Temo che questo post sia poco utile (d’altronde quanti
miei post lo sono? XD), ma... niente, ci tenevo a raccontare anche questa! ;-)
Oggi è l’11 luglio e, tra le tante cose che sono capitate
in questa data, ho ripensato immancabilmente al 1999. Come credo di avere già
accennato (tipo un migliaio di volte) Michael Schumacher è stato il mio idolo d’infanzia.
Ebbene, dato che il momento del suo incidente al gran premio di Gran Bretagna è
stato un fatto che mi è rimasto molto impresso, vi voglio raccontare come ho
vissuto l’evento.
Come ogni domenica andai insieme ai miei genitori a
pranzo dai miei nonni (tradizione che sussiste anche al giorno d’oggi – anche se
ora c’è rimasta soltanto mia nonna) e, come ogni domenica in cui c’era la
Formula 1, la TV venne puntualmente accesa su Raiuno che avrebbe trasmesso la
gara. Avevo undici anni all’epoca e aspettavo con una certa ansia il momento in
cui Schumacher sarebbe diventato campione del mondo. Lo era già diventato nel
1994 e 1995, è vero, ma quei momenti non li avevo vissuti, anche perché avevo
le idee poco chiare di come fosse strutturato il campionato (vedevo i gran
premi più come qualcosa di a sé stante piuttosto che come parte integrante di
un campionato), oltre che per motivi di fuso orario i gran premi in cui aveva
conquistato i titoli mondiali non li avevo visti (quello del 1994 l’ho visto
qualche mese fa, mentre il gran premio in cui diventò campione del mondo 1995
ho in programma di vederlo prossimamente, nell’ambito di diversi gran premi del
1995 che dovrò rivedere – o vedere per la prima volta).
Bene, ricordo che c’eravamo io, i miei genitori e i miei
nonni in soggiorno, dopo pranzo, con la TV accesa. Io, come tipico dell’epoca,
nell’attesa del gran premio mi allontanai dalla stanza e mi misi a
scarabocchiare su un foglietto frasi di incitamento al mio idolo (cosa che
facevo con una certa frequenza all’epoca). Di fatto quando ci fu la partenza
alzai gli occhi verso il televisore (ero appoggiata al mobiletto del telefono,
nell’ingresso, da cui si vedeva parte del soggiorno compresa la TV) e me la
guardai da lì, poi completai l’opera sul mio foglietto. Avevo appena terminato
quando avvenne l’impatto. Vidi una Ferrari che si schiantava contro le barriere
e feci quel genere di pensiero che un tifoso non dovrebbe mai fare, ma che sul
momento, non rendendosi conto della situazione, talvolta il tifoso fa. Anche perché
quando vedi una vettura che finisce contro qualcosa, a condizione che questa
non sia totalmente disintegrata, nell’immediato la prima cosa che pensi è che
il pilota ne esca sulle proprie gambe e che abbia buttato al vento una gara. Quindi,
come da rito, finché mi fu possibile sperai che quella non fosse la Ferrari di
Schumacher.
Invece lo era e ci volle ben poco affinché subentrasse il
pessimismo. Fortunatamente vidi che Michael si muoveva dentro l’abitacolo, cosa
che mi rassicurò, ma compresi che da quell’abitacolo non ne sarebbe uscito da
solo. Per qualche strana ragione la prima cosa che pensai fu che ormai la sua
stagione era finita, che non avrebbe vinto il mondiale... lo so, è strano, mi
chiedo se sia così normale, nel momento in cui ti rendi conto che il pilota per
cui tifi è rimasto infortunato, non sperare che si riprenda il prima possibile
dal punto di vista fisico, ma semplicemente lamentarti che non vincerà più il
mondiale. In effetti questo mi sconcerta un po’.
Durante il periodo di sospensione della gara io e i miei
ce ne tornammo a casa, e ricordo che mi rifiutai categoricamente di vedere la
gara quando ripartì, e che non mi informai nemmeno del risultato, quando
terminò. Il pomeriggio lo trascorsi a scrivere sul mio diario segreto dell’epoca
cose abbastanza raccapriccianti (o semplicemente troppo infantili, direi XD), con
lamentele sul fatto che Michael non avrebbe potuto vincere il titolo.
Comunque nei mesi successivi – oltre a sfracellare le
scatole alla mia amica E., parlandole ripetute volte dell’incidente occorso a
Schumacher a Silverstone alla curva Stowe – ricordo che attesi con impazienza
il rientro di Schumacher. Quando esso avvenne per i gran premi di Malesia e
Giappone, naturalmente avendo undici anni ed essendo i gran premi nel corso
della notte/ prima mattinata, non me li guardai, ma non importava. Quello che
contava era il risultato. Seppure non mi piacesse particolarmente Irvine per
motivi anche abbastanza insensati (dalle immagini che avevo visto in TV mi
sembrava – cosa peraltro non vera – che Schumacher prima di uscire di pista
alla Stowe avesse avuto una lieve collisione con Irvine, e credevo che questa
cosa avesse influito sul verificarsi dell’incidente), arrivai a sperare che
vincesse il titolo, soltanto perché speravo non lo vincesse Hakkinen (che all’epoca
detestavo per il semplice fatto che era il principale avversario di Schumacher –
vi ricordo a mia discolpa che avevo soltanto undici anni – e che oggi stimo
tantissimo e ritengo che meritasse abbondantemente i mondiali che ha vinto, e
che forse meritasse anche quello del 2000)...
Poi in Malesia ci fu una presunta irregolarità tecnica
per le Ferrari, e inizialmente Irvine e Schumacher che erano arrivati primo e
secondo vennero squalificati (ma la squalifica fu poi annullata)... ricordo che
anche lì scrissi vari papiri sul mio diario segreto lamentandomi del fatto...
spero solo che occhio umano non se li legga mai! XD Così come mi lamentai della
vittoria del mondiale da parte di Hakkinen, cosa che visto quanto ho detto in
precedenza immagino poteste aspettarvi anche senza che ve lo dicessi! ;-)
A proposito di Irvine invece ricordo che quando nel
febbraio 2000 scoprii che sarebbe stato rimpiazzato da Barrichello (ormai lo
sapevano tutti, l’unica che l’ha scoperto con mesi di ritardo ero io), ne fui
parecchio felice, anche perché Barrichello mi ispirava parecchia simpatia (nel
gran premio del Brasile 1999 aveva per un certo tratto tenuto testa a Hakkinen –
credo che la mia improvvisa simpatia nei suoi confronti venisse da quel fatto
XD).
Per il resto andò a finire che parlai con E. dell’incidente
per molti anni, e a dire la verità gliene ho parlato anche ieri, ricordandole
che oggi sarebbe stato l’anniversario di quel fatto.
Del resto è anche abbastanza normale. Quell’incidente mi
colpì molto in qualità di tifosa, anche se non arrivai mai davvero a chiedermi
che cosa sarebbe accaduto se le cose fossero andate diversamente quel giorno a
Silverstone. Visto quanto accadde nei cinque anni che seguirono, non credo ce
ne sia mai stato davvero bisogno.
Per lunghi anni fui convinta che nessun incidente potesse
colpirmi più di quello. Dieci anni e due settimane dopo compresi di essermi
sbagliata, ma di questo ne parlerò prossimamente.
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