Visualizzazione post con etichetta #Alexander Rossi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta #Alexander Rossi. Mostra tutti i post

lunedì 19 agosto 2024

Indycar 2024: #13 Madison

Nella giornata di sabato si è gareggiato a Madison/ Illinois, con la gara iniziata di giorno e terminata al calare del sole. Era il tredicesimo appuntamento del campionato 2024 e il nome ufficiale della gara era Bommarito Automotive Group 500. Questa era l'entry list dell'evento, senza grosse novità a parte l'avvicinamento Canapino/ Daly in Juncos:

ANDRETTI: Colton Herta, Kyle Kirkwood, Marcus Ericsson
ARROW MCLAREN: Pato O'Ward, Nolan Siegel, Alexander Rossi
CARPENTER: Ed Carpenter (pilota part time, sugli ovali), Rinus Veekay
COYNE: Jack Harvey, Katherine Legge (pilota part time)
FOYT: Santino Ferrucci, Sting Ray Robb
GANASSI: Kyffin Simpson, Linus Lundqvist, Scott Dixon, Alex Palou, Marcus Armstrong
JUNCOS: Romain Grosjean, Conor Daly (sostituisce in pianta stabile Agustin Canapino)
MEYER SHANK: Felix Rosenqvist, David Malukas
PENSKE: Josef Newgarden, Scott McLaughlan, Will Power
RAHAL LETTERMAN: Graham Rahal, Pietro Fittipaldi, Christian Lundgaard

McLaughlin ha conquistato la pole position e ha leaderato nelle prime fasi di gara, precedendo Malukas e i compagni di squadra Power e Newgarden, con le posizioni tra loro occasionalmente rimescolate e Malukas leader in certi tratti della gara. Nel frattempo non mancavano gli incidenti, il primo avente per protagonisti il duo Carpenter/ Legge, il secondo che ha coinvolto diversi protagonisti: Veekay ha commesso un errore, è stato tamponato da Daly e sono stati coinvolti a vario titolo anche Grosjean e Kirkwood.
Il primo giro di pitstop è avvenuto in regime di bandiera verde e Power, che già si trovava in testa in vista di quel momento, è rimasto in testa. Simpson è finito in testacoda facendo entrare per la terza volta la safety car, mentre vari piloti si ritiravano frattanto a causa di guasti: O'Ward, Rahal, Ericsson. Dopo altri due giri di soste in regime di bandiera verde, frattanto McLaughlin era in testa.

A gara inoltrata Newgarden ha rischiato di combinarla grossa, ha sbinnato, la gara è andata un'altra volta in regime di safety car... e niente, a conti fatti si era rimesso in strada perdendo pochissime posizioni. Sia lui sia McLaughlin sono rientrati ai box a questo punto, Malukas e Power hanno proseguito in attesa del momento in cui avrebbero potuto rifornire e andare fino alla fine.
Malukas non è andato fino alla fine, nel senso che ha cozzato contro Power, che gli era uscito davanti, e poi è andato a spalmarsi contro un muro. McLaughlin e Newgarden si sono fermati per l'ultima sosta e l'americano ha sopravanzato il compagno di squadra all'uscita della pitlane. Non restava altro da fare che attendere un tranquillo restart per la manciata di giri che mancavano alla bandiera a scacchi.

*Rossi has entered the chat*

Quando Rossi ha quasi spiccato il volo sul posteriore di Power si è innescato un gran macello e ne ha fatto le spese anche Grosjean che, per una volta che non ha combinato casini, si è ritrovato tirato in mezzo dopo che nella primissima fase si gara aveva stazionato in top-ten.
Dopo una bandiera rossa si è ripartiti con soli cinque piloti a pieni giri, almeno tre dei quali non sembravano avere nulla da dire in termini di vittoria. Anzi, quattro, perché Newgarden è andato avanti incontrastato tanto quanto era incontrastata la seconda piazza di McLaughlin.
Lundqvist ha superato Herta per il terzo posto, con la top-5 completata dal leader della classifica piloti Palou. Rosenqvist, Siegel, Armstrong, Robb e Veekay hanno completato i primi dieci, precedendo Dixon, Ferrucci, Daly, Fittipaldi, Lundgaard, Grosjean e Carpenter, gli unici piloti che hanno terminato la gara.


mercoledì 17 luglio 2024

Indycar 2024: #10 e #11 Iowa Speedway

In un sabato pomeriggio di luglio del 2015 mi stavo chiedendo a che ora si sarebbe svolta la gara di Indycar di quella sera. Il nome dell'evento era "Iowa Corn 300", ai tempi. Non possedevo uno smartphone a quell'epoca, quindi finché non entravo in internet dal computer o non accendevo la televisione non avevo idea di quello che stesse succedendo nel mondo. Alla mattina non avevo ancora fatto né una cosa né l'altra e il mio primo accesso a internet era stato nel primo pomeriggio per una commissione per conto di mia mamma. A quel punto non restava altro da fare che andare su GPUpdate, un sito olandese(?), che poi è stato assorbito da motorsport punto com, e che da circa dieci anni utilizzavo come principale fonte di informazione.
Mi piaceva per come era strutturato e mi dispiace che non ci sia più. C'erano parecchie versioni in diverse lingue, sezioni dedicate a squadre e piloti con relative foto, poi in homepage i link alle ultime news e in cima alla pagina l'immagine di copertina della notizia più importante del giorno.
C'erano anche gli orari delle gare delle principali categorie. Quelli dell'Indycar su versione inglese - quella di default, se ben ricordo - erano in orario USA Eastern Time, ma bastava andare su una qualsiasi altra versione europea per trovare l'ora di partenza nel nostro fuso orario. Era quello che intendevo fare, quel primo pomeriggio, andare a verificare l'orario della gara, se sarebbe stata alla sera, oppure nella notte italiana.
Allora, in quel primo pomeriggio di luglio, sono andata su GPUpdate. L'immagine in homepage era una foto di Jules Bianchi, e poteva avere un solo significato.
Nel 2015 la gara dello Iowa si è svolta a notte inoltrata. Ho seguito in livetiming la gara di Indylights, vinta proprio dal suo ex compagno di squadra Max Chilton, che a un certo punto aveva perso la leadership a vantaggio di Ed Jones, ma chr è riuscito a tornare in testa, guadagnandosi un incredibile popolarità, anche se destinata a esaurirsi in tempi brevi dopo il suo successivo passaggio in Indycar.
Il periodo rimane lo stesso, anche se adesso di gare di Indycar su questo circuito ce ne sono due. Ho scelto di raccontarvele proprio oggi, 17 luglio, nono anniversario della morte di Bianchi, proprio perché per me questo circuito, così lontano da Jules, rimane nel mio immaginario legato al suo ricordo.

SATURDAY RACE - nella sera dello Iowa Speedway, Colton Herta (Andretti) scattava dalla pole position, in una gara che iniziava con un incidente che coinvolgeva varie vetture: sia David Malukas (Meyer Shank) sia Christian Lundgaard (Rahal) sono finiti in testacoda e il primo dei due ha coinvolto loro malgrado Romain Grosjean e Agustin Canapino (entrambi Juncos).
Herta è rimasto in testa per tutto il primo stint, con la prima sosta avvenuta in regime di safety car causata una vettura che procedeva lenta. Scott McLaughlin (Penske) è uscito dai box in prima posizione, con Herta a inseguire, ma il peggio doveva ancora avvenire. In occasione della seconda sosta, avvenuta in regime di bandiera verde, proprio mentre era ai box, è uscita una safety car... a causa di un incidente di Alex Palou (Ganassi), leader del campionato.
Palou si trovava comunque nelle retrovie a causa di un problema nella sosta prececente, ma non è certo stato il modo migliore di terminare la gara! Per Herta la gara era ancora lunga, invece, ma i suoi avversari si sono fermati ai box in regime di safety car e, diversamente da lui, non hanno perso un giro.
Non restava a quel punto che l'ultimo stint, nel quale Will Power (Penske), uno dei diretti avversari di Palou nella rincorsa al titolo, già a sua volta arretrato da una penalità per eccesso di velocità nella pitlane, ha terminato - non proprio, ha proseguito giusto per procacciarsi un'altra penalità - la propria gara in un incidente con Pietro Fittipaldi (Rahal), in cui è finito coinvolto anche Ed Carpenter che, come in occasione degli eventi disputati su ovale, era al volante su una vettura del proprio team.
McLaughlin è andato a vincere precedendo Pato O'Ward (Arrow McLaren) e Josef Newgarden (Penske), mentre ha chiuso giù dal podio Scott Dixon (Ganassi) la cui quarta posizione era comunque un buon risultato al confronto di quello ottenuto da alcuni dei diretti avversari!
Rinus Veekay (Carpenter), Santino Ferrucci (Foyt), Kyle Kirkwood (Andretti), Alexander Rossi (Arrow McLaren), Marcus Ericsson (Andretti) e Marcus Armstrong (Andretti) hanno completato la top-ten, mentre Herta ha concluso la gara soltanto undicesimo.
Nolan Siegel (Arrow McLaren), Felix Rosenqvist (Meyer Shank), Kyffin Simpson (Ganassi), Sting Ray Robb (Foyt), Graham Rahal (Rahal) e Katherine Legge (Coyne) hanno preceduto al traguardo Power, ultimo dei piloti a vedere la bandiera a scacchi.
Oltre ai piloti già citati si sono ritirati anche Jack Harvey (Coyne), che l'indomani non ha gareggiato per problemi fisici che si portava dietro già dall'inizio del fine settimana ed è stato sostituito da Conor Daly, e Linus Lundqvist (Ganassi).

SUNDAY RACE - diversamente dal giorno precedente, la gara si è svolta di giorno, con la pole position conquistata proprio dal vincitore del giorno precedente McLaughlin. Ha leaderato per tutto il primo stint, poi in occasione del primo giro di pitstop un incidente - Canapino è andato a sbattere - ha scombinato la situazione: Palou e Power sono riusciti a portarsi 1/2 grazie alle tempistiche delle loro soste, con McLaughlin che era stato il primo di loro a rientrare relegato in terza posizione. In occasione della seconda sosta, Power è passato in testa di overcut e ha vinto davanti a Palou e a McLaughlin.
Il risultato, dalla quarta posizione in poi, recita testualmente: Dixon, Herta, O'Ward, Newgarden, Rahal, Veekay, Grosjean, Ferrucci, Lundqvist, Malukas, Siegel, Rossi, Kirkwood, Lundgaard, Simpson, Armstrong, Fittipaldi, Robb, Carpenter, Ericsson, Legge, con Canapino, Rosenqvist e Daly ritirati. Tuttavia non si sono ritirati solo questi tre, ma anche quattro piloti rimasti coinvolti in un pazzesco incidente all'ultimo giro.




Miglior attore protagonista Robb che, ritrovandosi davanti Rossi che rallentava avendo finito la benzina, l'ha speronato decollando come un Dario Franchitti qualsiasi per le strade del Kentucky, anche se obiettivamente per Darione si trattava del giro d'onore, e come bonus, il giorno in cui ha spiccato il volo sopra a Kosuke Matsuura erano passati appena sei giorni dal suo precedente cappottamento nella gara precedente.
E niente, ecco apparire le incredibili immagini di Robb in volo, con la scritta PRAY.COM visibile sulla carrozzeria della monoposto. Diciamo che appariva alquanto appropriata! (Da una breve ricerca ho scoperto che si tratta di un suo sponsor personale ed è un'applicazione a tematica religiosa divenuta popolare trasmettendo la messa in streaming ai tempi del lockdown.)
L'incidente ha successivamente coinvolto Carpenter e Kirkwood, con Carpenter che si è ritrovato letteralmente sopra a Kirkwood. Qualcuno ha osservato che il cupolino potrebbe avere salvato qualche testa. Altri hanno replicato con fermezza che non è sicuro che senza cupolino ci fossero gravi conseguenze, il che è una prova che il cupolino non serve. Mi stavo preoccupando, era da un po' che non leggevo questo tipo di sillogismo.


sabato 29 giugno 2024

Indycar 2024: #8 Gran Premio di Laguna Seca

Chiedo scusa per il ritardo, trovandomi a parlare solo adesso del GP di Laguna Seca di Indycar che si è svolto nello scorso fine settimana (nonché ultimo evento prima del passaggio ai motori ibridi che avverrà in corso d'opera) e che ha visto un nuovo cambio di team per Siegel, attualmente pilota Arrow McLaren.

ANDRETTI: Colton Herta, Kyle Kirkwood, Marcus Ericsson
ARROW MCLAREN: Pato O'Ward, Nolan Siegel (subentrato a Theo Pourchaire), Alexander Rossi
CARPENTER: Christian Rasmussen, Rinus Veekay
COYNE: Jack Harvey, Luca Ghiotto
FOYT: Santino Ferrucci, Sting Ray Robb
GANASSI: Kyffin Simpson, Linus Lundqvist, Scott Dixon, Alex Palou, Marcus Armstrong
JUNCOS: Romain Grosjean, Agustin Canapino
MEYER SHANK: Felix Rosenqvist, David Malukas
PENSKE: Josef Newgarden, Scott McLaughlan, Will Power
RAHAL LETTERMAN: Graham Rahal, Pietro Fittipaldi, Christian Lundgaard

Palou scattava dalla pole position, ma è stato Kirkwood a procacciarsi la leadership al via della gara per poi tornare in testa in occasione del primo ingresso della safety car - incidente di Ghiotto - restando in pista quando invece Kirkwood è rientrato ai box per la seconda sosta. Palou ha iniziato ad allungare al restart nei confronti dei diretti inseguitori, il primo dei quali era Herta, uscendo di poco dietro di lui in occasione del proprio secondo pitstop.
Superato Herta di lì a poco, si è riappropriato della prima posizione e l'ha mantenuta fino alla bandiera a scacchi, senza essere particolarmente disturbato dai successivi interventi della safety car. Ha concluso la gara davanti a Herta e Rossi, con Grosjean che grazie a una strategia analoga a quella di Palou ha portato a casa una quarta piazza.
Kirkwood ha completato la gara al quinto posto, precedendo Dixon, Power (che ha perso la testa della classifica piloti proprio a vantaggio di Palou), O'Ward, Ferrucci ed Ericsson a completare i primi dieci.



giovedì 8 giugno 2023

Indycar 2023: #7 Gran Premio di Detroit

Ci sono momenti in cui i soliti luoghi comuni vengono allo scoperto e il caso ha voluto che domenica scorsa si presentasse una di quelle situazioni: c'era il GP di Formula 1 in Spagna a Montmelò mentre la sera c'era il GP di Detroit, stavolta sul circuito cittadino di Downtown invece che a Belle Isle come accadeva nelle passate stagioni. Ciò è stato ritenuto sufficiente ad accendere confronti che lasciano il tempo che trovano. La situazione è sempre la solita: ci sono fanboy incalliti della Formula 1 che dicono che l'Indycar fa schifo perché [inserire caratteristica tipica della serie sulla quale la serie è fondata] e fanboy incalliti dell'Indycar che dicono che la Formula 1 fa schifo perché [inserire caratteristica tipica della serie sulla quale la serie è fondata]. Tendenzialmente la reazione dei fanboy della Formula 1 è indignarsi e rispondere con luoghi comuni, guadagnandosi disprezzo da parte della gente comune. Quella dei fanboy dell'Indycar invece è mettersi a piagnucolare che il mondo è ingiusto e che le persone cool devono schifare la Formula 1 e chi la guarda, guadagnandosi rispetto da parte dei telespettatori di Formula 1 da loro appena insultati.
In sintesi, entrambe le categorie di tifosi a mio parere sono deprecabili, solo che i fanboy della Formula 1 sono tifosi da bar, quelli dell'Indycar sono tifosi snob, che si radunano in bar virtuali in cui c'è selezione all'ingresso: insomma, menti complesse che si comportano come menti semplici, lasciando spiazzate le menti semplici.
Ultimamente la situazione sta un po' degenerando, perché tendenzialmente si è aggiunta una certa quota di fanboy che ammira l'Indycar per le safety car, le maggiori occasioni di bandiera rossa e i circuitihhhh bellihhhh. Che poi il circuito bello in questione sia ricavato in parte anche dal parcheggio in cui correva la Formula 1 negli anni '80 non importa, quello che conta è che se ne parli.
Mi permetto di postare alcuni screenshot di tale motoristica beltà fatti mentre guardavo la sintesi ufficiale di trenta minuti uscita sul canale Youtube nella giornata di lunedì:



Vi ricordo la line up del campionato:
- ANDRETTI: Colton Herta, Kyle Kirkwood, Romain Grosjean, Devlin DeFrancesco
- ARROW MCLAREN: Pato O'Ward, Felix Rosenqvist, Alexander Rossi
- CARPENTER: Conor Daly, Rinus Veekay
- COYNE: David Malukas, Sting Ray Robb
- FOYT: Santino Ferrucci, Benjamin Pedersen
- GANASSI: Marcus Ericsson, Scott Dixon, Alex Palou, Marcus Armstrong
- JUNCOS: Callum Ilott, Augustin Canapino
- MEYER SHANK: Helio Castroneves, Simon Pagenaud
- PENSKE: Josef Newgarden, Scott McLaughlin, Will Power
- RAHAL LETTERMAN: Graham Rahal, Jack Harvey, Christian Lundgaard

La gara di per sé è stata rispettabile e obiettivamente certi circuiti cittadini americani che hanno un tocco di clima vintage mi fanno pensare alla Formula 1 degli anni '80, quindi poetic cinema e bei vecchi tempi in cui a Detroit vinceva John Watson partito diciassettesimo. Poi che i piloti avessero minacciato di non gareggiare causa asfalto indecente è un altro discorso.
Adesso dobbiamo accontentarci di Alex Palou, per gran parte della gara leader, anche se Will Power in certe occasioni gli ha dato molto filo da torcere, stando anche in testa, ma di fatto per una decina di giri, in una gara tormentata dagli ingressi della safety car - ho perso il conto - che si sono susseguiti uno dopo l'altro. In totale ce n'erano cento, anzi no, novantanove causa... aborted start? Si chiama così anche in Indycar?
La prima parte di gara, dopo un primo incidente Ilott/ Kirkwood, ha visto Palou leader davanti a Romain Grosjean, con Scott Dixon e Will Power a lottare per il terzo posto. L'ha spuntata Power, che ha superato anche Grosjean, avvicinandosi al leader, mentre RoGro prima della prima sosta è finito lungo in una via di fuga perdendo varie posizione.
Fino quasi a metà percorrenza tutto è stato tranquillo poi appunto sono iniziate le safety car a ripetizione: prima O'Ward, poi al restart Robb e Lundgaard per i fatti loro, con tanto di incidente di Rahal e Pedersen durante la safety car. In queste fasi della gara frattanto Power era in testa davanti a Palou, che comunque prima di effettuare la terza sosta era già davanti.
A gara inoltrata Grosjean è finito a muro, pare a causa della rottura di una sospensione, o quantomeno così ha replicato ai fanboy che lo insultavano su Twitter. Altre safety car sono entrate a causa prima di Malukas, poi di Ferrucci/ Robb. Will Power, che aveva perso una posizione a vantaggio di Alexander Rossi in corso d'opera, si è ripreso il secondo posto, lasciando Rossi a fare a sportellate con il compagno di squadra Felix Rosenqvist. Ne è uscito vincente Rosenqvist, dato che Rossi si è fatto passare anche da Dixon.

RISULTATO: Palou, Power, Rosenqvist, Dixon, Rossi, Kirkwood, McLaughlin, Armstrong, Ericsson, Newgarden, Herta, DeFrancesco, Pagenaud, Canapino, Daly, Lundgaard, Harvey, Veekay, Castroneves, Pedersen, Ferrucci, Robb, Malukas, Grosjean, Rahal, O'Ward, Ilott.

F.A.Q.: quindi chi ha ragione, chi schifa la Formula 1 o chi schifa la Indycar?
Risposta: nessuno, se qualcosa non ti piace non la guardi, non stai a insultarla 24/7 o a insultare chi la apprezza. La Formula 1 e l'Indycar sono due categorie diverse con caratteristiche diverse, non ha senso guardare una cercandovi gli elementi salienti dell'altra.


martedì 2 agosto 2022

Indycar 2022: #13 Gran Premio di Indianapolis Road Course

Nell'ultimo fine settimana di luglio si sono svolte varie competizioni motoristiche di cui andrò a parlare, iniziando dal campionato di Indycar, che gareggiava a Indianapolis Road Course, nella giornata di sabato. Nello stesso fine settimana ha gareggiato sullo stesso circuito anche la NASCAR, in cui ha fatto il proprio esordio un certo Daniil Kvyat di cui forse avete già sentito parlare in passato! A meno che non siate Helmut Marko in incognito, sono sicura che Marko non sia al corrente della sua esistenza... ma siamo qui per parlare di Indycar e non di NASCAR, quindi procediamo con il gran premio di sabato, che è iniziato con Felix Rosenqvist che scattava dalla pole position sulla sua vettura color papaya.

A proposito di Arrow McLaren, l'altro pilota, Pato O'Ward è stato protagonista fin nelle prime battute di un incidente con Will Power. Sia lui sia il pilota del team Penske sono precipitati nelle retrovie, mentre davanti era in prima posizione Colton Herta davanti al compagno di squadra Alexander Rossi. La situazione tra i due piloti del team Andretti sembrava abbastanza definita con Herta davanti e Rossi secondo, ma Herta ha avuto un problema tecnico ed è stato costretto al ritiro lasciando la leadership al compagno di squadra, davanti a Christian Lundgaard, con il pilota del team Rahal che viaggiava verso il primo podio nella categoria. Un giusto timing nei pitstop ha portato Power (che si è fermato ai box in concomitanza con la safety car uscita per una vettura del team Meyer Shank ferma, quella di Simon Pagenaud) a risalire fino alla terza piazza.

Power, che con i punti della terza posizione si è portato in testa alla classifica piloti strappando il primato a Marcus Ericsson, ha preceduto i compagni di squadra Scott McLaughlin e Josef Newgarden: per quanto riguarda quest'ultimo è stato scongiurato fin dall'inizio del weekend il rischio di saltare la gara dopo l'incidente della scorsa settimana (il sostituto designato in tale caso sarebbe stato Santino Ferrucci). Rinus Veekay (Carpenter), Graham Rahal (Rahal) e Scott Dixon (Ganassi) hanno preceduto il poleman Felix Rosenqvist che ha chiuso solo in nona posizione, mentre la decima piazza è andata ad Alex Palou, pilota ancora conteso tra Ganassi, il team per il quale gareggia attualmente, e Arrow McLaren, per cui dovrebbe gareggiare nella prossima stagione, pare si andrà avanti per vie legali.

Marcus Ericsson, partito dalle retrovie dopo un guasto al motore in qualifica, è giunto davanti a O'Ward, rimontato fino alla dodicesima posizione, a David Malukas (Coyne), Callum Ilott (Juncos), Takuma Sato (Coyne), Romain Grosjean (Andrett), Conor Daly (Carpenter), Devlin DeFrancesco (Andretti), Helio Castroneves (Meyer Shank), Jack Harvey (Rahal), Dalton Kellett (Foyt), Jimmie Johnson (Ganassi) e Kyle Kirkwood (Foyt). Siamo già a un punto abbastanza inoltrato della stagione, mancano ormai solo quattro appuntamenti, due in agosto e due in settembre. Il primo di questi quattro sarà a Nashville e si svolgerà già il fine settimana che vinee, mentre due settimane più tardi ci sarà l'ultimo appuntamento su ovale della stagione a Madison, prima di terminare il campionato con Portland e Laguna Seca.



mercoledì 20 luglio 2022

Indycar 2022: #10 Gran Premio di Toronto

Nel weekend del 17 luglio si è svolto il GP di Toronto di Indycar, iniziato con una vettura in meno: non c'è più Tatiana Calderon, almeno per il momento, perché pare che il suo sponsor non abbia pagato il team. Rimane comunque un numero considerevole di vetture e quella che scatta davanti a tutti è quella di Herta, che precede Dixon. Lo precede anche dopo la partenza, appunto, e tutto sembra filare liscio, anche se in effetti c'è una vettura danneggiata da un probabile contatto: è quella di Sato, che riesce a dirigersi verso la pitlane, ma non prima di avere lasciato dei detriti che provocano la prima caution della giornata. Nel frattempo assistiamo all'ormai tradizionale differenziazione di strategie, con i piloti partiti dalle retrovie che si fermano dopo pochi giri di gara.

A proposito di piloti partiti dalle retrovie, uno di questi è Palou, che ha fatto parlare parecchio di sé nei giorni che hanno preceduto la gara. Infatti qualche giorno fa il team Ganassi ha annunciato il suo rinnovo, salvo essere smentito dal pilota stesso poche ore più tardi. Anzi, Palou ha addirittura affermato che il team si è inventato di sana pianta delle sue dichiarazioni sul rinnovo. A seguito di ciò è stato annunciato anche il suo ingaggio da parte del team Arrow McLaren... insomma, una situazione abbastanza caotica di cui molto probabilmente sentiremo parlare ancora piuttosto a lungo. Adesso però dobbiamo focalizzarci sulla gara e magari soffermarci ad assistere al duello tra Power e Grosjean. Oppure prepararci per quello che succederà in occasione del primo giro di pitstop per i piloti di testa. Si ferma Dixon. Poi si ferma Herta. Herta è davanti, ma per poco.

Dixon si prende la prima posizione, che si terrà ben stretta fino alla fine, salvo i momenti in cui, a causa delle diverse pitstop window, piloti random che tendenzialmente sono molte posizioni più indietro si fanno qualche giro tra le prime posizioni perché rientrano in momenti diversi rispetto agli altri. Newgarden, da parte sua, sembra potere avere qualcosa da dire e avvicinarsi alla testa della gara, ma perde una marea di posizioni per un problema in occasione del successivo pitstop. Il suddetto pitstop avviene in regime di safety car, dopo un incidente tra Rosenqvist e Rossi, che ha provocato il ritiro di quest'ultimo. Mettete a letto i bambini che invocano la pena di morte per chiunque sia coinvolto in un incidente e non si ritiri, perché la gara di Rosenqvist dopo la sosta sembra assumere una svolta piuttosto positiva. Risale infatti in terza posizione, nella quale è destinato a rimanere.

Ci sono altre due caution prima della fine della gara, una per detriti (non ho capito se ci fosse un pezzo di vettura sull'asfalto o se si fosse staccato un pezzo del manto stradale), l'altra per un incidente tra Kirkwood e Johnson. Ciò non cambia particolarmente l'esito della gara e le posizioni non variano radicalmente per effetto di differenziazioni di strategia. Ericsson, leader della classifica piloti, chiude quinto e allunga nei confronti del diretto inseguitore Power, che anche nella parte conclusiva della gara abbiamo ritrovato non troppo lontano da Grosjean (inquadrato occasionalmente sempre mentre era in lotta con qualcuno in modo scatenato). Venti piloti hanno finito la gara, ritirati Sato, Rossi, Kirkwood e Johnson per incidenti, oltre che Kellett per la probabile rottura del motore vista la fumata che si sollevava dal retrotreno della sua vettura, ancora in una fase non troppo avanzata della gara.

RISULTATO: 1. Scott Dixon (Ganassi), 2. Colton Herta (Andretti), 3. Felix Rosenqvist (Arrow McLaren), 4. Graham Rahal (Rahal), 5. Marcus Ericsson (Ganassi), 6. Alex Palou (Ganassi), 7. Simon Pagenaud (Meyer Shank), 8. Christian Lundgaard (Rahal), 9. Scott McLaughlin (Penske), 11. Josef Newgarden (Penske), 12. Pato O'Ward (Arrow McLaren), 12. David Malukas (Coyne), 13. Rinus Veekay (Carpenter), 14. Callum Ilott (Juncos), 15. Will Power (Penske), 16. Romain Grosjean (Andretti), 17. Helio Castroneves (Meyer Shank), 18. Devlin DeFrancesco (Andretti), 19. Jack Harvey (Rahal), 20. Conor Daly (Carpenter), Rit. Jimmie Johnson (Ganassi), Rit. Kyle Kirkwood (Foyt), Rit. Alexander Rossi (Andretti), Rit. Dalton Kellett (Foyt), Rit. Takuma Sato (Coyne).



giovedì 7 luglio 2022

Indycar 2022: #9 Gran Premio di Mid-Ohio

Tra le gare che si sono svolte nello scorso fine settimana c'è stata anche quella di Indycar, per la quale Pato O'Ward (Arrow McLaren) si è procacciato la pole accanto a Scott McLaughlin (Penske), con Colton Herta (Andretti), Felix Rosenqvist (Arrow McLaren), Scott Dixon (Ganassi) e Simon Pagenaud (Penske) a completare le prime tre file. Dopo un falso allarme - le vetture non allineate bene dietro la safety car, cosa che ha portato a un ulteriore giro di lancio - la gara è partita regolarmente, con O'Ward davanti a tutti. Più indietro frattanto Will Power (Penske) cozzava contro qualcuno e finiva in testacoda, ma è riuscito a riprendere la retta via, senza necessitare ingressi della safety car arrivata qualche giro dopo quando Rosenqvist è rimasto fermo con la vettura che emetteva fumo.

O'Ward ha mantenuto la posizione al restart, mentre Herta cercava di infastidire McLaughlin venendo però superato da Dixon e rischiando anche un sorpasso da parte di Pagenaud. Il leader della gara ha anticipato la prima sosta sostenendo di avere dei problemi e in quel momento Kyle Kirkwood (Foyt) è finito fuori per incidente, con nuovo ingresso della safety car. Ciò ha rimescolato le posizioni e Scott McLaughlin si è ritrovato leader davanti ad Alex Palou (Ganassi) e c'è stato un accenno di duello tra i due, subito interrotto dal testacoda di Dalton Kellett, compagno di squadra di Kirkwood, dopo un contatto. Al nuovo restart le posizioni dei primi quattro - McLaughlin/ Palou/ Herta/ O'Ward - sono rimaste invariate, mentre più indietro Pagenaud sembrava perdere qualche posizione.

In generale, comunque, in bassa top-ten e oltre sembrava esserci più movimento di quanto non ce ne fosse sul momento per le primissime posizioni. Power nel frattempo risaliva addirittura nella top-ten mentre eravamo intorno a metà gara. O'Ward è rimasto quarto ancora un po', per poi essere costretto al ritiro da un guasto. Nel frattempo c'era un nuovo intoppo in pista sempre made by Foyt: stavolta la vettura era ferma per problemi tecnici ed era quella di Tatiana Calderon. Le soste di questo giro si sono svolte quindi in regime di safety car. Herta a questo punto era leader davanti a McLaughlin e Palou, mentre Power è risalito al quarto posto superando Rinus Veekay (Carpenter) il tutto mentre Callum Ilott (Juncos), nella prima parte di gara nella bassa top-ten, si dirigeva ai box lentamente per non uscirne più.

A gara inoltrata (e con Herta non più leader, a questo punto), poi, c'è stato un plot-twist, un incidente tra compagni di squadra del team Andretti, due nostre vecchie conoscenze, Alexander Rossi e nientemeno che Romain Grosjean! Rossi ha *lievemente* tagliato la strada a Grosjean con i due che si sono ritrovati a vagare entrambi sull'erba e nel caso di RoGro più a stare fermo che a vagare, in realtà. È entrata nuovamente la safety car, ma parliamo un attimo dei commenti (nell'extended highlights di Youtube) invece che della gara: una persona si è lamentata del fatto che i piloti di Formula 1 sono troppo al limite e che manovre del genere non dovrebbero avere spazio in Indycar. Il mondo del motorsport sembra essersi improvvisamente ribaltato, ai suoi occhi.

McLaughlin, Palou, Power, O'Ward e Dixon completavano la top-5 seguiti da Marcus Ericsson (Ganassi), Josef Newgarden (Penske), Helio Castroneves (Meyer Shank), David Malukas (Coyne) e Jack Harvey (Rahal) nei primi dieci. I primi nove sono rimasti invariati fino al traguardo, con Harvey invece precipitato più indietro(?). Pagenaud è risalito quindi al decimo posto, precedendo Christian Lundgaard (Rahal), Graham Rahal (Rahal), Conor Daly (Carpenter) e Takuma Sato (Coyne). Herta, protagonista di un contatto innescato da Grosjean, è giunto quindicesimo, davanti a Jimmie Johnson (Ganassi) e Devlin DeFrancesco (Andretti) protagonista inve e di un contatto innescato da Rossi. A seguire poi il team Paretta con Simona De Silvestro, davanti agli autori di gare poco tranquille, ovvero Rossi, Harvey, Grosjean e Kellett.

mercoledì 15 giugno 2022

Indycar 2022: #8 Gran Premio di Road America

Uno degli appuntamenti del weekend appena passato è stato il GP di Road America di Indycar, che ha visto ben ventisette vetture al via, per l'ingresso random del team Paretta, che prenderà parte a un numero ristretto di appuntamenti in questa stagione, con al volante Simona De Silvestro. La sua presenza, associata a quella di Tatiana Calderon, fa sì che per la prima volta dopo parecchio tempo ci siano state di nuovo due donne al via della stessa gara di Indycar (l'ultima volta con due entry femminili era Danica Patrick/ Pippa Mann all'ultima Indy 500 della Patrick già diversi anni fa, ma la Mann non si era qualificata, quindi dobbiamo andare ancora più indietro, probabilmente proprio a quando la De Silvestro gareggiava stabilmente in Indycar).

La pole position è stata ottenuta da Alexander Rossi, precedendo Josef Newgarden, Alex Palou, Marcus Ericsson, Colton Herta e Pato O'Ward nella top-6. Tra questi, due di loro sono stati gli unici ritirati: Palou in un incidente, mentre O'Ward ha avuto un problema tecnico nelle fasi conclusive della gara. Al gruppetto dei quattro restanti si è aggiunto Romain Grosjean, che ha passato praticamente quasi tutta la gara nella top-5, spesso nell'immediato inseguimento del suo best friend forever Ericsson. Non si riscontrano incidenti avvenuti dietro la safety car, sarà che di safety car, per essere una gara di Indycar, ne sono entrate in modo abbastanza contenuto, nonostante la gara fosse iniziata in modo abbastanza caotico.

Al via, infatti, era uscito di pista Johnson, poi rimesso in gara, mentre di lì a poco c'è stata un'uscita di pista di Veekay. Nel frattempo Rossi stava in testa alla gara inseguito da Newgarden e nella prima fase sembrava anche il principale candidato alla vittoria. Non è stato così, dato che nelle fasi successive si è ritrovato a inseguire Newgarden e la situazione è anche peggiorata quando ci sono stati gli ingressi finali della safety car - per il ritiro di O'Ward e poi per un testacoda di Castroneves. Al restart, Ericsson si è procacciato immediatamente il secondo posto, mentre Rossi si è ritrovato negli scarichi Herta e Grosjean, che in precedenza nel corso della gara erano stati protagonisti di un duello piuttosto acceso che si era concluso con un sorpasso di Herta.

Tra i due l'ha spuntata Grosjean che è arrivato quarto, nonostante in un primo momento Rosenqvist si fosse avvicinato a lui e non di poco, ma per il podio non c'è stato niente da fare, il terzo gradino è andato a Rossi. Newgarden, che aveva ormai distaccato tutti, ha vinto senza problemi, mentre Ericsson ha chiuso in seconda posizione, il che fa sì che sia ancora in testa alla classifica, dove è salito dopo la vittoria alla Indy 500 due settimane fa. La gara del suo diretto inseguitore, Will Power, è stata condizionata da un incidente con Devlin DeFrancesco, che l'ha speronato abbastanza in stile torpedo. Willpowahhhh non l'ha presa molto bene e, subito dopo, ha affermato via radio che sarebbe andato a cercare DeFrancesco dopo la fine della gara.

Tutto lasciava presagire una scena da popcorn e Coca Cola dopo la fine della gara, ma non è stato nemmeno necessario aspettare il dopogara. Nel giro d'onore, infatti, Power e DeFrancesco si sono ritrovati vicini e Power gli ha tirato una sportellata. Ciò è avvenuto negli States, quindi non è considerato qualcosa di scandaloso, ma la prassi. Power ha anche scritto su Twitter di essersi chiarito con DeFrancesco, o qualcosa del genere, quindi al momento potremmo essere di fronte a un semplice episodio one-off invece che a una polemica destinata a durare nel tempo. A proposito di tempo e di tempistiche, il prossimo appuntamento sarà tra tre settimane, il primo weekend di luglio, quindi per il momento ci sarà da attendere ancora un po'.

RISULTATO: 1. Josef Newgarden (Penske), 2. Marcus Ericsson (Ganassi), 3. Alexander Rossi (Andretti), 4. Romain Grosjean (Andretti), 5. Colton Herta (Andretti), 6. Felix Rosenqvist (Arrow McLaren), 7. Scott McLaughlin (Penske), 8. Graham Rahal (Rahal), 9. Scott Dixon (Ganassi), 10. Christian Lundgaard (Rahal), 11. Callum Ilott (Juncos), 12. Simon Pagenaud (Meyer Shank), 13. Jack Harvey (Rahal), 14. Conor Daly (Carpenter), 15. Takuma Sato (Coyne), 16. David Malukas (Coyne), 17. Rinus Veekay (Carpenter), 18. Devlin DeFrancesco (Andretti), 19. Will Power (Penske), 20. Kyle Kirkwood (Foyt), 21. Simona De Silvestro (Paretta), 22. Helio Castroneves (Meyer Shank), 23. Dalton Kellett (Foyt), 24. Jimmie Johnson (Ganassi), 25. Tatiana Calderon (Foyt), Rit. Pato O'Ward (Arrow McLaren), Rit. Alex Palou (Ganassi).



mercoledì 8 giugno 2022

Indycar 2022: #7 Gran Premio di Detroit

Carissimi lettori, è arrivato finalmente il momento di recuperare anche la gara di Indycar di domenica sera, che si è svolta per l'ultima volta nella storia a Belle Isle, non poù con evento doppio come succedeva in passato, ma con un evento singolo. La gara è iniziata con Newgarden in testa: il pilota del team Penske precedeva le due vetture fucsiahhhh del team Meyer Shank, con Pagenaud secondo e Castroneves terzo. Ricordo prima della gara di avere letto qualcuno su twitter che pronosticava vittoria di Pagenaud, invece gliel'ha tirata, anche se non gli è andata male tanto quanto è accaduto al suo compagno di squadra Castroneves.

Castroneves è stato uno dei tre piloti costretti al ritiro, l'unico a ritirarsi per un problema tecnico e non per incidente. Gli altri due sono stati Rahal, subito dopo la partenza, e Kirkwood a gara inoltrata, dopo peraltro avere fatto un'ottima performance, si trovava intorno alla quarta(?) posizione quando è accaduto il fattaccio. È andata molto meglio a McLaughlin, in precedenza, che abbiamo ritrovato a un certo punto per le vie di fuga, che ha urtato un pannello mentre cercava di tornare sulla retta via: una faccenda di routine, nulla di epico come quella volta in cui Raikkonen sbatté ripetutamente contro il pannello pubblicitario della Rolex. Incidente anche per Veekay, ma all'ultimo giro, quando la regia era su Power e Rossi.

Giusto, Power e Rossi: sono stati loro i protagonisti della gara. I due, partiti non esattamente avanti (soprattutto Power sedicesimo in griglia) erano sulla strategia alternativa che prevedeva un pitstop in più con il primo dopo pochissimi giri. Ha funzionato ed entrambi hanno scalato in fretta la vetta della gara, tanto che Power ne è stato leader incontrastato nella fase finale... o per meglio dire, leader che vedeva il proprio vantaggio sgretolarsi giro dopo giro, perché il suo stint finale era su una mescola di gomme che tendeva ad avere vita breve. Rossi ha recuperato secondi su secondi e ha finito la gara a un secondo di gap, quando tutto sembrava ancora molto aperto. Era una di quelle situazioni in cui, se ci fosse stata una Ferrari, qualcuno avrebbe detto "bastava un giro in più".

Se fosse capitato in Formula 1, probabilmente qualcuno si sarebbe lamentato della gara noiosahhhh per la mancanza di duellihhhh e sorpassihhhh e per il fatto che la strategia aveva determinato il vincitore, invocando la cancellazione del gran premio stesso tacciandolo di essee un insulto ai telespettatori. Per fortuna non è Formula 1, ma una serie che almeno per il momento non ha ancora fatto il lavaggio del cervello al proprio fanbase e che non sembra sul punto di farlo. Tra parentesi, segnalo che Willpowahhhh in qualità di quarantenne è un V3KkYaCçY0 e non era neanche l'unico sul podio, dove era presente una certa nostra vecchia conoscenza, che ha preceduto Newgarden, giunto al traguardo al quarto posto dopo essere partito dalla pole position.

RISULTATO: 1. Will Power (Penske), 2. Alexander Rossi (Andretti), 3. Scott Dixon (Ganassi), 4. Josef Newgarden (Penske), 5. Pato O'Ward (Arrow McLaren), 6. Alex Palou (Ganassi), 7. Marcus Ericsson (Ganassi), 8. Colton Herta (Andretti), 9. Simon Pagenaud (Meyer Shank), 10. Felix Rosenqvist (Arrow McLaren), 11. David Malukas (Coyne), 12. Conor Daly (Carpenter), 13. Takuma Sato (Coyne), 14. Christian Lundgaard (Rahal), 15. Jack Harvey (Rahal), 16. Rinus Veekay (Carpenter), 17. Romain Grosjean (Andretti), 18. Devlin De Francesco (Andretti), 19. Scott McLaughlin (Penske), 20. Dalton Kellett (Foyt), 21. Santino Ferrucci (Juncos / sostituto di Callum Ilott infortunato a una mano a Indy), 22. Jimmie Johnson (Ganassi), 23. Tatiana Calderon (Foyt), 24. Kyle Kirkwood (Foyt), 25. Helio Castroneves (Meyer Shank), 26. Graham Rahal (Rahal).



mercoledì 15 settembre 2021

Indycar 2021: Gran Premio di Portland

Nel weekend appena passato, mentre a Monza si svolgeva il gran premio di Formula 1, in Indycar avveniva il debutto del pilota più desiderato dalle fungirl... o per meglio dire, dal secondo pilota più desiderato dalle fungirl, in quanto il più desiderato in assoluto rimane Lando Norris. Parlo di Callum Ilott, pilota di riserva dell'Alfa Romeo che invece di fare la riserva in Alfa Romeo si apprestava a fare il proprio debutto negli States al volante di una vettura del team Juncos, che ogni tanto esce dal nulla per partecipazioni occasionali al campionato di Indycar. Queste partecipazioni occasionali si estenderanno anche ai prossimi due eventi conclusivi, sempre con Ilott al volante. Negli stessi eventi Oliver Askew gareggerà con il team Rahal, nel posto che è stato di Santino Ferrucci e di Christian Lundgaard, ma who kers di Askew, è Ilott quello che conta. Nonostante l'entusiasmo generale degli appassionati di Formula 1 nei suoi confronti, che lo vorrebbero o a fare coppia con Mick Schumacher o al posto di Mick Schumacher, ma soprattutto vorrebbero entrambi ex equo al posto di un certo pilota con i capelli fluenti, non mi sembra di avere visto dei grandi picchi di euforia né gente che alla fine del weekend si sentisse tormentata dal suo risultato poco soddisfacente, pare per noie alla vettura.

Alex Palou partiva dalla pole position in una vettura dagli stessi colori di quella del compagno di squadra Scott Dixon, insieme al quale ha pensato bene di tagliare una curva al via... o per meglio dire, insieme a numerosi piloti presenti. Si sono viste anche delle vetture ferme, una di queste era quella di Romain Grosjean e l'altra immagino quella di Helio Castroneves, dato che in seguito figuravano a diversi giri di distacco dai piloti a pieni giri. La cosa non mi sembra affatto soddisfacente, ma vedrò di soprassedere e di sperare che entrambi possano chiudere la stagione in maniera decisamente migliore di com'è andata per entrambi a Portland. Nel frattempo è entrata la safety car rimanendo in pista abbastanza a lungo perché... non preoccupiamoci del perché. Qualcuno sui social si è lamentato che la safety car è rimasta così a lungo perché nel frattempo bisognava accertare con esattezza in quale ordine dovessero essere in quel momento le vetture in gara. Nel frattempo eravamo destinati ad assistere a una gara con vari piloti che seguivano strategie diverse, il che ha portato in un primo momento Patricio O'Ward a svettare in testa, per poi essere rimpiazzato a seguire dal duo Dixon/ Palou. Una sosta più tardi sarebbe toccato a Palou stare davanti a Dixon, con altre due vetture in mezzo, quelle di Josef Newgarden e Alexander Rossi.

O'Ward non era destinato ad essere protagonista nella fase successiva della gara. Pare abbia perso del tempo rientrando ai box in regime di bandiera verde subito dopo un testacoda di Dalton Kellett, con la safety car che è arrivata, ma un po' dopo. A quel punto i primi tre erano Graham Rahal, Ed Jones e Jack Harvey, che tuttavia si trovavano su una finestra di pitstop diversa rispetto a quella dei precedenti piloti di testa, il che li ha portati a doversi fermare più o meno quando rientrava ai box anche Newgarden. Alex Palou, Alexander Rossi e Scott Dixon si sono confermati a quel punto i primi tre anche nell'ultimo stint di gara - preceduto da un incidente tra Will Power e il compagno di squadra Simon Pagenaud con relativo ingresso della safety car - e sono saliti sul podio, sempre ammesso che il podio esistesse come entità fisica. Palou si è anche portato in testa alla classifica piloti. Tornando alla gara, Jack Harvey e Josef Newgarden hanno completato la top-5, con a seguire nei primi dieci anche Felix Rosenqvist, Marcus Ericsson, Colton Herta, Scott McLaughlin e Graham Rahal. Si chiude così la sintesi dell'evento di Portland, ma ci sarà da aspettare davvero poco per il prossimo, infatti nel fine settimana che viene ci sarà la gara di Laguna Seca e in quella seguente è previsto il finale di stagione.

martedì 24 agosto 2021

Indycar 2021: Gateway, l'ultimo ovale della stagione

È la notte tra sabato e domenica, a Le Mans si sta svolgendo la 24 Ore e di là dall'oceano sta avvenendo una SoVrApPoSiZiOn3 con l'ultimo ovale del campionato di Indycar 2021. Agli americani non importa chiaramente un fico secco di quello che succede in Francia, ma dei francesi chiaramente sì, gli importa qualcosa: ormai è nata una stella e quella stella è Romain Grosjean. In questo fine settimana fa peraltro il suo debutto sugli ovali, in vista di un 2022 full season. Alla sua prima esperienza su ovale si qualifica 15°, il che così a primo impatto potrebbe anche sembrare roba da poco, ma sta di fatto che RoGro riesce a non mettere la macchina a muro e questa non è roba da poco, specie considerato che stiamo parlando di uno che di macchine a muro ne ha messe varie anche quando non correva sugli ovali.

A portare a casa la pole è Willpowahhhh, che viene comunque sfilato in men che non si dica da Colton Herta, seguiti da Josef Newgarden e Simon Pagenaud. La prima parte della gara è piuttosto travagliata, con vari incidenti e relative safery car. Si inizia con Ed Jones vs Graham Rahal: i due spareranno a zero l'uno contro l'altro post-gara, anche se poi Rahal affermarà su Twitter di essersi chiarito con il collega dopo avere ricevuto le scuse di quest'ultimo. Si prosegue nel momento del restart con Ed Carpenter che colpisce Dalton Kellett mandandolo in testacoda. Poi al successivo restart si toccano anche i Newgenaud. Su questa pista i due avevano curiosamente litigato alcuni anni fa, quando Newgarden aveva fatto una manovra piuttosto aggressiva nei confronti di Pagenaud.

Stavolta Pagenaud rallenta, entra la safety car, lui è costretto a rientrare ai box e un utente che commenta l'exthended highlight su Youtube sostiene che il karma lo stia punendo per avere buttato fuori pista Lando Norris in una gara virtuale. Credo sia meglio continuare a parlare della gara reale, che vede alcuni giri di tranquillità. Alcuni, ho detto. Carpentahhhh stavolta va a sbattere da solo, poi al restart anche altri fanno casino: Rinus Veekay mette fuori il leader del campionato (ex leader, nel momento in cui scrivo) Alex Palou che a sua volta va a sbattere contro Scott Dixon. Davanti ringraziano e tra una cosa e l'altra davanti adesso c'è Newgarden seguito da un arrembante Alexander Rossi, seguono poi Herta e Power. Non tanto lontano c'è anche Pato O'Ward (che mentre scrivo è leader del campionato).

Assistiamo a tentativi di diversificazione delle strategie, Newgarden, Rossi e Power vengono superati da Herta, che dovrebbe fare una sosta in più di loro che invece stanno risparmiando carburante. Non scopriremo mai chi aveva ragione: Herta è attardato da un problema ai box (dove poi sarà costretto a rientrare per ritirarsi), Rossi invece finisce a muro... è l'artefice dell'ultima safety car e nel finale Newgarden è di nuovo in testa, seguito da O'Ward e Power, che andranno con lui a podio. Un ottimo Scott McLaughlin si piazza quarto davanti a un altrettanto ottimo Sebastien Bourdais su una finestra di pitstop diversa da quella dei piloti di testa per buona parte di gara. Seguono Takuma Sato, Ryan Hunter-Reay, Simon Pagenaud, Marcus Ericsson e Jack Harvey a completare i primi dieci.

Dov'è RoGro? Solo 14°, dietro a Conor Daly, Dalton Kellett e Tony Kanaan, davanti al solo James Hinchcliffe, ma il suo risultato non rende onore a quello che ha fatto vedere. Nella prima parte di gara mandava in brodo di giuggiole i telecronisti per certi suoi sorpassi che lo portavano in top-ten. Certo, dopo è arrivato un bacio (non alla francese, per sua fortuna) con un muretto e nella parte finale della gara fa una sosta in regime di bandiera verde finendo doppiato. Il bilancio è positivo, nonostante tutto, e si conferma idolo del fanbase statunitense, che adesso sembra avere una crush per i piloti che vengono dalla Formula 1. Chi l'avrebbe detto, anni fa, quando venivano regolarmente presi per i fondelli, che proprio Ericsson e Grosjean potessero far sciogliere il cuore degli americani?

In coda a questo post, vista la data odierna, voglio infine ricordare Justin Wilson, che il 23.08.2015 fu vittima di un grave incidente in Indycar a Pocono, che portò alla sua morte il giorno dopo. R.I.P. :-(((


lunedì 16 agosto 2021

Indycar 2021: Gran Premio di Indianapolis Road Course (Big Machine Spiked Coolers Grand Prix)

Il campionato di Indycar è ricominciato una settimana fa dopo oltre un mese di stop e subito è iniziato con un triple header, stavolta con una Saturday Race avvenuta sull'Indianapolis Road Course, che domenica ospitava per la prima volta una gara di NASCAR su questo layout (gara di NASCAR che pare essere stata la versione stock car del GP di Nashville di Indycar della scorsa settimna, solo più caotica). Si trattava della seconda gara disputata in questa stagione all'Indy Road Course, dopo quella ormai consueta che si svolge in maggio due settimana prima della Indy 500. Stavolta siamo saliti da ventisette vetture a ventotto, con due novità: il team Rahal ha schierato Christian Lundgaard (pilota di Formula 2) come one-off al posto di Santino Ferrucci, mentre ha fatto il proprio esordio il team Top Gun Racing, quello che non si era qualificato per la Indy 500, con al volante R.C. Enerson (destinato a ritirarsi in pitlane nell'anonimato più totale).

Il weekend è iniziato con la pole position di O'Ward, seguito da Power, che su questo tracciato ha vinto diverse volte, Grosjean e un sorprendente Lundgaard che ha immediatamente scatenato un grande interesse e una quantità di sostenitori che non ho mai visto nei suoi confronti durante la Formula 2. Fatto sta che quando è iniziata la gara (che ho recuperato domenica tramite l'extended highlight di mezz'ora) ha perso una posizione, venendo superato da Herta, ma ha comunque viaggiato in top-5 per tutta la durata del primo stint, nonostante subisse gli effetti di un'intossicazione alimentare, che faceva tanto Gran Premio di Singapore. Tra parentesi, stando all'aspetto che la maggior parte del cibo americano aveva nelle pubblicità onnipresenti quando guardavo le gare in streaming, mi stupisce come le intossicazioni alimentari tra i piloti che corrono negli States non siano più frequenti.

Non sono qui né per parlare di hamburger estremamente unti né di pizze alla banana con candeline tipo torta di compleanno, quindi possiamo passare oltre e tornare in topic: dopo la prima sosta, Lundgaard ha iniziato a perdere posizioni e ha viaggiato per un po' di tempo nella zona bassa della top-ten, per poi uscire anche da quella. L'entusiasmo nei suoi confronti si è almeno in parte spento, così come si spegnevano le speranze di vittoria di O'Ward. Dopo la prima sosta è scivolato alle spalle di Power, per poi perdere nel corso della gara - una gara piuttosto tranquilla in cui nessuno faceva cose strane, al massimo mettevano le ruote sull'erba ma senza provocare danni - altre posizioni nei confronti di Hrrta, Grosjean e Palou, nonostante quest'ultimo a inizio gara si fosse lamentato di un "no power" alla radio. I problemi a inizio gara si sono presentati in formato più eclatante nella fase conclusiva, quando è stato costretto al ritiro per un guasto al motore. O'Ward, che era stato superato anche da Rossi, ne ha approfittato per tornare in top-5.

La vettura ferma di Palou ha provocato la prima caution della giornata. Al restart Power, nonostante prima avesse progressivamente visto il proprio margine nei confronti di Herta accorciarsi, è riuscito a mantenere la leadership, che avrebbe conservato fino alla bandiera a scacchi, mentre è stato proprio Herta a perdere una posizione, venendo superato da Grosjean. Il pilota franco-svizzero era destinato ad arrivare secondo e ad essere acclamato a fine gara dalla moglie e dai tre figli che in America hanno definitivamente accantonato il sacchetto di carta venendo occasionalmente inquadrati dalle telecamere. Herta si è ripreso dalla delusione della scorsa gara (finito a muro quando era in zona podio) giungendo terzo, mentre in quella fase di gara è scoppiato un acceso duello tra Rossi e O'Ward. Quest'ultimo ha tentato di superare l'omonimo di Valentino, che tuttavia si è ripreso la posizione, che ha poi conservato.

Da come l'ho raccontata sembra che tutto si sia messo tranquillo, ma non è esattamente così, perché a una decina di giri dalla fine c'è stato anche un vero e proprio incidente, indicativamente dopo la top-15: Veekay è finito in testacoda dopo essere stato tamponato da McLaughlin, il che ha provocato l'ingresso della safety car. Per fortuna c'erano abbastanza giri da percorrere da non portare alla decisione trash di redflaggare la gara per questioni di spettacolo e si è ripreso in modo piuttosto normale, con gli ultimi giri in regime di green flag. Nulla è cambiato nelle posizioni della top-5, confermando il risultato che ho già anticipato e con Grosjean a podio a una sola settimana di distanza da quando avverrà il suo debutto su un ovale, nel prossimo fine settimana, ovviamente acclamato come avviene costantemente da quando è passato in Indycar.

RISULTATO: 1. Will Power (Penske), 2. Romain Grosjean (Coyne), 3. Colton Herta (Andretti), 4. Alexander Rossi (Andretti), 5. Pato O'Ward (Arrow McLaren), 6. Jack Harvey (Shank), 7. Graham Rahal (Rahal), 8. Josef Newgarden (Penske), 9. Marcus Ericsson (Ganassi), 10. Takuma Sato (Rahal), 11. Conor Daly (Carpenter), 12. Christian Lundgaard (Rahal), 13. Felix Rosenqvist (Arrow McLaren), 14. Ed Jones (Coyne), 15. Sebastien Bourdais (Foyt), 16. Simon Pagenaud (Penske), 17. Scott Dixon (Ganassi), 18. Ryan Hunter-Reay (Andretti), 19. Jimmie Johnson (Ganassi), 20. Max Chilton (Carlin), 21. Helio Castroneves (Shank), 22. James Hinchcliffe (Andretti), 23. Scott McLaughlin (Penske), 24. Rinus Veekay (Carpenter), 25. Cody Ware (Coyne), 26. Dalton Kellett (Foyt), 27. Alex Palou (Ganassi), 28. R.C. Enerson (Top Gun).



giovedì 29 aprile 2021

Indycar 2021: Gran Premio di St. Petersburg

Parliamo di Indycar e parliamo del Gran Premio di St.Pete, recuperato grazie al Fast Forward, il recap di trenta minuti che viene postato sul canale Youtube della Indycar indicativamente al martedì.
Questo evento si è svolto domenica scorsa, secondo appuntamento della stagione 2021, su quella che in passato è stata spesso e volentieri la sede del primo evento del campionato (non nel 2020, anche se di fatto doveva esserlo, essendo stato cancellato in corso d'opera).
Non ci sono stati cambiamenti di line-up rispetto alla gara precedente, anche se qualcuno è previsto per l'evento del prossimo fine settimana trattandosi di un ovale, ma non mettiamo le mani troppo avanti e concentriamoci su quello che è successo stavolta.

Immaginate di avere un enfant prodige, più giovane vincitore nella storia del campionato, figlio di un ex pilota degli anni '90, con risultati decisamente più altolocati di quelli del padre... e no, il padre non ha l'abitudine di provocare risse tra familiari. In realtà neanche Colton Herta sembra avere lo stesso caratterino di Verstappino, ma a parte in questo me lo ricorda parecchio.
Il suddetto enfant prodige, classe 2000, recentemente arrivato alla drinking age, ha conquistato la pole position e ha deciso di non schiodarsi dalla prima posizione fino alla fine della gara. Dietro di lui partivano Harvey, Newgarden e Pagenaud, con i due piloti Penske che si sono ritrovati davanti alla vettura fucsia di Harvey dopo la prima sosta. Dietro di loro nel primo stint di gara c'era Bourdais, che tuttavia è scivolato in seguito dietro ad altre vetture su diversa strategia. Nello specifico, una volta che è arrivato il momento della bandiera a scacchi, vi è transitato sotto in decima posizione, dietro a Herta, Newgarden, Pagenaud, Harvey, Dixon, Sato, Ericsson, Power e Veekay.

Durante la gara non sono mancati i momenti pittoreschi: 1) Johnson a muro ripartito da solo ma dopo tipo un paio di giri e ingresso della safety car (in questa circostanza Power partito dalle retrovie si è fermato ai box), 2) contatto di minore entità tra Sato e Hinchcliffe, 3) durante un duello con Jones e Power, Grosjean ha strisciato le ruote contro un muretto e la sua vettura ne è uscita illesa, 4) contatto Rahal vs Rossi senza ingresso della safety car ma costa comunque un bel po' a Rossi che ritorna in pista doppiato, 5) Kellett fermo per le vie di fuga senza che nessuno lo prenda in considerazione, 6) nuova safety car a gara inoltrata entrata dopo un testacoda di Johnson, annullando il vantaggio accumulato fino a quel momento da Herta, 7) altra safety car verso la fine per incidente Jones vs Hinchcliffe vs O'Ward. A proposito di Hinchcliffe, si è dedicato dopo la gara a una delle attività preferite di certi piloti di Indycar, ovvero lamentarsi di Sato per la sportellata ricevuta nella prima parte di gara.

PS. Dato che pensavo a Sato e mi ricordavo qualcuno che l'aveva criticato per simili ragioni in passato, avevo erroneamente identificato tale pilota come Daly (invece era Karam), quindi ne approfitto per ricordare che Daly, pilota del team Carpenter sui circuiti stradali, il prossimo weekend lascerà il volante a Ed Carpenter, disputando le gare su ovali con il team Carlin al posto di Chilton. Non saranno inoltre presenti Johnson e Grosjean, sostituiti da Kanaan e Fittipaldi.


giovedì 22 aprile 2021

Indycar 2021: Gran Premio dell'Alabama

Nello scorso fine settimana si è aperta la stagione 2021 di Indycar e si è aperta con varie preannunciate novità in termini di line-up. Per esempio il team Ganassi quest'anno schiererà quattro vetture e ad affiancare Scott Dixon ci saranno non solo Marcus Ericcson e Alex Palou, ma anche il sette volte campione di NASCAR Jimmie Johnson (che sarà tuttavia sostituito da Tony Kanaan nelle gare che si svolgeranno su ovali).
Anche per Penske ci sono quattro vetture, oltre a Will Power, Simon Pagenaud e Josef Newgarden è avvenuto anche il debutto di Scott McLaughlin. Quattro vetture anche per il team Andretti: ci sono Alexander Rossi, Ryan Hunter-Reay, Colton Herta e James Hinchcliffe (manca un certo soggetto abbastanza soporifero, la sua carriera full-time è terminata, ma magari ci delizierà vincendo la Indy 500).

Non è cambiato niente in casa Rahal Letterman, con le due vetture affidate a Graham Rahal e Takuma Sato, mentre c'è un piacevole ritorno full-time presso il team Foyt: si tratta di Sebastien Bourdais che disputerà l'intera stagione al fianco di Dalton Kellett. Patricio O'Ward e Felix Rosenqvist sono i piloti del team Arrow McLaren, mentre in Carlin è rimasto Max Chilton (che disputerà soltanto le gare su circuiti stradali e la Indy 500, venendo sostituito sugli altri ovali da un pilota non ancora identificato).
Jack Harvey corre per il team Shank al volante di una vettura fucsia (e in alcuni eventi farà coppia con nientemeno che Helio Castroneves, che guiderà una seconda vettura part-time), mentre per il team Carpenter ci sono Conor Daly (circuiti stradali e Indy 500) e Rinus Veekay (full-time). Poi c'è Coyne, che schiera due vetture, una guidata da Ed Jones, l'altra da Romain Grosjean (quest'ultimo sarà sostituito da Pietro Fittipaldi sugli ovali).

La stagione è iniziata con il Gran Premio dell'Alabama a Barber (recuperato grazie alla sintesi di trenta minuti pubblicata sul canale Youtube del campionato), con le qualifiche che si sono svolte proprio nel giorno del trentacinquesimo compleanno di Grosjean, che l'ha festeggiato abbastanza bene, con una rispettabile settima piazza sulla griglia di partenza.
Non solo era settimo, ma celebrava addirittura la sua reunion con l'amico Ericsson partendo nelle vicinanze di quest'ultimo, che si era invece qualificato sesto. Come ciliegina sulla torta ci sarebbe stato bene un incidente in regime di safety car... ma siccome farlo su una Haas è più trendy, Grosjean ha affidato questo importante incarico a Mick Schumacher (che stando a un'intervista francese a suo tempo commentata da gente di Tumblr, pare essere un suo vicino di casa e amico).
La pole position è andata a O'Ward, che ha fatto il primo stint di gara in testa davanti a Rossi, Palou, Power e Dixon a completare la top-5. O'Ward e Rossi erano su una strategia a tre soste, gli altri su una strategia a due, che si è rivelata quella vincente.

Il primo giro di gara è stato ben poco tranquillo, con un incidente che ha coinvolto numerose vetture: Newgarden, Hunter-Reay, Herta e Rosenqvist ritirati, poi Chilton, con quest'ultimo riuscito a ripartire doppiato di un paio di giri (anche Hinchcliffe e Veekay dovrebbero essere rimasti coinvolti a vario titolo, ma senza danni). Il resto della gara, invece, è stato decisamente più tranquillo, perfino Johnson quando si è impantanato non ha fatto danni eccessivi, riuscendo a ripartire senza problemi.
Uno degli hot topic della gara è stata la performance di Bourdais: partito nelle retrovie, era su una strategia diversa da quella dei leader, sia degli uni sia degli altri, verosimilmente essendosi fermato ai box in regime di safety car a inizio gara(?). Comunque sta di fatto che, nei momenti in cui gli altri si erano già fermati e lui non ancora, ha fatto un po' di giri davanti a tutti. Quando non era in testa, invece, era un po' più indietro, magari a fare a ruotate con O'Ward. Ha chiuso in quinta posizione.
Nel finale di gara Palou era ancora in testa, ma Power era in netto avvicinamento. Non c'è stato tuttavia niente da fare per il pilota Penske e così Palou, a distanza di anni e anni da Servià, è divenuto il secondo spagnolo a vincere in Indycar.

RISULTATO: Palou, Power, Dixon, O'Ward, Bourdais, Veekay, Rahal, Ericsson, Rossi e Grosjean a completare la top-10, dopodiché Harvey, Pagenaud, Sato, McLaughlin, Jones, Daly, Hinchcliffe, Kellett, Johnson e, ultimo classificato, Chilton.


mercoledì 28 ottobre 2020

Indycar 2020: Scott Dixon vince il suo sesto titolo nella finale di St.Pete

A volte per mettere fine a qualcosa bisogna tornare là dove tutto era iniziato: a St.Petersburg, lo stesso giorno del non-GP d'Australia, avrebbe dovuto svolgersi il primo gran premio della stagione di Indycar, poi rinviato in extremis e divenuto l'ultimo evento stagionale, l'ultima domenica di ottobre, 100 giri per determinare il vincitore del titolo 2020, Scott Dixon e Josef Newgarden in lotta per il titolo, nulla di particolarmente sorprendente. Non giravano proiezioni di classifica, prima della gara: le proiezioni del campionato di Indycar tendono ad essere un po' meno semplici di quelle del campionato di Formula 1, anche se quest'anno, in effetti, non c'erano multipli pretendenti.

Mentre da un lato c'era chi lottava per il titolo, dall'altro c'era chi cercava di ritagliarsi un po' di gloria passeggera: era il caso di Willpowahhhh, pochi giri al comando, prima di essere superato like a boss da uno scatenato Alex Non Sono Valentino Rossi su una vettura fucsia per questioni di sponsor. Poi è stata la volta di Colton Herta, stabilmente secondo per un lungo tratto di gara.
Le cose, per Power, erano destinate ad andare di male in peggio, dopo un terzo di gara, infatti, si è ritirato parcheggiando in una via di fuga. Considerato che era partito dalla pole position, si può tranquillamente affermare che, seppure non lo si sia visto agitare il dito al vento, probabilmente avrebbe molto volentieri agitato il dito al vento.

Mentre metà gara si faceva sempre più vicina, la gara ha iniziato ad arricchirsi di dramahhhh: abbiamo infatti assistito al ritiro per incidente di Scott McLaughlin (one-off in Penske) e Santino Ferrucci, il tutto mentre Rossi continuava imperterrito a starsene in testa alla gara. Herta si è poi fatto successivamente un giro per i prati (o per meglio dire per le vie di fuga), ritrovandosi dietro ad alcune altre vetture.
Poi, a due terzi di gara, ecco il vero plot-twist: un incidente di Alex NSVR, costretto al ritiro e a chiudere questo campionato senza nessuna vittoria. Dopo tutta la trafila post-incidente era Herta il leader dell'evento. Poi le trombe dell'Apocalisse hanno iniziato a suonare e Takuma Sato ha speronato Marco Andretti, che per una volta si trovava in una posizione presentabile.

Il dramahhhh a quel punto ha raggiunto il suo livello più alto, con Andretti che è andato su Twitter a criticare Sato, con Sage Karam che gli dava corda, sostenendo che Sato non cambierà mai. Si riferiva a un incidente avvenuto tra di loro molte Indy 500 fa, a seguito della quale ricordo che a suo tempo mi pare avesse criticato i giapponesi in modo indistinto o qualcosa del genere. Ovviamente essendo i giapponesi dei tipi bruttihhhh e kattivihhhh che bombardano Indianapolis durante il Memorial Weekend è lecito criticarli in modo indistinto.
Al restart Newgarden si è impossessato della leadership, superando Herta e non essendo nemmeno il solo. Ciò poteva avere rilevanza in ottica titolo, quindi era doveroso ignorare in suo onore gli altri casini random che capitavano nelle retrovie (Oliver Askew a muro).

Newgarden e Dixon sono arrivati primo e terzo, con Pato O'Ward a fare da intermezzo, mentre purtroppo Herta non è entrato a far parte della top-ten. Dal quarto al decimo posto hanno chiuso Sebastien Bourdais (aaaawwww), Ryan Hunter-Reay, Simon Pagenaud, Marcus Ericsson altresì noto come il Pollo Gigante, Charlie Kimball, Graham Rahal e Takuma Sato (che è stato confermato anche per la stagione 2021, cosa che rende piuttosto soddisfatta me ma penso poco soddisfatto Karam).
Scott Dixon ha quindi vinto il suo sesto titolo, a un solo titolo di distanza dal record di A.J.Foyt, in un periodo storico che ci sta insegnando, in altri contesti, che sette titoli possono sembrare un record irraggiungibile, ma che non sempre lo sono.



lunedì 24 agosto 2020

Big in Indiana: Takuma Sato vince la sua seconda Indy 500

Quest'anno siamo arrivati a 33 e non più di 33, il che implica la qualificazione garantita per tutti. Penske si è iscritta con quattro vetture: oltre ai soliti Josef Newgarden, Will Power e Simon Pagenaud ha schierato anche Helio Castroneves. Ganassi invece è scesa in pista con le sue tre entries standard: Scott Dixon, Felix Rosenqvist e Marcus Ericsson. Rahal invece ha portato non soltanto i piloti standard, Graham Rahal e Takuma Sato, ma anche Spencer Pigot.
Andretti ha portato quattro vetture come team Andretti propriamente detto, ovvero Alexander Rossi, Ryan Hunter-Reay, Zach Veach e James Hinchcliffe, più quelle delle partnership: Marco Andretti con Andretti/Herta e Colton Herta con Andretti/Harding.
Ed Carpenter è sceso in pista con una vettura del suo team, affiancato da Rinus Veekay e da Conor Daly. Oltre a Pato O'Ward e Oliver Askew, Arrow McLaren ha schierato una terza vettura, quella di Fernando Alonso.

Foyt ha portato Charlie Kimball, Tony Kanaan e Dalton Kellett, Coyne invece Santino Ferrucci, Alex Palou e una terza vettura per James Davison. Una vettura rispettivamente per Shank e Carlin, guidate da Jack Harvey e Max Chilton, mentre Dreyer & Reinbold ha portato due vetture guidate da Sage Karam e J.R. Hildebrand, mentre ha completato la griglia Dragonspeed con Ben Hanley al volante.
Per la prima volta dopo vent'anni, nessuna donna in griglia, sta a voi giudicare se per via di pregiudizi contro le donne come sostiene Pippa Mann, oppure perché al momento non ci siano donne convincenti nel panorama della Indycar. Io, da parte mia, mi sono fatta l'idea che al giorno d'oggi ci siano più pregiudizi di quanto non ce ne fossero ai tempi di Danica Patrick o Simona De Silvestro, tuttavia sono convinta che Danica Patrick e Simona De Silvestro, se non fossero una ritirata e una impegnata in altre competizioni, avrebbero avuto meno difficoltà di Pippa Mann a trovarsi un volante.

Il format di qualifiche, probabilmente lo conoscerete. Senza bump vari ha funzionato così: tutti in pista sabato, otto giorni prima della gara, per stabilire la Fast Nine e le posizioni successive dello schieramento. A contare è la velocità media di quattro giri lanciati, con i piloti che fanno più run nel corso della giornata. Dal decimo in poi sono andati tutti a occupare le varie posizioni sulla griglia di partenza già al sabato, mentre la Fast Nine sarebbe andata a giocarsi la pole all'indomani.
Così, sette giorni prima della gara, per nove illustri individui le qualifiche sono terminate con Marco Andretti davanti a tutti. Era già stato il più veloce il giorno della Fast Nine e, la domenica prima della gara, è andato anche ad accaparrarsi la pole position, in una griglia così composta:

1^ fila: Andretti, Dixon, Sato
2^ fila: Veekay, Hunter-Reay, Hinchcliffe
3^ fila: Palou, Rahal, Rossi
4^ fila: Herta, Ericsson, Pigot
5^ fila: Newgarden, Rosenqvist, O'Ward
6^ fila: Carpenter, Veach, Daly
7^ fila: Ferrucci, Harvey, Askew
8^ fila: Power, Kanaan, Kellett
9^ fila: Pagenaud, Alonso, Davison
10^ fila: Castroneves, Kimball, Chilton
11^ fila: Karam, Hildebrand, Hanley

Il sogno di Marco Andretti di sconfiggere la "maledizione" di famiglia è durato soltanto fino al momento della bandiera verde (arrivata alle 20.30 ora italiana per disputare la gara in un orario più fresco di quanto non sarebbe stato mantenendo l'orario tradizionale).
Già da inizio gara, infatti, è stato Scott Dixon ad appropriarsi della leadership, seguito da vicino da Ryan Hunter-Reay e da Takuma Sato, con il poleman per un po' al quarto posto. Nel frattempo perdevamo per strada Carpenter per un contatto con un muro (poi rientrato ai box e uscito a diversi giri di distanza) e Davison con una ruota in fiamme e poi anche Ericsson per incidente (chissà, magari stava pensando a Grosjean). Prima di metà gara sarebbero stati fuori gioco anche Askew e Daly, coinvolti in un incidente pochi giri prima dell'halfway point e sarebbe entrata tre volte la safety car. La terza avrebbe prevenuto il doppiaggio di Alonso, ultimo pilota a pieni giri, che tuttavia più tardi non si sarebbe salvato da quel destino dopo un problema capitato ai box.

Nel frattempo RHR e Andretti erano un po' più distaccati dai piloti di testa e si inserivano tra le posizioni che contavano anche Rinus Veekay, almeno finché non ha lasciato spegnere la vettura ai box, e Alexander Rossi. In una gara in cui non sono state possibili strategie che portassero degli outsider nelle posizioni di maggiore spessore, è stato proprio Rossi, per parecchi giri, il principale sfidante di Dixon, con sorpassi e controsorpassi vari. Un brutto destino, tuttavia, attendeva Rossi: uscito dietro a Dixon e anche a O'Ward dopo un pitstop in regime di safety car entrata per incidente di Palou, è stato penalizzato per un contestato unsafe release e scivolato nelle retrovie.
A quel punto non si è dato per vinto, superava vetture like a boss e chissà, magari una safety car al momento giusto avrebbe potuto rimetterlo in lizza per le posizioni di spessore... quella safety car, però, è arrivata proprio per un suo incidente, mentre nel frattempo Dixon era ancora leader incontrastato, con Graham Rahal e Takuma Sato a lottare per il secondo posto.

Poteva sembrare un destino già scritto fin dal via quello di Dixon, ma non è andata così: poco dopo il restart, quando eravamo già nell'ultimo quarto di gara, Sato si è portato in testa e vi è rimasto anche dopo il giro di pitstop, mentre Newgarden, Rahal e Ferrucci occupavano a vario titolo le posizioni della top-5. O meglio, è rimasto davanti a tutti dopo il pitstop, mentre davanti c'erano Veach e Chilton su una strategia alternativa che, come tutte le strategie alternative, non ha dato i suoi frutti.
In un primo momento Dixon sembrava vicino abbastanza per potersi rimettere in gioco, ma più la gara andava avanti e più sembrava che Sato potesse scappare allo stesso modo in cui era scappato Dixon in certe precedenti occasioni della gara.
Stavolta il destino di stava scrivendo a favore di Sato e nulla sembrava mettersi tra lui e la victory lane. Il risultato è stato addirittura congelato in anticipo, quando Spencer Pigot è andato violentemente a sbattere a quattro giri dalla fine. La gara è finita dietro safety car e il Piccolo Samurai, come lo chiamava Mazzoni, ha vinto per la seconda volta in carriera la Cinquecento Miglia di Indianapolis.

RISULTATO: 1. Takuma Sato, 2. Scott Dixon, 3. Graham Rahal, 4. Santino Ferrucci, 5. Josef Newgarden, 6. Pato O'Ward, 7. James Hinchcliffe, 8. Colton Herta, 9. Jack Harvey, 10. Ryan Hunter-Reay, 11. Helio Castroneves, 12. Felix Rosenqvist, 13. Marco Andretti, 14. Will Power, 15. Zach Veach, 16. J.R. Hildebrand, 17. Max Chilton, 18. Charlie Kimball, 19. Tony Kanaan, 20. Rinus Veekay, 21. Fernando Alonso, 22. Simon Pagenaud, 23. Ben Hanley, 24. Sage Karam, 25. Spencer Pigot, 26. Ed Carpenter, 27. Alexander Rossi, 28. Alex Palou, 29. Conor Daly, 30. Oliver Askew, 31. Dalton Kellett, 32. Marcus Ericsson, 33. James Davison.

PS. Salvo particolari stravolgimenti, sarà O'Ward ad essere eletto Rookie of the Year. Nonostante avesse già tentato di qualificarsi all'edizione 2019, il non essersi qualificato l'anno scorso lo rende pilota alla prima partecipazione, quindi eleggibile per questa carica.

mercoledì 25 settembre 2019

Indycar 2019: Commento al Gran Premio di Laguna Seca - 22 Settembre

Readers, start your engines e accendeteli leggendo questa comunicazione di servizio: questa è l'ultima volta in cui commenterò una gara di Indycar con il format del commento ironico al gran premio. Questo non significa, in nessun modo, che non parlerò più di Indycar, pianifico di seguire il campionato e di parlarne anche nella prossima stagione, ma semplicemente non me la sento di continuare a prendermi questo impegno, quando c'è la possibilità di commentare le gare anche in modo molto più libero e senza imporsi delle tempistiche.
Ora che vi ho detto questo, posso procedere come se niente fosse e continuare a raccontarvi quello che è successo a Laguna Seca, anzi, direi che posso INIZIARE a raccontarvelo.

La gara era prevista per domenica alle 23.30 italiane. O almeno così avevo letto, perché alle 23.30 italiane la gara era anche già finita, se ben ricordo.
Non ho potuto seguire la diretta, leggendo occasionalmente gli update sul cellulare, poi lunedì sera mi sono vista il race recap postato sul profilo youtube ufficiale del campionato di Indycar.
Piccola digressione: il "relive the action in less than 30 minutes" all'inizio non mi convinceva più di tanto, ma dopo averlo visto dall'inizio alla fine mi sono accorta che, tutto sommato, è un'idea fantastica. Ora, se postassero le gare intere come accadeva fino all'anno scorso non sarebbe male, ma per chi non ha potuto vedere una gara un recap del genere è un notevole passo avanti. Se qualcuno di Liberty Media mi stesse leggendo in incognito, vorrei ricordare che potrebbero casualmente innalzare da cinque minuti scarsi a mezz'ora la durata dei race recap per la Formula 1.

Liberty Media mi ha risposto alzando il dito al vento (quello di Willpowahhhh, non quello di Vettel), quindi posso procedere parlando di cose serie.
La più seria di tutte è che Baby Herta ha conquistato la pole position sul circuito... non saprei come definirlo, forse "di casa". Suo padre, oltre a farsi trollare da Zanardi all'ultima curva nel 1996, ci ha anche vinto nel 1998 e nel 1999 e, proprio vent'anni fa nel 1999, otteneva la pole position come il figlio. L'unica differenza era che il padre, in caso di vittoria, non sarebbe stato costretto a scolarsi del waard per questioni di età.
Nel frattempo nella nostra domenica pomeriggio è accaduta una cosa bellissima e, giusto per chiarire il concetto, è successa una cosa bellissima RELATIVA ALLA INDYCAR, perché nulla è più bello di Giovinazzi in testa a un gran premio. È successo che ho letto uno scambio di tweet tra Baby Herta e Baby O'Ward, che si auguravano di incrociare nuovamente le loro strade, prima o poi. AAAAAWWWWW, posso continuare a shipparli! *-*

GRIGLIA DI PARTENZA:
Herta - Dixon
Rossi - Newgarden
Hinchcliffe - Pagenaud
Power - Rahal
Hunter-reay - Chilton
Ericsson - Ferrucci
Daly - Rosenqvist
Pigot - Sato
Veach - Jones
Bourdais - Kimball
Kanaan - Andretti
Leist - Harvey...
...
...
...
...anzi no, perché i tempi di Rosenbitch sono stati eliminati perché è finito in testacoda facendo esporre le bandiere gialle, il che significa che se RoGro fosse un pilota di Indycar, tante volte gli sarebbe toccato partire ultimo anche se avesse fatto registrare un tempo.
Rosenbitch, che contendeva a Baby Herta il titolo di Rookie of the Year, non era per niente soddisfatto di tutto ciò.
Immagino che non fossero particolarmente soddisfatti nemmeno Newgarden, Rossi, Pagenaud e Dixon, che erano in lotta per il titolo ma per queste ragioni venivano presi in considerazione meno del dovuto.

RACE RECAP:
- si faceva un gran parlare del fatto che i championship contender "meno importanti" potessero vincere il campionato vincendo la gara con Newgarden fuori dalle posizioni di rilievo (le proiezioni erano troppo complicate perché mi ci potessi mettere d'impegno), ma nel frattempo Baby Herta stava in testa senza che nessuno in apparenza lo potesse insidiare;
- in realtà Dixon era abbastanza vicino a Baby Herta, nei momenti in cui non era impegnato a difendersi dagli attacchi della gente che aveva dietro, tipo Pagenaud;
- Willpowahhhh che in qualità di VeKkYaCç10 non era in lotta per il titolo, ha pensato bene di mettersi in mezzo e di stare davanti a un po' di gente;
- Baby Herta ha resistito a tentativi di undercut e overcut, mentre Willpowahhhh si è procacciato la seconda posizione e ha passato tutta la gara a contemplargli il retrotreno molto da vicino;
- Dixon si è dovuto accontentare della posizione più bassa del podio, con Pagenaud che agitava minaccioso la baguette a pochi decimi dal suo fondoschiena;
- Newgarden faceva una gara piuttosto tranquilla, un po' come se fosse stato Button e avesse già accumulato un vantaggio sufficiente per potere vincere il titolo anche rigirandosi i pollici, con il risultato che ha portato a casa il titolo;
- Rosenbitch era ancora inca**ato per la penalità del giorno precedente e per essere stato mandato indietro a calci nel cu*o e ne ha approfittato per bullizzare Alex Non Sono Valentino Rossi, superandolo;
- nel corso della gara, che durava in totale 90 giri, c'è stata una sola safety car, esattamente a metà, quando Daly è finito in testacoda;
- i telecronisti USA hanno insinuato che quel testacoda fosse stato fatto apposta per favorire una rimonta da parte di Alex NSVR dato che Daly correva con il team Andretti, mentre poi si è scoperto dal replay che era andato in testacoda durante un contatto con l'Uomo Noia;
- quelle immagini erano senz'altro un fake, dato che sappiamo che Sonniferetti in realtà non esiste davvero;
- al restart c'è stato un altro incidente, con Ferrucci che ha speronato un'altra vettura che risultava essere quella del Grande Samurai e con Jones che è finito in mezzo al caos.

RISULTATO:
1. Colton Herta - Harding
A soli 19 anni ha già eguagliato il numero di gare vinte dal padre, ma diversamente dal padre è troppo giovane per bere champagne, quindi immagino che sia stato destinato a un podio analcolico.
2. Will Power - Penske
Mi fa piacere che alla fine nessuno abbia parlato del fatto che sia un vecchiohhhh bollitohhhh, ma credo che sia solo perché è più bello parlarne relativamente a uno dei suoi compagni di squadra.
3. Scott Dixon - Ganassi
Anche lui tecnicamente per età dovrebbe essere un vecchio pensionato, ma i suoi risultati non lasciano pensare a niente di tutto ciò. Essenzialmente tutta la griglia della Indycar è composta o da bambini o da nonni.
4. Simon Pagenaud - Penske
Per quanto non sia mai stato il favorito, nel corso di questa stagione, sono un po' sorpresa dal fatto che questo campionato sia stato visto in luce negativa e che le cose non mi siano sembrate tanto cambiate nonostante la vittoria della Indy 500. :-/// Gli States sono proprio un luogo in cui tutto funziona al contrario!
5. Felix Rosenqvist - Ganassi
Purtroppo in questa stagione non è riuscito a ottenere la sua prima vittoria in carriera, con il massimo risultato una seconda posizione. Tuttavia penso che si sia meritato il titolo di Rookie of the Year e che il suo futuro sia molto promettente. In questa gara mi è piaciuto anche più che in altre.
6. Alexander Rossi - Andretti
Sono molto stupita del fatto che non sia riuscito a vincere il campionato nonostante l'assenza di piloti spagnoli e/o catalani sulla griglia di partenza. Non riesco proprio a spiegarmi questa cosa... *roll eyes*
7. Sebastien Bourdais - Coyne
Il pilota più Mai Una Gioia della storia della Toro Rosso, carica che ricopre ex-equo con Brendon Bitch, ha già quarant'anni suonati, ma la sua età non è considerata rilevante, in quanto lui stesso non viene considerato rilevante. Da parte sua, comunque, dimostra spesso di essere più rilevante di quanto sembri, talvolta tenendosi dietro qualche nome importante del campionato.
8. Josef Newgarden - Penske
Va bene, va bene, Nuovo Giardino aveva come unico scopo quello di portarsi a casa il titolo in questo weekend. Lo voto come Button of the Day.
9. James Hinchcliffe - Schmidt
Questo è un altro di quei personaggi che esistono, ma vengono raramente presi in considerazione. Pare che verrà preso in considerazione dalla McLaren Indy che altri non è che la Schmidt in partnership con la McLaren, con la quale prenderà parte alla prossima stagione.
10. Ryan Hunter-Reay - Andretti
Non sono mai riuscita a inquadrare questo pilota in una categoria ben precisa. Passa dal lottare per il podio al lottare per la penultima piazza ad arrivare in posizioni random nella zona bassa della top-ten. Questa gara conferma la mia impressione.
11. Marcus Ericsson - Schmidt
Diversamente da altri, non correrà la prossima stagione con la McLaren Made by Schmidt, ma si dichiara convinto di avere buone opportunità per la prossima stagione. Lo spero vivamente, perché il Pollo Gigante ha il suo perché!
12. Graham Rahal - Rahal
Anche per lui vale la considerazione che sta un po' da una parte e un po' dall'altra della griglia di partenza e del risultato finale. Non importa, io ho occhi solo per il suo compagno di squadra!
13. Max Chilton - Carlin
Niente, costui non mi darà mai una piccola gioia, se non quella di arrivare davanti all'uomo più inesistente del campionato di Indycar.
14. Marco Andretti - Andretti/Herta
Error 404. Not Found. Haryanto of the Day.
15. Charlie Kimball - Carlin
Tra una cosa e l'altra è riuscito a farsi battere dal suo compagno di squadra quindi in realtà il Piccolo Chilli mi ha davvero dato una piccolissima gioia!
16. Tony Kanaan - Foyt
Continuo ogni volta a sperare che possa ottenere un podio random come quella volta qualche tempo fa, per cu*o e non per merito rendendo il podio stesso falsato. Naturalmente non succede, ma in compenso Baby Matheus sta imparando bene come si fa a stirare.
17. Matheus Leist - Foyt
A stirarehhhhh!!111!!!11!!!
18. Zach Veach - Andretti
Non mi sono accorta che fosse in pista, probabilmente ha contratto la Sindrome di Sonniferetti, essendone compagno di squadra.
19. Jack Harvey - Shank
Sono ben lontani i giorni di gloria in cui andava a podio con la sua vettura rosa, stavolta è stato nelle retrovie per tutto il tempo ed è stato l'ultimo pilota a pieni giri.
20. Spencer Pigot - Carpenter
A proposito di vetture rosa, ci tengo a ricordare che se guidasse una vettura rosa sarebbe un porcellino d'India.
21. Takuma Sato - Rahal
Stavolta mi ha delusa profondamente. Avrebbe dovuto intervenire in prima persona per speronare il primo che gli passava a fianco, invece si è fatto incastrare come un pollo gigante, facendosi sbattere fuori da un ragazzino che usa ancora il ciuccio.
22. Conor Daly - Andretti
Il suo massimo momento di gloria è che i telecronisti hanno specificato, in occasione del suo incidente con Sonniferetti, che è il best friend forever di quest'ultimo. Se Sonniferetti esistesse, partirebbe la ship.
23. Ed Jones - Carpenter
Verosimilmente vittima delle sportellate di Ferrucci, la sua gara è finita anzitempo, rendendolo ancora meno in vista di quanto lo fosse stato fino a quel momento.
24. Santino Ferrucci - Foyt
Per tutto il tempo è stato elogiato, nonostante l'incidente, perché era il primo incidente della stagione e perché è riuscito ad andare a parcheggiare in un luogo che non fosse tra le scatole e di conseguenza non ha fatto entrare la safety car.

CLASSIFICA PILOTI: Newgarden 641, Pagenaud 616, Rossi 608, Dixon 578, Power 550, Rosenqvist 425, Herta 420/2 vittorie, Hunter-Reay 420/0 vittorie, Sato 415, Rahal 389, Bourdais 387, Hinchcliffe 370, Pigot 351, Pigot 335, Kanaan 304, Andretti 303, Ericsson 290, Veach 271, Leist 261, Jones 217, Harvey 186, Chilton 184, Carpenter 161, Daly 149, Kimball 117, O'Ward 115, Karam 39, Davison 36, Castroneves 33, Hanley 31, Mann 28, Kaiser 22, Hildebrand 20, Servia 16, Enerson 13, King 12.

domenica 25 agosto 2019

Indycar 2019: Commento alla Bommarito 500 @ Gateway - 24 Agosto

La stagione 2019 di Indycar si sta avvicinando verso la sua conclusione, che è prevista per il mese di settembre. In questo weekend, in cui cade anche l'anniversario di morte di Justin Wilson, era prevista una Saturday Race, iniziata al tramonto e terminata con il buio, sull'ovale di Gateway, che nei primi tempi chiamavo eroneamente Getaway.
Questo fine settimana è stato preceduto da una settimana ad alta tensione: soltanto domenica scorsa, infatti, cinque vetture si sfracellavano l'una contro l'altra al primo giro a Pocono, con tutte le polemiche del caso, e il mondo puntava il dito contro Sato, almeno finché il suo onboard non ha ridimensionato almeno in parte le sue responsabilità. C'era anche una polemica via social tra il Grande Samurai e Alex Non Sono Valentino Rossi, ma non so fino a che punto sia necessario farci caso. Rossi è lo stesso pilota che tempo fa sosteneva di non avere potuto puntare alla vittoria a Indianapolis a causa di Servia che stava sulla sua strada. Servia è spagnolo, Sato no, ma probabilmente è diventato uno spagnolo onorario.
Nonostante l'onboard, sul web le polemiche sono rimaste piuttosto feroci anche nei giorni successivi, con gente che, al di là dell'avere qualsiasi opinione, scriveva bellamente che non era importante guardare l'onboard e farsi un'idea, perché tanto gli opinionisti avevano già spiegato cos'era successo.
L'altra parte di opinione pubblica era impegnata a criticare i media per avere parlato del quarto posto di Ferrucci nonostante Ferrucci sia un personaggio fuori dagli schemi. Da parte sua, Ferrucci ha dichiarato nel corso di questa settimana che non è per niente pentito di quello che è successo all'epoca della Formula 2 (cioè scattarsi dei selfie al volante nella pitlane, comportarsi da bullo con il suo compagno di squadra e i suoi familiari, speronare il suddetto compagno di squadra durante il giro d'onore per vendicarsi di un incidente innescato da lui stesso e deriderlo via social, non presentarsi a una convocazione dei commissari e dare la colpa del suo comportamento alle proprie origini italiane) e che si trova bene in Indycar. Poi dopo le qualifiche ha postato una foto insieme a Bourdeeeeyyyyy in cui lo definiva "dad". Sono un po' preoccupata da tutto ciò, ma spero che Bourdeeeeyyyy in qualità di padre gli tiri qualche sberla con la baguette, di tanto in tanto.
A proposito di Ferrucci, di Bourdeeeyyyy e di baguette, il risultato della qualifica, per loro, era piuttosto allettante:

1^ fila: Newgarden - Bourdais
2^ fila: Power - Pagenaud
3^ fila: Sato - Ferrucci
4^ fila: Hinchcliffe - Dixon
5^ fila: Hunter-Reay - Rosenqvist
6^ fila: Rossi - Herta
7^ fila: Pigot - Ericsson
8^ fila: Veach - Rahal
9^ fila: Carpenter - Daly
10^ fila: Kimball - Kanaan
11^^ fila: Leist - Andretti

Considerazioni random: per quanto su un ovale in Indycar partire dalla pole possa significare tutto o niente, Nuovo Giardino era nella posizione migliore per tentare di allungare in classifica e sui social c'erano già un po' di proclami nei suoi confronti. Io, da parte mia, ho deciso che per questo campionato tifo per Pagenaud, perché gli davano del VeKkY0 BoLLyT0 che dovrebbe ritirarsi mentre vinceva gare, Indy 500 compresa, ed è in lotta per il titolo a poche settimane dal termine del campionato, quindi rientra in pieno nella categoria dei diseredati che meritano la mia solidarietà.
Per il momento, comunque, ero indecisa se andare in brodo di giuggiole per la posizione di Bourdeeeyyyy, se osservare che c'erano soltanto ventuno vetture in realtà perché quella indicata all'ultimo posto non esiste davvero ma serve solo per abbellire la grafica, oppure se infierire contro un certo brasiliano ultraquarantenne che somiglia a Vin Diesel con un naso enorme che arriva costantemente tra gli ultimi.
Ho deciso di non fare nessuna di queste cose e di prepararmi moralmente a una gara in cui con tutta probabilità Nuovo Giardino e NSVR l'avrebbero messo in quel posto a chiunque.
In realtà le cose non sono andate proprio come pensavo: Alex Non Sono Valentino Rossi non è mai stato molto in vista nel corso della gara, diversamente da Nuovo Giardino.
La gara è iniziata con lui in testa, con a seguire Bourdeeeeeyyyyy e il suo best friend forever Willpowahhhh, poi c'era il piccolo teppista cacciato via a calci dalla Formula 2, c'era Dixon e c'era "Saimon". Poi una gallina ha attraversato la strada...
...
...
...
...ah, no, non era una gallina, era un pollo gigante, tale Sonyericsson: dopo avere fatto a ruotate con un personaggio random identificato, neanche a dirlo, come Sato, procedeva ai due all'ora cercando di imboccare la pitlane. Ciò ha portato al rigoroso ingresso della safety car.
Al restart speravo che Bourdeeeeyyyyy prendesse tutti a colpi di baguette, ma non è andata così bene. Willpowahhhh si è portato al secondo posto e in realtà è stato il figlio onorario di Bourdeeeyyyyy (povero Bourdeeeeyyyyy, credo che meriti un figlio più responsabile di Ferrucci) a installarsi al terzo posto.
I Ferdais si sono visti in prima e seconda posizione a fare i fighi durante un giro di pitstop, mentre attendevo che la situazione tornasse alla normalità.

La situazione non è tornata alla normalità: giro 54 su 248, ingresso della safety car per una vettura a muro. Guess what, quella vettura la guidava nientemeno che Willpowahhhh, vincitore meno di una settimana fa.
Non solo Willpowahhhh era a ridosso di un muro con la vettura a pezzi, ma subito dopo è accaduto qualcosa che ha lasciato pensare che non fosse la giornata fortunata per i "detersivi": Dixon, infatti, era fermo ai box ed è ripartito quando gli altri avevano già percorso qualcosa come dieci giri.
La sua gara sarebbe finita peggio: lo si è visto più tardi di nuovo fermo ai box per un'infinità di tempo, poi mentre la gara non era ancora terminata risultava che per lui fosse già finita. Questa, però, è un'altra storia, Dixon who, parliamo di Ferrucci, eroe delle folle.
Il figlio onorario di Bourdeeeyyyyy si trovava nientemeno che in prima posizione, davanti a Hinchy, Bourdeeeeyyyyy, Nuovo Giardino e Alex Non Sono Valentino Rossi. Scherzavo quando ho detto che non lo si è visto granché: quella parte di gara se l'è fatta in quinta piazza, anzi, in quarta, dato che ha superato Nuovo Giardino. Solo che gli occhi erano tutti concentrati su Ferrucci, e per fortuna in quel momento era piena notte, quindi non ero su Twitter a controllare se ci fosse gente che minacciava di smettere di seguire il campionato se non fosse stato fatto nulla per togliergli in modo random quella prima posizione destinata a durare nel tempo...
...
...
...
...e non solo, Bourdeeeyyyyy era anche destinato a raggiungerlo in seconda piazza, mentre tutto lasciava pensare a una potenziale doppietta Coyne, cosa che andava ben oltre l'umana immaginazione.
La prima e la seconda posizione sono state conquistate dopo una lunga safety car occorsa al 122° giro, quando le inquadrature hanno atteso qualcosa come dieci minuti per andare a inquadrare Spencer Maialotto a muro dopo un contatto con Kimball.
Dopo il restart le due Coyne erano davanti, come ho già detto, e intanto, con il passare del tempo, si è avuto un giro di pitstop che per i Coyne Bros ha segnato l'inizio della fine...

Ferrucci è rientrato ai box, le cose sono andate male: la sosta è stata lunga, ha perso posizioni, tornando in pista alle spalle di Nuovo Giardino e di altri piloti random. È andata meglio a Bourdeeeeyyyy, la sua sosta è andata per il verso giusto, non ha perso eccessivamente terreno. Però la sosta è stato tutto quello che gli è andato bene: al 192° giro ha toccato il muro, è finito in testacoda e tutti i suoi sogni di gloria sono finiti lì.
A quel punto è entrata in pista la safety car ed è accaduto uno di quegli eventi che di tanto in tanto caratterizzano la Indycar: tutti i piloti che si erano già fermati erano precipitati, con il pitstop, sotto di un giro, giro che avrebbero recuperato con il rientro ai box dei piloti che dovevano ancora fermarsi. La safety car, tuttavia, ha fatto sì che i tre piloti che si dovevano ancora fermare potessero effettuare la sosta mantenendo le prime tre posizioni. Quei piloti erano nientemeno che Sato, Kanaan!!!111!!11!! e Carpentahhhhh: plot-twist servito su un piatto d'argento, con una gara in cui fino a quel momento erano stati favoriti dei piloti random in cui tra le prime posizioni trovavamo degli altri piloti random.
Ho iniziato a chiedermi quante possibilità avesse almeno qualcuno dei tre di conservare la posizione e ho finito per sottovalutare tutti, perché quando c'è stato il restart sembrava che non avessero poi tutta questa intenzione di schiodarsi di lì. Anzi, staccavano Nuovo Giardino che era quarto, a vedersela con Ferrucci, che a conti fatti si trovava in quel momento in top-5 e che sembrava seriamente intenzionato a finire quarto.
Ha superato Newgarden.
Newgarden si è ripreso la posizione.
Ferrucci è passato al quarto posto di nuovo.
All'ultimo giro deve essere accaduto qualcosa a Newgarden dato che procedeva lentamente e perdeva posizioni: Nuovo Giardino è arrivato dietro a "Saimon", tra gli altri.
Questo, però, non conta, parliamo di cose serie, ovvero di quello che stavano facendo i primi tre in quel momento. Non mi permetterei mai di dire che un duello per la quinta posizione fosse meno serio che uno per la vittoria, però Nuovo Giardino è Nuovo Giardino, è meno importante dei piloti random quando vince e il fatto che dei piloti random possano vincere non lo rende in automatico più importante di loro per non avere vinto.
Carpentahhhh si è installato negli scarichi di Kanaan e ho sperato con tutte le mie forze che non accadesse nulla di brutto in quel momento. Ce la siamo cavata: Carpentahhhh ha superato Kanaan, ma Kanaan era ancora terzo, quindi l'esistenza umana aveva ancora un senso. Se la doveva vedere con Ferrucci, ma la linea del traguardo gli ha garantito quel podio per cui stavo iniziando a temere. Davanti, intanto, la gara finiva al photofinish, con Carpentahhhh negli scarichi del Grande Samurai, che la bandiera a scacchi ha consacrato come vincitore.
Quanto è strano il motorsport: meno di una settimana fa Sato era un PeRiKoLoSo kRiMiNaLe che non avrebbe nemmeno dovuto avere un volante, sei giorni dopo è diventato un eroe delle folle, certe cose vanno oltre l'umana immaginazione (e il terzo posto di Kanaan, in realtà, è una di quelle).

RISULTATO: 1. Takuma Sato (Rahal), 2. Ed Carpenter (Carpenter), 3. Tony Kanaan (Foyt), 4. Santino Ferrucci (Coyne), 5. Simon Pagenaud (Penske), 6. Conor Daly (Carlin), 7. Josef Newgarden (Penske), 8. Ryan Hunter-Reay (Andretti), 9. Colton Herta (Harding), 10. Marco Andretti (Andretti/ Herta), 11. Felix Rosenqvist (Ganassi), 12. James Hinchcliffe (Schmidt), 13. Alexander Rossi (Andretti), 14. Zach Veach (Andretti), 15. Charlie Kimball (Carlin), 16. Marcus Ericsson (Schmidt), 17. Matheus Leist (Foyt), 18. Graham Rahal (Rahal), 19. Sebastien Bourdais (Coyne), 20. Scott Dixon (Ganassi), 21. Spencer Pigot (Carpenter), 22. Will Power (Penske).