Nel weekend del 17 luglio si è svolto il GP di Toronto di Indycar, iniziato con una vettura in meno: non c'è più Tatiana Calderon, almeno per il momento, perché pare che il suo sponsor non abbia pagato il team. Rimane comunque un numero considerevole di vetture e quella che scatta davanti a tutti è quella di Herta, che precede Dixon. Lo precede anche dopo la partenza, appunto, e tutto sembra filare liscio, anche se in effetti c'è una vettura danneggiata da un probabile contatto: è quella di Sato, che riesce a dirigersi verso la pitlane, ma non prima di avere lasciato dei detriti che provocano la prima caution della giornata. Nel frattempo assistiamo all'ormai tradizionale differenziazione di strategie, con i piloti partiti dalle retrovie che si fermano dopo pochi giri di gara.
A proposito di piloti partiti dalle retrovie, uno di questi è Palou, che ha fatto parlare parecchio di sé nei giorni che hanno preceduto la gara. Infatti qualche giorno fa il team Ganassi ha annunciato il suo rinnovo, salvo essere smentito dal pilota stesso poche ore più tardi. Anzi, Palou ha addirittura affermato che il team si è inventato di sana pianta delle sue dichiarazioni sul rinnovo. A seguito di ciò è stato annunciato anche il suo ingaggio da parte del team Arrow McLaren... insomma, una situazione abbastanza caotica di cui molto probabilmente sentiremo parlare ancora piuttosto a lungo. Adesso però dobbiamo focalizzarci sulla gara e magari soffermarci ad assistere al duello tra Power e Grosjean. Oppure prepararci per quello che succederà in occasione del primo giro di pitstop per i piloti di testa. Si ferma Dixon. Poi si ferma Herta. Herta è davanti, ma per poco.
Dixon si prende la prima posizione, che si terrà ben stretta fino alla fine, salvo i momenti in cui, a causa delle diverse pitstop window, piloti random che tendenzialmente sono molte posizioni più indietro si fanno qualche giro tra le prime posizioni perché rientrano in momenti diversi rispetto agli altri. Newgarden, da parte sua, sembra potere avere qualcosa da dire e avvicinarsi alla testa della gara, ma perde una marea di posizioni per un problema in occasione del successivo pitstop. Il suddetto pitstop avviene in regime di safety car, dopo un incidente tra Rosenqvist e Rossi, che ha provocato il ritiro di quest'ultimo. Mettete a letto i bambini che invocano la pena di morte per chiunque sia coinvolto in un incidente e non si ritiri, perché la gara di Rosenqvist dopo la sosta sembra assumere una svolta piuttosto positiva. Risale infatti in terza posizione, nella quale è destinato a rimanere.
Ci sono altre due caution prima della fine della gara, una per detriti (non ho capito se ci fosse un pezzo di vettura sull'asfalto o se si fosse staccato un pezzo del manto stradale), l'altra per un incidente tra Kirkwood e Johnson. Ciò non cambia particolarmente l'esito della gara e le posizioni non variano radicalmente per effetto di differenziazioni di strategia. Ericsson, leader della classifica piloti, chiude quinto e allunga nei confronti del diretto inseguitore Power, che anche nella parte conclusiva della gara abbiamo ritrovato non troppo lontano da Grosjean (inquadrato occasionalmente sempre mentre era in lotta con qualcuno in modo scatenato). Venti piloti hanno finito la gara, ritirati Sato, Rossi, Kirkwood e Johnson per incidenti, oltre che Kellett per la probabile rottura del motore vista la fumata che si sollevava dal retrotreno della sua vettura, ancora in una fase non troppo avanzata della gara.
RISULTATO: 1. Scott Dixon (Ganassi), 2. Colton Herta (Andretti), 3. Felix Rosenqvist (Arrow McLaren), 4. Graham Rahal (Rahal), 5. Marcus Ericsson (Ganassi), 6. Alex Palou (Ganassi), 7. Simon Pagenaud (Meyer Shank), 8. Christian Lundgaard (Rahal), 9. Scott McLaughlin (Penske), 11. Josef Newgarden (Penske), 12. Pato O'Ward (Arrow McLaren), 12. David Malukas (Coyne), 13. Rinus Veekay (Carpenter), 14. Callum Ilott (Juncos), 15. Will Power (Penske), 16. Romain Grosjean (Andretti), 17. Helio Castroneves (Meyer Shank), 18. Devlin DeFrancesco (Andretti), 19. Jack Harvey (Rahal), 20. Conor Daly (Carpenter), Rit. Jimmie Johnson (Ganassi), Rit. Kyle Kirkwood (Foyt), Rit. Alexander Rossi (Andretti), Rit. Dalton Kellett (Foyt), Rit. Takuma Sato (Coyne).
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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