giovedì 29 febbraio 2024

Il 29 febbraio nella storia della Formula 1

Di solito gli altri anni a quest'ora febbraio lascia posto a marzo, quest'anno no, perché abbiamo anche il 29 febbraio! Per tale ragione ho deciso di dedicarvi un post apposito, per parlare di che cosa sia successo in Formula 1 in data 29 febbraio. Poca roba, essendoci un 29 febbraio solo ogni quattro anni, possibilità ridotte che avvenga nel corso del weekend e ancora più ridotte possibilità che nel suddetto weekend si svolga un gran premio. Direi di specificare che, se le mie fonti e i miei calcoli sono corretti, il giovedì delle free practice del GP del Bahrein sarà solo la terza volta nella storia della Formula 1 in cui ci saranno delle sessioni che si svolgono in questa inconsueta data. Le due precedenti? Il GP del Sudafrica 1980 e il GP del Sudafrica 1992, che si sono svolti in anni bisestili il 1° marzo. Entrambe le occasioni si gareggiava di sabato, quindi il 29 febbraio ci sono state le seconde sessionidi qualifica dei due eventi in questione.

Prima del 1996, infatti, d'abitudine c'erano due sessioni di qualifiche, una al venerdì e una al sabato, i cui tempi andavano tutti nello stesso calderone e, indipendentemente dalla sessione di qualifica in cui era stato ottenuto, il miglior tempo di ciascun pilota andava a contribuire alla griglia di partenza - lo spiego perché magari c'è chi è finito sul mio blog non perché ne sappia di Formula 1 vintage, ma perché attirato dal 29 febbraio.
Ho detto una sessione al venerdì e una al sabato, ma se di sabato si gareggiava, allora le qualifiche avvenivano di giovedì e di venerdì, cosa appunto accaduta per il Sudafrica 1992 primo gran premio della stagione. Piloti quali Paul Belmondo, Andrea Chiesa e Giovanna Amati hanno "conquistato" il 29 febbraio la loro prima mancata qualificazione.
È andata molto meglio in casa Williams, invece, con Nigel Mansell che ha ottenuto la prima pole stagionale battendo di oltre sette decimi il tempo di Ayrton Senna su McLaren, per non parlare dei distacchi di chi stava dietro.

Facendo un salto indietro di dodici anni, la stessa cosa accadeva anche nel 1980, con la sola differenza che non era il primo gran premio della stagione, ma il terzo, avvenuto dopo Argentina e Brasile. Erano tempi antichi, in cui il mondiale iniziava addirittura a gennaio, ma nei primi mesi dell'anno i gran premi erano piuttosto radi, e soprattutto il mondiale finiva a settembre/ ottobre, non certo a dicembre come succederà quest'anno.
Torniamo a noi: non sono riuscita a trovare la data precisa, ma ragionevolmente - avendo tempi ottenuti in qualifica al giovedì - è avvenuto il venerdì 29 febbraio un incidente nelle prove libere nel quale Marc Surer di è fratturato una gamba (curiosità: anche due anni più tardi, in un incidente sempre a Kyalami, si sarebbe nuovamente infortunato).
La sessione di qualifiche si è conclusa con la pole position di Jean-Pierre Jabouille al volante di una Renault, con cui sarebbe anche stato lungamente in testa alla gara l'indomani, ma non siamo qui per parlare di storie di iella avvenute il 1° marzo. Mi limito a osservare come sia stata l'ultima pole position ottenuta in Formula 1 da Jarier.

Cambiando argomento, il 29 febbraio avverrà anche una volta ogni quattro anni, ma non è che in quel giorno specifico nessuno nasca. Quindi è interessante andare a scoprire se ci sia mai stato qualche pilota nato il 29 febbraio nella storia della Formula 1.
C'è stato e si tratta di Masten Gregory, classe 1932, con presenze in Formula 1 tra il 1957 e il 1965. Il pilota americano ha ottenuto in totale tre piazzamenti a podio, di cui all'esordio al GP di Montecarlo 1957 con la scuderia Centro Sud. Vincitore della 24 Ore di Le Mans 1965 (insieme a Jochen Rindt e, secondo voci di corridoio, Ed Hugus che però non risulta tale per le statistiche - storia che vi ho raccontato l'anno scorso), ha continuato a gareggiare in endurance fino ai primi anni '70. Dopo la fine della sua carriera è divenuto imprenditore ed è deceduto per un infarto nel 1985 mentre si trovava in Toscana.

Non sono riuscita a reperire null'altro legato alla Formula 1 che abbia a che vedere con il 29 febbraio, ma mi sembra comunque un risultato sostanzioso. Vedremo domani/ diciamo oggi, dato che siamo già a mezzanotte passata, se qualcosa si aggiungerà con le prove libere del Bahrein.


lunedì 26 febbraio 2024

Formula 4 UAE 2024: Freddie Slater vince il titolo, Doriane Pin conquista l'unica vittoria femminile

Poco più di una settimana fa è terminato il campionato di Formula 4 degli Emirati Arabi, che si è svolto negli stessi fine settimana della Formula Regional Middle East per un totale di cinque eventi disputati nelle seguenti location: Yas Marina Corkscrew layout, Yas Marina, Dubai, Yas Marina, Dubai. In realtà è stato preceduto anche da un evento non championship, lo scorso novembre, nel weekend del GP di Abu Dhabi, con una presenza relativamente di piloti, due gare vinte entrambe da Keanu Al Azhari ed entrambe le sorelle Al Qubaisi presenti, ma senza ottenere grosse soddisfazioni (il miglior risultato un quinto posto di Hamda in una gara con tredici vetture al traguardo.
Per intenderci, sembrava che le gioie femminili - visti anche i risultati poco promettenti di Jessica Edgar e di una certa Laura Villars che pare avere disputato finora campionati semi-amatoriali - fossero ben lontane, ma ci siamo ritrovati con ben quattro donne a disputare part-time o one-off il campionato. Una di queste è stata Doriane Pin che, diversamente dalle altre, ha finalmente deciso che dovevamo avere qualche gioia. Di fatto, fin dalle prime battute, ha iniziato a qualificarsi in top-ten o a ridosso della top-ten in un campionato con 30+ vetture.

Quest'anno gli eventi sono composti da tre gare ciascuno, di cui la seconda da reverse grid dei primi dodici. Kean Nakamura-Berta ha iniziato il primo evento con due vittorie nelle gare con griglia da qualifica, nonostante Al Azhari avesse fatto la pole per entrambe. La gara da reverse grid è stata vinta da Nikita Bedrin, che ha disputato solo i primi tre eventi della stagione.
Alex Powell ha iniziato il secondo evento con una pole, ma la vittoria è andata a Freddie Slater, mentre Al Azhari ha vinto sia la gara da reverse grid sia quella conclusiva del fine settimana, per la quale aveva ottenuto la pole. Nel seguente Bedrin ha vinto da pole position la prima e l'ultima gara del weekend, mentre la vittoria da reverse grid se l'è aggiudicata Powell.
In tutto ciò abbiamo però perso di vista Doriane Pin, che accumulava top-ten tranne nelle occasioni in cui finiva coinvolta in qualche casino e dimostrava assolutamente di avere un buon passo. Poi ha ottenuto la pole position per la prima gara del quarto weekend, l'ultimo al quale ha preso parte. Superata da Nakamura-Berta al via, al traguardo ha conquistato una seconda posizione dopo essere stata negli scarichi dell'avversario, il quale è stato tuttavia a seguire penalizzato per jump-start. Pin ha quindi conquistato la vittoria e, per quanto non sia l'unica ragazza ad avere vinto in Formula 4 Emirati nel corso dell'esistenza del campionato, il livello e la presenza quest'anno è ben diversa dai tempi delle sorelle Al Qubaisi.
A quel punto della stagione Pin era ottava, è scivolata decima non prendendo parte all'ultimo evento stagionale. Nakamura-Berta ha ottenuto due pole e una vittoria, i piazzamenti ottenuti non gli sono bastati tuttavia per vincere il titolo, conquistato da Slater con quattro punti di vantaggio. Enzo Deligny, che ha disputato solo la seconda parte del campionato, ha vinto ala gara da reverse grid, mentre Rashid Al Dhaheri ha vinto l'ultima gara stagionale.

Slater ha vinto il titolo, precedendo Nakamura-Berta, Al Azhari, Al Dhaheri, Bedrin e Powell tra i primi sei, mentre il pilota meglio classificato a non avere ottenuto vittorie è stato Deagen Fairclough che ha preceduto Deligny. Pin si è classificata decima, come già detto, alle spale di Gabriel Stilp.
A seguire si sono classificati Dion Gowda, Jack Beeton, Matteo Quintarelli, Enzo Yeh, Jules Caranta, Reza Seeworuthun, Zack Scoular, il part time Tomass Stolcermanis, Sebastian Murray, Luka Sammalisto, Alvise Rodella, Tiago Rodrigues, Raphael Narac, il part-time Yuanpu Cui, nonché Kai Daryanani, venticinquesimo e ultimo pilota ad avere conquistato punti.
Non hanno mai fatto punti Yevan DAvid, Maksimilian Popov, Kamal Mrad, lo one-off Chester Kieffer, il part-time Davide Larini, Kaishun Liu, il part-time Hiyu Yamakoshi, Nicolas Stati, Everett Stack, il part-time Peter Bouzinelos, Maximiliano Restrepo, Yuhao Fu e, purtroppo, le part-time Aurelia Nobels e Carrie Schreiner, seguite dalla one-off Tina Hausmann come fanalini di coda della classifica, con Schreiner e Hausmann che non hanno nemmeno mai ottenuto un piazzamento in top-20. E vorrei ricordare saranno tutte avversarie della Pin in F1 Academy.


venerdì 23 febbraio 2024

Formula Regional Middle East Champioship 2024: Tuukka Taponen vince il titolo

A partire da metà gennaio, per cinque fine settimana consecutivi, di cui l'ultimo quello passato, si è svolto il campionato di Formula Regional Middle East (FRMEC), per intenderci, quella che in passato si chiamava Formula Regional Asian Championship. Si è svolto in concomitanza con la Formula 4 UAE, di cui intendo parlarvi nel prossimo post, tra Abu Dhabi e Dubai, per un totale di cinque eventi, di cui il primo, il secondo e il quarto disputati a Yas Marina, di cui quello inaugurale sul layout Corkscrew, gli altri sul layout sul quale si svolge il Gran Premio di Abu Dhabi.
La presenza è stata ottima, con 25+ vetture presenti al via di ogni evento, ciascuno dei quali composto da tre gare, la prima e la terza con griglia di partenza stilata da sessioni di qualifiche e la seconda con reverse grid.

A vincere il titolo è stato il finlandese Tuukka Taponen, che ha ottenuto cinque vittorie, diversi piazzamenti a podio e, in generale, nel peggiore dei casi ha chiuso una gara in settima piazza. Il vantaggio nei confronti di Taylor Barnard è stato piuttosto abbondante, nonostante anche il britannico abbia vinto cinque volte, seppure con una vittoria da reverse grid.
Le gare con griglia "normale" erano dieci in totale, cinque vinte da Taponen, quattro da Barnard... quella mancante se l'è aggiudicata il brasiliano Rafael Camara, che ne ha vinta anche una da reverse grid e ha conquistato il terzo posto nella classifica piloti, con Zachary David, Mari Boya, James Wharton, Ugo Ugochukwu, Martinius Stenshorne presente solo part time, Tasanapol Inthraphuvasak e il nostro connazionale Brando Badoer (figlio di Luca) a completare la top-ten. Nessuno di costoro ha mai visto la luce della vittoria.

A vincere una gara ciascuno, tutte da reverse grid, sono stati invece i piloti classificati dall'undicesima alla tredicesima posizione: Theophile Näel, Nikhil Bohra e Arvid Lindblad, quest'ultimo pilota part time. Costa Toparis, quattordicesimo, è stato il pilota più arretrato in classifica a ottenere almeno un podio.
Dietro di lui, Alexander Abkhazava e Bruno Del Pino hanno disputato l'intera stagione conquistando punti in diverse occasioni e hanno preceduto due italiani, Valerio Rinicella e Matteo De Palo, che hanno entrambi disputato soltanto i primi due eventi della stagione.
Hanno completato la top-20 della classifica Noah Lisle ed Emmo Fittipaldi Jr, figlio avuto in tarda età da Emerson (a proposito, il fratello maggiore di quest'ultimo, Wilson è purtroppo venuto a mancare oggi all'età di 80 anni).

Oltre agli italiani già citati, ce n'era anche un altro al via, Giovanni Maschio, che ha chiuso il campionato ventunesimo, davanti al part time Kunato Le e a John Bennet, ultimi piloti a conquistare almeno un punto nel corso del campionato.
Dietro di loro si sono classificati il part time Enzo Peugeot, Jesse Carrasquedo Jr, Liu Ruiqi, i part time José Garfias, Pedro Clerot e Isaac Barashi, lo one-off Noah Stromsend, Gao Yujia, il part time Edgar Pierre, infine Yaroslav Veselaho, Finley Green e Wang Zhongwei, quest'ultimo senza avere mai fatto meglio del ventesimo posto in gara.



martedì 20 febbraio 2024

Formula Regional Oceania 2024: Roman Bilinski vince il titolo

Gennaio e febbraio sono mesi di formule minori invernali, per intenderci, quelle che finiscono generalmente prima dell'inizio del mondiale di Formula 1. Tra questi campionati, uno è la Formula Regional Oceania/ FROC, che un tempo si chiamava Toyota Racing Series. Si svolge in Nuova Zelanda e, oggi come allora, si svolge in una serie di weekend consecutivi. Questi weekend consecutivi erano cinque, in cinque location differenti, con ciascun evento composto da tre gare, di cui la seconda da svolgersi da reverse grid parziale del risultato della prima.
La serie ha avuto al via un numero rispettabile di vetture, indicativamente sulle 16/17, anche se soltanto una dozzina di piloti hanno disputato tutte le gare del campionato. Una parte, invece, hanno gareggiato o nella prima parte della stagione, oppure in quella conclusiva, con diversi piloti part-time, di cui alcuni che hanno ottenuto risultati notevoli.

Il polacco Roman Bilinski ha vinto la prima e la terza gara del primo evento della stagione, mentre la gara da reverse grid è stata vinta da Gerrard Xie, pilota di Hong Kong. Entrambe le pole position erano state ottenute dall'australiano Christian Mansell (che non ha nessuna parentela con un certo pilota con i baffi nostra vecchia conoscenza - so di averlo già scritto mille volte, ma magari è la prima volta che leggete il mio blog), mentre nel secondo evento stagionale è stato proprio Bilinski a ottenere le due pole e a vincere entrambe quelle gare.
Nella seconda si è imposto proprio Mansell che, in virtù dei risultati ottenuti fino a quel momento, si è aggiudicato la vittoria della "Tasman Cup", assegnata al pilota  di casa (australiano o neozelandese) che si trovasse più in alto in classifica in quel momento della stagione, dopo avere disputato i primi due eventi, che sono anche stati gli unici ai quali Mansell ha preso parte.

Xie ha iniziato con una pole il terzo evento, ma la vittoria è andata nuovamente a Bilinski, mentre nella gara da reverse grid ha vinto il pilota italiano Nicola Lacorte, che ha disputato solo i primi tre eventi del campionato. Bilinski ha chiuso il weekend con una partenza dalla pole, ma è giunto in seconda posizione, alle spalle del neozelandese Kaleb Ngatoa.
Nell'evento seguente, Bilinski ha ottenuto due pole, ma solo una vittoria, in quanto nella gara finale è giunto secondo alle spalle del neozelandese Liam Sceats. La gara da reverse grid, invece, era stata conquistata dal coreano Michael Shin. Sceats ha in seguito vinto dalla pole la prima e la terza gara del quinto evento, mentre lo statunitense part-time Bryce Aron (che ricordo in passato era stato - suo malgrado -coinvolto in una rissa con Dexter Patterson dopo un incidente in GB3 nel 2021) ha conquistato la prima posizione nella gara da reverse grid.

In sintesi, Bilinski ha vinto il titolo, precedendo Sceats. In terza posizione, avendo ottenuto molti podi e nessuna vittoria, si è classificato il canadese Patrick Woods-Toth, che ha preceduto Shin. Anche al quinto posto si è classificato un pilota senza vittorie stagionali, ovvero il neozelandese Alex Crosbie. Seguivano poi Xie e Ngatoa, gli unici piloti full-season a non avere chiuso il campionato alle spalle dei piloti part-time.



lunedì 19 febbraio 2024

GP Italia 1960: l'ultima vittoria di un motore anteriore

Carissimi lettori, dopo le presentazioni delle monoposto che mi hanno tenuta con il focus sul presente, sono andata sul solito sito Statsf1 per vedere se si avvicinasse qualche data interessante che potesse offrire spunti in termini di eventi del passato del motorsport. Così, per puro caso, notando che il 19 febbraio 1923 nasceva Giulio Cabianca, pilota della Scuderia Castellotti, sono incappata nella storia del GP d'Italia 1960, disputato a Monza come penultimo evento della stagione, nel quale sia Cabianca sia il team hanno ottenuto il loro migliore risultato in Formula 1. Come spesso succede in questi casi, la ragione per cui sono finita a raccogliere informazioni in proposito è passata in secondo piano, perché a Monza nel 1960 sono accaduti fatti piuttosto interessanti, di cui si parla poco nonostante questo gran premio abbia avuto due peculiarità.
La prima è che, con il boicottaggio del gran premio da parte delle principali squadre britanniche per ragioni legate alla sicurezza - la configurazione usata ai tempi non veniva considerata adatta alle vetture dell'epoca - nessuno dei piloti presenti al via aveva mai vinto un gran premio in Formula 1. Non che fossero tanti, solo undici, tanto che la griglia è stata riempita con sei Formula 2.

La Ferrari ha fatto 1/2/3 in qualifica con Phil Hill, Richie Ginther e Willy Mairesse, al culmine di una stagione piuttosto negativa dovuta al non avere una vettura all'avanguardia: la Rossa era l'unica spinta da un motore anteriore, mentre gli avversari gareggiavano con vetture a motore posteriore. E così, proprio in questo contesto, a Monza nel 1960 è maturata l'ultima vittoria di un motore anteriore nella storia della Formula 1.
Ricostruire gli eventi strettamente di gara non è così semplice, ma il lap by lap ci informa di Ginther in testa fin dalle prime battute, seguito da P.Hill, con Mairesse invece scivoltato indietro di alcune posizioni per poi risalire a gara inoltrata al terzo posto.
Ginther è stato in testa per metà dell'evento, poi risulta essere scivolato in seconda posizione alle spalle di P.Hill, che è andato a vincere la gara. È stata la prima vittoria di un pilota statunitense in un gran premio di Formula 1 (naturalmente senza considerare le edizioni della Indy 500 incluse nel mondiale come dei gran premi) e la Ferrari è giunta 1/2/3 al traguardo, con Cabianca al volante di una Cooper della Scuderia Castellotti in quarta posizione, davanti alla Ferrari di Wolfgang Von Trips che, stando a quanto riporta Statsf1 era una Formula 2.

Cabianca aveva già all'attivo due gran premi nelle stagioni precedenti, al volante di Maserati di team privati. La sua partecipazione al GP d'Italia 1960 è stata la sua ultima presenza in Formula 1, anche perché nemmeno un anno più tardi ha perso la vita testando una vettura sull'allora circuito di Modena.
Anche per la Scuderia Castellotti la presenza al GP d'Italia è stata l'ultima della sua breve storia in Formula 1, nonché l'unico arrivo a punti.

sabato 17 febbraio 2024

Presentazioni 2024: l'ultima è la Redbull!

Sono consapevole di essere in ritardo, ma nei giorni scorsi ho avuto da fare, quindi mi ritrovo solo ora a concludere questo giro di post sulle presentazioni delle monoposto che prenderanno parte alla stagione 2024, i cui test prestazionali inizieranno tra ormai pochi giorni e con le prove libere del primo gran premio dell'annoche si svolgeranno già l'ultimo giorno di febbraio, per dare il via a un campionato che sarà intenso come non mai: ci saranno ben ventiquattro gran premi e, incredibile ma vero, nessuno sembra destinato a saltare, nemmeno quello della Cina, destinata a rientrare in calendario. Ammetto che il circuito di Shanghai non mi dispiace e che lo ritengo un luogo ricco di accadimenti che merita a mio vedere di non essere screditato quanto avviene per altri circuiti. Uno di questi accadimenti, risalente all'ormai lontano 2009 - ben quindici anni fa - fu la prima vittoria per la Redbull ottenuta per mano di Sebastian Vettel che, nel proseguo della stagione, avrebbe lottato per il mondiale con le Brawn GP, guidate da Jenson Button poi campione del mondo e da Rubens Barrichello.
Proprio la Redbull era l'unico team a non essersi ancora mostrato e ciò è accaduto nella giornata del 15 febbraio, deludendo tutti quelli che per qualche motivo, si aspettavano che invece di avere una livrea Redbull, fosse qualcosa come a righe turchesi e ocra, con scritte lilla e rifiniture color terra di Siena bruciata. Voglio dire, posso capire tutto, ma se ci stupiamo perché la Redbull ha i colori tipici della Redbull la prossima causa di stupore quale sarà? la Ferrari rossa?


In concomitanza con la presentazione si sono moltiplicate le analisi tecniche dei soliti noti che, da delle foto, sono in grado di stimare per filo e per segno l'andamento del mondiale. Sia chiaro, non intendo screditare le analisi tecniche e la competenza di chi le fa, ma ritengo comunque che a parlare debba essere in primo luogo quello che succede in pista, non la visione di una fotografia. In più non è che ci sia bisogno di chissà quali fotografie per ipotizzare che la Redbull vincerà un altro mondiale!
Detto questo, Max Verstappen va a caccia del quarto mondiale, Checo Perez va a caccia di non si sa bene cosa... forse di un rinnovo contrattuale, ma mi sembra troppo presto fare valutazioni a questo proposito.

Forse qualcuno si chiederà come mai non abbia approfondito la vicenda dello scandalo Christian Horner. Per un motivo specifico, anzi due: quello meno importante è che questo è un blog che parla di corse automobilistiche e non necessariamente di quello che succede fuori dai circuiti e che non mi capita quasi mai di parlare di team principal, la seconda è che per il momento la faccenda è ancora abbastanza nebulosa e preferirei non intervenire in proposito (se e quando ci sarà qualche novità, deciderò cosa fare).
Con questo non voglio minimamente sminuire le accuse che gli sarebbero state rivolte; voglio semplicemente ribadire la mia non volontà di commentare, almeno per il momento, notizie che finora un giorno sono state raccontate in un modo e il giorno dopo in un altro. Il mondo è pieno di molestie sessuali che avvengono sul posto di lavoro, ma è altrettanto pieno di giornali che pubblicano storie raccontate dal cuggggino insaider (e, relativamente alla Formula 1, pure in casi molto meno gravi di questo, è già accaduto che alcune notizie facessero il giro del mondo per poi essere smentite - vedi le finte dichiarazioni di Nyck De Vries contro la Redbull e Verstappen).



giovedì 15 febbraio 2024

Presentazioni 2024: Mercedes, freccia d'argento o freccia di fibra di carbonio?

Siamo in dirittura d'arrivo, ormai manca solo la Redbull e la penultima in ordine cronologico è stata la Mercedes, svelata oggi 14 febbraio, stesso giorno in cui abbiamo visto la nuova McLaren. Il team di Brackley metterà in pista due vetture guidate da George Russell e, incredibilmente, per l'ultima stagione da Lewis Hamilton, che tra un anno vedremo vestito di rosso. È lecito pensare che ci sia una certa curiosità per il sette volte campione del mondo, che si gioca ormai una delle sue ultime possibilità per conquistare il tanto agognato ottavo titolo. O meglio, visto che nel 2025 passerà in Ferrari, si può dire che quella di quest'anno sia direttamente la sua ultima occasione!
Non siamo tuttavia qui per fare considerazioni sul futuro e sui risultati ipotetici e, in realtà, neanche per fare considerazioni sul presente. Non sono una di quelle persone che dalla foto - o addirittura dalla miniatura - di una monoposto afferma se sarà o non sarà competitiva. Preferisco piuttosto soffermarmi sui grandi dubbi esistenziali: sarà grigia o sarà nera?


Sarò sincera: le livree grigie della Mercedes mi piacciono parecchio. Mi ricordano i bei vecchi tempi in cui Nico Rosberg lanciava cappellini, in cui Max Verstappen era solo un ragazzino brufoloso che faceva la comparsa sulla strada altrui e in cui Valtteri Bottas ancora non si era lasciato crescere baffi degni di un attore porno. Erano i tempi in cui eravamo felici e non lo sapevamo, oppure pensavamo di esserlo senza essere davvero.
Non chiedetemi cosa sto dicendo, sto solo mettendo in fila parole a caso per tenere alta la suspense, prima di svelarvi che la nuova non è più nera, è grigia, dove sul "non è più nera" avrei molti dubbi: infatti abbiamo, come la maggior parte delle vetture di questa stagione, una vettura nera, rifinita del colore tipico, ovvero il grigio argento.

mercoledì 14 febbraio 2024

Presentazioni 2024: la McLaren si presenta ufficialmente

Siamo arrivati al 14 febbraio e le presentazioni delle nuove monoposto sono ormai arrivate a un punto piuttosto inoltrato. Oggi è stata la volta sia della McLaren sia della Mercedes, ma mi soffermerò per prima cosa sulla McLaren, in quanto cronologicamente è stata la prima a uscire allo scoperto, in mattinata, con un'ora o giù di lì di anticipo nei confronti della Mercedes. Ci eravamo lasciati nel 2023 con il color papaya mescolato con un po' di blu e, a sorpresa ci ritroviamo senza il blu... dove "a sorpresa", ovviamente, è stato scritto per abbellire la frase: il team di Woking aveva già svelato la propria livrea così a random qualche settimana fa, quando eravamo ancora nel pieno del mese di gennaio.


Adesso abbiamo fatto il salto di qualità e, invece di vedere un render colorato di papaya, abbiamo visto anche la vettura a bordo della quale Lando Norris cercherà di diventare adulto, imitato dal compagno di squadra Oscar Piastri. Sarà la volta buona? Norris riuscirà a vincere una gara? O magari ce la farà Piastri, in modo da uscire da quello status di nulla cosmico che è l'essere un vincitore-non-vincitore? O vinceranno altre sprint e mai un gran premio?
Mi auguro che i due siano in grado di fare le schegge impazzite, così non ci sarà più bisogno di ricordare che Jenson Button è stato l'ultimo pilota a vincere un gran premio con la McLaren, in un universo parallelo in cui, come è giusto che sia, Daniel Riccardo è stato rimosso dalla memoria collettiva.
Se così non fosse ci resterà comunque il ricordo di una bella monoposto color papaya. Anzi, ci resterà il ricordo di una bella monoposto nera con le rifiniture color papaya!


martedì 13 febbraio 2024

Presentazioni 2024: la Ferrari con l'halo rosso

In Formula 1 esiste una regola aurea, ed è che la Ferrari non vince il mondiale, ma ha la vettura più bella. Ci sono stati momenti in cui ci siamo allontanati da questa regola, e non certo perché abbia vinto alcunché, per esempio vorrei citare le rifiniture verdi di qualche anno fa in epoca Mission Winnow (altresì nota come Mission Winnever), ma mi sento di potere dire che c'è stata una grandissima inversione di tendenza. Per il resto, molte cose restano uguali: quando sono andata su Twitter durante la pausa pranzo ho scoperto che molteplici persone avevano visto e commentato la presentazione. Un giorno scoprirò cosa si nasconda dietro a tutto ciò. Tutti gli appassionati di Formula 1, nessuno escluso, hanno anche un lavoro inerente la Formula 1? Lavorano tutti in proprio quindi possono gestire il loro tempo come desiderano? Sono tutti disoccupati? Hanno avuto tutti la baby pensione? Sono segretamente sposati con Sua Futura Maestà Lewis Hamilton e vengono mantenuti dal suddetto?
Va beh, non poniamoci troppi dubbi esistenziali e basiamoci sul solito dubbio amletico che precede la rivelazione della Rossa: avrà l'halo rosso oppure nero? Non ho problemi ad ammetterlo: non sono una tifosa ferrarista, ma so apprezzare la bellezza e ritengo che non ci sia mai stato nulla di più spudoratamente bello - in termini di monoposto contemporanee - del primo halo sfoggiato dalla Ferrari, quello rosso con lo stemma del cavallino rampante.
Purtroppo dalla stagione seguente in poi abbiamo assistito alla scelta della non vernice sull'halo, che permane comunque un passo avanti rispetto alla non vernice su tutto il resto della carrozzeria sfoggiata da gran parte delle monoposto finora presentate.
Ma poi ecco che tutto si ferma e, già pronta alla delusione, vedo la luce. Non a quei livelli, perché purtroppo lo stemma del cavallino sull'halo non c'è, però almeno l'halo è rosso e questo va di gran lunga oltre le mie aspettative. Quindi Charles Leclerc e Carlos Sainz, ne sono certa, collezioneranno delusioni, ma almeno guideranno la vettura più bella della griglia, come è giusto che sia!



lunedì 12 febbraio 2024

Presentazioni 2024: l'Aston Martin si svela e scende in pista!

Siamo arrivati a un momento cruciale delle presentazioni prestagionali, in quanto questa settimana ci sono tutte quelle più attese, ovvero quelle delle squadre che ci si aspetta di trovare nella parte più alta della classifica. Non che la monoposto rivelata oggi sia la più probabile candidata alle zone alte, ma siamo tutti fiduciosi che sarà quella con cui Fernando Alonso vincerà il suo terzo titolo. Nel frattempo il Divino ha replicato che il sogno d'infanzia di Hamilton non è mai stato gareggiare per la Ferrari. Trovo tutto ciò una curiosa inversione di ruoli, ricordo il "sognava molto" che Lewis disse di Ferni quando fu quest'ultimo a passare alla Ferrari. Tornando al 2024, a fare coppia con il futuro tre(?) volte campione del mondo(!!!) sarà ancora una volta Lance Stroll, che non viene certo visto come imminente vincitore del titolo, ma direi di soprassedere.
Ben lontani i vecchi tempi in cui non c'erano very uominy al volante e la vettura aveva delle parti rosa, adesso è verde, come la rana che Sebastian Vettel teneva nel taschino della tuta 1) a fare da navigatore durante le gare più difficili, 2) ad aiutarlo a ritrovare il senso giusto di marcia dopo le sbinnate. Però basta parlare di Vettel, ormai non è più in Formula 1 da tempo, credo sia meglio metterlo da parte.
Diversamente da chi ha mostrato foto e basta, l'Aston Martin a quanto ho capito è anche scesa in pista a Silverstone, segno sempre più evidente che la stagione è sempre più vicina.


domenica 11 febbraio 2024

Formula Sanremo 2024: Sing to Survive

DISCLAIMER: per chi fosse capitato qui per caso, questo è un blog che parla di Formula 1 attuale e passata, nonché di altre categorie motoristiche. Non ho alcuna competenza musicale e non intendo fare alcun commento serio del Festival, intendo solo commentarne le analogie con il mondo dell'automobilismo.


Intorno alle tre della notte passata terminava il 74° Festival della canzone italiana, con una caciara social degna di un 74° campionato del mondo di Formula 1, anzi, quasi di un 72°! Cosa dire, se non che tutto il mondo è paese e che ho visto cose che noi appassionati di motorsport vediamo quasi quotidianamente? Anche se, lo ammetto, le serate del festival di "epoca Amadeus" sembrano più gare di endurance.
Non vorrei sembrare parte di chi non ha capacità di attenzione superiore ai trenta secondi, ma tra trenta secondi e cinque ore e mezza per sera, con finale alle due di notte durante i giorni feriali, mi sembra un'esagerazione. Ho seguito parte delle prime serate, ma le persone hanno una vita e tendenzialmente anche un lavoro, in questo modo agli appassionati vengono "imposti" ritmi improponibili. Capisco avere trenta cantanti in gara, fossero anche trentanove ci potrebbe stare, ma tutti in griglia no! Ci vorrebbero le prequalifiche a Sanremo!

Detto questo, ci lamentiamo di quanto sia prevedibile la Formula 1, ma per giorni si è discusso del fatto che Angelina Mango, Geolier e Annalisa fossero i favoriti, e magari anche Ghali come scheggia impazzita. E guess what? Chi abbiamo sul podio? E chi è arrivato quarto come un Hulkenberg qualsiasi?
Nessuna vera sorpresa, in termini di classifica, vittoria ristretta a un numero esiguo di elementi, peraltro ciascuno con dei fanbase spesso composti da bimbiminchia, con le loro locuzioni assolutamente innovative: "che queen", "oggi si fa la storia", "salgo sul carro", "sto volando altissimo", insomma, ci mancavano solo dittature monegasche, eserciti arancioni, team LH e Santander vari poi mi sarei sentita a casa tra un'orda di scappati di casa.
Lo ammetto, il mio grosso problema con il Festival è questo: quando ero adolescente, Sanremo era a misura di adulti con polemiche per adulti; adesso che ho trentacinque anni, Sanremo è a misura di adolescenti con polemiche per adolescenti.
Inutile dire che non solo adolescenti fanno polemiche di questo tipo, ma anche adulti che si calano nel loro lato teen per cinque giorni. Il clima è molto "Sing to Survive" e ogni risultato ottenuto da chi non sia il proprio idolohhhh è rubatohhhh.
Non importano i meriti oggettivi e i voti dei televotanti vanno ai king!!!111!!!11!! e alle queen!!!1!11!!1!! perché sono dei fighi e devono vincere, indipendentemente da canzoni e performance: infatti il televoto nelle serate opportune apre prima che i cantanti si siano esibiti e mancano solo gli spambot indonesiani che votano per Haryanto.
Se vince un uomo è sessismohhhh, se vince una donna sexy è sessismohhhh contro quelle meno appariscenti, se vince chi canta in italiano è discriminazione contro chi canta in dialetto e non magari il fatto che il testo di questi ultimi era incomprensibile ai più, se vince un'over-quaranta è uno skandalohhhh perché i boomer devono morire di vecchiaia, ma soprattutto mettete a letto i Ricchi e Poveri e Loredana Bertè che sono dei V3KkYaCç1 e rubano il posto ai figony beliximihhhh!!!!1!!!11!!!1!!

Non so voi, ma trovo tutto ciò abbastanza allucinante, gente che parla di presunti complotti senza parlare minimamente delle canzoni in gara...La perla, comunque, è il "televoto proibito ai fan dei singoli cantanti". In sintesi pare che molta gente non sia riuscita a votare al televoto per congestione telefonica dovuta votare tutti in branco.
C'è chi ha affermato di essere stato truffato perché NON GLI SONO STATI SCALATI SOLDI, quindi il suo voto non è stato accettato. Una volta la truffa era quando pagavi ma nessuno ti conteggiava. E soprattutto una volta non riuscivamo nemmeno a fare gli auguri di buon anno nuovo da mezzanotte fini a minimo alle due la notte di Capodanno, lasciatevelo dire cari singtosurvivers, non sareste mai sopravvissuti ai miei tempi, vent'anni fa noi ragazzine di quindici anni eravamo very uominy, altro che le nuove leve!
Aggiungerei che, da un punto di vista statistico, se il servizio del televoto non funziona, la cosa non vada a colpire il/la singolo/a cantante, ma che in proporzione abbia lo stesso effetto su tutti. È un po' come quando si legge sui social che qualche elemento imposto a tutti nei regolamenti della Formula 1, e magari o accettato o criticato da tutti, sia un kompl8 pro o contro qualcuno.
Ci vuole anche un po' di leggerezza nella vita, non solo il puntare il dito contro questo o contro quello: per quanto possa sembrarvi strano, tendenzialmente il mondo non ruota né intorno a voi né intorno al vostro idolo, quindi nella maggior parte dei casi quelli che succede non è una congiura nei vostri o nei loro confronti.

Leggerezza, quindi parliamo di... livree, ovvero di outfit. Ho visto molti total black, un po' come se tutti fossero vestiti di fibra di carbonio, con solo qualche nota di colore, generalmente molto accesa o ai limiti del trash. Ma ci sta, tutto questo ci sta.
Solo un piccolo appunto e vi prego, non ditemi che giudico la gente per come si veste, perché parlo di quella che *non* si veste. Sanremo è Sanremo, un minimo di dress code non guasterebbe. Per intenderci, non penso sia così faticoso mettersi una camicia o una maglia sotto la giacca, oppure una gonna o dei pantaloni sopra al reggicalze.
A meno che, ovviamente, salire sul palco a petto nudo o in lingerie non abbia una coerenza con la propria canzone, con il proprio genere musicale o con la propria immagine. Ci sta benissimo che rocker o punk compaiano sul palco vestiti in modo abbastanza creativo per poi denudarsi parzialmente in corso d'opera, per quanto io non sia un'appassionata di ciò, è inserito in un contesto.
La nudita out of context, per intenderci anche slegata totalmente non solo al genere, ma anche a ciò che si sta cantando, spesso accompagnata all'esposizione vedo/non vedo o di fisici scultorei o di tatuaggi la concepisco invece come un semplice volere dire: "sono belloccio/a, votatemi e vi mostro tutto quello che ancora non avete visto".

Per finire, la canzone vincente è stata "La noia" di Angelina Mango, una canzone sicuramente molto importante per noi appassionati di motori: richiama l'assenza dei duellihhhh e dei sorpassihhhh, le vetture che non fannohhhh rumorehhhh, la Mercedes che dominahhhh, la Redbull che dominahhhh, nonché tutto ciò che si critica 24/7. E il Paul Ricard, che è noiosohhhh perché è in Francia ma non è Digione e non c'è mai stato alcun duello tra Villeneuve e Arnoux.
Però la canzone è giudicata da molti meh, in un abisso di canzoni giudicate altrettanto meh, con nessuno che spicca e forse con nessuno che in futuro si ricorderà di questo Festival. Non mi pare un problema così insormontabile, in fondo ormai ci siamo dimenticati tutti degli Schulott, ma qualche anno fa quando fu chiaro che Shwartzman non era il nuovohhhh predestinatohhhh che sembrava, tutti ci appassionammo al duello tra gli Schulott e alle loro comparse come Friday drivers sabotate dalla pioggia al GP di Eifel.
Ecco, appunto, gli Schulott: quando a Sakhir design esterno ci fu la cerimonia di premiazione dei primi tre classificati, Ilott non aveva una camicia da indossare per l'evento. Però non si presentò senza camicia, come avrebbero fatto i cantanti di Sanremo. Secondo classificato, andò a farsi prestare una camicia da Schumacher che il titolo l'aveva vinto.
Allora shippavamo gli Schulott, ma non so se potremmo farlo con i cantanti di Sanremo: quando Angelina Mango è stata annunciata vincitrice nessuno degli altri cantanti finalisti ha fatto alcunché, nessun accenno a complimentarsi con la vincitrice. Solo espressioni di disappunto: Sing to Survive.


sabato 10 febbraio 2024

Presentazioni 2024: Visa Cash App RB... ovvero la Toro Rosso

L'8 febbraio era il giorno della presentazione della Toro Ross-... dell'Alpha Taur-... della Visa Cash App RB, così si chiama adesso, dopo un rebranding annunciato molto tempo fa. Era stato annunciato nello specifico il rebranding, che doveva avvenire se non ricordo male qualche mese fa, ai tempi del GP degli Stati Uniti. Il nome, che si vociferava potesse essere Racing Bulls, non è tuttavia stato annunciato e sono passati mesi prima che si arrivasse al nome ufficiale, che si presta bene all'essere parodizzato in "Visa Crash". Quel "RB" dovrebbe comunque stare per Racing Bulls, anche se obiettivamente il nome è piuttosto confusionario. Durante la giornata dell'8 febbraio, che era giovedì, ho atteso pazientemente che iniziassero a girare le foto della monoposto con cui Yuki Tsunoda e Daniel Ricciardo disputeranno il campionato 2024, ma niente. Sono perfino andata a controllare più di una volta di non avere preso grosse cantonate in termini di data... e poi, finalmente, a sera inoltrata, ho scoperto l'arcano: la vettura sarebbe stata presentata alle 22.15, non nel nostro fuso orario, ma alle 7.15 del giorno seguente ora italiana, in quanto la presentazione avveniva a Las Vegas con fuso orario del posto. E infatti la presentazione è avvenuta nella giornata di venerdì mentre mi preparavo per andare a lavorare.


Dopo una settimana buona di monoposto e render di monoposto che mostravano ben pochi segni di essere state dipinte e apparivano in prevalenza nere, la Visa Cash App ha rappresentato una netta inversione di tendenza, tanto che anche le critiche nei confronti del nuovo nome hanno iniziato ad affievolirsi: non solo l'auto sarà colorata, ma addirittura ha una livrea che fa molto Toro Rosso, il che è stato considerato da molti una piacevole sorpresa.
Devo dire che non mi dispiace, anche se ammetto che sono ancora legata alla prima livrea in assoluto del team bibitaro faentino: all'epoca la consideravo orrendamente tamarra, ma non avevo ancora il gusto raffinato di oggi, che adora la tamarraggine delle monoposto.

giovedì 8 febbraio 2024

Presentazioni 2024: Alpine con le sue tracce di rosa

Buonasera a tutti, oggi è il 7 febbraio (va beh, è passata la mezzanotte da qualche minuto, ma finché non vado a dormire per i miei standard rimane il 7 febbraio) ed è stato il giorno della presentazione della Alpine. Non solo: è stato anche il giorno del ventottesimo compleanno di Pierre Gasly, che al volante della vettura blu e rosa - o per meglio dire, vettura nera con rifiniture blu e rosa - farà coppia con Esteban Ocon. Era mai successo che una monoposto venisse presentata nel giorno del compleanno di uno dei suoi piloti? Magari sì, ma sarebbe troppo difficile andarlo a scoprire, quindi direi di focalizzarci su quello che conta davvero, ovvero le lamentele più frequenti legate all'Alpine: è color carbonio anziché color sponsor.
Peraltro capisco questo criticare il nero dilagante, a dire il vero su tutte le vetture finora visionate che hanno soltanto un po' di colore qua e là ma una base in prevalenza nera... ma questa è la macchina su cui ci si aspettava di vedere il ROSA dilagante, quel colore che è stato tanto denigrato, perché il rosa non è per i very uominy, a meno che questi non siano palermitani. Ebbene, oggi il rosa viene rimpianto!
Detto questo, alla presentazione della monoposto di Formula 1 c'è stata anche la presentazione della hypercar del campionato di endurance, che è molto blu francese e che ha colori reputati più belli del color fibra di carbonio, che ha dato vita a ulteriori critiche nei confronti della Alpine di Formula 1!
Non temete, tuttavia: la non-pink panther cadrà nel dimenticatoio non appena inizierà il mondiale e il tifoso medio si renderà conto che si tratta di una vettura da centro griglia, con cui il massimo obiettivo potrebbe essere quello di fare un podio a random, massimo due, nel corso della stagione.


mercoledì 7 febbraio 2024

Ho visto "Lauda, the untold story" (2014): le mie impressioni

Era da un po' che non recensivo qualcosa e quale occasione migliore di questa? Ho trovato, per puro caso, su Youtube, grazie a un "caricamento non ufficiale" il documentario, versione in italiano, "Lauda: the untold story" uscito nel 2014 e ho deciso di guardarlo, circa una settimana fa, ma poi sono capitate vicende catalizzatrici di attenzione e ho scelto di aspettare a pubblicare la recensione. Credo sia doveroso condividere, almeno adesso, le mie impressioni.
Innanzi tutto il documentario è composto da cinque parti, che coprono essenzialmente le seguenti tematiche: 1) il Nurburgring e le questioni di sicurezza strettamente legate a quel circuito, 2) l'incidente di Lauda del 1976, 3) il ritorno in pista di Niki già al GP d'Italia, 4) un focus sull'evoluzione della sicurezza in Formula 1, 5) una breve conclusione a proposito della vita di Lauda dopo il ritiro dalle competizioni.
Vengono alternati filmati d'epoca e interviste d'epoca a interviste contemporanee e, in particolare, ci sono lunghi interventi di Jackie Stewart, in merito alla sicurezza ai vecchi tempi, e di David Coulthard e Mark Webber per quanto riguarda la Formula 1 moderna.


Personalmente posso dire di avere apprezzato questo documentario, di cui ho cercato pareri, trovandone dei discordanti. Le due critiche principali che ho letto sono state: 1) il fatto che un documentario su Lauda parli anche di argomenti che non hanno a che vedere con Lauda, 2) il titolo per certi versi fuorviante.
Sulla prima non sono d'accordo: se da un lato è vero che si spazia anche ad altro, in particolare il tema della sicurezza, anche nei decenni successivi, dall'altro è altrettanto vero che il documentario prosegue ben lineare e si capisce perfettamente il collegamento tra una tematica e l'altra (specie quando Stewart specifica che una delle grosse problematiche della sicurezza negli old gold days era l'assenza di un numero di commissari e mezzi di soccorso sufficienti a coprire tutto il circuito - ragione che ha portato all'uscita di scena di un circuito lungo come il vecchio Nurburgring): non ci sono cose messe a caso, né viene mai data una simile impressione.
Sul titolo "untold story"... lo ammetto, questo è vero, è abbastanza clickbait, perché la maggior parte delle cose che vengono dette sono tutto tranne che "untold". Con questo non voglio dire che il documentario non sia gradevole - anzi, è gradevolissimo, a mio vedere - ma se conoscete la storia di Niki Lauda avrete senz'altro ben poche sorprese.

Le cose più "inedite" che ho preferito? Sicuramente uno stralcio di vecchia intervista di Mario Andretti, in cui interpellato sul valore di Lauda come pilota, dà una risposta nello specifico su Niki come "pilota di Formula 1", in quanto non ha mai gareggiato in altre categorie di primo piano. Le impressioni di un pilota molto versatile su un pilota dalla carriera più "statica" sono assolutamente interessanti e comunque ben lontane dalla modalità "da bar" con cui occasionalmente certi piloti contemporanei commentano le carriere Formula 1-centriche di altri, come se volessero sminuire necessariamente la categoria.
Un altro passaggio sicuramente illuminante e ben lontano dalle osservazioni "da bar" è inoltre un intervento contemporaneo di Hans Joakim Stuck, nel quale confronta piloti di una volta e piloti moderni, sostenendo che quelli di un tempo erano esposti a rischi di gran lunga maggiori che li rendevano eroici, ma non avendo la preparazione fisica dei piloti contemporanei avrebbero sicuramente faticato molto a guidare le monoposto odierne.

Ho apprezzato molto anche il focus sul "voyeurismo": si parla di come al suo ritorno Lauda abbia ricevuto da parte della stampa molte domande sul proprio aspetto, un po' come fosse un fenomeno da baraccone, e quasi nessuna sulle proprie condizioni fisiche. Niki spiegava inoltre, in interviste realizzate per il documentario, di come la scelta di indossare sempre il cappellino non fosse dovuta propriamente al nascondere le cicatrici, quanto al fatto che, a suo dire, chi gli parlava gli guardava le cicatrici invece che guardarlo negli occhi.
Questo aspetto credo che non sia mai stato molto approfondito, così come, molto più inerente alla vita privata, non sapevo né che negli anni '70 vivesse in una fattoria e possedesse dei bovini (ne viene anche inquadrato uno accanto a lui durante un'intervista) né che avesse vissuto a Ibiza negli anni successivi al suo ritiro. Di fatto di lui si ricorda più che altro la passione per gli aerei e le compagnie aeree fondate, ma si parla poco di tutto il resto.

Per finire, alcune osservazioni più neutre e occasionalmente negative. Come tanti documentari della prima metà degli anni 2010 si sofferma sul fatto che dal 1994 in poi non ci siano più stati incidenti mortali; non è che questa osservazione abbia portato molto bene.
A proposito di 1994, il problema immagino sia solo legato al doppiaggio italiano, ma non mi sembra tanto difficile pronunciare correttamente il nome (nel senso di "first name", per intenderci, non il cognome) di Ratzenberger che, come solito, da Roland diviene puntualmente "Ronald".
Infine quando si parla di piloti deceduti durante competizioni motoristiche si vede una schermata su cui sono scritti moltissimi nomi. Sparisce troppo in fretta per leggerli tutti (il che ci sta, senza problemi) ma non ho apprezzato per niente che siano scritti in dimensioni molto diverse, a seconda dell'importanza percepita.
Non comprendo, a titolo di esempio il fatto di scrivere microscopici alcuni nomi, come quello di Stefan Bellof, ai tempi detentore del record assoluto sul giro al Nurburgring, che viene pure citato, ma menzionando solo la Porsche e non il suo nome. Non so come ho fatto a intravederlo, specie considerato che poco più sotto c'era - è il suo destino insindacabile - il nome di Ayrton Senna scritto a caratteri cubitali!


martedì 6 febbraio 2024

Presentazioni 2024: la Sauber cambia livrea... e anche questo non va bene!

Carissimi lettori, come avevo anticipato ieri sera, nella giornata del 5 febbraio non c'è stata solo la presentazione della Williams, ma anche quella dal team con doppio nome: Stake F1/ Kick Sauber. Per intenderci, stiamo parlando di quella squadra svizzera che negli ultimi anni è stata dipinta da Alfa Romeo, che nel 2026 diventerà Audi e che secondo i capiscers diventerà un top team a random. Se non fosse ancora chiaro, è quella per cui guidavano Valtteri Bottas e Zhou Guanyu e nella quale Bottas/ Zhou continueranno a gareggiare nel 2024. In sintesi, la Sauber avrebbe dovuto tornare a chiamarsi Sauber, ma è venuta la moda del prendere il nome dello sponsor come nome del team. Non è nulla di nuovo, negli old gold days lo fece anche una scuderia sponsorizzata da polvere bianca e, prima che pensiate male, parlo di zucchero, sponsor del team Fittipaldi Automotive, che venne brandizzato in Copersucar per tutti gli anni di presenza dello sponsor.
Il rebranding è quindi in Stake, un marchio di... scommesse, quindi bandito nei luoghi in cui è vietato promuovere siti di scommesse. Quindi, non potendo utilizzare il nome in certi gran premi, negli altri gareggerà come Kick Sauber, dove Kick è un altro sponsor name che, del tutto a random, mi fa pensare a Piquet che tira calci all'aria che circonda Salazar.
Detto questo, ieri pomeriggio la Williams ha subito feroci critiche perché i colori non sono cambiati rispetto al 2023, mentre ieri sera la Stake/ Sauber ha subito feroci critiche perché presenta una livrea verde fluo. Sono stati fatti molti paragoni, ma non ho visto, a mio avviso, qualcuno citare quello più lampante: ricordate GoDaddy? lo sponsor di Danica Patrick, con le vetture verde fluo prima in Indycar e poi in Nascar? Ecco, io ci vedo molto della livrea GoDaddy, nella Sauber(?) 2024.


lunedì 5 febbraio 2024

Presentazioni 2024: la Williams ha gli stessi colori... e non va bene!

Cosa dire, i team di bassa classifica sembrano essersi scelti bene le giornate in cui presentare le proprie monoposto/ livree. Oggi 5 febbraio è il giorno della Williams, ma anche della Sauber/ Stake/ Kick/ chiamatela come vi pare. In questo post ci occupiamo del team di Grove, il quale ha presentato diciamo i colori della propria monoposto alle 16.00 odierne.
Nel frattempo come un fulmine a cielo sereno stava capitando altro, a proposito di un certo team principal di un top team. Aperta parentesi: dato che per il momento, a proposito di quell'altra faccenda, ci sono solo conferme molto vaghe oppure accuse che riportano come fonte la Bild, preferisco evitare di commentarla. Se ci fosse altro, deciderò se parlarne o meno, chiusa parentesi.
Torniamo alla Williams: line-up invariata Albon/ Sargeant, con Alex che si è rivelato nella passata stagione un pilota decisamente performante, contrariamente a quanto sembrava ai tempi della Redbull. Logan... diciamo che non è stato il più brillante dei rookie, ma ho visto di peggio; in più se vogliamo dire anche qualcosa di positivo è stato abbastanza in modalità camaleonte, niente incidenti altisonanti *con altri*, niente polemiche fuori pista, niente di niente, diciamo che si è camuffato con l'habitat circostante, il che non è sempre un male.
La livrea non presenta grosse novità, in termini di colori, e abbiamo ancora una Williams blu. Purtroppo chi sperava in un cambio radicale di livrea non è stato accontentato, ma ho già visto meme legale allo sponsor Komatsu, in quanto tale sponsor della Williams è omonimo del team principal della Haas che di chiama così di cognome. E niente, questo accadeva nel pomeriggio, adesso è già sera inoltrata ed è già uscita allo scoperto anche la Sauber, ma di quella ve ne parlerò domani.


domenica 4 febbraio 2024

REDMILTON!

Credo che ricorderò ancora per molto tempo il 1° febbraio 2024, con Twitter aperto sullo smartphone ancora in carica, mentre mi preparavo per andare al lavoro. Era una bolgia, con invettive contro la FIA e contro i team, a sostegno di Andretti, in cui si rasentava occasionalmente il ridicolo, come quando ho visto gente sostenere che lasciare entrare l'Osella in Formula 1 negli anni '80 era un insulto. Poi, tra tutti i tweet, eccone uno in cui si affermava che una testata di motorsport aveva scritto che Lewis Hamilton stava per essere annunciato come pilota Ferrari. In realtà non era nulla di nuovo, notizie del genere escono un giorno sì e un giorno no, solo che tendenzialmente non sono vere. In più, con spunte blu a pagamento e quant'altro, una serie di cialtroni hanno preso l'abitudine di spacciarsi per chi non sono e affermare cose senza alcun fondamento per trollare o per avere cinque minuti di popolarità.
Stavolta, però, nelle ore a venire le allusioni hanno iniziato a moltiplicarsi con insistenza tanto che, quando ero in pausa pranzo, l'idea di essere nel bel mezzo di un'allucinazione collettiva iniziava a sfumare: che ci fosse almeno un fondamento di senso in quello che si ripeteva da ore?

In un pomeriggio in cui perfino la Haas che "presentava la vettura" mostrando un render invece che la vera monoposto non attirava tutte le critiche che di solito vengono riservate alle non-presentazioni, si rimandava di ora in ora il momento in cui si sarebbe scoperto qualcosa di più. Mi ha quasi ricordato come tempistica l'annullamento del Gran Premio d'Australia 2020 in piena emergenza coronavirus.
A un certo punto ha iniziato a sembrare che ci fosse un orario per l'ufficialità di quello che - ormai non c'erano dubbi - stava per accadere. Quando sono andata a cena, sapevo che mi sarei alzata da tavola con una risposta a portata di mano. Ho anche rimandato un po' il momento. Erano le 20.19 quando sono andata a prendere il telefono e sono entrata su Twitter: l'annuncio era già cosa fatta.
Hamilton sarà in Ferrari con un non meglio precisato contratto pluriennale a partire dal 2025. Prima ancora che venisse confermato, c'era già una certa Lewis-mania tra i ferraristi, con quel clima da "sei tu il predestinato, Leclerc who" e ho l'impressione che Charles potrebbe perdere ben presto il proprio status. Poi, lo ammetto, ho vissuto momento più "traumatici" per il tifo ferrarista, la conversazione da anti-alonsismo ad alonsismo sfrenato, per esempio, con tutti passati di punto in bianco da hater incalliti a tifosi in prima linea.

A proposito di Fernando Alonso, c'è chi vorrebbe vederlo in Mercedes. A proposito invece di suoi tifosi, Carlos Sainz ha annunciato sui suoi profili social, in spagnolo, inglese e italiano che a fine stagione lascerà la Ferrari. Dopo tante chiacchiere sul suo passaggio in Audi nessuno ha parlato del suo passaggio in Audi, perché siamo arrivati a una fase dell'esistenza umana in cui, dopo un anno di chiacchiere, a nessuno importa un fico secco di dove andrà a finire Sainz.
Torniamo alla Ferrari, a Hamilton e al perché di questa mossa. Mi sono fatta l'idea che per Lewis questo non sia un passaggio orientato a future vittorie, quanto a rimanere in Formula 1 il più a lungo possibile. Ha trentanove anni e ne avrà quarantuno nel 2026, quando entrerà in vigore il nuovo regolamento. Anche se la Mercedes dovesse avere un progetto vincente per quell'epoca - e lo ritengo più credibile rispetto a quello di una Ferrari vincente - vedo plausibile che voglia puntare su piloti più giovani per una parentesi di lunga durata. In sintesi: Lewis Hamilton ha fatto il suo tempo, almeno come pilota Mercedes, e avere vinto millemila titoli non significa necessariamente essere portati per un ruolo manageriale. Dopotutto al fianco di Toto Wolff vediamo Jerome D'Ambrosio, che come pilota grandi successi non li ha avuti, e/o Mick Schumacher, di cui oltre che dire la stessa cosa si può anche osservare che di anni ne ha venticinque, quindi neanche essere quarantenni sembra un must.

Per la Ferrari si tratta sicuramente di una buona manovra di marketing, di colpo il focus di tifosi, giornalisti e addetti ai lavori non sarà più il 2024 e neanche il 2025. La Rossa può permettersi due anni di insuccessi senza che cadano altre teste e idem la posizione di Fred Vasseur sarà intoccabile almeno fino al 2026. È una manovra sicuramente di altri tempi, quella in cui si poteva ancora parlare di lungo periodo.
Pensateci: quando nel 1993 Jean Todt arrivò in Ferrari, gli fu concesso fino al 2000 il tempo di vincere il mondiale piloti. I dubbi, occasionalmente, furono rivolti alle capacità di Michael Schumacher, quasi mai alla squadra. Al giorno d'oggi uno scenario del genere non apparirebbe plausibile e probabilmente con la mentalità contemporanea Todt sarebbe stato mandato a fare altro non più tardi del 1994/1995.
Non fraintendetemi, non credo né che Vasseur sia il "salvatore della patria" o paragonabile a Todt né che la Ferrari torni vincente o addirittura dominante in pochi anni, credo semplicemente che fosse ora di vedere un'inversione di tendenza, un puntare a un futuro non troppo definito, piuttosto che a un presente che potrebbe non avere nulla da offrire.
Hamilton entrerà tra i grandi, quelli che hanno guidato per la Rossa, come anticipato un post con i nomi dei passati piloti Ferrari - in cui non ci si sofferma come tra tutta quella gente soltanto in pochissimi eletti abbiano raccolto qualcosa.


Per finire, il discorso Formula 1 è arrivato, brevemente, anche in mensa con i colleghi ma non è durato abbastanza perché facessi in tempo non dico a intervenire, ma anche solo a svelarmi come appassionata accanita di Formula 1.
Uno dei ragazzi dell'ufficio acquisti ha chiesto collega del suo reparto: "cosa ne pensi di Hamilton in Ferrari?" Il collega in questione, che a suo tempo aveva commentato con un altro di trovare più avvincente il motomondiale rispetto alla Formula 1, in tono perplesso ha risposto: "a me piace Sainz".
Il tono con cui l'ha detto mi è suonato familiare, ci ho letto una sorta di parafrasi contemporanea di una nota citazione. Solo che quel collega è probabilmente un telespettatore occasionale, o comunque non segue la Formula 1 con quella passione con cui parla di tennis o di calcio gli altri giorni, e di quella citazione non ne sa nulla. Peccato quindi che non l'abbia posta come "è meglio un Sainz oggi che cento Hamilton domani", sarebbe stato poetic cinema.
Finita la poesia, sono stata sommersa da voci di gente che criticava i personaggi del Grande Fratello, i cantanti del Festival di Sanremo ormai imminente e la qualità come attori di alcuni componenti del cast di Un Posto al Sole. In sintesi, a nessuno degli altri sembrava importare un fico secco né di Sainz oggi né di cento Hamilton domani. Anzi, nel 2025, quindi di cento Hamilton dopodomani.
Non mi sono svelata come appassionata accanita di Formula 1 e al massimo ho sfoderato un piccolo sorriso inosservato al sentire il nome di Hamilton e un altro a sentire quello di Sainz. Quindi buona fortuna a Sainz oggi e a Hamilton dopodomani, ma anche all'inverso: buona fortuna a Hamilton per il suo presente e a Sainz per il suo futuro.

venerdì 2 febbraio 2024

Presentazioni 2024: la Haas si svela (con un pensiero Andretti-centrico)

Era solo quarantotto ore fa, quando il mondo si indignava per la non concessione ad Andretti di entrare in Formula 1. Era una questione che mi ero ripromessa di trattare, ma quella vicenda sembra ormai lontanissima nel tempo, a seguito di quello che è successo ieri in termini di mercato piloti, totalmente inimmaginabile fino a due giorni fa. Ne parlerò in un'altra occasione (spero di potere uscire con un post in tarda serata), mentre adesso intendo affrontare la vicenda Andretti prendendola un po' da lontano. La principale risposta alle pure assurde argomentazioni contro la sua entrata è stata menzionare team di fondo griglia, o addirittura centro griglia, sostenendo che non danno valore aggiunto alla Formula 1 e alludendo al fatto che sono loro che non dovrebbero stare in griglia. Qualcuno ha rosicato per l'entrata dell'Osella in Formula 1 negli anni '80 (sì, l'ho letto davvero), mentre una serie di indignati ha proposto di buttare fuori dalla Formula 1 squadre quali Toro Rosso, Sauber e... Williams. Sì, la Williams non ha mai significato niente per la Formula 1. L'attention seeker, tuttavia, è stata la Haas, di cui tutti concordano che è uno scandalo.

Premesso che a un certo punto la Haas ha fatto una cazzata bella grossa (parlo di un certo main sponsor che ha imposto un certo pilota), non mi sembra che la sua presenza in griglia sia oggi come oggi così *inaccettabile* come alcuni la dipingono. Le principali accuse che le sono state rivolte sono state: 1) difficoltà economiche, 2) l'ex team principal Gunther Steiner a pochi sta simpatico, 3) la line-up di piloti Kevin Magnussen/ Nico Hulkenberg.
Sarò sincera, penso che si stia perdendo il lume della ragione. L'unico team mai *escluso* dalla Formula 1 fu l'Andrea Moda: quello che aveva una macchina che cadeva a pezzi, che si doveva far prestare i motori dalla Brabham, che di solito non si prequalificava nemmeno.
Le difficoltà finanziarie della Haas non sembrano peggiori di quelle che aveva la Force India ai tempi di Vijay Mallya. Ha sempre preso parte ai gran premi, non ha mai avuto alcuna difficoltà a stare nel 107% e tendenzialmente se la gioca nella parte bassa della griglia senza essere scandalosamente più lenta degli avversari. Eccetto il 2020, le possibilità di andare in Q2 e di fare punti occasionali non sono mai mancate.
Team principal poco simpatici ne potrei nominare a bizzeffe, ma soprattutto potrei menzionare team principal che hanno fatto cose ben peggiori del polemizzare con i piloti via stampa o comportarsi da "personaggio Drive to Survive" invece che da team principal. Non mi risulta che qualcuno abbia mai proposto l'esclusione delle scuderie per i quali avevano lavorato in passato - perché Steiner non c'è nemmeno più, in Haas.

La line-up di piloti... non mi spiego perché debba costituire un problema. Ritengo assolutamente legittimo preferire altri a loro (anche ex quali Romain Grosjean, Esteban Gutierrez o Mick Schumacher - personalmente io sono Team RoGro), ma pensare che un team debba essere escluso perché schiera Kmag/ Hulk, mi sembra rasentare il ridicolo. Mi sembrano due piloti assolutamente rispettabili e un grosso progresso rispetto a quanto visto in passato (vedi Nikita Mazepin).
Di fatto nella sua storia la Haas ha schierato "tre 80s kids" dalle carriere di lunga durata (Grosjean, Magnussen, Hulkenberg), un pilota che prima della Formula 1 è stato campione di GP3 (Gutierrez) e addirittura ha fatto esordire un campione GP2 (Schumacher). Ha fatto anche esordire Charles Leclerc come Friday driver, tra una cosa e l'altra.
Il fatto che una parte di questi piloti non abbia funzionato nel team mi sembra abbastanza irrilevante, abbiamo avuto in passato squadre che hanno messo in pista piloti ben peggiori di questi e che l'hanno fatto con costanza, quindi lunga vita al duo Kmag/ Hulk, per quanto mi riguarda! Senza contare che Hulkenberg soprattutto un giorno viene demonizzato e quello dopo "ti vogliamo in Ferrari!!!111!!!11!!!11!!"
Questo non vuole essere un'invettiva pro-Haas, quanto piuttosto semplicemente un'osservare come la sua presenza nel 2024 sia tutto fuorché scandalosa come alcuni la dipingono. E poi ci vuole una sorta di Cenerentola, che presenta la propria monoposto (la livrea, in realtà) per prima, senza potere sapere che nella data fissata si parlerà di ben altro che della Haas!


Per finire il discorso, sono molto dispiaciuta che il nome della famiglia Andretti venga sminuito come se niente fosse, mi dispiace per Mario e per Michael, ma soprattutto mi dispiace che non ci sarà un undicesimo team. A mio vedere la griglia dovrebbe essere ampliata, non ristretta.
Dal punto di vista dei team non apprezzo ma comprendo (specie da quelli delle retrovie) il veto nei confronti di una squadra che potrebbe puntare agli introiti riservati ai primi dieci, ma ritengo che alla base ci sia soprattutto un sistema sbagliato. Se chiedi a qualsiasi squadra "autorizzi l'ingresso di un nuovo avversario che potrebbe danneggiarti nei risultati ed economicamente?" dubito che sia ben lieta di accettare. Il problema è in primo luogo glielo si debba chiedere e, in secondo, che anche ammesso che l'entrata passi dalla volontà delle squadre, la FIA e il suo presidente, che sarebbero stati d'accordo all'ingresso di Andretti, non abbiano fatto concessioni o altro che potessero mediare e cambiare la posizione dei team.
In sintesi, è una questione ben più grossa di Haas vs Andretti, due entità distinte di cui la presenza di una non esclude l'altra.