giovedì 5 luglio 2012

Incidente de Villota: ma la sicurezza dov’è?


Avevo promesso che ne avri parlato di nuovo, quando fossi stata dell’umore adatto per scrivere qualcosa in proposito. No, non sono ossessionata, ma sentire che non ne parla nessuno non è una buona ragione per far finta di non vedere. Non è nemmeno particolare antipatia nei confronti della Marussia/Virgin.
Lo ammetto, fin da quando entrarono in F1 team Lotus (oggi Caterham), Hispania Racing (oggi HRT) e Virgin (oggi Marussia), non ho mai avuto particolari simpatie per questo team. La HRT mi ha ispirata fin da subito, ho passato un annetto buono a prendere per i fondelli in tono scherzoso Karun Chandhok, Bruno Senna e Sakon Yamamoto, ma la realtà è che mi ispirano simpatia tutti e tre (perfino Yammiiii sotto sotto), per un motivo o per l’altro. La Caterham ad oggi mi sembra un team con obiettivi seri, insomma, tra i tre è l’unico che mi sembra un “vero” team, più vicino alla Toro Rosso ormai che agli altri due.
Non so perché, per la Virgin non ho mai provato lo stesso. Dentro di me c’era una sorta di repulsione, forse perché mi dovevo rivedere da qualche parte il logo della Virgin, ex sponsor della Brawn GP, team per cui provo tuttora sentimenti contrastanti, per una serie di motivi diversi tra loro, che non c’entrano un bel nulla con i diffusori e il titolo vinto.

La Marussia Virgin ha un budget ben più elevato della HRT, ma non si direbbe. Ogni anno ruota intorno a Timo Glock e a un secondo pilota anonimo che non sarà sulla griglia di partenza l’anno successivo, oltre che a un test driver anonimo. Quest’anno il ruolo di tester anonima ce l’aveva Maria De Villota, che martedì 3 luglio doveva effettuare il suo primo test al volante di una Marussia.
Bene, fin qui niente di strano, se non fosse che tale test si svolgeva su un circuito ricavato da un aeroporto, con tanto di velivoli visibili in sottofondo nelle foto del luogo dell’incidente e con misure di sicurezza da anni ’40. Per carità, non è solo colpa della Marussia, perché il regolamento impone che non vi siano test su circuiti veri nel corso della stagione, ma certo mettere un pilota relativamente inesperto a testare in un “circuito” del genere mi pare una follia... e in questo non si possono cercare scusanti nel regolamento.

La De Villota era appena scesa in pista e stava rallentando per rientrare ai box. Poi la vettura ha avuto un’improvvisa accelerazione. Suvvia, vogliamo davvero credere, come dicono alcuni, che ha accelerato per sbaglio, perché è donna, figlia d’arte ed è arrivata in F1 solo perché è piena di soldi? E poi magari ci facciamo anche un commento da fanboy, del tipo che le donne dovrebbero stare lontane dalle corse automobilistiche, fatta eccezione per Danica Patrick perché almeno è una gran bella donna? Già, perché ieri leggevo proprio queste cagate, con l’ennesimo attacco alle donne pilota, ai figli d’arte sempre bollati come incapaci (dov’erano questi fanboy nel 1996 e 1997?)... Il fatto che una vettura in condizioni normali non dovrebbe accelerare da sola, ma già martedì si vociferavano problemi tecnici, non era minimamente preso in considerazione. E nemmeno il camion parcheggiato a lato della pista. Già, perché dovrebbe essere un problema? Dopotutto è normale che le vie di fuga inesistenti siano ostruite, il compito di un pilota durante un test è schivare camion tipo slalom, solo che ovviamente chi come la De Villota nelle categorie minori non ha dominato non può esserne in grado...
Ma fatemi il piacere! Che la Marussia non abbia affidato la propria vettura a un pilota esperto o particolarmente competitivo è evidente, ma altrettanto evidente è che le condizioni di sicurezza necessarie NON C’ERANO ed è una follia negarlo. La Marussia ha permesso tutto ciò, con il risultato che ha rovinato per sempre la vita della sua tester.
Non so come si possa fare dell’ironia su tutto questo, invece di provare un immenso disappunto, ma evidentemente certi pseudo-tifosi si fermano solo fino a lì. Anche questo mi mette disappunto, ma non a quei livelli: mentre un giorno quei tifosi da bar forse matureranno, niente e nessuno potrà mai restituire a Maria il suo occhio destro.


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Milly Sunshine