione alle spalle di Hunterreay superando Franchitti e Castroneves, mentre Conway finisce a muro, coinvolgendo altre sette vetture nell’incidente.
Di nuovo caution. Dietro la safety car l’ordine delle posizioni è: Power, Hunterreay, Sato, Franchitti, Castroneves, Hinchcliffe, Hildebrand, Kimball, Viso, Barrichello in top ten. Le vetture rimaste coinvolte nell’incidente riescono a ripartire nel corso dei giri successivi, con Ed Carpenter che ha qualche problema nel frattempo e finisce in coda a tutti gli altri. Nel frattempo Wilson risulta ritirato ai box per un guasto meccanico.
Giro 70: ancora dietro la safety car, le posizioni sono le seguenti: Power, Hunterreay, Sato, Franchitti, Castroneves, Hinchcliffe, Hindebrand, Kimball, Viso, Barrichello, Servia, Bourdais, Kanaan, Pagenaud, Jakes, Dixon, Rahal, Andretti, Conway, Beatriz, Carpenter.
Giro 72: la gara riparte, con Hunterreay e Sato che tentano l’attacco su Power, ma senza successo. Nel frattempo Castroneves risale in quarta posizione superando Franchitti. Nel frattempo Viso e Barrichello sono in lotta per l’ottava posizione. Viso rimane davanti al brasiliano.
Giro 74: Power ha circa un secondo di vantaggio su Hunterreay. A sua volta Sato è distaccato di poco più di un secondo dal secondo.
Giro 75: inizia il giro finale con Power ancora in testa, con i piloti che seguono troppo distaccati per poter tentare un sorpasso. Power si sta quindi avviando verso la vittoria.
BANDIERA A SCACCHI. Will Power vince, seguito da Ryan Hunterreay e Takuma Sato, con il giapponese che conquista il suo primo podio in Indycar.

Sato (3°), Power (1°) e Hunterreay (2°) durante il giro d'onore.

Il risultato
1. Will Power; 2. Ryan Hunterreay, 3. Takuma Sato; 4. Helio Castroneves; 5. Dario Franchitti; 6. James Hinchcliffe; 7. J.R. Hindebrand; 8. Charlie Kimball; 9. E.J. Viso; 10. Rubens Barrichello; 11. Oriol Servia; a un giro 12. Simon Pagenaud; 13. Tony Kanaan; 14. Marco Andretti; 15. James Jakes; 16. Graham Rahal; 17. Scott Dixon; 18. Sebastien Bourdais; a due giri 19. Mike Conway; 20. Ana Beatrix; a tre giri 21. Ed Carpenter. RITIRATI: a 9 giri Justin Wilson, a 14 giri Joseph Newgarden, a 47 giri Simona De Silvestro, a 54 giri Ryan Briscoe, a 55 giri Katherine Legge.


Commento che non c’entra nulla, a proposito di Luca Filippi: in telecronaca critica il fatto che se non sei venezuelano difficilmente riesci ad accedere in Formula 1... Questa rosicata deve avere portato piuttosto bene a qualcuno che due settimane dopo ha mostrato che se sta in Formula 1 non è solo ed esclusivamente perché i suoi sponsor pagano bene. ^^
Altro commento che non c’entra nulla: se Ana Beatriz A.K.A. Ana Beatriz Caselato Gomez De Figueiredo fosse un uomo anziché una donna, i telecronisti sentirebbero il bisogno di sfotterla di continuo, sorprendendosi se non si è ancora schiantata da qualche parte?

Ho trovato una citazione spassosissima di Ana Beatriz! *-*
Desafio da Estrelas 2010, Barrichello commenta il sorpasso subito da Beatriz: “Era più veloce e le ho anche fatto un cenno di saluto quando sono stato superato dal suo kart giallo. È una cosa che non faresti in Formula 1.”
Beatriz risponde a Barrichello: “Una volta hai fatto un cenno di saluto anche a Schumacher, non è così?”
MOMENTO EPICO! *____*

venerdì 6 aprile 2012

Review Indycar 2011: #16 Kentucky

2 ottobre 2011: Kentucky Indy 300, penultimo appuntamento della stagione 2011. È da segnalare la presenza di un certo Dillon Battistini al suo esordio in Indycar.
Si tratta di un altro ovale breve, e sono previsti 200 giri totali. Per quanto riguarda i due contendenti al titolo Power scatterà dalla pole position, mentre Franchitti ha soltanto l’undicesimo tempo.

DUBBIO ESISTENZIALE: ma i genitori della Mann, non potevano darle un nome migliore?

Griglia di partenza
1   Will Power   Honda   12   219.283 mph
2   Graham Rahal   Honda   38   218.348 mph
3   James Hinchcliffe   Honda   06   218.186 mph
4   Ed Carpenter   Honda   67   218.004 mph
5   JR Hildebrand   Honda   4   217.872 mph
6   Marco Andretti   Honda   26   217.807 mph
7   Scott Dixon   Honda   9   217.692 mph
8   Ryan Hunter-Reay   Honda   28   217.632 mph
9   Oriol Servia   Honda   2   217.520 mph
10   Charlie Kimball   Honda   83   217.357 mph
11   Dario Franchitti   Honda   10   217.213 mph
12   Mike Conway   Honda   27   217.110 mph
13   Simona De Silvestro   Honda   78   216.924 mph
14   Danica Patrick   Honda   7   216.768 mph
15   Wade Cunningham   Honda   17   216.763 mph
16   Helio Castroneves   Honda   3   216.732 mph
17   Buddy Rice   Honda   44   216.685 mph
18   Ryan Briscoe   Honda   6   216.669 mph
19   Tony Kanaan   Honda   82   216.484 mph
20   Ana Beatriz   Honda   24   216.424 mph
21   Vitor Meira   Honda   14   216.300 mph
22   Takuma Sato   Honda   5   215.856 mph
23   E.J. Viso   Honda   59   215.789 mph
24   Alex Lloyd   Honda   19   215.607 mph
25   Dillon Battistini   Honda   34   215.578 mph
26   Townsend Bell   Honda   22   215.404 mph
27   James Jakes   Honda   18   214.297 mph
28   Dan Wheldon   Honda   77   N/A
29   Pippa Mann   Honda   30   N/A

Cronaca della gara
Alla partenza non cambiano le posizioni dei primi, mentre al secondo giro Carpenter si fa molto vicino a Hinchcliffe (che sfoggia una vettura rosa) e finisce per affiancarlo più volte nei giri successivi; al momento deve però accontentarsi della quarta posizione, mentre Hinchcliffe invece si porta molto vicino a Rahal. Dietro di loro Hunter-Reay è quinto, mentre Franchitti (su vettura verde acqua) risale fino alla sesta posizione.
Al 35° giro Castroneves che era partito 16° ed era risalito di alcune posizioni rientra ai box per un problema alla vettura; si ritirerà.
A un quarto di gara varie vetture effettuano la prima sosta, al 50° giro rientra Power e la sua traiettoria si incrocia con quella di Ana Beatriz che viene rimandata in pista: i due si toccano.
Power perde parecchie posizioni a causa del tempo perso per l’incidente, mentre Franchitti, risalito parecchio, si ritrova in prima posizione davanti a Hildebrand, Andretti, Dixon (che supera Andretti dopo una settantina di giri di gara), Rahal, Carpenter, Hinchcliffe, Briscoe e Power soltanto decimo.
All’81° giro entra la pace-car a causa di un detrito presente sulla pista, e non appena è possibile la maggior parte delle vetture rientrano ai box contemporaneamente. Per Power ci sono problemi e rimane lungamente fermo ai box. Grazie alla sosta Andretti ha sopravanzato Hinchcliffe, mentre Briscoe è risalito in quinta posizione. Per Power proseguono i problemi e un giro più tardi è costretto a un’ennesima sosta.
La gara riparte al 93° giro e Franchitti mantiene la leadership, con Andretti che sopravanza Dixon; Hildebrand è quarto, seguito da Carpenter, Rahal, Hunter-Reay, Hinchcliffe, Briscoe e Danica Patrick tra i primi dieci mentre ci si avvicina a metà gara; proprio intorno al 100° giro Briscoe viene superato dalla Patrick e da Servia, che si portano rispettivamente al 9° e al 10° posto.
Franchitti viene pressato da Andretti, sempre molto vicino e a sua volta seguito da Dixon, ma lo scozzese mantiene la leadership; Carpenter intanto supera Hildebrand per la quarta posizione; quest’ultimo sarà protagonista, intorno al 125-130° giro di un intenso duello con Rahal.
Al 138° giro Simona De Silvestro finisce in testacoda nella pit-lane e investe un meccanico che fa un gran volo a terra (fortunatamente il malcapitato riporta soltanto lievi ferite); alcuni pneumatici finiscono in pista ed entra la pace-car. Durante la neutralizzazione tutti rientrano, e tra loro Hildebrand va a sbattere, mentre Andretti e Lloyd hanno un contatto nella pit-lane e Viso rischia di essere coinvolto a sua volta. Battistini nel frattempo risulta ritirato, ma non se n’è accorto nessuno.
Al 147° giro c’è bandiera verde e Franchitti rimane leader davanti a Rahal, Dixon, Hunter-Reay e Servia; più indietro ci sono vari piloti in lotta tra loro. A circa tre quarti di gara troviamo Servia e Carpenter risaliti in quarta e quinta posizione davanti a Hunter-Reay, Hinchcliffe, Patrick, Sato e Cunningham tra i primi dieci.
Successivamente Servia viene superato da Carpenter e da Hunter-Reay, mentre al 161° giro Carpenter supera anche Dixon per la terza posizione.
Al 167° giro Ana Beatriz finisce a muro, entra la pace-car dietro la quale i primi dieci sono Franchitti, Rahal, Dixon, Carpenter, Hunter-Reay, Servia, Cunningham, Hinchcliffe, Briscoe, Kimball. Al 169° giro viene aperta la pit-lane e Rahal e Power rientrano per un ultimo pit-stop. Rahal, che era in seconda posizione, torna in pista 12°. La gara riparte al 178° giro e Carpenter fa un’ottima partenza portandosi prima in seconda posizione e poi rendendosi protagonista di un intenso duello con Franchitti, al quale rimane praticamente affiancato fino alla fine, ed è proprio Carpenter a conquistare la vittoria al fotofinish davanti a Franchitti (leader del campionato quando manca il solo gran premio di Las Vegas) e Dixon.

Risultato
1   Ed Carpenter   67   Honda   200   
2   Dario Franchitti   10   Honda   200   
3   Scott Dixon   9   Honda   200  
4   James Hinchcliffe   06   Honda   200  
5   Ryan Hunter-Reay   28   Honda   200    
6   Oriol Servia   2   Honda   200    
7   Wade Cunningham   17   Honda   200   
8   Ryan Briscoe   6   Honda   200    
9   Buddy Rice   44   Honda   200  
10   Danica Patrick   7   Honda   200     
11   Townsend Bell   22   Honda   200     
12   Graham Rahal   38   Honda   200   
13   Charlie Kimball   83   Honda   200  
14   Dan Wheldon   77   Honda   200  
15   Takuma Sato   5   Honda   200  
16   Vitor Meira   14   Honda   200  
17   Tony Kanaan   82   Honda   200   
18   Mike Conway   27   Honda   200   
19   Will Power   12   Honda   200  
20   JR Hildebrand   4   Honda   199   
21   James Jakes   18   Honda   198 
22   Pippa Mann   30   Honda   197  
23   E.J. Viso   59   Honda   192   
24   Ana Beatriz   24   Honda   165  
25   Simona De Silvestro   78   Honda   141  
26   Alex Lloyd   19   Honda   140  
27   Marco Andretti   26   Honda   140   
28   Dillon Battistini   34   Honda   124   
29   Helio Castroneves   3   Honda   34