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venerdì 8 agosto 2025

GP di Germania 1982: dalla rissa Piquet vs Salazar alla vittoria di Tambay

L'8 Agosto si è svolto solo un gran premio nella storia della Formula 1, almeno ad oggi (anno 2025), e si è svolto a Hockenheim nel 1982, dodicesimo evento della stagione, passato alla storia per un certo momento iconico accaduto nel corso del 19° giro, in cui a un certo punto un backmarker che fino a quel momento non aveva preso in considerazione nessuno si è ritrovato improvvisamente al centro della scena. Non che essere al centro della scena sia sempre fonte di belle figure, ma questi sono dettagli, quello che conta è entrare nella storia! :-PPPP
Detto questo, oltre a raccontarvi le dinamiche di una rissa a cui la Formula 1 early 80s fa da contorno, direi di andare a contestualizzarla - salvandovi da una lunga notte insonne dato che questo post avrà una discreta lunghezza - partendo del precedente GP di Francia, svolto a Le Castellet, culminato con i piloti Renault che di tiravano i piatti dopo che René Arnoux non ha rispettato un ordine di scuderia nel quale gli chiedevano di lasciar passare Alain Prost.
Si narra che quest'ultimo la sera stessa mentre tornava a casa sia stato scambiato da un benzinaio per Arnoux e abbia ricevuto i complimenti per la vittoria. Questa è poesia.

A Le Castellet è accaduto anche un incidente piuttosto devastante, in cui Jochen Mass pilota della March è cappottato praticamente a due passi dal pubblico e la macchina è andata a fuoco. Ne è uscito senza ferite gravi, così come ne è uscito illeso il pubblico. Mass non è presente per il suo gran premio di casa, ufficialmente per infortunio, ma non tornerà più.
Al suo posto, Rupert Keegan non si qualifica. Anche Tommy Byrne che debutta sulla Theodore non si qualifica. Teo Fabi sulla Toleman invece proprio non fa un giro cronometrato, quindi ugualmente non si qualifica. Il primo degli esclusi, con il ventisettesimo tempo, è Marc Surer sulla Arrows, ciò significa che se una delle caselle della griglia rimanesse libera sarebbe il primo ripescato.
Niki Lauda, che alla fine della qualifica del venerdìha sbattuto malamente contro le barriere, ha un polso slogato ed effettivamente non prende parte al seguito del weekend. La McLaren schiera quindi il solo John Watson, che è un V3KkYaCç10 di trentasei anni (quindi era più giovane della mia età attuale), ma è un championship contender in un campionato in cui si salta da un vincitore all'altro per un totale di undici vincitori diversi, che in realtà sono solo sette in questo momento storico.

La situazione, in realtà è un po' più complessa di quella spiegata qui sopra. Esistono infatti due sessioni di qualifiche, una al venerdì e una al sabato. I tempi di ogni sessione contano per la qualifica. Siamo in un'epoca in cui le qualifiche spesso non ricevono copertura integrale, quindi nessuno è preoccupato dal fatto che se al sabato piovesse non si potrebbero migliorare i tempi del venerdì quindi la qualifica non genererebbe spettakolohhhh.
La ragione per il cambiamento del format, nei mid 90s, è proprio legato a questo fatto vista la maggiore copertura TV della giornata del sabato, ma non siamo nei mid 90s, quindi non divaghiamo troppo. In estrema sintesi, tornando a noi, venerdì c'è bel tempo, sabato piove, quindi tutta la qualifica che ho sintetizzato sopra - in realtà parlando solo dei non qualificati - è quello che succede di venerdì e che non può essere ribaltato al sabato.
Nel frattempo ci sono sessioni di prove libere mattutine, dato che il tifoso medio non ha ancora l'abitudine di sindacare sul fatto che sia noioso avere free practice quando loro lavorano al venerdì, oppure quando al sabato mattina vanno a fare la spesa alla Coop (non so che altri supermercati ci fossero negli early 80s, quindi ho menzionato quella, anche per assonanza con una certa curva di Silverstone menzionata urlando da un certo telecronista attuale).

Nella sessione di prove libere del venerdì mattina, il leader della classifica piloti Didier Pironi è vittima di un devastante incidente, che pare essere innescato dalla visibilità inesistente a causa delle condizioni meteo. Sopraggiunto a ridosso della Williams di Derek Daly, questo si scosta per superare Prost che procede lentamente. La dinamica pare essere questa (non esistono filmati o foto dell'incidente stesso, solo cronache scritte): Pironi non vede Prost, lo tampona violentemente, la vettura viene sbalzata in aria per poi atterrare con l'anteriore.
La Ferrari si squarcia e Pironi rimane gravemente infortunato, con fratture scomposte alle gambe, di una delle quali rischierà addirittura l'amputazione. Sarà la fine della sua carriera in Formula 1. Qualora qualcuno stesse cercando indizi del fatto che la sicurezza delle monoposto degli early 80s possa essere sintetizzata con il concetto di "sicurezza what", direi che questo è un indizio ulteriore.
Secondo Wikipedia, essere stato coinvolto in questo incidente sarà la ragione per cui Prost negli anni a venire si pronuncerà contro il gareggiare in condizioni meteo proibitive che non consentono sufficiente visibilità. Ammetto di non sapere se Prost abbia mai fatto una simile affermazione, dato c'è anche un bel "citation needed" che non esclude che l'autore della pagina wiki inglese di questo gran premio utilizzi come fonte i cuggggini insaider.
Una curiosità, nella qualifica del venerdì Pironi ha fatto registrare il miglior tempo, che non verrà battuto per via delle già specificate condizioni meteo proibitive del sabato e gli è attribuita ufficialmente la pole position con il risultato di DNS. È la seconda volta nella storia della Formula 1 in cui il poleman non prende il via alla gara, il primo è stato Jean-Pierre Jarier al GP d'Argentina 1975 per un guasto alla trasmissione avvenuto durante il giro di schieramento.
È successo in seguito altre tre volte che il pilota in pole position non sia partito: Michael Schumacher dopo una rottura di motore nel formation lap del GP di Francia 1996, Jarno Trulli nel 2005 in occasione dell' "Indy-gate" e Charles Leclerc per un guasto nel giro di schieramento al GP di Montecarlo 2021. Forse da quest'ultimo caso ricorderete che in tale circostanza la prima casella della griglia rimane vuota. È esattamente così che funzionava anche nella Formula 1 vintage, quindi Prost e Arnoux partono nelle caselle 2/3 ma è come se fossero 1/2 anche se tecnicamente Prost parte dal lato meno favorevole. Seguono Nelson Piquet su Brabham e Patrick Tambay su Ferrari.


Le Renault 1/2 durano poco, Arnoux è davanti, Prost viene superato nel corso del primo giro da Nelson Piquet, che pare essere più veloce, e infatti nel corso del giro successivo andrà a superare anche Arnoux portandosi in testa, staccando tutti. Il motivo è semplice: ha meno benzina a bordo, perché in casa Brabham pianificano il rifornimento in corso d'opera. È la terza volta che ci provano, ma non sono mai arrivati al rifornimento, rimanendo sempre a piedi molto prima. Dopo tredici giri è proprio quello che succede a Riccardo Patrese: guasto al motore mentre si trovava in quinta piazza.
I primi quattro sono al momento sono Piquet, Arnoux, Tambay e Prost, con il ferrarista che si è inserito tra i due piloti della Renault. Anzi, sono Piquet, Tambay, Arnoux e Prost, perché Patrick ha superato anche René. Anzi, sono Piquet, Tambay, Arnoux e basta, perché un giro dopo Patrese anche anche Prost si ritira per un guasto, come da buona tradizione in casa Renault.
Prima di loro si sono ritirati anche, nell'ordine, Manfred Winkelhock su ATS, Jean-Pierre Jarier su Osella, Mauro Baldi su Arrows e Andrea De Cesaris su Alfa Romeo, tutti per dei guasti. Il ritiro seguente, anzi, doppio ritiro seguente, sarà moooolto pittoresco, ma prima dobbiamo fare mente locale e capire cosa stia succedendo nel resto della zona punti virtuale.

Ci sono Piquet, Tambay e Arnoux nelle prime tre posizioni a una certa distanza gli uni dagli altri. Segue John Watson sull'unica McLaren presente in pista, dopodiché la Williams di Keke Rosberg e la Tyrrell di Michele Alboreto. In questo momento storico la Tyrrell non sembra sponsorizzata Candy. Lo è stata in precedenza e lo sarà in futuro, nella stessa stagione, ma adesso no. Segue Jacques Laffite sulla Ligier e non sembra intenzionato a seguire, dato che passerà davanti ad Alboreto e poi, più avanti anche a Rosberg, ma who kers di Laffite e di quello che farà dopo, ci stiamo avvicinando al fatidico 19° giro destinato a entrare nella storia.
Seguendo un extended highlight con cronaca in inglese che non è quella della BBC, il telecronista spara una gufata micidiale, ammesso che extended highlight sia frutto di una telecronaca in diretta. In alternativa, simula una gufata micidiale, in quanto afferma, parlando della leadership di Piquet, che ormai ha staccato tutti e anche dopo il rifornimento potrebbe essere il principale candidato alla vittoria, le testuali parole: "the reigning world champion looking like everything his going absolutely is way, working his way through backmarkers, that's Eliseo Salazar's ATS ahead of him".
Raccontare quello che succede dopo è quasi superfluo, perché il 99% di voi lo saprà senz'altro, ma lo faccio per dovere di cronaca: Piquet doppia Salazar all'Ostkurve (trasformata in una chicane in quanto ritenuta troppo pericolosa dopo che due anni prima vi è avvenuto l'incidente mortale di Patrick Depailler), Salazar gli cozza contro, la gara di entrambi finisce lì, Piquet scende dalla macchina inveendo contro Salazar, gli corre incontro e si mette a tirare pugni e calci come se Salazar fosse un Brian Scott qualsiasi, colpendo più l'aria circostante che non lo stesso Salazar.
Se fate parte di quel 99% che non sa/ non si ricorda chi sia Brian Scott, è un pilota di NASCAR che nel periodo 2013 o giù di lì si è preso un calcio nelle parti intime da Nelsinho Piquet, figlio di Nelson, durante una rissa post-incidente.


Arriva un mezzo dei commissari per spostare le vetture, ne arriva un altro verso il quale si dirigono Piquet e Salazar, Piquet scaglia i guanti(?) a terra e continua a inveire, mentre nessuno sembra filarsi neanche di striscio tutto il resto... ma wait, wait, wait, Salazar si rivela un grande benefattore, perché innescare un incidente con il leader della gara is for boys, innescare un incidente con il leader della gara e fare indirettamente salire in prima piazza una Ferrari is for real men.
Ecco che Tambay, che solo a marzo prendeva parte allo sciopero dei piloti in Sudafrica pur senza essere un pilota in attività in Formula 1, si trova stabilmente davanti a tutti verso quella che potrebbe essere la sua prima vittoria in Formula 1. Lo sarà, anche se i giri sono in totale 45 e in questo momento non siamo ancora a metà.
Ha un certo vantaggio su Arnoux, il quale ha un certo vantaggio sugli inseguitori, il primo dei quali è Watson. Laffite invece sta perdendo terreno e posizioni e infatti si ritirerà per un guasto. Prima, tuttavia, è la volta di Elio De Angelis su Lotus, pare una foratura, anche se alcune fonti parlano di ritiro dovuto a forti dolori intestinali, poi Raul Boesel su March stavolta sicuramente per una foratura essendo questa immortalata dalle immagini televisive. Poi ancora tocca a Daly per un guasto al motore, mentre il suo compagno di squadra Rosberg è al quarto posto, che diventa terzo quando Watson va malamente a sbattere.

Per fortuna del caro John, sono i primi anni '80. Immaginate una simile situazione al giorno d'oggi: il leader della classifica piloti è ufficialmente fuori dai giochi in quanto non tornerà più al volante, il pilota che lo segue deve recuperare a malapena una decina di punti e butta al vento un potenziale terzo posto andando a sbattere. I suoi tifosi diventerebbero immediatamente suoi hater e lo insulterebbero per tutti i decenni a venire, specie se poi a fine anno il titolo lo vincesse un outsider con i baffi. Per fortuna siamo all'epoca dei very uominy e anche i tifosi sono very uominy, non perdendosi in certe amenità.
Rosberg giunge terzo al traguardo, giusto perché stiamo parlando di rincorsa verso il titolo. Nessuno lo sta ancora considerando, ma Keke ha intenzione di trollare tutti, dopo essere stato di solito intorno alla quinta piazza per mezzo campionato. Nei due gran premi successivi perderà un duello al photofinish con De Angelis e poi vincerà la gara successiva, ma questa è un'altra storia. E comunque il mondiale se lo meritavano gli altri trenta piloti ex-equo, praticamente tutti tranne Rosberg, mi hanno detto i fanboy vintage che scrivono su Zuckerbook o su Xwitter o nei commenti ai video su Youtube, non importa siano essi correlati a Keke o meno.

Tambay, Arnoux, Rosberg, questo è il podio. Alboreto arriva quarto, precede l'Alfa Romeo di Bruno Giacomelli. Surer messo in griglia praticamente a calci nel sedere si porta a casa una sesta piazza e l'ultimo punto disponibile. Seguono Brian Henton sulla Tyrrell, Roberto Guerrero sulla Ensign, Nigel Mansell sulla Lotus, Derek Warwick sulla Toleman e Chico Serra sulla Copersucar, nessun altro riesce a terminare la gara. Rientrato in questa occasione dopo un infortunio a un polso rimediato al GP del Canada, Mansell compie ventinove anni nel race day, anche se il telecronista gliene attribuisce solo ventotto.
De Angelis e Rosberg otterranno la loro prima vittoria nei due eventi successivi, in Austria e in Svizzera... ovvero a Digione, in Francia, dove si svolge il GP della Svizzera, dato che in terra elvetica le competizioni automobilistiche su circuito sono vietate per legge dal 1955. Parlo al presente storico, perché ai giorni nostri il ban è stato rimosso nel 2022. Smettendo per un attimo di divagare, il trittico Tambay/ De Angelis/ Rosberg costituisce una tripletta di "nuovi vincitori" in una serie di tre gran premi consecutivi, cosa che da allora non è più successa. Abbiamo avuto invece due nuovi vincitori consecutivi nel 2006, si tratta di Jenson Button e Felipe Massa in Ungheria e Turchia. Nel caso di Button è stato l'anniversario il 6 Agosto.
Torniamo a Tambay, in quanto otterrà un'altra vittoria, nel corso della propria carriera in Formula 1, al GP di San Marino dell'anno seguente, acclamato dagli imolesi che accoglieranno con gioia il ritiro di Patrese, ma questa è un'altra storia.


mercoledì 23 ottobre 2024

Duello a distanza tra Clark e Hill // GP Gran Bretagna, Germania, Italia, Stati Uniti 1962

Se il GP di Francia 1962 aveva visto la prima e unica vittoria della Porsche in Formula 1, per mano di Dan Gurney, nel GP di Gran Bretagna, che si è svolto ad Aintree, Jim Clark è emerso come principale avversario alla rincorsa del titolo da parte di Graham Hill, che dopo quattro gran premi era in testa alla classifica mondiale. Il campionato era destinato a rimanere aperto fino a dicembre, quando si sarebbe svolto il GP del Sudafrica, e dopo la Gran Bretagna ci sarebbero stati Nurburgring, Monza e Watkins Glen. Andiamo dunque a ripercorrere gli eventi che hanno portato Clark e Hill ad alternarsi sul gradino più alto del podio.

GRAN BRETAGNA - Clark ha conquistato la pole position, mentre Hill era soltanto in quinta posizione sulla griglia. Non solo lo scozzese era in pole, ma si è anche esibito in quella che sarebbe divenuta la sua specialità, ovvero conquistare il grand chelem (il primo della sua carriera, del resto era solo la sua seconda vittoria in Formula 1), il tutto vincendo con circa 50 secondi di vantaggio nei confronti della Lola di John Surtees, il quale ha occupato per tutta la gara la seconda posizione.
Dopo una primissima parte di gara in terza posizione, Gurney è lentamente scivolato fuori dalla zona punti, mentre Bruce McLaren su Cooper è andato a occupare il gradino più basso del podio. Il pilota inglese della BRM, dalla quinta posizione di partenza, si è ritrovato quarto precedendo la Brabham/Lotus di Jack Brabham e la Cooper di Tony Maggs.
La Ferrari, che aveva saltato il GP di Francia a causa di uno sciopero dei metalmeccanici, è riuscita a schierare una sola vettura in Gran Bretagna, guidata da Phil Hill, che tuttavia partito da centro griglia non ha mai occupato meglio del nono posto prima di essere costretto al ritiro.

GERMANIA - al Nurburgring la Ferrari ha schierato quattro vetture, oltre che Phil Hill erano presenti anche Lorenzo Bandini, Ricardo Rodriguez e Giancarlo Baghetti, con il messicano qualificato in decima piazza, il più altolocato sulla griglia di partenza.
La pole position è stata conquistata da Gurney al volante della Porsche. Per il costruttore "di casa" si è trattato della prima e unica pole position nella classe regina. Avrebbe conservato la posizione soltanto nelle prime battute, ma avrebbe comunque terminato la gara in una rispettabile terza piazza.
La gara è stata disputata in condizioni di bagnato estremo, dopo essere stata anche rimandata di un'ora a causa della pioggia. Ha visto Clark rimanere fermo sulla griglia di partenza, dove era terzo, e scivolare fino alla ventiseiesima piazza, per poi ritrovarsi nono al termine del primo giro.

La partenza del GP Germania 1962

Graham Hill, succeduto a Gurney in testa, è andato a vincere il gran premio: si trattava della sua seconda vittoria in Formula 1, e ha preceduto Surtees e Gurney a completare il podio. Avevamo lasciato Clark nono al termine del primo giro, al traguardo il pilota della Lotus occupava la quarta piazza già da metà gara.
McLaren e Rodriguez hanno completato la zona punti, con Ricardo migliore classificato dei ferraristi. Phil Hill aveva comunque occupato brevemente la terza posizione a inizio gara, prima di scivolare indietro ed essere costretto al ritiro.

ITALIA - a Monza, Clark ha conquistato la pole position precedendo Graham Hill, il quale ha preso la testa della gara nel corso del primo giro. Il pilota della Lotus si è accodato inizialmente in seconda posizione, per poi avere problemi al cambio che l'hanno costretto al ritiro. Più indietro anche il suo compagno di squadra Trevor Taylor ha visto successivamente la propria gara terminare anzitempo per la stessa ragione.
Hill ha mantenuto la leadership per tutta la durata della gara, mentre Richie Ginther sull'altra BRM ha duellato per la seconda piazza con Surtees, per poi assicurarsela definitivamente con il ritiro del pilota della Lola. Un duello per la terza posizione tra Gurney, McLaren e Maggs ha visto la gara di Gurney terminare con un ritiro, mentre Maggs aveva in precedenza dovuto effettuare un pitstop. Inizialmente sopravanzato da Willy Mairesse su una quinta Ferrari, McLaren si è ripreso il terzo posto a pochi metri dal traguardo. Mairesse e Baghetti hanno chiuso quarto e quinto, mentre Joakim Bonnier su Porsche ha chiuso la zona punti.
Bandini e Phil Hill hanno concluso nelle posizioni retrostanti, mentre Rodriguez si è ritirato per un guasto al motore. Per la Ferrari si è trattato dell'ultimo gran premio stagionale, dato che non era presente né a Watkins Glen né in Sudafrica. Per Ricardo Rodriguez, inoltre sarebbe stato l'ultimo gran premio disputato, dato che avrebbe perso la vita un mese e mezzo più tardi in un evento non championship disputato in Messico.

STATI UNITI - Clark è scattato dalla pole position ed è stato in testa nella prima parte di gara, per poi subire nella prima parte di gara il sorpasso da parte di Graham Hill. Pochi giri dopo Clark si è ripreso la testa della gara e vi è rimasto fino alla fine, precedendo il leader dell classifica e rimanendo matematicamente in lotta per il campionato, che poi sarebbe stato matematicamente conquistato da Hill (ho già parlato del GP del Sudafrica 1962 in un post scritto e pubblicato in passato sul blog).
Dopo il ritiro di Ginther e problemi al motore che hanno costretto Gurney a rallentare, McLaren si è installato al terzo posto, posizione nella quale ha terminato la gara. Gurney ha portato a casa il quarto posto precedendo Brabham, mentre la zona punti è stata chiusa da Masten Gregory su Lotus del team UTD Laystall.



domenica 18 agosto 2024

GP Gran Bretagna e Germania 1956: Fangio diventa il favorito per il titolo

Il campionato 1956 era ormai inoltrato quando si è arrivati a "casa" di Peter Collins, al momento leader del campionato, e di Stirling Moss, che a Silverstone ha conquistato la pole position precedendo la Ferrari di Juan Manuel Fangio e la BRM di Mike Hawthorn. Il futuro campione del mondo 1958 ha preso la testa della gara al via, seguito dal compagno di squadra Tony Brooks, con i due destinati a essere 1/2 per un breve tratto di gara. Hawthorn non è arrivato neanche a un quarto della percorrenza, poi è stato messo out da un guasto. Brooks, che aveva perso alcune posizioni, è invece successivamente stato protagonista di un pesante incidente nel quale è stato sbalzato fuori dalla vettura. L'auto ha poi preso fuoco, mentre il pilota fortunatamente se l'è cavata con una frattura a una gamba.

Moss a quel punto era leader, in seconda posizione c'era un'altra Maserati, ma non ufficiale, guidata da Roy Salvadori, la quale superata da poco la metà della gara ha iniziato ad accusare problemi: anche Salvadori si è ritirato, con le Ferrari di Fangio e Collins in seconda e terza posizione, almeno fino al ritiro del pilota britannico.
Erano tuttavia gli anni '50, quindi Collins ha proseguito la gara sulla vettura del compagno di squadra Alfonso De Portago, il quale non è stato mandato a giocare a briscola, bensì a terminate la gara nelle retrovie prendendo il posto dell'altro ferrarista Eugenio Castellotti.
Fangio ha vinto precedendo la vettura shared drive Portago/ Castellotti, con la Maserari di Jean Behra in terza posizione. Precedeva la Connaught di Jack Fairman e la Maserati privata di Horace Gould, che hanno completato la zona punti.

Il successivo gran premio si è svolto al Nurburgring e ha visto Fangio scattare dalla pole position davanti a Collins e a Castellotti. Non è ben chiaro cosa sia successo all'italiano, ma si è ritrovato ben presto nelle retrovie, per poi ritirarsi dopo pochi giri. Fangio e Collins nel frattempo erano 1/2 e lo sono stati fino al momento del ritiro del britannico.
Gli è succeduto in seconda piazza Moss, il quale ha anche terminato la gara in seconda posizione, mentre sul gradino più basso del podio si è classificato invece Behra. Seguivano delle Maserati private, Francisco Godia-Sales quarto e, dopo la squalifica di Bruce Halford per push start quinto Louis Rosier. Halford non è mai più riuscito a terminare una gara in top-5, quindi non ha all'attivo nemmeno un punto.
Grazie alle due vittorie consecutive, Fangio si è portato in testa alla classifica, quando restava un solo gran premio ancora da disputare.



sabato 3 agosto 2024

I drammi del mondiale 1958: gli incidenti mortali di Musso e Collins

Il 3 agosto 1958, di cui oggi è l'anniversario, si svolgeva il GP di Germania, ottava prova del mondiale 1958, settima se non consideriamo Indianapolis, a cui tendenzialmente non prendevano parte squadre e team europei, nonostante fosse parte del mondiale di Formula 1. Mike Hawthorn era in testa al mondiale precedendo Stirling Moss; in terza posizione c'era Peter Collins, colui che due anni prima aveva ceduto la propria monoposto a Juan Manuel Fangio rinunciando alla possibilità di diventare campione del mondo. Fresco vincitore del GP di Gran Bretagna, partiva dalla quarta posizione al Nurburgring. Sarebbe risalito fino alla leadership in un certo tratto di gara, ma poi sarebbe stato protagonista di un terribile incidente nel quale avrebbe perso la vita. Soltanto due gran premi prima, in Francia, era stato uno dei suoi compagni di squadra, Luigi Musso, a perdere la vita. Un mondiale assolutamente drammatico quello del 1958 e in questo post andrò a ripercorrere gli eventi di quell'estate, iniziando proprio da Reims.


In Francia, la cui partenza trovate immortalata nello screenshot soprastante, Moss, pilota della Vanwall, era in testa alla classifica con pochi punti di vantaggio sui ferraristi Hawthorn e Musso. Questi ultimi si trovavano 1/2 nelle prime fasi della gara, a Reims, quando il pilota italiano è uscito di pista, cappottando e riportando gravi ferite che ne avrebbero provocato la morte alcune ore più tardi. Era il 6 luglio 1958 e Musso aveva trentatre anni.
La gara è proseguita con Hawthorn in testa fino alla fine, Jean Behra su BRM provvisoriamente in zona podio, dopodiché Moss in seconda posizione. Un'altra Ferrari, guidata da Wolfgang Von Trips, ha chiuso la gara in terza posizione, mentre Fangio su Maserati ha concluso al quarto posto la sua ultima gara. L'ha terminata a pieni giri in quanto Hawthorn ha rallentato appositamente per lasciarlo passare.
Del gran premio successivo ho trovato un highlight di oltre un quarto d'ora, decisamente lungo per le gare di quei tempi, di cui si trovano in genere sintesi di al massimo un paio di minuti. C'è anche una breve intervista a Hawthorn in qualità di vincitore dell'evento precedente. Mike appare elegantissimo, con tanto di cravatta, e con la pipa in bocca. Sembra un giovane Lord inglese uscito da un romanzo.


La sintesi della gara di Silverstone menziona quella di Reims, ma solo per rievocare che Hawthorn vi ha vinto. Non si accennava alla morte di Musso, né probabilmente sfiorava minimamente il pensiero che, ufficialmente, Musso era addirittura il secondo pilota a perdere la vita nel mondiale 1958: Pat O'Connor aveva infatti perso la vita al via della Cinquecento Miglia di Indianapolis parte del calendario.
Erano altri tempi, in cui la morte era poco più che routine, e alla fine restavano risultati e numeri. Quella di Reims, curiosamente, sarebbe stata l'unica vittoria stagionale per Hawthorn, nonché l'ultima in carriera. Moss di gare ne avrebbe vinte invece quattro, il che è pazzesco visto che poi è stato il ferrarista a vincere il titolo. E quattro vittorie sono tante, in una stagione con undici appuntamenti, di cui ne restano dieci se non si conta la Indy 500.


A Silverstone, di cui potete vedere qui sopra l'inquadratura di Hawthorn sulla griglia, Collins che aveva chiuso quinto a Reims partiva dalla sesta piazza, ma si è portato in testa già nel corso del primo giro. Vi sarebbe rimasto fino al termine, seguito prima da vicino da Moss poi costretto al ritiro, poi proprio da Hawthorn, mai troppo vicino e successivamente ancora più lontano dopp un pitstop. Per Collins si è trattato di un ritorno alla vittoria dopo due anni, ma sarebbe stata la sua ultima.
Roy Salvadori su Cooper era quindi al terzo posto, precedendo di poco la Vanwall di Stuart Lewis-Evans. La lotta per il quinto posto era stata in precedenza tra Von Trips e Jack Brabham: il ferrarista si è ritirato per problemi tecnici pochissimi giri dopo avere superato la Cooper. Vista la location in cui è avvenuto il sorpasso, se il Vanz fosse un time traveler e dovesse commentare quella gara, potrebbe urlare: "l'ha passato a Copse!!111!!11!!1!!"
Neanche Brabham ha portato a casa il quinto posto: è giunto sesto, quindi fuori dai punti, preceduto dalla BRM di Harry Schell.


L'appuntamento successivo era al Nurburgring, dove Hawthorn ha ottenuto la pole position, ma il leader nei primi giri è stato Moss. Gli è succeduto brevemente Hawthorn, dopodiché Collins, che è stato in testa per diversi giri. Dopo di lui, a gara ormai avanzata, è stata la volta di Tony Brooks su Vanwall.
Collins era secondo e stava tentando di riavvicinarsi al leader quando è finito fuori pista e la vettura si è ribaltata, molto similmente a come era già successo a Musso. Il 26enne inglese sarebbe deceduto nel corso della giornata a causa delle ferite riportate.
Brooks ha concluso la gara in solitaria, mentre Salvadori ha chiuso secondo precedendo il compagno di squadra Maurice Trintignant. Mentre Hawthorn si era ritirato per un guasto, Von Trips ha portato a casa il quarto posto, seguito da delle Formula 2 che di fatto facevano gara a sé, ma contemporaneamente, vista la lunghezza della pista. Il quinto posto è andato a Bruce McLaren su una Cooper di Formula 2 che, di conseguenza, non ha conquistato punti.
Per la Vanwall si trattava del ritorno alla vittoria dopo i precedenti appuntamenti, ma a fine stagione - che sarebbe terminata con l'incidente mortale di Lewis-Evans e l'abbandono della Formula 1 da parte della Vanwall - sarebbe comunque stato Hawthorn a vincere il mondiale con la Ferrari, prima di ritirarsi dalle competizioni. Il campione del mondo 1958 sarebbe poi morto tre mesi dopo in un incidente stradale, alcuni rumour sostengono mentre era impegnato in una corsa clandestina. Alcune fonti riportano come, a causa di una malattia ai reni, fosse comunque destinato a una vita breve e che gli fossero stati stimati appena tre anni di vita.

giovedì 1 agosto 2024

1965: dopo cinque vittorie consecutive, Clark vince il titolo in agosto

Il 1° agosto è una data che ha segnato la storia della Formula 1, e tendenzialmente non in positivo. Basti pensare al 1976, al gravissimo incidente di Niki Lauda al Nurburgring. E se quella storia si concluse con il lieto fine del suo ritorno e con due ulteriori titoli mondiali, purtroppo il 1° agosto 1980, sempre in Germania ma a Hockenheim, Patrick Depailler perse la vita in un tragico incidente accaduto in una sessione di test. Accanto a fatti tragici, comunque, c'è anche una bella storia accaduta il 1° agosto. Parlo di quando Jim Clark, quello che personalmente definirei come il miglior pilota della storia se fossi costretta a fare un calderone di tutte le epoche, vinse il suo secondo titolo, conquistando al Nurburgring la quinta vittoria consecutiva, nonché la sesta stagionale su sette gran premi disputati.

BELGIO/ Spa Francorchamps: sul circuito su cui aveva conquistato la prima vittoria in Formula 1, in condizioni di bagnato Clark ha fatto una prestazione a dir poco dominante. Partito secondo accanto alla BRM del poleman Graham Hill, ha preso la testa della gara mantenendola dall'inizio alla fine.
Hill nei primissimi giri era secondo, ma gli è succeduto in breve tempo il compagno di squadra Jackie Stewart, rimasto secondo fino alla fine, con Bruce McLaren su Cooper a completare il podio. La Brabham di Sir Jack ha preceduto Hill al quarto posto, mentre la zona punti è stata completata da Richie Ginther sulla Honda.
Si segnala un incidente notevole da parte di Richard Attwood, pilota della Lotus/ Reg Parnell, che è finito contro un palo, la macchina ha preso fuoco, ma fortunatamente ne è uscito illeso.

FRANCIA/ Clermont-Ferrand: pole position, vittoria, giro più veloce, leader dall'inizio alla fine, in sintesi il pilota della Lotus ha conquistato un grand chelem, concludendo di nuovo davanti a Stewart. La Ferrari, che nel precedente evento era stata ben lontana dalla zona punti, stavolta ha chiuso sul gradino più basso del podio con John Surtees.
Graham Hill, partito dalle retrovie, ha chiuso la gara in quinta piazza, dietro alla Brabham ufficiale di Denny Hulme e davanti alla Brabham/ RRC Walker di Jo Siffert.
Non so se ci abbiate fatto caso, ma Clark/ Stewart/ Surtees è un podio tutto British, quindi era stato inserito nel mio post sui podi al 100% connazionali.

GRAN BRETAGNA/ Silverstone: altro podio tutto British, stavolta per mano di Clark, Hill e Surtees, con il pilota della Lotus che, ancora una volta, è stato leader per tutta la durata della gara... ma non temete, prima di scomodare la noiahhhh e la mancanza di colpi di scena: accumulato un certo vantaggio nei confronti di Hill, l'ha visto sfumare da 30+ a tre secondi a causa di un problema tecnico. Ha portato comunque a casa la vittoria, ed è quello che conta, alla fine.
Attenzione, plot twist, l'intera top-5 era britannica, dato che al quarto posto ha concluso Mike Spence e al quinto Stewart. Dan Gurney sulla Brabham ha festeggiato l'indipendenza statunitense con qualche giorno di ritardo portandosi a casa il sesto posto e il punto finale.
Una top-5 di connazionali nel gran premio di casa non la si è vista mai più, la cosa più simile è stata una top-4 tutta francese al GP di Francia 1982. La settimana scorsa su Zuckenbook ho visto un post in proposito e un tizio ha commentato in modo totalmente random scrivendo un'invettiva decontestualizzata a proposito della mancanza di sicurezza nei primi anni '70, toppando il periodo di un decennio buono, e ha concluso sostenendo che Pierre Gasly sia morto nel 2016. Sorry what?! O.O

OLANDA/ Zandvoort: nel weekend c'è stato un momento che renderebbe sicuramente felice Bertrand Gachot! Colin Chapman è stato infatti arrestato per avere picchiato un agente di polizia ed è stato rilasciato dopo due giorni.
La gara nel frattempo è iniziata con Ginther in testa, al quale è succeduto poi Hill... ma nemmeno lui è durato molto ed ecco che leader è venuto a essere il solito Clark. Doveva comunque vedersela con Stewart, risalito in seconda posizione approfittando anche dei problemi altrui e giunto, appunto, in seconda posizione alla bandiera a scacchi.
Gurney ha chiuso il podio, precedendo Hill, Hulme e Ginther, con la Ferrari che non ha ottenuto punti: Surtees solo settimo, ancora più arretrato il compagno di squadra Lorenzo Bandini.
A questo punto della stagione Clark aveva un abbondante vantaggio in classifica nel confronti del diretto inseguitore Hill, le cui speranze erano essenzialmente relegate sulla possibilità che gli alieni rapissero lo scozzese. Si sa tuttavia che per ragioni di contratto con Hollywood gli alieni sbarcano solo in America, il cui suddetto gran premio era ancora lontano.

GERMANIA/ Nurburgring: Clark ha deciso di portarsi a casa un altro grand chelem, il terzo della stagione dopo quello del Sudafrica il 1° gennaio e quello già citato qualche paragrafo più giù. Stewart ha rotto una sospensione nelle prime fasi di gara mentre era in seconda piazza, Hill ha preso invece la seconda piazza e vi è rimasto, precedendo Gurney che è andato a completare il podio.
Numerosi piloti sono stati costretti al ritiro e Surtees è stato uno di questi. È andata meglio invece al compagno di squadra Bandini, che ha chiuso in sesta piazza alle spalle del quarto classificato Jochen Rindt su Cooper e del quinto Jack Brabham.
Clark ha vinto il titolo piloti con tre gran premi d'anticipo (mancavano Italia, Stati Uniti e Messico e non avrebbe vinto nessuno di quelli), mentre la Lotus ha vinto il titolo costruttori, complici le regole dell'epoca. :-//// Essenzialmente il team prendeva punti costruttori solo per la vettura meglio piazzata in gara, il che significa che nonostante la BRM nel complesso avesse la line-up migliore (Hill/ Stewart) lo prendeva regolarmente in quel posto da questo punto di vista.

Concludo con un po' di screenshot fatti mentre guardavo un highlight di trenta minuti di quest'ultimo gran premio. Le vetture si apprestano a partire:


Jim Clark a cui è stato assegnato all'iscrizione il numero 1, esattamente il numero che meglio lo rappresenta:


Clark sale sul podio:




È stato un piacere ripercorrere questa serie di eventi. Cercherò di tornare presto a raccontare qualche evento degli anni '60. Per stasera mi ritengo soddisfatta, e non solo di essere finalmente riuscita a scrivere questo post, ma anche del fatto che Clark si sia portato a casa il titolo del 1965, assolutamente meritato!


venerdì 14 giugno 2024

GP Germania 2004: il 700° gran premio per la Ferrari

Il 25 luglio 2004 si è svolto sul circuito di Hockenheim il Gran Premio di Germania, nonché 700° gran premio disputato dalla Ferrari nella propria storia, con subito una novità dal punto di vista del mercato piloti: la Williams ha promosso Antonio Pizzonia a ruolo di sostituto dell'infortunato Ralf Schumacher, subentrando al nuestro amigo Marc Gené.
Pizzonia si  è qualificato in undicesima posizione, partendo decimo a causa di una retrocessione altrui per sostituzione del motore, ma dopo i primi metri era comunque a tu per tu con Juan Pablo Montoya, partito al rallenty per un problema tecnico e scivolato in settima posizione.
Il pilota retrocesso in griglia era Jenson Button, che si era qualificato terzo alle spalle della Ferrari di Michael Schumacher e della Williams di Montoya.

Mentre Schumacher leaderava, Raikkonen ha strappato la seconda piazza a Alonso, ma per il pilota della McLaren la gara è durata poco più di uno stint, poco dopo il primo rifornimento, l'ala posteriore ha ceduto e Kimi è finito bruscamente fuori pista. Fernando frattanto si è riappropriato della seconda piazza, con la McLaren di David Coulthard uscita in precedenza indenne da un contatto con Rubens Barrichello, cosa che non si può dire per l'avversario, precipitato nelle retrovie dopo una sosta già nei primi giri.
Button si è preso la terza piazza di overcut su Coulthard in concomitanza con il secondo giro di soste per poi lanciarsi all'inseguimento di Alonso, ma senza riuscire a concretizzare, così come anche dopo la terza sosta le posizioni erano ancora invariate. I rispettivi compagni di squadra, Takuma Sato su B.A.R. e Jarno Trulli su Renault, frattanto, erano in precedenza stati in lotta tra di loro, con qualche piccolo svarione da parte di entrambi. Non erano comunque i soli, anche Montoya si era esibito in una simile prodezza.

Nelle fasi inoltrate della gara Button ha superato finalmente Alonso, andando a procacciarsi la seconda posizione, il quale ha successivamente perso contatto con Jenson, ma ha comunque conservato margine nei confronti di Coulthard. Montoya si è classificato in quinta piazza, precedendo la Jaguar di Mark Webber, mentre si segnala una gara positiva per Pizzonia, che ha concluso in settima posizione davanti a Sato.
Barrichello, dopo il caos al primo giro, non ha rimontato se non fino al nono posto, ma si è trattato di una situazione passeggera: nel corso dell'ultima tornata, proprio sul circuito in cui aveva conquistato la prima vittoria in Formula 1, ha avuto una foratura ed è precipitato fino al dodicesimo posto. In fondo era un gran premio con ricorrenza, per la Ferrari, e si sa che i gran premi con ricorrenze portano iella: se Schumacher vinceva incontrastato, allora doveva esserci qualcuno a controbilanciare!

Per Michael si è trattato dell'undicesimo successo stagionale, un record, e il vantaggio in classifica continuava ad aumentare inesorabile, con Barrichello secondo staccato di un abisso e Button terzo ancora più lontano. Per Jenson, tuttavia, c'era ancora una piccola soddisfazione: se gli alieni avessero rapito gli Schumachello, avrebbe avuto qualche possibilità di vincere il mondiale, collezionando vittorie a oltranza, privilegio che ai suoi colleghi era ormai precluso dalla matematica.


martedì 16 gennaio 2024

Il record dimenticato di Onofre Marimon

Quando si parla di record della storia della Formula 1, ci si sofferma tendenzialmente su quelli più mainstream, magari che riguardano personaggi considerati di una certa rilevanza. Insomma, non si parla di Onofre Marimon, pilota argentino classe 1923 attivo in Formula 1 nel periodo 1953/1954, come pilota della Maserati, nonché ventottesimo classificato - pare per un ritardo del team nell'arrivo a Silverstone - sulla griglia del GP di Gran Bretagna 1954. Era il 17 luglio e Juan Manuel Fangio scattava dalla pole position su Mercedes in una gara bagnata, con in seconda posizione la Ferrari di José Froilan Gonzalez, il primo a vincere in Formula 1 per la scuderia di Maranello esattamente tre anni prima. Gonzalez ha preso la leadership seguito dal compagno di squadra Mike Hawthorn, ma Fangio ha successivamente ripreso almeno il secondo posto.

Entrambi sarebbero stati successivamente soppiantati dalla Maserati di Moss, ma torniamo a Marimon, dato che vi ho anticipato un suo record: il pilota argentino, partito ventottesimo, al termine del primo giro era sesto, ha quindi recuperato ben ventidue posizioni nel corso del primo giro, il massimo mai accaduto in un gran premio di Formula 1... niente male!
È rimasto sesto piuttosto a lungo, per poi risalire quinto approfittando del ritiro della Gordini di Jean Behra, per poi ritrovarsi, a gara inoltrata, addirittura quarto davanti a Fangio. Il successivo ritiro di Moss l'ha fatto salire addirittura sul podio e totalizzare venticinque posizioni di gap tra partenza e arrivo: un altro record rimasto nella storia della Formula 1, entrambi peraltro imbattibili da trent'anni a questa parte, dato che per recuperare venticinque posizioni ci vogliono almeno ventisei vetture in griglia e non ci sono dal lontano 1994.

Gonzalez ha vinto, ottenendo la sua seconda e ultima vittoria in Formula 1 sullo stesso circuito della prima: con l'eccezione della Indy 500 - conquistata due volte da Bill Vukovich nel 1953 e 1954 - José Froilan è divenuto il primo pilota nella storia a vincere due soli gran premi ma entrambi nella stessa location, sarebbe stato eguagliato da Maurice Trintignant con due vittorie a Montecarlo su due vittorie totali.
Gonzalez/ Hawthorn/ Marimon, questo il podio, con Fangio quarto e Trintignant su Ferrari a completare la zona punti. Visti i sistemi non proprio precisi dell'epoca, il giro veloce è stato assegnato ex equo a ben sette piloti: i primi quattro classificati, Moss, Behra, nonché Alberto Ascari, su Maserati, ritirato dopo neanche un quarto di gara.

Marimon uomo dei record, ma quella di Silverstone era purtroppo destinata a essere la sua ultima gara. Il 31 luglio, durante le prove libere del GP di Germania, il pilota argentino ha perso la vita a seguito di un incidente. Uomo dei record fino in fondo, dato che è stato il primo pilota a morire in un weekend di un gran premio di Formula 1.
Le precedenti morti erano infatti state o in test privati, quella del tester Cameron Earl durante un test privato nel 1952, o nel corso della Indy 500 (quindi non gran premio per gli standard odierni) quando faceva parte del mondiale, come Chet Miller in una sessione di prove nel 1953 e Carl Scarborough deceduto a seguito di un malore dovuto alle altissime temperature all'interno dell'abitacolo, accaduto durante la gara dello stesso anno.

La gara si è svolta all'indomani, al Nurburgring, e ancora una volta c'è stata pioggia. Le Mercedes di Juan Manuel Fangio e Karl Kling erano in grande spolvero e infatti eccole nelle prime due posizioni nelle prime fasi di gara, inseguite da Hawthorn, tuttavia costretto al ritiro, prima di rientrare in gara prendendo il posto di Gonzalez, sempre in terza posizione, poi divenuta seconda a seguito di una sosta ai box di Kling.
A un certo punto Hawthorn si è anche avvicinato a Fangio, ma con la pioggia il leader era più veloce e ha allungato, mentre Hawthorn ha gestito il secondo posto, ex equo con Gonzalez per effetto dello shared drive, con Trintignant sul gradino più basso del podio. Kling è giunto quarto, ottenendo il giro veloce (da solo, non a pari merito con altri!), mentre Sergio Mantovani su Maserati ha conquistato l'ultimo punto disponibile.


domenica 10 dicembre 2023

Back to 1953: il secondo titolo di Ascari e la breve carriera di Loof

Del GP di Germania 1953 esiste attualmente su Youtube una sintesi d'epoca di circa sette minuti, che permette di ricostruire gli eventi della terzultima prova del mondiale 1953, nel quale Alberto Ascari ha conquistato il suo secondo titolo mondiale con un certo anticipo, il che non sorprende viste le performance dominanti ottenute nel corso della stagione. Al Nurburgring, comunque, non ha avuto una gara molto semplice, nonostante le buone premesse. Il pilota italiano della Ferrari ha conquistato la pole position partendo davanti alla Maserati di Juan Manuel Fangio e al resto della griglia, composta da ben trentaquattro vetture, un record nella storia della Formula 1.
Superato da Fangio in partenza, si è comunque riportato in testa nel corso del primo giro e stava leaderando quando ha perso una ruota, è stato costretto a rientrare ai box su tre, ha perso terreno, ha in seguito avuto un problema di motore(?) e, ripartito al volante della monoposto di Luigi Villoresi che ha dovuto cedergli il volante, si è ritirato di nuovo a causa di un guasto al motore, non prima di avere ottenuto il giro più veloce e il relativo punto.
Il duello tra Fangio e il ferrarista Mike Hawthorn ha contribuito a far perdere terreno ai due nei confronti della Ferrari del campione del mondo 1950 Nino Farina, il quale si è portato in testa e l'ha mantenuta fino alla bandiera a scacchi, conquistando quella che si è rivelata la sua ultima vittoria in Formula 1, precedendo sul podio Fangio e Hawthorn, con le Maserati di Felice Bonetto ed Emmanuel De Graffenried a completare la zona punti.



Questo gran premio è stato l'unico disputato da Ernst Loof, pilota tedesco al volante di una vettura del costruttore Veritas, detentore di un importante ed edificante record nella storia della Formula 1. Costui ha preso il via della gara, venendo letteralmente costretro al ritiro da un guasto dopo pochi *metri*.
Tra tutti i piloti che risultano avere preso il via di un gran premio (quindi qualificati, e non con lo status di DNS) nel corso della storia della Formula 1, è verosimilmente il pilota che ha percorso in totale meno metri, anche se alcune fonti attribuiscono questo record a Marco Apicella, pilota one-off della Jordan coinvolto quarant'anni più tardi in un pile-up in partenza del GP d'Italia 1993.



giovedì 7 settembre 2023

Stagione 1961 - parte 2/3 (FRA/ GBR/ GER): dalla vittoria all'esordio di Baghetti all'ultima vittoria di Moss

Qualche giorno fa vi ho raccontato l'inizio del mondiale 1961: Stirling Moss, pilota della Lotus, vincitore del gran premio inaugurale a Montecarlo, poi due vittorie della Ferrari in Olanda e Belgio con Wolfgang Von Trips e Phil Hill. Il campionato è proseguito poi in Francia (di cui ho trovato una sintesi su Youtube di circa una ventina di minuti, seppure oltre la metà dedicati a narrare il "contorno" più che la gara stessa), a Reims, con il quarto appuntamento della stagione che si è svolto il 2 luglio e ha visto una griglia con ventisei vetture, le prime tre, tutte rosse. C'era in pole Phil Hill davanti Von Trips e al loro compagno di squadra Richie Ginther. Moss era quarto, alle sue spalle Jim Clark su Lotus e Graham Hill su BRM. Tutto lasciava pensare che il tentativo di Moss di andare a risalire in vetta come a inizio stagione fosse tutt'altro che facile: e infatti eccolo accodarsi alle tre Ferrari ufficiali di P.Hill, Von Trips e Ginther. Sarebbe andata peggio: avrebbe avuto un problema tecnico che l'avrebbe costretto a due soste ai box e a perdere innumerevoli giri.
Von Trips nel frattempo è passato in testa, ma è stato costretto al ritiro per un guasto al motore. Phil Hill più avanti è finito in testacoda ed è stato colpito dalla Lotus di Moss, poi costretto al ritiro. Hill è riuscito a ripartire, perdendo nel frattempo un giro e lasciando Ginther in testa alla gara... ma non per molto: sarà a sua volta costretto al ritiro per un problema tecnico.
A questo punto della gara a leaderare era l'esordiente Giancarlo Baghetti, a bordo di una Ferrari non ufficiale, inseguita dalle Porsche di Joakim Bonnier e Dan Gurney, con i tre che si sono dati battaglia fino alla fine... Baghetti e Gurney, almeno, dato che Bonnier si è ritirato per un guasto al motore a due giri dalla conclusione. Il giro finale è stato una volata incredibile, con Gurney che ha tentato il sorpasso, per poi perdere di nuovo la leadership a vantaggio di Baghetti, sul traguardo con un decimo di gap, mentre dal terzo posto in poi - le Lotus di Jim Clark e Innes Ireland, la Cooper di Bruce McLaren, la BRM di Graham Hill, solo per citare la zona punti - erano tutti lontanissimi.
Per Baghetti, che era partito dodicesimo, era l'esordio assoluto in un gran premio ufficiale ed è tuttora l'unico pilota ad avere vinto un gran premio all'esordio. Nel corso del 1961 avrebbe disputato soltanto altri due gran premi ufficiali, Gran Bretagna e Italia, collezionando però due ritiri. Quella di Reims sarebbe rimasta la sua unica vittoria in Formula 1.

GP GRAN BRETAGNA - l'evento si è svolto di sabato sul circuito di Aintree, durante la gara c'è stata pioggia si fa fatica a trovare informazioni dettagliate sui fatti di quel 15 luglio 1961. Quello che è appurato è la presenza di ben trenta vetture al via e di Phil Hill e Ginther 1/2 in griglia, con Von Trips relegato dietro a Bonnier.
Non è stato comunque un grosso intoppo, dal momento che è passato in testa dopo pochi giri, rimanendovi e involandosi verso la vittoria, la sua seconda in Formula 1. Moss ha occupato a lungo la seconda posizione, ma è stato costretto al ritiro. Tornando in pista sulla vettura di Jack Fairman ha concluso nelle retrovie ma è stato squalificato per push start.
Nel frattempo, seppure ben distanti da Von Trips, chiudevano secondo e terzo P.Hill e Ginther: si tratta dell'ultima tripletta Ferrari della storia della Formula 1 - non è vastato comunque a Hill per conservare il primato in classifica, scendendo alle spalle di Von Trips nel mondiale piloti.
Scivolato nelle posiziono retrostanti, Bonnier terminava la gara in quinta piazza, approfittando anche del ritiro di Clark, tra le Cooper di Jack Brabham e Roy Salvadori, le ultime vetture a pieni giri a completare la zona punti.

GP GERMANIA - il 6 agosto, con ventisei vetture in griglia al Nurburgring, Phil Hill era in pole position, stavolta seguito da Brabham e Moss, che hanno avuto lo spunto migliore alla partenza. Il breve highlight con telecronaca non chiarisce cosa sia accaduto a Brabham, ma il risultato lo dà come ritirato per incidente nel corso del primo giro.
Moss era in testa seguito da P.Hill, staccandolo poi progressivamente e andando a prendersi la vittoria, la sedicesima della sua carriera (che si sarebbe rivelata l'ultima), mentre i due compagni di squadra Hill e Von Trips lottavano per il secondo posto. È stato il tedesco a spuntarla, andando ad allungare in classifica nei confronti dell'americano, quattro lunghezze a dividerli con due soli gran premi da disputare, Italia e Stati Uniti che vi racconterò nel prossimo post a tematica 1961.
Clark ha concluso la gara al quarto posto con le Cooper di John Surtees e Bruce McLaren a completare la zona punti, quest'ultimo approfittando verso fine gara del ritiro per incidente della quarta Ferrari, guidata da Willy Mairesse a quel punto in sesta posizione. Ginther, sulla terza Rossa ha chiuso invece ottavo alle spalle di Gurney.


sabato 2 settembre 2023

GP Germania e Italia 1969: il primo titolo di Stewart

Carissimi very uominy provenienti dagli anni '60/70, vi avevo detto che nell'ambito del fine settimana del GP d'Italia vi avrei raccontato passate edizioni dell'evento monzese. Per oggi vi porto nel 1969 e vi racconto prima l'evento svolto al Nurburgring il 3 agosto, poi quello italiano disputato cinque settimane più tardi il 7 settembre. Sono spiacente di informarvi che il GP di Germania è stato un gran premio poco importante, dato che non vi ha preso parte nessuna Ferrari. La Scuderia di Maranello ha infatti deciso di non prendere parte all'evento per focalizzarsi su quello di Monza di lì a poco più di un mese. Se vi può consolare, dalle immagini intraviste negli highlight, sembra che sia scattato alle 14.00 in punto.
Nurburgring e Monza erano gli ultimi due eventi della "stagione europea" - sarebbero seguiti altri tre eventi oltreoceano - e Jackie Stewart (Tyrrell/ Matra) si presentava con un abbondante vantaggio in classifica sui diretti inseguitori Bruce McLaren (McLaren), Graham Hill (Lotus), Jacky Ickx (Brabham), Denny Hulme (McLaren) e Jean-Pierre Beltoise (Tyrrell/ Matra) racchiusi in una manciata di punti.


GP GERMANIA - Ickx scatta dalla pole position precedendo Stewart, Jochen Rindt (Lotus) e Jo Siffert (Rob Walker/ Lotus), ma non ha un buono spunto e perde parecchie posizioni, recuperandone alcune nel corso del lungo primo giro al termine del quale è quarto, con lo scozzese che quindi si porta agevolmente in testa. Nel corso della prima tornata si segnala un incidente di Mario Andretti (Lotus) il quale coinvolge anche Vic Elford (McLaren), che tentava di schivare una ruota e finisce fuori strada. Elford, infortunato a un braccio, viene soccorso da Marione.
Ickx nel frattempo recupera posizioni e verso metà gara giunge negli scarichi di Stewart, con il quale lotta per la prima posizione, riuscendo a superarlo: questo sorpasso sarà ciò che sancirà la sua vittoria, specie considerato che Ickx inizia ad allungare. Mentre Rindt è già stato costretto al ritiro, Siffert frattanto è terzo, almeno finché a un giro dalla fine a causa di un guasto non finisce in testacoda girandosi più volte e ritrovandosi fuori pista. Risale al terzo posto McLaren, con Hill quarto a seguito del ritiro di Beltoise. Siffert e Beltoise, rispettivamente undicesimo e dodicesimo classificato avendo completato il 90% di gara, ricevono i punti del quinto e sesto posto, visto che dalla quinta alla decima posizione, si classificano piloti di Formula 2 chiamati a riempire la griglia vista la poca presenza di vetture e la lunghezza del circuito.

GP ITALIA - in questo gran premio Jack Brabham, rimasto infortunato qualche mese prima, rientra. Non rientra invece Chris Amon e la Ferrari gareggia con la sola vettura di Pedro Rodriguez, dopo un mancato tentativo di partecipazione one-off di Tino Brambilla, fratello di Vittorio.
Highlight della gara non ne ho trovati, solo un servizio in italiano che parla di quello che succede prima della gara, dove si vede Stewart praticamente circondato da fan che gli si buttano addosso per chiedergli autografi. Certe cose non sono molto cambiate negli ultimi 50+ anni. Lo scozzese si qualifica terzo, alle spalle del poleman Rindt e di Hulme, la Ferrari di Rodriguez ha il dodicesimo tempo, mentre Ickx scatta quindicesimo e ultimo dopo la rottura del motore in qualifica.
Stewart si porta secondo dietro a Rindt, ma riesce a superarlo già nel corso dei primi giri. Ha la sventura di investire una lepre(?) e la sua monoposto sembra riportare dei danni, ma tutto procede comunque relativamente bene con Jackie grande favorito, seppure inseguito molto da vicino da parecchie vetture, tipico di Monza in formato old style. Rindt è il più vicino, ce l'ha negli scarichi e occasionalmente passa al comando, venendo tuttavia sempre superato nuovamente da Stewart. Altri piloti tentano di unirsi al duello per la leadership, tra di loro Piers Courage (Frank Williams Racing Cars/ Brabham) e anche Hulme; quest'ultimo tuttavia non dura a lungo nel duello per la prima piazza.
Courage torna invece a farsi vivo e con lui anche Hill, che riesce a inserirsi tra Stewart e Rindt, con Courage che si installa terzo davanti all'austriaco restandovi finché la sua vettura non inizia ad accusare dei problemi costringendolo a rallentare il ritmo. Va peggio a Hill, che a pochi giri dal termine è costretto al ritiro dalla seconda posizione, lasciando che a lottare con Stewart siano Rindt, Beltoise e McLaren. Il finale è in volata, mentre Bruce desiste, gli altri tre lottano fino in fondo, sia Rindt sia Beltoise strappano brevemente il comando a Stewart, il quale tuttavia è il primo a passare sotto la bandiera a scacchi, con Rindt, Beltoise e McLaren tutti in meno di due decimi. Courage chiude quindo e Rodriguez porta a casa un punto con la Rossa, con Hulme unico altro pilota giunto al traguardo.


Con ancora tre gare da disputare, Stewart è già campione del mondo: ha 60 punti in classifica, un vantaggio abissale nei confronti dei piloti che lo seguono: McLaren a 24 punti e Ickx a 22 sono i piloti più vicini.
Siccome in questo periodo storico valgono per la classifica costruttori solo i punti della sola vettura meglio classificata, anche la Matra non può più essere raggiunta in classifica costruttori da Lotus e Brabham.

mercoledì 30 agosto 2023

GP Germania 1968: vittoria di Stewart sotto al diluvio

Carissimi lettori, oggi vi porto negli anni '60, quindi al tempo dei very uominy, quindi al tempo in cui le gare erano bellissime ed emozionanti. Almeno finché non iniziavano. Correva il 1968 e si gareggiava al vecchio Nurburgring, con le Ferrari di Jacky Ickx e Chris Amon in prima e seconda posizione sulla griglia, quindi si prospettava una gara epica e intrigante... almeno fino al momento in cui non è iniziata. Se non altro ci sono consolazioni importanti per Tifoso Medio(C), ovvero che diluviava come se non ci fosse un domani, il che è chiaramente lo scenario migliore per disputare un gran premio. Voci di corridoio dicono che la partenza sia stata rimandata di 45 minuti per questioni meteo, ma sono sicuramente tutte fandonie inventate dalla gente di oggi per farci credere che anche ai vecchi tempi un diluvio potesse causare qualche genere di difficoltà.
Oltre alla pioggia c'era anche una nebbia notevole e un livello di visibilità pietoso, come potere notare nello screenshot sottostante: non si tratta di qualità video bassa, si tratta proprio di visibilità bassa! E a peggiorare le cose, Jackie Stewart che scattava sesto su Tyrrell/Matra si è piazzato in testa alla gara per non lasciarla più.


Non solo in testa alla gara, Stewart ha anche iniziato ad allungare come se non ci fosse un domani, tanto che a gara inoltrata ha pure fatto un testacoda e rischiato di investire un incauto commissario di percorso, vincendo comunque la gara con quattro minuti di vantaggio sulla Lotus di Graham Hill, il quale pare essere uscito di pista a un certo punto proprio nello stesso tratto di Stewart, ma il commissario stavolta si era levato di torno.
Amon, scivolato al terzo posto alla partenza, è uscito di scena per incidente da quella stessa posizione quando mancavano ormai pochi giri al termine della gara, lasciando la terza piazza a Jochen Rindt su Brabham.
Ickx, invece, che a inizio gara era scivolato anche dietro alla Eagle di Dan Gurney (che in questo gran premio per la prima volta nella storia della Formula 1 ha indossato un casco integrale), si è ripreso quella posizione già nei primi giri quando Gurney per qualche ragione non meglio specificata si è ritrovato nelle retrovie. Con il ritiro del compagno di squadra, Ickx ha chiuso quarto, precedendo la Brabham di Sir Jack nonché la BRM di Pedro Rodriguez.
Quella di Stewart è considerata una delle migliori performance della storia sotto la pioggia, specie alla luce del fatto che addirittura ha gareggiato con un polso fratturato, ma solo dai puristi. Per il comune Tifoso Medio(C), dato che ci sono soltanto video di breve entità facilmente reperibili, questa gara non esiste.

venerdì 25 agosto 2023

Le sette vittorie consecutive di Ascari, parte 1/2: Belgio, Francia, Gran Bretagna, Germania 1952

Con il recente dominio della Redbull e di Max Verstappen, si è dibattuto di recente di quante gare consecutive abbia vinto Alberto Ascari tra il 1952 e il 1953 così come quante ne abbia vinte esattamente la Ferrari che, come forse ricorderete, ha iniziato il mondiale 1952 vincendo con Piero Taruffi. L'evento successivo, tuttavia, non era il GP del Belgio, quanto piuttosto la Cinquecento Miglia di Indianapolis... alla quale Ascari ha preso parte con la Ferrari, partendo 19° e venendo classificato 31° in qualità di terzo ritirato.
L'universo di Indianapolis è sempre un po' a sé stante, ma faceva parte del mondiale di Formula 1, pertanto la striscia vincente è sicuramente iniziata dopo. Andiamo quindi a ripercorrere gli eventi che hanno portato Ascari a vincere sette gran premi di fila, record per decenni, ma ci sia adesso chi sostiene che debbano esserne conteggiati nove. Anche il fatto che se ne escano con questa teoria adesso e mai dieci anni fa andrebbe approfondito, forse, ma anche no, ci sono cose più interessanti da raccontare.
Andiamo quindi a vedere i fatti del 1952 (stagione dalla quale era assente Juan Manuel Fangio, campione in carica, a seguito di un infortunio in un incidente in un non championship event) e 1953, dove vedere equivale a immaginare, visto che non sono facilmente reperibili nemmeno video brevi per buona parte dei gran premi, quindi dobbiamo accontentarci di fonti scritte e cercare di capire cosa sia accaduto.

BELGIO - la Ferrari ha conquistato le prime tre posizioni in qualifica con Alberto Ascari (assente al GP della Svizzera perché impegnato a Indy), Nino Farina e Piero Taruffi per quella che è stata una gara bagnata, ma al via Jean Behra sulla Gordini sembra avere trollato tutti portandosi al comando. Superato da Ascari e Farina, è poi stato protagonista diversi giri dopo di un contatto con Taruffi che ha messo fine alla gara di entrambi, mentre Ascari e Farina sarebbero giunti 1/2.
La Gordini ha comunque conquistato un risultato prestigioso con il terzo posto di Robert Manzon, autore di un sorpasso sulla Cooper di Mike Hawthorn, relegato al quarto posto a precedere l'HWM di Paul Frère, quinto classificato e ultimo pilota a punti.
Piccola curiosità: il primo ritirato della gara era stato Stirling Moss sulla ERA, partiva decimo e sembra abbia recuperato varie posizioni allo start, ma è uscito di scena prima ancora che la prima tornata fosse completata a causa di un guasto al motore.

FRANCIA - se per la gara di Spa Francorchamps tutto sommato si trovano informazioni, non si hanno molte notizie su che cosa sia accaduto a Reims, forse perché la gara di per sé potrebbe essere stata meno movimentata.
Ancora Ascari/ Farina/ Taruffi erano davanti a tutti in qualifica e ancora una volta Taruffi viene dato come in lotta con le Gordini di Manzon e Behra. Quest'ultimo è precipitato dopo una manciata di giri nelle retrovie (risalendo in seguito di varie posizioni), pare a causa di un incidente, mentre Manzon ha chiuso la gara in quarta piazza come best of the rest e Maurice Trintignant su Simca/Gordini a portarsi a casa l'ultimo punto disponibile.
Per Ascari, che ha fatto anche giro più veloce e non ha mai lasciato la testa della gara, si tratta del primo grand chelem, mentre la Ferrari per la prima volta ha conquistato un intero podio.

GRAN BRETAGNA - la sorpresa di Silverstone è stato Farina che ha battuto Ascari per la pole, venendo tuttavia superato fin dallo start dal compagno di squadra. Taruffi, terzo sulla griglia, ha perso posizioni in partenza a vantaggio di due Connaught - team che faceva il proprio esordio in Formula 1 proprio in quel gran premio - guidate da Dennis Poore e Ken Downing, per poi rimontare e risalire terzo.
Farina ha accusato problemi tecnici e ha dovuto effettuare diversi pitstop uscendo fuori dalla zona punti (sesto al traguardo) con Ascari e Taruffi a fare doppietta. Il gradino più basso del podio se l'è aggiudicato Hawthorn, mentre Poore è giunto quarto davanti a uno dei suoi compagni di squadra, Eric Thompson. Poore avrebbe gareggiato anche a Monza, mentre per Thompson è stata l'unica presenza in Formula 1.

GERMANIA - la quarta vittoria consecutiva è arrivata al Nurburgring, dove Ascari è tornato in pole precedendo Farina, le Gordini di Trintignant e Manzon, Taruffi nonché un'altra Ferrari ma non ufficiale, dell'Ecurie Espadon, al volante Rudi Fischer.
In questa occasione Ascari ha mantenuto la prima posizione al via, mantenendola, seguito da Farina e Taruffi, con il trio Ascari/ Farina/ Taruffi nelle prime tre posizioni, seguiti da Fischer e Manzon. Il pilota della Gordini è stato tuttavia costretto al ritiro quando una ruota si è staccata dalla sua monoposto, scena catturata dalle telecamere e finita nel video di due minuti di highlight che ho avuto modo di vedere.
Taruffi è stato costretto a rallentare nel finale a causa di un guasto a una sospensione, scivolando quarto dietro a Fischer, ma precedendo il quinto classificato Behra, entrato a punti dopo il ritiro del compagno di squadra. Il podio è stato quindi Ascari/ Farina/ Fischer, con Ascari che a due giri dalla fine ha dovuto effettuare una sosta, uscendo alle spalle di Farina, ma superandolo prima che il penultimo giro fosse terminato. Ciò fa sì che abbia di fatto leaderato ogni singolo giro, guadagnandosi un altro grand chelem.
Con due gran premi ancora mancanti, Ascari è diventato campione del mondo, ma la sua serie di vittorie era ben lontana dall'essere terminata: mancavano ancora i GP di Olanda e Italia in quel mondiale 1952, curiosamente le stesse location dei prossimi due fine settimana. Stay tooned, perché la seconda parte di questa serie di vittorie in successione sarà narrata in tempi molto brevi!

giovedì 24 agosto 2023

24.08.2003 - la prima vittoria di Alonso

Buongiorno a tutti e buon giovedì 24 agosto 2023. Oggi vi porto a fare un viaggio nel 2003, nello specifico parlandovi dell'exploit della Renault e di Fernando Alonso all'Hungaroring. Prima, però, credo sia opportuno narrarvi anche il precedente GP di Germania, disputato tre settimane prima a Hockenheim, in un momento di grande splendore per la Williams: Juan Pablo Montoya e Ralf Schumacher erano infatti appaiati in prima fila. La Renault aveva "solo" il quarto tempo con Jarno Trulli alle spalle della Ferrari di Rubens Barrichello, ma anche favorito da una carambola in partenza il pilota abruzzese si è portato subito in seconda posizione alle spalle di Montoya, seguito da Alonso che era partito ottavo. Il fattaccio è accaduto quando Ralf Schumacher, Rubens Barrichello e Kimi Raikkonen - quinto in griglia - sono arrivati affiancati in un posto in cui in tre non si stava e si è scatenato un macello con tutti e tre out e il conseguente ingresso della safety car.
Ci hanno rimesso anche piloti di centro/fondo gruppo: sono venuti a contatto Ralph Firman su Jordan e Heinz-Harald Frentzen su Sauber, entrambi costretti al ritiro, mentre Justin Wilson* se l'è cavata con danni di lieve entità. Era il suo primo gran premio alla Jaguar dove aveva rimpiazzato in corso d'opera Antonio Pizzonia, mentre il suo posto in Minardi accanto a Jos Verstappen l'aveva preso Nicolas Kiesa.

Michael Schumacher, settimo in griglia, si è accodato alle Renault, seguito poi dalla McLaren di David Coulthard e dalla Jaguar di Mark Webber... che poi pare essersi un po' perso per strada tanto che in seguito al posto che era stato suo c'erano le Toyota di Olivier Panis e Cristiano Da Matta, Toyota su una strategia a tre soste anziché due, esattamente come Montoya.
Il leader della gara è riuscito a distanziare gli inseguitori grazie alla vettura più leggera, tanto da avere tempo per rientrare e uscire di nuovo in testa, mentre le Renault si tenevano dietro M.Schumacher e Coulthard in trenino, almeno finché il ferrarista non è riuscito a sopravanzare Alonso approfittando di un suo errore. Il pilota della McLaren, fermandosi per ultimo ai box in occasione della prima sosta, ha passato Alonso di overcut portandosi quarto.
Con l'ultimo giro di pitstop completato, Montoya viaggiava verso la vittoria, mentre Trulli iniziava ad avere un ritmo non ottimale causa problemi di motore, tanto che si è ritrovato di nuovo M.Schumacher negli scarichi con Coulthard al suo seguito ed è uscito perdente dal duello con entrambi.
Schumacher, però, nel duello con Trulli aveva avuto una breve uscita sull'erba, danneggiando una gomma, che si è forata poco dopo, riuscendo ad andare ai box ma perdendo diverse posizioni a vantaggio di Coulthard e Trulli a podio, oltre che di Alonso, Panis e Da Matta, chiudendo la gara settimo davanti alle B.A.R. di Jenson Button (ultimo pilota a punti) e Jacques Villeneuve.

In Ungheria, dove ha fatto l'esordio il pilota di casa Zsolt Baumgartner al posto di Ralph Firman rimasto infortunato in un incidente nelle prove libere, la Renault reduce dal terzo e quarto posto in Germania ha dato una zampata piuttosto decisa: Alonso si è procacciato la pole davanti a Ralf Schumacher, un sorprendente Webber, Montoya, Barrichello, Trulli, Raikkonen e Michael Schumacher.
La partenza è stata abbastanza tranquilla, solo le Williams partite un po' al rallenty, poi Ralf anche in testacoda, ma da solo, senza fare danni, limitandosi a ritrovarsi nelle retrovie. Alonso aveva mantenuto la testa della gara e Webber era salito al secondo posto. Potete chiaramente immaginare cosa sia successo a quel punto: con una Jaguar seconda e poche opportunità di sorpasso, c'era il rischio di avere vetture imbottigliate dietro alla suddetta Jaguar.
Barrichello ci ha provato, a superarlo, ma un taglio di chicane l'ha costretto a ridargli la posizione e, approfittando della situazione, Raikkonen e Trulli l'hanno passato, relegandolo quinto davanti a Coulthard, Michael Schumacher e Montoya. La gara di Barrichello sarebbe tuttavia terminata nel corso del secondo stint, quando gli si è staccata la ruota posteriore sinistra ed è andato a finire nelle barriere.

Tutti i piloti erano su una strategia a tre soste e Webber ha finito per perdere una posizione o due in occasione di ogni sosta, ma riuscendo a rimanere abbondantemente in zona punti. Il più giovane degli Schumacher Bros stava nel frattempo andando avanti senza alcun problema, ha superato il fratello nel corso del secondo stint, poi Webber quando se l'è ritrovato davanti, infine portandosi quarto alle spalle di Montoya.
Mentre Alonso se la passava piuttosto bene, lo stesso non si poteva dire di Trulli, che aveva invece perso posizioni in occasione delle varie soste, ritrovandosi in settima piazza e finendo per subire il doppiaggio di Alonso. Era comunque in buona compagnia, dato che Fernando aveva appena doppiato Michael Schumacher, ottavo dopo una gara priva di colpi di genio, con una Ferrari che sembrava in netta difficoltà in quelle fasi del campionato.
Alonso ha vinto davanti a Raikkonen, Montoya, Ralf Schumacher, Coulthard, Webber, Trulli e Michael Schumacher a completare la zona punti, riportando la Renault alla vittoria che mancava dal 1983, quando la Renault era un altro team. Era la prima vittoria di Alonso in Formula 1 e per i tempi diventava il più giovane vincitore della storia. Era il 24 agosto 2003, oggi sono passati esattamente vent'anni da allora.


*: Wilson ci ha lasciati a seguito di un incidente in Indycar il 23 agosto, l'indomani  esattamente otto anni fa, il 24 agosto 2015. :-((((


mercoledì 16 agosto 2023

GP Germania 2001: quando Ralf Schumacher ha vinto in casa!

Era il 29 luglio, del ventesimo compleanno di Fernando Alonso, che con la Minardi nera si apprestava a partire dalla pitlane così come il compagno di squadra Tarso Marques. In prima fila c'erano le Williams di Juan Pablo Montoya e Ralf Schumacher, poi a seguire le McLaren e le Ferrari in alternanza - Mika Hakkinen, Michael Schumacher, David Coulthard e Rubens Barrichello - dopodiché le Sauber di Nick Heidfeld e Kimi Raikkonen. Pochi istanti dopo la partenza, Michael Schumacher che aveva lasciato regolarmente la propria casella della griglia, è rimasto pressoché fermo per un guasto al cambio, venendo schivato dalle vetture che sopraggiungevano, ma non da Luciano Burti. Il pilota della Prost, che aveva probabilmente la visuale ostruita dalle monoposto che lo precedevano, ha colpito violentemente il posteriore della Ferrari decollando e poi ricadendo sulla Arrows di Enrique Bernoldi, incidente che ha visto l'esposizione della bandiera rossa e il restart, anche Schumacher, Burti e Bernoldi con i relativi muletti.

Al secondo via non ci sono stati grossi intoppi se non qualche escursione nelle vie di fuga, con le Williams 1/2 e Michael Schumacher che si portava terzo superando Hakkinen. Nei giri iniziali Barrichello è stato visto duellare a lungo con Coulthard prima di superarlo e poi andare a prendere anche la quarta piazza di Hakkinen. Più leggero di Schumacher in quanto su una strategia a due soste, ha inoltre sopravanzato il compagno di squadra portandosi al momento terzo.
Hakkinen si è ritirato per un guasto dopo neanche un terzo di gara, mentre dopo la prima sosta Barrichello è tornato in pista quinto alle spalle di Coulthard, riuscendo a superarlo di nuovo dopo un altro duello. Intanto le Williams, a una certa distanza l'una dall'altra proseguivano la loro gara senza intopp-... ah, no. Montoya ha avuto un problema durante il rifornimento e perso varie posizioni, ritrovandosi quarto dietro a Ralf Schumacher e alle Ferrari, che comunque dovevano ancora andare ai box.

Poi sono arrivati tre colpi di scena in successione e la top-5 decimata da guasti al motore: Michael Schumacher, Montoya e Coulthard sono rimasti tutti a piedi nell'arco di poche tornate, mentre Barrichello in seconda posizione ha avuto una sosta lunga in occasione della seconda fermata, ritrovandosi a debita distanza da Ralf Schumacher. Era tuttavia secondo visti i numerosi piloti persi per la strada.
Le Sauber erano entrambe fuori, Heidfeld al via per un incidente con la Jaguar di Pedro De La Rosa, Raikkonen per un guasto. Era fuori l'altra Jaguar di Eddie Irvine, così come la Jordan di Jarno Trulli. In realtà tutte e due le Jordan erano ritirate, Ricardo Zonta protagonista di un incidente con Bernoldi che invece ha proseguito, mentre tra i "protagonisti" della prima partenza, poi Burti si è ritirato per incidente.
In sintesi, c'era la concreta possibilità per un pilota random di procacciarsi il podio, era un'occasione d'oro... anzi no, di più, era un'occasione di platino. HABEMUS B.A.R.!!!111!!!1111!!!11!!


Mentre Ralf Schumacher veniva applaudito dal fratello ancora in giro in tuta nonostante fosse fuori dalla monoposto da qualcosa come tre quarti d'ora e Barrichello si piazzava secondo a debita distanza, Jacques Villeneuve si classificava al terzo posto, precedendo le Benetton di Giancarlo Fisichella e Jenson Button - con Fisi in grado di mantenere la posizione nonostante un giro per i prati verso fine gara - e la Prost di Jean Alesi. Purtroppo Olivier Panis sull'altra B.A.R. non ha conquistato punti, settimo davanti alle Arrows che viaggiavano in coppia con Bernoldi uscito vincente da un duello con Jos Verstappen. Solo dieci vetture vedevano la gloria del traguardo e l'ultima era la Minardi di Alonso.


domenica 13 agosto 2023

GP Germania e Austria 1972: Fittipaldi in viaggio verso il titolo

Carissimi lettori e buon 13 agosto 2023, oggi vi porto a fare un viaggio all'epoca dei very uominy, nello specifico nel 1973, cinquant'anni fa. Vi racconterò nello specifico il GP di Germania e il GP d'Austria, che si sono svolti rispettivamente il 30 luglio e il 13 agosto, quindi di quest'ultimo ricorre l'anniversario, ragione per cui ho deciso di far uscire questo post proprio oggi. Della gara al Nurburgring sono riuscita a trovare solo due brevi video, uno di tre minuti e uno di un minuto e mezzo, mentre di quella a Zeltweg ho trovato un video più lungo, della durata di circa sei minuti, con una breve sintesi del gran premio. Per fortuna siamo in un'epoca della quale ci sono cronache scritte abbastanza approfondite, quindi potrò essere abbastanza esaustiva.

GP GERMANIA - c'erano tre Ferrari, guidate da Jacky Ickx, Clay Regazzoni e Arturo Merzario, con Ickx che scattava dalla pole position. Precedeva la Tyrrell di Jackie Stewart e la Lotus di Emerson Fittipaldi, con Ickx che ha mantenuto la prima posizione alla partenza. La March di Ronnie Peterson si è inserita al secondo posto, con Fittipaldi a seguire precedendo Regazzoni e Stewart.
Ickx ha allungato, Fittipaldi si è portato in seconda posizione ritrovandosi inseguito da vicino da Peterson, mentre tenevano a distanza il duo Regazzoni/ Stewart, che ha successivamente recuperato posizioni approfittando di un testacoda di Peterson che si è ritrovato quindi in quinta piazza. Il successivo ritiro di Fittipaldi per un problema al motore(?) con tanto di fiamme ha fatto risalire Regazzoni e Stewart al secondo e al terzo posto.
Mentre Ickx ha continuato senza problemi tenendo tutti a distanza, Regazzoni e Stewart sono venuti a contatto all'ultimo giro con lo scozzese costretto al ritiro. Clay ha proseguito conquistando la seconda piazza, ma pare venendo fortemente criticato da Stewart e dalla stampa.
Peterson ha conquistato il terzo posto grazie al ritiro di Stewart, mentre la zona punti è stata completata da Howden Ganley (BRM), Brian Redman (McLaren) e Graham Hill (Brabham) a contemplare la zona punti. Non è chiaro cosa sia successo a Merzario, risulta essere scivolato dal decimo al tredicesimo posto in finale di gara.

GP AUSTRIA - la Ferrari stavolta ha portato solo due vetture, ma bastavano e avanzavano dato che entrambi i piloti sono stati costretti al ritiro per problemi tecnici. Regazzoni si è qualificato in seconda posizione alle spalle di Fittipaldi, per poi superarlo al via, ma con Stewart che si è portato in testa. Persa la posizione nei confronti di Fittipaldi, il problema è avvenuto mentre era in terza piazza, mentre Ickx, partito da una posizione più arretrata, era invece oltre top-ten al momento del ritiro.
Stewart è rimasto in testa per poco meno di metà gara, poi ha iniziato ad avere dei problemi. È stato superato da Fittipaldi e poi ha perso ulteriori posizioni, tanto che in corso d'opera è scivolato fuori dalla zona punti classificandosi in settima posizione, il tutto mentre Fittipaldi andava a conquistare la vittoria allungando in classifica.
Le McLaren di Hulme e Revson hanno concluso nelle posizioni più basse del podio mentre la zona punti è stata completata da Mike Hailwood (Surtees), Chris Amon (Matra) e Howden Ganley. La McLaren si portava al secondo posto in classifica costruttori dietro la Lotus, mentre la Tyrrell pagava i problemi avuti nelle ultime due gare sia da Stewart sia dal suo compagno di squadra François Cevert.

lunedì 7 agosto 2023

Stagione 1966 - parte 3/5 [GBR, NED, GER]: l'ascesa della Brabham e una spiacevole svolta

Carissimi lettori, nella prima puntata dedicata al mondiale 1966 vi ho raccontato il GP di Montecarlo e le contaminazioni con il cinema (le riprese del film "Grand Prix"), mentre nella seconda ho parlato del Belgio con l'incidente di Jackie Stewart e il successivo GP di Francia, con John Surtees al volante della Cooper dopo avere lasciato la Ferrari con la quale aveva vinto la gara precedente. In Francia ha vinto Jack Brabham a bordo della vettura del proprio team, si trattava della prima vittoria per la Brabham come costruttore ed era solo la prima di una lunga serie, dato che Sir Jack avrebbe vinto anche i tre gran premi seguenti disputati in Gran Bretagna, Olanda e Germania, rispettivamente sui circuiti di Brands Hatch, Zandvoort e Nurburgring. Quest'ultimo evento è stato uno di quelli tragici e si svolgeva il 7 agosto, di conseguenza oggi è anche l'anniversario di quello sventurato evento.

Gran Bretagna: per la prima volta da quando è iniziata la stagione ci sono finalmente venti vetture al via, però nessuna di esse è una Ferrari. La Scuderia di Maranello, infatti, ha deciso di non partecipare al gran premio in segno di solidarietà con uno sciopero degli operai metalmeccanici che si stava svolgendo in quei giorni in Italia (così riporta la pagina inglese di Wikipedia, quantomeno).
La pole position è andata a Brabham, che ha preceduto il compagno di squadra Denny Hulme, mentre seguivano Dan Gurney (Eagle), Graham Hill (BRM) e Jim Clark (Lotus) nelle prime cinque posizioni della griglia. Brabham ha conservato la prima posizione al via, anche se le cronache scritte accennano a un suo breve e fugace duello con Hill prima che arrivassse la pioggia, mentre in seguito si è installato inizialmente in seconda posizione Jochen Rindt (Cooper), al quale è poi succeduto il compagno di squadra Surtees. Gurney frattanto si è ritirato a causa di un guasto al motore.
In un secondo momento, tuttavia, Hulme è tornato in auge ed è stato lui a classificarsi secondo, facendo doppietta insieme a Brabham: i due hanno staccato notevolmente tutti i piloti che li seguivano e Hill ha concluso sul gradino più basso del podio precedendo Clark. Mentre Surtees è stato costretto al ritiro, Rindt è invece arrivato quinto, mentre l'ultimo punto se l'è aggiudicato, arrivando sesto, Bruce McLaren a bordo di una vettura della propria scuderia.

Olanda: la Ferrari è tornata, con Lorenzo Bandini e Mike Parkes al volante, quest'ultimo si è anche classificato in quinta posizione nelle qualifiche. Brabham e Hulme hanno fatto 1/2 in qualifica, mentre dietro di loro si è qualificato Clark in terza posizione precedendo Gurney. Diciotto vetture avrebbero dovuto prendere il via, stavolta, ma McLaren non è riuscito a schierarsi a causa di un guasto al motore.
Non ci sono cronache scritte molto approfondite degli eventi di gara, ma quello che è certo è che Clark è stato il principale avversario di Brabham in questo gran premio, lottando con lui per la prima posizione e in realtà occupandola per tutto il tratto centrale della gara (di fatto è stato il pilota con il maggior numero di giri percorsi in testa) prima di essere costretto a una sosta ai box a causa di un problema tecnico che gli ha fatto perdere molto tempo.
Il pilota scozzese ha quindi dovuto accontentarsi di concludere in terza posizione, mentre Brabham ha vinto e Graham Hill si è classificato al secondo posto. Ci sono stati diversi ritiri, nel corso della gara, tra cui quelli di Rindt e Parkes a causa di incidenti, poi Gurney, Hulme e Surtees a causa di problemi tecnici. Jackie Stewart e Mike Spence sulle BRM invece hanno portato a termine la gara, classificandosi quinto e sesto, mentre la Ferrari ha visto la luce della zona punti con il sesto posto di Bandini.

Germania: di nuovo gara bagnata come in Gran Bretagna, stavolta Brabham ha portato a casa una quarta vittoria dietro fila, stavolta dopo un lungo duello con Surtees che l'ha seguito molto da vicino fintanto che un problema tecnico non l'ha portato a dovere desistere e accontentarsi della seconda piazza, con il compagno di squadra Rindt che completava il podio. Hill, Stewart e Bandini hanno completato la zona punti, dopo il ritiro di Gurney che al momento si trovava in quarta posizione, nelle fasi conclusive dell'evento. Clark, che partiva dalla pole, ha perso alcune posizioni al via per poi ritirarsi pochi giri dopo per incidente, probabilmente favorito da un'errata scelta di gomme.
Questa, in sintesi, è stata la gara dei big, ma purtroppo per presentarvi un po' il risultato ho filtrato molto gli eventi, quindi parliamo di John Taylor. Innanzi tutto, c'erano ventinove entries, di cui undici erano delle Formula 2, messe per riempire il circuito più lungo del mondiale. Di queste Formula 2, nove hanno visto la luce della partenza, facendo sì che ci fossero ventisette vetture totali in pista. Diversamente da quanto accaduto in altri momenti, la griglia è stata stilata dalle posizioni effettive conquistate in qualifica, e non mettendo le Formula 2 in fondo.
Tra i piloti di Formula 2 c'erano anche nomi che sarebbero divenuti alquanto altisonanti: Jacky Ickx, Jean-Pierre Beltoise, Pedro Rodriguez... Ickx era il migliore dei piloti F2 in griglia, sedicesimo. Scattava invece venticinquesimo Taylor su una Brabham privata, una Formula 1.

Era il primo giro quando Taylor ha cozzato violentemente contro la vettura di Ickx. Non ci sono inquadrature dell'incidente, ma solo quelle di una nuvola di fumo che si alzava in lontananza. Era il 1966 quindi non importava se un'auto stava andando a fuoco, la gara continuava così come se niente fosse. Non sono molto chiare le dinamiche dell'incidente, tutto ciò che è certo è che la vettura di Taylor stava andando a fuoco, lasciando il pilota con gravi ustioni.
Era il suo quinto gran premio di Formula 1 in carriera, avendo debuttato nel GP di Gran Bretagna ddel 1964, per poi tornare in Formula 1 nel 1966 a partire dal GP di Francia, nel quale si era qualificato sesto ottenendo il suo unico punto nella massima categoria. Tra il 1963 e il 1966 inoltre aveva disputati diversi gran premi non championship, con miglior risultato un quinto posto ad Aintree nel 1964.
Non sarebbe sopravvissuto alle ustioni riportate nell'incidente e sarebbe deceduto l'8 settembre 1966, quattro giorni dopo rispetto al gran premio successivo, quello di Italia. Erano passati solo due anni dal precedente incidente mortale in Formula 1, quello di Carel Godin de Beaufort sempre al Nurburgring.