martedì 31 luglio 2012

Pic vs. Glock: l’Hamilton e l’Alonso dei poveri / Ungheria 2012 vs. Ungheria 2007


Ci sono tante cose di cui si potrebbe parlare, come ad esempio del fatto che si è finalmente scoperto cos’è accaduto sulla griglia di partenza del gran premio d’Ungheria due giorni fa. Ebbene l’arcano è stato svelato: la “falsa partenza” è stata dovuta al fatto che nonno Schumiiii aveva sbagliato piazzola sulla griglia di partenza, posizionandosi in quella della 19^ posizione invece che della 17^. Esprimo tutta la mia comprensione a Pino Allievi e company che, non potendo comparire a “Pole Position” fino al prossimo settembre, non potranno discutere dell’argomento per ore. Una cosa simile a quella capitata a Schumacher stavolta peraltro capitò anche a Eddie Irvine nel gran premio d’Australia del 1993, giusto per onore di cronaca... dato che me ne ricordavo ho preferito aggiungere a questo post un’altra informazione che nulla ha a che vedere, perché come avrete notato dal titolo è di Pic e Glock che devo parlare, in attesa del post di fine stagione completamente dedicato a Charles Pic.
Questo infatti dicevo nel post delle mie previsioni per il futuro:

Se non se ne verificheranno almeno 6 su 10, a fine stagione mi auto-sanzionerò costringendomi a:
1) aprire un post dedicato a Charles Pic;
2) non nominare la Pacific, la Simtek, l’Andrea Moda e la Lola Mastercard per dieci giorni consecutivi;
3) rivedermi il gran premio di Indianapolis 2005 e scriverne una cronaca di almeno due pagine Word che posterò sul blog.

6 su 10 non potranno mai verificarsi, dato che i primi cinque punti non sono stati riscontrati nella realtà:
1) entro la fine di luglio la Lotus vincerà un gran premio (io NON credo in Grosjean, ma non lo escludo al cento per cento).
2) sempre entro la fine di luglio, vedremo sul podio almeno un pilota di una scuderia motorizzata Mercedes al di fuori della McLaren (per intenderci: salirà sul podio almeno un pilota della Mercedes o della Force India).
3) ancora entro la fine di luglio in almeno un’occasione entrambe le HRT si qualificheranno davanti a entrambe le Marussia.
4) sempre entro la fine di luglio entrambe le Caterham batteranno entrambe le Toro Rosso in una qualifica.
5) Webber perderà posizioni (almeno una) alla partenza del gran premio di Gran Bretagna, che peraltro è sempre più vicino.

Fantastico, devo dire che a fare pronostici ci ho visto bene quasi quanto Grosjean in partenza! Considerando che le altre cinque previsioni riguardano una vittoria da parte di un altro team che non sia nemmeno la Lotus, altri due piloti che vinceranno la loro prima gara in carriera, un pilota Williams sul podio, la Caterham a punti e Massa vincitore di un gran premio, credo proprio di essere vicina a uno 0 su 10.
Va beh, andiamo avanti che tutto ciò non c’entra nulla.

E dopo una lunga introduzione in cui stranamente non ho tirato in mezzo né Taki Inoue né Alex Yoong (ma li ho nominati ora quindi siamo a posto XD) mi appresto finalmente a chiedervi: VI RICORDATE COS’ACCADDE AL GRAN PREMIO D’UNGHERIA 2007, NELLE QUALIFICHE?
Sì, parlo proprio del rallentamento di Alonso ai danni di Hamilton, o del rallentamento di Hamilton ai danni di Alonso, sinceramente non ho ancora ben capito dopo cinque anni che cosa successe, dato che quel giorno non guardai le qualifiche perché ero al mare e sembrava che in nessuno degli stabilimenti balneari che ricercai accuratamente per due chilometri di spiaggia nessuno avesse un televisore acceso sintonizzato sulle qualifiche. O.O
Ebbene, quest’anno nelle qualifiche del gran premio d’Ungheria ci siamo ritrovati di fronte a un nuovo caso di rallentamenti tra compagni di squadra. Qualcuno si chiederà che caspita c’entrano Pic e Glock allora, appunto, ed è proprio questo il bello: è Glock che subito dopo il weekend ha pensato bene di comunicare al mondo che le sue qualifiche sono andate male sabato scorso perché è stato rallentato da Pic, e non è la prima volta che accadeva.

Quando ho letto la notizia non sapevo se prendermi la testa tra le mani o che cosa. Mi sono chiesta che cos’avesse fatto di significativo Glock dal 2008 in cui è arrivato in Formula 1, ho cercato di giudicarlo senza pregiudizi dovuti al fatto che la pioggia di Interlagos si fosse intensificata invece di calare, e poi mi sono ricordata che all’epoca in cui sembrava che grazie ai diffusori si potesse dominare il mondiale 2009 (Nakajima disponeva di una Williams con i diffusori e non fece neanche un punto, ma questo è un dettaglio privo d’importanza – così come non è importante lo stesso Kazuki Nakajima per il contesto di cui stiamo parlando) aveva ottenuto una pole position che si tradusse più o meno in un’ottava posizione in gara. Ho cercato di ricordarmi qualcos’altro su Glock e mi è venuto in mente l’abito a fiori che indossava la sua ragazza in quell’occasione in cui lui ebbe un incidente in gara, mi pare Germania 2008, e poi mio padre che comparendo davanti alla TV al momento del podio del GP d’Ungheria del 2008, indicando Kovalainen inquadrato prima del podio mi chiese “chi è quel biondino, Glock?”.
Ebbene se Glock è finito alla Marussia tutto sommato non è uno scandalo... eppure lì alla Marussia le cose sembrano non andare bene. Dopo un 2010 in cui è stato agevolmente davanti a Di Grassi e dopo un 2011 in cui è stato altrettanto agevolmente davanti a D’Ambrosio, si ritrova un compagno di squadra dall’aspetto da dodicenne e vagamente simile a Zac Efron, che però ultimamente glielo mette in quel posto. A quanto pare al caro e inutile Timo la cosa non sta bene... strano a dirsi, infatti, le dichiarazioni di cui ho parlato sono arrivate dopo che il suo compagno di squadra gli aveva dato quasi un giro di distacco.

Sinceramente come la penso? Beh, innanzi tutto direi che per la 22esima posizione sulla griglia di partenza e un 21esimo posto in gara non c’è alcun bisogno di scomodare la stampa. Ma tipo, limitarsi ad andare a dire a Pic di non rompere le palle, no? Adesso ci manca solo di sentire Glock via radio dire “It’s ridicolous” o cose del genere... naturalmente riferendosi al fatto che Pic gli stia davanti, perché se lo dicesse delle sue dichiarazioni avrebbe perfettamente ragione.

Mah... stiamo a vedere gli sviluppi. Peccato che, diversamente dal caso Alonso-Hamilton, non si stiano a scomodare quelli di StudioSport!

#WeBelieveInPic
#PicForTheWin
#PicForPresident
#LibertéEgalitéFraternité!
#ViveLaFranceEtPic!

lunedì 30 luglio 2012

#11 Commento al Gran Premio d'Ungheria 2012 (27-28-29 luglio)

Per stavolta ho deciso di cambiare lievemente il mio format di commenti. Sì, è vero, non c'è un format specifico, però in questa occasione ho deciso di rispolverare un mio vecchio metodo di commento che nel corso degli anni ho sperimentato soltanto qualche volta, ovvero di commentare la gara fatta da ciascun pilota... senza mettere voti, naturalmente, che sono un po' negata in tutto ciò. ^^

Bene, andiamo con i commenti... per evitare di complicare le cose, i piloti saranno elencati in ordine d'arrivo.

1. LEWIS HAMILTON - McLaren
Diciamo pure le cose come stanno: Gigino è stato autore di un weekend superbo. Sì, è vero, da un lato c'è l'ottimo passo della McLaren, ma dall'altro c'è anche che una sola delle due McLaren è stata portata a quei livelli, e che è stato proprio Lewis a portargliela. Poi in gara è riuscito a mantenere la leadership fino alla fine, nonostante la pressione di Raikkonen, meno arrugginito di quanto si sarebbe potuto pensare a inizio stagione. Inoltre Hammiiii è riuscito finalmente a superare i propri problemi nella gestione delle gomme. La cosa gli sarà utile se fosse vero il rumour che lo vuole in Mercedes al posto di Schumacher il prossimo anno. ;-)

2. KIMI RAIKKONEN - Lotus
Che dire, se non che Iceman si sta mostrando nel massimo del suo splendore? Magari non è stato così tanto sublime nelle qualifiche, dove Grosjean ha mostrato ancora una volta di potergli stare davanti, ma in gara, dove il singolo giro non è l'unico parametro che conta, è riuscito a mostrare la propria superiorità. E' un vero peccato che per ora non sia ancora riuscito a salire sul gradino più alto del podio. Se continua così, se lo merita eccome.

3. ROMAIN GROSJEAN - Lotus
Il weekend ungherese di Grosjean ha veramente del clamoroso: surclassa Raikkonen al sabato, è autore di un'ottima gara la domenica, in cui non fa incidenti in partenza almeno per una volta, e arriva sul podio, dietro a due campioni del mondo e tenendosi dietro tre campioni del mondo. E' veloce, lo ha dimostrato, ma questo lo sapevamo già. Se ogni volta fosse autore di gare simili potrebbe arrivare molto in alto. Il problema è appunto la sua elevata propensione all'errore, specie in partenza.

4. SEBASTIAN VETTEL - Redbull
La sua gara è un niente di speciale dall'inizio alla fine. Allo start si fa sfilare da Button, dietro al quale resterà per lungo tempo e di cui si libererà soltanto tramite pit-stop. Inutile dire che la cosa non mi entusiasma, ma evidentemente c'è chi pensa che, se è vietato superare fuori dalla pista, sia vietato farlo anche in pista... Se non altro riesce a chiudere al quarto posto e, a parte Raikkonen, a tenersi dietro tutti i piloti che già gli erano dietro in partenza. Ma appunto lo fa senza troppi meriti e senza troppi demeriti.

5. FERNANDO ALONSO - Ferrari
Giusto per restare in tema di chi non ha avuto troppi meriti ma neanche troppi demeriti... Partito sesto è arrivato quinto, ma senza conquistarsi chissà che cosa. E' stato autore di una partenza non proprio eccellente, dalla quale si è ripreso superando Raikkonen subito dopo... ma a parte questa azione, la sua gara non è stata niente che valga la pena di ricordare in futuro. Termina dietro a tutti i piloti che gli sono partiti davanti, con l'esclusione di Button, anche per via della diversa strategia di quest'ultimo.

6. JENSON BUTTON - McLaren
Se non altro si può dire che sia uscito dalla sua crisi, durante la quale era arrivato a lottare per la quindicesima posizione con la Caterham di Kovalainen, e peraltro prendendolo anche in quel posto. Ha sfruttato ottimamente un'indecisione di Vettel nelle fasi iniziali, ma purtroppo per lui la cosa non è che abbia fruttato più di tanto. Il fatto di essere su una strategia diversa rispetto a quella di Hamilton non ha contribuito molto al suo risultato, ma siamo sempre sulla serie "né meriti né particolari demeriti".

7. BRUNO SENNA - Williams
Oltre ad avere conquistato la top-ten sabato nelle qualifiche, evidentemente ha pensato bene di mandare in vacanza anzitempo il kamikaze che è in lui, riuscendo a portare a casa un risultato più che dignitoso, segnale incoraggiante per una Williams dai risultati un po' troppo oscillanti. E' notevole come abbia tenuto dietro Button per un certo tratto senza fare danni e come sia riuscito a evitare danni anche quando aveva dietro Webber. Credo che se lui e il compagno di squadra facessero gare su questo stampo più spesso, la Williams avrebbe decisamente più punti in classifica.

8. MARK WEBBER - Redbull
Credo di averlo ripetuto fino allo sfinimento, ma Webber è un pilota TROPPO incostante. Quando è davanti ed è la sua giornata fa gare eccellenti e sembra irraggiungibile, quando parte dietro talvolta fa rimonte eccellenti e quelli che gli stanno davanti sono tutt'altro che irraggiungibili... Ebbene, stavolta non era uno di quei casi. All'Hungaroring non si sorpassa? Beh, fino a prova contraria dicevamo lo stesso di Valencia, dove Webbiiii ha compiuto una delle sue migliori rimonte di questa stagione. Per il resto, dopo una pessima qualifica qui ha fatto il minimo che poteva fare. Ma almeno l'ha fatto, conservando la seconda posizione in classifica. Visto il margine di due punti su Vettel, di sette su Hamilton e di otto su Raikkonen, non credo resterà secondo a lungo...

9. FELIPE MASSA - Ferrari
Fa una brutta partenza, si ritrova da settimo a nono e in quella posizione rimane fino alla fine, dopo una gara abbastanza anonima. Contrariamente al solito, comunque, il suo distacco dal compagno di squadra al momento della bandiera a scacchi è di dodici secondi invece del minuto o giù di lì che ha di solito. Quantomeno stavolta era lì al primo giro e lì è rimasto, invece di perdere lentamente terreno e posizioni nel corso della gara.

10. NICO ROSBERG - Mercedes
Bisogna ammetterlo, guida la Mercedes più agghiacciante che si sia mai vista dalla scorsa stagione a Singapore. Siamo sicuri che sia la stessa macchina con cui ha vinto un gran premio qualche mese fa? No, perché ho qualche dubbio... Comunque bisogna ammettere per onore di cronaca che Nico non ha fatto neanche nulla di eccezionale per meritarsi qualcosa di più di quel punto che ha raccolto.

11. NICOLAS HULKENBERG - Force India
Onestamente credo che in questo weekend la Force India non potesse puntare a molto di più. Quindi il risultato di Hulk credo che ci stia eccome... ma da qui a definirlo un pilota dai risultati eccellenti a mio parere ce ne passa. Per quanto riguarda il confronto con Di Resta, non è un'undicesima posizione contro una dodicesima a cambiare le cose.

12. PAUL DI RESTA - Force India
Eccetto il fatto che in generale mi è sembrato un po' più affidabile di Hulkenberg, sia nel corso di questa stagione sia da quando si era visto in precedenza, la mia opinione su di lui relativa a questo gran premio non si discosta per niente da quella già espressa per Hulkenberg. Comunque Di Resta ha avuto anche un colpo di fortuna: uscire pressoché illeso dal suo incontro ravvicinato con il pilota di cui sto per parlare.

13. PASTOR MALDONADO - Williams
Veniamo subito al punto dolente: Maldonado ha dimostrato di essere veloce... il punto è che non è veloce soltanto sul giro, ma anche a mandare all'aria un potenziale buon risultato. Ha fatto un'ottima qualifica al sabato, ma già alla partenza della gara sono iniziati i problemi e si è ritrovato immediatamente al di fuori della top-ten. Poi, a completare l'opera, è andato addosso a Di Resta e si è beccato una penalità, forse un po' esagerata, è vero... ma ciò non toglie che senza quella cavolata avrebbe potuto cogliere di più, almeno stavolta che aveva una macchina discreta a disposizione.

14. SERGIO PEREZ - Sauber
Siamo di fronte a una delle gare in cui la Sauber ha dato il peggio di sé o sbaglio? Per un po' Perez lo si è visto, quando ha ritardato la prima sosta e si è ritrovato in lotta con piloti della top-ten. Poi, però, evidentemente la strategia non ha pagato, tanto che lo abbiamo ritrovato nelle retrovie, ormai lontano da ogni possibile buon risultato.

15. DANIEL RICCIARDO - Toro Rosso
E' stato autore di una gara abbastanza anonima in cui ha concluso come primo dei doppiati, ma ancora una volta è riuscito a mettersi dietro il compagno di squadra, cosa che di questi tempi sta accadendo sempre più spesso... a parte nelle qualifiche, in cui è stato proprio lui a rimanere escluso dalla Q2. Ma l'esclusione dalla Q2 non gli ha costato di arrivare dietro a Vergne.

16. JEAN-ERIC VERGNE - Toro Rosso
Più il tempo passa e più mi sto convincendo che la sua buona posizione nella gara inaugurale sia stata un fuoco di paglia. Successivamente non ha più mostrato nient'altro di significativo e spesso e volentieri arriva dietro a Ricciardo... Comunque io continuo a rimanere del mio parere: ma che cosa si erano fumati quelli della Toro Rosso quando hanno deciso di sostituire Buemi e Alguersuari? Cioè... entrambi! o.O Credo proprio sia stata una scelta sbagliata, seppure nessuno dei due mi sembrasse esattamente un fenomeno.

17. HEIKKI KOVALAINEN - Caterham
Ultimo dei piloti doppiati a cavarsela con un solo giro, Kovaaaa ancora una volta si è dimostrato il più veloce tra i piloti dei "nuovi team", ottenendo quello che è stato un risultato di tutto rispetto, soprattutto tenendo conto della presenza di un pilota di un team ben più prestante alle sue spalle. Io rimango del parere che, se in un top-team Kovaaaa poteva essere un po' fuori luogo, in un team migliore della Caterham, di medio livello, non sfigurerebbe affatto.

18. KAMUI KOBAYASHI - Sauber
Mi verrebbe da chiedermi che abbia combinato per finire così indietro e a due giri di distacco da Hammiiii. Purtroppo al momento non sono in grado di darmi una risposta, se non che, dopo il quarto posto di Hockenheim mi aspettavo ben altro risultato da parte sua.

19. VITALY PETROV - Caterham
Di Petrov alla Caterham si può dire una cosa sola: è più lento di Kovalainen e gli arriva costantemente dietro. Ciò nonostante, proprio come Kovalainen, sembra non avere difficoltà a portare la vettura al traguardo ben più avanti delle Marussia e a evitare i casini. Continuo a sperare in una gara anomala in cui o lui o Kovaaaa riescano finalmente a portare alla Caterham il primo punto.

20. CHARLES PIC - Marussia
Quest'uomo ha fatto qualcosa di straordinario. Ehm, volevo dire, questo BAMBINO ha fatto qualcosa di straordinario. U.U Si è qualificato davanti a Glock e in gara lo ha staccato di oltre un minuto (a un certo punto ho letto nei distacchi che Glock era a 78 secondi da Pic!)... Dopo Hamilton, Raikkonen, Grosjean e Senna è l'unico altro pilota a cui mi sento veramente di fare i complimenti per il risultato.

21. TIMO GLOCK - Marussia
Lontano tre giri da Hamilton, lontano quasi un giro da Pic... credo che quest'ultima cosa sia la più preoccupante di tutte. La Marussia ha i suoi limiti, ma credo proprio che anche Glock in questa gara di limiti ne abbia avuti parecchi.

22. PEDRO DE LA ROSA - HRT
Credo che nonno Pedro sia l'unica cosa positiva della presenza della HRT. La differenza tra lui e Karthikeyan c'è e si vede. Seppure nonno Pedro non sia mai stato uno dei migliori piloti in pista, credo che meritasse comunque qualcosa di più di una vettura del genere. Che dire, anche lui è uno di quelli che spero possano avere qualche soddisfazione un giorno, anche se una HRT in zona punti sarebbe un evento fuori dal normale.

RIT. NARAIN KARTHIKEYAN - HRT
Si è ritirato per problemi tecnici quando la gara era ormai finita, quando era stabilmente ultimo e quando non aveva più la benché minima speranza - se mai ne ha avuta una - di poter battere il compagno di squadra. Mi sforzo di cercare qualcosa di positivo in lui e non ci riesco, oltre al fatto che è un personaggio pittoresco... Ah, no, una cosa positiva c'è: diversamente da altri paracarri che si sono visti in Formula 1, almeno ha una vaga idea di come si fa a rimanere in pista e a non centrare puntualmente le vetture degli avversari. Comunque una nuova Indianapolis 2005 farebbe al caso suo.

RIT. MICHAEL SCHUMACHER - Mercedes
Una nuova Indianapolis 2005 non farebbe comodo solo a Karthyyyy in effetti... Comunque il weekend di nonno Michael è stato alquanto agghiacciante: incidente sotto la pioggia venerdì, qualifica orrenda sabato (la Mercedes non c'era, ma forse non c'era del tutto nemmeno lui), spegne il motore sul via, parte dai box, rientra un giro dopo e si becca una penalità per eccesso di velocità nella pit-lane... poi scompare nel nulla dopo avere superato i "nuovi team", almeno fino al momento in cui va a parcheggiare ai box.

MAZZONI & COMPANY
I telecronisti perdono colpi, specie in ambito gossip. Gli altri anni l'ultima gara prima della pausa estiva raccontavano in lungo e in largo come avrebbero passato le vacanze i vari piloti, quest'anno nemmeno una parola in proposito. Per giunta domenica 29 era il compleanno di Alonso e Mazzoni ne ha parlato soltanto durante il podio! O.O Si è salvato in extremis, quando ormai rischiavano di perdere l'etichetta di fonte interminabile di gossip dei piloti, mentre Webber cercava disperatamente e invano di recuperare una posizione su Senna. Argomento che ha coronato il momento è stato Charlotte, la fidanzata inglese di Senna, che è stata inquadrata ai box della Williams (ma questo cambia tre fidanzate all'anno? o.O l'anno scorso stava con la sorella di Grosjiiiii - MAZZONI, POSSIBILE CHE NON L'HAI MAI DETTO NEANCHE UNA VOLTA?! O.O)... Infine sono stati inquadrati il padre di Hamilton e la moglie, cosa che Mazzoni ha puntualmente riferito. Ma non ci ha parlato del fatto che è stato il manager di Di Resta... ç_ç Va beh, consoliamoci: Grosjean è nato a Ginevra, ha cittadinanza francese nonostante le origini svizzere e suo padre è un avvocato. Sì, però oltre a tutto questo Grosjean ha lavorato in banca e Mazzoni si è guardato bene di ripeterlo per la milionesima volta...

domenica 29 luglio 2012

Una delle citazioni più epiche di tutti i tempi


Direttamente dal forum F1GC ecco una grandiosa citazione da parte di _KiMi_ a proposito delle notizie improbabili di mercato piloti che vorrebbero chiunque come sostituto di Massa il prossimo anno.

"Beh facciamo che la Ferrari n.6 è l'arca di Noè e ci mettiamo sopra tutti quanti!

Ci sono Pic e Glock e poi c'è anche Karthy, un piccolo Irvine, Chiellini col suo naso, Chandy, Senna e Mazzacane, manca solo Pastor, no ci siamo scordati anche Fisichellaaaaaa

Ci sono Salo e Vettel e poi c'è anche Kimi, e sono tutti biondi!
C'è anche Kovalainen e poi Hakkinen il vecchio, ma Schumi corre ancora, ma ha un capello bianco e non può salireeeeee

E poi c'è lui, Alonso che ha il posto sicuro, Mazzoni e Capelli lo vantano ogni volta anche se si è già ritirato, ma lui vince comunque, solo perché addosso ha una tuta rossaaa"

Momento epico alla massima potenza!
Grande Gio!

Hamilton vince il gran premio d'Ungheria


Nel pomeriggio del 29 luglio è stata disputata l’undicesima gara di questo lungo campionato 2012, ultimo gran premio prima della lunga pausa estiva di oltre un mese.

Background
Hamilton scatterà dalla pole position, affiancato da Grosjean che per la prima volta in carriera ha conquistato la prima fila. Completano la top ten Vettel, Button, Raikkonen, Alonso, Massa, Maldonado, Senna e Hulkenberg. Tutti i piloti della top ten partono con gomme soft, scelta obbligata avendo utilizzato questa mescola nell’ultima sessione di qualifiche, mentre Webber, che si è classificato 11°, ha scelto di partire su gomme medie.

La cronaca e i fatti salienti
Al termine del giro di formazione si accendono luci gialle. Parte un nuovo giro di formazione e nel frattempo la vettura di Schumacher, che ha lasciato spegnere il motore, viene spinta nella pit-lane dalla quale partirà, complicando ulteriormente la propria gara, già compromessa dalla 17^ posizione conquistata in quella che per la Mercedes è stata la più difficile qualifica stagionale. Come da regolamento, per via del nuovo giro di formazione, il conteggio dei giri effettivi di gara viene portato a 69 invece dei 70 giri previsti.

VIA: Hamilton conserva la posizione, con Vettel che insidia Grosjean, che però riesce a mantenere la posizione, mentre Vettel si ritrova a dover affrontare l’attacco di Button che immediatamente lo supera. Abbiamo quindi Hamilton in testa, seguito da Grosjean, Button e Vettel, mentre quinto c’è Alonso che nel frattempo ha superato Raikkonen che è sesto. Dietro al finlandese troviamo Webber, autore di un’ottima partenza, seguito da Senna, che ha a sua volta superato alcune vetture in partenza, completano la top-ten Massa e Hulkenberg, con Rosberg e Maldonado a seguire.
2° giro: Schumacher rientra ai box per montare le gomme medie e torna in pista in ultima posizione. In questo pit-stop supera la velocità consentita nella pit-lane e subito dopo viene sanzionato con un drive-through.
Nella prima parte di gara le posizioni rimangono pressoché invariate, con Hamilton che inizia a staccare Grosjean, che a sua volta si fa un margine sugli inseguitori. Al 12° giro dai box comunicano via radio a Hamilton che deve cercare di portare più a lungo possibile il primo stint. Vettel nel frattempo sta iniziando a recuperare su Button, mentre Grosjean gira più veloce di Hamilton.
15° giro: ora Button ha ripreso a girare più veloce di Vettel, ma fa un errore e il margine che aveva costruito scende.
16° giro: Button è il primo tra i piloti della top-ten a rientrare ai box e monta le medie. Anche Hulkenberg e Maldonado vanno ai box per la prima sosta. Button torna in pista in 11^ posizione davanti alla Sauber di Perez. Al 17° giro fanno la prima sosta anche Senna e Rosberg.
18° giro: rientrano Vettel (che monta gomme soft) e Alonso, Vettel torna in pista alle spalle di Button, mentre Alonso è dietro anche a Perez. Lo supererà al 20° giro.
19° giro: va ai box Hamilton, che ritorna in pista in quarta posizione. I primi tre sono Grosjean, Raikkonen e Webber, ma tutti quanti devono ancora effettuare la loro prima sosta. Grosjean rientra infatti ai box nel corso della tornata successiva e esce alle spalle di Hamilton. Al 21° giro anche Raikkonen e Webber rientrano ai box, Raikkonen torna in pista davanti ad Alonso, mentre Webber si accoda allo spagnolo. Grosjean e Raikkonen, proprio come Vettel, hanno scelto di montare gomme soft, diversamente dagli altri piloti che effettuano il secondo stint di gara su gomme medie.
21° giro: Senna supera Perez per l’ottava posizione. Il messicano della Sauber un giro più tardi rientra ai box per la sua prima sosta. È il penultimo pilota, prima di De La Rosa, a effettuare la sua prima sosta.
23° giro: c’è meno di un secondo di distacco tra Alonso e Webber, ma lo spagnolo riesce a mantenere la posizione, con Webber che non è in grado di avvicinarsi abbastanza per tentare un sorpasso. Intanto, dal momento che tutti hanno effettuato la prima sosta, le posizioni della top-ten sono tornate in linea di massima ai piloti che le occupavano prima dei pit-stop: Hamilton, Grosjean, Button, Vettel, Raikkonen, Alonso, Webber, Senna, Massa e Rosberg.
30° giro: Grosjean, che sta girando più veloce di Hamilton, si porta a un secondo e due di distacco. Due giri più tardi abbassa il gap a meno di un secondo (0,8), ma fa un errore e rischia di finire sull’erba.
34° giro: Schumacher rientra ai box per la sua seconda sosta, dopo la prima avvenuta al secondo giro. Rientra in pista doppiato e lascia sfilare Button e Vettel che nelle fasi del doppiaggio della Marussia di Pic si erano avvicinati parecchio l’uno all’altro.
35° giro: Button torna ai box per montare le soft, che naturalmente non gli consentiranno di giungere fino alla fine della gara. Rientra in pista alle spalle di Senna. Vettel intanto sta guadagnando su Grosjean, ma il più veloce è Raikkonen.
39° giro: mentre Hamilton sembra avere qualche problema con la gestione delle gomme Vettel rientra ai box, monta gomme medie, ed esce davanti a Senna e Button, che stanno doppiando Petrov e Pic. Riuscirà successivamente ad incrementare il proprio gap nei confronti di Button, dal momento che quest’ultimo sembra non essere in grado di liberarsi della Williams che ha davanti.
40° giro: rientra ai box Grosjean, che torna in pista alle spalle di Alonso (che finora ha effettuato una sola sosta), e successivamente rientra anche Webber. Un giro più tardi Hamilton va ai box, con Raikkonen che ora è momentaneamente in testa alla gara e continua ad essere il più veloce, l’inglese rientra in pista davanti ad Alonso.
43° giro: Senna rientra ai box per la seconda sosta, lasciando pista libera a Button. Ritorna in gara in 9^ posizione.
44° giro: Alonso e Massa rientrano ai box uno dopo l’altro, Alonso rientra in pista in settima posizione dietro a Webber, Massa torna nono dietro a Senna.
46° giro: Raikkonen, che aveva accumulato 14 secondi di vantaggio su Hamilton e 19 su Grosjean, rientra ai box per il suo secondo e ultimo pit-stop. Monta gomme medie e quando rientra in pista è in lotta con Grosjean per la seconda posizione. Il finlandese con decisione rimane davanti al compagno di squadra. Button nel frattempo rientra ai box per la terza sosta e torna in pista dietro ad Alonso, con poco distacco nei confronti dello spagnolo.
48° giro: c’è un contatto tra Maldonado e Di Resta mentre il venezuelano tentava di superare lo scozzese. Non ci sono conseguenze per le vetture, ma Maldonado, riconosciuto colpevole della collisione, viene sanzionato con un drive through.
49° giro: Raikkonen si è portato a tre secondi da Hamilton. Un giro più tardi il gap scende a 1,6 secondi e a meno di un secondo al 52° giro.
53° giro: Grosjean fa un errore tagliando una chicane e perde un secondo del proprio vantaggio nei confronti di Vettel.
56° giro: Webber rientra ai box per la sua ultima sosta, torna in pista ottavo, alle spalle di Senna e davanti a Massa. Anche Vettel torna ai box tre giri più tardi, esce davanti ad Alonso, che tenta di attaccarlo, ma senza riuscire a sorpassarlo.
60° giro: Schumacher parcheggia ai box della Mercedes. È il primo ritirato della gara.
62° giro: ci sono soltanto sei decimi di gap tra Hamilton e Raikkonen. In ogni caso il finlandese non riesce a più a recuperare costantemente nei confronti del pilota della McLaren. Negli ultimi tre giri nel frattempo Vettel ha recuperato ben cinque secondi nei confronti di Grosjean, che ora sembra essere in difficoltà.
65° giro: Karthikeyan si ritira, parcheggiando la propria vettura a lato della pista. Vengono esposte bandiere gialle in quel tratto di pista e vi rimangono fino al termine della gara. Webber nel frattempo è vicinissimo a Senna, con un distacco di circa sei decimi. Alle spalle di Webber c’è Massa a circa un secondo e mezzo, con Rosberg decimo molto più indietro, è infatti staccato di circa quindici secondi dal brasiliano.
69° giro: inizia l’ultima tornata senza che vi siano stati colpi di scena. I distacchi tra un pilota e l’altro sono ormai stabili, l’unico che potrebbe ancora avere qualche possibilità di guadagnare una posizione sarebbe Webber, ma non c’è nulla da fare. Al momento della bandiera a scacchi le posizioni sono ancora invariate. Vince Hamilton, completano il podio Raikkonen e Grosjean, con la zona punti che viene completata da Vettel, Alonso, Button, Senna, Webber, Massa e Rosberg.

Il risultato


Dal punto di vista della classifica a questo importante punto della stagione Alonso mantiene una stabile leadership, salendo a 164 punti. Webber, secondo, è a 124, con Vettel che risale a 122, avvicinandosi notevolmente al compagno di squadra. Rispettivamente con 117 e 116 punti troviamo in quarta e quinta posizione Hamilton e Raikkonen. In apparenza il gap sembra molto elevato, da parte di Hamilton e Raikkonen, ma non bisogna dimenticare che un gap inferiore ai cinquanta punti con il sistema di punteggio attuale è paragonabile a un gap di meno di venti punti con il sistema che veniva utilizzato prima del 2010.

I top
A pari merito Hamilton, la Lotus e i piloti di questo team. Hamilton ha saputo gestire senza problemi la leadership in una gara che metteva a dura prova le gomme, cosa che in passato era il suo punto debole, mentre Raikkonen e Grosjean hanno portato a termine un’ottima gara. Grosjean è stato più convincente del compagno di squadra nelle fasi iniziali, si è un po’ perso dopo il sorpasso subito dal finlandese, ma comunque ha ottenuto un terzo posto molto importante. Raikkonen, partito un po’ a rilento all’inizio, ha in ogni caso recuperato molto nella parte centrale e sul finale, arrivando a lottare per la vittoria.
La Lotus ha senz’altro mostrato che, se continuerà così, potrà lottare per la prima posizione nel prossimo futuro.

I flop
Sicuramente la Mercedes e Schumacher posso concorrere per il titolo di flop del weekend. Le vetture tedesche si mostrano nettamente inferiori a quelle dei team avversari e non riescono superare la Q2. Schumacher ci mette del suo in gara, lasciando spegnere la vettura sul via e poco dopo superando la velocità consentita in pit lane.
Merita una menzione anche Maldonado: partito in top ten ha perso numerose posizioni già al via e ha completato l’opera andando a sbattere contro una Force India e beccandosi una penalità. Forse un drive through era esagerato, ma rimane comunque il fatto che la top-ten per Maldonado sarebbe stata sicuramente alla sua portata, in questa gara, se avesse fatto una buona partenza e se non avesse fatto quell’errore.

sabato 28 luglio 2012

Hamilton in pole all'Hungaroring


Dopo due qualifiche, a Silverstone e Hockenheim, disputate sotto la pioggia, finalmente all’Hungaroring abbiamo modo di assistere a una qualifica all’asciutto. Visti i tempi delle prove libere, in cui Hamilton ha ottenuto il miglior tempo sia nella prima sia nella seconda sessione del venerdì, e il secondo tempo alle spalle di Webber nella sessione del sabato mattina, le McLaren sembrano essere le favorite per conquistare quella che sarebbe la 150^ pole position nella storia del team inglese.

Nella prima sessione, priva di particolari colpi di scena, è appunto Lewis Hamilton a ottenere il miglior tempo. In questa sessione si vede l’uscita della Toro Rosso di Daniel Ricciardo, che per la prima volta non ha accesso alla Q2 in questa stagione, seguito dalle Caterham di Kovalainen e Petrov, dalle Marussia di Pic e Glock e infine dalle HRT di De La Rosa e Karthikeyan.
Anche nella seconda sessione è sempre Hamilton a imporsi, fa registrare il miglior tempo in una Q2 in cui Sauber e Mercedes dimostrano di essere in netta difficoltà. Ma i problemi non iniziano soltanto per Sauber e Mercedes, in quanto anche la Redbull di Webber non va oltre l’undicesima posizione, cosa che gli costa l’eliminazione. A seguire, dal dodicesimo al diciassettesimo posto, troviamo la Force India di Di Resta, la Mercedes di Rosberg, le Sauber di Perez e Kobayashi, la Toro Rosso di Vergne e la Mercedes di Schumacher. Accedono quindi alla Q3 le due McLaren, le due Ferrari, le due Lotus, le due Williams – è la prima volta che entrambe le Williams accedono alla Q3 in questa stagione – e infine la Redbull e la Force India superstiti.

In Q3 molti piloti scelgono di andare in pista soltanto sul finire della sessione, in quanto molti sono rimasti con un solo set di gomme morbide.
In ogni caso è ancora Lewis Hamilton a imporsi: il pilota della McLaren conquista la pole position davanti alla Lotus di Grosjean, per quella che sarà una prima fila inedita. Completano la top ten Vettel, Button, Raikkonen, Alonso, Massa, Maldonado, Senna e Hulkenberg.

I tempi delle qualifiche:
1.  Lewis Hamilton  McLaren  01:20.953
2.  Romain Grosjean  Lotus  01:21.366
3.  Sebastian Vettel  Red Bull  01:21.416
4.  Jenson Button  McLaren  01:21.583
5.  Kimi Räikkönen  Lotus  01:21.730
6.  Fernando Alonso  Ferrari  01:21.844
7.  Felipe Massa  Ferrari  01:21.900
8.  Pastor Maldonado  Williams  01:21.939
9.  Bruno Senna  Williams  01:22.343
10.  Nico Hülkenberg  Force India  01:22.847
Eliminati Q2:
11.  Mark Webber  Red Bull  01:21.715
12.  Paul di Resta  Force India  01:21.813
13.  Nico Rosberg  Mercedes  01:21.895
14.  Sergio Perez  Sauber  01:21.895
15.  Kamui Kobayashi  Sauber  01:22.300
16.  Jean-Eric Vergne  Toro Rosso  01:22.380
17.  Michael Schumacher  Mercedes  01:22.723
Eliminati Q3:
18.  Daniel Ricciardo  Toro Rosso  01:23.250
19.  Heikki Kovalainen  Caterham  01:23.576
20.  Vitaly Petrov  Caterham  01:24.167
21.  Charles Pic  Marussia  01:25.244
22.  Timo Glock  Marussia  01:25.476
23.  Pedro de la Rosa  HRT  01:25.916
24.  Narain Karthikeyan  HRT  01:26.178

mercoledì 25 luglio 2012

Ho conoscenze importanti! u.u

Oggi sono stata a casa di E., che mi ha fatto vedere il suo profilo Facebook (sito di cui la mia esistenza può fare a meno) e da lì mi ha fatto vedere profili Fb di gente che conosciamo di vista. A un certo punto, entrando sul profilo di un nostro ex compagno di scuola (che ricordo che era un ferrarista sfegatato - ma di quelli seri, a dieci anni si alzava alle quattro di notte per vedere il GP d'Australia), che in quinta elementare per un certo periodo fu mio compagno di banco, ho visto che scrive articoli per Blogf1.it!!! Ma questo la mia amica me l'aveva già anticipato.

La cosa più intrigante è una foto che ho visto: il mio ex compagno di scuola ha assistito alla cerimonia di assegnazione del Trofeo Bandini a Brisighella, quest'anno, Trofeo Bandini che è stato attribuito a Bruno Senna (ma non dovrebbe essere attribuito al miglior pilota emergente? lo attribuiscono in base ai casini combinati in pista? o.O E in tal caso perché non l'hanno attribuito a Maldonado??!! - comunque senza Bruninho e Pastor le gare sarebbero meno avvincenti, questo è poco ma sicuro... loro fanno casini che regalano fascino alla Formula 1, diversamente dai casini che fa Grosjiiii puntualmente a ogni partenza che invece mi urtano i nervi e basta XD).
Insomma, c'è una foto del mio ex compagno di scuola a Brisighella, e c'è Bruninho sullo sfondo. E qui, vedendoli nella stessa foto, mi sono accorta di una cosa: il mio ex compagno di scuola che ora scrive per Blogf1.it, somiglia in maniera incredibile a Bruno Senna.
E non sono io che ho problemi di vista! u.u L'ho fatto notare a E. e lei ha detto: "ma è vero!"

Ora non mi resta che incontrare anche un sosia di Maldonado, un giorno o l'altro! U.U
E sono sicura che ogni volta che vedrò quel mio ex compagno di scuola non potrò fare a meno di immaginarmelo con la tuta della Williams indosso! ;-)

25 luglio 2009, ore 14,42


Ricordate il post in cui parlavo di Silverstone 1999? Dopo avere specificato che negli ultimi anni della mia infanzia e in quelli dell’adolescenza rimase vivo dentro di me il ricordo dell’incidente capitato a Michael Schumacher (di cui parlai in abbondanza alla mia amica E.), avevo anche aggiunto che circa dieci anni e due settimane più tardi sarebbe capitato un altro incidente che mi avrebbe colpita maggiormente? Ebbene, è giunto il momento di chiudere il cerchio che si era aperto con una Ferrari conficcata nelle barriere. Strano a dirsi, questo cerchio si chiude proprio con una Ferrari conficcata nelle barriere e con una strana osservazione, che suonava più o meno come “questo incidente somiglia a quello di Schumacher a Silverstone”. In realtà non gli somigliava affatto, ma in un primo momento non potevo certo saperlo.

Stavolta non avevo più undici anni, ma ventuno. Stavolta non ero più intenta a scarabocchiare su un foglietto, a casa dei miei nonni, ma nel salotto di casa mia, davanti a un vecchio televisore che venne poi rottamato un paio d’anni più tardi in occasione dello switch-off. Stavolta sapevo che se fosse capitato un incidente avrei fatto meglio a evitare di parlarne per dieci anni di seguito... ma dopotutto speravo che non capitasse alcun incidente, o almeno che non ci fossero gravi conseguenze. Dopotutto un pilota che saltava molteplici gare per infortunio non lo si vedeva dai tempi in cui la iella perseguitava Ralf Schumacher sul circuito di Indianapolis. Schianti se n’erano visti, e anche forti, come quello di Kubica a Montreal 2007 e di Kovalainen a Montmelò 2008, ma alla fine non era mai accaduto nulla di grave.
Era un caldo pomeriggio di luglio, uno di quelli in cui sul balcone sotto al sole il termometro arrivava a quaranta gradi, ma non avevo bisogno di andare sul balcone. C’erano le qualifiche da guardare, avevo gli occhi puntati sul televisore e in mano tenevo il cellulare che avevo all’epoca, un Nokia a sportellino che ormai si apriva in due dal numero di volte che mi era caduto, messaggiavo proprio con E...
Qualcosa del tipo: “Cosa stai facendo? Guardi anche tu le qualifiche?” “No, sono all’Ipercoop di Ferrara insieme ai miei genitori.” “Ah, peccato, ora c’è la Q1. Gli ultimi tempi li stanno facendo i soliti.”

Erano passate diverse ore da quel sogno angosciante che avevo fatto nelle prime ore del mattino, ma dentro di me non mi ero ancora liberata della mia angoscia. Non era la prima volta che mi capitava. Quando si avvicinavano le qualifiche o la gara mi capitava spesso la notte di fare sogni legati alla Formula 1, e mi capita tuttora. Nel corso degli anni, oltre sognare Gené e Mazzacane fare doppietta con la Minardi al gran premio di Germania 2000, mi era capitato più di una volta di sognare anche incidenti che chiaramente non si verificavano. Quella volta fu lo stesso. Il fatto che il pilota che sognai ebbe proprio un incidente è soltanto un caso, anche perché quello del mio sogno e quello avvenuto realmente non si somigliavano neanche di una virgola. Resta comunque il fatto che è il sogno più sconcertante che ho fatto nella mia vita, a pensarci a posteriori. Ce n’è anche un altro, risalente al 2008, che riguarda tutt’altro e che poi si verificò parzialmente, ma c’è da dire che si trattava comunque di un fatto abbastanza prevedibile (anche se non così tanto prevedibile).
Questo per dire: non faccio sogni premonitori, tranquilli. Però sognare il tuo pilota preferito che va a schiantarsi in gara e si rompe una gamba, la notte prima del gran premio, credo che sia una cosa che ti mette un po’ di angoscia comunque! ;-) Ma al sogno comunque non ebbi più modo di ripensarci per diverse ore, c’era qualcosa di più importante.

Lo so, potrei sembrare sentimentale, qualcuno addirittura potrebbe dire che dovrei stare male per fatti riguardanti persone che fanno parte della mia vita e non per un pilota che non incontrerò mai... ma a queste persone vorrei dire che quello che ho provato quel giorno non implica che io non sia stata male per altri fatti, che riguardavano da vicino persone a me care, solo che ci sono cose che si raccontano su un blog che parla di Formula 1 e altre che si tengono per sé. Quindi di frasi come “ti rendi conto che stai parlando di una persona che non conosci e che non conoscerai mai?” non me ne faccio niente. Me ne rendo conto benissimo. Ma non per questo sono disposta ad auto-censurarmi e a evitare l’argomento.

Torniamo al punto. Era un pomeriggio di luglio, stavo guardando una qualifica come tante, su un circuito che non era mai stato uno dei miei preferiti, ma che comunque non detestavo e non detesto tuttora. Sarebbe assurdo criticare un circuito per qualcosa che non c’entra col circuito e, oggi come oggi, credo che sia inutile criticare chicchessia per quanto è accaduto. Di parole ne ho spese abbastanza all’epoca e, per qualche verso, al giorno d’oggi non saprei cosa dire, che posizione prendere... d’altronde quando due settimane più tardi vidi Barrichello sul gradino più alto del podio con i colori della Brawn GP addosso, compresi che è difficile riuscire sempre a schierarsi pro o contro qualcosa o qualcuno.

Ero sola davanti alla TV, mio padre probabilmente stava preparando l’attrezzatura per la gara di pesca a cui avrebbe partecipato il giorno successivo, mia madre era in casa ma la F1 non le interessa... a poco a poco lo stato di angoscia era passato, come sempre accadeva in queste circostanze. Vedere le vetture in pista è un ottimo antidoto per qualunque stato d’animo negativo, dopotutto...
La Q1 se ne andò così, con Heidfeld, Fisichella, Sutil, Kubica e Alguersuari (che debuttava quel weekend) nelle ultime cinque posizioni... Non c’era niente di profondamente anormale: le Force India non passavano alla Q2, un rookie su una Toro Rosso nemmeno, le BMW dimostravano quanto fossero inconsistenti in quella stagione...

La Q2 sembrava destinata a non riservare troppe sorprese, se non che le vetture giravano su tempi davvero vicini le une alle altre e il rischio di non passare alla Q3 era abbastanza elevato anche per piloti che generalmente passavano oltre. Alla fine comunque non ci furono tanti fatti sconcertanti, se non da un lato vedere Barrichello che non riusciva ad andare oltre la 13esima posizione. Gli altri che non avevano i tempi per accedere alla Q3 erano i piloti della Toyota, Buemi e Piquet.

E poi la Q2 giunse a un termine, il cerchio si chiuse. Vidi una Ferrari conficcata nelle barriere, senza rendermi conto, sul momento, di che cosa fosse realmente accaduto. Notai il casco verde e giallo e compresi che la qualifica di Felipe era finita. Pensai che si trattasse semplicemente di una qualifica finita. Andare avanti era alla sua portata, la cosa mi urtava. Seppure la vettura non era al top, non aveva sfigurato quell’anno, se continuava così avrebbe conservato il volante per la stagione a venire... quell’uscita di pista non ci voleva, sarebbero fioccate critiche... a questo pensavo: all’epoca me ne importava ancora qualcosa, non riuscivo a sbattermene di saccenti opinionisti pronti a cambiare le loro teorie inconfutabili al cambiare del vento.
Ci volle un po’ per rendermi conto di ciò che stavo vedendo e quella Ferrari conficcata nelle barriere mi ricordò l’incidente di Michael Schumacher in Gran Bretagna del 1999. Pensai che le cose erano cambiate, che ora le vetture erano più solide, e questo sicuramente era vero, dal momento che la vettura in sé era pressoché intatta. Mi aggrappai alla speranza che ne uscisse illeso e che il giorno dopo fosse sulla griglia di partenza, sul decimo posto, che sarebbe spettato a chi passava in Q3 ma nell’ultima sessione non poteva far registrare alcun tempo. Ci credevo, anche se il tempo passava lentamente...
Lo scambio di SMS con la mia amica continuava: “ora Massa ha avuto un incidente”, “ah, mi dispiace, ma cosa gli è successo?”, “sembra qualcosa come l’incidente di Schumacher a Silverstone, ma la vettura ha retto meglio”...
Ma poi mi resi conto che di tempo ne stava passando troppo e che da quell’abitacolo Felipe non ne usciva. E non solo: non solo non usciva, ma non c’erano nemmeno segni di movimento.
Ecco, il cerchio si era chiuso, ma si stava aprendo un nuovo cerchio: a Silverstone 1999, Schumacher si sfilò il casco e tentò di uscire dalla vettura, non riuscendoci a causa delle fratture alla gamba, mentre adesso non capitava niente.

Ricordo che vennero mostrati i primi replay. Poi ricordo un’intervista di Barrichello, che disse che non era riuscito a ottenere un buon risultato perché aveva avuto un problema e si era rotto qualcosa nel retrotreno della sua vettura.
Rivedendo le qualifiche con la telecronaca di Sky (le ho trovate su veoh.com) ho scoperto che, diversamente dallo staff della Rai, lì se n’erano già accorti subito che un detrito volante aveva colpito Felipe sul casco. È in HD il filmato e si vede anche la visiera che si rompe.
Quel giorno invece passò un po’ prima che scoprissi il collegamento tra il problema avuto da Barrichello e l’incidente di Massa. Ricordo comunque che, quando vidi il replay che mostrava che Felipe era uscito di pista, i segni delle gomme nella via di fuga, ma soprattutto Felipe che andava a sbattere senza fare il minimo movimento. Rivedere quelle immagini a distanza di tre anni mi fa rabbrividire tanto quanto quel giorno, o forse di più.
Ripensandoci mi pare assurdo. Quella molla che si staccò dalla vettura di Barrichello avrebbe potuto finire ovunque, e invece finì proprio lì, sulla visiera del casco di Felipe. È strano anche pensare a quando Barrichello, quattro settimane più tardi, gareggiò con un casco dedicato a Massa, e in quell’occasione ottenne la sua decima vittoria, dopo cinque anni che non vinceva una gara.

Strano o non strano, assurdo o non assurdo, è successo. Ricordo quel giorno, ricordo quando vidi che Felipe rimaneva immobile dentro l’abitacolo... me lo ricordo perfettamente, con tutti i pensieri che mi passarono per la testa. La verità è che, quando scoprii che cosa gli era successo e vidi che non si muoveva, per più di un attimo pensai che non avesse speranze di sopravvivere a quell’incidente.
Non so dire quando esattamente mi resi conto che era ancora vivo, so soltanto che, a quelle notizie che dicevano che stava bene, non me la sentivo di crederci. Un pilota che sta bene, o che almeno è cosciente, dà qualche segnale. E infatti nel corso del pomeriggio venne fuori la verità: era stato operato per una frattura all’arcata del sopracciglio sinistro. La sera, quando sentii la radio, le notizie erano ancora peggiori: le sue condizioni erano gravi. Il giorno dopo, quando ne parlammo a pranzo, mio padre mi disse che nella notte (soffre d’insonnia) aveva sentito a un TG che Massa era in condizioni critiche e rischiava la vita.
Ricordo una gara caotica il giorno dopo, con una ruota che si staccò dalla vettura di Alonso (che aveva conquistato la pole) dopo un mancato avvitamento al pit-stop e che per fortuna non andò addosso a nessuno. Ricordo polemiche sulla ruota della Renault... e ricordo tante cose

Passarono giorni prima di scoprire che finalmente si era risvegliato dalla condizione di coma farmacologico. Sembrava non avere riportato danni permanenti all’occhio. Ricordo comunque la sera in cui scoprii che si era svegliato, finalmente un momento di sollievo. Sperai con tutta me stessa che potesse tornare in Formula 1 per il gran premio del Brasile, come sembrava. Non fu così e rimasi in attesa del 2010. Ricordo la mia felicità quando era ai box nel gran premio del Brasile, e io che mi ero appena fatta la doccia prima delle qualifiche in salotto avvolta in un asciugamano e con i capelli inzuppati a ottobre, pur di vedere Felipe che veniva intervistato da Stella Bruno. Ricordo quando sventolò la bandiera a scacchi il giorno dopo, fu una sensazione strana, se pensavo che un anno prima quando la bandiera a scacchi era stata esposta lui era stato il prima a passare sul traguardo, in testa alla classifica, dandomi per venti secondi l’illusione che il campionato 2008 fosse suo.

Un momento come quello del 2008 non tornerà mai più, me ne rendo conto... ma quello che conta è che non ricapiti mai più nulla come quello che è successo nel 2009, a nessun pilota.

A volte mi sento chiedere: che cosa ci trovi in lui, che non è più quello di una volta, dopo l’incidente?
Fino a un anno o un anno e mezzo fa avrei risposto che non era vero, che era lo stesso di sempre, e che non avevo motivi per smettere di avere fiducia in lui.
La verità è che non me ne importa se qualcosa in lui è cambiato, se i risultati calano a picco anno dopo anno... Se non mi regala più le emozioni di una volta, questo non cancella le emozioni che mi ha regalato. Guardiamo le cose come stanno: Felipe ha vinto due gare nel 2006, tre nel 2007 e sei nel 2008, risultati che tanti piloti potranno soltanto sognare di raggiungere un giorno, Felipe ha sfiorato il titolo nel 2008, se non fosse venuto a piovere non l’avrebbe sfiorato fino a quel punto, se solo la pioggia si fosse intensificata un minuto più tardi quel mondiale l’avrebbe vinto. Non ha vinto il mondiale, ma a perdere per un punto avendo come avversario il miglior pilota di questa generazione (perché io ritengo che Hamilton sia il migliore tra i piloti attuali) non è un risultato che chiunque può raggiungere.

Un nuovo cerchio si è aperto quel pomeriggio di tre anni fa di cui oggi ricorre l’anniversario, ma ora so quando si chiuderà: il giorno in cui finalmente potrò rivedere Felipe sul gradino più alto del podio. So che molti di voi ora scoppieranno a ridere e diranno che non accadrà mai, ma dopotutto se avrebbe potuto accadere il 25 luglio di un anno dopo, perché escluderlo a priori? E se anche questo cerchio non dovesse chiudersi mai non rinnegherò nulla, non mi pentirò di avere continuato a sostenere il pilota che più di ogni altro mi ha fatto sognare, fin da quel giorno in cui arrivò terzo al Nürburgring e mi resi conto che c’era anche lui. Non aveva mai ottenuto risultati tanto significativi, se non quel terzo posto, ed erano in pochi a credere in lui. Mi resi conto di essere tra quelli che ci credevano e fu una soddisfazione quando mi resi conto che ero io ad avere ragione, stavolta.

Non credo che ci sia altro da aggiungere, se non che il semplice fatto che Felipe sia ritornato in pista qualche mese dopo l’incidente mi basta, tutto il resto è secondario. Continuerò a sostenerlo in qualunque team, in qualunque categoria, qualunque siano i risultati. È questo che un vero tifoso dovrebbe fare, no?

Fan fiction: Sogno del sabato pomeriggio [Long fic, completa]


Questa è la prima long fiction sulla Formula 1 che ho scritto e pubblicato su un forum (ormai semi-abbandonato, ma sono cose che capitano) dedicato al mio pilota preferito Felipe Massa.
I nomi delle protagoniste (Milù, Federica, Claudia, Iole, Serena e Graziana) sono gli stessi di noi ragazze del forum...
Il titolo che avevo messo originariamente era “Saturday Afternoon Dream”, ma poi non vedendo il senso di un titolo in inglese in una storia scritta in italiano, ambientata in Italia, con personaggi italiani (a parte Felipe che è brasiliano, e comunque non c’entra un bel nulla con l’inglese) ho preferito cambiarlo.


E, sì, c’è un motivo per cui, seppure ho scritto questa fanfic nel 2010, ho deciso di postarla oggi.




SOGNO DEL SABATO POMERIGGIO
(Saturday Afternoon Dream)

Soltanto nei sogni possono arrivare momenti in cui si viene proiettati da un luogo all’altro in un istante. Si tratta di qualcosa di irreale.
A volte i sogni si confondono con la realtà. Quindi ciò che è irreale può diventare reale. O almeno si può immaginare che lo sia.

1.
La colonnina del mercurio era salita in modo esagerato, negli ultimi giorni. O meglio, nelle ultime settimane. E il calore delle due e un quarto del pomeriggio era tale da far fondere l’asfalto, in quel pomeriggio d’estate.
– Ma non c’è la radio su questa macchina? – domandò Federica.
– No, non c’è – rispose Milù, scuotendo la testa. – Non c’è nessun optional, su questa macchina. E se vuoi ascoltare qualcosa, ti dovrai accontentare del rumore del motore.
Le due erano a bordo di una vecchia Punto carica di ammaccature, immatricolata nel lontano 1998, undici anni prima, e stavano percorrendo una strada provinciale per nulla affollata.
– Mia mamma ha detto che siamo pazze ad andarcene in giro a quest’ora con questo caldo – disse Milù.
Federica concordò: – In effetti potevamo fare qualcosa di meglio, a quest’ora poi… Il sabato pomeriggio non è fatto per andare in giro in macchina, soprattutto quando…
Milù frenò di colpo. Maledetto gatto, non stava passando nessuno, proprio in quel momento doveva attraversare di scatto la strada.
– Quell’animale ha manie suicide – scherzò la ragazza.
– Probabile – concordò Federica. – Piuttosto, non saremo in ritardo?
– Ma no, quale ritardo? Claudia ci aspetta per le due e mezza.
– Però dobbiamo passare a prendere Iole e Serena, che abitano nelle due parti opposte della città. E poi dovremo trovare parcheggio…
– Tranquilla, ce la faremo. Io sono un genio del parcheggio!
Milù guardò davanti a sé con aria indifferente. Era tutt’altro che un genio del parcheggio, ma non le sembrava il caso di dirlo a Federica in quel momento. Era la prima volta che la caricava in macchina e non voleva spaventarla. Proprio per quello aveva cercato di rendere le frenate il più dolci possibile, riuscendovi sempre tranne nel momento del passaggio del gatto. In quel momento soltanto la cintura di sicurezza aveva potuto trattenere Federica a stretto contatto con il sedile.
– Piuttosto, tu che hai sentito Cla, perché ha organizzato questo raduno improvviso? Proprio oggi, poi…
Milù, lievemente imbarazzata, cercò invano una risposta plausibile. Non trovandola, fu costretta a dire la verità.
– È un po’ strano da spiegare. Vedi, Claudia mi ha detto che aveva uno strano presentimento, e che oggi, verso le due e mezza, dovevamo trovarci, perché si sentiva che sarebbe successo qualcosa.
– Qui i casi sono due – decretò Federica. – O era ubriaca, oppure è una veggente.
– Quale delle due ritieni più probabile?
– Ti dirò che non mi immagino Cla ubriaca… ma nemmeno veggente.
In quel momento dalla borsa di Milù, in bilico sul cruscotto, uscì la voce di Basshunter che cantava “Boten Anna”.
– È la tua suoneria? – domandò Federica.
– Sì, proprio quella – rispose Milù. – Potresti guardare chi è che mi sta chiamando?
Federica cercò dentro la borsa dell’amica il cellulare. Un Nokia a sportellino, nero con rifiniture grigie, piuttosto malmesso, per via delle continue cadute.
– Ma cambiare cellulare no? – chiese Federica, quando si accorse che la parte posteriore e lo sportellino stavano attaccate per puro caso.
– Sì, dovrei comprarne uno nuovo… ma non ho avuto tempo di questo periodo per pensare al cellulare.
– Sì, certo, capisco. Comunque è Iole che ti sta chiamando.
Fece per passare il cellulare a Milù, che però le disse: – Non posso fermarmi proprio ora per strada. Rispondi tu.
– Okay, come vuoi.
Rispose.
– Ehi, ciao, Iole, sono Fede…
– Ma che ci fai al telefono di Milù?
– Siamo per strada. Passiamo a prenderti tra poco.
– Ma siete già state a prendere Sere?
– No, passiamo prima da te e poi andiamo da lei.
– Ho capito. L’ho sentita mezz’ora fa. Era un po’ scocciata dal dovere andare da Cla proprio oggi pomeriggio a quest’ora. Insomma, alle due c’era ben altro da fare…
– Piuttosto, tu sei ancora in casa?
– No, sono uscita già da un po’, perché avevo dei giri da fare.
– Ah, quindi non sai come sta andando…
– No. E a causa della bella idea di Cla lo scopriremo tra una vita.
– Ha detto a Milù che oggi accadrà qualcosa…
Mentre Federica parlava al telefono, Milù confermò: – Che accadrà qualcosa e che dovremo essere tutte insieme quando accadrà.
Federica ripeté il messaggio a Iole, che dall’altro capo del telefono replicò: – Ma che cosa significa? Che cosa dovrebbe accadere? E dove?
– Non so, aspetta che lo chiedo a Milù.
Ma Milù non aveva risposte.
– Mi dispiace, non ha aggiunto altro. Nemmeno lei sa che cosa deve succedere. Sente solo che succederà qualcosa.
In realtà aveva aggiunto qualcos’altro, ma forse non era il caso di parlarne per telefono. Iole si sarebbe soltanto messa a ridere. Non poteva parlarle di sogni premonitori altrui, quando lei stessa non credeva nei sogni premonitori.
Federica ripeté di nuovo le parole di Milù e sentì Iole che esclamava: – Secondo me Claudia è impazzita all’improvviso.
– Secondo me siamo più pazze noi che la stiamo assecondando – scherzò Federica.
– Su questo non ho dubbi – concordò Iole. – Va beh, dai, adesso ti lascio, che mi si sta scaricando la batteria.
– Va bene, siamo lì tra un po’.
– Tra un po’ quanto? Claudia ha insistito perché non tardassimo.
– Non tarderemo. Dieci minuti e siamo lì.
– Anche cinque – disse Milù.
E Federica: – Milù dice che arriveremo tra cinque minuti. Io non mi fido più di tanto. Tu ci stai aspettando in strada?
– Eccome che vi sto aspettando in strada. Sono davanti al cortile e proprio adesso ho dovuto schivare il pallone con cui stanno giocando i figli dei miei vicini. Che cosa ci fanno in cortile alle due del pomeriggio con quaranta gradi all’ombra non lo so, ma va bene lo stesso… Del resto anche noi potremmo starcene a casa con il ventilatore acceso… Va beh, mi consolo pensando che tra poco arriverete e mi rinfrescherò con il condizionatore della macchina.
Federica rise.
– Aspetta e spera! Su questo veicolo antiquato non c’è niente di niente. Puoi solo abbassare i finestrini, e con la manopola, neanche col pulsante!
– Ma che macchina ha Milù? Una Ford Modello T?
Le due ragazze risero.
– No, ha una Punto senza optional – disse Federica, quando riuscì a tornare seria. – Al posto degli optional, però, ha varie ammaccature.
– Ah, capisco… Senti, ora la batteria è davvero scarica, devo lasciarti, Fede, a dopo.
– A dopo.
Federica riattaccò e infilò di nuovo il cellulare di Milù dentro la borsa.
– Ma quanta roba hai qui dentro? – le domandò, incuriosita.
– Varia, tra cui molta che non mi serve adesso.
– L’avevo notato. Piuttosto, vedo delle Tic Tac Lemon-Mint, posso prenderne una?
– Fai pure come se fossi a casa tua!
– Grazie mille.
– Di niente.
Milù non distoglieva gli occhi dall’asfalto e dalla strada, ma dentro di sé non poteva negare di avere la mente confusa. Che cosa si era messa in testa Claudia? Le sarebbe piaciuto tanto saperlo. Le aveva telefonato la notte precedente, verso le quattro,  Milù, che aveva dimenticato il cellulare acceso, era stata risvegliata dalla voce di Basshunter e dalla suoneria di “Boten Anna”.
– Per fortuna ti ho trovata – le aveva detto Claudia, non appena le aveva risposto. – Federica, Iole e Serena hanno tutte il cellulare spento.
– Mi sembra anche normale! – aveva esclamato Milù. – Ti rendi conto di che ore sono?
– Non ci ho fatto caso, ma mi pare le quattro o giù di lì – aveva risposto Claudia, come se fosse la cosa più normale del mondo mettersi a fare telefonate alle quattro del mattino. – Per fortuna ti ho trovata. Ma le altre proprio non potevano tenere il cellulare acceso?
Milù confermò, con sarcasmo: – Eh, avrebbero proprio dovuto farlo. Casomai in piena notte tu hai voglia di fare quattro chiacchiere con loro… Dì un po’, Claudia, tu non dormi la notte? Confessa, in realtà sei uno dei vampiri di “Twilight”, tu non hai bisogno di dormire… Magari se avessi letto quel libro ti avrei trovata citata tra le pagine… Peccato che non sono attratta da libri del genere!
Claudia rise.
– No, non sono uno dei vampiri di “Twilight” e in genere dormo, la notte. Ma stanotte è diverso. Anzi, no, stavo dormendo. Ma poi è capitata una cosa… A Sere, Iole e Fede ho mandato un SMS per domani. A te, dato che ti ho trovata, ci possiamo mettere d’accordo di persona. Hai presente il parco che c’è vicino alla via del mercato? Dobbiamo trovarci là.
– Spero a un orario normale, non in piena notte.
– No, no, tranquilla, verso le due e mezza.
– Di notte?! Stai scherzando, vero?
– No, di pomeriggio. 14,30. Ma non in ritardo. Dopo deve succedere qualcosa e dobbiamo esserci tutte.
Milù si era sorpresa come non mai.
– Deve succedere qualcosa?! Che cosa?
– Non…
Milù l’aveva interrotta di scatto: – Aspetta, alle 14,30 hai detto? È fuori discussione. Non possiamo fare più tardi? Tipo alle tre e mezza, sarebbe perfetto… Ma non a quell’ora.
– Anch’io ci ho pensato – le aveva detto Claudia. – Ma non possiamo rimandare. Dobbiamo trovarci domani pomeriggio alle due e mezza e dobbiamo essere tutte e cinque insieme. Credo che sia scritto nel nostro destino, Milù…
– Nel nostro destino? Ma io non ci credo nel destino!
– Allora, se la vuoi vedere diversamente, non pensare al destino. Pensa solo che domani, qualunque cosa accada, dobbiamo essere tutte e cinque insieme per le due e mezza. Mi raccomando, sii puntuale. Siate puntuali, tutte. Venite tutte insieme.
– Su quello non c’è problema. Se le altre sono d’accordo, posso passare a prenderle io. Ma mi puoi spiegare meglio che cosa sta succedendo?
– Non lo so…
– Come sarebbe a dire che non lo sai? Che cosa ti è successo, Cla? Ti sento un po’ strana, sei sicura di non esserti ubriacata, ieri sera?
– Oh, no, non mi sono mossa da casa.
– Che cosa c’entra questo? Ci si può ubriacare anche a casa.
– Tranquilla, non sono ubriaca. Anch’io sono sorpresa da quello che è successo. Anzi, ne sono davvero scossa.
– Me ne sono accorta. Se tu non fossi scossa non mi avresti chiamata alle quattro di notte, mi pare.
– No, forse no. Ma non potevo aspettare domani mattina. Come ti ho detto, è una cosa importante, Milù.
Milù aveva sospirato.
Aveva chiesto a Claudia: – Come puoi dire che un presentimento è una cosa importante?
– Non è solo un presentimento – aveva risposto Claudia. – Si tratta di un sogno, più che altro.
– Un sogno? Tu hai sognato che domani pomeriggio accadrà qualcosa? Ebbene, che cosa?
– Non ho sognato quello che accadrà. Nel sogno mi è stato solo comunicato che qualcosa accadrà.
– Questa cosa mi spaventa, Cla. O meglio, tu mi spaventi. Non sapevo che credessi ai sogni premonitori, e sinceramente mi pare un po’ strano. Se dovessimo credere a tutto quello che sogniamo…
– Ma io non credo a tutto quello che sogno! Solo stavolta, che mi sembrava così reale…
– I sogni sembrano sempre reali.
Claudia non era stata d’accordo con lei.
– Stavolta molto più del solito – aveva detto. – Vedi, io mi fido di quello che ho sentito nel mio sogno. Non potrei non fidarmi di lui. Era così reale, come se fosse presente lì insieme a me. Nel parco della via del mercato, appunto. Ed è lì che dobbiamo andare domani. È lì che scoprirò che cosa vuole davvero da me.
– Ma di chi stai parlando? – le aveva chiesto Milù. – Di qualcuno che ti è apparso in sogno?
– Sì, proprio così.
Federica distrasse Milù dai suoi pensieri.
– La via di Iole è la prossima, giusto? – le chiese.
– Sì, proprio la prossima – rispose Milù, avvicinandosi alla linea di mezzeria, dopo avere inserito la freccia per svoltare a sinistra.
Non fu necessario fermarsi all’incrocio, nonostante le due ragazze fossero su una strada senza diritto di precedenza.
– Non c’è proprio un’anima in giro – osservò Federica.
Aveva ragione. Le strade erano deserte. Probabilmente la gente era in casa oppure per sfuggire al calore dell’estate erano andati in qualche centro commerciale con i canonici diciotto gradi dell’aria condizionata.
– Ecco Iole – disse Milù, avendo visto l’amica che le aspettava a lato della strada e che le salutava con un cenno della mano.
Milù accostò, per poi scendere dall’auto e far salire Iole (come previsto, l’automobile non era certo una cinque porte).
– Sembra di entrare in un forno – protestò la nuova arrivata.
– Questo è il mezzo di cui dispongo – le fece notare Milù, apprestandosi a risalire.
Nel momento in cui si sistemava sul finestrino e richiudeva la portiera, le tornò in mente la voce di Claudia, al telefono. E mentre allacciava la cintura di sicurezza, non poté fare a meno di pensare a ciò che l’amica le aveva detto.
– Lo sai chi è stato a dirmi quelle cose, apparendomi in sogno?
– A dirti di darci appuntamento per domani pomeriggio? Sentiamo chi è il pazzo…
– Ma non dire così! Anzi, mi ha fatto piacere vederlo, in sogno.
– Io continuo a non capirci niente… Chi era?
Così finalmente Claudia le aveva svelato la verità.
– Lo vuoi proprio sapere? Quelle cose me le ha dette Felipe.

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martedì 24 luglio 2012

Vinci e dici cose così? o.O

Ieri mentre scrivevo il commento al gran premio, mi ripetevo che la data di domenica, 22 luglio, mi ricordava qualcosa... eppure non riuscivo ad abbinarla a un evento specifico. Finché ecco che finalmente mi sono resa conto di perché mi faceva questo effetto. 22 luglio 2007. Vi dice qualcosa?

Ecco cosa accadde esattamente quel giorno:


Alonso: “Mi hai rotto tutto il deflettore.”
Massa: “Ma va a ca*are! Ma va a ca*are! Vinci e fai una cosa così? Sei un co***one! Vinci e fai… dici una cosa così?”
Alonso: “Ho lottato con Heidfeld, ho lottato con tutti e quello a tre giri dalla fine non si può fare…”
Massa: “Vinci e dici una cosa così? Vinci e dici una cosa così, amico? prova a imparare!”
Alonso: “Prova te a imparare”.
...Massa: “L’ho fatto apposta?! L’ho fatto apposta come la prima gara a Barcellona?! Impara, impara!”

Quel giorno, mentre guardavo il dopo-gara, la mia espressione era questa:
O____________________O

INDYCAR 2012: #11 EDMONTON INDY (22 luglio)


Secondo appuntamento canadese per la Indycar, a Edmonton, per l’11° gran premio stagionale. È Ryan Hunter-Reay a partire dalla pole position.

Griglia di partenza
1   Dario Franchitti   Honda   10   103.650 mph
2   Ryan Briscoe   Chevrolet   2   103.410 mph
3   Takuma Sato   Honda   15   103.328 mph
4   Alex Tagliani   Honda   98   103.157 mph
5   Helio Castroneves   Chevrolet   3   103.122 mph
6   Will Power   Chevrolet   12   91.432 mph
7   Scott Dixon   Honda   9   91.293 mph
8   Simon Pagenaud   Honda   77   91.147 mph
9   Rubens Barrichello   Chevrolet   8   90.722 mph
10   Graham Rahal   Honda   38   90.291 mph
11   James Hinchcliffe   Chevrolet   27   90.222 mph
12   Justin Wilson   Honda   18   104.496 mph
13   Ryan Hunter-Reay   Chevrolet   28   103.664 mph
14   Sebastien Bourdais   Chevrolet   7   104.013 mph
15   Josef Newgarden   Honda   67   104.313 mph
16   James Jakes   Honda   19   103.993 mph
17   Marco Andretti   Chevrolet   26   103.995 mph
18   E.J. Viso   Chevrolet   5   103.990 mph
19   Charlie Kimball   Honda   83   103.969 mph
20   Oriol Servia   Chevrolet   22   103.454 mph
21   JR Hildebrand   Chevrolet   4   103.270 mph
22   Tony Kanaan   Chevrolet   11   103.250 mph
23   Simona De Silvestro   Lotus   78   102.674 mph
24   Ed Carpenter   Chevrolet   20   103.053 mph
25   Mike Conway   Honda   14   101.503 mph

Numero giri: 75.

Cronaca della gara
Franchitti mantiene la posizione, mentre Tagliani si inserisce al secondo posto davanti a Sato, con Briscoe che perde posizioni venendo sopravanzato anche da Castroneves, mentre sesto alle spalle di Briscoe è risalito Barrichello, autore di un’ottima partenza.
Tagliani supera Franchitti e si porta in testa all’inizio del secondo giro; anche Sato si avvicina a Franchitti e gli rimane negli scarichi piuttosto a lungo.
Barrichello perde la sesta posizione dieci giri più tardi, quando viene superato da Rahal. Wilson, Pagenaud e Hunter-Reay completano i primi dieci, con quest’ultimo che aveva ottenuto il miglior tempo nelle qualifiche, ma che è stato penalizzato ed è partito in 13^ posizione; Hunter-Reay supererà poi Pagenaud e si porterà al nono posto.
Al 16° giro Power – che alla partenza aveva perso varie posizioni – ha un leggero impatto contro un muro, ma sembra non avere riportato danni. Power è 11° con Bourdais 12° quando, a un terzo di gara, i due rischiano il contatto.
A un terzo di gara circa c’è il primo giro di pit-stop e al 26° giro Tagliani, Franchitti, Sato e Castroneves rientrano contemporaneamente, con Tagliani che riesce a mantenere la posizione su Franchitti, al quale si accoda Sato; di fatto le posizioni tra i primi quattro sono invariate; Castroneves supererà Sato un giro più tardi.
Dopo il primo giro di pit-stop le posizioni sono: Tagliani, Franchitti, Castroneves, Sato, Briscoe, Rahal, Kanaan, Power, Hunter-Reay, Wilson tra i primi dieci, con Kanaan che ha anticipato parecchio la prima sosta, fermandosi soltanto al 12° giro, e che si fermerà prima della metà gara per un’ulteriore sosta.
Al 29° giro Franchitti attacca Tagliani e lo supera, ma il canadese si riprende la posizione e anche Castroneves supera Franchitti, che perde anche la seconda posizione e si ritrova terzo. Pochi giri più tardi Rahal supererà Briscoe per la quinta posizione.
Al 37° giro Sato supera Franchitti e si porta in terza posizione.

Fangirl mode: ON
GO, TAKU, GO! Asfaltali tutti!
A metà gara intanto c’è un’inquadratura del panorama di Edmonton, donne in bikini in mezzo all’acqua e gente in tribuna che mangia fuori pasto. Nel frattempo Luca Filippi in telecronaca rosica perché Danica Patrick ha un volante in Nascar e guadagna più di lui... a quanto pare a Filippi non piacciono le donne-pilota (cfr. telecronaca della Indy Sao Paulo) e i piloti venezuelani (cfr. stessa telecronaca)... almeno che facesse 2+2 e passasse a parlare della Milka, una che sicuramente vale meno della Patrick, di Ana Beatriz e di Maldonado!
Vanzini intanto parla di un futuro ipotetico ingresso della pace-car, perché potrebbe cambiare l’esito della gara di Will Power. Basterebbe chiamare Mazzoni in assetto da gufata e sarebbe fatta!

Okay, non divaghiamo...
Intorno al 45° giro Power supera il compagno di squadra Briscoe e si porta in sesta posizione, mentre di lì a poco, a due terzi di gara, praticamente quasi tutti i piloti si fermano per il secondo giro di pit-stop (a parte Kanaan, che è su una strategia di tre soste e si fermerà al 59° giro).
Dopo la sosta Castroneves esce dai box davanti a Tagliani che si era fermato un giro prima di lui; un giro dopo il brasiliano si ferma Power, che rientra in pista in quarta posizione alle spalle di Sato e davanti a Rahal e a Franchitti, che nel pit-stop ha perso posizioni.
Al 55° giro Sato supera Tagliani e si porta in seconda posizione!

Fangirl mode: di nuovo ON
Taku for the win! Taku for the win! Taku for the win!

Dopo avere subito il sorpasso da parte di Sato, Tagliani deve guardarsi da Power, che gli è praticamente negli scarichi; Power infatti lo supera due giri più tardi portandosi in terza posizione, una grande prestazione tenendo conto del fatto che era partito in 17° posizione. Tagliani perde un’ulteriore posizione al 58° giro, quando viene superato da Rahal, ritrovandosi peraltro inseguito da Franchitti.
Sato recupera nei confronti di Castroneves, avvicinandosi parecchio e mettendogli pressione nella fase conclusiva della gara.

Fangirl mode: ancora una volta ON!
SATO FOR THE WIN! SATO FOR THE WIN! SATO FOR THE WIN! SATO FOR THE WIN! SATO FOR THE WIN! SATO FOR THE WIN! SATO FOR THE WIN!

Gli ultimi 15 giri sono alquanto bollenti, con lo scontro per la leadership tra Castroneves e Sato. Il giapponese, però, non riesce a tentare il sorpasso sul brasiliano, che così conquista la seconda vittoria stagionale.
Sato ottiene il suo miglior risultato in Indycar; secondo Vanzini il suo miglior risultato finora era un quinto posto. Ehm... il terzo posto a Sao Paulo non conta?

Castroneves festeggia in modo molto sobrio(?), scendendo dalla vettura per arrampicarsi su per una rete, poi risalire sull’auto contromano. Quest’uomo è un figo. U.U

Risultato
1   Helio Castroneves   3   Chevrolet   75  
2   Takuma Sato   15   Honda   75    
3   Will Power   12   Chevrolet   75  
4   Graham Rahal   38   Honda   75  
5   Alex Tagliani   98   Honda   75   
6   Dario Franchitti   10   Honda   75    
7   Ryan Hunter-Reay   28   Chevrolet   75   
8   Ryan Briscoe   2   Chevrolet   75  
9   Justin Wilson   18   Honda   75     
10   Scott Dixon   9   Honda   75   
11   Mike Conway   14   Honda   75  
12   James Hinchcliffe   27   Chevrolet   75  
13   Rubens Barrichello   8   Chevrolet   75
14   Marco Andretti   26   Chevrolet   75   
15   Sebastien Bourdais   7   Chevrolet   75   
16   E.J. Viso   5   Chevrolet   75  
17   Josef Newgarden   67   Honda   75    
18   Tony Kanaan   11   Chevrolet   75   
19   Charlie Kimball   83   Honda   75  *
20   Simon Pagenaud   77   Honda   74   
21   JR Hildebrand   4   Chevrolet   74   
22   Ed Carpenter   20   Chevrolet   74    
23   Simona De Silvestro   78   Lotus   73 
24   Oriol Servia   22   Chevrolet   65     
25   James Jakes   19   Honda   43 
* Penalizzato di 37 (WTF?! O.O) secondi per un contatto.