mercoledì 26 febbraio 2014

Notizie di un certo rilievo...

Ieri è arrivata una notizia bomba: un certo ingegnere estremamente puccioso che mi ha suscitato parecchi slanci di fangirlismo in passato (e che continuerà a suscitarmene, prevedo) ha deciso di lasciare la Ferrari per la Williams. Si tratta di Rob Smedley, l'ex ingegnere di macchina di Feliiii che purtroppo non svolgerà lo stesso ruolo. ç_ç E' un vero peccato, ma quello che conta è che lui e Feliiii siano ancora insieme! <3

Altra news di spicco riguarda un certo pilota canadese che nella parte conclusiva della sua carriera si è fatto ricordare non tanto per i risultati ma soprattutto perché aveva la tendenza di parlare per dare aria alla bocca.
Si tratta dell'ex ossigenato, oggi calvo come l'omino del Mastro Lindo, Jacques Villeneuve. Stavolta non fa parlare di sé per il suo talento musicale (cosa di cui peraltro non ha mai parlato nessuno, da queste parti, tranne Mazzoni), bensì perché prenderà parte alla 500 miglia di Indianapolis.
Sarà estremamente spettacolare vedere nonno Jacques e Montoya in gara di nuovo l'uno contro l'altro. In quanto a simpatia, poi, sono un duo veramente esplosivo, nei confronti del quale perfino un certo spagnolo che ha la tendenza a farsi spuntare baffetti inguardabili sembra un dilettante...

GO JACQUES GO!

lunedì 24 febbraio 2014

NASCAR SPRINT CUP #1: Daytona 500

Io a guardare la Daytona 500 ci ho provato. Però diluviava, c'è stata un'interruzione di sei ore e mezza e tutto è ripreso quando qui era piena notte, quando finalmente è stato scongiurato il rischio di tornado. Insomma, era destino che non riuscissi a vedere nulla. ^^

In compenso ho appreso con una certa gioia che il vincitore è nientemeno che Dale Jr, il pilota più amato (si fa per dire) dai fanboy americani! *-*

Risultato
1 9 88 Dale Earnhardt. Jr. National Guard Chevrolet 200 48 5 133.1 $1,506,363 Running 6 54
2 4 11 Denny Hamlin FedEx Express Toyota 200 43 1 113.8 $1,148,451 Running 3 16
3 33 2 Brad Keselowski Miller Lite Ford 200 42 1 117.1 $847,721 Running 4 13
4 6 24 Jeff Gordon Drive to End Hunger Chevrolet 200 40 102.7 $731,399 Running
5 32 48 Jimmie Johnson Lowe’s Chevrolet 200 40 1 101.2 $589,399 Running 2 15
6 3 20 Matt Kenseth Dollar General Toyota 200 38 98.2 $518,362 Running
7 34 17 Ricky Stenhouse. Jr. Nationwide Insurance Ford 200 37 72.0 $434,588 Running
8 25 16 Greg Biffle 3M Ford 200 37 1 94.1 $413,838 Running 3 8
9 1 3 Austin Dillon # DOW Chevrolet 200 36 1 83.4 $424,674 Running 1 1
10 28 13 Casey Mears GEICO Chevrolet 200 34 80.8 $377,221 Running
11 35 22 Joey Logano Shell Pennzoil Ford 200 34 1 104.1 $376,354 Running 1 2
12 18 40 Landon Cassill Carsforsale.com Chevrolet 200 0 67.6 $306,850 Running
13 38 4 Kevin Harvick Budweiser Chevrolet 200 31 85.1 $368,196 Running
14 22 1 Jamie McMurray McDonald’s Chevrolet 200 30 73.8 $361,777 Running
15 26 52 Bobby Labonte Phoenix Construction Chevrolet 200 29 46.2 $325,213 Running
16 39 36 Reed Sorenson Golden Corral Chevrolet 200 28 69.3 $342,446 Running
17 30 99 Carl Edwards Fastenal Ford 200 28 1 87.0 $340,638 Running 3 8
18 7 9 Marcos Ambrose Stanley Ford 200 26 79.5 $363,458 Running
19 37 18 Kyle Busch M&M’s Toyota 200 26 1 100.5 $373,504 Running 5 19
20 24 32 Terry Labonte C&J Energy Services Ford 200 24 66.1 $339,996 Running
21 8 41 Kurt Busch Haas Automation Chevrolet 199 24 1 89.9 $331,763 Running 1 15
22 19 31 Ryan Newman Caterpillar Chevrolet 199 22 60.3 $331,638 Running
23 29 23 Alex Bowman # Borla Exhaust Toyota 198 21 43.7 $334,346 Running
24 11 98 Josh Wise Curb Records Ford 196 20 47.5 $322,888 Running
25 12 33 Brian Scott(i) Whitetail Chevrolet 196 0 68.2 $336,035 Running
26 15 47 AJ Allmendinger Kroger/USO Chevrolet 194 19 1 53.1 $321,788 Running 1 1
27 40 51 Justin Allgaier # Brandt Professional Agriculture Chevrolet 193 18 1 60.8 $327,513 Accident 3 4
28 23 26 Cole Whitt # Speed Stick Gear Toyota 193 16 62.5 $315,663 Accident
29 41 30 Parker Kligerman # Swan Energy Toyota 193 15 48.2 $318,338 Accident
30 31 55 Brian Vickers Aaron’s Dream Machine Toyota 192 14 70.6 $350,388 Running
31 5 5 Kasey Kahne Farmers Insurance Chevrolet 192 14 1 64.1 $350,413 Running 2 2
32 10 27 Paul Menard Peak/Menards Chevrolet 184 13 1 80.0 $550,702 Running 3 29
33 14 21 Trevor Bayne(i) Motorcraft/Quick Lane Tire & Auto Center Ford 183 0 59.5 $316,438 Accident 1 2
34 43 34 David Ragan CSX – Play It Safe Ford 176 10 32.2 $323,738 Running
35 21 14 Tony Stewart Bass Pro Shops/Mobil 1 Chevrolet 174 9 36.8 $349,521 Running
36 17 38 David Gilliland Love’s Travel Stops Ford 171 8 41.5 $322,968 Running
37 36 7 Michael Annett # Pilot/Flying J Travel Centers Chevrolet 161 7 42.8 $313,605 Accident
38 16 42 Kyle Larson # Target Chevrolet 160 6 32.2 $310,248 Accident
39 13 43 Aric Almirola Smithfield Ford 146 6 1 59.8 $317,939 Accident 1 5
40 27 10 Danica Patrick GoDaddy Chevrolet 145 5 1 53.6 $282,778 Accident 1 2
41 42 66 Michael Waltrip BlueDEF/AAA Toyota 144 4 1 46.0 $278,628 Accident 2 4
42 20 15 Clint Bowyer 5-hour Energy Toyota 127 2 41.0 $302,344 Engine
43 2 78 Martin Truex. Jr. Furniture Row Chevrolet 30 1 27.3 $292,311 Engine

sabato 22 febbraio 2014

Risultati dei test a Sahkir, 19-22 Febbraio 2014

Mercoledì 19 Febbraio - Pilota | Team | Tempo | n° giri
1. N. Hulkenberg  Force India F1  01:36.880  78
2. F. Alonso  Ferrari  01:37.879  64
3. L. Hamilton  Mercedes Grand Prix  01:37.908  74
4. K. Magnussen  McLaren  01:38.295  81
5. S. Vettel  Red Bull  01:40.224  14
6. A. Sutil  Sauber  01:40.443  82
7. R. Frijns  Caterham  01:42.534  68
8. D. Kvyat  Scuderia Toro Rosso  01:44.346  5
9. R. Grosjean  Lotus Renault  01:44.832  8
10. F. Massa  Williams  nessun tempo  5
11. J. Bianchi  Marussia  nessun tempo  3

Giovedì 20 Febbraio - Pilota | Team | Tempo | n° giri
1. K. Magnussen  McLaren  01:34.910  45
2. N. Hulkenberg  Force India F1  01:36.445  59
3. F. Alonso  Ferrari  01:36.516  96
4. N. Rosberg  Mercedes Grand Prix  01:36.965  84
5. V. Bottas  Williams  01:37.328  115
6. K. Kobayashi  Caterham  01:39.855  65
7. S. Vettel  Red Bull  01:40.340  56
8. J. Vergne  Scuderia Toro Rosso  01:40.609  58
9. E. Gutiérrez  Sauber  01:40.717  55
10. R. Grosjean  Lotus Renault  01:41.670  18
11. M. Chilton  Marussia  01:42.511  16

Venerdì 21 Febbraio - Pilota | Team | Tempo | n° giri
1. L. Hamilton  Mercedes Grand Prix  01:34.263  66
2. J. Button  McLaren  01:34.976  102
3. F. Massa  Williams  01:37.066  59
4. E. Gutiérrez  Sauber  01:37.180  94
5. S. Perez  Force India F1  01:37.367  56
6. K. Raikkonen  Ferrari  01:37.476  43
7. D. Kvyat  Scuderia Toro Rosso  01:38.974  57
8. P. Maldonado  Lotus Renault  01:39.642  26
9. D. Ricciardo  Red Bull  01:40.781  28
10. M. Ericsson  Caterham  01:42.905  96
11. M. Chilton  Marussia  01:46.672  4
12. V. Bottas  Williams  nessun tempo  55

Sabato 22 Febbraio - Pilota | Team | Tempo | n° giri
1. N. Rosberg  Mercedes Grand Prix  01:33.283  89
2. J. Button  McLaren  01:34.957  66
3. K. Raikkonen  Ferrari  01:36.718  81
4. F. Nasr  Williams  01:37.569  87
5. P. Maldonado  Lotus Renault  01:38.707  59
6. S. Perez  Force India F1  01:39.258  19
7. D. Ricciardo  Red Bull  01:39.837  15
8. J. Vergne  Scuderia Toro Rosso  01:40.472  19
9. K. Kobayashi  Caterham  01:43.027  17
10. M. Ericsson  Caterham  01:45.094  4
11. A. Sutil  Sauber  nessun tempo  7
12. J. Bianchi  Marussia  nessun tempo  5

giovedì 20 febbraio 2014

E' tempo di aggiornamenti...

Iniziamo dalla cosa più sconcertante: facendo ricerche random su Youtube ho scovato una perla niente male... Si tratta di una pubblicità di Citgo (qualcosa che ha a che vedere con la benzina in sudamerica), con la canzone "Gasolina" di Daddy Yankee in sottofondo... ma attenzione! Che cosa vedono i miei occhi?! O.O Accanto al suddetto Daddy Yankee c'è nientemeno che una nostra vecchia conoscenza (vecchia conoscenza per gli appassionati di Indycar): la reginetta dell'ultima posizione! #MILKAFORTHEWIN!

Passiamo alle cose più serie: non ho ancora imparato i numeri di gara di nessun pilota, a parte quelli ormai risaputi... e se non sbaglio Sutil ha il 99, probabile numero delle persone da lui prese a bottigliate negli ultimi venti minuti. U.U
Poi va beh, ci sono M4X e Bo77as che prediligono il bimbominchiese e questo è risaputo...

Intanto sono iniziati i test in Bahrein, per il momento c'è ancora chi ha dei problemi e chi non riesce a girare, ma in questi quattro giorni ci faremo un'idea un po' più approfondita di che cosa stia capitando da quelle parti.
Poi va beh, magari andrà a finire che, nonostante tutto il rimescolamento delle carte a cui abbiamo assistito ultimamente, Vettel vincerà un altro titolo.
Speriamo di no, o che almeno se proprio deve dominare mondiali decida finalmente di adottare la tecnica vincente di Schumacher dieci anni fa: vincere sempre fino a metà stagione e, una volta che ha finalmente vinto il titolo, concedersi anche qualche svarione e far vincere anche qualcun altro, tanto per cambiare, invece di continuare a vincere tutti i gran premi fino all'ultimo.

Passiamo a un'altra cosa interessante: le speranze di Baby Siro per il futuro sembrano diminuire progressivamente all'aumentare al numero di piloti e tester che finiscono per avere qualcosa a che fare con la Sauber. Per l'esattezza ha ingaggiato nientemeno che Simona De Silvestro, come tester, che punta a un volante per il 2015.
...
...
...
Il che significa che Simona lascia la Indycar. ç_ç
Significa anche che ho letto un articolo in cui Simona viene descritta come la prima donna ad avere gareggiato alla 500 miglia di Indianapolis, il che considerando che prima di lei ce ne sono state almeno una mezza dozzina mi fa pensare a quanto chi ha scritto l'articolo conosca bene la Indycar.
Secondo l'articolo sarebbe anche la prima donna a testare una F1 dopo Maria De Villota, il che mi fa pensare che oltre a non conoscere la Indycar non conosca nemmeno l'esistenza di Susie Wolff, ma non ha importanza...

sabato 8 febbraio 2014

#0: commento ai test prestagionali – Jerez, 28-31 gennaio 2014

Ci sarebbero varie cose da dire a proposito dei test di Jerez de la Frontera, ma direi di iniziare dall’inizio: quest’anno (FORSE) si cambia registro. Sono stanca di essere politically correct, se essere politically correct significa poter criticare solo il quartetto dei disperati sudamericani, ma non poter esprimere alcun parere negativo su chiunque altro. Sono stanca di essere politically correct, se essere politically correct significa arrampicarsi sugli specchi per attribuire al lato B i risultati di chiunque non sia il dio dell’automobilismo (che poi non c’è più un dio dell’automobilismo... siamo in piena stagione da sindrome della santificazione alternata). Sono stanca di essere politically correct, se essere politically correct significa spendere parole solo per i vincitori, eventualmente metterci in mezzo qualche critica al quartetto dei disperati sudamericani, e sbattersene totalmente di chi arriva dall’11^ posizione in poi, a meno che non siano i quattro piloti di cui sopra.
Quindi, per riassumere, quest’anno dirò tutto quello che mi passa per la testa, con la consapevolezza che nel mondo della Formula 1 non c’è NESSUNO che non possa essere criticato e NESSUNO che non possa essere elogiato (anche Karthikeyan, perché se non altro ha l’aria simpatica). Allo stesso modo non c’è NESSUNO che debba essere esentato a priori dall’essere oggetto dei miei commenti ironici. Se non vi sta bene, vi basta cliccare sul quadratino con la X in alto a destra.
È bene specificare che i commenti ironici alla stagione sono tali appunto perché non devono essere presi troppo sul serio. Si spera, comunque, che in rete, a differenza che sulla Ferrari numero 7, ci siano tante persone che, di tanto in tanto, hanno voglia di farsi quattro sane risate. Che poi, se vogliamo dirla come va detta, secondo me ogni tanto quattro sane risate se le fa anche quel particolare soggetto, ma sotto i riflettori preferisce recitare la parte del cyborg. Non ho ancora capito se lo stimo per questo oppure no, ma da appena dieci anni a questa parte tendo a propendere per il no... e scusate se non ho impiegato queste righe per criticare il fatto che qualcuno si atteggi a dio in terra, che qualcun altro sia un bambino viziato e che qualcun altro ancora non faccia altro che pensare alla sua ex fidanzata e ai suoi cani. La stagione è lunga, c’è tutto il tempo per fare anche questo, così come per suggerire al quartetto dei sudamericani disperati di cambiare mestiere, tanto per fare felici tutti. Quest’anno, però, ho deciso che farò un immenso sforzo e che eviterò di gufare Button prima ancora che la stagione inizi attribuendogli la vittoria del titolo con mesi e mesi di anticipo.

Passiamo alle vetture: non appena sono iniziate ad apparire le nuove monoposto, come ogni anno una schiera di fanboy non ha fatto altro che lamentarsi di quanto sono brutte. Direi di sorvolare su tutto questo, tranne che sul delizioso nome della nuova Ferrari: F14T. Se non siete pratici col bimbominchiese, ve lo faccio notare io: in bimbominchiese, appunto, si leggerebbe Fiat. Se questo doveva essere un buon presupposto per iniziare il mondiale...
A proposito di bimbominchiese, derivano proprio da quella lingua anche i numeri di vettura di Chilton (M4X, che ha scelto il numero 4) e Bottas (Bo77as, che ha scelto il numero 77). Gli altri numeri non li ho ancora imparati a memoria, tranne qualche caso eccezionale. Forse li imparerò durante la stagione, se mi applicherò...

Per quanto riguarda la Lotus, come già sapevamo da tempo, a Jerez proprio non c’è neanche andata. Andrà direttamente in Bahrein e, scusate se anticipo i tempi dandola già per spacciata fin da ora, non mi pare esattamente un buon auspicio. Sarà soddisfatta l’immensa orda di fangirl di tumblr che da mesi e mesi non faceva che criticare il fatto che la Lotus aveva ingaggiato un pilota brutto come Maldiiii quando avrebbe potuto scegliere piloti piacenti come Hulkenberg (e qui se non altro le fangirl hanno buongusto) o Feliiii (qui invece mi sovviene un dubbio: ma non è che le fangirl di tumblr trovano attraente chiunque a parte Maldiiii? Perché se no certe affermazioni non si spiegherebbero), che se non altro almeno per il momento sono in pista, mentre Maldiiii sta a casa a pianificare futuri incidenti che innescherà in questa stagione, magari con la complicità del compagno di squadra franco-svizzero sosia di Lapo Elkann e del protagonista di Shadowhunters.

Le nuove monoposto non hanno riservato particolari sorprese, dal punto di vista dei colori. Si segnala comunque che la Ferrari ha un’enorme rifinitura nera che sembra ispirata alla livrea della Marussia dello scorso anno, che la Redbull è sempre più viola, che la Toro Rosso è sempre più simile alla Redbull, che la McLaren è tutta grigio argento ora che la Vodafone se n’è andata, che la Mercedes ha un colore molto simile ma c’è ancora il verde acqua della Petronas e che la Williams non ha neanche l’ombra di uno sponsor, anche se si vocifera che lo sponsor ci sia già ma che abbia intenzione di comparire soltanto in occasione del gran premio inaugurale, e finora la Williams sarà tutta blu.

A proposito di Williams, insieme alla McLaren è stata la sorpresa dei test. Infatti nel terzo giorno Magnuuuu ha ottenuto il miglior tempo e il quarto giorno l’ha ottenuto Feliiii. Sebbene questi due risultati, come quelli dei due primi giorni, siano del tutto irrilevanti, direi di soffermarmi in proposito, perché ne ho lette delle belle, relativamente a questi due team. Non c’è che dire: i fanboy si appigliano a qualunque cosa, tanto che, se la Redbull in quattro giorni riesce a malapena a completare un giro, loro non se ne accorgono, perché parlare di Magnuuuu, di Feliiii, della McLaren, della Williams e di tante altre cose che non c’entrano niente con Magnuuuu, Feliiii, la McLaren e la Williams è molto più intrigante.

Andiamo con ordine e partiamo dalla McLaren, che per i colori che ha potrebbe correre il rischio di essere scambiata con la Mercedes, come se la gente non si fosse ancora confusa abbastanza tra le due quell’anno in cui la Mercedes prese il posto della Brawn GP e in cui non era chiaro a nessun fanboy chi fosse compagno di squadra di chi e chi guidasse per un team o per l’altro. Purtroppo il passaggio di Hammiiii in Mercedes del 2013 più che confondere le idee le ha chiarite, e vedere i fanboy con le idee confuse è sempre piacevole, perché strappa qualche bel sorriso.
Passando a Magnuuuu, il mondo si sta già spaccando in due: c’è chi ha avuto l’impressione che Magnuuuu possa vincere i prossimi venti titoli, mentre c’è chi ha avuto l’impressione che sia un fuoco di paglia. Fortunatamente per noi Magnuuuu, essendo troppo giovane e non essendo nato a Oviedo, non è ancora rimasto coinvolto in qualche scandalo, sia in qualità di rovina del mondo sia in qualità di santo, quindi se non altro ci siamo risparmiati gli insulti tra le due fazioni. C’è anche una terza fazione, a dire la verità, che è convinta che la McLaren stessa sia stata un fuoco di paglia e non caverà un ragno dal buco, almeno per quest’anno (come se l’hanno scorso avessero concluso qualcosa). Il fatto più significativo è che, approfittando del fatto che il miglior tempo l’ha fatto Magnuuuu, nessuno sta più considerando neanche lontanamente Jensiiii. Questo, comunque, non è poi così insolito: è da un bel po’ che nessuno considera più Jensiiii.

Passiamo alla Williams, dove il miglior tempo di Feliiii non ha creato particolari spaccature, ma ha semplicemente portato tutti a trarre la stessa conclusione: la Williams è un fuoco di paglia, sarà una vettura pessima, Feliiii è un fuoco di paglia e Bo77as sarà il leader del team e otterrà risultati grandiosi in questa stagione. Il fatto che Bo77as possa ottenere risultati grandiosi sarebbe un po’ in contrasto con il fatto che la vettura sia pessima, ma direi di sorvolare. La Williams dopotutto è strettamente collegata alla Susie e sappiamo bene che i fanboy non sono in grado di fare ragionamenti sensati quando c’è di mezzo qualche donna attraente.
Ciò che mi ha incuriosita maggiormente è un retroscena nato nella mente dei fanboy che non potevo non condividere: sono convinti che i risultati sotto le aspettative di San Kimi da Espoo nel periodo fine 2008-stagione 2009 siano da attribuirsi a un complotto che aveva la finalità di far vincere Feliiii, non si sa bene perché. È un retroscena eclatante per due motivi: 1) nella seconda parte del 2009 Feliiii non c’era nemmeno; 2) ricorda vagamente una delle grandi convinzioni dei fanboy americani, convinti che ci sia un complotto per far vincere le gare di Nascar a Danica, nonostante quest’ultima abbia un ottavo e un dodicesimo posto come migliori risultati in carriera nella Sprint Cup.


E con questo, direi che per ora finisce qui.

lunedì 3 febbraio 2014

Nozioni di base sulla Indycar per chi non la segue

Avevo promesso molto tempo fa un topic in cui spiegare cos’è la Indycar a chi non l’ha mai seguita, perché sono stanca di sentire fanboy che fanno commenti sommari, magari facendo le stesse valutazioni che farebbero seguendo una gara di F1, cosa a mio avviso sbagliato dato che parliamo di serie abbastanza diverse l’una dall’altra.
Personalmente tutto quello che so lo so da “autodidatta”: non conosco nessuno (e per conosco intendo conoscere “dal vivo” e non tramite PC) che segua la Indycar e la mia cultura in materia me la sono fatta leggendo articoli su internet e soprattutto seguendo le gare. Capisco però che, per chi non conosce l’inglese e vede le gare in streaming in lingua inglese, capire seguendo le gare possa diventare difficile.
Questa piccola guida non vuole essere esaustiva, anche perché, che si tratti di Formula 1 o Indycar, di tecnica non ci capisco una cippa e mi “accontento” dello spettacolo o, in certi casi, della noia. ;-)

Il titolo più adatto a questa guida potrebbe essere COME SMENTIRE LE CONVINZIONI ERRATE SULLA INDYCAR. È proprio questo il modo in cui mi comporterò.

La Indycar è la serie più popolare negli Stati Uniti: FALSO.
Contrariamente a quanto si creda, i tassi di audience della Indycar sono calati a lungo nel tempo, anche se nell’ultimo decennio si è vista una crescita.
La Indycar non è una delle serie di automobilismo più seguite in America, in cui è molto più popolare la NASCAR. Molti appassionati di NASCAR, specie tifosi da bar, vedono gli appassionati di Indycar, così come gli appassionati di Formula 1, come degli “snob” che seguono serie meno popolari al solo scopo di differenziarsi dalla massa.

La Indycar è una serie simile alla NASCAR: FALSO.
Falso, o meglio falsissimo, in quanto la Indycar è una serie a ruote scoperte, mentre la NASCAR (acronimo di National Association of Stock Cars) include una serie piuttosto variegata di campionati di stock car (per intenderci: avete visto il cartone animato “Cars”? Saetta McQueen è la versione cartoon di una stock car), che però non include tutte le serie di stock car (ovvero: ci sono campionati di stock car che non fanno parte della NASCAR). Di fatto la caratteristica principale che accomuna la Indycar e le NASCAR è di essere serie americane.

Le vetture di Indycar sono simili a quelle di F1: FALSO.
La somiglianza è puramente estetica, perché dal punto di vista tecnico le differenze sono parecchie. Le vetture di Indycar sono più “indietro”, nel senso che, mentre la Formula 1 tende a privilegiare l’esaltazione della tecnologia, in Indycar questo non avviene: dal punto di vista tecnologico è un campionato più arretrato. In Indycar, inoltre, i telai sono uguali per tutti i team. Al momento attuale il costruttore è la Dallara.

La Indycar è una serie che gareggia soltanto negli Stati Uniti: FALSO.
La Indycar è un campionato americano, gareggia in prevalenza negli Stati Uniti, ma non solo. Nel campionato 2013 vi sono in maggioranza circuiti situati negli Stati Uniti, ma anche uno in Brasile e due in Canada. Non è comunque limitato a Nord e Sud-America: pochi anni fa la Indycar era presente anche in Giappone e, nel 2012, avrebbe dovuto essere in programma anche un circuito cinese, che però venne cancellato dal calendario.

La Indycar è una serie che gareggia soltanto su ovali: FALSO.
Un tempo la Indycar gareggiava prevalentemente su circuiti ovali, ma negli ultimi anni questi sono diminuiti ed è incrementato il numero di circuiti tradizionali o cittadini. Di fatto, la maggioranza dei gran premi avvengono su circuiti cittadini e gli ovali sono meno della metà.
L’assetto delle vetture, naturalmente, è molto diverso a seconda che corrano sugli ovali o sugli altri circuiti.

Indycar e Champ Car sono la stessa cosa: FALSO.
Sebbene questo non sia rilevante per comprendere l’andamento attuale del campionato, è opportuno trattare un po’ la storia della Indycar. In particolare direi di partire dagli anni ‘80/’90: a quell’epoca la principale serie americana a ruote scoperte era la CART (questa è la sigla dell’ente che gestiva il campionato), ma intorno alla metà degli anni ’90, a causa di controversie con i proprietari dell’Indianapolis Speedway, sul quale si svolge la celebre 500 miglia, vi fu una scissione tra CART e IRL (che sta per Indycar Racing League), in cui la CART era il campionato più importante, nonostante la gara più celebre, la 500 miglia di Indianapolis, appunto, fosse nella IRL (diciamo che erano due campionati alternativi). All’inizio degli anni ’00 la CART cambiò nome in Champ Car e, gradualmente, iniziò a dare sempre minore spazio agli ovali, mentre la IRL gareggiava prevalentemente sugli ovali. A partire dai primi anni ’00 la Champ Car perse gradualmente popolarità, mentre ne incrementava la IRL che in precedenza aveva subito invece un calo di popolarità. Diversi team lasciarono la Champ Car per passare alla IRL, che fallì e all’inizio del 2008 confluì nella IRL, diventando un’unica serie.

Indycar e Formula Indy sono la stessa cosa: VERO.
Nei paesi latini, la Indycar viene spesso denominata Formula Indy, nonostante non sia il suo nome ufficiale. Se vi capita di vedere le gare in streaming su qualche canale spagnolo o soprattutto brasiliano, vi capiterà spesso di sentirla definire in questo modo.

Le partenze funzionano nello stesso modo che in F1: FALSO.
Le partenze, in Indycar, sono lanciate, ovvero somigliano alla procedura con cui le vetture di F1 ripartono dopo l’uscita della safety-car. In realtà non è esattamente identica: mentre una ripartenza in F1 avviene per così dire in fila indiana, le vetture sono allineate invece come su una griglia di partenza (quindi ci sono due colonne di vetture - tre nel caso di Indianapolis).
È comunque da segnalare che in Indycar ci sono già state partenze da fermi. La prima volta fu al gran premio di Long Beach del 2008 (valido per il campionato di Indycar), che si disputò con il regolamento della Champ Car in quanto, prima della cancellazione di questa serie, era già stato fissato in calendario.
A Toronto nel 2013, nella Gara 2, c’è stata per la prima volta una partenza da fermi in una gara di Indycar vera e propria. Avrebbe dovuto esserci in Gara 1, ma a causa di una vettura rimasta ferma sulla griglia di partenza le vetture partirono dietro la pace-car.

L’ingresso della safety-car funziona nello stesso modo che in F1: FALSO.
La critica che certi fanboy pongono più spesso nei confronti della Indycar sono i frequenti ingressi della safety-car (che tra l’altro si chiama pace-car, nelle serie americane). Quei fanboy evidentemente non sanno che, mentre in F1 la safety-car è l’eccezione, in caso di incidente, ed entra in pista solo nei casi di vera necessità (dovrebbe, perlomeno), in Indycar, in caso di incidente o ritiro con vetture in pista ferme o che procedono lentamente, l’ingresso della pace-car è la regola: l’eccezione è che la pace-car non entri in pista, e talvolta succede nei circuiti tradizionali o cittadini in caso le vetture rimangano ferme in vie di fuga spaziose, dove non intralciano.
La neutralizzazione con ingresso della pace-car si chiama “full course caution” (che tradotto suona come “bandiere gialle su tutto il percorso”) e generalmente coincidono, non appena viene consentito l’ingresso nella pit-lane, con un ingresso in massa ai box. Chi rientra ai box in questo momento può riaccodarsi senza perdere un giro e la pace-car rimane in pista finché tutte le vetture non sono perfettamente allineate (il che richiede, in generale, molto meno tempo che in F1).

I doppiati hanno l’obbligo di facilitare il doppiaggio: FALSO.
I piloti che sono sul punto di essere doppiati, a condizione che possano mantenere la stessa velocità dei piloti a pieni giri, non hanno l’obbligo di cedere la strada ai piloti di testa ed è difficile che lo facciano perché, dal momento che, diversamente dalla F1, ai doppiati non viene permesso di sdoppiarsi quando la pace-car è in pista e che è molto probabile l’ingresso della pace-car nel corso della gara, se riescono a rimanere a pieni giri in questo caso possono riaccodarsi al gruppo rimanendo nello stesso giro del leader.
Questo è fondamentale perché, specie sugli ovali dove a ogni incidente l’ingresso della pace-car è d’obbligo, non esistendo, di fatto, vie di fuga, azzardando una strategia diversa dagli altri, i piloti che si trovano nelle ultime posizioni hanno molte più probabilità di riuscire a risalire tra i primi rispetto a quanto non ce ne siano in Formula 1.

Dato che i piloti di Indycar sono di livello inferiore rispetto a quelli di F1, i piloti di F1 che passano in Indycar hanno maggiori probabilità di vittoria: FALSO.
Formula 1 e Indycar sono due serie piuttosto diverse. Per un pilota di F1 che passa in Indycar, nei primi tempi, specie sugli ovali, la maggiore probabilità è quella di finire su per i muri. Di fatto, così come la maggior parte dei piloti di Indycar (o Champ Car) che passano in F1 spesso hanno un rendimento non particolarmente brillante, la cosa funziona spesso anche nel senso opposto, specie per gli ex piloti di F1 che rimangono in Indycar per un periodo breve, senza avere il tempo di adattarsi.
È inoltre da segnalare che non sempre la stampa dà una valutazione coerente di che cosa significhi buon rendimento: è il caso ad esempio di molte fonti italiane che definiscono deludenti i risultati ottenuti da Rubens Barrichello nella sua unica stagione in Indycar nel 2012, che è riuscito a completare la maggior parte delle gare, ha ottenuto come miglior risultato in gara un quarto posto su una vettura di medio livello, è stato il debuttante meglio piazzato alla Indy 500 e ha chiuso ottavo in classifica, un bilancio non brillantissimo ma sicuramente non disprezzabile.

Per tutta la stagione ci sono sempre gli stessi piloti e team: FALSO.
In Formula 1 ciascun team ha due piloti e, in generale, è molto probabile che i due piloti siano gli stessi per tutta la stagione, esclusi infortuni, squalifiche, rendimenti inaccettabili o questioni contrattuali con gli sponsor nei team minori.
In Indycar non funziona così. O meglio, ci sono team “principali” che hanno gli stessi piloti per tutta la stagione e team “minori” che cambiano piloti più volte nel corso della stagione, così come ci sono piloti che gareggiano solo sui circuiti tradizionali e cittadini e piloti che gareggiano solo sugli ovali.
Ci sono team che schierano tre vetture, team che ne schierano due, team che ne schierano una... ecc... e non è detto che ogni team abbia lo stesso numero di vetture per tutta la stagione. Specie negli appuntamenti importanti come Indianapolis, in cui peraltro prendono il via 33 vetture anziché le solite 24 o 25, ci sono team che hanno più vetture rispetto a quante ne hanno di solito.

Le vetture dello stesso team, hanno tutte gli stessi colori: FALSO.
Sebbene i team principali abbiano in genere vetture degli stessi colori, è molto più comune che i colori delle vetture siano diversi, in quanto dipendono dagli sponsor dei piloti.
Di conseguenza, specie nei team “minori” che cambiano piloti di frequente per via degli accordi con gli sponsor di tali piloti, a ogni cambiamento di pilota spesso corrisponde un cambiamento dei colori della vettura. Un pilota che gareggia, in momenti diversi della stagione, per diversi team con diversi sponsor, avrà probabilmente una vettura degli stessi colori pur non essendo più nello stesso team.
Talvolta, in particolari gran premi, anche le vetture che tradizionalmente hanno gli stessi colori possano avere una colorazione diversa.

Le numerazioni delle vetture funzionano come in Formula 1: FALSO.
I numeri sono scelti dai team e, seppure il numero 1 sia riservato al vincitore del titolo, è abbastanza raro che venga usato, perché in un contesto in cui i colori delle vetture e gli sponsor possono cambiare, il numero funziona come “riconoscimento”.
Prendete questa notizia con le pinze, ma mi risulta che, se un pilota vince il titolo con un team e poi cambia team, la possibilità di schierare eventualmente il numero 1 appartiene al team e non al pilota.



@ chi segue la Indycar da più tempo di me: se ho scritto qualche eresia, vi prego di correggermi.